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"....... Nella mia vasta Missione, ho un Sacerdote, D. Salvatore Mauro, superiore e parroco della Missione del Cordofan (che è finora la più interna e centrale di tutta l'Africa) il quale va pazzo per la devozione a S. Giuda Taddeo; è riuscito ad accendere noi tutti, ma specialmente la nascente Cristianità della devozione al grande Apostolo e non si chiede grazia, senza interessare anche questo Santo. Siccome mi pare che non ischerzi, ho deciso di consacrare a S. Giuda Taddeo una statua, un altare ed una chiesa, se Dio mi dà vita, in qualche località di popoli Nuba che ho fatto testè esplorare nel cuore dell'Africa incognita, e che io stesso visiterò dopo le piogge, per fondarvi una novella missione, introducendovi anche le Suore di S. Giuseppe, che, secondo il mio giudizio ed esperienza, sono il tipo della vera missionaria cattolica, le quali nell'arduo e laborioso mio Vicariato fanno un mondo di bene, e nella semplicità delle loro maniere ed educazione, si fanno rispettare dai Pascià, ammirare dai Turchi ed amare dagli africani*.
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Se non avessi una farragine di occupazioni, vorrei scrivervi un cenno dell'Apostolato di queste Suore vera immagine delle antiche donne del Vangelo, che colla medesima facilità con cui insegnano in Europa l'a b c all'orfanella derelitta affrontano nell'Africa Centrale viaggi di mesi e mesi sotto 60 gradi di Réaumur, passano deserti sul cammello e montano e dominano il cavallo, dormono a ciel sereno sotto un albero o nell'angolo di un'araba barcaccia, minacciano il beduino armato, rimproverano il vizio all'uomo immorale, riducono la concubina a penitenza, assistono il soldato nell'ospedale, reclamano giustizia dai tribunali turchi, e dai Pascià, a favore dell'infelice e dell'oppresso, non temono la iena o il ruggito del leone, e a tutte le fatiche, ai viaggi disastrosi, alla morte si sobbarcano per guadagnare anime alla Chiesa, e corrispondere colle proprie forze, colla miracolosa debolezza e colla propria vita a quel Cuore, che ignem venit mittere in terram.
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Desidero anche darvi un succoso ragguaglio del movimento di questa mia grande Missione, la più vasta a popolata del mondo e lo farò quando avrò più tempo. Mentre poi corpo ed anima sono consacrato all'Apostolato dell'Africa Centrale, non vi posso dissimulare lo strazio della mia anima nel vedere sì tribolato l'adorato Nostro S. Padre, perseguitata la Chiesa: e nel pensare al molto di più che resta da soffrire al Papa, a Roma e alla Chiesa. E' vero che la Chiesa trionferà di tutto, e che i Re e tutte le Istituzioni che perseguitano la Chiesa, come gran moli senza base, crolleranno e spariranno dal mondo, distruggendosi da se stessi, come avverrà a Bismarck, Eliogabalo moderno: ma intanto il Papa soffrirà, quindi è che ci resta l'ancora della preghiera e il rifugio sicurissimo del S. Cuore".
(Daniele Comboni)