N. 931; (888) – AL P. GIUSEPPE SEMBIANTI
ACR, A, c. 15/98
Verona, 15 maggio 1880
Per sua norma le fo sapere, che io ho soddisfatto da molto tempo a tutti gli obblighi ed oneri contratti, a carico dei miei Istituti in Verona dal R. D. Paolo Rossi, che ha occupato provvisoriamente per venti mesi l'ufficio di Reggente i miei Istituti di Verona; e le dichiaro che le consegno l'amministrazione dei predetti miei Stabilimenti affatto libera da debiti ed oneri, che il sullodato D. Paolo Rossi potesse aver contratto a nome, e per autorità mia.
+ Daniele Comboni
Vescovo e Vicario Ap.lico dell'Africa Centrale
N. 932; (889) – A DON FRANCESCO GIULIANELLI
ACR, A, c. 15/6
Verona, 15 maggio 1880
Mio caro D. Francesco,
Avrete ricevuto il mio telegrafo da Torino, in cui annunziava che avea spedito fino da venerdì 7 maggio la somma di Franchi 5400 in cambiale di un banchiere di Torino. Ricevetti tutte le vostre lettere, e mi pare che l'infinita bontà di Dio vi assista nell'adempiere il vostro compito; ed io ne sono contentissimo. Spero che ora potrete (stando a quanto mi scriveste sulla bontà del Sig.r Holz) a tutte le spese. Io resto senza un baiocco. Ma S. Giuseppe rimedierà a tutto. Voi pregate e fate pregare per me, e perché mi mandi il necessario, affinché tutti ci facciamo santi salvando la Nigrizia.
Circa il maestro arabo, io non posso soddisfare alla sua dimanda di accrescergli lo stipendio, perché non sono in caso, ed ho troppo spese sugli omeri: il Signore lo provvederà in altro modo.
Benedico di cuore Moron che non ha tanta salute. Fategli coraggio, e che prenda le dovute precauzioni.
Circa alle fatture della casa o orto, rimetto alla vostra discrezione e saviezza per farvi le spese necessarie. Mi pare che chi vendette i tubi etc. avrebbe dovuto garantirne il buon effetto come si fa da tutti. Del resto, ne scriverò a D. Bortolo.
Fate pure pel decoro della casa del Signore tutto quello che credete opportuno; ma rammentate che siamo poveri, e dobbiamo fare tante altre spese a Verona e in Vicariato.
Per ora non mando le Suore, che ho per questa estate collocate a Sestri Levante nella riviera di Genova: manderò invece (spero sabato prossimo da Napoli) D. Rosignoli, e qualche altro fratel laico, con due catechisti di Verona.
Circa l'Abate dei Maroniti, ditegli:
"Cosa è che domanderebbe di affitto per Nº. 350 Lire Sterline dal 1º maggio all'ultimo di dicembre il R.mo Abate dei Maroniti? oppure per 6 mesi?"
Ditegli ancora che io passerò ad Ibrahim Khalifa il 4 per cento all'anno di tutto il suo denaro depositato nelle mie mani a Khartum incominciando dal 1º sett.e 1879, epoca della scadenza della cambiale di quasi 18.000 franchi, fino al giorno in cui furono tacitati i 450 da D. Bortolo, che credo sia stato in aprile p.p., o alla fine di marzo.
Poi il P. Abate mi scrisse che per sua bontà consente ad aspettare ancora un poco pella soddisfazione del resto. Se egli consentisse a lasciarci ancora il denaro restante, cioè 358 Ghinee per alcuni mesi, o sei etc., io vorrei sapere prima cosa domanderebbe di affitto in ragione di un anno? Io entro luglio (caso che non capitasse la cambiale di Colonia di 10.000 franchi) posso pagare qualunque somma. Del resto il P. Abate è un galantuomo ed onestissimo e uomo di coscienza, io sono un galantuomo, e voglio pagare il mio dovere; Ibrahim Khalifa è un ottimo galantuomo, e mio amico, io credo che nessuno di noi avrà a lamentarsi di nulla. Il P. Abate sa cosa si prende a mutuo in Cairo fra i buoni cristiani (non fra ebrei, o cattivi cristiani), e quindi avete campo di trattare. Al P. Abate per Rosignoli manderò il calice.
Vi raccomando di tacitare quanto prima i Frères pagando tutto il mio debito presso di loro.
Se Zucchinetti non è ancor venuto, io credo che Zucchinetti si potrebbe contentare di un poco di denaro per l'estinzione del suo debito, ed il resto, dirgli che io glielo pagherò qui in Italia od a Roma. Zucchinetti ha buon cuore, buonissimo; se fossi io in Cairo, certo avrebbe pena della mia pena.
