Notiziario mensile dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù
DIREZIONE GENERALE
Il Consiglio Generale è impegnato nella sua terza Consulta. Seguirà poi la programmazione riguardo agli Atti Capitolari 2009.
Opera del Redentore
Aprile 01 – 15 DSP 16 – 30 E
Maggio 01 – 07 ET 08 – 15 ER 16 – 31 IT
Intenzioni di preghiera
Aprile - Perché la crisi economica mondiale, che ha sconvolto la vita già precaria di milioni di persone, sia un’occasione per fare una seria riflessione sui nostri stili di vita, impegnandoci a una maggiore sobrietà ed essenzialità. Preghiamo.
Maggio - Perché, per intercessione di Maria e alla luce dell’intuizione profetica di San Daniele Comboni, prendiamo sempre più coscienza della dignità e del ruolo della donna nella vita della società e della Chiesa e ci adoperiamo per contrastare ogni tipo di violenza e abuso nei suoi confronti. Preghiamo.
DSP
Assemblea provinciale
L’assemblea annuale della DSP si è svolta a Ellwangen-Josefstal dal 15 al 18 marzo. I temi principali dell’assemblea sono state le proposte del Capitolo Generale 2009 e la valutazione del “Progetto DSP”. Prima dell’assemblea, i membri del “Progetto” avevano individuato alcune aree che richiedevano maggiore attenzione. Sono le seguenti: le strutture della Provincia che ha case molto grandi e scarsità di personale giovane, l’animazione missionaria, la cooperazione con i laici, il “Werk des Erlösers” (“Opera del Buon Pastore”), l’evangelizzazione, i mass media e le pubbliche relazioni.
La DSP è ora un’Entità Giuridica
La Provincia è stata riconosciuta Entità di “legge pubblica” (Entità Giuridica), dallo stato federale di Baviera (e solo da questo stato). È un riconoscimento che renderà più facile il lavoro di amministrazione. Il provincialato e l’amministrazione provinciale, però, devono stare in un’unica struttura e nello stato della Baviera. Questo cambiamento da “associazione registrata” a entità “di legge pubblica” riguarda solo le nostre case in Germania. Dopo aver ricevuto delle chiarificazioni riguardo alla “Körperschaft öffentlichen Rechts (KöR)” da un esperto, P. Steffen Brühl SAC, ne è seguita una lunga discussione sulla scelta del posto dove raggruppare casa e amministrazione provinciale. Alla fine, anche a seguito dell’energica raccomandazione del Consiglio Provinciale, si è deciso per la casa di Bamberga.
ECUADOR
Accompagnando il popolo afro in America
A Guayaquil, dall’1 al 6 marzo, nella casa di ritiro “Schoenstatt”, si è svolto il primo incontro continentale di Comboniani impegnati nella pastorale afro. All’incontro hanno partecipato 22 Comboniani e Comboniane giunti da Brasile, Colombia, Ecuador, Perù e Messico. In questo incontro, per il quale si è avuta la preziosa collaborazione dei missionari afro di Guayaquil e di altre persone, abbiamo potuto prendere coscienza delle sfide che il popolo afro deve affrontare ma anche delle nuove possibilità all’interno della società e della Chiesa. Fra i partecipanti c’erano Fr. Daniele Giusti, del Consiglio Generale, e Mons. Eugenio Arellano Fernández, Vescovo di Esmeraldas.
Tutti i partecipanti hanno sottolineato che con questo incontro si vuole dare maggiore impulso alla pastorale afro che, come il recente Capitolo Generale ha confermato, è una priorità continentale. Come Comboniani, ci sentiamo spinti a far causa comune con il popolo afro, facendoci suoi alleati nella ricerca di una vita più piena.
In questo incontro, è stato seguito il metodo del vedere-giudicare-agire. Partendo dalla realtà sociale, politica ed economica del popolo afroamericano e illuminati dalla Parola di Dio, dal Magistero della Chiesa e dagli Atti Capitolari 2009, siamo giunti ad alcune linee di azione comuni che ruotano attorno a sei punti principali: 1. Istituto comboniano; 2. Formazione; 3. Ruolo essenziale dei laici afro; 4. Teologia e spiritualità; 5. Rete di comunicazione tra province; 6. Accompagnamento della realtà sociale.
