Comboni, in questo giorno

Durante viaggio di animazione missionario (1871), celebra nella cattedrale di Dresda
Al Mitterrutzner, 1877
La mia confidenza è nella giustizia dell’eterna Roma ed in quel Cuore divino che palpitò anche per la Nigrizia

Scritti

Ricerca
Ricerca avanzata - Clicca qui per affinare la ricerca
N° scritto
Destinatario
Segn. (*)
Provenienza
Data
571
Card. Alessandro Franchi
0
Khartum
14. 9.1874
AL CARD. ALESSANDRO FRANCHI

AP SC Afr. C., v. 8, ff. 289-291



Nº. 11

Khartum, 14 ottobre 1874

E.mo e R.mo Principe,

.
[3674]
Siccome il capo dei Nuba continua a manifestare la sua buona volontà di avere nelle sue terre i nostri missionari, e siccome dalle replicate relazioni del P. Carcereri sembra che la Prop.da approvi la fondazione della progettata Missione di Gebel Nuba, e che mi giungano presto dei buoni rinforzi di missionari del mio Ist.o di Verona e dell'Ordine di S. Camillo; così parmi che sia giunto il tempo dalla Provvidenza stabilito per istituire la novella Missione dei Nuba. Il perché, invocato con pubbliche ed insistenti preghiere l'aiuto del dolcissimo Cuore di Gesù, dopo matura ponderazione, ho deciso di fare gli apparecchi per inviare quanto prima a Delen, residenza del capo, due Sacerdoti Missionari, cioè, il Superiore del Cordofan col P. Franceschini (che fu compagno di esplorazione al Carcereri) insieme a due ottimi miei fratelli laici artigiani, affine di apprestare due case con una cappella; al quale scopo già da tempo, come Le scrissi altra volta, io sto mettendo insieme in Khartum le cose necessarie, mentre lo stesso capo e Cogiùr mi fece non ha guari sapere dai suoi messaggeri, che all'annuncio della nostra partenza per Gebel Nuba, avrebbe apprestato legnami, stuoie, ed altri materiali per costruire le nostre abitazioni.


[3675]
Io dunque allestisco la piccola carovana per Gebel Nuba, come se dovesse subito mettersi in cammino; ma non la farò partire se non quando avrò ricevuto l'annunzio ufficiale che tale sia realmente la volontà di V. E. o della S. Cong.ne. Quando poi mi saran giunte le venerate istruzioni della Prop.da in proposito, e sarà arrivata in Khartum la nuova carovana del P. Carcereri, fatta la distribuzione dei soggetti nelle diverse stazioni, ed installati o provvisoriamente o stabilmente i Camilliani a Berber, io lascerò questa mia principale residenza, e per la via del Cordofan mi recherò a fondare la missione di Gebel Nuba, appena saranno in pronto le case che i prelodati due Sacerdoti e due laici avranno apprestate.


[3676]
Col piroscafo del Governo messo a mia disposizione, io farò dopo i Morti una breve gita a Berber per fare acquisto di una casa pei Camilliani. Già fino dall'aprile del 1873 al mio passaggio da questa città avea posto l'occhio sopra una bella casa con terreno da giardino, che fin d'allora aveva in animo di comperare, sia per farvi riposare le carovane provenienti dal Cairo ed affaticate dal terribile passaggio del deserto, sia per aver sempre un piede a terra per le visite che si avrebber dovuto fare nelle province di Taka, di Suakin, e di Dongola, ove sono sparsi alcuni Cristiani bisognosi di spirituale soccorso. Io non so ancora ufficialmente quali disposizioni abbia preso L'E. V. o la S. Cong.ne circa l'implorato concorso dell'inclito Ordine Camilliano nel mio Vicariato. Né la Prop.da, né il R.mo P. Guardi mi hanno mai scritto in proposito. Ma sussistendo il fatto che sono giunti al Cairo tre Padri Camilliani con un fratello laico, credo necessario di provvedere una casa a Berber. Però innanzi di istituire canonicamente la Casa Camilliana, dovrò attendere ciò che ha disposto l'E. V., o la S. Cong.ne.


