Comboni, in questo giorno

Partecipa in Cairo (1869) al ricevimento offerto da Francesco Giuseppe ai missionari
Dal Quadro storico, 1880
La Società delle Sante Missioni apostoliche e i banditori di Cristo penetrano con la Croce e il Vangelo dove né la spada, né l’avidità del denaro, né il nobile amore della scienza hanno potuto farsi strada

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N° scritto
Destinatario
Segn. (*)
Provenienza
Data
601
M.me A. H. De Villeneuve
0
Khartum
25.

A M.me A. H. DE VILLENEUVE

AFV, Versailles



J.M.J.

Khartum, 25 aprile 1875

Mia carissima Signora,

[3823]

La prego di accordarmi il suo perdono, mia carissima Signora, per il silenzio della mia penna. Sono stato colpito da una moltitudine di croci, di malattie, di tradimenti, di fatiche immense, per le quali mi occorrerebbero 50 fogli per darle una piccola idea. Tuttavia tra le mie croci non ho dimenticato di pensare a lei, di pregare per lei e per Augusto. Oh, quale felicità, Signora, mi ha portato la notizia del matrimonio di Augusto con la signorina di Tanquerelle des Planches, che è ben degna di lei! Le posso dire che questo fatto mi ha fatto dimenticare le mie croci.


[3824]

Sono testimone, Signora, delle promesse che ha fatto per questo; sono ben penetrato nel suo cuore e conosco a fondo la sua anima; infine lei ha meritato questa grazia, Signora, il buon Dio doveva accordargliela ed Augusto, per la sua dedizione verso sua madre, è stato benedetto. Ho molto ringraziato il buon Dio, mia cara Signora, per questa fortuna. Al presente bisogna pregare perché egli abbia dei figli e Dio glieli concederà.

Appena riceverò la bellissima casula che mi ha inviato (che è l'unica che si sia salvata, mi dicono, nel naufragio alle cateratte) con questa casula canterò la S. Messa per lei e per i suoi figli. Tra le sfortune e le perdite immense che ho subito, il buon Dio mi ha fatto molte grazie, tra le quali c'è quella di un miracolo che ha preservato dalla morte tutti i Missionari e tre Suore di S. Giuseppe allorché l'imprudenza di uno dei miei Missionari, al posto di sbarcare tutti ad Assuan, ha fatto entrare le barche nelle cateratte, dove una barca è rimasta sfasciata e tutto si è perso negli scogli.


[3825]
Ma con le provviste e gli oggetti del culto, dovevano perdersi le Suore e i Missionari. Per grazia di Dio un solo agricoltore si è annegato ed è perito. Questa stessa carovana che è partita dal Cairo il 24 ottobre, non è ancora arrivata tutta intera a Khartum; è stata una vera disgrazia per tutto il mio Vicariato che mi ha gettato in un grande imbarazzo e ho avuto una perdita immensa, oltre il ritardo negli affari. Tutto per l'imprudenza e la testardaggine di un solo uomo. Ma fiat!


[3826]
Che il buon Dio sia lodato! Ho avuto una perdita di più di 30.000 franchi. Ma tra queste grandi croci e altre ancora più terribili il buon Dio benedice questo immenso Vicariato che è la Missione più vasta e più difficile della terra, che è più grande di tutta l'Europa intera e che è popolata da più di 100 milioni di infedeli. Ho potuto innalzare una superba casa a Khartum per le Suore di S. Giuseppe e un'altra al Cordofan, poi ho aperto ed eretto canonicamente la nuova Missione di Berber e ho cominciato l'erezione della Missione dei popoli Nuba a mezzogiorno del Cordofan e di Darfur.


[3827]
La nostra Madre Generale Emilia ha ancora contribuito a consolidare le case delle sue Suore nel mio Vicariato. Ella mi ha dato una Superiora Provinciale che ho richiesto con insistenza, che deve andare nella mia residenza episcopale e questa Madre è Sr. Emilienne Naubonnet di Pau che è stata 30 anni Superiora in Oriente, una brava donna, il tipo di donna missionaria, piena di coraggio e di dedizione. Ella è arrivata da tre settimane qui a Khartum ove ho potuto conoscerla bene; ne sono felice.