L’incontro è stato caratterizzato dalla liturgia preparata dal gruppo dei Missionari Laici Afroecuadoriani di Guayaquil che con i canti e la simbologia ha permesso ai partecipanti di penetrare nella spiritualità afroecuadoriana.
Due missionari afro – Nieves Méndez e Bernardo Nazareno – sono intervenuti parlando del laico afro come discepolo e missionario: tutti riconosciamo che il protagonismo dei laici è una delle priorità e urgenze della nostra pastorale e, più in generale, della vita della Chiesa.
Particolarmente significativa è stata la partecipazione di Mons. Guido Iván Minda Chalá, nuovo vescovo ausiliare di Guayaquil e primo vescovo afro dell’Ecuador, che ha espresso tutta la sua gratitudine per aver potuto partecipare all’incontro e imparare – sono parole sue – dall’esperienza dei Comboniani.
Oltre agli interventi “ufficiali”, l’incontro è stato arricchito dai contatti con varie comunità ed esperienze pastorali diverse.
La sera di lunedì e martedì, sono state presentate due iniziative della pastorale giovanile afro. Il lunedì, il giovane Cesar Salazar ci ha parlato della missione attraverso i media e ha presentato il video “Tra lotta e speranza: la situazione lavorativa del popolo afro a Guayaquil”, di cui è autore. Cesar ha sottolineato quanto sia importante che i giovani afro sensibilizzino la società sulle situazioni d’ingiustizia e discriminazione che il popolo afro ancora subisce e, allo stesso tempo, ha portato l’esempio di tanti afro che – lottando e preparandosi seriamente – sono riusciti a emanciparsi.
La sera di mercoledì abbiamo visitato la comunità afro di Malvinas. Nella chiesa del Buon Pastore, suor Ayda Orobio – afrocolombiana – ha pronunciato un intervento, molto apprezzato, sulla donna e la famiglia afro. Fra l’altro, suor Ayda ha sottolineato che la violenza sessuale è la forma più umiliante di schiavitù, rilevando anche che in tutti i paesi il processo di etno-sviluppo della popolazione afro è in mano alle donne.
Giovedì, abbiamo fatto un’uscita a Nobol e Daule. Commovente è stata la celebrazione della Messa – presieduta da Mons. Arellano – ai piedi del Cristo nero di Daule, che ci parla di un Dio che assume lo stesso colore della pelle degli oppressi e fa causa comune con loro. Juan Carlos Rosero, missionario laico afro, ha spiegato come il popolo afro di Guayaquil abbia riscoperto l’importanza del Cristo di Daule e ha cantato la canzone da lui composta alcuni anni fa sul Cristo afroamericano.
Giovedì notte abbiamo partecipato ad un dibattito sul tema “Cultura afroamericana, Chiesa e società”. Fra i relatori, Mons. Arellano, Mons. Minda, P. José Joaquim Luis Pedro e l’economista Uriel Castillo, dell’Università Cattolica di Guayaquil.
Venerdì è stata la giornata dei lavori di gruppo. È stato proposto di formare un’equipe di coordinamento della pastorale afro comboniana, a livello continentale, il cui compito principale sarà di attivare una rete fra le diverse province, per una maggiore conoscenza reciproca, per scambiare il ricco materiale che già abbiamo e metterlo a disposizione della Chiesa, del popolo afro e delle università.
Venerdì sera, Catherine Chalá ha presentato l’Enciclopedia del Sapere Afroecuadoriano che ha suscitato grande interesse da parte di tutti i partecipanti.
L’incontro è terminato sabato con l’inaugurazione ufficiale della sede rinnovata del Centro Afro. Alla Messa, celebrata da Mons. Minda, ha fatto seguito la benedizione della casa e uno spettacolo musicale al quale ha partecipato il gruppo di suonatori di marimba “Karibu” e diversi gruppi di musica rap.