[3677]
Coll'aiuto del Signore le Suore sono già installate nella nuova casa, che ho testè eretta in questa capitale, secondo il disegno del celebre Ingegnere Carlo Roesner di Vienna. La fabbrica però continua ancora alacremente. Questa costruzione solidissima e maestosa, è un'opera veramente cattolica, dalla quale trarrà gran profitto in ogni tempo il Vicariato. La residenza dei Missionari, e questa nuova delle Suore, formano la meraviglia del popolo in Khartum e di tutto il Sudan. Sono le due costruzioni più solide e colossali di tutta l'Africa Centrale.


[3678]
Ciò contribuisce non poco ad avere un certo prestigio ed a farci rispettare da questa gente materialissima del Governo Sudanese, e dai popoli musulmani. Anche in Cordofan sono in pieno vigore le fabbriche: soprattutto l'Ist.o femminile ha bisogno di ampliamento per la separazione delle diverse opere che abbraccia. S. E. Ismaïl Pascià Governatore Generale del Sudan, pria di partire dal Cordofan per la conquista dell'impero di Darfur, visitò i miei stabilimenti di Obeid, e mi scrisse una lettera gentilissima, nella quale lodandone le opere e l'ordine soprattutto dell'Ist.o femminile delle Suore, se ne congratulò meco, e promise di essere pronto ad aiutarmi per un'opera, che egli dice, di vera civilizzazione. Sono queste promesse da turchi: ma intanto si tira innanzi colla benedizione di Dio.


[3679]
L'armata egiziana capitanata dal prelodato Ismaïl Pascià ha seco grossi cannoni, fucili Remington, e 10 mitragliatrici, con circa 12.000 soldati. Il sultano di Darfur finora ha poco più di 80.000 uomini; ma solo armati di lance e frecce, qualche fucile a pietra, e qualche ruvido cannone. Sembra che il sultano di Waday, il cui impero è sit.o al Nord-Ovest di Darfur, venga in soccorso del suo vicino con 120.000 uomini armati solo di molto coraggio. Ma il fatto è che Ismaïl Pascià conquistò già i paesi, che costituiscono come le dogane del Darfur, e marcia sopra Tendelti capitale e residenza del Sultano. Qui si crede alla conquista di questo Stato, sinora chiuso a qualsiasi straniero, poiché d'ordine di quei Sultani si metteva a morte qualsiasi straniero che vi penetrasse, e nel 1861 si tenne colà in ostaggio il Governatore attuale del Cordofan (come egli stesso mi raccontò), benché fosse colà spedito con preziosi doni dal Vicerè d'Egitto; e vi stette ostaggio per 23 mesi, col timore ogni momento della morte. Egli è quindi probabile, che cadendo un tal regno sotto la dominazione egiziana, ci torni facile di piantarvi la Croce in un tempo non lontano, e di istituirvi una missione.

Baciandole la Sacra Porpora, ho l'onore di presentarle i profondi omaggi dell'umile mia servitù, e di segnarmi con filiale venerazione ed ossequio



di V. E. R.ma u.mo, d.mo, obb.mo figlio

D. Daniele Comboni

Prov.o Ap.co dell'Africa C.le






572
P. Stanislao Carcereri
0
Khartum
3.12.1874
A P. STANISLAO CARCERERI

AP SOCG, v.1005 (1876), f. 1513v



Khartum, 3 dicembre 1874

.
[3680]
......Pare proprio che Dio voglia che tutta la carovana secolare e regolare debba venire a Khartum (poiché prima erasi in pensiero di lasciare i Camilliani a Berber passando di là la via di Corosco). Ho ricevuto un'ora dopo che fu spiccato da Wady-Halfa il vostro dispaccio telegrafico... Vi prego quindi di condurre la carovana ed i Camilliani fino a Khartum per la via di Dongolah a Dabba pel Nilo e da Dabba a Ondurman pel bel deserto di Baiuda, che è più delizioso e meno noioso del viaggio al Cordofan ecc.... Benché il viaggio da Wady-Halfa a Khartum sia da me ben conosciuto poiché l'ho fatto anch'io quando dall'Africa Centrale tornai in Europa 14 anni fa, pure ho assunte qui le più esatte informazioni etc.....



