[5121]
Una circostanza spiacevolissima mi porge il gradito piacere di trattenermi alquanto con lei, gentilissimo amico, il cui amore alla cristiana civilizzazione delle immense regioni dell'Africa centrale, di cui io sono il Vescovo ed il Vicario Apostolico, mi lega di sincera inalterabile amicizia.
A capo al benemerito Esploratore, fascicolo 9, pagina 278, leggo un breve suo articolo intitolato: La schiavitú monopolio di Governo, che ella ha redatto in buonissima fede, fondandosi sopra informazioni di ottimi corrispondenti certamente, ma che questa volta furono male informati.
[5122]
Siccome io mi trovo sulla faccia del luogo ed in posizione, atteso il mio ufficio, d'esser perfettamente informato di tutti gli atti ed i passi del Governatore Generale del Sudan, S. E. Gordon pascià, e siccome il primo carattere delle informazioni di un paese e della storia è la verità, così credo mio assoluto dovere di rettificare presso di lei, grande amatore della verità, alcuni sbagli e notizie che si trovano nel suesposto articolo.
[5123]
Dapprima apparisce dal complesso di quell'articolo come i nostri amici Gessi e Matteucci trovino ostacolo dal governo di Gordon pascià per riuscire nella loro spedizione. Niente di più erroneo di questo, poiché essi, mercé gli aiuti dati da Gordon al suo rappresentante Osman pascià, poterono compiere con tutte le facilitazioni possibili il difficile viaggio da Khartum a Fadasi, ultimo termine della dominazione ed influenza egiziana nei suoi vasti possedimenti sud-est.
[5124]
Essi percorserono questa via muniti, fra gli altri, di aiuti e potenti commendatizie di Many bey, che ora è mudir di Khartum, il quale fu per ben 25 anni direttore delle miniere di Fazoglo e governatore delle varie città e province che si trovano su questa linea, e fu colui che dopo molti anni di prove riuscì ad aprire comunicazioni con Fadasi (il cui capo egli fece impiccare sotto i suoi occhi), punto non mai raggiunto da nessun europeo, se si eccettui il Marno, il quale potè alcuni anni fa raggiungere Fadasi, mercé la protezione dello stesso bey e del governo egiziano.
[5125]
A prova di questo fatto io ho letto moltissime lettere scritte da molti punti di questa linea dagli stessi nostri carissimi Matteucci e Gessi al Sig. Rosset, vice console di Germania a Khartum, e ad alcuni altri, nelle quali si profondono in atti di riconoscenza e gratitudine verso il governo del Sudan, supplicando il suddetto vice-console ad essere interprete dei loro sentimenti presso Gordon, Osman pascià ed il mudir di Khartum. Molte lettere potrei io citare, ma siccome so esserne state spedite alcune ad Alessandria ed a Milano, come leggerà certo in qualche giornale, così mi dispenso dal rapportare il testo. Così mi dispenso pure dal citare la grande protezione accordata da Gordon pascià e dal governo locale ai signori Junker, Von Lucas e Marno, perché su questo fu chi scrisse in questi giorni ampliamente e con tutta verità.
Io era in Sudan testimonio di tutto l'affare del Marno; mi trovai col Marno sul piroscafo che andò a prenderlo a Berber d'ordine di Gordon pascià, il quale diede gratuitamente il vapore da quest'ultima stazione a Khartum e da Khartum a Ladò.
[5126]
Il governatore di Berber e quello di Khartum ebbero l'ordine, che fu eseguito, di provvedere lautamente Marno a spese del governo di tutto il confortevole; e fu lautamente provveduto, perché io mi trovava insieme e seco lui a tavola ed ai medesimi primi posti, tutti messi a disposizione di noi due. Quando poi Marno giunse ai Bari, egli pretendeva che Gordon mettesse subito e immediatamente a disposizione sua, credo, più di cento soldati, non so quante bestie, ecc. Gordon, nella sua qualità di militare, se ne indispettì, perché non aveva a sua disposizione che piccol numero di soldati e non aveva i chiesti animali, e scarsissimo denaro. Anzi in quei giorni Gordon pascià era imbarazzatissimo, perché egli pure non aveva ricevuto ai Bari che la minima parte dei soldati che gli erano stati destinati, e nessuno degli animali che in mia presenza gli erano stati promessi a Khartum. Gordon era nell'assoluta impossibilità di soddisfare alle esagerate pretese di Marno, e quindi ne nacquero quei lamenti inopportunissimi ed ingiustissimi che furono fatti a questo proposito in Europa contro l'illustre Gordon.
