Comboni, dziś

In lettera a Elisabetta Girelli (1870) da Verona si legge:
Noi siamo uniti nel Sacratissimo Cuore di Gesù sulla terra per poi unirci in Paradiso per sempre. È necessario correre a gran passi nelle vie di Dio e nella santità, per non arrestarci che in Paradiso.

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Nr pisma
Odbiorca
Znak (*)
Miejsce napisania
Data
271
Mons. Lavigerie
0
Parigi
15.10.1868
A MONS. LAVIGERIE

APBR, B. I, 468



Parigi, 15 ottobre 1868

22 Rue des Saints Pères

Eccellenza Reverendissima
[1721]
Consacrato da quindici anni all'apostolato dell'Africa centrale, per il quale ho stabilito di consumare la vita intera nonostante tanti ostacoli e pericoli che io sopporto nelle tribù dell'Equatore e del deserto che ho attraversato quattro volte, non posso essere indifferente di fronte alla fortuna e alle speranze che mi sembra di contemplare a proposito dell'Africa, di questa parte del mondo più disgraziata e più abbandonata a causa degli ostacoli enormi che le ha conferito l'Islamismo; io non posso essere indiferente ai trionfi che il coraggio e la costanza cattolica hanno riportato. Lei è stato, Monsignore, l'oggetto della mia ammirazione e del mio profondo stupore, allorché al Cairo sono stato informato dai giornali cattolici che lei ha avuto la forza e il coraggio apostolico di difendere e proteggere i sublimi interessi d'una grande parte di questa cara Africa che la Provvidenza divina, per mezzo dell'autorità del Vicario di Cristo, ha affidato al suo grande zelo, alla sua acuta intelligenza, in una parola, al suo cuore episcopale che gareggia col grande cuore dell'illustre Vescovo di Milano, S. Ambrogio.


[1722]
Lei ha trionfato, Monsignore, contro l'idra multiforme dell'empietà che guidava il suo gregge; lei, Pastore incomparabile, ha saputo proteggere le sue care pecorelle contro gli attacchi dei lupi malvagi e la saggezza e il cuore dell'Imperatore, Dio permettendo, le ha assegnato la vittoria. Nella mia piccolezza di povero e piccolo Missionario, che non vive che per il bene e la felicità dell'Africa, oso levarmi per renderle i miei omaggi e felicitarmi di tutto cuore, tanto più che la S. Sede e l'illustre Vicario di Cristo, che è guidato dallo Spirito Santo, ha saputo scegliere la persona più capace e più attiva per intraprendere l'opera molto difficile, ma molto importante, dell'evangelizzazione di una gran parte dell'Africa centrale che da tanti secoli siede ancora nelle tenebre e nell'ombra della morte.

Il Vicariato Apostolico del Sahara è un nuovo elemento per il suo grande zelo di apostolo che stabilirà una nuova era di salvezza per gli sfortunati africani. E' questa una delle più grandi gioie della mia vita, perché i suoi tentativi e le sue cure daranno molta luce per trovare a poco a poco il modo più opportuno e pratico per evangelizzare gli indigeni e le popolazioni nomadi dell'Africa interna.


[1723]
Io ho avuto la fortuna di vederla pià volte con Mons. Massaia e di parlare con lei a Parigi nell'occasione della consacrazione del Vescovo di Chalons: ebbi anche l'onore di parlarle a Roma [....] suo apostolato di Nancy e Toul. Ma siccome non potevo prevedere che lei sarebbe diventato un apostolo dell'Africa, non ho mai colto l'occasione di consultarla per la piccola opera che ho intrapresa per la conversione della Nigrizia e allorché l'anno scorso ho promosso una riunione di Vescovi a Roma e soprattutto i Capi delle Missioni Africane, sono andato a cercarla al suo albergo a Roma e mi era molto spiaciuto di non averla trovata, perché lei era partito il giorno prima per la Francia. Questa riunione aveva lo scopo di stabilire la fondazione dei due primi Istituti sulla base del mio Piano; in effetti si è scelto il Cairo dove li ho appena fondati sotto la protezione di Mons. Ciurcia, Arcivescovo di Irenopoli, Vicario e Delegato Apostolico dell'Egitto.