Il provinciale, P. Claudio Zendron, ha detto che, rinnovando la sede del Centro Afro, i Comboniani hanno voluto sottolineare che la pastorale afro costituisce una priorità importantissima della nostra attività di evangelizzazione. Tutti i presenti sono stati molto contenti anche perché, con questo evento, hanno avuto la possibilità di incontrare di nuovo tanti comboniani che hanno lavorato con il popolo afro di questa città.
EGYPTE
Incidente
Lunedì 8 febbraio, P. Cosmo Vittorio Spadavecchia, delegato dell’Egitto, è stato investito da un pulmino e si è fratturato la caviglia. Il giorno seguente P. Cosmo è stato operato e si sta lentamente ristabilendo.
Primo Congresso biblico
Il 26 febbraio a Zamalek, presso la chiesa di S. Giuseppe, è stato organizzato per la prima volta il Congresso Biblico. Questo ha permesso a gente di ogni età e nazionalità e alle chiese in Cairo di incontrarsi per discutere sul tema “Il messaggio di Paolo ai cristiani in Egitto”. Le sessioni sono state organizzate in arabo, inglese, italiano, francese e spagnolo per includere più gente possibile. Tra i relatori abbiamo avuto un vescovo copto, un pastore luterano, uno presbiteriano e membri della facoltà della locale scuola cattolica di teologia. L’evento intende diventare un appuntamento annuale per promuovere l’istruzione, l’ecumenismo e il dialogo interreligioso.
ERITREA
Assemblea della Delegazione
L’Assemblea della Delegazione dell’Eritrea si è svolta ad Asmara dal 16 al 18 marzo, con la partecipazione di tutti i membri e novizi della Delegazione. Gli scolastici erano rappresentati da due di loro nelle sessioni pomeridiane, mentre l’ultimo giorno erano tutti presenti. L’assemblea è stata preceduta dalla festa della nascita di Comboni, celebrata da tutta la famiglia comboniana nella cappella delle Suore di Casa Comboni.
Il segretariato per l’evangelizzazione e per la formazione permanente aveva inviato per tempo il programma e l’orario alle comunità, invitando i confratelli a studiare individualmente e comunitariamente il documento.
Il delegato al Capitolo ha presentato un quadro d’insieme del Capitolo Generale e altre informazioni importanti sugli Atti Capitolari 2009 per aiutarci nella riflessione e nello studio del documento. L’assemblea ha analizzato tutti i temi proposti dagli Atti Capitolari, domandandosi che cosa queste sfide potrebbero significare per la nostra delegazione e per la difficile situazione del nostro paese.
Una riflessione particolare è stata fatta riguardo alla soppressione della comunità/missione di Fode e sulla nostra possibile futura presenza a Gash Barka. Una commissione d’inchiesta era stata scelta dal Consiglio di Delegazione per studiare la proposta del vescovo dell’Eparchia di Barentu. La commissione ha presentato una relazione scritta all’assemblea che ha discusso a lungo le varie questioni e le loro implicazioni, presentando la sua conclusione. Il Consiglio di Delegazione prenderà in considerazione le proposte e arriverà a una decisione dopo aver dialogato con il Consiglio Generale.
L’assemblea è terminata con la celebrazione eucaristica presieduta da P. Aristide Guerra, il confratello più anziano e l’unico non-eritreo della Delegazione. Tutti apprezziamo la sua presenza tra noi perché, dopo 58 anni passati in questo paese, conosce meglio di tutti la storia della nostra Delegazione.
ESPAÑA
Incontro Antropologia e Missione
La rivista Mundo Negro ha organizzato, dal 20 al 21 marzo a Madrid, il XXII Incontro di Antropologia e Missione sul tema “Dialogo cristiano-musulmano” dal titolo “In nome dello stesso Dio”. Nel corso dell’Incontro, è stato consegnato il Premio Mundo Negro alla Fraternità 2009 a Mons. Paul Kouassivi Vieira, vescovo di Djougou (Benin).
La conferenza inaugurale è stata svolta da José Luis Sánchez Nogales, docente di Filosofia della Religione nella Facoltà di Teologia di Granada, su “Concetti chiave dell’Islam”. In base alla sua esperienza di insegnante, ha dato degli elementi per capire quattro concetti fondamentali dell’Islam: Mahoma, Islam, Corano e Sharia.
