Comboni, dziś

Durante il viaggio verso El Obeid (1875) ha occasione di vedere il Mahdi
Al card. Franchi, 1875
Ho la ferma fiducia che il divin Cuore di Gesù, con la infinita sua bontà riparerà a tutti i danni, come Colui che con la sua grazia guidò e sempre guiderà l’Opera santa

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421
Regole dell'lstituto
0
1871
REGOLE DELL'ISTITUTO

DELLE MISSIONI PER LA NIGRIZIA

BCV, MCXIV



1871



R E G O L E

DELL'ISTITUTO DELLE MISSIONI

per la

N I G R I Z I A

D. Daniele Comboni M. A.



Prefazione
[2640]
Le Regole di un Istituto che dee formare Apostoli per nazioni infedeli, perché sieno durevoli, debbono basare sopra principi generali. Se fossero molto minute, ben presto, o la necessità, od una cotal vaghezza di mutazione minerebbe il fondamento del loro edificio, e potrebbero riuscire giogo aspro e peso grave per chi le deve osservare.


[2641]
Essendo oltremodo vario e smisurato il campo, sul quale il candidato deve spiegare la sua azione, non può essere limitato a certi determinati uffici come negli Ordini Religiosi; bensì quei principi generali debbono informare la sua mente ed il suo cuore in guisa, da sapersi regolare da sé, applicandoli con accorgimento e giudizio nei tempi, luoghi, e circostanze svariatissime, in cui lo pone la sua vocazione.


[2642]
Per conseguire pertanto il fine a cui mira il novello Istituto delle Missioni per la Nigrizia, si stabiliscono soltanto quei principî fondamentali, che ne costituiscono il vero carattere, e che servono agli alunni di norma, per camminare con piena uniformità, e con quella eguaglianza di spirito e di condotta esteriore, che fa riconoscere i membri di una sola famiglia.


[2643]
Le Regole qui tracciate, quantunque emanino dalla natura stessa dell'umile Istituto pel quale sono destinate, sebbene sieno il frutto di serie riflessioni, di lunghi studi, di accurate consultazioni, e di una piena cognizione di causa, pure, trattandosi di una grande e colossale missione tutta nuova e speciale, sarà utile attenderne col tempo i risultati della pratica esperienza.


[2644]
Frattanto si sottomettono al sapientissimo giudizio del Sommo Pontefice, e della Sacra Congregazione di Propaganda Fide.

Benché queste Regole per sé non obblighino all'obbedienza sotto peccato neppur veniale, tuttavia egli è certo che uno spirito umile, che ami sinceramente la sua vocazione e voglia essere generoso col suo Dio, le osserverà con molto amore considerandole come la via a lui tracciata dalla Provvidenza, come la manifestazione della volontà di Dio su di lui. E perciò sicuro delle corone che in osservandole si procaccerà per l'altra vita riportate coll'abnegazione e colla morte di se stesso, ne veda o non ne veda la ragionevolezza, neppur gli cade nell'animo il desiderio di sottrarvisi, o l'ardimento di biasimarle.


[2645]
Piaccia al Signore di benedire a queste Regole, e di fecondare nel cuore dei figliuoli del suo amore coll'esercizio e col merito delle virtù a lui più care, e radicarle in modo, che sieno in ogni luogo e tempo la lor guida.



Capitolo I.mo



Natura e scopo dell'Istituto




[2646]
L'Istituto, ossia Collegio delle Missioni per la Nigrizia è una riunione di Ecclesiastici, e di fratelli Coadiutori, i quali senza vincolo di voti, senza rinunzia ai propri averi, senza professione obbligatoria di regole speciali, ma sempre sotto la dipendenza assoluta di legittimi Superiori, si dedicano alla conversione dell'Africa, e specialmente dei poveri negri, che giacciono ancora sepolti nelle tenebre, e nelle ombre della morte.


[2647]
Lo scopo di questo Istituto non esce dall'orbita degli Uffizi strettamente Sacerdotali: è l'adempimento dell'ingiunzione fatta da Cristo ai suoi discepoli di predicare il Vangelo a tutte le genti: è la continuazione del ministero Apostolico, per cui tutto il mondo ha partecipato ai benefizi ineffabili del Cristianesimo; ed ha per oggetto speciale la rigenerazione dei popoli Negri, che sono i più necessitosi e derelitti dell'Universo.


[2648]
Questo Istituto perciò diventa come un piccolo Cenacolo di Apostoli per l'Africa, un punto luminoso che manda fino al centro della Nigrizia altrettanti raggi quanto sono i zelanti e virtuosi Missionari che escono dal suo seno: e questi raggi che splendono insieme e riscaldano, necessariamente rivelano la natura del Centro da cui emanano.


[2649]
L'Istituto è consacrato al Santissimo Cuore di Gesù sotto la protezione della Beata Vergine Immacolata e del suo purissimo Sposo, il Patriarca S. Giuseppe, come pure di S. Michele Arcangelo, dei Santi Re Magi, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, di S. Francesco Saverio, del Beato Pietro Claver, della B. M. Alacoque, e di tutti i Martiri e Santi Africani.



Capitolo II.do



Organizzazione dell'Istituto.




[2650]
L'Istituto di sua natura dipende in primo luogo, ed è interamente ed assolutamente subordinato al Sommo Pontefice, ed alla S. C. di Propaganda Fide. Alla suprema Autorità della S. Sede spetta unicamente il modificare sostanzialmente; o mutare in omnibus, et quoad omnia l'Organizzazione e le Regole dell'Istituto.


[2651]
Il Superiore immediato dell'Istituto è il Vescovo di Verona il quale è rappresentato da un Rettore scelto ordinariamente tra i Missionari stessi membri dell'Istituto Fondamentale già provetti nell'esercizio dell'Apostolato Africano.

Il Vescovo di Verona è coadiuvato nelle sue funzioni da un corpo da lui presieduto, composto dei più assennati e distinti Ecclesiastici e secolari della sua Diocesi, il quale porta il titolo di Consiglio Centrale dell'Opera per la Rigenerazione della Nigrizia.


[2652]
Il Rettore dell'Istituto è definitivamente nominato dal Vescovo di Verona, e ciò, dopo aver sentito il giudizio del Capo delle Missioni dell'Africa affidate al Collegio, e dopo aver sottomesso la nomina all'E.mo Cardinal Prefetto generale di Propaganda.


[2653]
Il Vescovo di Verona, od il Rettore del Collegio dovranno ogni cinque anni rendere conto coscienzioso alla S. C. di Propaganda, mediante un Rapporto esatto sull'andamento dell'Istituto, in tutto ciò che lo riguarda.

Al Vescovo di Verona compete il potere e l'autorità di ricevere aspiranti Ecclesiastici e secolari. Nessun Ecclesiastico sarà ammesso all'Istituto, il quale non sia munito di un documento in iscritto, che comprovi l'assenso del proprio Ordinario, e non abbia riportato la sua benedizione.


[2654]
Non verrà ammesso all'Istituto nessun Ecclesiastico o Secolare, il quale non si giudichi disposto a consacrare tutto se stesso fino alla morte per l'opera della Rigenerazione della Nigrizia, e non abbia l'animo fermo e risoluto di morire alla sua propria volontà, e di professare una perfetta obbedienza ai legittimi Superiori.


[2655]
Siccome è realmente consecrato alla Rigenerazione della Nigrizia tanto quegli che lavora come Maestro di pietà, od istitutore delle materie teologiche o scientifiche nel Collegio di Verona, o coadiuva in qualsiasi modo nell'Istituto per le Opere preparatorie di Europa destinate a formare elementi per le Missioni dell'Africa, quanto quegli che è consacrato immediatamente alla conversione degli Infedeli nell'Africa stessa, così il Vescovo di Verona avrà riguardo alla speciale vocazione o tendenza del candidato per destinarlo o nelle opere dell'Istituto fondamentale di Verona, o negli Istituti, o Missioni dell'Africa.


[2656]
Nessun ecclesiastico, o secolare potrà essere ammesso all'Istituto, il quale per giusti motivi non goda credito, e buon concetto, o sia stato infamato.

Non verrà ammesso, che con somma difficoltà, e nel solo caso di evidente utilità dell'Istituto colui che abbia appartenuto a qualsiasi Ordine o Congregazione religiosa.


[2657]
Il tempo di prova del candidato nell'Istituto è fissato da uno a tre anni. Siccome però gli aspiranti di tal natura sono scelti fra i soggetti più virtuosi, così al solo giudizio e coscienza del Vescovo compete la facoltà di raccorciare il tempo del tirocinio del candidato nell'Istituto per destinarlo negli Istituti eretti sulle coste dell'Africa, i quali sono organizzati in modo, che costituiscono come altrettanti stabilimenti di tirocinio e di prova per constatare l'attitudine, e maturare la vocazione speciale per le difficili Missioni della Nigrizia Centrale.


[2658]
Al Vescovo di Verona compete il giudicare definitivamente se un candidato sia atto all'Opera, a cui tende l'Istituto, come pure il fissare l'epoca della partenza del medesimo per gli Istituti dell'Africa.


[2659]
E' membro effettivo dell'Istituto fondamentale colui che dopo la prova di un tempo determinato persiste nel fermo proposito di consacrarsi per tutta la vita a servigio dell'Opera della Rigenerazione della Nigrizia.


[2660]
Al Vescovo di Verona compete il diritto di dichiarare membro effettivo dell'Istituto Fondamentale chi è consacrato da due anni interamente alle Opere del Collegio di Verona senza aspirare alle Missioni Africane.


[2661]
Un soggetto già spedito in Africa non diventa membro effettivo dell'Istituto fondamentale se non dopo un anno, o due di permanenza negli Istituti, o Missioni dell'Africa, ed il giudizio di questa sua attitudine all'Istituto Fondamentale, spetta al Capo della Missione dell'Africa, il quale dovrà spedire analogo documento al collegio di Verona per la sanzione del Vescovo Superiore.


[2662]
Quando un candidato è dichiarato membro effettivo dell'Istituto Fondamentale sia dal Vescovo di Verona per quelli consacrati all'Opera in Europa, sia dal Capo delle Missioni Africane per quelli consacrati all'Opera in Africa, diventa figlio dell'Istituto Fondamentale, il quale s'incarica di lui per tutta la vita.



Capitolo III.zo



Di quelli che cessano di essere Membri

dell'Istituto Fondamentale.




[2663]
Se alcuno cessa di esser membro dell'Istituto è da considerare se ciò avviene nel Collegio di Verona, oppure negli Istituti dell'Africa; è ancora da osservarsi se si ritira liberamente da sé, oppure se ne sarà escluso per giusti motivi.


[2664]
Se un membro dell'Istituto di Verona crede di aver buone ragioni per ritirarsi, le comunicherà tosto al Rettore, il quale le giudicherà di concerto cogli altri membri del Collegio. Se le ragioni sono trovate buone, e se egli per un anno persiste a volere abbandonare l'Istituto, sottometterà l'affare al Vescovo, il quale dopo aver usato dei mezzi, che crederà opportuni per rettamente giudicare, accorderà l'uscita al petente, che cesserà per sempre di esser membro dell'Istituto, senza poter mai più esservi riammesso per qualsiasi titolo.


[2665]
Se un membro dell'Istituto di Verona per la sua mala condotta si rendesse indegno di restarvi unito, il Rettore consultato il parere degli altri membri, sottometterà l'affare al Vescovo di Verona, il quale si regolerà poi secondo il suo giudizio e coscienza per provare il delinquente, od escluderlo subito per sempre dal Collegio.


[2666]
Riguardo ai membri dell'Istituto Fondamentale già Missionari dell'Africa, è da osservarsi che quantunque il sacrificio, che hanno fatto di se stessi fin dalla loro educazione apostolica in Verona sia stato di sua natura pieno ed irrevocabile, ed abbia supposta una volontà pronta a subire ogni travaglio, ogni pericolo ed anche la più barbara morte, pure non è raro il caso, che un Missionario dopo aver molto sudato per la gloria di Dio e la salvezza dei poveri negri, si trovasse ridotto a tale spossamento di corpo e di spirito, da aver necessità assoluta di riposo. Potrebbe altresì accadere, che ad onta di tutte le cautele adoperate dall'Istituto, alcuno avesse errato nella scelta della carriera, di modo che la sua presenza fosse piuttosto di aggravio, che di aiuto alle Missioni Africane.


[2667]
Potrebbero ancora sopraggiungere altre imponenti cagioni, che ne dimostrassero necessario il ritorno in Europa. In tutti questi casi importa le seguenti avvertenze:

La necessità, o la convenienza, che un soggetto ritorni in patria sarà da rimettersi totalmente al giudizio del Superiore. A questi pure spetterà il decidere, ponderato il caso innanzi a Dio, e senza luogo all'appello dalla lor decisione, se i soggetti che devono tornare siensi o no demeritata l'assistenza dell'Istituto. Anche il difetto di spirito di sacrificio riconosciuto in taluno dal Superiore sarà titolo di demerito. Caso che non vi sia né questo né altro titolo di demerito, ecco la maniera con cui l'Istituto provvederà nei casi di ritorno in Europa.


[2668]
Iº. Avendo l'Istituto Fondamentale bisogno di Missionari veterani, che gli comunichino quei lumi che solo l'esperienza può fornire per l'istruzione agli aspiranti, o per coadiuvare in qualsiasi modo la Santa opera, il soggetto, che per difetto di sanità, o per altri giusti motivi non potesse continuare nell'esercizio del ministero Apostolico, ritornerà nell'Istituto fondamentale, rimanendo sempre membro effettivo del medesimo sotto gli ordini dei Superiori


[2669]
IIº. Se poi il Missionario, che ritorna coll'assenso del Superiore non continuerà ad appartenere all'Istituto come membro effettivo, o perché l'Istituto non lo consente, o perché il soggetto non lo vuole, la Direzione lo raccomanderà all'Ordinario a cui apparteneva, perché sia provveduto dei mezzi per esercitare, potendo, in patria il suo ministero.


[2670]
Se un Missionario membro dell'Istituto Fondamentale per la sua mala condotta, o per altri motivi si rendesse indegno di restarvi unito, sarà escluso per sempre dalla Missione; e se non avrà di che pagare il viaggio in Europa, vi penserà il Superiore, ma dopo aver ottenuto dal delinquente una lettera di obbligazione in buona forma, con cui si dichiara in dovere di restituire entro un anno al Rettore dell'Istituto di Verona la somma determinata, che gli fu accordata pel suo ritorno in Europa.



Capitolo IV.to



Influenza dell'Istituto sulle Missioni,

e sui Missionari dell'Africa.




[2671]
La relazione che hanno fra loro le membra di un medesimo corpo, è la stessa che esiste fra l'Istituto fondamentale di Verona, e gli Istituti e le Missioni dell'Africa ad esso affidate.


[2672]
L'Istituto fondamentale di Verona è il centro della corrispondenza degli Istituti e Missioni dell'Africa, è il legame che li unisce, il fondamento che le sostiene, lo stabilimento legale e permanente, che tratta gli interessi generali e particolari delle Missioni Africane e dei Missionari, che vi si affaticano rispetto alla S. Sede, ed all'Europa. Il Capo della Missione dell'Africa dopo assunto dalla S. Sede alle ardue funzioni del governo delle medesime, farà conoscere, quanto più presto e sicuramente gli verrà fatto, alla Direzione dell'Istituto fondamentale di Verona quali sono i Missionari che in coscienza crede più capaci di succedergli, in caso di morte, nel suo ufficio. Egli interpellerà segretamente all'uopo il giudizio dei membri più provetti della Missione. Nel proporre uno, o più membri a questo scopo si avrà più riguardo alla virtù e capacità dei candidati, che alla loro anzianità.