La Madre Emilia non poteva meglio esaudire la mia preghiera che inviandomi Sr. Emilienne. Ella ha formato ed educato in Siria quasi tutte le Suore arabe delle quali ne ho tre anch'io nella Missione. Esse sono dei veri soldati che guadagnano molte anime, che si fanno rispettare e temere da turchi e dagli africani.


[3828]
Una di queste brave Suore, dopo aver constatato che io non riuscivo a vincere un concubino qui a Khartum, è andata gentilmente nella casa del concubino, ha strappato la concubina e l'ha condotta nella nostra casa, l'ha convertita, istruita e io l'ho battezzata. Al presente è una buona cristiana che viene a confessarsi tutte le domeniche. L'uomo concubino è venuto più volte da me per reclamare la sua amante; io ho risposto che ciò non era mio affare, che se ne andasse dalle Suore; egli è andato più volte, ma inutilmente perché dopo un mese la concubina convertita gli ha fatto dire dalla Suora araba che non vuole più restare con lui, che è cristiana. Sono delle Suore ben utili nelle Missioni! Le scriverò fra poco.


[3829]
Le dico in segreto che la S. C. di Propaganda, nella seduta del 14 agosto scorso, mi ha elevato all'episcopato, ma prima di venire a Roma per la consacrazione, occorre che apra e che avvii la nuova Missione dei Nuba. E' un viaggio immenso che devo intraprendere. Credo che potrò essere a Roma l'anno prossimo. Inutile dirle che sia a Roma, sia in Francia, sia in capo al mondo, appena consacrato Vescovo, voglio vederla, venire a casa sua e passare qualche giorno con lei, con Augusto e la sua sposa e spero ci sarà la signora Maria. Allora le parlerò anche della Missione la più laboriosa e la più colossale dell'universo intero. Desidero avere la fotografia della nuora e ne ho pregato Augusto. Mi dia delle notizie sulla sua nascita, la sua educazione e la circostanza umana che ha determinato questo avvenimento. Spero che questa ragazza condividerà la vita con lei.


[3830]
Le auguro questa fortuna. Lei ha meritato questo angelo per lei e per Augusto. Porga i miei ossequi alla signora Maria e a tutti quelli che conosco della sua famiglia. Sr. Emilienne, Superiora Provinciale dell'Africa centrale alla quale ho parlato di lei, prende la libertà di porgerle i suoi rispetti. La prego di darmi notizie di Urbansky e nella speranza di scriverle presto, mi firmo nei Cuori di Gesù e di Maria con tutto il mio cuore



Suo dev.mo Daniele Comboni



Traduzione dal francese.






602
P. Stanislao Carcereri
1
Khartum
25. 4.1875
AL P. STANISLAO CARCERERI

APCV 1458/458 (Cronaca...)



Khartum, 25/4/1875



Frasi del Comboni dalla "Cronaca di P. Stan. Carcereri".



603
P. Stanislao Carcereri
1
Khartum
5.1875
A P. STANISLAO CARCERERI

APCV, 1458/351



Maggio 1875



Vidimazione di un decreto di Propaganda



604
P. Giovanni Battista Carcereri
1
5.1875
A P. GIOV. BATTISTA CARCERERI

APCV, 1458/351



Maggio 1875



Vidimazione di un decreto di Propaganda



605
P. Germano Tomelleri
0
Khartum
5. 5.1875
AL P. GERMANO TOMELLERI

APCV, 1458/370



J.M.J.

Khartum, 5 maggio 1875

M. R. P. Germano,
[3831]
La ringrazio infinitamente del bel volume d'iscrizioni latine e italiane tributo di amore ai PP. Bresciani ed Artini, che compendiano la vita e le gesta di questi due astri del clero veronese. Ella mi ha fatto un sommo piacere a ricordarsi della mia pochezza e spedirmi sì bel dono. Ma sarebbe assai desiderabile, che come tributo di filiale amore, i Camilliani della Provincia Veneta mettesser mano ad un'altra Operazione, cioè: 1º. La stampa di tutte le Orazioni funebri dell'incomparabile P. Fondatore Bresciani, modello di sacra eloquenza, soprattutto nel ritrarre perfettamente il carattere dell'eroe che commenda, nel qual caso io mi assocerei per 12 copie. 2º. L'Orazione funebre di ambedue i Padri della Veneta Camilliana Famiglia, e specialmente quella del P. Bresciani, il quale dopo aver celebrato i più grandi uomini della patria, morì senza che finora nessuno facesse la sua Orazione funebre. Se non si è fatta non è mai troppo tardi il farla, poichè quell'apostolo di carità l'ha meritata. 3º. Finalmente la stampa della vita del Bresciani e anche del P. Artini, la quale benché non sia tutta cristallo per le idee un po' larghette nel 1866, pure sono sempre due fiori del giardino veronese.