[1724]
Raccomando alle sue preghiere la mia opera e desidero che sia stabilito un centro di comunicazione tra noi nel Cuore di Gesù. Desidero informarla degli sviluppi della mia Opera, affinché in avvenire possa attingere ai lumi della sua esperienza pratica per meglio riuscire allo scopo di stabilire la fede cattolica nel centro dell'Africa che si riallaccia alla parte orientale del suo grande Vicariato.

Desidero dare a Sua Eccellenza delle notizie sullo stato attuale della mia opera che è tuttora agli inizi.


[1725]
Dal 1848 al 1861 abbiamo avuto 39 Missionari che hanno percorso l'Africa centrale tra il 23º e il 4º grado di L. N. Abbiamo fondato quattro stazioni, cioè Scellal al 23º grado, Khartum al 15º, Santa Croce al 6º e Gondokoro al 4º. Abbiamo composto il dizionario e una grammatica ecc. in due lingue e appreso la numerazione di più di 20 lingue. Ma 32 Missionari sono morti e io sono stato undici volte in punto di morte. Abbiamo in seguito chiamato i Francescani, che ne hanno inviato sessanta tra preti e laici del loro Ordine, ma essi sono ritornati quasi tutti, eccettuato uno che è a Khartum.


[1726]
Non creda, Monsignore, che si muoia così facilmente. Noi siamo stati i primi ad andare là: la maggior parte dei missionari erano tedeschi, molto bravi, molto santi, ma volevano vivere nutrendosi secondo l'abitudine tedesca e ciò è dannoso in quei paesi. Io sono del parere che con la prudenza e le precauzioni necessarie si può vivere, soprattutto nel gran deserto, dove l'aria è pura e sana. Basta vivere secondo lo spirito cattolico, la moderazione e la sobrietà che ci sono raccomandati dalla Chiesa e che sono necessari per vivere. Uno dei nostri cari compagni, il P. Pedemonte di Napoli, Gesuita, di 60 anni è vissuto molto tempo a Khartum e fra i Bari al 4º grado. Egli era stato richiamato a Napoli ove vive ancora.


[1727]
Tuttavia la Propaganda, vedendo la morte di tanti Missionari, ha riflettuto seriamente. Il Card. Barnabò mi ha incaricato di fare un rapporto sullo stato della missione dell'Africa centrale e di proporgli un Piano, per esporgli le mie vedute sulla maniera di stabilire il cattolicesimo in quelle tribù centrali. Questo Piano è generale perché doveva essere la Propaganda stessa che doveva effettuarlo, avendo l'influenza e il potere di invitare le Congregazioni religiose, ecc.


[1728]
Come sistema pratico e generale questo Piano è stato giudicato molto opportuno da un gran numero di Vescovi che ho consultato e dal Papa stesso che l'ha letto per intero. Fra le altre cose vi è il principio di incaricare i Vicari e i Vescovi che abitano sulle coste per una valida direzione delle Missioni del Centro, ciò che la Propaganda ha già cominciato a mettere in pratica. Dal canto mio e nella mia piccolezza, ho stabilito le opere seguenti, dopo aver pregato Mons. di Canossa, Vescovo di Verona, che conoscevo dalla mia infanzia, a esserne il capo e il presidente.

1º E' stato fondato a Verona un Seminario per le Missioni dell'Africa Centrale e l'Opera del Buon Pastore per mantenerlo. Se Dio benedirà questo e potessimo fondare altri Seminari, spero che potremo anche essere utili al suo grande apostolato.