[5127]
E' poi falsissimo l'asserto dell'articolo che dacché Gordon è al potere, tutte le notizie dell'interno dell'Africa sono sospese. Sono 30 anni che esiste la Missione cattolica. Non vi fu mai epoca in cui le comunicazioni coll'interno dell'Africa sieno state più assicurate e più certe, che dacché Gordon è al potere. Se Gordon non avesse fatto altro, basterebbero le opere che egli seppe effettuare per facilitare le comunicazioni col Darfur, che oggi vi è posta sicura fra Khartum ed el-Fascer come fra Milano e Napoli. Il telegrafo sotto Gordon si spinse da El-Obeid a Darfur; ed ora si costruisce fino a Fascioda e Ghalabat. Abbiamo posta quasi regolare fra i laghi e Khartum.
[5128]
Il Sig. Emin bey, sotto la protezione di Gordon, fece già due viaggi fra Khartum ed il Nyanza Victoria, e i consoli di Khartum, i signori Hansal e Rosset, e moltissimi altri di qui, hanno comunicazioni regolari coi laghi; e siccome dopo il kharif anch'io muoverò a quella volta per piantarvi una missione, sarà soprattutto sotto l'egida di Gordon che potrò effettuare meglio la mia intrapresa. Fu Gordon che piantò fra Ladò sul Fiume Bianco (tre ore a settentrione dell'antica missione cattolica di Gondokoro) e Dufilè otto stazioni militari per facilitare le comunicazioni col Nyanza Alberto; ed il nostro Gessi ne fu potente ausilio sotto gli auspici di Gordon. Queste sono: Ladò, Regiaf, Beden, Kiri, Muggi, Laboré, Aiu, Dufilè. Queste stazioni da Ladò a Dufilè si percorrono in sette giorni a piedi.
[5129]
Da Dufilè a Magungo, posta nel Nyanza Alberto, si va col vapore e vi sono 120 miglia. Sono noti gli sforzi fatti da Baker e da molti altri per aprire queste comunicazioni. Orbene, oggi si viaggia da Khartum al Nyanza Alberto con ogni sicurezza che da Milano a Ginevra. Questo è tutto merito di Gordon pascià. Dal Nyanza Alberto, poi, al Victoria, Gordon ha stabilito diverse stazioni; ed a Regiaf sono già arrivati sei elefanti indiani destinati a trasportare un piroscafo che percorrerà tutto il lago Victoria.
[5130]
La guerra e gli ostacoli che interrompevano la libera comunicazione da Nyanza Alberto a Nyanza Victoria per causa di Kabarega, re di Unyoro, oggi sono tutti scomparsi. Il re, mercé i passi fatti da Gordon, è ora nostro amico e lascia liberamente passare i viaggiatori, specialmente europei. Ricevette non ha guari il colonnello Mason nell'antica sua residenza di Missindi; Emin effendi fu pure ricevuto ed ospitato cortesemente da questo re e rimase per molto tempo, per fare i suoi studi, nella nuova reale residenza di Mpàro Niamòga o Bogàia (secondo gli ambasciatori dello stesso Kabarega che vennero testè a fare atto di ossequio al governo egiziano qui a Khartum).