[2673]
La Direzione dell'Istituto Fondamentale conserverà il più scrupoloso segreto di tutto ciò, che il Capo delle Missioni d'Africa avrà creduto utile ed opportuno di comunicare rispetto ai Missionari, e non se ne servirà che a riguardo della S. Congregazione di Propaganda per conformarsi al sentimento del Capo e degli altri Superiori dell'Africa, nel far nominare, quanto è possibile, a successore uno dei soggetti designati da loro.


[2674]
I Superiori degli Istituti e delle Missioni dell'Africa terranno informata la direzione dell'Istituto Fondamentale di Verona sulla condotta e speranze di tutti i singoli i Missionari, e sull'andamento di tutte le opere delle Missioni ad esso affidate.


[2675]
Il Capo delle Missioni Africane comunicherà all'Istituto Fondamentale il Regolamento di ciascun Istituto delle sue Missioni, come pure tutte le innovazioni che l'esperienza pratica sulla faccia del luogo gli suggerisce d'introdurvi, perché serva questo di norma al Rettore, per preparare i candidati all'Apostolato Africano.


[2676]
L'Istituto Fondamentale si piglierà pensiero per quanto potrà anche degli interessi temporali degli alunni del Collegio durante l'attualità del loro ministero in Africa. Quantunque l'Istituto non debba mai assumere l'amministrazione e la procura di tali interessi, pure, se l'interessato ne mostri il desiderio, farà in guisa, che il procuratore, o l'amministratore giuridicamente deputato abbia condizione e forma di mandato tale da lasciare diritto e modo, che la Direzione dell'Istituto possa sorvegliare e proteggere il buon andamento dell'Amministrazione.



Capitolo V.to



Missione interna dell'Istituto




[2677]
L'Istituto riceve nel suo seno, sotto discipline fisse ed appropriate all'intento, Sacerdoti, e Chierici di Teologia atti al ministero Apostolico, come pure laici di provata pietà ed attitudine, principalmente allo scopo di farne fratelli coadiutori, catechisti, istruttori, e maestri di arti e mestieri necessari ed utili alla Nigrizia.

1. Quindi è che all'Ist.o incombe necessariamente la missione di provare accuratamente la vocazione dei candidati per la Nigrizia.

2º. di coltivare le disposizioni dei suoi alunni richieste a ben corrispondere a sí sublime vocazione.

Le regole e discipline dell'Istituto emanano principalmente dallo spirito di così alta ed importante Missione.



Capitolo VI.to



Della prova della Vocazione




[2678]
La prima e più importante missione dell'Istituto è la buona scelta degli Operai assunti alle funzioni apostoliche per la Nigrizia. Da ciò dipende il suo felice avviamento, la sua prosperità, la sua durata. In ciò quindi sta il suo massimo interesse, congiunto coll'interesse dei Missionari medesimi e delle anime che loro saranno affidate. Il Vescovo di Verona adunque, ed il Rettore, e quanti hanno parte alle loro cure e nell'Istituto e fuori, piglieranno colla massima serietà e col maggior zelo possibile l'incarico rilevantissimo di provare la vocazione.


[2679]
Questa prova ha luogo in due epoche:

1º. Quando un soggetto domanda di aggregarsi all'Istituto.

2º. Quando il candidato è già accolto, durante il suo soggiorno nell'Istituto.



Capitolo VII.mo



Massime Generali da osservarsi

quando un soggetto domanda di aggregarsi all'Ist.o




[2680]
Chi brama seguire Gesù Cristo nelle funzioni della vita Apostolica, ed aspira ad aggregarsi all'Istituto delle Missioni per la Nigrizia, deve anzitutto far conoscere il suo desiderio al Vescovo di Verona, ed al suo Rappresentante, il Rettore del Collegio, il cui principale impegno è procurare di discernere le vere dalle false vocazioni prima dell'ammissione dei soggetti. Per questo riguardo il Rettore non dà ordinariamente una risposta decisiva al primo presentarsi di un aspirante; ma procede sempre con lentezza, finché non abbia usato tutti gli espedienti opportuni a conoscere chiaramente la volontà divina.


[2681]
Questi espedienti sono:

1º Preghiera. Il Rettore prima di decidere, farà pratiche speciali di pietà, si raccomanderà a Dio nella S. Messa, invocherà la Madre del Buon Consiglio, S. Giuseppe e gli altri Santi Protettori, e farà pregare dalle anime giuste e veramente pie, ed impegnerà a pregar molto gli stessi postulanti, i candidati, ed i membri dell'Istituto.

2º. Istruzioni ai postulanti. Saranno avvertiti delle difficoltà speciali della carriera Apostolica a cui aspirano, e delle buone qualità richieste per impegnarvisi prudentemente. Morire assolutamente alla propria volontà, e sacrificare interamente se stessi fino alla morte per mezzo di una perfetta obbedienza ai legittimi superiori, sarà la prima istruzione da farsi ai postulanti.


[2682]
Non si ometterà di far loro osservare, che attese le circostanze di isolamento in cui si trova il Missionario africano, ed il pericolo dei costumi dei popoli della Nigrizia ignari delle prime leggi del pudore, è necessaria specialmente una castità a tutta prova. Quantunque si debba molto calcolare sulla speciale assistenza di Dio a riguardo di quelli che son veramente chiamati a quest'arduo ministero, benché non si debba scoraggiare nessuno, e si debba avvertire che i caratteri riflessivi son i più idonei, tuttoché sembrino i meno disposti a sfidare i pericoli, non si lascerà di fare l'espressa avvertenza, che quanto dicono i Teologi sull'abito della purità richiesta come condizione necessaria agli Ordini Sacri od alla professione religiosa dei laici, devono intendersi in senso ben rigoroso, trattandosi di soggetti aspiranti al ministero Apostolico, pei quali non basterebbero certamente dei semplici propositi in punto così delicato.


[2683]
3º. Interrogazioni ed Informazioni. Alle istruzioni si aggiungeranno altresì, potendolo personalmente, analoghe interrogazioni; e si avrà ogni cura di assumere da varie parti esatte e coscienziose informazioni sul postulante, avvertendo di mantenere per quanto sia possibile il segreto. Si avrà poi ben di presente la massima, che le vocazioni difficilmente si decidono da chi non conosce bene il nostro interno, e però si domanderà agli aspiranti se abbiano ben trattata la cosa col loro direttore spirituale.


[2684]
4º Consulte. Il Rettore si mette in comunicazione per quanto gli venga fatto colle persone più autorevoli per senno, per esperienza, e per coscienza, affine di avere aiuto di consiglio nel bisogno, sì che sia in grado di emettere un retto giudizio sul postulante, all'atto di proporlo al Vescovo per l'accettazione. Attingerà consigli altresì dai membri più maturi del Collegio, coi quali suole comunicare per le cose più importanti dell'Istituto.

Ecco le massime generali da aversi sempre presenti:


[2685]
La Vocazione all'Apostolato, secondo la comune dei Teologi, est actus Providentiae, supernaturalis, quo Deus, aliquos prae aliis eligit ad ministerium Apostolicum, eosque congruis dotibus praeparat ad eiusdem ministerii officia digne et laudabiliter obeunda.


[2686]
La vocazione al ministero Apostolico non è sempre accompagnata da una propensione avvertita ed irresistibile a sì sublime carriera, ma sempre esige una volontà costante e generosa a far di se stesso sacrificio a Dio, congiunta coll'attitudine ad adempiere l'ufficio, a cui si esibisce.


[2687]
E' necessario adunque che l'aspirante al difficile e laborioso Apostolato della Nigrizia abbia una vera disposizione fondata nel sentimento della fede e nella carità, di dedicarsi alla conversione di quelle anime le più abbandonate nel mondo, ed a propagare in quelle vaste e sconosciute contrade il regno di Cristo.


[2688]
Benché si bramerebbe ingegno e scienza eminente, pure non si escluderanno i mediocri, attesoché associati ai più capaci possono anch'essi colla abnegazione e carità rendere il loro ministero egualmente prezioso alle povere anime della Nigrizia.


[2689]
Quanto alla sanità ed alle forze corporali, l'esperienza ha mostrato che nella temperatura africana si possono avere ottimi operai benché non sieno dei più robusti, e che la differenza del clima può giovare ad un temperamento più gracile. D'altro lato è tanto il prezzo d'un operaio Apostolico in Africa, da non doversi trascurare nessuna esibizione, qualora non manchino le doti essenziali, alle quali più che alla vigoria del corpo si avrà riguardo. Dietro queste norme il Rettore si regola nel proporre il postulante al Vescovo di Verona. Se non si scorgono in lui le disposizioni necessarie al ministero a cui aspira, ne lo si dee distogliere, e si dee star fermi nel non accettarlo. Se si crede di doverlo ammettere lo si invita a rivolgersi all'Ordinario della Diocesi a cui appartiene, affine di ottenerne l'assenso e la benedizione, dopo di che è ricevuto nel Collegio.


[2690]
Qualora il soggetto creduto degno di accettazione trovi forte resistenza da parte dei genitori, e dei congiunti, il Rettore si informa dei motivi ond'essa proviene; e prendendo a norma la carità ordinata dalla Chiesa, la quale dispensa perfino i Religiosi professi dai voti monastici nei più stringenti bisogni dei genitori, non darà assolutamente luogo alla domanda e persuaderà l'aspirante a rimanersi colà dove la Provvidenza lo appella. Ove poi non apparisca necessità di famiglia, ma solo vi sia contrasto di interessi, o di affetti umani, il Rettore esigerà tuttavia dagli aspiranti tutta la prudenza e delicatezza, affinché nell'atto che obbediscono alla voce di Dio, non manchino verso i congiunti di quei riguardi di convenienza e di ossequio, che a figliuoli bennati si addicono, ed ottengano pure, se loro vien fatto, il conforto della paterna e materna benedizione.



Capitolo VIII.voi



Massime generali da osservarsi

quando il Candidato è già accolto durante

il suo soggiorno nell'Istituto.




[2691]
Quando l'aspirante è già ammesso nell'Istituto, ha la presunzione in suo favore, e trovandosi in certo modo in possesso della carriera intrapresa, non deve in quanto a sé dubitarne; e se non emergono contrassegni ben chiari in contrario non deve più rimettere in consulta la sua determinazione. Ciò è da avvertirsi per togliere le soverchie incertezze delle anime talvolta le più acconcie e le più evidentemente chiamate a far sì che non dissipino lo spirito, e non logorino le forze della volontà in esami superflui: ma considerando oggimai esaurito il tempo della prova preliminare, attendano con seria applicazione a coltivare le necessarie disposizione all'Apostolato.


[2692]
Ciò nullaostante, affinché non sia trascurato nessun mezzo per meglio accertarsi della voce di Dio, avran luogo le seguenti pratiche:

1º Entro i due primi mesi dall'ingresso nell'Istituto, il candidato farà sei giorni di esercizi Spirituali per ben disporsi al tirocinio, che deve intraprendere della sua vocazione; e ciò qualora non sieno prossimi gli annuali esercizi del Collegio.

2º. Annualmente si terranno per otto giorni gli Esercizi Spirituali, affinché l'anima più vivamente illuminata e fatta sensibile ai consigli della verità ed alle ispirazione del Cielo, possa facilmente scoprire le illusioni della fantasia e del demonio, nel caso che ne fosse stata per avventura sviata.

3º Nella prima settimana di ogni mese i candidati faranno un giorno di ritiro Spirituale come apparecchio alla morte.

4º Ogni soggetto, quantunque si tenga in una ragionevole libertà nella scelta del Confessore per le confessioni ordinarie, avrà pure un Direttore Spirituale, che terrà pienamente informato di tutta la sua condotta, facendo a lui la confessione generale, le annuali, ed alcune mensili.


[2693]
Finalmente all'intento servirà l'Opera del Rettore, sulle cui determinazioni gli alunni riposeranno con fiducia. Questi consultando all'uopo il Vescovo, avendo la dovuta attenzione alla condotta, al carattere, e a tutte le qualità dei soggetti, determina definitivamente innanzi a Dio, e secondo le sue ispirazioni, tutto poi sottomettendo al Vescovo, i casi di vocazione.


[2694]
Se crede di avere scoperto qualche difetto emendabile in un candidato, mette in uso gli avvertimenti, ed i rimedi, affine di riuscire all'emendazione, e ne prolunga la prova.


[2695]
Se l'emendazione non può assolutamente ottenersi, ed il difetto è incompatibile colla carriera apostolica, dopo sentito il Vescovo, procura quanto prima la prudenza e la carità lo permettano, e certamente entro il primo anno di prova, di rimettere in libertà il soggetto, di passare altrove, per meglio impiegarsi in altro ministero, al quale sarà da Dio chiamato. Se poi il soggetto è trovato abile, l'Istituto si consacra a coltivare le disposizioni per l'Apostolato della Nigrizia, disponendolo più o meno tardi, secondo richiede il bisogno per le Missioni dell'Africa.



Capitolo IX



Coltura delle disposizioni dei Candidati

pel ministero Apostolico della Nigrizia.




[2696]
La convivenza e le buone discipline dell'Istituto delle Missioni per la Nigrizia sono utili non solamente a stringere in un santo legame di fratellanza i Missionari, ed a creare quella uniformità di metodo e di spirito, che è la forza degli Istituti e tanto serve a conservare e perpetuare il frutto delle opere buone, ma giovano altresì ad accrescere e maturare le virtù, ed a fornire quel corredo di cognizioni, di avvertenze, e di attitudini più speciali, che si richiedono per apparecchio prossimo a così alto ministero. Perciò secondo la seria considerazione dello spirito dell'Opera sono vantaggiose le seguenti norme di disciplina:

1º Per coltivare lo spirito, e le virtù degli aspiranti all'Apostolato Africano.

2º Per ben regolare gli studi e gli esercizi ordinati a coltivare l'intelletto, e le attitudini necessarie nella pratica del ministero Apostolico della Nigrizia.

3º Per tener cura della sanità e delle forze corporali dei candidati per le missioni dell'Africa Centrale.


[2697]
Come riassunto di queste discipline per la coltura delle disposizioni per l'Apostolato Africano, seguirà il regolamento particolare dell'Istituto, ossia l'Orario, e distribuzione delle varie pratiche dell'Istituto, secondo i tempi e le occasioni.



Capitolo X



Norme e discipline ordinate a coltivare

lo spirito e le virtù degli alunni dell'Istituto.




[2698]
La vita di un uomo, che in modo assoluto e perentorio viene a rompere tutte le relazioni col mondo e colle cose più care secondo natura, deve essere una vita di spirito, e di fede. Il Missionario, che non avesse un forte sentimento di Dio ed un interesse vivo alla sua gloria ed al bene delle anime, mancherebbe di attitudine ai suoi ministeri, e finirebbe per trovarsi in una specie di vuoto e d'intollerabile isolamento.


[2699]
La sua opera non sarà sempre circondata da quella devota premura, da quell'aria di favore e quasi d'applauso che si spiega intorno al Sacerdote operante in mezzo ad anime intelligenti ed a cuori sensibili.


