[2882]
Siccome l'Ordine Serafico sembra disposto a rinunciare al Vicariato dell'Africa Centrale, come apparisce dal Documento 5 gennaio scorso del R.mo P. Generale dei Minori, contenuto nel Sommario Nº. III pag. 10; così, secondando il desiderio di V. E., espongo qui in succinto il Piano di azione apostolica, che giusta il mio subordinato parere, dovrebbe seguirsi dal novello Ist.o delle Missioni per la Nigrizia nel riassumere quest'arduo Vicariato, caso che alla S. Sede piacesse di affidargliela.
[2883]
A tale oggetto devo anzitutto far precedere un brevissimo cenno:
1º. sulla condizione speciale dell'Ist.o e sulle forze delle quali hic et nunc può disporre.
2º. sulla condizione attuale del Vicariato dell'Africa Centrale.
Come corollario di tutto questo farò seguire il Piano in discorso.
[2884]
Quanto al primo punto, esistono in Verona due Istituti preparatori d'ambo i sessi, creati sulle basi del Piano per la Rigenerazione dell'Africa esclusivamente per giovare, secondo le venerate disposizioni della S. Sede, all'Apostolato dell'Africa Centrale. Sono questi:
1º. l'Ist.o dei Missionari per la Nigrizia.
2º. l'Ist. delle Pie Madri della Nigrizia.
Questi Ist.i, che funzionano sotto il governo e la sorveglianza di Monsig. Vescovo di Verona e di un scelto Consiglio Centrale composto dei personaggi più assennati e distinti della Diocesi, hanno per fine di formare, mediante una maschia e solida regolare educazione, degli uomini veramente apostolici e delle virtuose missionarie, perché dopo un noviziato di oltre due anni a Verona e di altri tre anni nelle Case d'Egitto, si consacrino interamente alle missioni dell'Africa Centrale.
[2885]
La massima essenziale che si sono prefissa questi Ist.i, oltre alle altre norme prescritte per formare lo spirito e coltivare le buone disposizioni degli alunni e delle alunne, si è di fare una buona scelta di soggetti, e di educarli allo spirito di sacrifizio, dipendendo da ciò non solamente il felice avviamento, la prosperità e la durata degli Ist.i, ma altresì il loro massimo interesse, congiunto coll'interesse medesimo dei missionari e delle missionarie, non che delle anime e delle missioni, che loro verranno affidate nella Nigrizia.
[2886]
Nell'Ist.o dei Missionari si inculca profondamente, e si cerca d'imprimere e di ben radicare nell'animo dei candidati il vero e preciso carattere del missionario della Nigrizia, il quale deve essere una perpetua vittima di sacrifizio destinata a lavorare, sudare, e morire, senza forse vedere alcun frutto delle sue fatiche.
[2887]
Quindi il Superiore dell'Ist.o ed il Maestro dei Novizi fanno sentire fin da principio agli alunni che la vita di un uomo, che in modo assoluto e perentorio ha rotte tutte le relazioni col mondo e colle cose più care secondo natura, deve essere una vita di spirito e di fede. Il missionario che non avesse un forte sentimento di Dio ed un interesse vivo alla sua gloria ed al bene delle anime, mancherebbe di attitudine a' suoi ministeri, e finirebbe per trovarsi in una specie di vuoto e d'intollerabile desolamento. Poiché la sua opera non sarà sempre circondata da quella devota premura, da quell'aria di favore, quasi d'applauso, che si spiega intorno al sacerdote operante in mezzo ad anime intelligenti ed a cuori sensibili.
[2888]
Questo umano conforto può sostenere anche uno zelo poco fondato in Dio e nella carità. Ma il missionario dell'Africa Centrale non può e non deve sempre sperarlo. Egli opera in mezzo a individui* che sono abbrutiti dagli orrori della schiavitù la più inumana, [......] in cui li ha gettati la sventura e l'immane crudeltà dei loro nemici ed oppressori. Questi negri infelici sono avvezzi a vedersi strappare violentemente dal loro seno i figliuoli per essere condannati a lagrimevole e perpetuo servaggio senza speranza di giammai più rivederli; si veggono spesso trucidare spietatamente innanzi agli occhi i loro cari congiunti, e perfino gli stessi lor genitori. E siccome gli autori scellerati di sì orrendi delitti non appartengono alla lor razza, ma sono stranieri, così quegli sventurati africani* avvezzi ad essere da tutti sempre traditi e maltrattati nei modi i più crudeli, riguardano talvolta il missionario con diffidenza ed orrore, perché straniero [........]. Egli quindi, anziché trovar lusinghiera corrispondenza di affetti, deve starsi rassegnato a vedere resistenze ostili, incostanze luttuose, e neri tradimenti.