2º Ho da poco fondato un Istituto per i neri e uno per le nere con alcune Suore francesi, al Cairo; questi proseguono molto bene, hanno già convertito molte anime, poiché ho 16 maestre nere istruite in quattro lingue e in tutti i lavori femminili. Alcune di queste nere le abbiamo presentate al Papa che ha trascorso due ore insieme nei giardini vaticani con me, Mons. Castellacci e il Conte Vimercati, l'anno scorso e di cui mi permetto inviare le fotografie a Sua Eccellenza. Al Cairo ho costatato che tutte le volte in cui alcune morette pagane vedono le mie nere o le sentono parlare o le odono cantare in chiesa, domandano di farsi cattoliche e io ne ho fatte istruire e battezzare molte in questo anno. Lo stesso fatto si verifica per i ragazzi. Tuttavia, per scegliere quelle che devono essere apostole verso gli altri, è meglio accettarle piccole e allora riusciranno bene.


[1729]
Come vede, Monsignore, la mia opera è ancora nella sua infanzia. Io la raccomando alle sue sante preghiere. Quanto a me farò pregare tutti i giorni per la prosperità di Sua Eccellenza e per la sua grande opera. Da quello che ho potuto capire, sono convinto che lei riuscirà molto bene nell'opera generosa che ha intrapreso e che il Buon Dio ha affidato a lei, poiché con la grazia di Dio niente le sarà impossibile.

Mentre mi felicito con lei, chiedo perdono per l'ardire che ho avuto nell'indirizzarle questa lettera e mi sento onorato di baciare le sue sante mani e di firmarmi con i sentimenti più profondi della mia venerazione e rispetto

di Sua Eccellenza u.mo e d.mo servo

Don Daniele Comboni

Missionario Apostolico dell'Africa Centrale

Superiore degli Istituti per i Neri in Egitto

Le porgo gli ossequi da parte del Barone di Havelt, presso il quale sono ospite.

Appena stampato in francese le invierò il mio Piano per la Conversione...



Traduzione dal francese






272
Marie Deluil Martiny
0
Parigi
15.10.1868
A MARIE DELUIL MARTINY

AFCI, Berchem Anvers



Vive + Jesus!

Parigi, 15 ottobre 1868

Molto venerabile Suora,
[1730]
nell'occasione del mio viaggio in Germania per intervenire al Congresso generale dei Cattolici a Bamberga, ho parlato molto e ho cercato di divulgare la nostra cara Guardia d'onore. Ho dispensato tutto ciò che la venerata prima zelatrice mi ha dato di medaglie e di carte. Nel celebre santuario di Nostra Signora di Altötting c'è un magnifico convento delle Dame Inglesi che è la Casa Madre di otto altri conventi sparsi nella Baviera. I conventi ricevono l'élite delle giovani della Germania e dell'Austria e una infinità di scolari. Ora io ho stabilito con la Superiora Generale di fondare la Guardia d'onore in tutte le sue istituzioni e nelle parrocchie e diocesi ove esse sono. Questa venerata Superiora Generale ha uno zelo ammirevole e uno spirito eminentemente religioso. Le regole di questa Congregazione sono le regole dai Padri Gesuiti.

Ella ha al suo fianco una Suora di una eminente santità e buon senso, che conosce molte lingue e per l'iniziativa di un opera è una francese.


[1731]
Per riuscire in ciò è necessario che lei invii ad Altötting tutto quello che può: medaglie, quadretti, libri ecc. Li mandi anche in latino, per stabilirla presso i Redentoristi e il pio clero di Passau. Spedendo là tutti questi oggetti, si metta in comunicazione con il Vicario. Lei stabilirà un posto di apostolato per la Guardia d'onore che farà grande piacere a Gesù.

Ecco l'indirizzo che lei deve fare:

Alla R.da Madre Maria Saveria Koeniger

Direttrice e Maestra delle Novizie

presso le Dame Inglesi

Altötting (Baviera)



Altötting è la Loreto di Italia, uno dei primi santuari della Germania, dove più di duemila pellegrini giungono ogni giorno. Là ci sarà pure chi predicherà la Guardia d'onore.