[3832]
A Berber tutti stanno in perfetta salute, ed ho carteggio ogni settimana. Godo assai che il P. Gio. Batta Carcereri siasi determinato a consacrarsi all'apostolato africano: studia accanitamente l'arabo e con vero profitto. Ho proposto al R.mo P. Generale di acconsentire perché io lo nomini definitamente Parroco di Berber. Intanto l'ho nominato Vicario Parrocchiale con facoltà di conferire il Sacramento della Cresima in tutte le quattro grandi Province di Berber, Taca, Suakin, e Dongola. Ho emanato il Decreto della Canonica erezione della casa di Missione di Berber. Entro il corrente mese probabilmente chiamerò a Khartum il bravo P. Franceschini. Mi raccomando tanto alle sue preghiere, a quelle del piissimo Fratel Bonzanini e di tutti i padri di Verona a cui mando i miei cordiali e rispettosi saluti. Nei SS. Cuori di G. e M. mi dichiaro di cuore Suo aff.mo e devot.mo nel Sig.re



Daniele Comboni Pro-Vicario Ap.lico dell'A. C.






606
Card. Alessandro Franchi
0
Khartum
12. 5.1875
AL CARD. ALESSANDRO FRANCHI

AP SC Afr. C., v. 8, ff. 329-330



Nº. 4

Khartum., lì 12 maggio 1875

E.mo e R.mo Principe!
[3833]
Che tutte le opere di salute nascano e si sviluppino a' pie' della Croce è un fatto sancito oggimai dalla costante esperienza di diecinove secoli; e la persuasione di ciò, come tenne forte il mio spirito contro le mille difficoltà, tra le quali l'Opera redentrice dell'Africa radicava, così nei presenti disastri eziandio più e più m'incoraggia. Il passaggio infelice di una intera carovana, non mai prima d'ora tentato dai Missionari, attraverso le cateratte di Assuan; la via insolita, più lunga e più dispendiosa tenuta ultimamente dal P. Carcereri per Wady-Halfa, lasciando quella di Corosco seguita finora da tutti i Missionari con carovane pure di 700 e più cammelli; il conseguente singolare ritardo delle casse contenenti le provvigioni superstiti, che partite l'ottobre del p.p. anno da Cairo e dal P. Carcereri in Wady-Halfa lasciate, non ancora comparvero in Khartum; tutti questi ed altri inconvenienti portarono nel loro complesso alla Missione un disastro considerevole, le cui conseguenze vorrebbero essere a più a lungo sentite.


[3834]
Ma il Signore, che affanna e rallegra, in quello che con una mano mi offre una croce, a cui coll'entusiasmo di uno spirito, che volentieri accetta un pegno sicuro di protezione, mi sobbarco, additami coll'altra ragioni di speranza e di consolazione. Ho la ferma fiducia che il Divin Cuore di Gesù colla infinita sua bontà e misericordia riparerà a tutti i danni, come Quei che colla sua grazia guidò sempre, guida e guiderà l'Opera santa. E già difatti dopo cinquantacinque giorni di prospero viaggio per la via di Suez, Suakin e Berber facea pervenire in Khartum il dì 18 del p.p. Aprile la Superiora Prov.le delle Suore del Vicariato, S.ra Emilienne Naubonnet dell'età di cinquantasei anni, statane già trenta Superiora in Oriente, dove fondò le case di Saïda, Deir-el-Qamar e Beirut. Dopo Dio all'esimia bontà di V. E. vado io felicemente debitore pel dono di questa Superiora la quale essendo, come potei in questo frattempo rilevare, buona e laboriosa, di molto senno fornita e di esperienza, di grande coraggio e di provata abnegazione, servirà molto bene e alla regolare direzione delle Suore e al progrediente sviluppo dell'Opera.