(D. Daniele Comboni)



N.B. Tale lettera di Comboni fu trascritta solo parzialmente da P. Carcereri in una sua Relazione a Propaganda.



573
Card. Alessandro Franchi
0
Khartum
19.12.1874

N. 573 (544) - AL CARD. ALESSANDRO FRANCHI

AP SC Afr. C., v. 8, ff. 296-299



Nº. 12

Khartum, 19 dicembre 1874

E.mo e R.mo Principe,

[3681]
Con vero giubilo ho ricevuto il prezioso suo foglio 31 agosto p.p. Nº. 6, con cui l'E. V. ebbe la bontà di comunicarmi il risultato dell'Adunanza G.le della S. C. di Propaganda, nella quale si è degnata di occuparsi degli affari dell'arduo e laborioso mio Vicariato. Essendo io straordinariamente occupato in questo momento, mi riservo a rispondere in altra mia lettera a ciascuno dei punti della importante e preziosa missiva di V. E., ed a dimostrarle quanto sapienti e pratiche furono tutte e singole le ossequiate istruzioni che alla S. C. è piaciuto darmi sul modo di contenermi nei diversi affari che riguardano questa Missione.


[3682]
Sì, o E.mo Principe; si vede chiaramente che è lo Spirito Santo che guida quel sublime Consesso, che governa tutte le Missioni Estere dell'universo; ed io con tutti i miei compagni, a cui ho comunicato quel prezioso Documento, che contiene la voce di Dio che parla per mezzo della sua Chiesa, fummo grandemente consolati nel vederci tracciata e additata sì chiaramente la volontà di Dio a nostro riguardo. Io le prometto di tutto cuore che sarò fedele nell'eseguire con tutte le mie forze alla lettera le savie e prudentissime disposizioni manifestatemi in quel foglio, che è un monumento della sapienza degli E.mi Padri della Propaganda. Non ho poi parole che bastino ad esternare la mia gratitudine verso l'E. V. e gli E.mi suoi colleghi per avere avuto l'alta degnazione di incoraggiarmi a continuare costantemente nella santa intrapresa affidatami dalla S. Sede, e di aspettarmi ogni aiuto dall'amorosa assistenza di Dio. Per fermo sono convinto di essere ben lontano dal meritare tanta degnazione a parte degli E.mi Cardinali che compongono la S. C. di Propaganda.


[3683]
Ma le confesso ingenuamente che alla mia debolezza siffatti incoraggiamenti, in mezzo ai continui patimenti di questo laborioso Apostolato, furono una vera manna celeste, ed hanno raffermato e raddoppiato il mio coraggio e la vigoria del mio spirito, ed hanno portato un balsamo salutare all'animo di tutti i miei compagni. Quando si sa con piena certezza di fare la volontà di Dio, ogni sacrifizio, e tutte le croci, e la morte stessa sono il più soave conforto ai nostri animi, il più dolce compenso ai nostri patimenti. Il perché io supplico umilmente l'E. V. ad essere l'interprete presso i sullodati E.mi Cardinali della S. C. dei miei profondi sentimenti di gratitudine, di devozione, e di incrollabile fermezza nel corrispondere fedelmente alla lor benevola espettazione ed ai magnanimi lor desideri, che spirano la pura gloria di Dio, e la salute dell'anime.