[1732]
Le chiedo di pregare e di far pregare per me e per la nostra Opera, poiché ho tante croci, che è un miracolo se io possa vivere: ma Gesù è onnipotente. La Guardia d'onore è per me una forza e mi dà tanto coraggio che il diavolo sarà schiacciato, perché non è che per Gesù che noi lavoriamo. E per di più le stesse terribili croci che mi opprimono sono per me la più grande consolazione, perché Gesù ha sofferto, Gesù è una Vittima, Gesù ha scelto la Croce, Gesù ha detto: "Coloro che seminano nelle lacrime, mieteranno nella gioia..."

Ah, questo Cuore benedetto che non respira che per le anime, che è una Vittima continua, che è stato ferito da una lancia è un grande aiuto per noi... Ah, come sono felice nelle mie pene! Io ne ho di tutte le qualità, in Egitto e nell'Africa centrale, a Roma e a Verona e anche in Francia. Ma io sono felice perché il S. Cuore di Gesù nella Sua Guardia d'onore mi assiste potentemente.


[1733]
Ecco tradotto in francese quello che sto per scrivere al Card. Barnabò, Prefetto della Sacra Congregazione di Propaganda Fide che è il mio Capo: "Deve sapere, Eminenza, che da un po' di tempo la Croce mi è talmente amica ed è così assiduamente vicino a me che l'ho scelta per mia carissima Sposa, tanto che ho deciso di vivere sempre con Lei fino alla morte e, se fosse possibile, nell'eternità! Sa, Eminenza, che il Cuore di Gesù è stato ferito dalla lancia sulla Croce mentre Egli era morto e che questo colpo terribile di lancia ha trapassato il Cuore della nostra Madre Maria: questo colpo di lancia si ripercuoterà anche nell'Africa.


[1734]
E' in Africa che con la mia croce ho portato la Guardia d'onore del Cuore trafitto di Gesù, che sua Em.za può darsi non conosca, ma avrò io la fortuna di fargliela conoscere. Sa lei quale forza dona al mio spirito questa Guardia d'onore nella quale io venero il Cuore di Gesù e la ferita della lancia? Essa mi dà la forza di portare la mia croce con gioia, come se io avessi fatto fortuna per le Missioni; e con la Croce mia Sposa carissima e maestra di prudenza e di saggezza, con la Santissima Vergine, mia cara Madre, e con Gesù, mio Tutto, io non temo, o Em.za, né le tempeste di Roma, né le persecuzioni d'Egitto, né il furore della Nigrizia, né i nuvoloni di Verona, né il diavolo dell'inferno, perché io sono il più felice degli uomini e sono nella condizione più desiderabile.


[1735]
Oh! il mio Gesù ha mostrato una saggezza completamente divina allorché, dopo aver creato l'universo, ha fabbricato la Croce". Ora con la Croce che è una sublime effusione della carità del Cuore di Gesù, noi diveniamo potenti. Ho una obiezione da fare qui, cioè che io sono convinto d'essere un gran peccatore. Non ho alcuna vergogna a confessare il mio nulla a lei, mia buona Suora, perché ho anche un potente rimedio. Siccome Gesù è venuto a salvare i peccatori, Egli è venuto a salvare anche me e come Egli si degna di donarmi la Sua Croce, è il segnale più sicuro che Egli vuole salvarmi. Guardi quale bontà ha il Buon Gesù! Mentre mi regala tante croci, fa compiere tanto bene ai miei Istituti che ho da poco fondato in Egitto presso la Grotta della Santa Famiglia.

Ho appena avuta la notizia che qualche giorno fa tre nere di 20 anni sono state battezzate dai miei Missionari e che altre tre aspettano me perché le battezzi. Una è morta con la pagellina della Guardia d'onore sul cuore dopo tre giorni che era stata battezzata.


[1736]
Dunque preghi e faccia pregare per la conversione delle anime più abbandonate della terra, i poveri neri dell'Africa centrale. Mi sembra che nel tempo in cui i cristiani cospirano contro il Signore e il Suo Cristo, il Cuore di Gesù si deve effondere con un raddoppiamento d'amore verso quelli che sono ancora avvolti nelle tenebre e nell'ombra della morte. Desidero inviarle il mio Piano per la rigenerazione dell'Africa che uscirà fra pochi giorni, Piano che ho pensato al Vaticano il 18 settembre 1864, mentre assistevo alla Beatificazione di M. Margherita Alacoque. Nella prima edizione del 1864 è scritto anche il giorno della Beatificazione. Dunque attendo che la Beata mi assista perché amava tanto il Sacro Cuore di Gesù.