[5131]
Le comunicazioni fra Nyanza Victoria e Khartum sono oggidì talmente sicure e regolari mercé gli sforzi di Gordon pascià, che il signor Wilson, ora a capo della spedizione della Church Missionary Society, che risiede a Dubàga presso il re M'tesa, invece di mandare le sue corrispondenze per Zanzibar, si serve dell'I. R. Console Hansal in Khartum per spedire dispacci a Londra, ed ultimamente al suddetto console (che è anche agente consolare di Francia e d'Italia) capitò un grossissimo pacco di lettere, che tosto spedì a Londra. E' per questa via che noi abbiamo avuto notizie di quella spedizione, che, cioè, uno morì di malattia sul lago Tanganica e che due furono massacrati dalla gente dell'isola Ukerewe del Nyanza Victoria, ecc., e che ora si va in cerca degli altri, di cui non si sa nulla.
[5132]
Insomma nel poco tempo che governa Gordon pascià le libere comunicazioni coll'interno da ogni parte sono un fatto splendidissimo. Prima non si sapeva mai nulla dal governo; ora si sa tutto, e Gordon protegge i viaggiatori più che non ha fatto nessun altro.
[5133]
Che più? Ora si sta preparando un magnifico piano per mettere in piena, libera e diretta comunicazione commerciale l'Europa col Nyanza, in guisa che si potranno imbarcare merci e passeggeri a Genova, a Trieste, a Marsiglia per Ladò, a prezzi fissi e limitati, pagando sia anticipatamente, sia dopo, e le merci sono garantite fino a destinazione. In comunicazione coi piroscafi da Suez e Suakin vi saranno carovane stabilite da Gordon fra Suakin e Berber, a prezzi assai più miti di quelli che si praticarono fino a ora. Questa notizia è di grande importanza per i nostri commercianti che importano gomma e tamarindo dall'alta valle del Nilo, perché fino ad oggi le spese di trasporto erano molto gravi, sì per Suakin che per il Nilo.
[5134]
Da Berber a Khartum vi saranno vapori o dahabie del governo, e da Khartum a Ladò un vapore. Da Ladò ai laghi, come ho detto sopra. Se, come è certo, si effettuerà questo (e sarà entro l'anno), io non farò più spedizioni da Cairo a Khartum, né mai le faranno i miei missionari; ma pigliando i posti a Suez, i miei missionari verranno a Khartum con questa impresa; e le provvigioni pel mio Vicariato (la cui spedizione sinora costò tanto) si imbarcheranno a Venezia, a Trieste, a Genova, a Napoli, a Marsiglia, ecc. e si spediranno direttamente per Khartum. Questa sola opera basterebbe da sé ad illustrare il governo di Gordon pascià, e l'avere egli stabilito regolari comunicazioni fra Khartum e i laghi attraverso tante difficoltà, è questa sola un'opera che basterebbe ad illustrare il governo di un re.
[5135]
Dopo questo aggiungo una sola idea: Gordon pascià non ha al suo fianco personaggi europei in quel numero che si richiederebbe per aver un solido aiuto; egli non dispone di sufficienti mezzi per governare l'immenso paese affidatogli, non dispone di un esercito bene agguerrito: egli, per compiere la sua missione altissima, ha anzi tutti elementi contrari. Dovendo cercare a poco a poco di toglier di mezzo la tratta degli schiavi, ha per suo aiuto i medesimi elementi che il governo aveva prima, cioè quei mudir, quei sangiak, quei pascià e quei bey, che prima o autorizzavano o facevano essi stessi l'infame mestiere. Io sostengo che è un vero prodigio, che il solo Gordon, colla forza pertinace della sua volontà, sia riuscito oggi a dare un colpo alla tratta ed alla schiavitù.
[5136]
E' un fatto innegabile che oggi sulla via del Kordofan, di Fascioda, di Dongola e lungo il Nilo non si veggano più quelle immense turbe di schiavi che io ho vedute da 20 anni. La schiavitù continua e continuerà per molti anni, poiché il toglierla affatto è l'opera dei secoli; ma vi è in minori proporzioni, e ciò si vede nell'alto Egitto ed in tutto il Sudan. Questo è un merito singolare di Gordon, ed è follia la leggenda sparsa in molti luoghi che il governo, consenziente Gordon, abbia spedito al Bahr el-Ghazal gente per catturarvi diecimila schiavi. Queste sono invenzioni di coloro che non potendo lucrare impunemente dal governo, e non potendo guadagnare come prima sulle teste degli schiavi, cercano di screditare Gordon; ma la verità deve trionfare. Gordon pascià è un acerrimo nemico della schiavitù; io potrei citare argomenti ineluttabili. Ma per ora basta.