Sulla situazione del dialogo islamo-cristiano, P. Miguel Ángel Ayuso Guixot, Comboniano e preside del Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica (PISAI), ha fatto un bilancio aprendo orizzonti su prospettive future.
Le frequenti riunioni e incontri per rendere possibile questo dialogo hanno portato ad alcune valutazioni.
Nei partecipanti a questi incontri si osserva un certo disequilibrio. Mentre, infatti, i rappresentati cristiani conoscono bene l’islamismo, i musulmani che partecipano ignorano in gran parte i fondamenti della religione cristiana. Sui contenuti poi, le difficoltà da superare riguardano il riconoscimento di quello che è il patrimonio del cristianesimo e la necessità di svincolarsi dalle connotazioni politiche con le quali la religione islamica si presenta. Per questi motivi, le decisioni che potrebbero essere prese in questi incontri non sono sufficientemente concrete e, di conseguenza, gli sforzi per il dialogo mancano di continuità.
Il momento culminante dell’Incontro è stata la testimonianza di Mons. Kouassivi che non ha potuto essere presente di persona perché i medici non gli hanno permesso di viaggiare. Così è stato il Comboniano, P. Juan José Tenías Fenollé, a ricevere il premio a nome suo. Mons. Kouassivi è un musulmano convertito al cristianesimo e conosce a fondo i rapporti fra le due religioni. A Djougou, accanto alle 100 moschee vi sono solo due chiese cattoliche per il 3% della popolazione. Ecco la sua testimonianza: “Dialogo e carità, sì, in nome della mia fede cristiana; ma mai apostasia o abdicazione. No alla violenza, ma anche al silenzio colpevole e alla sottomissione per paura”. Poi, quasi ad indicare le tappe di una strategia, ha dato alcune indicazioni: conservare il valore della propria fede cristiana, viverla e mostrarla senza paura né ostentazione. Vivere la carità cristiana senza esclusioni e praticarla anche nei confronti dei nostri fratelli musulmani. Pregare per i nostri fratelli musulmani senza necessariamente chiedere la loro conversione, perché questa spesso presuppone un lungo cammino che ciascuno incontra nella sua condizione concreta. Pregando per i musulmani ho fiducia nel fatto che Dio lavora e saprà condurli alla Verità di Gesù Cristo nel migliore dei modi. È necessaria la pazienza, è necessaria la perseveranza, è necessario avere determinazione e convinzioni evangeliche profonde.
ITALIA
Assemblea dei Superiori
Nei giorni 23 e 24 gennaio 2010, la casa di Pesaro ha accolto i superiori delle 23 comunità della Provincia Italiana, insieme ai consiglieri e ai segretari provinciali, per un momento di riflessione a partire dalle conclusioni del Capitolo 2009 e nella prospettiva di preparare la prossima Programmazione Sessennale. Il provinciale, P. Corrado Masini, ha introdotto i lavori invitando a vivere l’assemblea come occasione di comunione e di corresponsabilità, per ravvivare lo spirito di fraternità e missionarietà in tutte le realtà della Provincia.
Il primo giorno è stato dedicato al Capitolo ed è stato animato dalla presenza di P. Enrique Sánchez González, Superiore Generale, e di P. Alberto Pelucchi, assistente generale. Il primo ha condiviso le sue riflessioni sul Capitolo, mettendone in evidenza alcune caratteristiche (in particolare l’internazionalità) e ricordandone le sfide e le priorità. P. Pelucchi ha parlato del contributo delle Province Europee e delle proposte e orientamenti del Capitolo in riferimento all’Europa; ha poi introdotto un lavoro a gruppi indicando tre argomenti di discussione: l’internazionalizzazione del personale delle province, la nostra presenza missionaria in Europa e la validità delle nostre attuali strutture.
Il secondo giorno ha voluto offrire una visione della realtà della provincia, a partire dalle relazioni dei vari segretariati e commissioni, permettendo ai partecipanti di informarsi, chiarire i propri dubbi e dire la propria opinione sulla vita della Provincia.