Le fibbie che voi avete consegnate a D. Gennaro per dare al Vicariato per la spesa della Chiesa del Sacro Cuore, me le consegnò solo l'altro ieri a Torino, e non prima; ed io le spedirò a Roma per mezzo dei catechisti.
Non ho più tempo di scrivere. Dite a Dichtl che stia tranquillo per quello che mi scrisse e che gli fu scritto da Walcher: non è nulla; ed egli non ne faccia cenno con nessuno:
Benedico le suore, e tutti.
Aff. + Daniele Vescovo
N. 933; (890) – AL P. BOETMAN S. J.
ASAT, Belgio
Verona, Istituto Africano, 19 maggio 1880
Mio carissimo Padre,
Anche se molto occupato, ho scelto l'occasione favorevole del ritorno di Genièsse in Belgio per scriverle due righe per ringraziarla infinitamente della bontà che ha avuto per me e mi riservo al mio prossimo viaggio in Inghilterra e in Belgio di trattare a viva voce col suo grande cuore di apostolo sugli interessi dell'Africa centrale, faccia a faccia, con la Scuola Apostolica che lei ha fondato a Turnhout
Il Sig. Genièsse, che mi aveva sempre assicurato che era ben contento del mio Istituto e di consacrarsi all'Africa centrale, sei giorni fa è venuto a dirmi che non si sente disposto di farsi Missionario e che era venuto a Verona credendo di entrare in un ordine religioso. Lei sa che la mia piccola Congregazione è sul modello del Seminario per le Missioni Straniere di Parigi e quelli che ne fanno parte devono avere tutte le virtù dei religiosi e quella di essere in ogni istante disposti alla morte per la salvezza dei neri, etc.
Tuttavia Genièsse è un buonissimo soggetto, pio e capace, che ama l'ordine e che desidera santificarsi; mi dispiace molto perderlo e, se volesse più tardi rientrare nella mia Missione (ciò che non credo) sarei disposto a riprenderlo.
Quando ho fondato il mio Istituto di Verona (al quale la S. Sede ha confidato tutta l'Africa centrale) ho ricoperto io stesso la carica di Rettore e poi vi ho posto degli altri Superiori ben capaci fino al dicembre 1877, in cui ho lasciato provvisoriamente Superiore Don Paolo Rossi, fino al ritorno dell'anziano Rettore Don Antonio Squaranti. Ma essendo morto costui, l'Istituto è restato due anni senza una saggia direzione.
Fu sotto Don Paolo Rossi che Grieff è stato ammesso al Sacerdozio, senza essere maturo e inviato in Egitto. Ritornato io dall'Africa centrale al Cairo, vi ho trovato Grieff che dopo ho fatto ritornare a Verona, non credendolo atto per la Missione dell'Africa centrale. Gli manca ancora molto per essere ben formato alla vita di sacrificio e di martirio e spero che, sotto la saggia direzione del mio Rettore attuale, il Rev. P. Giuseppe Sembianti, dell'Istituto dei Missionari che sono in "obsequium Episcoporum", egli potrà formarsi. Grieff ha delle belle qualità e del talento; aveva bisogno ancora di tre anni per essere ben formato.
Prima di accettare due soggetti di questa ammirabile Congregazione, in obsequium Episcoporum, fondata a Verona nel 1816 (questa Congregazione è la figlia maggiore dei Gesuiti e ha il medesimo spirito della Compagnia di Gesù ed è stata fondata per aiutare i Vescovi) io mi sono indirizzato al Rev.mo Generale Becks, la testa e la stella dei Gesuiti, per avere tre Padri per la direzione del mio Istituto, ma per il momento non ha potuto darmeli. Più tardi può darsi.
Ora abbia la bontà, mio caro Padre, di mettersi in rapporto col mio rettore, il Rev. P. Giuseppe Sembianti, Rettore delle Missioni Africane di Verona, quando ha dei buoni soggetti da darmi. Questo Rettore è più gesuita che gli stessi Padri Gesuiti. Ma la prego, Padre mio, di concedermi i più buoni soggetti che ha, i più virtuosi, i più puri, i più santi, perché l'Africa centrale è la Missione più difficile e più laboriosa dell'universo intero.
Io sono stato nelle Indie Orientali, in Siria etc., ma queste Missioni non sono niente in confronto dell'Africa centrale: per l'Africa centrale occorrono dei martiri, per conseguenza fornisca, mio caro Padre, il mio Istituto di buoni soggetti che non sono stati in altre Congregazioni.