[2889]
Il perché egli deve riportar sovente la speranza del frutto ad un futuro remoto ed incerto: deve talvolta contentarsi di spargere con infiniti sudori, in mezzo a mille privazioni e pericoli e ad un lento martirio, una semente che solo darà qualche prodotto ai missionari successori: deve considerarsi come un individuo inosservato in una serie di operai, i quali hanno da attendere i risultati non tanto dall'opera loro personale quanto da un concorso e da una continuazione di lavori misteriosamente maneggiati ed utilizzati dalla Provvidenza.
[2890]
In una parola, il missionario della Nigrizia dee sovente meditare che egli lavora in un'Opera di altissimo merito sì, ma sommamente ardua e laboriosa, per essere una pietra nascosta sotterra, che forse non verrà mai alla luce, e che entra a far parte del fondamento di un nuovo e colossale edifizio, che solo i posteri vedranno spuntare dal suolo, ed elevarsi a poco a poco sulle rovine del feticismo, e giganteggiare, per accogliere poi nel suo seno i cento e più milioni della sventurata stirpe dei Camiti, che da oltre quaranta secoli gemono incurvati sotto l'impero di Satanasso. Il missionario della Nigrizia spoglio affatto di tutto se stesso e privo d'ogni umano conforto, lavora unicamente pel suo Dio, per le anime le più abbandonate della terra, per l'eternità.
[2891]
Mosso egli dalla pura vista del suo Dio, ha in tutte queste circostanze di che sostenersi e nutrire abbondantemente il proprio cuore, abbia egli in un tempo o vicino o lontano, per mano altrui o colla propria a raccogliere il frutto de' suoi sudori e del suo apostolato; anzi avendo egli per tal maniera caldo il cuore di puro amore di Dio e collo sguardo illuminato dalla fede contemplando il sommo vantaggio e la grandezza e sublimità dell'Opera, eminentemente apostolica per cui si sacrifica, tutte e le privazioni, gli stenti continui, e i più duri travagli diventano al suo spirito un paradiso in terra, e la morte stessa e il più doloroso martirio sono il più caro e desiato guiderdone al suo sacrificio. Il pensiero adunque perpetuamente rivolto al gran fine della lor vocazione apostolica, ingenera necessariamente negli alunni dell'Ist.o il vero spirito di sacrifizio.
[2892]
Essi si formano questa disposizione essenzialissima col tener sempre fissi gli occhi in Gesù Cristo, amandolo teneramente, e procurando d'intendere ognor meglio cosa voglia dire un Dio morto in Croce per la salvezza dell'anime; e rinnovando spesso l'offerta intera di se medesimi a Dio, della sanità e della vita, in certe circostanze di maggior fervore fanno tutti insieme in comune una formale ed esplicita consacrazione a Dio di se stessi, esibendosi ciascuno con umiltà e confidenza nella sua grazia anche al martirio.
Allevati con queste massime i nostri candidati, non possono non riuscire buoni strumenti nelle mani di Dio e de' suoi legittimi Rappresentanti, per coadiuvare a questa difficile intrapresa.
[2893]
Ciò che dico dell'Istituto maschile si pratica egualmente in quello delle Pie Madri della Nigrizia, le cui Novizie si educano secondo il medesimo spirito.
[2894]
Sono poi lieto di far osservare all'E. V. che sono molte le istanze di buoni soggetti che attualmente domandano di entrare nella Casa Maschile di Verona; e spero nel Signore che essa potrà fornire dei veri Apostoli e non pochi a vantaggio dell'Infelice Nigrizia.