[3684]
Ho tardato questa volta a scrivere, perché fui assente dalla mia principale residenza, essendo andato a Berber, ed avendovi comprata ed allestita una delle più vaste e belle case della città situata sulle sponde del Nilo, per installarvi i Padri Camilliani. Vi sono locali per infermeria od ospitale, cappella, scuole, e giardino. Vi ho installato P. Franceschini Camilliano, che avea destinato per la novella missione di Gebel Nuba, ma che poi ritenni per Berber, in seguito ad una lettera del P. Carcereri, il quale scrisse essere volontà della Propaganda e del P. Generale Guardi che tutti i Camilliani debbano per un intero anno rimanere uniti nella Casa di Berber. Prima di fare qualsiasi opposizione a quanto mi scrisse su tale argomento, e che non è troppo conforme al senso della mia Convenzione col R.mo P. Generale dell'inclito Ordine dei Crociferi, ho giudicato opportuno di attendere la venuta in Khartum di detto Padre, e conferire insieme in proposito.


[3685]
Frattanto non appena mi giunse l'ossequiato foglio surriferito di V. E., in cui gli E.mi suoi colleghi hanno ordinato che io istituisca senz'altro la novella Missione fra i popoli Nuba, ho spedito subito al Cordofan due bravi soggetti per unirsi al Superiore di El-Obeid per accompagnare questa mia piccola avanguardia nelle sue terre, per coadiuvarla nel mio disegno. Le ultime notizie che ho ricevuto in questa settimana sono, che il gran capo spedì alla nostra missione di El-Obeid un suo parente con altri sei individui Nuba, i quali sono alloggiati nel nostro stabilimento, e fra alcuni giorni condurranno la mia piccola carovana apostolica alla lor destinazione, appena, cioè, sarà ristabilito il mio ottimo Missionario D. Giovanni Losi, che deve rimpiazzare D. Salvatore Mauro nel posto di Superiore di El-Obeid.


[3686]
Mi riserbo a darle notizia della carovana guidata dal P. Carcereri, quando, cioè, sarà giunta a Khartum. Essa è partita dal Cairo ai 25 del p.p. ottobre. Se non che avendo il suddetto Padre voluto seguire la via lunga ed incerta di Wadi-Halfa e Dongola, e lasciare la strada vecchia del Deserto dell'Atmur, che fu sempre seguita dai missionari e da tutti i negozianti, temo che non giungerà al suo destino qui in Khartum neanche in altri due mesi, quantunque questa sia la più propizia stagione dell'anno per viaggiare in Sudan.


[3687]
L'esercito egiziano capitanato da Ismaïl Pascià Governatore Generale della più gran parte del Sudan ha già conquistata la capitale dell'impero di Darfur, ed ha troncata la testa di quel Sultano e portata in trionfo a Tendelti. Il medesimo Ismaïl Pascià Generalissimo mi scrisse dalla capitale del Darfur, annunziandomi le sue vittorie, e assicurandomi che ha potuto fare la conquista di quell'importante paese senza troppo spargimento di sangue, e che dopo le Feste del Gran Bairam, spera di tornare a Khartum e di venire a stringermi la mano nella casa di mia residenza. Ma io so da altra fonte ancor più sicura che il popolo Darfurese si elesse per Sultano lo zio dell'estinto, e bruciata la capitale Tendelti, si ritirò sulle montagne del nord-ovest dell'impero, che sono assai fruttifere e meno accessibili, deciso di morire per difendersi. Per cui, conquistata la capitale, non si può dire che sia conquistato l'impero di Darfur; ed all'esercito egiziano rimane ancor molto pria di poter dire che la conquista del Darfur sia assicurata.


[3688]
Ho poi notizie positive della spedizione del Colonnello Gordon, Governatore Generale delle Regioni Equatoriali dell'Africa, il quale bene spesso mi scrive. Il suo principale aiutante il Colonnnello Long americano raggiunse il Lago Nyamza Victoria scoperto da Speke et Grant, e passò alcun tempo alla Corte del re di Metísi, il più potente fra i principi equatoriali. Il Colonnello Long, che tornato a Khartum venne a trovarmi, mi raccontò che il re di Metìsi per festeggiarlo, fece scannare sotto ai suoi occhi 15 persone, essendo questo il segnale della gioia del re per esternare il suo giubilo per la presenza di un inclito visitatore.