Nonostante il tempo limitato, l’incontro è stato ricco e ha permesso di crescere nella conoscenza reciproca e nel senso di appartenenza alla Provincia. Questa comincia ora il processo di preparazione della Programmazione Sessennale con un questionario che è stato inviato ai confratelli e alle comunità per stimolare la riflessione e suscitare contributi e proposte.
Limone: Domenica Pace e Luigi Comboni al Teseul
“Onora il padre e la madre: avrai gioia e sarai esaudito nel giorno della tua preghiera” dice il Siracide (3,5). I resti mortali di Domenica Pace (1801-1858) e Luigi Comboni (1803-1893) sono stati affidati alle cure dei figli del Comboni. E noi li onoriamo con quello spirito di pietà filiale che Daniele stesso avrebbe per i genitori che tanto ha amato in vita. Il 15 marzo del 1973 le loro ossa venivano prelevate dal cimitero del paese per “ritornare a casa”, al Teseul, non più vuoto ma occupato ormai da qualche anno dai discepoli del loro figlio privilegiato, Daniele.
Il 12 febbraio del 1996, in preparazione alla beatificazione, l’urna che conteneva i pochi frammenti delle reliquie del Comboni venne portata in processione dalla chiesa parrocchiale al Teseul. Queste poche reliquie vennero poi distribuite in varie località e nell’urna rimasta vuota vennero depositati i resti mortali dei genitori. Il lavoro di ammodernamento del percorso comboniano (Museo), da poco conclusi, hanno reso necessario lo spostamento della loro collocazione.
Abbiamo deciso che il posto più adatto doveva essere accanto alla cappella della “Casa Natale” dove viene venerato San Daniele. L’adiacente sacrestia viene ridisegnata per la sua nuova funzione di custodia di qualcosa di molto “prezioso”.
I pellegrini, dopo aver pregato San Daniele, possono ora proseguire il loro itinerario guidati da un legame di continuità che le linee architettoniche e i colori suggeriscono. Possono così, nella simbologia “latente” di un albero, venerare la radice (urna che contiene i resti mortali dei genitori), il frutto (vetrina che custodisce i ricordi di San Daniele a noi più cari), e la ramificazione (breve cenno alla famiglia dei Comboniani che si dirama nel mondo) della grande “avventura” comboniana. Un “albero piantato lungo corsi d’acqua” (Salmo 1,3) che dà ancora frutti per il Regno di Dio.
L’inaugurazione è avvenuta il 15 marzo alla presenza di un gruppo di una trentina di Comboniane e Comboniani che incominciavano proprio quella stessa sera un corso di Esercizi dal tema “il mistero di Cristo sul volto del Comboni”, guidati dall’ex Superiore Generale P. Teresino Serra. La Messa è stata offerta per tutti i genitori defunti delle Comboniane e dei Comboniani, incominciando appunto da Domenica e Luigi Comboni che ci hanno preceduto nel segno della fede.
KENYA
Assemblea provinciale
L’assemblea provinciale che si è svolta a Nairobi dall’8 al 12 febbraio 2010, ha impegnato i confratelli nello studio e nella contestualizzazione in Kenya degli Atti Capitolari, identificando le sfide e i modi per affrontarle. È iniziata con una mattinata dedicata alla preghiera e alla riflessione sotto la guida di P. John Ikundu, il rappresentante del Kenya al Capitolo. Nel pomeriggio, il provinciale ha presentato la sua relazione sullo stato della provincia.
Il lavoro è stato organizzato in gruppi formati dalle comunità delle varie zone: Turkana, Pokot, Marsabit, Nairobi pastorale, Nairobi animazione missionaria e formazione, mentre la valutazione finale è stata fatta in assemblea plenaria. In generale, la provincia appare viva, attiva e creativa nel campo dell’evangelizzazione. Gli sconvolgimenti che hanno segnato la vita del paese negli anni passati non hanno avuto un impatto negativo sugli impegni pastorali, poiché nessuno si è sentito minacciato o costretto a lasciare il paese. La dolorosa esperienza della crisi ha portato i confratelli a programmare più seminari per discutere degli attuali problemi socio-politici e religiosi, in modo da non essere impreparati di fronte allo sviluppo degli eventi.