[3835]
Del resto la Missione, grazie al S. Cuore di Gesù, cammina assai bene: tutti i Camilliani sono raccolti in Berber, e già cominciano a lavorare; si lavora in Khartum e in Cordofan; e già da un mese e mezzo si lavora altresì in Gebel Nuba per approntarvi le case; e appena potrò, partirò io pure a quella volta affine di soccorrere gli ottimi Missionari a stabilire colà solidamente la nuova Missione. Intanto non posso a meno di non esprimere a V. E. la mia soddisfazione pel coraggio e per lo spirito di sacrificio dei due miei Missionari là spediti D. Luigi Bonomi Superiore, e D. Gennaro Martini, i quali quantunque abbiano trovato in quelle tribù un terreno tutt'altro che facile, pure hanno spiegato una energia veramente ammirabile, sempre fidando nella protezione e negli aiuti di Dio, il quale già mostrò di voler dilatare le sue tende. A Lui solo l'onore e la gloria.


[3836]
Le altre due opere, la conquista del Darfur e quella dell'Equatore, qui da tempo imprese, continuano ancora, ma con diversi successi. La prima è già un fatto compiuto: e S. E. Ismail Ayoub Pascià è già in grande attività per formare di quell'impero conquistato cinque grandi province. Gran numero d'impiegati provenienti dal Cairo son partiti di qui per quella volta e una strada nuova altresì si sta attivamente lavorando, la quale direttamente congiunta la città di Dongola colla capitale del Darfur, mentre non così felicemente cammina la conquista dell'Equatore dal Colonnello Gordon impresa, perché dagl'impiegati abbandonato, né aiutato con rinforzi di truppe dal Governo, il quale non può secondare l'abolizione della tratta dei neri, uno dei principali scopi, intesi dal Colonnello.

Ho l'onore di baciarle la sacra porpora, e di dichiararmi nei SS. Cuori di G. e M.



di V. E. R.ma u.mo, osseq.o obbedi.mo figlio

D. Daniele Comboni

Provicario Ap.lico
607
Madre Emilie Julien
0
Khartum
12. 5.1875
A MADRE EMILIE JULIEN
ASSGM, Afrique Centrale Dossier

J.M.J. Nº. 3
Khartum, 12 maggio 1875
Mia rev.ma Madre,
[3837]
Da due mesi ho dato l'ordine in Europa di rimettere per il mese di luglio 3.000 franchi per finire col sig. Lorenzo. Lei comprendere perfettamente che in questo affare io ho trattato lei, mia buona Madre, così come la sua cara Congregazione, da amico generoso, poiché per fare del bene alla sua Congregazione e sbarazzarmi nello stesso tempo dalle noie di questo cattivo ingannatore, che ha annoiato e imbarazzato molte Congregazioni e Missioni in Oriente e in Francia e soprattutto la sua, mi sono sobbarcato (dopo aver consultato eminenti personaggi) di pagarle 8.000 franchi, mentre, dopo le mie ricerche e il mio esame, non mi trovavo debitore che di 3.000 franchi come ho dichiarato nel mio documento di obbligazione.

Dunque, dopo che lei avrà ricevuto questi 3.000 franchi, la prego di rimettermi una dichiarazione scritta e sottoscritta da lei, nella quale lei dichiara di aver ricevuto da me 8.000 franchi (5.000 nel 1873 e 3.000 nel 1875) come saldo di tutto il debito che io avevo col sig. Lorenzo etc.


[3838]
Lei comprende bene che, può darsi, nessun Vicario Apostolico ha agito con lei così generosamente come me e per conseguenza lei mi deve fornire delle buone e brave Superiore e Suore per l'Africa Centrale. Già lei ha cominciato a fare ciò donamdomi questa buona e brava Madre Provinciale Sr. Emilienne, che m'ha tanto consolato nelle mie grandi croci. Ella ha 30 anni di Missione, è stata 30 anni Superiora. Conosce le Missioni, sa ben fare la Superiora e in due sole parole noi ci siamo perfettamente intesi.

Ecco una donna che è all'altezza della sua posizione. Per conseguenza sono finiti i miei intralci con le altre Superiore che non sapevano troppo fare i loro affari, per quanto avessero altre virtù. Con questa qui in due parole si regola un affare. Dunque, la ringrazio molto, Madre mia, d'aver donato all'Africa Centrale Sr. Emilienne. L'assicuro che questa non morrà e che il buon Dio la conserverà per lungo tempo alla Missione. Sr. Germana voleva che ella andasse subito al Cordofan, ma io mi sono opposto. Ella vi andrà in inverno.


