A PADRE LUIGI ARTINI
APCV, 1458/283
Seminario Verona, 2/12 70
R.mo Padre,
[2376]
Mi sembra che vi sia un po' di calma nel P. Stanislao: ma poca umiltà, perché non vuole avere sbagliato, e sostiene che egli parlava di cose da avverarsi cogli anni ed a tempi migliori, mentre in tutte le sue lettere parlava di cose pronte, e specialmente l'Artic. 17 del Suo proposto contratto dove dice:
"Artic. 17 = Finalmente il contratto stesso tanto pelle contribuzioni tanto per l'attuazione comincerà definitivamente col primo gennaio dell'anno 1871 p.v." Il P. Stanislao stette 52 giorni senza scrivermi: subito che arrivarono i novelli missionari etc. mi scrisse agli 8 p.p. poi al 18, che le mando. V'è una lettera del Canonico ricevuta ieri. Tanto Ravignani come il Canonico mi scrissero mirabilia del P. Stanislao, e assai bene di Franceschini: così pure il Parroco francescano P. Pietro, e ne son consolato: ma io dal P. Stanislao non ricevetti un argomento immaginabile di umiltà, capo primo di ogni cosa. Io però sempre gli scrissi ogni 8 giorni, meno due volte.
[2377]
Egli scrisse a Mgr. Vescovo assai male di me, parlò assai male ad un alto personaggio di me, dicendo che l'ho calunniato, l'ho tradito, e che non si può fidare di me, e che io non sono positivo. Io tutto gli perdono, perché ha meriti grandissimi verso la missione e me etc. meno ciò che fa per effetto del suo temperamento irritante etc. Insomma, dirò con Lei, il P. Stanislao è terribile: però è un gran galantuomo, e per questo faremo sforzi per conservarcelo, e sforzi sovraumani.
La riverisco. Verrò io stesso a prendere le lettere incluse domenica.
D. Comboni