[2895]
L'Istituto delle Missioni per la Nigrizia in Verona ha una Casa filiale in Cairo dedicata al Sacro Cuore di Gesù, e fondata nella Festa dell'Immacolata Concezione del 1867, il cui scopo è esposto nel Sommario Nº. IV, Articolo Quinto, pag. 19.
[2896]
In questo Ist.o egiziano che costituisce il secondo Noviziato ed una Scuola preparatoria di scienza pratica pei missionari dell'Africa Centrale, è in vigore, oltre alle altre discipline, lo studio speciale di Controversia africana, che ha luogo due volte la settimana sopra i punti seguenti:
a. sulle cose di prima entità ed attualità del ministero dei missionari.
b. sugli errori e superstizioni dell'Africa Centrale.
c. sugli errori dell'Islamismo in generale, e sui particolari dei musulmani d'Egitto, della Nubia, e dei nomadi della Nigrizia di razza araba.
d. sugli errori degli eretici e scismatici di tutte le specie e riti in generale, e sui particolari che esistono fra gli eretici e scismatici d'Egitto, che sono i Cofti, i Greci, gli Armeni, gli Anglicani ed i Protestanti.
e. sui perniciosi pregiudizi che dominano presso i Cattolici di tutti i riti in Egitto, e di alcuni Monaci e Sacerdoti cattolici Orientali, pregiudizi, che ponno essere un ostacolo al progresso del vero Cattolicesimo Romano.
f. sulle tendenze perniciose e sui vizi che dominano fra i cattolici europei in Egitto, e sul modo pratico di apporvi rimedio.
g. Sulle massime diaboliche, e sui danni gravissimi prodotti in Oriente dalla Framassoneria.
[2897]
Da questo studio accurato e coscienzioso se ne determina a poco a poco un sistema pratico, col quale procurare colla grazia di Dio la salute dell'anime.
Oltre a questo, si studiano accuratamente gli errori, le superstizioni e le false credenze delle donne infedeli, musulmane ed eterodosse e se ne forma come un Trattato adattato alla capacità ed intelligenza delle Suore e delle Istitutrici negre, affinché queste se ne servano efficacemente per convertire e giovare nel miglior modo possibile al loro sesso.
Questo Istituto dei negri è composto:
1º. dei Sacerdoti Missionari.
2º. dei Chierici e Catechisti.
3º. dei Fratelli Coadiutori.
4º. del Catecumenato pei negri
5º. degli allievi negri
6º. di una piccola infermeria pei negri malati ed abbandonati.
[2898]
I Sacerdoti Missionari sono i seguenti:
1º. D. Daniele Comboni Superiore d'anni 40
2º. D. Pasquale canonico Fiore Vice-Superiore d'anni 34
3º. D. Bartolomeo Rolleri d'anni 30
4º. D. Giuseppe Ravignani d'anni 37,
5º. P. Stanislao Carcereri d. MM. d. II. d'anni 29
6º. P. Giuseppe Franceschini d. MM. d. II. d'anni 25
7º. D. Vincenzo Jermolinski d'anni 32
8º. D. Giovanni Losi d'anni 30
9º. D. Pietro Perinelli d'anni 29
10º. D. Calis Gerosolimitano Chierico di Teologia d'anni 21
[2899]
A dieci minuti di distanza dall'Ist.o dei negri in Cairo esiste pure la Casa delle morette, consacrata al S. Cuor di Maria, e fondata parimenti nel 1867, allo scopo di formar buone missionarie indigene, per coadiuvare l'Apostolato dell'Africa Centrale; ed è diretta dalle Suore di S. Giuseppe dell'Apparizione.
[2900]
In questo Ist.o, oltre alle altre pratiche e rami di educazione, esposti nel mio Rapporto a V. E. ai 15 aprile del 1870, oltre alla scuola parrocchiale di Cairo Vecchio che si tiene esclusivamente dalle Istitutrici negre in diverse lingue, v'ha una Scuola interna, in cui si fa dalle morette uno studio amplo del catechismo per formarle utili e vere missionarie della lor patria nell'Africa Centrale.