Riguardo alla leadership, ci siamo chiesti che tipo di provinciale avevamo in mente per i prossimi sei anni. Dopo un elenco di qualità davvero impossibili da trovare in un’unica persona, è stato anche suggerito di scegliere un confratello del Kenya. Gli Atti Capitolari invitano ad adottare uno “stile di vita” più in linea con quello della gente. Sono state suggerite varie proposte pratiche che vanno da una più profonda conoscenza e stima della gente, della lingua e delle usanze del posto a un uso più evangelico dei mezzi a nostra disposizione, con la clausola di non cadere nella trappola di prendere “la povertà” come un’ideologia. “Il nostro stile di vita dovrebbe essere diretto a mostrare alla gente come migliorare la propria vita, mettendo da parte l’idea delle ‘super potenze’ (non siamo ‘fornitori’), mostrando loro come meglio utilizzare i mezzi a disposizione e dando segni chiari di grande impegno nel lavoro”. L’icona del Buon Samaritano potrebbe essere una fonte d’ispirazione.
Sono stati discussi i temi dell’identità e della spiritualità, la riqualificazione degli impegni (nel senso di mantenere solo quelli strettamente rispondenti al carisma comboniano) e il fondo comune totale (che è stato accettato).
HARTOUM
Si vota
La campagna elettorale in Sudan si avvicina alle ultime battute. Il 12 aprile si vota. Secondo i dati ufficiali 16.147.000 cittadini si sono registrati. Un successo, se pensiamo che nelle elezioni del 1986, se ne registrarono solo 5 milioni.
Il fatto che per la prima volta i candidati abbiano fatto campagna elettorale, si siano presentati alla gente con un programma e abbiano tappezzato le città e le auto con le loro foto, è un fatto degno di nota. Finora di solito si accedeva al potere senza campagna elettorale, con un colpo di stato (si pensi a Nimeri e Bashir) o tramite accordi all’interno dei partiti. Questa volta si fa campagna elettorale. Ovviamente, non tutto è perfetto e le lamentele sono all’ordine del giorno. Ma l’impressione è che si stia facendo un cammino in positivo.
Si è fatto osservare
1. Troppa carne al fuoco. Si vota per il presidente della Repubblica, per il Governatore dello stato, per i deputati a livello nazionale, ragionale e locale, per la rappresentanza femminile ecc. Nel Nord Sudan le schede sono 8, nel Sud Sudan addirittura 12. Obiettivamente, non è un esercizio facile.
2. La fretta. Durante le trattative che portarono al CPA, il Nord aveva chiesto che la transizione durasse 10 anni, SPLM vide in questo una tattica di procrastinazione e ottenne 6 anni. In realtà sei anni non sono pochi, ma il problema è che non sono stati rispettati i tempi delle operazioni che dovevano preparare le elezioni.
3. Bashir si è mostrato particolarmente accanito in questa campagna elettorale. Dalla sua, ha avuto tutto l’apparato dello stato, i mezzi di comunicazione e i soldi. Ha percorso il paese, in lungo e in largo, incluso il Sud. Ovunque, ci sono state grandi manifestazioni, grandi promesse, l’inaugurazione di opere pubbliche. A Wau ha riaperto al traffico la ferrovia, a Renk ha inaugurato l’allacciamento elettrico con la centrale di Damasin. La risposta dei sudisti è apparsa ambigua: ricordano benissimo i mali di cui Bashir è responsabile, tuttavia, per calcolo politico, molti sperano che con Bashir al potere sia più facile arrivare al referendum del gennaio 2011. E Bashir si è mostrato generoso: “Rispetterò la volontà popolare, anche se il Sud sceglie la secessione. E collaborerò con il nuovo Stato”, ha promesso solennemente, di fronte a decine di migliaia di cittadini. Ovviamente, quando Bashir parla al Nord, il suo discorso cambia. Ai fratelli musulmani ha assicurato che la sharia, le legge islamica, imposta da Nimeri nel 1983, non si tocca. Ed è stato molto critico con il suo concorrente nelle elezioni, Arman, che invece parla di uno stato secolare.