Gli ex che abbandonano il loro Ordine o la loro Congregazione per andare in un'altra, la mia esperienza mi ha insegnato che essi non faranno mai bene. Dopo molte preghiere di Grieff ho accettato a Verona un certo inglese Jean Hanifan e gli ho inviato a Londra il denaro per venire a Verona. Ebbene: fino a quando costui è rimasto sotto la direzione di Grieff (che lo accontentava in tutto e che chiudeva le sue orecchie a tutti i suoi difetti), egli ha tirato avanti, ma dopo che il P. Sembianti ha preso la direzione dell'Istituto, egli ha dichiarato che non poteva sottomettersi alla sua disciplina e ha domandato di ritornare a Londra. Allora io, che ero a Torino, ho acconsentito alla sua domanda (perché mi ero accorto da tempo che non aveva lo spirito di Dio) e l'ho fatto venire a Torino, dove egli mi ha detto che era stato tre anni Gesuita, tre anni in America e poi a Mill Hill e poi presso di voi. In cinque giorni che è stato a Torino alla Scuola Apostolica, il Superiore mi ha detto che Hanifan non era un buon elemento e l'ho notato io stesso, allora ho pagato 135 franchi per rinviarlo a Londra.
Padre mio, mi prepari dei buoni elementi che abbiano lo spirito di Gesù Cristo. verrò a vederla e ci intenderemo su tutto per il meglio delle nostre opere. Il Cuore di Gesù deve aiutarla al fine di aiutarmi e di venire in soccorso dell'Africa centrale
Arrivederci a Turnhout. Preghi il Cuore di Gesù e di Maria per il
Suo dev. amico + Daniele Comboni
Vescovo e Vicario ap.lico dell'Africa centrale
Traduzione dal francese.
N. 934; (891) – SCHEMA DI UNA CONFERENZA
ACR, A, c. 18/23
S. Carlo, Torino, 26/5/80
Ringraziamenti ai cattolici di Torino, città della fede, della carità, dell'Azione Cattolica, e dell'apostolato dell'Africa C.le
1º. Nozioni generali sull'Africa...
" " sull'Africa C.le
2º. Tentativi fatti dalla Società fino ad oggi...
dalla Chiesa fino al 1846
3º. Erezione del Vicariato 1846 e quadro dei suoi popoli
1º. Islamismo e sua propaganda
M'tesa e Stanley
2º. Feticismo, e sue diramazioni
Bari e Mighela
Tiet
3º. Schiavitù e tratta
caccia dei negri
Abd-el-Samak
Daniele Sorur
4º. Difficoltà grandi dell'Apostolato
1º. Materiali
a) Clima
b) Difficoltà di comunicazioni e viaggi (2 mesi di viaggio per andare dal Vescovo più vicino)
c) Lingua
d) Mancanza di arti e mestieri
e) Privazioni (vitto) Carestia e Pestilenza 1878
[In margine] Sr. Anna a Malbes
2º. Formali
a) Natura e carattere, e superstizioni
b) Islamismo
c) mantenere il sacerdozio in loro paese
5º. Mezzi di evangelizzarli
1º. Non gli esploratori
2º. Non le Società protestanti inglesi a Nyanza,
Protestanti a Khartum e Gadaref
[in margine] Malzak D.r Nachtigal
3º. Risultati da Ponset a Stanley
Scrittore americano
Baker Pascià.....
Noi a Gondocoro
Prout a Nuba
Noi a Nuba
(Akol Gorgieb)
Invece
6º. Unico mezzo e l'apostolato Cattolico, cioè, fede e civiltà
1º. fede, Dio, paradiso, inferno, moralità.
2º. Civiltà, cioè, carità, arti e ,estieri, agricoltura, vesti,
Suore commercio (milanesi) colonie agricole (Malbes)
8º. Progressi fatti
Materiali
a) fabbriche
b) vestito (Suore)
c) agricoltura
d) commerci (Soc. milanese)
Spirituali
a) Anime salvate e aiutate
b) Tratta diminuita a Nuba e Obeid,
c) Moralizzazione
d) Col. agr. Malbes
e) Buon esempio, a differenza di Patrik, e altri
9º. = L'Opera sublime è degna dei cattolici torinesi
1º. per preghiere
2º. per elemosine
N.B. Il n. 892 (nei 10 volumi) è un ampio riassunto della Conferenza, non scritto dal Comboni, tenuta a S. Carlo in Torino
N. 935; (893) – A DON FRANCESCO GIULIANELLI
ACR, A, c. 15/7
Torino, 29/5/80
Breve biglietto.
N. 936; (894) – A P. GIUSEPPE SEMBIANTI
ACR, A, c. 15/171
Turin, 29 Maggio 1880
Breve notizie
N. 937; (895) – A DON FRANCESCO GIULIANELLI
ACR, A, c. 15/8
Piacenza, 29 maggio 1880
Breve biglietto
N. 938; (896) – ALLA MARCHESA D'ERCEVILLE
"Annales de l'Oeuvre Apostolique" (Juin 1880), pp. 146-147
Verona, 9 giugno 1880
Signora Presidente, Signore,
Quanto io domando perdono per non avere loro scritto, come mi ero proposto di fare; le malattie e le sofferenze che ho provato in seguito alla carestia e alle epidemie che hanno devastato la mia Missione, mi hanno obbligato, come per gli affari, a venire in Europa, ma sto per rientrare prossimamente nell'Africa centrale. Io le ringrazio infinitamente del bell'invio che mi hanno fatto e che sarà di grande aiuto. Sono molto riconoscente anche per le somme che ci hanno fatto passare per il riscatto e il mantenimento dei poveri bambini schiavi; ne abbiamo un buon numero, come delle povere piccole nere, che bisogna educare e nutrire. In questa maniera possiamo guadagnare molte più anime al buon Dio.