[2700]
Questo umano conforto può sostenere anche uno zelo poco fondato in Dio e nella carità. Ma il Missionario dell'Africa Centrale non può e non deve sempre sperarlo. Egli opera in mezzo a selvaggi che sono abbrutiti dagli orrori della schiavitù la più inumana, e fatti bestiali dalla misera condizione, in cui li ha gettati la sventura e l'immane crudeltà dei loro nemici ed oppressori. Questi negri infelici sono avvezzi a vedersi strappare violentemente dal loro seno i figliuoli, per essere condannati a lagrimevole servaggio senza speranza di giammai più rivederli; si veggono spesso trucidare spietatamente innanzi agli occhi i loro più cari congiunti e perfino gli stessi loro genitori. E siccome gli autori scellerati di sì orrendi delitti non appartengono generalmente alla loro razza, ma sono stranieri, così quegli sventurati selvaggi avvezzi ad essere da tutti sempre traditi e maltrattati nei modi i più crudeli, riguardano talvolta il Missionario con diffidenza ed orrore, perché straniero. Essi perciò si manifestano agli occhi del medesimo come barbari, stupidi, ingrati, e brutali. Egli quindi anziché trovar lusinghiera corrispondenza di affetti, deve starsi rassegnato a vedere resistenze ostili, incostanze luttuose e neri tradimenti. Il perché egli deve riportar sovente la speranza del frutto ad un futuro remoto ed incerto: deve talvolta contentarsi di spargere con infiniti sudori in mezzo a mille privazioni e pericoli una semente, che solo darà qualche prodotto ai missionari successori: deve considerarsi come un individuo inosservato in una serie di operai, i quali hanno da attendere i risultati non tanto dell'Opera loro personale, quanto da un concorso e da una continuazione di lavori misteriosamente maneggiati ed utilizzati dalla Provvidenza.


[2701]
In una parola il Missionario della Nigrizia dee sovente riflettere e meditare, che egli lavora in un'opera di altissimo merito sí, ma sommamente ardua e laboriosa, per essere una pietra nascosta sotterra, che forse non verrà mai alla luce, e che entra a far parte del fondamento di un nuovo e colossale edificio, che solo i posteri vedranno spuntare dal suolo ed elevarsi a poco a poco sulle rovine del feticismo, e giganteggiare, per accogliere poi nel suo seno i cento e più milioni della sventurata stirpe dei Camiti, che da oltre quaranta secoli gemono incurvati sotto l'impero di Satanasso.


[2702]
Il Missionario della Nigrizia spoglio affatto di tutto se stesso, e privo di ogni umano conforto, lavora unicamente pel suo Dio, per le anime le più abbandonate della terra, per l'eternità. Mosso egli dalla pura vista del suo Dio ha in tutte queste circostanze di che sostenersi e nutrire abbondantemente il proprio cuore, abbia egli in un tempo o vicino, o lontano, per mano altrui e colla propria a raccogliere il frutto dei suoi sudori e del suo Apostolato. Anzi il suo spirito non cerca a Dio le ragioni della Missione da lui ricevuta, ma opera sulla sua parola, e su quella de' suoi Rappresentanti, come docile strumento della sua adorabile volontà, ed in ogni evento ripete con profonda convinzione e con viva esultanza: servi inutiles sumus; quod debuimus facere fecimus. Luc. XVII.


[2703]
Al contrario guai a chi fosse portato in queste ardue funzioni da altro, che da una vampa passeggera di fervore, e da vaghezza di peregrini viaggi, o da desiderio di segnalarsi in una carriera straordinaria! Oltre al dover soccombere nei momenti di tenebre e di scoraggiamento, oltre al non poter durarla in una vita di stenti e di privazioni continue, sentirebbe le tendenze della prava natura incalzare più pericolosamente, e potrebbe rimaner vittima della seduzione, e delle più ignobili passioni.


[2704]
Non si deve però esagerare, né facilmente sentenziare sulla quantità e sulla forza delle occasioni pericolose, che circondano il Sacerdote in patria, ed il Missionario nell'Africa Centrale.


[2705]
E' giusto il considerare, che il prestigio delle lusinghe in mezzo a cui si trovano i nostri Sacerdoti qui in Europa, e l'aria di mondo che deono talvolta respirare, li può lentamente pervertire non meno che l'incontro senza ripari di pericoli più sfacciati e formali. Deve pur considerarsi, che se il Missionario dell'Africa isolato fra quelle lontane contrade manca di molti aiuti e sostegni, si trova tuttavia perciò stesso in una vita più dura, e necessariamente obbligata a pensieri di ordine superiore. Quando il Missionario della Nigrizia ha caldo il cuore di puro amore di Dio, e collo sguardo della fede contempla il sommo vantaggio e la grandezza e sublimità dell'Opera, per cui s'affatica, tutte le privazioni, gli stenti continui, i più duri travagli diventano al suo cuore un paradiso in terra, e la morte stessa, ed il più crudo martirio è il più caro e desiato guiderdone ai suoi sacrifici.


[2706]
Non si devono quindi esagerare i timori, bensì deve osservarsi, che la più sicura salvaguardia del Missionario dell'Africa in molti casi è la sua coscienza e la sua fede. Per tutte queste ragioni e per le altre molte che dovranno essere materia di frequenti meditazioni pegli alunni dell'Istituto aspiranti all'Apostolato della Nigrizia, importa necessariamente che essi abbiano disposizioni solide di schietto zelo, di puro amore e timore di Dio, e che sieno corroborati da una padronanza ben sicura delle proprie passioni. A tale oggetto, mantenuta per sempre nell'Istituto la semplicità, l'ilarità, ed altresì un cotal grado di vivacità, è d'uopo che domini patentemente il fervore per le cose spirituali, lo studio della vita interiore, ed un desiderio vivissimo della perfezione.


[2707]
Oltre gli Esercizi spirituali ogni anno, un giorno di ritiro ogni mese, la sacramental Confessione almeno una volta alla settimana, oltre l'orazione mentale di un'ora la mattina, gli esami di coscienza, la lezione Spirituale, la visita al SS.mo Sacramento ed a Maria Vergine, e tutte le altre pratiche quotidiane di pietà, gli alunni si devono rendere familiarissimo e quasi connaturarsi l'esercizio assiduo della presenza di Dio, e di un'intima filiale comunicazione con Lui per mezzo di frequenti e divote aspirazioni, ciò che formerà materia dell'esame particolare.


[2708]
Ad aiuto della pietà e dello spirito sono utilissimi gli esercizi della mortificazione esteriore, sebbene sia necessario procedere con discrezione, e sia caso da ben intendersela col proprio confessore e direttore spirituale, il quale secondo le forze di ognuno permetterà questo, o quella astinenza, o penitenza corporale, massime nel Venerdì e nelle vigilie delle feste principali della Chiesa, e dell'Istituto. Però nessuna osservanza in comune in proposito è stabilita nel Collegio.


[2709]
Quel che più importa si è che tutte queste pratiche di pietà e di mortificazione non deono diventare coll'abitudine una formalità materiale. E perciò si torna spesso e nei propri esercizi privati di ciascuno, ed anche insieme da tutti, massime nelle conferenze spirituali, sulla necessità di fare orazione succosa e concludente, e di operare in ispirito e verità. A discernere poi se sia verace, o superficiale, si misura la pietà col profitto nella mortificazione interna, e specialmente nelle due virtù fondamentali della vita interiore ed esteriore, l'umiltà e l'obbedienza.


[2710]
E' d'uopo che i candidati, mercé la fedele cooperazione alla divina grazia, pongano ogni studio per vuotar ben bene il cuor loro d'ogni orgoglio, e presunzione, d'ogni sentimento di ambizione, e di pretesa, e radicarvi profondamente quella santa disposizione che ci fa riconoscere tutto da Dio, e sottomettere a Lui pienamente l'intelletto, la volontà, le forze, e a Lui, e per Lui ci fa tutto sottomettere a quelli che ne fanno le veci. In particolare sia rispettata come voce di Dio: 1º la voce del Direttore spirituale, a cui si farà piena confidenza di tutto l'interno, e di tutta la condotta: 2º La voce del Vescovo e del Rettore, di cui gli alunni procureranno di secondare non solo i comandi, ma ancora i desideri e le intenzioni: 3º la voce della Regola, ed i segni della Comunità, ai quali saran pronti colla più scrupolosa esattezza e perfezione.


[2711]
Se i candidati coltiveranno questo Spirito di sincera pietà, di umiltà, di obbedienza fino a morire spiritualmente a sé in questa più intima parte dell'amor proprio, la divina grazia li assisterà a vincere e signoreggiare tutte le altre passioni, e ad acquistare tutte le altre virtù.


[2712]
Basterebbe avere innanzi e seguire queste norme generali di perfezione. Tuttavia per maggior aiuto in questo cammino dello spirito gioverà avere l'attenzione al particolare delle seguenti virtù, che più direttamente esige il ministero Apostolico della Nigrizia.


[2713]
1º La Castità. E' stabilita nell'interno dell'Istituto la clausura per le donne. Le visite delle parenti e delle altre persone da ammettersi per vera convenienza e dovere d'ufficio, o di carità, sono ricevute nella sala comune, e con tutte le cautele della modestia e del decoro Sacerdotale.


[2714]
E queste cautele si osservano anche nei ministeri spirituali in modo non solo da rimuovere ogni pericolo, ma anche da non lasciar luogo a sospetti e dicerie, si dovesse pure talvolta omettere qualche opera buona.


[2715]
Nei quali riguardi sapranno gli alunni fare esercizio coscienzioso talmente, che venuto il tempo, in cui avessero a trovarsi in mezzo a pericoli inevitabili, abbiano contratta abitudine di modestia, di pronta elevazione del cuore a Dio, di disinvolta circospezione tale, da poter cercare a salute le anime altrui, senza rischio di ferite e molestia all'anima propria!


[2716]
2º La Carità. Si esercita principalmente nell'interno del Collegio mediante tutto il sentimento e le dimostrazioni d'una Sacerdotale e cristiana benevolenza, escluse le particolari amicizie, le gare, le gelosie, i diverbii, le contese, ed i modi troppo confidenziali, con pregiudizio della propria dignità e del rispetto dovuto agli altri. Ciascuno si fa dovere di chieder presto e umilmente perdono a colui, cui s'accorga d'avere in qualche modo recato disgusto. Ciascuno si deputa altresì chi lo avverta dei suoi mancamenti, procurandosi che sempre trionfi la carità non meno nel compatimento dei difetti, che nell'opportuna correzione fraterna.


[2717]
Quanto agli esterni, quantunque si debba usare prudente riserbo anche per cura del necessario raccoglimento, e si debba perciò schivare affatto l'andar senza vero bisogno per luoghi frequentati, e tanto più nelle case dei privati, pure si avrà cura di formare tutte le buone abitudini di civiltà, di schietta affabilità, e cordialità cristiana. Soprattutto si avrà la mira di essere esemplari e nel contegno, e nell'abito (che è quello dei buoni ecclesiastici, sempre uniforme, e compito nel Collegio, e fuori, ed in ogni ora del giorno anche in estate) e nel discorso, il quale, cansata ogni affezione, sarà sempre condito dalla sapienza del Vangelo, e condotto, quando si possa, a qualche conclusione edificante e giovevole per le anime.


[2718]
Per la salvezza delle anime tanto più ravviveranno gli alunni la carità nei ministeri spirituali, ed assumeranno sempre con giubilo, ed eserciteranno sempre con pazienza, accuratezza ed amore i preziosissimi officii sia del confessare, massime i poveri, sia del catechizzare gli ignoranti ed i fanciulli sia col far la dottrina cristiana, e predicare in qualche chiesa, sempre però dietro l'invito e coll'approvazione del Rettore. Attendendo al bene delle anime in tutte le varie opportunità loro offerte da queste circostanze, faranno in modo, che il loro operare risenta di quei fervori di spirito apostolico, di cui deono qui dare qualche primizia.


[2719]
Nel che se non potranno molto in opere, procureranno almeno di fare colla preghiera quel tanto, di cui li fa capaci la divina bontà. Alle misere anime dell'intero universo, e specialmente dell'Africa Centrale, che giacciono sepolte nelle tenebre dell'infedeltà e dell'errore, abbian la mente ed il cuore in tutte le loro operazioni, applicando ad impetrare loro misericordia quel poco di buono, che sapran fare colla grazia di Dio, implorando la loro conversione nella Santa Messa, nelle giaculatorie, ed in tutte le pratiche di pietà, interponendo i meriti e l'intercessione della B. V. Immacolata, e di tutti i Santi Protettori, facendo orazioni speciali, ed esercitando convenienti mortificazioni e penitenze per la conversione degli infedeli.


[2720]
3º Spirito di Sacrifizio. Il pensiero perpetuamente rivolto al gran fine della loro vocazione apostolica deve ingenerare negli alunni dell'Istituto lo spirito di Sacrifizio.


[2721]
Si formeranno questa disposizione essenzialissima col tener sempre gli occhi fissi in Gesù Cristo, amandolo teneramente, e procurando di intendere ognora meglio cosa vuol dire un Dio morto in croce per la salvezza delle anime.


[2722]
Se con viva fede contempleranno e gusteranno un mistero di tanto amore, saran beati di offrirsi a perder tutto, e morire per Lui, e con Lui. Il distacco, che ha già fatto dalla famiglia e dal mondo, non è che il primo passo: essi cercheranno di andar sempre più consumando il loro olocausto, rinunciando ad ogni affetto terreno, abituandosi a non far caso delle loro comodità, dei loro piccoli interessi, della loro opinione, e d'ogni cosa che li riguardi; perocché anche un tenue filo, che rimanga, può impedire un'anima generosa di elevarsi a Dio. Sarà perciò continua la pratica dell'abnegazione di se stessi, anche nelle piccole cose, e rinnoveranno spesso l'offerta intera di se medesimi a Dio, della sanità, ed anche della vita. Per eccitare lo spirito a queste sante disposizioni, in certe circostanze di maggior fervore faranno tutti insieme una formale ed esplicita dedica a Dio di se stessi, esibendosi ciascuno con umiltà e confidenza nella sua grazia anche al martirio.



Capitolo XI



Norme di disciplina per regolare

gli Studi e gli Esercizi ordinati a coltivare

l'intelletto e le attitudini necessarie nella pratica dell'Apostolato Africano.




[2723]
V'ha presso alcuni un'opinione esagerata sull'ampiezza delle cognizioni e sulla coltura intellettuale richiesta in un Missionario. Altri vorrebbero trovare in un Istituto, come il nostro, un'Accademia di scienze e di arti, una scuola di tutte le lingue. A togliere la sorpresa di chi si aspettasse grande apparato di studi, ed a vieppiù insinuare negli alunni la cura del raccoglimento, dell'umiltà, e migliore indirizzo dello spirito verso quel punto, che più d'ogni altro importa, gioverà che sia qui proclamata la grande massima del più grande dei Missionari fra gli infedeli, dell'Apostolo S. Paolo: la somma scienza, anzi l'unica veramente necessaria è quella di Gesù Crocifisso.


[2724]
Non enim, scrive l'Apostolo a quei di Corinto, iudicavi me scire aliquid inter vos, nisi Jesum Christum et hunc crucifixum. I Corinth. 2.2.


[2725]
Ben ritenuta però questa massima, e presa a norma dello spirito con cui devono studiare, vigilando sopra sé che talora la soverchia intensità dell'applicazione agli studi non sottragga il tempo, o inaridisca il cuore agli esercizi della pietà, e la riuscita non lo gonfi, riferendo al tempo dello studio principalmente la raccomandazione delle divote giaculatorie; attenderanno gli alunni a studiare con ogni sollecitudine, e faranno innanzi a Dio anche sull'importanza di esso la dovuta considerazione. Penseranno al bisogno in cui si troveranno di tener fronte ai Missionari protestanti, alla schiera multiforme degli eretici orientali, ai razionalisti ed increduli d'ogni nazione, ai musulmani ed agli idolatri sia nei lunghi viaggi, oppure sul campo delle Apostoliche loro fatiche, rifletteranno al credito, ed ascendente che acquista alla Religione, l'abilità, e la coltura di chi la predica, alla necessità di pronte risoluzioni in casi imbarazzati, e senza mezzo di consulta, e nemmeno di lunghe considerazioni.