Ma la sua posizione resta scomoda: se viene eletto, deve ancora rispondere alla Corte Criminale Internazionale. In questo contesto qualcuno ha messo in conto anche la possibilità di un colpo di stato organizzato dal suo stesso partito e appoggiato dai suoi sostenitori (partito, esercito, mercanti, i soliti sostenitori all’estero...) e l’idea sarebbe di sostituire Bashir, lasciando tutto il resto tutto come prima.
La Chiesa
Anche la Chiesa si è attivata. La prima Domenica di Quaresima, l’Arcivescovo di Juba ha pubblicato una lettera pastorale sul tema delle elezioni: “Voice of People, Voice of God”. Un ottimo strumento di formazione nel contesto delle elezioni.
Il 1 marzo il Cardinale Zubeir, Arcivescovo di Khartoum, ha organizzato un incontro ecumenico di preghiera e di coscientizzazione. Si è unito a lui, Mons. Rudolf Deng, vescovo di Wau e presidente della Conferenza Episcopale Sudanese. “Siate saggi nel vostro voto, in modo da portare un cambiamento sostanziale in Sudan”, ha detto il Cardinale. “Informatevi bene su chi sono, quelli che eleggete: se eleggete gente corrotta diventate anche voi corresponsabili della corruzione che ne segue”. Il Cardinale ha messo in guardia i cristiani, perché non si ripetano in Sudan le tragiche esperienze che hanno accompagnato le ultime elezioni in Zimbabwe e Kenya. Significativa la presenza di altre Chiese con, in testa, il vescovo Jonathan Hamad Kuku della Chiesa Nazionale Luterana e pastori di altre denominazioni. Qualificata anche la presenza di personalità politiche di spicco. Tra queste, Abel Alier presidente della Commissione Elettorale Nazionale. Anche lui, come il Cardinale, ha spiegato quello che c’è in gioco e ha invitato i cittadini a informarsi sui candidati e sui loro programmi, e a sentirsi, con il loro voto, responsabili del futuro del paese. È stato un momento intenso, vissuto nella serenità e nella speranza.
Segnaliamo anche il discorso che il Papa ha fatto ai vescovi sudanesi a conclusione della visita ad limina, il 13 marzo 2010. Il Papa è consapevole del momento che il Sudan sta vivendo, non nasconde i problemi, ma sottolinea maggiormente il positivo. Invita alla vigilanza e all’impegno, specialmente nel campo della formazione dei leader a tutti i livelli e dice chiaramente che la Chiesa si aspetta che i laici “diano una convincente testimonianza a Gesù Cristo, in ogni aspetto, dalla famiglia alla vita sociale e alla politica”.
Dalle elezioni ci si aspetta anche possibili tensioni e l’invito fatto alle chiese da diverse parti è che siano presenti e attive e facciano opera costruttiva.
Il tema delle elezioni è stato oggetto di dibattiti e incontri di preghiera, un po’ in tutte le comunità cristiane, cattoliche e non cattoliche. Le comunità, a tutti i livelli, hanno preso a cuore il tema delle elezioni, incoraggiando le persone a registrarsi e ad informarsi con seminari, workshop e incontri di preghiera. Qualcuno dice che ci si è svegliati un po’ troppo tardi, ma parlando con la gente della strada si ha l’impressione che le persone discutano del tema più di quanto non si pensi. Certo, qua e là si sono registrate delle intemperanze, come la minaccia di chiusura di radio Bakhita a Juba il 3 marzo. Ma questi fatti non dovrebbero scandalizzare eccessivamente, se pensiamo che siamo di fronte ad un esercizio di libertà mai fatto precedentemente. Per cui, anche i responsabili in qualche modo devono inventare tutto. Abbiamo buoni motivi per sperare.