Preghi e mi scriva. Al mio ritorno verrò a Bourg. Viva Gesù nel Suo Cuore.



Don Daniele Comboni



Ho passato una giornata a Bamberga presso Monaco dalle Suore della Visitazione dalle quale ho ricevuto una moretta. Vi è colà stabilita la Guardia d'onore.

La prego di offrire i miei rispetti alla molto R.da Madre Superiora.



Traduzione dal francese.






273
Mons. Luigi di Canossa
0
Parigi
15.10.1868
A MONS. LUIGI DI CANOSSA

ACR, A, c. 14/60



Lodato G. e M... in eterno c.s.

Parigi, 15 ottobre 1868

(22 Rue des Saints Pères)

Eccellenza R.ma,
[1737]
Ho tardato a scrivere, fui occupatissimo, e gli affari sono lunghi a Parigi, e passai molte notti in piedi per assistere malati d'importanza. Sono alloggiato cortesemente dall'Ill.mo B.ne di Havelt Protettore di Terra Santa e Commissario Pontificio per l'Esposizione Universale, il quale per appoggiarmi, invita a pranzo i personaggi che possono favorirmi, come Druin de Luis, il Ministro della Marina, il Presidente della Propagazione della Fede etc. Ad onta di ciò gli affari sono lunghi: ecco i principali:

1º. Sussidi da chiedersi alle seguenti Opere

a) Propagazione della fede

b) Santa Infanzia

c) Oeuvre des Ecoles d'Orient

d) Oeuvre apostolique

oggetti di culto

e) Oeuvre des tabernacles

2º. Lettere commendatizie pel Pascià d'Egitto, ed altri Pascià influenti

3º. Qualche sussidio del Ministro Esteri sur les fonds du Lévant.

4º. Passaggi e trasporti di provvigioni gratuiti da Marsiglia.

5º. Sonder le terrain à l'Institut d'Afrique per vedere quali vantaggi possiamo trarre.

6º. Speciale Commendatizia del ministro degli Esteri Mustier.

7º. Fonti per cavar Messe per V. E.

8º. Visita a qualche insigne benefattore. Hic et nunc tutti quasi sono in campagna: sicché pazienza un poco.


[1738]
Pria di lasciar la Baviera ho esplorato la fonte buona al Ministero del Culto, per avere alcune migliaia di Messe da Altötting: ecco la via da tentarsi suggeritami ai Culti. E' d'uopo che l'E. V. scriva a Mgr. Enrico Hofstaetter Vescovo di Passavia (Baviera), le esponga che i suoi missionari e gran numero di Sacerdoti della sua Diocesi etc..... tutto quel che può dire... e lo preghi di autorizzarla a ricevere l'onere di 7 oppure 8



(D. Daniele Comboni)



Lettera incompleta.






274
M.me A. H. De Villeneuve
0
Parigi
20.10.1868
A MADAME A. H. DE VILLENEUVE

AFV, Versailles



Parigi, 20/10 = 68

22 Rue des Sts. Pères

presso il Barone di Havelt

Signora,
[1739]
non so esprimerle la consolazione che mi ha recato con la sua cara lettera. La corrispondenza l'ho appena ricevuta poiché da molto tempo non passavo dall'hotel delle Missioni straniere, perché sono presso il Barone di Havelt.

La sua grande bontà mi sollecita a venirla a trovare, poiché desidero vederla e vedere pure il sig. Augusto, mio caro amico, e ringraziare per tanta bontà che lei ha usato per il buon ragazzo Urbansky. Ho ricevuto notizie da Dresda del tanto bene che lei ha fatto a questo buon ragazzo; sembra che le sue solerti cure l'abbiano salvato dalla morte. Lei mi colma di bontà e io mi sento ingrato verso di lei.