[3689]
Oltre alle interessanti notizie da me raccolte nei miei lunghi viaggi fra le tribù del Fiume Bianco nel 1858 e 1859 sui regni importantissimi situati nei paesi equatoriali e che confinano coi gran Laghi che costituiscono le sorgenti del Nilo, il Colonnello Long mi ha dato sì interessanti particolari su quei popoli che appartengono al mio Vicariato, che sono d'avviso (atteso anche i ripetuti inviti fattimi dal Governatore Generale il Colonnello Gordon), che dopo aver bene stabilita ed avviata la Missione di Gebel Nuba, riusciremo a stabilirne un'altra nelle regioni equatoriali presso alle sorgenti del Nilo; s'intende dopo averne sottomesso il progetto ed il risultato delle mie ricerche all'E. V., ed averne ottenuto l'ossequiato consenso. Intanto pongo ogni sollecitudine ad eseguire quello che testè dall'E. V. e dalla S. C. mi fu ordinato a riguardo alla missione di Gebel Nuba.


[3690]
Rinnovandole i sensi della mia sentita gratitudine e perfetta obbedienza, le offro mille auguri per le prossime Feste del S. Natale e pel buon capodanno, e passo al bacio della S. Porpora e a dichiararmi nei SS. Cuori di Gesù e di Maria



di V. E. R.ma u.mo, d.mo, osseq.mo figlio

Daniele Comboni

Prov.o Ap.lico dell'Africa C.le




[3691]
Come certo le sarà noto, in seguito agli intrighi dell'Agente Diplomatico e Console Generale Inglese in Egitto, e del Console Generale Prussiano il Kedive di Egitto ha fatto nominare il Patriarca Copto eretico al Cairo, un monaco del Gran Monastero di Maria Vergine (Deir el-Aadra) che è situato fra Alessandria ed il Cairo, e prese il nome di Cirillo IV.

Ho esatte informazioni dai Sacerdoti copti di Khartum, che il novello Patriarca Cirillo IV non tarderà a nominare il nuovo vescovo eretico copto di Khartum nella persona di un monaco del Convento di S. Antonio in Egitto.






574
Madre Emilie Julien
0
Khartum
27.12.1874
A MADRE EMILIE JULIEN

ASSGM, Afrique Centrale Dossier



J.M.J

Khartum, 27 dicembre 1874

Mia rev.ma Madre,

.
[3692]
Molti affari e occupazioni mi hanno impedito e m'impediscono, al presente, di scrivere. Tuttavia scriverò una parola per augurarle buone Feste e tutte le fortune per il nuovo anno: l'augurio a lei, alla Madre Assistente, a Sr. Celeste (affinché mi formi delle buone Suore arabe che santifichino loro stesse e l'Africa Centrale), alla buona Sr. Caterina Tempestini, a tutte le Suore, alla Signora de Villeneuve etc. Sia sicura che d'ora in poi il buon Don Bortolo Rolleri, Superiore del Cairo, non leggerà più le lettere indirizzate a me. Egli ha letto la sua e tutte le altre perché egli ne aveva l'autorizzazione da me e io l'avevo autorizzato perché mi sono arrivate qui a Khartum e anche a El-Obeid delle lettere con cambiali di migliaia di franchi chiusi nele mie lettere che io ho dovuto spedire al Cairo per avere il denaro perché qui non c'era il mezzo per cambiarle.


[3693]
Ora che io vedo l'inconveniente che queste lettere del capo della Missione siano lette dagli altri, ho ordinato a Don Bortolo di non aprirne alcuna. Lei potrà dunque essere sicura che non saranno lette le sue lettere e lei potrà farle pervenire nelle mani di Don Bortolo.