[2901]
A questa scuola presiede di tanto in tanto un missionario, che spiega e sviluppa le idee e gli argomenti di prova, che si sono a tal uopo discussi e triturati nell'Ist.o maschile. A seconda delle materie v'ha luogo una specie di controversia, in cui si insegna la maniera più efficace di convertire le negre di qualunque superstizione, e si accennano i motivi e le similitudini più pratiche e piane per combattere e distruggere gli errori e le superstizioni delle donne pagane e musulmane.
[2902]
Abbiamo constatato colla esperienza che l'Istituto delle morette in Cairo è un importante elemento di apostolato per le negre dimoranti in Egitto. Dal vederle sì bene istruite ed educate, dal conversare con esse, dal sentirle cantare in chiesa, molte, anche fra le musulmane, si invogliarono di farsi cattoliche; e noi dopo replicate prove le abbiamo ammesse al grembo della Chiesa, e vi perseverano costantemente. Quanto più utile ancora sarà l'opera di queste nei loro paesi natali dell'Africa Centrale!
Questa Casa comprende:
1º. le Suore.
2º. le Istitutrici negre missionarie.
3º. l'Educandato per le negre.
4º. il Catecumenato per le negre.
5º. l'Infermeria per le malate, e le negre abbandonate.
[2903]
In questo Istituto, oltre ad altri soggetti, si sono Nº. 20 Istitutrici negre di provata moralità e capacità, che sono mature per esercitare convenientemente il loro ministero nell'Africa Centrale. Oltre al conoscer bene ciascuna di esse o l'italiano, o il francese, o il tedesco, parlano tutte l'arabo, ed alcune di esse la lingua materna delle tribù della Nigrizia, ove trassero i natali. Queste venti Istitutrici negre sono abilissime nell'arte e maniera d'istruire e tirare le loro connazionali alla Fede, per quanto sieno queste inveterate nelle loro superstizioni, e fanatiche per l'Islamismo.
[2904]
Questi due Istituti dei negri in Egitto, oltre al preparare elementi indigeni per l'apostolato dell'Africa Centrale, si prestano efficacemente per la Missione d'Egitto, secondo l'autorizzazione di quel venerando Vicario Apostolico, ed in peculiar modo giovano ai negri dimoranti in Cairo, ove gemono nella più lagrimevole condizione, come è esposto in due Rapporti pubblicati nel fascicolo del gennaio del corrente anno 1872 sugli Annali della Propagazione della Fede.
[2905]
A fondare gli Istituti di Verona, ed a mantenere quelli del Cairo eretti nel 1867, ho speso la somma di 54000 Scudi Romani, tutti offerti dalla carità delle pie Associazioni Cattoliche per la Propagazione della Fede, e dai privati miei benefattori.
[2906]
A ripigliare in oggi la cura del Vicariato dell'Africa Centrale, si può disporre hic et nunc del seguente personale:
Nº. 8 Sacerdoti missionari.
" 9 Fratelli coadiutori.
" 4 Suore, tra le quali una Betlemitana.
" 20 Istitutrici negre.
[2907]
Venendo ora a parlare della condizione attuale del Vicariato dell'Africa Centrale, è d'uopo far rimarcare a V. E. che l'azione apostolica degli antichi missionari, tra i quali io pure facea parte, si è distesa soltanto sulla parte Orientale del Vicariato, cioè, dal Tropico del Cancro nella Nubia Inferiore fino all'Equatore fra il 25º. e il 35º. gr. di Long. di Parigi. Delle quattro Stazioni fondate, ne rimangono solo tre, cioè, Scellal, che dista più di un mese di viaggio da Khartum, la quale è distante due mesi da quella di Gondokoro. L'antica Stazione di S. Croce ai Kich è distrutta.
[2908]
Si tratta che su questa medesima linea fino alle sorgenti del Nilo si è pur distesa l'azione conquistatrice dei musulmani; e non tarderà molto a seguirne le tracce la propaganda protestante.
[2909]
S. A. Ismaïl Pascià Vicerè d'Egitto, sia per ingrandire i suoi possedimenti, sia per assicurarsi un Regno che gli serva di rifugio in caso di complicazioni politiche, o mene della Porta, o conseguenze di raggiri della Russia lo balzassero dal trono di Egitto, ha già in gran parte attuato il suo disegno di conquistare l'Africa Centrale fino alle sorgenti del Nilo. A tale oggetto si è servito d'ogni specie d'individui musulmani, protestanti, e framassoni.