[5137]
Quando avrò tempo le scriverò sull'argomento della schiavitù, a diminuire la quale Gordon ha meriti sublimi. Bisogna essere testimoni delle lotte e degli ostacoli che deve affrontare per liberare gli schiavi in un paese ove la schiavitù è piaga secolare ed esiste dacché mondo è mondo, in un paese ove la tratta e la schiavitù costituiscono gli elementi delle maggiori risorse del paese. Sono molti anni che noi lottiamo per salvare degli schiavi, ecc., e possiamo misurare l'ampiezza delle difficoltà che incontra e che incontrerà Gordon nell'adempiere a questo impegno della sua alta missione.
[5138]
E poi, mio gentilissimo amico, calcoli l'ampiezza dei domini che governa Gordon pascià, come hoccomdar, o governatore generale. Egli comanda ai paesi che si stendono dal Tropico all'Equatore, da Suakin all'estremo Darfur, Massaua, Berbera e Zeila ed ai paesi nuovamente annessi dal governo egiziano sul Mar Rosso ed all'est di Scioa. Pochi giorni fa, per esempio, ricevemmo suoi telegrammi da Berbera, ieri da Massaua, ecc. Ora la sua missione non è ella straordinariamente vasta, laboriosa, difficile? E qual gente dee governare quest'uomo? Credo che un tal uomo meriti sommi riguardi se non può fare tutto quello che vorrebbe, perché poi, tra le altre cose, si deve osservare che egli non è sempre secondato nelle sue operazioni.
[5139]
Del resto io sono d'avviso che Gordon sia un uomo grande e che sia all'altezza della sua grande, laboriosa, difficile missione e che si debba far voti che egli non si stanchi, ma perseveri per molti anni nel suo posto ed ufficio; l'umanità gliene sarà grata.
[5140]
Aspettiamo qui a Khartum i nostri amici Matteucci e Gessi, perché fu loro impossibile di andare più oltre Fadasi. Questa spedizione non fu bene organizzata, e mancava ad essa uno degli elementi principali di riuscita: il denaro. Sono molto dispiacente soprattutto per Matteucci, sul quale tutti contavano, che per essere il primo viaggio, non sarebbe tornato addietro: ma non importa. Hanno fatto bene a tornare e questa impresa servirà loro di scuola, per riuscire d'ora innanzi in imprese di maggior rilievo. Matteucci è un giovane bravissimo e di sublimi speranze. Ha imparato a viaggiare nell'Africa centrale, che non è certamente come nelle altre parti del mondo.
[5141]
Sono convinto che anche questa opportuna e prudentissima ritirata gli servirà di maggior sprone per accingersi a più utili e belle imprese in avvenire. Quanto a Gessi, lo consiglierò a mettersi ancora a disposizione di Gordon, che lo ama e lo stima, perché realmente gli fu fedele. Matteucci deve intanto compiere un'altra impresa prima di risalutare l'Europa. Ora sono ambedue a Fazoglo; pare che vogliano visitare Ghedaref e Gallabat; ma io, atteso il forte kharif li ho consigliati a venire direttamente a Khartum.
[5142]
Ambedue le scriveranno quanto bene e cortesemente furono trattati e aiutati dal governo di Gordon, il quale non sentì bene che il carissimo nostro Gessi non siasi recato, al suo arrivo, qui a visitarlo. Ma a ravvicinare questi due è opera mia, e per Gessi e per Gordon sarà un bene.
