[3469]
Mons. Soubiranne che ha conosciuto e apprezzato dalle origini l'Opera della Rigenerazione della Nigrizia, volle ben perorare la causa dei due Istituti per i neri che ho fondato al Cairo ed egli mi ottenne per loro dall'Opera ammirabile delle Scuole d'Oriente, un modesto aiuto nel 1868 e nel 1870.
Mi fece pure sperare degli aiuti più considerevoli allorché sarei andato, mi diceva, ad attaccare l'Africa centrale dalla parte dell'Oriente, mentre Mons. l'Arcivescovo di Algeri l'avrebbe attaccata dall'Occidente, dal deserto del Sahara.
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Ora ecco precisamente che la S. Sede mi ha da poco affidato il Vicariato Apostolico dell'Africa Centrale, carico immenso poiché è, credo bene, la Missione più vasta e laboriosa dell'universo intero, perché il suo territorio contiene poco meno di cento milioni d'infedeli. Con la grazia di Dio, ho cominciato energicamente questa guerra apostolica.
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A Khartum, la capitale del Sudan orientale (15º di Lat. Nord) ho già fondato due istituzioni considerevoli. Ne ho da poco aperti due altri d'una estrema importanza a El-Obeid, da dove le scrivo. Questa città d'una popolazione di 100.000 anime, è la vera base di operazione per entrare nel centro dell'Africa che si inoltra a distanze enormi. La mia giurisdizione spirituale si estende, in effetto, dalle frontiere dell'Egitto e della Tripolitania fino al 12º di Lat. Sud.
Lei comprende, signor Presidente, quanto importi, prima di attaccare questa grande massa di idolatria e di barbarie, che io fortifichi il più possibile le mie due Missioni fondamentali di Khartum e di El-Obeid.
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Ecco dunque le opere diverse che sollecitano già i soccorsi dell'Opera ammirabile che lei dirige:
1º Al Cairo l'Istituto dei neri che è diretto dai nostri Missionari di Verona, fondato per le Missioni della Nigrizia. Questa casa è attualmente poco numerosa perché ne ho spostati un certo numero di soggetti già formati per condurli qui nell'Africa Centrale.
2º A Khartum, l'Istituto dei neri con la scuola della parrocchia e della Missione. Questi due Istituti che contengono un gran numero di bambini, sono ugualmente diretti dai nostri Missionari di Verona.
3º A El-Obeid, l'Istituto dei neri molto numeroso e sotto la stessa direzione.
4º Al Cairo, la scuola delle nere dirette dalle Suore di S. Giuseppe dell'Apparizione.
5º A Khartum la scuola parrocchiale e l'Istituto delle nere diretti dalle stesse Religiose; queste due opere sono molto numerose.
6º A El-Obeid, infine, una scuola e un Istituto di nere che resteranno sotto la direzione delle maestre nere che abbiamo educate al Cairo, fino all'arrivo delle Suore di S. Giuseppe dell'Apparizione che sono in viaggio e che aspetto.
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Permetta che a questa arida nomenclatura aggiunga qualche osservazione che le farà meglio comprendere il mio pesante fardello e i pressanti bisogni che ho del suo soccorso.
Salvo le scuole esterne di Khartum e di El-Obeid che ci forniscono qualche retribuzione, tutte le altre opere sono interamente a carico della Missione. E quale carico, signor Direttore! Non si tratta solamente di dare l'istruzione ai nostri poveri neri; bisogna quasi sempre comperarli in denaro contante, poiché è ben misero il numero di quelli che ci vengono ceduti gratuitamente. Prima di alloggiarli, di nutrirli, di curare le loro malattie, siamo obbligati a vestirli, dal momento che tutti, sia ragazzi che ragazze, ci arrivano completamente nudi.
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Ora qui in Sudan la maggior parte degli oggetti di abbigliamento e di alimentazione, venendo dall'Egitto, non si ottengono che a un alto prezzo. E' così che, per esempio, un pezzo di tela qui al Cairo si paga 10 franchi, trasportato a Khartum costa 50. E' così che anche il vino per il Santo Sacrificio ci costa cinque franchi la bottiglia qui, mentre al Cairo si paga 60 centesimi.
Io m'indirizzo, dunque, alla carità generosa dei suo pii Associati e la prego, in nome del Divin Redentore, di provare compassione delle opere della mia grande e povera Missione. Tutto qui è immenso e intralciato da ostacoli; ma Nostro Signore se ne occupa: il Suo Vicario ha parlato e io sono pieno di confidenza.
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Il Vicariato dell'Africa centrale fondato nel 1846 dal Papa Gregorio XVI, ha dapprima divorato, nello spazio di 15 anni, la vita di 35 Missionari. Su 40 che ne avevano affrontato i disagi, 5 soltanto sono sopravvissuti. Dio ha voluto che io fossi in questo numero, dopo essermi visto undici volte in punto di morte.
Questa spedizione apostolica fu seguita da un nuovo invio di 60 Padri francescani. 22 sono morti, 2 sono restati a Khartum, il resto è ritornato in Egitto o in Terra Santa.
E' in seguito a queste prime e dolorose prove che il Santo Padre attuale ha affidato il Vicariato dell'Africa Centrale all'Istituto dei Missionari della Nigrizia che noi abbiamo (il Vescovo di Verona e io) fondato con l'aiuto di N. Signore e sul quale richiamo oggi il suo benevolo interesse.
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Dal 1871 avevo inviato, sotto la guida del P. Carcereri, mio vicario generale, quattro esploratori ben sicuri che procedettero fino al Cordofan ove incominciarono a predicare il Vangelo.
L'anno seguente mi sono messo io stesso alla testa di una grande carovana di 30 persone, Religiosi e Suore. Abbiamo risalito il Nilo, attraversato il deserto e, con la protezione visibile di Dio, dopo 99 giorni di un viaggio pericoloso e penoso, siamo arrivati a Khartum senza incidenti e senza perdite.
Voglia gradire, etc. etc.
Daniele Comboni
Pro-vicario Ap.lico dell'A. C.
Traduzione dal francese.