[3839]
Oltre le altre buone Suore che lei mi manderà (e per l'Africa centrale lei deve scegliere le più virtuose, le più forti in salute e le più capaci di regolarsi da sé) la prego di farmi la grazia di inviarmi le seguenti:

1ª - Sr. Arsenia che è alla Casa Madre che curava anche sua cugina e che fa la calzolaia;

2ª - Sr. Coletta che è pure alla Casa Madre;

3ª - Sr. Emilia Chalhoub de Saïda di 26 anni e che è religiosa da 8 anni.

Sono molto contento di Sr. Eufrasia

Preghi per me



Daniele Comboni



Traduzione dal francese.






608
P. Stanislao Laverriere
0
Khartum
23. 5.1875
A STANISLAO LAVERRIERE

"Les Missions Catholiques", 319 (1875), p. 344



Khartum, 23 maggio 1875
[3840]
Fra le benedizioni che Dio mi ha accordato, una delle più gradite al mio cuore è di aver ottenuto per l'Africa centrale, una Superiora Provinciale delle Suore di S. Giuseppe dell'Apparizione, avente gli stessi poteri della Madre generale. Mi è stata concessa per questa opera difficile Sr. Emilienne Naubonnet, nata a Pau, di 56 anni. Ella è stata 30 anni Superiora in Siria e a Cipro e ha fondato le case di Saïda, di Deir-el-Kamar e di Beyruth. All'epoca dei terribili massacri del 1860, ella raccolse centinaia di orfanelli e compì dei miracoli di carità. A causa della sua età ho ordinato di mandarla a Khartum per la via del Mar Rosso, Suakin e Berber. Questa via è molto costosa, ma è più corta e meno faticosa. Partita dal Cairo il 22 febbraio 1875, con una Suora araba, Sr. Emilienne è arrivata a Khartum, in perfetta salute, il 19 aprile.


[3841]
La conquista del Darfur è un fatto compiuto. S. E. Ismail Ayub Pascià, Governatore generale, che ha fatto questa importante conquista, mi ha scritto che ritornerà a Khartum presto, dopo aver terminata la divisione amministrativa di questo vasto paese in cinque province. Spero poter prossimamente fondare una Missione nella capitale, El-Fascer o Tendelti.

Presso i nubani i nostri Missionari lavorano per preparare le case.


[3842]
La missione del colonnello Gordon non ha ancora il successo della spedizione del Darfur. Egli incontra delle immense difficoltà e siccome egli è inesorabile contro la tratta dei neri, non gli si invia tutti gli aiuti necessari; egli è stato anche abbandonato dal più grande numero dei suoi compagni.



Daniele Comboni



Traduzione dal francese.






609
Card. Alessandro Franchi
0
Khartum
2. 6.1875
AL CARD. ALESSANDRO FRANCHI

AP SC Afr. C., v. 8, ff. 333-334



J.M.J. Nº. 5

Khartum, 2 giugno 1875

E.mo e R.mo Principe,
[3843]
Mentre sto aspettando con impazienza le reliquie delle provvigioni e le casse, lasciate dal P. Carcereri in Wady-Halfa, e che dopo 7 mesi e 10 giorni dacché partirono dal Cairo, ancora non si veggono comparire in Khartum, bramo comunicare all'E. V. un affare, sul quale non le ho ancora tenuto parola, cioè, a qual punto si trova l'importantissimo affare dei miei stabilimenti di Egitto.


[3844]
Fino dal 1867 ho posto mano alla fondazione di due Istituti in Egitto, e precisamente in Cairo, l'uno maschile, e l'altro femminile, allo scopo di prepararvi elementi per le missioni dell'Africa C.le, e per acclimatizzarvi i missionari e le Suore provenienti dall'Europa. La Propaganda conosce bene i primi fruttuosi successi di quest'opera, e soprattutto la grande importanza di questi due stabilimenti pel bene del Vicariato dell'Africa Centrale.


[3845]
Ammessa fin da principio l'utilità, anzi la necessità di questi due Istituti, mi sono servito per alcuni anni di due case prese in affitto per collocarvi gli Istituti. Ma quando la S. C. si degnò di affidare al mio Istituto di Verona il Vicariato dell'Africa C.le, ed io fui nominato Provic.o Ap.lico nel 1872, allora pensai ad acquistare la proprietà di due case, e siccome tanto le pigioni come la proprietà delle case in Cairo sono straordinariamente care, e ci vogliono grandi somme, così, dopo mature deliberazioni, ho innalzato a S. A. il Kedive, per mezzo dell'I. R. Agente Diplomatico e Console Generale Austro-Ungarico in Egitto, una petizione perché mi donasse un terreno da me scelto nel miglior quartiere del Cairo, per fabbricarvi a poco a poco i due progettati stabilimenti. Confortato da buone parole e larghe promesse, lasciai l'Egitto, e venni nel Vicariato.