Finalmente chiudo questo mio scritto col congratularmi seco lei del magnifico giornale l'Esploratore, che risponde a tono al nome sublime che porta, e la ringrazio poi distintamente per la graziosa spedizione di esso, che ricevo regolarmente. Quando me lo permettano le molteplici e gravi mie occupazioni e gli incomodi di questo clima, che non è certamente il nostro lombardo, le darò esatte notizie del Sudan.
[5143]
A Fadasi si potrà passare liberamente quand'io avrò fondata una missione in uno dei punti più opportuni che sto scegliendo nel territorio che circonda il Fiume Azzurro, e forse a Fadasi stesso: ma questo non potrò fare prima della fondazione di stazioni che spero di stabilire sui laghi, appartenenti alla mia giurisdizione. Ma ella ben sa che altro è fare un'esplorazione da viaggiatore che passano nei luoghi esplorati come meteore, ed altro è stabilire una regolare missione cristiana colle savie regole che noi abbiamo, per comunicare agli africani* un bene duraturo, mutare i loro costumi e formarli ai beni della nostra religione e civiltà.
[5144]
Ella, che conosce a fondo la storia dell'Africa centrale, misuri coll'acuto suo sguardo i milioni che si sono spesi e le numerose esplorazioni che si succedettero nell'Africa centrale dai primi esploratori a Stanley nel 1877. Che cosa resta di bene, vero e duraturo e che abbia realmente potuto influire sulla moralità, civiltà e progresso degli abitatori dell'Africa centrale? Quasi nulla, fuorché la memoria in Europa degli illustri esploratori, qualche punto geograficamente descritto, ecc., ma di real bene, civiltà, progresso morale, intellettuale e materiale, ben poco. Sono le missioni cattoliche che hanno il vantaggio di fondare, continuare e perpetuare il bene; e le missioni cattoliche di Khartùm, del Kordofan e di Gebel Nuba, sono non piccolo monumento della civiltà europea che ora esiste nell'Africa centrale.
[5145]
E' d'uopo adunque che la scienza e la religione si bacino in fronte, si aiutino a vicenda e producano insieme quel miglioramento e quella rigenerazione e vera civiltà che deve essere lo scopo di quello slancio sublime a cui mira la scienza; e tacendo dei nobili sforzi di molti illustri inglesi, italiani, tedeschi, americani notiamo specialmente la nobilissima iniziativa del re del Belgio, Leopoldo II, che fu nobilmente seguìto da quasi tutte le nazioni civili.
[5146]
E' d'uopo seguire con ardore inconcusso e perseverante questo nobile slancio destatosi in Europa per l'Africa centrale, né le grandi imprese che si intraprenderanno a questo sublime scopo si devono mai abbandonare per prove terribili e disastri e difficoltà a cui si andrà incontro. Ad errori, disillusioni e disdette succederà l'acquisto di una pratica esperienza che additerà le vie ed i mezzi più efficaci per raggiungere il nobile fine; e se la costanza dominerà lo spirito dei principali attori, si riuscirà ad un perfetto trionfo.
[5147]
Quivi vi à una terribile carestia: il prezzo dei viveri à quadruplicato; e il durra (maïs), che forma il principale nutrimento del paese e dei poveri, da sette franchi all'ardéb (sacco di foglie di datteri) che costava, oggi si compera a non meno di sessanta franchi all'ardéb.
Ora s'immagini quanto danno porta a me questa carestia solo dal lato del durra, che è minima cosa. Io devo comprare ogni anno più di mille ardéb di dura per le mie case e stabilimenti... In Kordofan l'acqua (ricevei lettera quest'oggi) costa e si è pagata una settimana scorsa undici piastre (circa 3 franchi) alla bormah (circa 4 litri); sicché in Kordofan, ove posseggo tre stabilimenti, si paga l'acqua assai più cara del vino in Lombardia. E pazienza durasse così; ma ogni giorno cresce la penuria d'acqua.
Colgo quest'occasione per offerile i sensi della mia affettuosa stima e considerazione, dichiarandomi.
Suo affez. e devot. amico
Daniele Comboni
Vescovo di Claudiopoli i.p.i.
Vicario Apostolico dell'Africa Centrale