[2726]
Di più l'esperienza avendo constatato, come la Provvidenza faccia servire spesso alla conversione dei popoli anche la perizia dei Missionari nelle scienze puramente umane, e nelle arti di utilità temporale, anzi di puro diletto, niente che si riferisca a questo punto, sotto la direzione del Rettore, crederanno inutile, niente indegno della loro attenzione, e del loro impegno, che non trovino di poter dirigere alla gloria di Dio, ed al bene futuro delle anime.


[2727]
A determinare con qualche precisione il genere di studi che sono indispensabili ai candidati delle Missioni Africane è stabilito:

1º. Gli alunni Chierici frequenteranno le scuole teologiche dell'annesso Seminario Vescovile, e seguiranno con diligenza ed assiduità le lezioni di tutte le materie che vi si insegnano, avvertendo che dipenderà molto dall'impegno con cui adempiranno a questo importantissimo dovere il giudizio che si porterà sulla loro vocazione Apostolica. Nelle vacanze autunnali si uniformeranno al Regolamento particolare dei Sacerdoti, previe quelle mutazioni, che il Rettore giudicherà opportune alla loro condizione speciale.

2º Per gli alunni già Sacerdoti, è stabilita in apposito Regolamento speciale la materia, l'ordine e il sistema di studi, con cui si preparano alla carriera apostolica.


[2728]
In generale gli alunni rivolgono la loro applicazione agli studi di prima necessità per l'esercizio pratico del ministero Sacerdotale, ed intendono di dedicare il più del loro tempo e del loro impegno e fondarsi nelle prove del Catechismo, ed a conoscere e combattere tutti gli errori del feticismo, dell'Islamismo, ed a confutare i sistemi ed i sofismi di tutte le eresie degli orientali, e delle sette protestanti, e razionalistiche. Questi studi di controversia, aiutati da quelli della Sacra Scrittura, e della storia Ecclesiastica formano la più seria occupazione dell'Istituto.


[2729]
Quanto alle lingue, basterà l'esercizio della francese e lo studio dei rudimenti fondamentali dell'araba, e chi avrà maggior tempo ed attitudine piglierà cognizione di alcuno degli svariatissimi idiomi delle tribù dell'Africa Centrale, come della lingua Denka e Bari. L'esperienza ha però dimostrato su questo argomento non doversi perdere il tempo in esercizi difficilissimi e sovente inutili, poiché le lingue dei popoli infedeli si deono generalmente imparare sulla faccia del luogo.


[2730]
Siccome nelle vaste tribù della Nigrizia mancano quelli che proveggono alla sanità sia degli stranieri, sia degli indigeni, alcuni fra i Sacerdoti e fratelli coadiutori di maggior attitudine si applicheranno, sotto la guida di probo ed abile maestro, allo studio della medicina pratica, della chirurgia, flebotomia, e farmaceutica, seguendo in ciò la base del testo di Antoniacci, come pure dell'astronomia, dell'agraria e scienze analoghe, le quali contribuiscono potentemente a rendere efficace tra i negri l'Apostolato dei Missionari.


[2731]
Ma per rendere questi studi di minor peso, ed insieme notabilmente più impegnati e fruttuosi, si aiutano con familiari, e ben regolate quotidiane conferenze, e procedendosi da tutti insieme di pari passo, e colla guida di un medesimo autore, ciascuno vi porta il trasunto scritto del capo studiato, propone senza superfluità ed inutili digressioni le difficoltà che ha incontrato in qualche punto, e di cui bramerebbe una più chiara soluzione. Anzi essendo utile che ciascuno secondo la propria capacità procuri di meglio approfondire la materia, massime coll'associare allo studio dell'autore adottato per guida la lettura dei trattati più ampi e ben ponderati di altri autori, ciascuno recherà nelle conferenze il frutto de' suoi studi individuali a comune erudizione e vantaggio.


[2732]
Il Rettore dell'Istituto ha l'incarico ordinario di assistervi e se qualche volta si trova impedito, delega chi sostenga le sue veci. Egli dirige gli studi, e propone le norme che devonsi in essi eseguire, dopo aver consultato il Vescovo Superiore.


[2733]
Nel metodo di condurre gli studi, è d'uopo avvertire di non frastagliarli dividendo l'applicazione sopra materie disparate, ma si esauriranno a mano a mano i trattati principali dedicando ad essi uno studio continuato e completo.


[2734]
A fare qualche pratica applicazione dello studio, gli alunni stenderanno in iscritto dei componimenti per l'istruzione Religiosa del popolo, che sottoporranno dapprima a qualche esperto, e reciteranno per esercizio nella cappella dell'Istituto, ed anche dietro l'ordine del Rettore, nelle Chiese, o nei pubblici Oratorii. Gli alunni si addestreranno ad insegnare con chiarezza, precisione, facilità, e grazia la dottrina cristiana, tanto ai fanciulli, quanto agli adulti, che è l'esercizio principalissimo, e più importante del Missionario degli infedeli, come pure si addestreranno a spiegare il Vangelo, tenere discorsi morali, e coi fanciulli specialmente e cogli ignoranti si eserciteranno alle familiari istruzioni ed alle devote esortazioni fatte anche all'improvviso.



Capitolo XII



Norme di disciplina per tener cura

della sanità e delle forze corporali

degli alunni dello Istituto

delle Missioni Africane




[2735]
Siccome nella vita di chi si prepara all'Apostolato dell'Africa è necessario l'esercizio della mortificazione, e l'abitudine alle privazioni, e dovendosi d'altra parte aver grande riguardo alla sanità ed alle forze degli alunni specialmente di complessione meno robusta, così la prima avvertenza che si avrà per cura della salute, sarà di fare scelta prudente di questi esercizi di mortificazione, che non nuociono alla sanità, e più ancora di quelli che la giovano.


[2736]
Gli alunni avran dunque modo di appagare il loro fervore senza pregiudizio della sanità:

1º Nella prontezza ed esattezza alle osservanze dell'Istituto. poiché se la regola misurando i loro passi, e le loro azioni, loro porge occasioni di abnegazioni frequenti, non lascia di aver cura della sanità variando le occupazioni, e facendo succedere a quelle che richiedono il travaglio del corpo, le altre che esigono solo l'occupazione dello Spirito.


[2737]
2º Nell'esercizio d'una caritativa corrispondenza vicendevole dell'uno coll'altro, poiché essendo essi destinati a vivere fra nazioni le più barbare, e dovendosi conformare ad usi, consuetudini e caratteri i più disparati, e a temperamenti i più eterogenei, si eserciteranno in questo utilmente col proporsi fin dal Collegio, ciascuno di adattarsi all'opinione, al genio, al carattere degli altri; e così avran certo occasioni tanto più preziose e frequenti, quanto più minute ed inosservate di moltiplicare atti innocui di mortificazione.


[2738]
3º Nei riguardi di quella civiltà, pulitezza, e buon contegno, che tanto potran servire a conciliar loro la benevolenza nel commercio colle persone d'ogni nazione e d'ogni religione, con cui dovranno trovarsi in futuro. Questo continuo buon governo della persona, dei modi, dei discorsi, dell'abito, e della stanza, costerà loro una serie non interrotta di piccoli sacrifizi, e di piccole vittorie contro l'accidia insita nell'umana natura.

Vi sarà poi luogo a mortificarsi ed insieme a provvedere al vantaggio della sanità e delle forze:


[2739]
1º Nei riguardi di vigilanza e di riserbo, che esige una ragionevole sobrietà non solo dei cibi e delle bevande, ma anche nell'applicazione agli studi, e nell'impegno delle cose lodevoli e buone.

E' necessario ed utilissimo anche alla salute, che gli alunni stieno sopra di sé, e sappiano temperarsi con forza da quel cieco ardore e da quella foga soverchia, da quella specie d'impeto e di affanno con cui talora operano. Niente più utile, che il formarsi quell'abitudine di calma, di ordine, di sereno e dignitoso procedere, che lascia allo spirito la libertà necessaria a fare senza confusione e precipizio il bene, e toglie i pericoli d'una tensione e d'uno sforzo, che opprime lo spirito ed il corpo.


[2740]
2º Gioverà molto qualche esercizio utile di agricoltura, e di assistenza ai lavori di costruzione e di restauro, nei quali si potrà avere un'utile distrazione, ed insieme un'istruzione analoga ai bisogni delle Missioni dell'Africa, nelle quali è d'uopo tutto creare. Del resto si ha ogni giorno un tempo libero per qualche sollievo, come del giuoco delle bocce, e di altri divertimenti consimili, e principalmente per qualche passeggiata verso sera; come pure in certi giorni di vacanze straordinarie, e nell'autunno, ad esercitare i candidati a lunghe peregrinazioni, si faranno apposite gite, e piccoli viaggi a piedi in campagna, od a qualche santuario dei nostri contorni.



Capitolo Ultimo.



Regolamento particolare dello Istituto;

ossia Orario, o distribuzione delle varie pratiche

secondo i tempi, e le occasioni.






422
Il Piano (IV edizione)
0
Verona
1871
P I A N O

PER LA RIGENERAZIONE DELL'AFRICA

ACR, A, c. 25/9 n. 3



P I A N O

PER LA RIGENERAZIONE DELL'AFRICA

PROPOSTO

DA DON DANIELE COMBONI

MISSIONARIO APOSTOLICO DELL'AFRICA CENTRALE

SUPERIORE DEGLI ISTITUTI DEI NEGRI IN EGITTO



QUARTA EDIZIONE



VERONA

Tipografia Vescovile di A. Merlo

1871.



RIGENERAZIONE DELL'AFRICA COLL'AFRICA

[2741]
Un buio misterioso ricopre anche oggidì quelle remote contrade, che l'Africa nella sua vasta estensione racchiude. E' bensì vero, che a squarciare un istante il denso velo, trasportando colà una scintilla di quell'incivilimento onde tanto si gloria la moderna società europea, furono diretti gli sforzi di governi civili e di private istituzioni: ma davanti all'insuperabile barriera, con cui par che natura sia concorsa a separare quell'inospite suolo dalla coltura del rimanente globo, tornarono vani tutti gli sforzi di tanti generosi, e senza alcun risultato, i più grandi loro sacrifizi. Provocate dall'idea di costringere anche in quelle sterminate regioni la natura a schiudere i vergini tesori delle immense sue produzioni al beneficio dell'umana famiglia, varie furono ad epoche diverse le spedizioni che si intrapresero, affine di raggiungere il sospirato effetto: ma i rischi d'ogni maniera e gli scogli insormontabili, a cui dovettero rompere gl'innumerevoli conati di quei magnanimi eroi, ne sgominarono le forze, e gettarono lo scoraggiamento, che li arrestò nel loro cammino.


[2742]
Sennonché il cattolico, avvezzo a giudicare delle cose col lume che gli piove dall'alto, guardò l'Africa non attraverso il miserabile prisma degli umani interessi, ma al puro raggio della sua Fede; e scorse colà una miriade infinita di fratelli appartenenti alla sua stessa famiglia, aventi un comun Padre su in cielo, incurvati e gementi sotto il giogo di Satana in sull'orlo del più orrendo precipizio. Allora, trasportato egli dall'impeto di quella carità accesa con divina vampa sulla pendice del Golgota, ed uscita dal costato del Crocifisso per abbracciare tutta l'umana famiglia, sentì battere più frequenti i palpiti del suo cuore; e una virtù divina parve che lo spingesse a quelle barbare terre, per istringere tra le braccia e dare il bacio di pace e di amore a quegl'infelici suoi fratelli, sovra cui par che ancor pesi tremendo l'anatema di Canaam.


[2743]
E di fermo, per tacere delle varie e molteplici Società ecclesiastiche ed Ordini religiosi, che nei secoli scorsi, benedetti dalla parola del Vicario di Cristo ed accompagnati dalle felicitazioni e preghiere di tutti i buoni, calcando le vie del deserto discesero ed entrarono nelle infuocate lande abitate dai Negri, allo scopo di piantare tra quelle genti* abbrutite nel più abbominevole e miserando feticismo il vessillo della croce, la santità di Gregorio XVI di veneranda memoria sullo scorcio del suo pontificato fondava il Vicariato Apostolico dell'Africa Centrale, il più vasto del mondo, abbracciante una superficie due volte maggiore della colta nostra Europa. L'immortale Pio IX gloriosamente regnante, non meno caldo per le sublimi opere dell'apostolato, confermando i decreti del suo Predecessore, ne accomiatava i Missionari, i quali seguita la via del Nilo, nel 1848 penetravano nella novella Missione al loro zelo affidata, e si spingevano presso al 2º. gr. di L. N.


[2744]
In questo campo vastissimo dischiuso alla carità dell'Evangelo, tra immensi disagi faticando, oltre a tre figli di S. Ignazio, molti degni sacerdoti della Germania Austriaca e Bavarese, e soprattutto del Tirolo tedesco, raccolti dall'Eccelso Comitato della Società di Maria, e dalle fervide sollecitudini del benemerito Professore Mitterrutzner, riuscivano a fondare lungo le spiagge del maestoso Nilo, che scorre fra il Tropico del Cancro e l'Equatore, quattro stazioni importantissime, fissando come centro di comunicazione la metropoli del Sudan egiziano, cui le condizioni politiche e la sua geografica posizione destinavano ad essere l'ultimo appoggio degli Europei, che in quelle remote parti si recano. Anche l'Istituto fondato in Verona dall'anima generosa, il cui nome sarà sempre in benedizione alla Chiesa di Cristo, di Don Nicola Mazza, concorse a portar l'obolo della sua carità a quei tapini nostri fratelli; e i nomi delle vittime alunni di questo Istituto, cui copre il tumolo della sabbia africana, consumati ostie pacifiche sull'altare della loro carità, lo ricorderanno mai sempre alla grata riconoscenza di coloro, che di nuovo si metteranno sulle lor vie. Da ultimo i Francescani, numerosa famiglia disposta forse più che altre per ispirito di propria vocazione alle più grandi privazioni della vita, sottentrarono nel lavoro di questa desolata vigna.


[2745]
Sennonché, egli è pur d'uopo confessare, che, se da una parte tutti gli sforzi e le fatiche di questi valorosi campioni di Gesù Cristo raggiunsero l'estremo grado dei più poderosi conati, gli effetti ottenuti risposero nella proporzione dell'infinitesimo che si annulla; e forse come l'orma impressa nella polvere dal loro passaggio che si appiana al soffio degli uragani del deserto, i pochi germogli che pur attecchirono, innaffiati dal loro sudore e dal loro sangue, si disseccarono sotto l'ardore del più cocente fuoco delle passioni, più feroce della tropicale arsura, sotto cui giace la misera Nigrizia.


[2746]
Noi, che facendo parte di quelle spedizioni apostoliche, fummo, la Dio mercé, nel novero dei pochissimi superstiti fra i cento e più che ci siamo lanciati in quella malagevole impresa, avendo attentamente studiato la natura, i costumi, e le condizioni sociali di quelle remote tribù, abbiam rilevato che la missione dell'Africa centrale presenta allo zelo apostolico l'immagine di bene agguerrita fortezza, che non si può vincere d'assalto, sebbene vuol essere espugnata coll'assedio. Ed invero, l'effetto del più poderoso assalto più volte reiterato con ben provvedute spedizioni cattoliche, terminò sempre col solo sacrifizio degli intrepidi assalitori. D'uopo è quindi prepararci energicamente alla tattica di un assedio e prendere le mosse collo stabilire ben sicure posizioni, che servano come di fortini e di approcci necessari allo scopo.