[3846]
Come succede sempre nei Consolati, ove non si ha molto zelo per la Religione, e nelle Corti ove sono molti intrighi, la mia petizione rimase lungo tempo sul tavolo consolare e vicereale. A scuotere l'affare, profittai della gita del P. Carcereri in Egitto diretto per Roma; e infatti, secondo i miei ordini, detto Padre fece in Cairo una istanza all'I. R. Console Generale Austro-Ungarico, che presentò nel marzo dello scorso anno prima di partire per Roma, allo scopo di sollecitare il buon effetto della mia petizione.


[3847]
Finalmente sul cadere del luglio passato S. A. il Kedive, eccitato da potenti raccomandazioni da me provocate alla Corte Imperiale di Vienna, mi accordò il sospirato terreno da me scelto, del valore di Franchi Nº. 42.045:73 cent.mi (quarantaduemila e quarantacinque franchi, e settantatre centesimi) secondo la stima degli Ingegneri del Governo egiziano. Questo terreno, che è opportunissimo, ed è più che sufficiente per fabbricarvi i due ideati stabilimenti preparatori per l'Africa C.le, e che dista poco dal terreno ottenuto dai Francescani per fabbricarvi una chiesa, mi fu accordato alle stesse condizioni con cui l'ottennero i Francescani, cioè, a condizione di assoggettare il disegno della fabbrica all'Amministrazione del Khedive, e di spendervi almeno 50.000 franchi entro 18 mesi dal giorno dell'approvazione governativa del succitato disegno di costruzione; dopo di che si avrà l'Hoggiet, o Decreto di proprietà.


[3848]
Ora il R. D. Bortolo Rolleri Superiore dei miei Ist.i del Cairo, e mio Procuratore G.le d'Egitto, accettò, con mia piena soddisfazione, dopo avermi sentito, il suddetto terreno, presentò il mio disegno dei due stabilimenti da erigersi in Cairo, che venne approvato dall'amministrazione Vicereale, cominciò la fabbrica di ambedue gli Istituti, e vi spese fino ad oggi 14.000 franchi, e spero che a tempo debito sarà compiuta.

Oggi nel mio salone, ove ricevo, sonvi 42 gradi Réaumur di calore.

Le bacia la S. Porpora



l'u.mo e d.mo ubb.o figlio

Daniele Comboni






610
Card. Alessandro Franchi
0
Khartum
20. 6.1875
AL CARD. ALESSANDRO FRANCHI

AP SC Afr. C., v. 8, ff. 337-340



Nº. 6

Khartum, 20 giugno 1875

E.mo e R.mo Principe,
[3849]
Finalmente ai 7 del corr.te mese, dopo sette mesi e mezzo dalla partenza dal Cairo, il materiale e le provvigioni della carovana del p. Carcereri, giunsero in Khartum. Ma giunse ben poco di solido e di buono, o per meglio dire quasi nulla; per cui la perdita che ne provenne alla missione supera la somma di 30.000 franchi. Sia benedetto il Signore. Io era già apparecchiato da tempo a questa non lieve croce, e quindi da tempo pensai a rimediarvi; e già il nostro caro S. Giuseppe Economo del Vicariato dell'Africa C.le ha cominciato a rimediarvi radicalmente, poiché io già a quest'ora che ho l'onore di scrivere a V. E. non solamente ho mantenuto bene tutte le Stazioni del Vicariato e le Case d'Egitto, tanto dei missionari che delle Suore; ma altresì, dopo aver provveduto di mobili e del necessario, e ben riattata ed allestita la Casa Camilliana di Berber, ho già data la somma totale dell'annuo assegno di 5000 franchi dal 1 marzo 1875 al 1 marzo 1876 ai Camilliani, il cui Amministratore me ne lasciò regolare ricevuta. Di più ho sufficiente denaro per fondare la nuova Missione di Gebel Nuba, senza avere poi nemmeno un centesimo di debito né nel Vicariato, né in Europa, poiché ho anche pagato l'ultimo debito che mi era assunto colla R.ma Madre G.le a Marsiglia di 3000 franchi, che ho segnalato nel mio ultimo Rapporto annuale dell'anno scorso alla S. C. Mi permetta dunque il piissimo cuore di V. E. di esclamare con la più sentita gratitudine: "Viva S. Giuseppe Protettore della Chiesa Universale, ed Economo della Nigrizia".