[1740]
Sebbene sia partito all'improvviso dal Cairo, tuttavia ho potuto radunare al Cairo degli oggetti della Madre Rosa, molto interessanti per il nostro caro Augusto. Arrivato ad Alessandria tutto è stato rotto. Tuttavia ho potuto riempire un piccolo sacco da notte. Questo nel viaggio dalla Germania si è quasi tutto rotto in modo che non è restato che poca cosa. Ho ordinato a Khartum (due mesi di viaggio dal Cairo) una collezione di armi dei neri, ma non sono ancora arrivati dal Cairo.

Oggi ho scritto a Verona per farmi arrivare delle reliquie; questo piccolo cofanetto che ho è per lei. Sono molto occupato; quando sarò libero verrò a casa sua. Si sta stampando a Parigi il mio Piano; aspetto che sia stampato per portarle delle copie.

Tanti saluti ad Augusto e a Désiré ecc. dal suo devotissimo



Don Daniele Comboni



Traduzione dal francese.






275
Augusto De Villeneuve
1
Parigi
20.10.1868
AD AUGUSTE DE VILLENEUVE

AFV, Versailles



Parigi, 20/10/68



Breve biglietto.



276
P. Stanislao Carcereri
0
Parigi
20.10.1868
AL P. STANISLAO CARCERERI

AGCR, 1964/54



Parigi, 20 ottobre 1868
[1741]
Se i Camilliani hanno una Missione prima del Seminario di Verona che importa "non quaero gloriam meam sed eius qui misit me"; di fisso io ho annualmente 10,000 Fr. e di aggiunta quanto ne batto fuori. Nº. 5000 li cedo (coll'obbligo di batterne fuori altrettanti) ai Camilliani; purché sieno appagati i desideri del mio caro Stanislao.



D. Daniele Comboni






277
Mons. Luigi di Canossa
0
Parigi
21.10.1868
A MONS. LUIGI DI CANOSSA

ACR, A, c.38/10



Parigi, 21 ottobre 1868
[1742]
Colgo questa occasione per inviarle i miei rispettosi e filiali omaggi. Nel nostro venerato P. Callisto troviamo un uomo che cerca puramente la gloria di Dio, la salute dell'anime, e il vero decoro dell'inclito Ordine Trinitario, al quale, cessata la schiavitù dei Cristiani, si compete una parte dell'apostolato dei neri.

Quanto ai passi che si dovranno effettuare colla Propaganda, Vic.o Ap.co dell'Egitto, e Francescani, per aiutare l'Ordine Trinitario a partecipare all'importantissimo apostolato dell'Africa centrale, studieremo ed esamineremo le cose a testa fredda a Verona, dopo che vedremo i risultati dell'attuale pendenza coll'Ordine Camilliano.


[1743]
Intanto confidiamo in Dio, ed in Colei, che l'E. V. R. ha avuto l'onore di proclamare il primo la Regina dell'Africa, e riceva gli affettuosi omaggi del devoto suo figlio



D. Daniele






278
Claude Girard
0
Parigi
31.10.1868
A CLAUDE GIRARD

AGB



Parigi, 31 ottobre 1868

Mio carissimo amico,
[1744]
spero che verrà a Parigi e che mi scriverà prima di recarsi a Orléans. La saluto affettuosamente. La prego di porgere i miei ossequi alla signora Girard e ai suoi cari figli. Se mi scrive, indirizzi le lettere a "22 Rue des Saints Pères" dove sono alloggiato.

Dopodomani uscirà il mio Piano in un legatoria: la metà è comparsa nell' "Apostolat". Mi sembra di risuscitare se lei verrà. Non ho più ricevuto il suo giornale. Arrivederci mio caro. Arrivederci. Il nostro caro e venerato P. Callisto è un amico sul tipo del R.do Girard, cioè incomparabile; egli mi ha reso molti servizi. Addio.