[2747]
Una missione qualunque, perché le si possa guarentire la perpetuazione, abbisogna di un centro sicuro, da cui emani incessantemente lo spirito di vitalità che si diffonda vigoroso per tutto il suo organismo, ne assicuri l'esistenza, e ne coadiuvi il ministero; un centro vitale, che le somministri e le mantenga possibile la recluta annuale, onde si riforniscono le file dei missionari continuamente assottigliate dall'inclemenza dei climi, dalle fatiche, e dal martirio.


[2748]
Questo centro di vitalità si presta opportuno in generale negl'Istituti e seminari d'Europa a beneficio delle missioni dell'Asia, dell'America, e dell'Oceania; essendovi tra l'Europa e queste tre parti del globo qualche omogeneità d'indole e di abitudini, od almeno tra l'uno e le altre, una potenza di comunicare ed una suscettibilità di ricevere perennemente e stabilmente le salutari impressioni della vita, che sui corpi dell'umana società suole infondere lo spirito del Vangelo. Ma questo centro benefico, donde emani quello spirito di vitalità cotanto necessario per la conservazione e perpetuazione delle missioni straniere, qui nell'Europa non può prestarsi per una via diretta ed immediata opportuno ed efficace per la conversione dei negri; stanteché l'esperienza chiaramente ha dimostrato che il missionario europeo non può prestare la sua opera di redenzione in quelle infuocate regioni dell'Africa interna esiziali alla sua vita, che non può reggere alla gravezza delle fatiche, alla molteplicità dei disagi, e all'inclemenza del clima; e del pari l'esperienza ha dimostrato che il negro nell'Europa non può ricevere una completa istituzione cattolica, da riuscir capace, per una costante disposizione dell'animo e del corpo, a promuovere nella sua terra natale la propagazione della fede; perché o non può vivere nell'Europa, o ritornato nell'Africa è reso inetto all'apostolato per le quasi connaturate abitudini europee contratte nel centro della civiltà, che diventano ripugnanti e nocevoli nella condizione della vita africana.


[2749]
Noi, che più volte in quelle lande micidiali fummo pure colpiti e logorati da inesorabili morbi che ci tradusser sull'orlo del sepolcro, siamo testimoni oculari del fiero scempio che fecero dei più robusti missionari le fatiche, i disagi, ed il fatal clima africano; talmenteché quelli che sopravvissero al periglioso viaggio del Fiume Bianco, non appena coll'apprendimento della lingua di una tribù, ove si era piantata una stazione cattolica rendevansi idonei ad evangelizzarne quelle genti*, soccombevano tosto ad una morte pressoché improvvisa, lasciando sempre sterile di frutto l'opera della conversione dei negri; i quali, per la sempre successiva e reiterata decimazione dei missionari, gemono ancora sotto l'impero del più degradante feticismo.


[2750]
La Propaganda poi, alla quale son note tutte le istituzioni che impresero nell'Europa l'educazione d'individui della razza etiope, è in grado di confermare la verità dell'inefficacia ed inopportunità della creazione di un clero indigeno istituito nelle nostre contrade, e destinato ad evangelizzare il centro dell'Africa.


[2751]
Davanti alla storia di questi fatti depositati dall'esperienza, gravemente commossa la Sacra Congregazione di Propaganda Fide, era ridotta, suo malgrado, alla dura necessità di abbandonare l'importante missione dell'Africa centrale, se non tornava possibile di trovare il modo di assicurarle un esito migliore per la conversione dei negri.


[2752]
Ora la desolante idea di vedere forse per molti secoli sospesa l'opera della Chiesa a vantaggio di tanti milioni di anime gementi ancora nelle tenebre e nelle ombre di morte, dee ferire profondamente e fieramente straziare il cuore d'ogni pio e fedele cattolico infiammato dello spirito della carità di Gesù Cristo. Egli è perciò, che a secondare l'impulso di questa sovraumana virtù, e a dileguare per sempre dal filantropo cattolico il desolante pensiero di abbandonare avvolte nell'infedeltà e nella barbarie quelle vaste e popolate regioni, che sono senza dubbio le più necessitose e le più derelitte del mondo, è d'uopo deviare dal sentiero fino ad ora seguito, mutare l'antico sistema, e creare un nuovo piano che guidi più efficacemente al desiato fine.


[2753]
Sovra un argomento sì rilevante noi abbiamo detto a noi stessi: "E non si potrebbe assicurar meglio la conquista delle tribù dell'infelice Nigrizia, piantando la nostra base di azione là dove l'africano vive e non si muta, e l'Europeo opera e non soccombe? Non si potrebbe promuovere la conversione dell'Africa per mezzo dell'Africa?" Su questa grande idea si è fissato il nostro pensiero; e la rigenerazione dell'Africa coll'Africa stessa ci parve il solo Programma da doversi seguire per compiere sì luminosa conquista. Il perché nella nostra debolezza ci siamo creduti lecito di suggerire sommessamente una via, sulla quale camminando, più probabilmente giungere all'alto scopo, dove d'altronde si appuntarono sempre tutti i pensieri della nostra vita, e pel quale saremmo lieti di versare il nostro sangue fino all'ultima stilla.


[2754]
Noi osiamo appena con fronte riverente levarci dalla nostra pochezza alla discussione di un sì sublime cattolico problema, che forse stancò la mente dei più profondi pensatori. Ma ci sarà perdonato, se l'impeto del cuore, dove protestiamo di sentir forte il grido della miserazione, che verso di tutti noi mandano quegl'infelici figliuoli di Adamo e nostri fratelli, spingesse la mente fuor della linea della verità e della certezza. Il Piano che ci balenò nei momenti dei nostri più caldi sospiri verso quelle infelici regioni, tradotto nella sua pratica realizzazione, se non ha il vantaggio di raggiungere lo scopo colla celerità, onde in altre missioni gli apostolici operai mietono i frutti dei solo sudori, certo ha il suo indirizzo immancabile verso del medesimo; ed altro nella sua plenaria effettuazione non domanderebbe che l'abbreviazione di quei giorni, che Dio seduto sul trono della sua eternità ha numerato a raggiungerlo.


[2755]
Non solamente i negri dell'Africa interna, ma quelli altresì delle coste e di tutte le altre parti della grande isola, benché spartiti in migliaia di differenti tribù, sono improntati più o meno della medesima indole, delle medesime abitudini, tendenze e costumi conosciuti abbastanza da coloro, che da lunga pezza occuparonsi del loro bene; e quindi pare a noi che la carità del Vangelo possa loro applicare comuni rimedi ed aiuti, che tornino efficaci a comunicare a tutta la grande famiglia dei negri i preziosi vantaggi della cattolica fede. Sembra quindi a noi opportuno, e diremmo quasi necessario, che fra i molteplici escogitati che si potrebbero mettere in opera a beneficio della rigenerazione dei negri, quello dovrebbe trascegliersi che riunisse in sé un'assoluta unità di concetto, accoppiata ad una generale semplicità di applicazione. E tale appunto ci sembrerebbe il piano, che noi abbiamo ideato per la conversione dei negri; piano che, quantunque vasto nella sua estensione e malagevole nella sua completa attuazione, ci apparirebbe tuttavia uno e semplice nel suo concetto e nella sua applicazione.


[2756]
Questo novello piano quindi non si limiterebbe soltanto agli antichi confini tracciati della missione dell'Africa centrale, che abbiamo veduta riuscire infelicemente per le ragioni suesposte; ma abbraccerebbe tutta intera la stirpe dei negri: e perciò spiegherebbe e distenderebbe la sua attività su quasi tutta l'Africa, i cui paesi sono abitati dalla razza etiope.


[2757]
Ora, quantunque la S. Sede apostolica non sia giammai riuscita a piantare stabilmente la fede nelle vaste tribù della Nigrizia centrale, tuttavia profuse le benefiche sue sollecitudini nelle isole e sulle coste che circondano la grande Penisola africana, ove fondò dodici Vicariati apostolici, nove Prefetture apostoliche, e dieci Diocesi fiorenti più o meno splendidamente. Vi sono infatti:


[2758]
A settentrione: il Vicariato apostolico dell'Egitto affidato ai Reverendi Padri Minori Osservanti, e quello di Tunisi affidato ai Reverendi Padri Minori Cappuccini; le due Prefetture Apostoliche dell'Alto Egitto e di Tripoli affidate ai Reverendi Padri Minori Riformati, e quella di Marocco affidata ai Reverendi Padri Minori Osservanti della Provincia di San Diego in Ispagna.


[2759]
A ponente: i tre Vicariati apostolici della Senegambia, di Sierra Leone, e delle Guinee affidati ai Reverendi Padri dello Spirito Santo e del Sacro Cuor di Maria, e quello di Dahomey affidato al Seminario delle Missioni Africane di Lione; le Prefetture Apostoliche del Senegal e del Congo affidate ai Reverendi Padri dello Spirito Santo e del Sacro Cuor di Maria, e quella di Annobon, Corisco e Ferdinando-Po affidata ai Reverendi Padri della Compagnia di Gesù.


[2760]
A mezzodì: i due Vicariati apostolici dei Distretti Orientale ed Occidentale del Capo di Buona Speranza affidati ai Missionari del Regno Unito, e quello di Natal affidato alla Congregazione degli Oblati di Maria Santissima Immacolata di Marsiglia.


[2761]
Ad oriente il Vicariato apostolico di Madagascar affidato ai Reverendi Padri della Compagnia di Gesù; la Prefettura Apostolica di Zanguebar affidata ai Reverendi Padri dello Spirito Santo e del Sacro Cuor di Maria; quella di Nossibé, S. Maria, e Mayotte affidata ai Reverendi Padri della Compagnia di Gesù; e quella delle Isole Seychelles affidata ai Reverendi Padri Cappuccini della Provincia di Savoia.


[2762]
Al nord-est: il Vicariato apostolico dell'Abissinia affidato ai Reverendi Padri della Congregazione della Missione, e quello dei Galla affidato ai Reverendi Padri Cappuccini della Provincia di Francia.


[2763]
Fra le dieci Diocesi poi fioriscono in peculiar modo a settentrione quella di Algeri, e ad oriente quella di Porto Luigi nell'Isola Maurizio, e quella di S. Dionigi all'isola della Riunione nell'Oceano Indiano. Egli è quindi naturale che per realizzare l'ideato piano, è duopo invocare l'aiuto e la cooperazione di codesti Vicariati, Prefetture e Diocesi già stabilite attorno all'Africa; le quali, mirando più davvicino la lagrimevole miseria e l'estremo bisogno delle immense popolazioni dell'interno, sulle quali non ancora brillò l'astro luminosissimo della fede, potranno concorrere validamente coll'autorità, col consiglio, e coll'opera, ad assistere ed agevolare la grande impresa della rigenerazione delle vaste e popolose tribù dell'intera Nigrizia.


[2764]
Il piano quindi, che noi proponiamo è: la creazione di altrettanti Istituti d'ambo i sessi, che dovrebbero circondare tutta l'Africa, giudiziosamente collocati in luoghi opportuni alla minima distanza dalle regioni interne della Nigrizia, sopra terreni sicuri ed alquanto civilizzati, in cui potessero vivere ed operare sì l'europeo, che l'indigeno africano.


[2765]
Questi Istituti maschili e femminili, ciascuno collocato e stabilito giusta le norme delle costituzioni canoniche, dovrebbero accogliere giovani e giovanette della razza negra, allo scopo di istruirli nella religione cattolica e nella cristiana civiltà, per creare altrettanti corpi d'ambo i sessi, destinati, ciascuno dalla sua parte, ad avanzarsi mano mano e distendersi nelle regioni interne della Nigrizia, per piantarvi la fede e la civiltà ricevuta.


[2766]
A reggere questi Istituti sarebbero chiamati gli Ordini religiosi e le Istituzioni cattoliche maschili e femminili, approvate dalla Sacra Congregazione di Propaganda Fide, dietro il beneplacito di questa e l'accordo reciproco coi superiori generali di questi Ordini ed Istituzioni.


[2767]
Questi Istituti sarebbero posti sotto la giurisdizione dei Vicariati e Prefetture apostoliche già esistenti sulle coste dell'Africa, o di quelle, che alla Sacra Congregazione di Propaganda Fide piacesse di fondare in seguito ai progressi dell'opera del nuovo Piano.


[2768]
Il personale della Direzione di codesti Istituti governerebbero i corpi dei propri allievi etiopi secondo le regole e lo spirito della propria Istituzione, adattata all'opportunità ed ai bisogni dell'Africa interna; e si proporrebbe per ispecial fine la reggenza ed il buon andamento degli Istituti dei negri e delle negre, senza però trascurare di promuovere ed operare tutto quel bene, che potrebbe fare al paese, ove gl'Istituti sarebbero collocati.


[2769]
All'oggetto di formare dei corpi di Missionari europei, per dirigere sulla base delle condizioni testè riferite gli africani Istituti, e per assumere altresì delle nuove missioni fra i popoli negri, si fonderanno in Europa dei piccoli Collegi per le missioni africane, affine di aprire la via dell'apostolato dell'Africa a tutti gli ecclesiastici secolari delle nazioni cattoliche, i quali fossero da Dio chiamati a sì sublime ed importante missione.


[2770]
Rispettando pienamente la libertà ed il sistema di ciascun Ordine o Congregazione religiosa maschile e femminile, di educare gl'indigeni secondo le idee del proprio Istituto e di formarne a suo talento dei religiosi e delle religiose, noi osiamo esporre sommessamente il nostro giudizio, che in generale l'istituzione che dovrà darsi a tutti gli individui d'ambo i sessi appartenenti agli Istituti che circonderebbero l'Africa, sarà d'infonder loro nell'animo e radicarvi lo spirito di Gesù Cristo, l'integrità dei costumi, la fermezza nella Fede, le massime della morale cristiana, la cognizione del catechismo cattolico, ed i primi rudimenti dello scibile umano di prima necessità. Oltre a questo, ciascuno dei maschi verrà istruito nella scienza pratica agraria, e in una o più arti di prima necessità; e ciascuna delle femmine verrà del pari istruita nei lavori donneschi di prima necessità: affinché i primi diventino uomini onesti e virtuosi, utili ed attivi; e le seconde riescano pure oneste, virtuose ed abili donne di famiglia. Crediamo che questa attiva applicazione al lavoro, a cui vorremmo assoggettati tutti i membri degli africani Istituti influisca poderosamente sul morale e spirituale vantaggio degli individui della razza etiope, inclinata oltremodo alla pigrizia ed alla inazione.


[2771]
Compiuta l'educazione religiosa e civile degl'Istituti, la Direzione a ciascuno degli individui d'ambo i sessi che uscirà dalla giurisdizione del proprio Istituto, farà tutto quel bene che starà entro i limiti del suo potere, prestandogli aiuto e consiglio perché sia posto in condizione da conservare i sani principi di religione e di morale che gli furono scolpiti nell'animo coll'istituzione ricevuta.


[2772]
Da ciascuno di questi Istituti che circonderanno la grande Isola africana, si formeranno altrettanti corpi maschili e femminili, destinati a trapiantarsi gradatamente nelle regioni della Nigrizia centrale, affine di iniziarvi e stabilirvi l'opera salutare del cattolicesimo, e piantarvi delle Stazioni, dalle quali emanerà la luce della religione e dell'incivilimento.


[2773]
Il Corpo dei giovani negri, formato degli individui che si giudicheranno atti al grande scopo, sarà composto:

1. di Catechisti, a cui si darà una più estesa cognizione delle scienze sacre.

2. di Maestri, a cui si darà la possibile istruzione nelle scienze di prima necessità adattabili ai paesi dell'Interno.