Mi dispiace molto che solamente tre Suore arriveranno con la carovana. Io ne ho bisogno ancora dieci, di cui la più gran parte araba. Non dubito del suo zelo per la mia Missione. So che P. Stanislao si è molto lamentato al Cairo perché lei non ha mandato, per la metà di ottobre, le cinque Suore che aveva promesso. Io credo che lei abbia fatto tutto il possibile per mandarcele e che farà in modo di mandarle al più presto al Cairo con la Superiora Provinciale dell'Africa Centrale che le ho domandato. So che il P. Stanislao le ha scritto in termini un po' forti. Ma lei deve pensare che il Superiore maggiore e principale dell'Africa Centrale sono io e io non approvo la precipitazione e la mancanza di educazione. Lei sa la stima che ho per lei e l'interesse per la sua Congregazione; io conosco il suo cuore e la sua positività. Dunque, tutto passerà.


[3694]
Il P. Carcereri con la sua precipitazione e la sua impazienza di attendere qualche giorno a Corosco i cammelli, ha condotto la carovana nelle cateratte di Wady-Halfa e sono 25 giorni che si trova, con la carovana e le Suore, confinato in questo villaggio deserto. Questa poca prudenza del P. Carcereri mi costerà almeno 6.000 franchi di più di quello che sarebbe costato il viaggio da Corosco a Berber. Il buon Dio mi manda delle vere croci, ch'Egli sia sempre benedetto.


[3695]
Tratteremo bene i nostri affari a Roma e a Verona, dove spero di ritornare dopo aver fondato la Missione di Gebel Nuba. Voglio almeno 36 Suore nel Vicariato. La migliore Suora che ho al presente e che potrà portare alla Nigrizia l'utilità di Sr. Giuseppina (che io piango sempre e per la quale ho celebrato e fatto celebrare più di 100 Messe) è Sr. Anna Mansur. E' ancora giovane, ha ancora bisogno di una Madre, ma è buona e brava e generosa. Sr. Genoveffa è attesa con impazienza.

In tre anni avremo la ferrovia a 50 leghe da Khartum, allora lei verrà qui con la Madre Assistente. Sr. Maddalena sta perfettamente bene. Se lei vedesse, Madre mia, come queste tre Suore sono felici e disposte a donare la propria vita per l'Africa Centrale!


[3696]
Domenica scorsa, festa di Pentecoste, ho dato la Cresima a Khartum per la prima volta. Mai a Khartum si era vista una festa simile. Nella mia lettera pastorale ho annunciato il progetto di costruire una chiesa. Oggi ho ricevuto 6.000 franchi per incominciare. Non abbiamo che 130 cattolici circa.

Gradisca i miei sentimenti rispettosi



Daniele Comboni

Pro-vicario Ap.lico dell'A. C.



Traduzione dal francese.






575
Dichiarazione su Miani
1
19. ?.1874
DICHIARAZIONE SU GIOVANNI MIANI

ACR, A, c. 10/20



19/ ?/1874





.
576
Don Bartolomeo Rolleri
0
1874
A D. BARTOLOMEO ROLLERI

ACR, A, c. 18/37



1874

Carissimo D. Bortolo,

.
[3697]
Vi prego di spedir subito questa copia al nostro venerato Padre Monsignor Vescovo di Verona. La molteplicità degli affari, e l'enorme calore non mi hanno permesso di scrivergli, per accompagnare questa Convenzione, con questa posta. Ma lo farò colla posta futura. Intanto esponetegli voi i grandi vantaggi che ne derivano al Vicariato coll'aver noi i due buoni padri Carcereri e Franceschini, ed anche un piccolo corpo di scelti Camilliani. Il Vicariato è grande, il più vasto dell'universo; e S. Giuseppe manda i mezzi pecuniari secondo il bisogno. Viva il S. Cuor di Gesù!



Daniele Comboni






577
Marchesa d'Erceville
0
1874
ALLA MARCHESA D'ERCEVILLE

"Oeuvre Apostolique", Paris 1874, pp. 345-346



1874

Venerabile Presidente,

.
[3698]
Lei ha mille volte ragione di rimproverarmi il mio lungo silenzio, dopo tutti i nostri edificanti rapporti a Roma, ma sarà abbastanza buona per scusarmi quando saprà le croci che mi hanno assalito, fino a impedirmi di scrivere.