[3850]
Sarà noto all' Em.za V. R.ma il bene che ha fatto all'Africa C.le l'Eccelso Comitato della Società di Maria in Vienna, il quale per oltre 20 anni ha sostenuto abbondantemente il Vicariato con ragguardevoli somme: e benché ora non raccolga che pochi sussidi, tuttavia questi sono sempre un vantaggio; e dopo che la S. Sede m'avea affidato il Vicariato, ogni anno aumentava le sue risorse. L'esistenza di questo Eccelso Comitato nella capitale austriaca è di sommo interesse pel Vicariato, poiché desso accenna all'alta protezione che S. M. Apostolica l'Imperatore Francesco Giuseppe ha assunta pel Vicariato, ed è un monumento sussistente in faccia al liberale Governo Austriaco zoppicante come tutti gli altri Governi d'Europa, in faccia all'Imperatore, che volle la fondazione del Comitato e il Protettorato dell'Africa Centrale.


[3851]
E' di sommo interesse quindi per la missione l'esistenza di questo Comitato. Il presidente di esso è S. E. R.ma Mgr. Kutschkar Vescovo di Carré, e Vicario G.le di S. Em. il Card. Arcivescovo di Vienna. Ma l'anima del Comitato fino dalla sua fondazione nel 1851 era il nobilissimo Barone di Spens-Booden già Capo Sezione del Ministero del Culto, il quale morì ai 14 marzo del corrente anno. Ora è bensì vero che il predetto Comitato si è riunito a' 20 aprile p.p., ed ha surrogato il valentissimo defunto Vice-Presidente, con un altro ottimo personaggio il Signor di Steiner, marito della figlia dell'incomparabile Barone di SpensBooden: ma una raccomandazione di Propaganda animerebbe poderosamente i membri di questa inclita Società. Quindi è che supplicherei l'E. V. R.ma a scrivere al Nunzio di Vienna Mgr. Giacobini per invitarlo a manifestare all'Eccelso Comitato il dolore per la morte del degnissimo Barone di Spens (che il S. Padre avea fatto tre anni sono Commendatore dell'Ordine di S. Gregorio Magno), e che interessa molto alla Propaganda che la Società di Maria prosperi a beneficio dell'Africa Centrale.


[3852]
Mi riservo poi alla prima occasione che io potrò andare a Vienna, il fortificare il Comitato Viennese di nuovi ed influenti personaggi ungheresi (poiché in Ungheria vi è clero caritatevole e danaroso, benché di testa dura), sicché abbia a provvedere la Nigrizia abbondanti sussidi.


[3853]
Appena giunte le reliquie della mia carovana da WadyHalfa, ho subito allestito una nuova carovana di 26 cammelli, che ho fatto partire pel Cordofan fino dalla scorsa settimana. Dieci di questi cammelli devono aspettarmi a TuraelKhadra sul Fiume Bianco a sei giornate da Khartum; ed io domani mattina con un piroscafo, che il Governo ha messo a mia disposizione partirò con Missionari e Suore per TuraelKhadra, ove monterò i cammelli per recarmi al Cordofan e di là passare a Gebel Nuba a fondarvi la missione. Già colà si lavora alacremente; e siccome vi è molto lavoro, ho chiamato da Berber il P. Franceschini, e l'ottimo P. Alfonso Chiarelli, che io conosco da molt'anni, e che già ambedue si trovano da alcuni giorni a Khartum. Questi condurrò meco.


[3854]
Siccome la fondazione della Missione di Gebel Nuba è di importanza, così bramerei una speciale benedizione ad hoc del Santo Padre, che è un gran santo, ed un miracolo ambulante dei nostri tempi.

Chiedendo umilmente la benedizione di V. E. R.ma, le bacio la S. Porpora, e mi dichiaro con tutta la venerazione



di V. E. R.ma u.mo, d.mo, ubb.mo figlio

D. Daniele Comboni

ProVic.o Ap.lico dell'Africa C.le