3. di Artisti, a cui si comunicherà la cognizione pratica delle arti necessarie e più utili alle regioni centrali, per formarli virtuosi ed abili agricoltori, medici, flebotomi, infermieri, farmacisti, falegnami, sarti, conciatori di pelli, fabbriferrai, muratori, calzolai etc. Questa classe degli Artisti formerà altresì degli onesti e virtuosi trafficanti per promuovere ed esercitare il commercio degli oggetti nazionali ed esotici più necessari alla vita, affine di crearvi mano mano ed introdurvi quella sorgente di prosperità, che sollevi i popoli negri dalla loro abbiettezza e languore alla condizione di nazioni civili; sì che da tutti questi elementi dell'industria indigena sgorghino le fonti dei mezzi materiali, che sono atti a mantenere lo sviluppo delle missioni cattoliche nell'Africa interna.


[2774]
Il corpo delle giovinette negre, formato parimenti degl'individui più atti al grande scopo, sarà composto:

1. di Istitutrici, a cui si darà la possibile istituzione nella religione e nella morale cattolica, affinché ne infondano le massime e la pratica nella femminile società africana, dalla quale, come fra noi, dipende in gran parte la rigenerazione della grande famiglia dei Negri.

2. di Maestre e donne di famiglia, le quali dovranno promuovere l'istruzione femminile in leggere, scrivere, far conti, filare, cucire, tessere, assistere agli infermi, ed esercitare tutte le arti donnesche più utili ai paesi della Nigrizia centrale.


[2775]
Trapiantati mano mano questi drappelli da ciascuno dei diversi Istituti che circonderanno l'Africa nei diversi punti dei paesi dell'Interno, ciascun individuo, mentre presterà la sua opera a propagarvi la religione e la civiltà in cui venne a tal uopo istituito, ed a promuovere l'agricoltura in quei vergini terreni di libera occupazione, potrà abbracciare quello stato di vita, a cui si sentirà più inclinato.


[2776]
Dalla classe dei Catechisti formata dal drappello dei giovani negri si caverà la sezione degli individui più distinti per pietà e sapere, nei quali si scorgerà una probabile disposizione allo stato ecclesiastico; e questa verrà destinata all'esercizio del divin ministero. Nell'istituzione di questa privilegiata sezione si escluderà la molteplicità delle materie, a cui si assoggettano gli alunni dei Seminari d'Europa; e si limiterà l'istruzione sulle discipline teologiche e scientifiche di prima necessità, sufficiente ai bisogni ed alle esigenze di quei paesi; e, calcolato il precoce sviluppo fisico ed intellettuale dell'indigeno africano, codesta istituzione non vorremmo già prolungata ai dodici e più anni stabiliti per l'Europa, ma brameremmo piuttosto limitata da sei agli otto anni, secondo che si giudicherà opportuno. Tuttavia la speciale condizione dell'incostanza e della mollezza che contraddistinguono l'indole ed il carattere della razza etiopica, dovrà imporre la più rigorosa cautela nel determinare agli aspiranti al Sacerdozio l'epoca della promozione agli ordini sacri; e noi siamo pienamente convinti, che sia assolutamente necessario di stabilire, che non si debbano promuovere che in seguito a parecchi anni di provata fermezza negli appresi principi, e nella condizione di un severo ed irreprensibile celibato, percorso nelle già stabilite stazioni dell'interno della Nigrizia. La medesima circospezione crediamo necessaria altresì per formare degli indigeni religiosi d'ambo i sessi di qualsiasi Ordine.


[2777]
Dal drappello delle giovani negre, che non aspirassero allo stato coniugale, si caverà parimenti la sezione delle Vergini della Carità, formata degli individui più distinti per pietà ed istruzione pratica del catechismo, delle lingue, e dei lavori donneschi. Questa sezione privilegiata costituirà la più eletta falange della famiglia femminile, destinata a reggere le scuole delle fanciulle, a compiere le funzioni più importanti della cristiana carità, e ad esercitare il ministero della donna cattolica fra le tribù della Nigrizia.


[2778]
In tal guisa, mercé il ministero importantissimo del Clero indigeno e delle Vergini della carità, coadiuvato dall'opera benefica dei Catechisti, dei Maestri, degli Artisti, delle Istitutrici, delle Maestre e donne di famiglia, si formeranno a poco a poco numerose famiglie cattoliche, e sorgeranno fiorite società cristiane; e la nostra santa religione dispiegando il salutare suo influsso sull'etiopica famiglia, stenderà grado grado il suo benefico impero sulla vasta estensione delle inesplorate regioni di tutta l'Africa.


[2779]
Avendo l'esperienza dimostrato che la sola continuata permanenza nei paesi dell'interno, e non già una temporanea dimora è perigliosa ed esiziale all'europeo; perciò le fondazioni delle Missioni e delle Cristianità che si verranno in progresso di tempo a stabilire nei paesi dell'Africa interna, dietro il mandato dei rispettivi Vicari o Prefetti apostolici, saranno personalmente iniziate ed avviate dai missionari europei; i quali annualmente, o tra lo spazio di due anni, dovran mutarsi e succedersi a vicenda nel governo immediato delle missioni centrali, fino a che l'esperienza avrà dimostrato, che si potrà con sicurezza affidare a sacerdoti o catechisti indigeni di provata idoneità la permanente direzione delle Stazioni e Cristianità dell'interno, già iniziate ed avviate dai Missionari europei.


[2780]
D'altro lato, le statistiche delle Missioni africane avendo dimostrato che la donna europea, attesa la vantaggiosa elasticità del suo fisico, l'indole del suo morale, e le abitudini del suo vivere domestico e sociale, resiste a gran pezza più del missionario europeo all'inclemenza del clima africano; perciò, dietro il giudizio ed il mandato dei rispettivi Vicari e Prefetti apostolici, si potranno stabilire degl'Istituti religiosi femminili d'Europa nei paesi dell'interno meno fatali alla vita dell'europeo, affine di prestare con maggiore efficacia i maravigliosi ed importanti servigi della donna cattolica, per la rigenerazione della grande famiglia dei negri.


[2781]
Siccome l'indole ed il carattere della razza etiope è oltre modo variabile ed incostante, perciò crediamo opportuno e necessario che la S. Congr. di Propaganda Fide abbia ad autorizzare i Vicari e Prefetti apostolici di legittima giurisdizione a decretare frequenti Visite Apostoliche nelle missioni e cristianità stabilite nell'interno, affine di correggere confermare, e migliorare le condizioni del cattolicesimo in quelle perigliose contrade, ove sovente un turpe egoismo ed il fanatico furore dell'islamismo corrompe e devasta l'opera del sacerdozio cristiano, ed ove il tenore di vita, il clima, e molte altre speciali circostanze contribuiscono ad illanguidire col corpo lo spirito, ed a snervare la disciplina ecclesiastica con grave pericolo della fede; deputando a tale scopo idonei missionari europei, che senza rischio assoluto della vita, per la ragione suesposta, potranno compiere con grande vantaggio l'importante loro missione.


[2782]
Allo scopo di coltivare gl'ingegni più distinti che avessero ad uscire dalla sezione dei Missionari indigeni per formarli ad abili ed illuminati capi delle missioni e cristianità dell'interno della Nigrizia, la Società destinata a realizzare e governare il nuovo Piano, in seguito ai progressi della grand'opera, potrà stabilire delle piccole Università teologiche e scientifiche nei punti più importanti, che circondano la grande Isola africana; quali sarebbero, ad esempio, Algeri, il Gran Cairo, S. Denis all'isola della Riunione nell'Oceano Indiano, ed alcuna delle città più importanti sulle Coste occidentali dell'Africa sull'Oceano Atlantico.


[2783]
In questi centri universitari, come pure in altri punti di grande importanza nelle isole e sulle coste che circondano l'Africa, si potranno fondare in progresso di tempo dei piccoli stabilimenti artistici di perfezionamento pei giovani negri cavati dal corpo degli artisti più atti a ricevere una più elevata istituzione; affinché, mercé l'introduzione delle arti per migliorare le condizioni materiali delle vaste tribù della Nigrizia, venga ai missionari agevolato il sentiero, per introdurvi più radicalmente e stabilmente la fede.


[2784]
A realizzare e dirigere il nuovo Piano verrà stabilita una Società composta d'individui di mente, di cuore, e di grande azione, la quale piglierà il nome di SOCIETA' DEI SS. CUORI DI GESU' E DI MARIA PER LA RIGENERAZIONE DELLA NIGRIZIA, sotto il patrocinio della VERGINE IMMACOLATA, DI S. GIUSEPPE SP. DI M., E DEI PRINCIPI DEGLI APOSTOLI.


[2785]
La Missione speciale di questa Società sarà di spiegare e mettere in azione tutte le forze del Cattolicesimo a beneficio dell'Africa. Quindi alla Società spetterebbe:

1. Di comunicare colla S. Congregazione di Propaganda Fide, per trattare sopra ciascuna delle imprese più importanti dell'Opera.

2. Di comunicare coi centri generali degli Ordini e Congregazioni maschili e femminili, per convenire sul personale necessario alla fondazione degli africani Istituti, od all'erezione di novelli Vicariati o Prefetture Apostoliche nelle regioni dell'Africa.

3. Di trattare colla pia Opera della Propagazione della Fede e colle alle Associazioni che hanno il medesimo scopo, affine di assicurare i mezzi pecuniarî e materiali per le Missioni ed Istituti da iniziarsi nelle terre africane, dietro l'autorizzazione della S. Congregazione di Propaganda Fide.

4. Di provvedere ai mezzi pecuniarî e materiali per la creazione e mantenimento delle opere preparatorie d'Europa, destinate a formare gli elementi per le Missioni dell'Africa.


[2786]
5. Di fondare a poco a poco dei piccoli Collegi per le Missioni africane nei centri più opportuni delle diverse nazioni cattoliche, affine di aprire la via dell'Apostolato dell'Africa a tutti gl'individui del clero secolare, da Dio chiamati a sì alto ministero; e di erigervi successivamente dei piccoli Stabilimenti artistici per formare idonei soggetti, affine d'introdurre l'insegnamento di tutte le arti necessarie di pubblica utilità negli Istituti africani.


[2787]
6. Quando la Società potrà disporre del personale necessario alla fondazione di un Istituto nell'Africa, e dalle pie Associazioni per la Propagazione della Fede si sarà assicurata dell'assistenza speciale da accordarsi al medesimo Istituto, dietro l'accordo coll'Eminentissimo Cardinale Prefetto generale della S. Congregazione di Propaganda Fide, si rivolgerà al Vicario o Prefetto Apostolico di quella Missione africana, nel cui territorio e sotto la cui giurisdizione intende di piantare il suddetto Istituto, per ottenerne la necessaria autorizzazione.

6. La Società comunicherà direttamente coi Vicari o Prefetti Apostolici di tutte le Missioni africane, per istruirsi quanto è possibile sui punti topografici, sui costumi e sulla storia dei popoli africani, e sui risultati della pratica esperienza del loro apostolico ministero, affinché possa meglio essere in grado di preparare quegli elementi che sono i più opportuni a promuovere con maggiore efficacia e nella massima estensione, lo sviluppo e l'azione del Cattolicesimo nelle tribù dell'Africa centrale.


[2788]
8. La Società finalmente, studiando e mettendo in opera i mezzi più efficaci per la realizzazione del nuovo piano, susciterà e porrà in azione tutti gli elementi del Cattolicesimo che attualmente mancano per la rigenerazione dei negri, infonderà maggior vita e vigore a quelli che già esistono; e spiegando in tal guisa tutte le forze del Cattolicesimo a favore dell'Africa, la sua azione sarà feconda di nuove idee, di nuovi lumi, di nuove istituzioni, di nuovi piani atti a sviluppare più ampiamente ed efficacemente il ministero evangelico nelle vaste ed inesplorate regioni dell'intera Nigrizia.


[2789]
Tale è il nostro piano, che presenta, come accennammo, l'aspetto di un campo di battaglia, diretto all'assedio della fortezza finora inespugnabile della Nigrizia. Essendo riuscito impossibile l'effetto di un assalto da replicate spedizioni apostoliche operato, che terminò sempre col solo sacrifizio degl'intrepidi assalitori, ci siamo appigliati alla tattica di un assedio; e i nostri istituti, creati in sui confini della grande penisola africana, porgon l'idea dei fortini e degli approcci necessari allo scopo.


[2790]
Ci sorride nell'animo la più dolce speranza che il nuovo Piano per la Rigenerazione della Nigrizia, il quale tornò sì gradito al cuore del Santissimo nostro Padre, l'immortale Pontefice Pio IX, e fu accolto con sommo favore ed entusiasmo da tanti insigni Prelati e Vescovi della Chiesa Cattolica e dalle più ragguardevoli e sublimi intelligenze ecclesiastiche e civili dei due mondi, otterrà la cooperazione di tutte quelle sante istituzioni, che finora si occuparono o tentarono di promuovere i vantaggi spirituali della razza etiope. Noi speriamo che esso verrà protetto ed assistito da quelle pie società, che forniscono di mezzi pecuniari e materiali le sante opere istituite per la Propagazione della Fede, e che troverà un eco di approvazione, ed un appoggio di favore e di aiuto nel cuore dei cattolici di tutto il mondo, investiti e compresi dallo spirito di quella sovraumana carità che abbraccia la vastità dell'universo, e che il Divin Salvatore è venuto a portar sulla terra.


[2791]
Noi speriamo, si lo speriamo, che la santa Chiesa, l'eco della Eterna Parola del Figliuolo di Dio attraverso dei secoli destinata a regnare sopra tutte le nazioni del mondo, stenderà il suo manto glorioso su tanta parte della sua eredità, e che i generosi suoi figli accorreranno solleciti da ogni angolo della terra a prestar l'opera loro, per cristianizzare ed incivilire le erranti tribù africane arse dall'ardente canicola, ma non ancora da oltre quaranta secoli rischiarate da un raggio di vera luce. Gli apostoli, che marceranno a quella grande conquista, non porteranno all'Europa le spoglie dei vinti; ma ai vinti recheranno il tesoro della fede cattolica e della civiltà europea: non soggiogheranno quei popoli a guisa di terreni conquistatori; ma ad imitazione del Divin Pastore, dalle spine ond'erano avviluppate, e dalla oppressione nella quale giacevano, toglieranno sopra le loro spalle quelle misere pecorelle, menandole in trionfo ai liberi ed ubertosi pascoli della Chiesa; sì che i conquistati non già vinti dalla forza, ma vincitori di se medesimi e della loro natura, avranno conquistato col battesimo la vera religione, e il gran benefizio della vita civile.



D. Daniele Comboni M. A.




423
Propagaz.della Fede, Lione
1
1871
ALLA PROPAGAZIONE DELLA FEDE DI LIONE

"Annales de la Propagation de la Foi"

v. XLIV (1872), pp. 21-25, Lione



1871



Estratto



424
Estratto (spagnolo)
1
1871
ESTRATTO DI UNA MEMORIA DI MONS. COMBONI


"Mensajero del Sagrado Corazón" 1871, v.II, pp.33-39



1871
425
Mons. Luigi di Canossa
0
Inizio 1872
A MONS. LUIGI DI CANOSSA

ACR, A, c. 14/91



Inizio 1872

.......................................................

(manca dall'inizio fino a:)
[2792]
His positis, io sarei d'avviso che l'E. V. sviluppasse le seguenti idee in risposta al buon P. Callisto, rimettendolo alla Propaganda qualora volesse subito realizzare i suoi progetti africani.