I miei Istituti che ho fondato al Cairo sono stati l'oggetto delle più spaventose persecuzioni. Essi sono stati sul punto di essere rovesciati. Ma siccome Dio è morto per tutti, ha destinato anche i poveri neri a far parte del gran festino del Padre Eterno. Non soltanto questi Istituti così minacciati sono stati salvati dalla mano di Dio, ma considerandoli di più, al posto di due, al presente ne esistono tre. Il primo si chiama "Casa del S. Cuore di Gesù"; ci sono quattro preti che la dirigono.

Il secondo si chiama "Casa del S. Cuore di Maria"; sono le Suore di S. Giuseppe dell'Apparizione che la dirigono; esse sono tre con 19 maestre nere e molte catecumene.


[3699]
La terza è chiamata "Casa della S. Famiglia" perché è a pochi passi dal luogo ove Gesù, Maria e Giuseppe hanno dimorato 7 anni in Egitto. E' la Madre Caterina Valerio di Verona, assistita da cinque maestre nere che dirigono questa casa di cui la scuola è frequentata da ragazze musulmane, pagane ed eretiche di ogni genere.

Nella città del Vecchio Cairo dove ci sono 23.000 anime, vi è un gran numero di ragazze che non vengono a scuola perché sono nude. Se avessi dei vestiti vecchi per coprirle! Oh, quanto bene si potrebbe fare! Sono dunque tre cappelle a cui devo provvedere. Ciò che lei mi ha regalato è poco più della metà di quello che possiedo. Voglia dunque avere compassione della nostra indigenza.



Daniele Comboni



Traduzione dal francese.






578
Marchesa d'Erceville
1
1874
ALLA MARCHESA D'ERCEVILLE

"La Foi Catholique. Livre des Dames Chrétiennes",

Paris 1879, pp. 107-108



1874



Breve articolo.





.
579
Convenz. con Suore S.Giuseppe
0
1874
CONVENZIONE CON LE SUORE DI

S. GIUSEPPE

ASSGM, Afr. C., (1874), v. 8, ff. 236-239



1874

Allegato Nº. 1

Convenzione stipulata fra

lI Rev.mo Pro Vicario Apostolico dell'Africa Centrale

e la R.ma Madre Generale delle Suore

di S. Giuseppe dell'Apparizione



.
[3700]
Affine di coadiuvare la Missione dell'Africa Centrale in tutti i rami di istruzione e carità in favore della classe femminile e dell'infanzia, la Congregazione delle Suore di S. Giuseppe dell'Apparizione concorre generosamente con le sue Suore a questa sublime opera di Apostolato. Il perché la Rev.ma Madre Generale di questa Congregazione, Signora Emilia Julien, ed il Pro Vicario Apostolico dell'Africa Centrale Daniele Comboni, hanno stretta insieme la seguente formale reciproca Convenzione, che avrà forza e vigore anche dopo la loro morte fra i loro successori, finché piacerà alla S. Sede.



Articolo primo


[3701]
La Superiora Generale avrà presente che siccome l'Apostolato della Nigrizia è sommamente arduo e laborioso perciò procurerà di inviarvi Religiose atte allo scopo.



Articolo secondo


[3702]
Il Pro Vicario Apostolico provvederà con ogni studio che in ciascuna Casa in servizio della Missione le Suore possano osservare perfettamente le Regole del proprio Istituto in conformità dei bisogni pratici della Missione.



Articolo terzo


[3703]
Il Pro Vicario si obbliga di fornire alle Suore la Casa decentemente mobiliata, provveduta del necessario per costituire un regolare istituto di Missione.



Articolo quarto

Il Pro Vicario si obbliga di passare a ciascuna Suora la somma di cinquecento lire annue e queste anticipate, cioè duecentocinquanta ogni semestre.