Dal Cairo buone notizie, battesimi ecc.

P. Zanoni, grazie a Dio, se ne è andato. Egli ha fatto del male, ma non importa niente.

La cassa con l'ostensorio è già arrivata al Cairo.



D. Daniele Comboni






279
Mons. Luigi di Canossa
0
Parigi
11.1868
A MONS. LUIGI DI CANOSSA

ACR, A, c. 14/64



Lod. J. M. In et. così sia

Parigi, inizio novembre 1868

Eccellenza R.ma,
[1745]
Qui confidit in D.no non confundetur. La Propagazione della Fede di Lione e Parigi m'ha assegnato definitivamente ier sera la somma di 5000 franchi da tirarsi subito a Lione. Così mi comunicò stamane Nicolas, Cochin, ed il Presidente ottuagenario, che mi lesse il rapporto del Consiglio di Lione, e la lettera dell'E.mo Card. Barnabò, il quale raccomandò in modo speciale l'Opera nostra e D. Comboni. E' questa una grazia staordinaria di Dio, ed un segno che è Egli che agisce e non l'uomo. Dio mette rimedio a' miei spropositi colla sua grazia. Tutti i membri di Lione e Parigi m'hanno dato segni di speciale attenzione: non si danno mai somme fuori della generale distribuzione di maggio, e non si accordano somme immediatamente che ai Vicari e Prefetti Ap.lici. Come l'Africa è pagata dal cassiere di Lione, così là toccherò il denaro. Mi si fa sperare che l'assegno dell'anno venturo sarà maggiore. Benediciamo il Signore, e facciamo grande assegnamento sulla Provvidenza di Dio, anche quando ci sembra di essere abbandonati. Ora non temo più dei mezzi.


[1746]
Di più l'Opera del S. Sepolcro mi assegnò 500 franchi. L'anno venturo avrò di più. Di più sto organizzando un Comitato di Signore; e domani alle 4 sarò ricevuto dalla Principessa Clotilde, e forse la pregherò ad essere la Presidente; è l'epoca opportuna mentre il Principe Napoleone è in Inghilterra.

E' probabile che riusciamo a formare un Comitato di uomini a Parigi. Ma avanti è d'uopo studiare le suscettibilità della Prop.n della Fede, i cui consiglieri bramano di essere soli.


[1747]
M.r l'Abbè Cloquet direttore dell'Apostolato fu da me incaricato di formare un Consiglio Diocesano dell'Opera del B. Pastore, ed accettò. Solo mi disse che il nome non piace in Francia, perché sotto questo vocabolo qui non s'intende che un Comitato per soccorrere donne perdute.

Domani arriverà a Parigi M.r Girard: mi scrisse ier sera da Orleans, che verrà col Superiore dei Greci di Costantinopoli ed aggiunse: "tachez de nous faire admettre à votre table chez M.r le Baron du Havelt, où vous êtes logé". Vedremo.


[1748]
Sarebbe bene che l'E. V. R. rispondesse al P. Callisto che alla mia venuta in Verona discuterassi sul modo di rispondere a suoi desideri, e che l'E. V. sarebbe felice e lieta di cooperare all'introduzione dell'inclito Ordine Trinitario nell'apostolato dei negri. Al tempo stesso soggiunga che avendo inteso da D. Comboni che gli ha assegnate parecchie elemosine di messe (500), lo prega ad occuparsi di questo affare perché ha centinaia di preti senza elemosine. Il P. Callisto ne potrà procurare all'E. V. parecchie migliaia solo dalle Monache Trinitarie in Francia. Io già gli raccomandai questo. Ma è più potente la raccomandazione di V. E., dalla quale spera di essere favorito ne' suoi desideri africani.

Aspetto risorse anche dalla S. Infanzia, e dall'Opera delle Scuole d'oriente. Gran bene mi fa il mio caro Barone di Havelt; e bramerei che l'E. V. scrivendo a me, ne esprimesse i di lei ringraziamenti, perché invita ministri, personaggi etc. per me.