[2793]
"Sono lietissimo che Ella sia ferma nel pensiero di slanciare i Trinitari francesi nell'Apostolato dei poveri negri, ed io vorrei poterla validamente secondare con tutte le mie forze nel santo proposito. Ma ora mi trovo nell'impossibilità pei seguenti motivi:

1º. Attese le conseguenze della guerra, né la Propagazione di Lione e Parigi, né la Piccola Società di Colonia non danno più ai miei Istituti del Cairo i soccorsi di prima; perciò dovetti spedire D. Comboni in diverse città per cercare elemosine per supplirvi; e non è che a grande stento che gli Istituti possono tirare innanzi.

2º. Dopo la prova fatta con due Camilliani, che erano muniti di Rescritto Pontificio, non mi sento più di accettare nel mio Istituto d'Egitto dei Regolari, senza che vi sia il pieno accordo coi rispettivi Generali, perché mi sobbarcherei a gravi dispiaceri coi medesimi e colla stessa Propaganda, che vuole le cose in tutta regola.

3º. Inoltre se i miei Ist.i d'Egitto poterono fondarsi, ne son debitore alla speciale autorizzazione del Delegato Ap.lico dell'Egitto; non sarebbe ora spediente il chiedergli la facoltà di accettare i Trinitari fra i miei, senza aver prima bene consolidati i miei Istituti, al che fare è d'uopo che cessi la tempesta di tanti sconvolgimenti, e ritorni la calma, e sieno regolarizzate le pie largizioni delle Società benefattrici.


[2794]
Ciò s'intende per ora. Quando poi saremo un po' tranquilli, ed avrò ottenuto dalla S. Sede una vasta missione pei miei Istituti con propria ed immediata giurisdizione, ciò che non tarderà molto a verificarsi, allora vedremo di concertarci insieme sul modo più legale e opportuno, per appagare i suoi santi desideri. Intanto ella avrà il tempo di adoperarsi per prepararsi dei buoni Religiosi nella Francia sì feconda di vocazioni per opere di zelo; e riuscendo bene in sì importante negozio, vedrà che i suoi Superiori di Roma si decideranno a secondare i suoi magnanimi divisamenti.


[2795]
Le unisco copia della risposta ai suoi 5 quesiti speditami da D. Comboni, che le manda i suoi più cordiali saluti".

1º. Se piacerà a Mgr. Vescovo di Verona Capo dell'Opera di ricevere i Trinitari fra i nostri in Egitto, piacerà anche a me; se non piacerà a S. E. R.ma, nec mihi hoc placebit.

2º. Opino esser meglio che i Trinitari in Egitto vestano come noi; il loro vestito, collo scopo di Redenzione di schiavi, è troppo marcato, e potrebbe urtare i nervi ai nostri nemici, e produrre funeste conseguenze all'Opera.

3º. Meglio pei francesi è partire da Marsiglia. A chi non è munito di carte della Propaganda ed Ambasciata Austriaca non si accorda a Trieste che meschino ribasso, con cui non si compensano le spese fatte nel viaggio dalla Francia a Trieste o Brindisi.

4º. Nulla fece il Concilio per l'Africa, perché fu sospeso ante tempus; però il Papa, accettò il Postulatum pro Nigris Africae Centralis, consentendo che se ne trattasse alla sezione de Missionibus Ap.licis.

5º. E' d'uopo che i Trinitari sieno muniti delle carte dei loro Superiori di Roma, già messi d'accordo colla Propaganda.

Chiedendole la benedizione, e baciandole il sacro anello, mi dichiaro nei SS. Cuori di G. e di M.



Suo u.mo indeg.mo figlio

D. Dan. Comboni M. A.






426
Sorelle Girelli
0
Verona
1.1872
ALLE SORELLE GIRELLI

AAB



W.J.M.J.

Seminario di Verona, gennaio 1872

Gentilissime Signorine,
[2796]
L'Economo nella sua bontà e sapienza (avendo buon cuore e testa dritta) ha inspirato a quella brava monaca, di Padova di cui loro parlava, di consacrarsi alla Santa Opera della Nigrizia; per cui io andai a prenderla e la installai con altra postulante nella casa di Montorio Veronese, vicino a Verona. Dunque sarebbe bene che subito venisse la buona Postulante che ho veduta a Brescia.


[2797]
Fra poco verrò a Brescia, e discorreremo a lungo sulle nostre cose. Intanto si ricordino di quanto loro dissi a voce. In una parola è bene in questo caso che ambedue alzati gli occhi al cielo con uno slancio di quell'ardire pieno di opera nel quale l'anima esalta e umilia se stessa spartiscano fra loro l'Europa e l'Africa come il lavoro d'un campo, tenendo l'una l'Opera di S. Angela Merici, l'altra l'infelice Nigrizia.

Occupatissimo come sono loro auguro felicissimo quest'anno, e mi mandino subito la buona postulante che ho veduta in casa loro.

Il Signore ricolmi di benedizione i loro cuori. Sono tali i voti del



Loro dev.mo ed osseq.

D. Daniele Comboni



N. 427 (N. 1205)

A DON NEGRONI LORENZO

ACR



Verona, 13 gennaio 1872



Dedica su Antiphonarium Romanum






427
Don Negroni Lorenzo
1
Verona
13. 1.1872
428
Regole e Organizzazione
0
Verona
2.1872
REGOLE ED ORGANIZZAZIONE

dell'ISTITUTO per le MISSIONI della NIGRIZIA

AP SOCG, v. 999, ff. 513-521



Inizio febbraio 1872

REGOLE ED ORGANIZZAZIONE

DELL'ISTITUTO PER LE MISSIONI DELLA NIGRIZIA IN VERONA

CONSIGLIO CENTRALE DELL'OPERA

PER LA RIGENERAZIONE DELLA NIGRIZIA
[2798]
1º. Presidente Generale = S. E. R.ma Mgr. Luigi March. di Canossa Vescovo di Verona

2º. Vicepresidente = Ill.mo e R.mo Monsig.r Luigi Perbellini Canonico Arcip.te della Cattedrale di Verona.

3º. Direttore Generale = D. Daniele Comboni Sup.re degl'Ist.i dei negri in Egitto

4º. Vice Direttore Generale = D. Antonio Squaranti Rettore dell'Ist.o delle Missioni per la Nigrizia in Verona.

5º. Segretario Generale = D. Tommaso Toffaloni Direttore della Prop.e della Fede in Verona



CONSIGLIERI

6º. Ill.mo e R.mo Monsig.r Stefano Crosatti Cameriere Segr.o di S. S. e Vicario Generale di Verona

7º. Ill.mo e R.mo Monsig.r Gius. D.r Codognola Canonico Penitenziere della Cattedrale

8º. R.mo D. Pietro Dorigotti Rettore del Seminario Vescovile di Verona.

9º. S. Ecc. Ill.ma il Marchese Ottavio di Canossa

10º. S. Ecc. Ill.ma il Marchese Francesco Fumanelli

11º. Il Marchese Giuseppe Fumanelli

12º. M. R. D. Agostino Mosconi Direttore della Chiesa di S. Chiara in Verona.





L'ISTITUTO DELLE MISSIONI PER LA NIGRIZIA

IN VERONA



CAPITOLO I

Scopo e natura dell'Istituto




[2799]
Lo scopo finale dell'Ist.o delle Missioni per la Nigrizia è specialmente la conversione alla Cattolica Fede dei poveri negri dell'Africa Centrale, che sono i popoli più infelici ed abbandonati dell'Universo, che gemono nelle tenebre più profonde del gentilesimo.


[2800]
Lo scopo immediato poi si è di preparare e mandare in quelle regioni uomini apostolici, i quali colla carità, coll'istruzione, e cogli altri mezzi dell'Apostolico ministero si consacrino alla rigenerazione dei negri medesimi nell'Africa Centrale, senza escludere alcun altro che per avventura loro si offerisse nelle stesse regioni.


[2801]
Questo Ist.o, che si dichiara dover essere sempre soggetto in primo luogo, e sottomesso al Vicario di G. C., il Romano Pontefice, ed alla S. C. di Propaganda Fide, è un Seminario dedicato ad accogliere, educare, e perfezionare nel ministero Apostolico quei soggetti, i quali sono da Dio chiamati a quest'ardua Missione. Egli è presieduto e governato dall'Ill.mo e R.mo Monsig. Vescovo di Verona col titolo di Presidente Generale, e da un Consiglio di alcuni membri ecclesiastici e laici scelti da lui fra i più distinti della sua Diocesi (detto il Consiglio Centrale dell'Opera per la Rigenerazione della Nigrizia), i quali si riuniscono sotto la Presidenza di Lui per trattarvi gl'interessi spirituali e temporali dell'Ist.o.


[2802]
L'Ist.o è internamente diretto da un Superiore col titolo di Rettore, eletto ordinariamente tra i Missionari veterani, da un Maestro di Novizi e Direttore spirituale, da un Economo per l'amministrazione dei beni temporali, da un Professore di lingue straniere eletti dal Vescovo. Questi ultimi soggetti formano il Consiglio del Rettore, il quale è obbligato di consultarli nei casi più rilevanti.

L'Ist.o essendo annesso al Seminario Vescovile, si vale dell'opera dei professori di esso per l'istruzione teologica e scientifica.



CAPITOLO II

Mezzi per raggiungere lo scopo dell'Ist.o




[2803]
I mezzi per raggiungere lo scopo dell'Ist.o sono di due sorta: altri formali, ed altri materiali; e prima parliamo dei mezzi formali, che sono i soggetti da mandarsi nella Missione.

I soggetti che aspirano a divenir membri dell'Ist.o possono essere, o ecclesiastici, cioè, chierici e sacerdoti, oppure solamente laici; gli uni e gli altri provenienti dallo stato secolare.



Articolo Primo

Qualità degli Aspiranti per l'ammissione all'Ist.o




[2804]
Le qualità che si esigono negli aspiranti all'Ist.o delle missioni per la Nigrizia sono le seguenti:

1º. Ogni aspirante deve essere fornito di sana fisica costituzione, di un retto criterio, ed almeno di mediocre capacità.

2º. Deve aver compiuti i sedici anni, e non aver oltrepassati i trentacinque.

3º. Se è chierico o sacerdote, non può essere ammesso senza l'assenso del suo Ordinario; e se è minorenne senza l'assenso del genitore, o di chi ne fa le veci.

4º. Deve godere di ottima fama sia per pietà e integrità di costumi, sia per gravità di carattere e di contegno nel suo operare.

5º. Deve avere una volontà ferma di consecrarsi a Dio per la Rigenerazione della Nigrizia nei ministeri che gli verranno assegnati dall'obbedienza, e ciò fino alla morte.


[2805]
Il Rettore dell'Ist.o è obbligato a investigare scrupolosamente sulle qualità dell'aspirante; e dove queste sussistano, dee proporne l'accettazione all'Ill.mo e R.mo Monsignor Vescovo, dal quale unicamente l'ammissione dipende.

NB. Sopra l'età, e sul poter essere l'aspirante proveniente anche dallo stato regolare (svincolato regolarmente dal suo Ordine o Congregazione), dove concorrano qualità e circostanze straordinarie, il Vescovo come Presidente generale potrà dispensare.



Articolo Secondo

Norme da seguirsi dal Rettore nell'ammissione degli Aspiranti




[2806]
Allorché si tratta di ammettere all'Ist.o un aspirante, il Rettore abbia sempre innanzi agli occhi la gloria di Dio ed il bene delle anime, senza riguardi né a raccomandazioni, né a qualità di stato, né a relazioni dell'aspirante: e siccome la prosperità della Missione dipende dalla buona scelta degli operai, così egli userà la massima diligenza nell'esaminare ciascun aspirante, e riconoscere se abbia le qualità che sono richieste dall'Articolo precedente.


[2807]
Quindi dopo essersi fervorosamente raccomandato a Dio, ed aver fatto pregare anche a lui per avere i lumi necessari nella scelta, farà sentire all'aspirante l'ardua e sublime impresa a cui vorrebbe accingersi, le fatiche ed i disagi, a cui deve sottoporsi, il risico della vita, cui è sovente esposto; il totale isolamento, in cui dovrà non di rado trovarsi, e di più i pericoli, ai quali senza una maschia virtù ed un costante ed illibato abito della castità sarebbe esposta l'anima sua pei costumi di quei popoli.


[2808]
Deve inoltre ammonire l'aspirante che si guardi bene dal lasciarsi guidare nelle sue aspirazioni da alcun fine secondario, come di gloria mondana, di curiosità di veder nuove terre etc. facendogli sentire che niente farà egli mai nella missione, se non è pronto e contento dell'ultimo luogo, che gli toccherà tante volte di operare, di faticare e sudare, senza che alcuno conosca ciò che egli opera, da Dio in fuori, e senza che ne rimanga pure memoria, e che di più talora per cagione del terreno ingrato in cui lavora, non troverà nei negri sempre sospettosi e giustamente diffidenti dei forestieri la minima corrispondenza, per cui si troverà talmente abbattuto ed in tale isolamento, da essere tentato di abbandonare l'impresa. Dove per lo contrario se si sarà dedicato alla Missione unicamente per Iddio, egli sarà da lui confortato da interne consolazioni da rendergli leggera ogni fatica, dolce ogni pena, agevole l'affrontare ogni pericolo.


[2809]
Dovrà in seguito il Rettore prendere le più scrupolose informazioni dell'aspirante, ed assicurarsi, che egli è fornito di tutte le qualità richieste dall'Ist.o.

Dovrà ancora consultare i membri del suo Consiglio, ed altri soggetti intelligenti in proposito, e sentire se, ponderata ogni cosa, credono in loro coscienza che il postulante sia da ammettere nell'Ist.o.

Che se l'aspirante fosse giovane che avesse ancora buona parte degli studi da percorrere, dovrà fargli sentire che non mirasse a dedicarsi all'Istituto per avere i mezzi, con cui continuare gli studi per una carriera sia secolare, sia regolare, sia anche solo ecclesiastica senza voler poi consecrarsi alla Missione; perché in tal caso egli sarebbe obbligato a rifondere l'Istituto del mantenimento sostenuto contro il suo scopo.

Dove poi tutto corrisponda, sarà debito del Rettore di rassegnare ogni cosa al Presidente Generale, perché, se gli piaccia, dia licenza di ammetterlo.



Articolo Terzo

Educazione dei candidati dell'Ist.o




[2810]
Gli alunni dell'Ist.o nel primo mese del loro ingresso deono fare dieci giorni di esercizi spirituali, ed una Confessione generale presso il Confessore deputato dal Superiore; dopo di che entrano nel Noviziato, che dura due anni, i quali saranno dedicati a formare lo spirito dei candidati, abituandoli all'orazione, alla mortificazione, al raccoglimento, ed a quello spirito di abnegazione della propria volontà, da renderli pronti ad ogni sacrifizio, cosa essenzialissima pel missionario della Nigrizia.


[2811]
Quanto al metodo con cui educare e perfezionare i Novizi specialmente nello spirito, il Maestro si atterrà in generale alle Regole osservate nel Noviziato della Compagnia di Gesù.

Finito lodevolmente il Noviziato, e perseverando nella vocazione, ciascuno dei candidati fa la professione di fede, ed il voto d'obbedienza in mano del Vescovo, a Lui ed a' suoi successori e rappresentanti sia in Verona, sia in Africa. Questo voto dee rinnovarsi di biennio in biennio nelle mani del Superiore della rispettiva Casa.


[2812]
Fatto il voto d'obbedienza, i Chierici proseguono il corso dei loro studi frequentando le scuole del Seminario Vescovile, ed i Sacerdoti, dove non abbiano bisogno di ulteriore coltura negli studi, vengono mandati alla casa filiale di Egitto, come pure verranno mandati alla medesima i Chierici tostocché abbiano compiuti gli studi teologici.