Articolo quinto


[3704]
Il Pro Vicario s'incarica di tutte le spese di viaggi e di ritorno delle Suore, come pure di tutte le spese derivanti per motivo di cambiamento, traslocazione, sostituzione delle Suore, o per motivo di salute, o casi imprevisti giudicati necessari dal Pro Vicario Apostolico, o dalla R.ma Madre Generale.



Articolo sesto.

I lavori, che si faranno dalle more, saranno a benefizio della Missione, come pure le offerte, che i benefattori faranno per l'Istituto delle medesime more.



Articolo settimo


[3705]
In caso di morte si faranno alle Suore i funerali e suffragi, come si fanno ai Sacerdoti Missionari defunti per quanto permettono le rubriche.



Osservazioni sulla Convenzione

dell'Allegato Nº. 1




[3706]
1º. Siccome la Missione dell'Africa Centrale è affatto nuova per le Suore, né si possono ora misurare i vantaggi o gli oneri che questa Convenzione presenta alle due parti, così sarebbe prudente che avesse essa valore soltanto ad quinquennium, riservandosi le due parti a stipulare una nuova Convenzione, dopo fatta la quinquennale esperienza.

2º. I doveri e gli uffici delle Suore consistono principalmente nell'educare le morette, dirigere orfanatrofi, infermerie etc. e prestarsi a tutte le funzioni di carità richieste dai bisogni della missione, e che sono conformi allo scopo della Congr.ne di S. Giuseppe.


[3707]
3º. L'Articolo Quinto sarebbe da modificarsi così: "Il Provic.o Ap.co s'incarica di tutte le spese de' viaggi delle Suore, sia per la loro andata alla missione, come pel loro ritorno per motivi di salute o per casi imprevisti giudicati necessari dal Prov.o Ap.co e dalla Madre Generale. Non saranno a carico della Missione i viaggi delle Suore richiamate dalla M.e Generale, per essere da lei destinate ad altri stabilimenti per volontà propria.


[3708]
4º. L'Articolo Sesto sarebbe da modificarsi così: "Tutti i beni, offerte, elemosine o legati lasciati agli Istituti, diretti dalle Suore, come pure tutti gl'introiti delle scuole o dei lavori degl'Istituti medesimi, saranno a vantaggio della missione, e quindi a disposizione del Prov.o Ap.co.


[3709]
Nota Bene. Esposte sommessamente queste piccole osservazioni, il Prov.o Comboni sarà dispostissimo e lieto di fare tutto quello che sarà giudicato opportuno in proposito dalla S. C.; e quindi egli sottoscriverà, senza bisogno d'essere più sentito su questo argomento, quella Convenzione, che gli verrà spedita dalla Propaganda, nella quale riconosce la volontà di Dio.






580
A Maria Eufrasia Maraval
0
Khartum
1874
A MADRE EUFRASIA MARAVAL

ASSGM, Afrique Centrale Dossier



Khartum,1874

.
[3710]
.... Ho incaricato Sr. Genoveffa dopo molti mesi, di scrivere alla Madre Generale di preparare una Superiora Provinciale per il mese di marzo e di pregarla di inviarla in Egitto. Noi abbiamo bisogno di dieci Suore perché alla fine dell'anno noi apriremo la Missione di Gebel Nuba. La prego d'inviarmi delle Suore come Sr. Giuseppina: ho bisogno di Suore arabe, virtuose, che escono dal noviziato. Queste si abitueranno più facilmente.

La ringrazio di avermi inviato Sr. Anna che mi fa sperare in una buona riuscita.

La prego di prendere in considerazione l'Africa Centrale verso la quale sono rivolti tutte le considerazioni di tutta la Francia. Ci vogliono, per questa missione, delle brave e sante Suore perché è la Missione più difficile.

Che Dio la benedica, preghi per me.



Daniele Comboni

Provicario Ap.lico dell'A. C.



Traduzione dal francese.