La loro Opera mi ha fatto pervenire più volte del vino di Bordeaux in bottiglie; questo invio ci è infinitamente prezioso, poiché nel centro dell'Africa è impossibile procurare del vino. Siamo anche, nel caso di malattia e di salute sfinita, obbligati a passarcene, ma ciò non sarebbe niente; la nostra grande, terribile privazione è di essere ridotti, ciò che capita ancora troppo sovente, a non celebrare il Santo Sacrificio della Messa che alla domenica, per la mancanza di vino! Ah, signore, se hanno potuto continuare questa opera dell'invio di vino, facciano la grande carità di farcene pervenire qualche cassa; loro avranno di diritto una larga parte delle nostre preghiere e santi Sacrifici.
Mi raccomando caldamente alle loro sante preghiere, signore, mentre ho l'onore di dirmi nei Sacri Cuori di Gesù e di Maria
loro dev.mo servitore
+ Daniele Comboni
Vicario Apostolico dell'Africa Centrale
Traduzione dal francese.
N. 939; (897) – A M.me ANNA H. DE VILLENEUVE
AFV, Versailles
J.M.J.
Sestri Levante presso Genova, 11 giugno 1880
Mia carissima Signora,
Sono sulla croce, ma c'è stato anche N. Signore. Ricevo due sue lettere di cui una mi annuncia l'invio dell'Opera Apostolica che la prego di farmi mandare a Verona al mio indirizzo e scrivo alla contessa d'Erceville, Presidente dell'Opera Apostolica, come lei mi ha saggiamente consigliato. Sette giorni fa ero sul punto di venire direttamente a Parigi da Piacenza, quando una lettera del mio Cardinale di Propaganda mi ha chiamato a Roma per una settimana.
Abbia la bontà, cara Signora, di scrivermi qui a Sestri Levante (sulle sponde di Genova) ove ritorno qui entro otto giorni da Roma, o mi scriva a Roma, Piazza Margana, 18, presso questa Superiora che è un angelo, il ritratto della Madre Emilia, sua grande amica. Mi dispiace che lei era malata e un po' sofferente, ma spero che il viaggio le farà bene. Mi dica quale viaggio fa, dove va, la città, la via etc. per sapermi regolare dove possa raggiungerla. Oh, esprima tutto il mio affetto al mio caro Augusto e alla signora Paolina; ogni giorno prego per loro e per lei, cara Signora, di cui la solida fede è sempre stata l'oggetto della mia ammirazione. E' una grazia sublime che le ha donato il buon Dio e il talismano più sicuro della sua santificazione.
Mille complimenti alla signorina Anna e a tutte le sue nipoti etc.
Preghi per il Suo dev.mo
+ Daniele Comboni
Vescovo e Vicario Apostolico
Traduzione dal francese.
N. 940; (898) – AL CARD. GIOVANNI SIMEONI
AP SC Collegi d'Italia, f. 1272v
Roma, 19 giugno 1880
Dalle indagini diligentemente e coscienziosamente fatte da me sul conto dell'oratore due settimane dopo la sua ordinazione e partenza da Verona, risulta chiaramente, che è un giovane falso, menzognero; e hic et nunc indegno di essere promosso; poiché mi risultò ad evidenza, che Agostino Lotterman, dopo esser stato espulso da un Collegio belga, è entrato nell'Ist.o di Verona, fingendo di volersi dedicare alle nostre missioni d'Africa, con animo di carpire la sacra ordinazione, e poi tornare in patria, abusando del giuramento fatto etc. Il mio subordinato parere è che non si proteggano i violatori delle benigne concessioni della Chiesa, per non incoraggiare altri a fare lo stesso.
Quindi sarebbe opportuno che Sua Em.za desse un rifiuto all'oratore, e lo rimandasse a me, facendogli capire che è obbligato a rifondere il mio Ist.o di Verona delle spese fatte per lui in tre e più anni di dimora (1500 lire); io poi lo scioglierei dall'obbligo di servire la Missione, accordandogli l'Exeat richiesto, e rimettendo poi alla coscienza ed arbitrio del suo vescovo di Gand, per la continuazione etc.
+ Daniele Comboni
Vescovo e Vic. ap.