N.B. In caso di vocazione di un aspirante che presenti caratteri straordinari o per provata virtù, o per esercizio di sacerdotal ministero, in tali casi straordinari, il Vescovo, sentito il parere del Consiglio Centrale dell'Opera per la Rigenerazione della Nigrizia, potrà dispensare da un tempo notabile di Noviziato; sì che dopo qualche mese di prova, si potrà mandarlo nella casa filiale in d'Egitto.




[2813]
Articolo Quarto

Orario Quotidiano dei Chierici ed Alunni che hanno finito il Noviziato



Mattina

5 = Elevazione della mente a Dio, segno di croce, e levata. Poi si rifà il letto, si pulisce la stanza e la persona, sempre in silenzio.

5´ = In cappella brevi preghiere mattutine, l'Angelus Domini, il Salmo Laudate Deum omnes gentes; poi nella propria stanza Meditazione sopra la materia proposta nella sera antecedente. Poi riflessione sulla meditazione.

6 3/4 = Messa, poi ritiro nella stanza fino a colazione. Chi fa la Comunione alla Messa, dovrà fermarsi in cappella per un quarto d'ora dopo.

I Sacerdoti poi finita la riflessione sulla meditazione, celebreranno all'ordine, e nel luogo e tempo che verrà dal Rettore assegnato, avvertendo di adempiere a questo dovere col massimo raccoglimento e divozione, premettendo sempre un quarto d'ora di apparecchio, e facendo un quarto d'ora di ringraziamento dopo la messa: dopo di che faranno colazione.

7´ = Colazione pegli Studenti, laici, e Novizi; e dopo ricreazione, e tempo libero.

8 = Gli Studenti si applicano allo studio per poi passare alle 9 alle rispettive scuole nel Seminario Vescovile fino alle 11´. I Novizi poi si occuperanno nelle mansioni, che secondo le rispettive condizioni verranno loro indicate dal Rettore o dal Maestro dei Novizi, il quale nell'occuparli tutta la giornata, si conformerà al metodo della Compagnia di Gesù.

I Sacerdoti per tutto questo tempo fino alle 11´ si occupano nello studio, specialmente delle lingue, celebrata la S. Messa, fatta colazione, e un po' di ricreazione, e recitate le ore canoniche.

11´ = Studenti, Novizi, e Sacerdoti hanno un quarto d'ora di ricreazione.

11 3/4 = Esame di coscienza generale e particolare nella propria stanza.

12 = In cappella Angelus D.ni, poi Pranzo colla lettura di un capo del Nuovo Testamento, e Vite dei Martiri e Santi, dei più celebri Missionari, e degli Annali della Propagazione della Fede, e simili, a scelta del Rettore. Indi Visita al SS.mo Sacramento, e poi Ricreazione.

Sera.

1 3/4 = Nell'inverno Studio (Nella estate un'ora di dormizione o riposo) fino all'ora di scuola pegli Studenti. Dopo la scuola immediatamente passeggio; dopo il passeggio Visita al SS.mo Sacramento in cappella, e Lezione Spirituale e Terzetto del Rosario; poi Studio fino a Cena.

Nella estate poi la Visita e la Lezione spirituale si fanno in Cappella dopo la dormizione o riposo del dopopranzo, alla quale segue lo studio fino all'ora di scuola.

Pei Sacerdoti poi il tempo di scuola serve: un'ora di studio, e l'ultima ora in una Conferenza, nella quale renderanno ragione al Rettore delle cose studiate.

8 = Cena, Visita al SS.mo Sacramento in cappella, e poi ricreazione fino alle 9¨.

9 = In cappella Esame Generale e particolare, Proposta dei punti della meditazione pel giorno seguente; indi ritiro in camera.

9 3/4 = Dormizione.




[2814]
Circa l'Orario per le Domeniche, Feste e Vacanze, seguendo lo spirito ed il sistema del precedente, il Rettore secondo il giudizio del Vescovo farà quelle modificazioni che sono adattate alla circostanza.

Oltre ad una somma vigilanza perché le Opere spirituali prescritte sieno da tutti puntualmente eseguite, e con vero spirito, il Rettore avrà cura che in tutte le Domeniche il Maestro dei Novizi tenga un sermone ai Novizi e membri dell'Ist.o, nel quale li istruisca nei doveri del nuovo stato da essi prescelto, e della perfezione a cui deono tendere con ogni sforzo, li animi specialmente a morire totalmente a se stessi, e ad acquistare una profonda umiltà, fondamento di tutte le virtù, una ardente carità pronta ad ogni sacrifizio per la salute delle anime, ed una obbedienza pronta e cieca, lasciandosi essi governare dai segni della campana e dai cenni di qualunque Superiore, come dalla voce di Dio, per cui faranno lietamente quanto sarà loro ingiunto, e saranno sempre contenti anche dell'ultimo posto, sicuri sempre di fare la volontà di Dio. Esponga ancora tratto tratto la natura speciale e la condizione delle ardue missioni della Nigrizia, e come è d'uopo che sieno disposti a vivere e morire senza vedere i frutti delle loro fatiche apostoliche, contenti di lavorare alle fondamenta di un edifizio, che solo i posteri vedranno spuntare da terra. Procuri soprattutto di avvezzarli a morire affatto a se stessi, e a non lavorare che solo per Iddio, e col solo conforto di Dio.


[2815]
Oltre alle suesposte occupazioni gli alunni avranno ogni anno dieci giorni di Esercizi Spirituali secondo il metodo di S. Ignazio, un giorno di ritiro ogni mese, frequenteranno almeno una volta la settimana il tribunale della Penitenza presso il Confessore ordinario dell'Ist.o, eccetto il tempo dei SS. Esercizi, ed il triduo di rinnovazione del voto di obbedienza, in cui verrà loro assegnato un Confessore straordinario. Gli alunni fanno pure le novene del S. Natale, dell'Epifania, del S. Cuor di Gesù, del S. Cuor di Maria, dell'Immacolata Concezione, dei SS. Ap.li Pietro e Paolo, di S. Francesco Saverio, come pure i Tridui ai SS. Protettori, e brevemente i mesi di maggio a M. V., e di marzo a S. Giuseppe, la Via Crucis ogni venerdì, ed altre divozioni ad arbitrio del Rettore.


[2816]
Quanto all'educazione dei fratelli laici destinati ad essere Catechisti e maestri di arti e mestieri, e di aiutare in qualsiasi modo i missionari, si seguono in tutto le norme prescritte per l'educazione dei fratelli laici della Compagnia di Gesù.



Articolo 5º.

Casa Filiale in Egitto



(Vedi il Rapporto del 15 Aprile 1870 alla S. C.)


[2817]
Lo scopo dell'Ist.o del Cairo è il seguente:

1º. I Missionari provenienti dall'Ist.o di Verona esercitano i primi ministeri dell'Apostolato specialmente a pro dei negri dimoranti in Egitto, ed imparano coll'aiuto di Dio ad essere anche in pratica veri missionari.

2º Nell'Ist.o si alleva un clero indigeno, e si formano catechisti e maestri di arti e mestieri destinati poi ad essere apostoli di fede e civiltà ai loro connazionali.

3º. I Missionari e Fratelli coadiutori provenienti da Verona si acclimatizzano, imparano le lingue delle tribù dell'interno, e apprendono le abitudini orientali etc.

4º. Nell'Ist.o i Missionari si apparecchiano a quei ministeri e servigi di carità necessari per quella Missione che assegnerà la S. C. di Prop.da nell'Interno all'Ist.o di Verona.

5º. La Casa serve per ricoverare i missionari affranti dalle fatiche apostoliche nel Centro d'Africa.


[2818]
Nell'Ist.o i Missionari provenienti da Verona vengono sottoposti ad una seconda prova o noviziato per constatare la loro vocazione alle missioni dell'interno, e maturar meglio le virtù apostoliche che in grado eminente sono necessarie per quella difficile e laboriosa impresa.


[2819]
Questa Casa è governata da un Superiore, dal quale dipendono immediatamente tutti i missionari e le case femminili, che coadiuvano la missione; di più è presieduta da un Rettore che fa le veci di Superiore in sua assenza, e tiene l'amministrazione della Casa e delle limosine mandate a sostegno della Missione sempre sotto la dipendenza del Superiore.


[2820]
Una volta che la S. C. di Prop.da abbia assegnato al nostro Ist.o una speciale Missione nell'Africa Centrale, il Superiore della Casa d'Egitto è proposto da Mgr. Vescovo di Verona alla S. C. qual Capo di tutta la Missione, ed eletto che sia nella medesima, egli ha la direzione di tutta l'Opera, e da lui dipende la scelta dei soggetti da mandare in questa od in quella regione, lo stabilire il campo, il modo ed ogni cosa.


[2821]
Egli è poi obbligato a tenersi in continua relazione coll'Ist.o di Verona, e tenerlo informato dell'andamento di tutta la missione, ed in via riservata informare il Vescovo Presidente del contegno di tutti e singoli i missionari, sia dimoranti in Cairo, sia dispersi nell'interno dell'Africa dando di tutti i più esatti ragguagli; e ciò anche per mettere in grado Monsig.r Vescovo di render conto ogni quinquennio alla S. C. di Prop.da dello stato della Missione, e così completare il Rapporto quinquennale che deve dare alla S. C. dell'andamento dell'Ist.o e di tutta l'Opera.


[2822]
Il Capo della Missione nelle informazioni che dee dare al Vescovo di Verona sui soggetti, dovrà proporne uno o due, che egli crede in coscienza i più adatti e degni a sostituirlo in caso di morte.



Articolo Sesto

Come gli alunni divengano Membri effettivi dell'Ist.o, e come cessino di appartenervi.




[2823]
Gli alunni dell'Ist.o dopo il Noviziato possono trovarsi o nell'Ist.o di Verona sia per continuare la loro educazione apostolica, sia per occuparsi dei ministeri annessi al medesimo, oppure trovarsi nelle Missioni d'Africa.


[2824]
Gli alunni che dopo il Noviziato rimangono nell'Ist.o, semprecché corrispondano alla loro vocazione, saranno dichiarati membri effettivi dell'Ist.o dopo tre anni dall'emissione del voto di obbedienza. Gli alunni poi che sono passati alle missioni d'Africa, data una buona prova di lor vocazione per due anni, saranno pure dichiarati membri effettivi dell'Ist.o. Il Rettore poi dell'Ist.o di Verona, come pure il Superiore della Missione in Africa, devono fare la proposta colle relative informazioni dei singoli alunni al Vescovo di Verona, affinché sieno da lui dichiarati membri effettivi, ed egli, dove siensi diportati in modo da meritarlo, li dichiara con apposito Decreto membri effettivi dell'Ist.o; e di questi l'Ist.o è in obbligo di prendersi tutta la cura, anche nel caso d'impotenza al ministero, fino alla morte, sempre che perseverino nell'Ist.o stesso.


[2825]
I membri effettivi dell'Ist.o possono cessare di appartenervi, o per loro volontà, o per demeriti.

Nel primo caso il membro effettivo che vuol uscire dall'Ist.o, dee farne domanda al Rettore se si trovasse nell'Ist.o di Verona, o al Superiore se si trovasse in Africa, esponendo i motivi pei quali non si sente di continuare nella carriera intrapresa. Se i motivi sono dal Rettore, sentito il proprio Consiglio, riconosciuti giusti, egli ne fa relazione all'Ill.mo e R.mo Vescovo, il quale dà al petente licenza di partire, dispensandolo dal voto di obbedienza che fosse tuttavia in corso per non essere ancora spirato il biennio, e gli concederà i mezzi per rimpatriare. Similmente il Superiore della Missione in Africa riconoscendo giuste le ragioni allegate dal postulante, ne dà relazione al Vescovo, il quale ordina che sia licenziato, e che la casa gli fornisca tutte le spese pel viaggio. Che se i motivi non si giudicassero dal rispettivo Superiore sufficienti, questi procurerà con ogni mezzo di dissuadere il ricorrente da tale determinazione; ma se nulla giovasse a persuaderlo, ed egli persistesse in voler partire, in tal caso, fatto prima rapporto al Vescovo, ed avuto l'assenso di lui, sarà licenziato.


[2826]
Che se il membro effettivo colla sua mala condotta, malgrado le premesse ammonizioni del Superiore, fosse di danno all'opera pia, e quindi meritasse di esserne allontanato, o trovasi in Verona, oppure in Africa.


[2827]
Se è in Verona, il Rettore porterà ogni cosa a notizia del Vescovo, e dietro alla sua decisione lo licenzierà. Se poi è in Africa, il Superiore, ben ponderata ogni cosa innanzi a Dio, e sentito il suo Consiglio composto dei più eletti suoi missionari, sarà autorizzato a licenziarlo anche immediatamente, dove la qualità del caso lo esiga, ed a rimandarlo in Europa, portando poi ogni cosa a notizia del Vescovo di Verona. Che se vi fosse la comodità di poterlo consultare in proposito prima della dimissione, si dovrà dal Superiore attendere la decisione di lui.



CAPITOLO III



Mezzi Materiali per raggiungere

lo scopo dell'Ist.o




[2828]
Oltre la proprietà dell'abitazione e stabilimento, l'Ist.o è fornito di quelle risorse indicate nella lettera del Vescovo di Verona all'E.mo Cardinal Prefetto della S. C. datata ai 1 febbr. 1872.






429
Mons. Giuseppe Marinoni
0
Verona
3. 2.1872
A MONS. GIUSEPPE MARINONI

APIME, v. 28, p. 15



Verona, 3/2 72

R.mo Monsignore,
[2829]
Moltissimi affari m'impedirono d'andare a Roma: ma ora ho finito, e partirò mercoledì. Spero che giovedì o venerdì potrò ossequiarla e le porterò le Regole, le quali mi hanno servito immensamente, e che so' quasi a mente.

Al mio ritorno da Roma o passerò da Milano, o la avvertirò con lettera, perché dopo 15 giorni partirò per l'Egitto. Sono lietissimo di poter soddisfare a' suoi desideri pienamente circa quanto abbiamo parlato. Elle dee disporre di me come di cosa sua, in omnibus et quoad omnia. Se fosse qui Mgr. Vescovo, mi imporrebbe di riverirla con tutto il cuore; ma ne partì due ore prima. Mi riverisca tutti della casa: io le rinnovo i miei più caldi ringraziamenti verso la sua carità senza limiti, e la riverisco assaissimo.



Suo u.mo D. D. Comboni






430
Abbadessa Serafina Oberbizer
0
Verona
5. 2.1872
ALL'ABBADESSA SERAFINA OBERBIZER

ACR, A, c. 15/156



W.J.M.J.

Verona, 5/2 72

R.ma Madre Abbadessa,
[2830]
Da Roma le invierò la lettera pel R.mo D. Nicola Negrelli, perché ora 1. Egli sta in Baviera. 2. sono affogato di occupazioni fino alla partenza, sicché non potei scrivergli. Ma siccome l'affare dell'adorazione mi sta cuore giorno e notte, e siccome è necessario che Dio assista lei e le sante sue suore in quest'Opera sublime e sì utile alla Chiesa, così sono certo di non dimenticarmi; al quale scopo ho pregato il mio segretario che me ne faccia avvertito. Scrivendo a D. Negrelli, è come scrivere all'Imperatrice. Ella prepari però una petizione all'Imperatrice da includere nella mia, che le spedirò da Roma aperta, e preghi, e faccia pregare, e tutto otterrà perché Cristo è uomo di parola, ed ha detto petite et accipietis, e a S. Chiara le sue sante figlie pregano davvero.

La riverisco e preghi pel



Suo d.mo um. serv.

D. Daniele Comboni