PERÚ-CHILE
Incontro continentale di promozione vocazionale e formazione
Dal 22 al 28 febbraio, rappresentanti di tutte le province dell’America e dell’Asia si sono ritrovati nel noviziato di Sahuayo (Messico) per partecipare a un incontro straordinario sulla formazione. Hanno guidato la riflessione P. John Baptist Keraryo Opargiw, segretario generale della formazione, e tre provinciali: P. Rafael González Ponce (M), P. Leonardo Leandro Araya (DCA) e P. Rogelio Bustos Juárez (Pe-Ch), coordinatore continentale.
L’incontro ha voluto rispondere alla proposta sorta nel contesto del recente Capitolo Generale, che ci chiedeva l’implementazione delle decisioni relative ai settori della Formazione di Base e della Promozione Vocazionale. Con l’aiuto di P. Siro Stocchetti (ACFP) ci siamo soffermati sul “Modello educativo dell’integrazione” e abbiamo discusso sugli orientamenti del XVII Capitolo Generale sulla Formazione di Base e della possibilità di proporre uno schema continentale per gli statuti operativi riguardanti la promozione vocazionale e la formazione nelle diverse tappe, nel rispetto di ciascun contesto e della gradualità e continuità dell’itinerario previsto dall’Istituto. Ringraziamo la provincia del Messico per l’accoglienza affettuosa e fraterna che ci ha riservato durante questo incontro.
Terremoto in Cile
Stavamo concludendo l’incontro continentale, pensando ancora al terremoto di Haiti, quando abbiamo saputo del forte sisma che lo scorso 27 febbraio ha colpito il Cile, con epicentro nella zona di Concepción. Dalle immagini abbiamo potuto vedere gli enormi danni causati dal terremoto e dallo tsunami che si è abbattuto su alcune di queste zone subito dopo. Appena è stato possibile, ci siamo messi in contatto con i confratelli di Santiago e con i familiari dei Comboniani cileni. I confratelli stanno bene e non ci sono state vittime, anche se la casa ha subito dei danni. Ringraziamo per le espressioni di preoccupazione e di solidarietà che abbiamo ricevuto.
UGANDA
Centenario dell’arrivo dei primi Missionari Comboniani
Il 20 marzo 2010, la Chiesa in West Nile ha celebrato il centenario (1910-2010) dell’arrivo dei primi Missionari Comboniani in Nord Uganda. Era l’inizio dell’evangelizzazione che ha prodotto frutti in abbondanza per la risposta e la collaborazione della popolazione locale. I primi Comboniani arrivati a Omach, sulle rive del Nilo, furono Mons. Franz Xaver Geyer, P. Albino Colombaroli, P. Pasquale Crazzolara, P. Luigi Cordone, Fr. Clement Schroer e Fr. Benedict Sighele.
In occasione del centenario, da Roma sono arrivati l’assistente generale, P. Alberto Pelucchi, e il segretario generale della formazione, P. John Baptist Keraryo Opargiw. Una grande folla era presente alla celebrazione, alla quale hanno partecipato molti sacerdoti locali e religiosi, Comboniani e Comboniane, il Nunzio Apostolico Mons. Paul Tschang In-Nam, Mons. Martin Luluga di Nebbi, Mons. John Baptist Odama di Gulu, Mons. Henry A. Ssentongo di Moroto, Mons. Giuseppe Franzelli di Lira, Mons. Frederick Drandua, vescovo emerito di Arua, Mons. Sabino Ocan Odoki, amministratore apostolico di Arua, il presidente dell’Uganda Yoweri K. Museveni, il ministro Fred Jachan Omach e molte altre personalità politiche e del mondo della cultura.
Questa celebrazione costituisce un importante rito africano di passaggio verso una Chiesa locale veramente matura, adulta e pienamente responsabile del proprio destino.
Preghiamo per i nostri defunti
IL PADRE: José María, di Fr. Alberto Lamana Cónsola (SS).
LA MADRE: Micaela, di P. Ramón Eguiluz Eguiluz (E).
IL FRATELLO: Antonio (dicembre 2009), di P. Tarcisio Marin (PE); Manuel, di P. Martinho Lopes Moura (BS); Maurice, di P. Donatien Kokou Atitse (ET); Marco, di P. Mario Piotti (†).
LE SUORE MISSIONARIE COMBONIANE: Sr. Camillina Gilli; Sr. Lina Luisa Cappoli.