Suo indeg.mo figlio

D. Daniele

Le mando l'opuscolo che fu prodotto dall'Apostolat. Stasera riceverò lettere d'Egitto. Al M.se Ottavio etc.






280
Mons. Luigi di Canossa
0
Parigi
13.11.1868
A MONS. LUIGI DI CANOSSA

ACR, A, c. 14/61



Parigi, 13 S. Stanislao Koska /68

13 novembre 1868

Eccellenza R.ma,
[1749]
Le mando gli ossequi di M.me Terèse, che ho veduto ieri: sta benissimo, saluta la M.sa Clelia e tutta la famiglia, ed è zelatrice dell'Opera nostra presso le Dame del Sacro Cuore. E' un'anima che prega.


[1750]
Nel mentre che noi invochiamo l'aiuto del cielo per l'Opera dell'Africa, il Signore vuole la nostra cooperazione. S. Em. il Card. Barnabò colla sua famosa circolare rese inefficace l'autografo del S. Padre, e dichiarò illegittimo il nostro operato. Di più si basò sul falso principio che l'Opera del B. P. serve a mantenere gli Istituti in Cairo, e fondamento della sua proibizione accennò essere il volere dei Consigli della Propagazione della Fede. Senza tante spiegazioni per amore di brevità, le annuncio il fatto che sto mettendo in esecuzione, e che paralizza gli sforzi del Cardinale. Noi facciamo questo pel bene dell'Africa, e per rispetto al Papa, che con pontificio autografo indulgenziò l'Opera.


[1751]
Sto fondando a Parigi un Comitato dei più distinti personaggi Cattolici di Francia, che ha per oggetto di raccogliere elemosine pel Seminario di Verona ed altri che fonderemo. Membri di questo Comitato sono tre dei più distinti ed attivi membri del Consiglio della Propagazione della Fede di Parigi, e sono:

M.r Baudon Presidente delle Conf.ze di S. Vincenzo de Paoli;

M.r Cochin, dell'Istituto ed Accademia di Francia.

M.r Auguste Nicolas Consigliere alla Corte Imperiale ed Autore des Etudes philosoph.

Questi hanno accettato. Di più hanno accettato:

Il Barone di Havelt, ove io dimoro, fondatore dell'Opera del Pellegrinaggio in Terra Santa, e Commissario Pontificio per l'Esposizione Universale.

M.r Faugère Ministro Plenipotenziario e Direttore del Ministère degli Esteri.

M.r C.te de Courcelles antico Ambasciatore Francese a Roma.

M.r le Prince Broglie dell'Accademia francese

M.r le C.te de Mèrode fratello di Mgre.

M.r le C.te de Segur fratello di Mgre.

M.r de Valette Canonico di Notre Dame di Parigi

M.r de Reineval Vicario alla Maddalena, e fratello di un antico Ambasciatore a Roma.


[1752]
M.r Edmond Lefont Presidente del Denaro di S. Pietro.

Ho altri nomi e membri del Clero. Io sono di opinione di non favellare punto a Roma di questo Comitato nemmeno quando sarà fondato (cosa di una o due settimane): quindi è bene che l'E. V. combatta colle armi che ha; e caso che il Cardinale trionfi (cosa che mi pare impossibile), l'esistenza del Comitato di Parigi, composto di uomini sommi, sarà quell'arma che deciderà della vittoria. Non mi allungo a notare i molti argomenti dell'utilità di questo Comitato.


[1753]
Ricevetti una lettera magnifica ed affettuosissima del Duca di Modena da Vienna, che m'incoraggia.

Ho stretto intimi rapporti con Carlo VII e colla moglie figlia della Duchessa di Parma. Se va, come spero, sul Trono di Spagna, bene per l'Africa. Visito questi due giovani piissimi spesso.

Attendo il suo consenso, la sua benedizione, e sono



Suo um.o indeg. figlio

D. Daniele Comboni

Per rispetto al Cardinale, non ho consentito che l'Apostolat pubblichi il Decreto di erezione canonica del B. Pastore, prima che Ella non autorizzi.