[2910]
Fin dal 1866 prese definitivamente possesso della vasta tribù dei Scellùk, e ne costituì una Provincia egiziana, il cui Mudir, o Governatore, risiede a Hellah-el-Kakah sulla riva sinistra del Fiume Bianco al 10º. gr. L. N.
[2911]
Sul cadere del 1869 spedì nel centro dell'Africa il protestante inglese Baker col titolo di Pascià del Sudan, o Nigrizia, con sette piroscafi, 2600 soldati d'ogni setta, e gran somma di denaro; e facendo credere alla Diplomazia che lo scopo di tale impresa era d'introdurre la civilizzazione europea in quelle tribù, e di abolirvi e distruggervi la schiavitù, stazionò diversi drappelli di soldati sui punti principali del Fiume Bianco, come all'imboccatura del Sòbat e del Bahar-el-Ghazàl, ai Dinka, ai Nuèr, ai Kic, agli Eliàb ed a Gondokoro, ed ha impreso a fare una strada carrozzabile da Gondokoro fino al Nyamza Albert, o Luta N'Zige, che è la prima sorgente del Nilo scoperta da lui medesimo nel 1864, distante due gradi Lat. da Gondokoro.
[2912]
In seguito a questa violenta invasione, la maggior parte dei negri del Fiume Bianco si ritirò nell'interno ad occidente per isfuggire all'oppressione dei conquistatori, i quali, nonostante la grande severità del Sig.r Baker, strappano violentemente dal seno delle famiglie i moretti, rubano le figliuole, maltrattano gli abitanti, ed esercitano barbaramente la tratta degli schiavi, come mi assicurano le più esatte informazioni d'Egitto, e lettere particolari del Sig.r Baker pubblicate in questi giorni sui giornali di Germania.
[2913]
Oltre a tutto questo, è ferma intenzione del Vicerè d'Egitto di prolungare la strada ferrata dell'Alto Egitto fino a Khartum per la via del Deserto di Atmùr, e di stabilire la navigazione a vapore sul Fiume Bianco, e sulle Sorgenti del Nilo, che sono laghi vastissimi, ove il clima è mite e salubre. Per cui fra pochi anni si avrà la strada ferrata da Alessandria fino a Khartum, la navigazione a vapore da Khartum fino a Gondokoro, la strada carrozzabile da Gondokoro fino al Nyamza Albert, ed il commercio europeo fino alle sorgenti del Nilo. Collo sviluppo di questo materiale progresso (di cui le missioni dell'Africa Centrale potranno profittare per le comunicazioni) ne seguirà forse in quelle lontane regioni la demoralizzazione prodotta dalla pestifera influenza della propaganda musulmana, protestante, e massonica; e l'apostolato cattolico, a misura che ritarderà a stabilirsi in quei paesi, incontrerà sempre maggiori ostacoli e contraddizioni.
[2914]
In faccia a questa condizione di eventi, scorgendo la perseverante energia dei nemici della Religione che si cimentano ai più grandi pericoli in quelle remote contrade; allo spettacolo di oltre a settanta europei fra tedeschi, olandesi ed inglesi partecipanti alla spedizione di Baker, che affrontano in questo momento l'infuocato clima africano per una gloria passeggera, e per mondani interessi, mi sembra che non debba stare addietro lo zelo cattolico, e l'azione benefica della Chiesa; e possedendo già la missione una gran Casa a Khartum, ed un'importante Stazione a Gondokoro, che è la base di operazione per lanciare la nostra azione fino alle sorgenti del Nilo, ove domina un clima salubre, e conoscendo noi già le lingue principali, i costumi, ed il carattere dei popoli che abitano le rive del Fiume Bianco, non sarebbe conveniente di abbandonare il pensiero di evangelizzare quelle vaste tribù che costituiscono la parte orientale del Vicariato.
[2915]
Benché però torni acconcio di spiegare la nostra attività su questa gran linea che da Scellal e Khartum si distende fino alle sorgenti del Nilo, non si dee perdere di vista il Centro del Vicariato, e specialmente le interne tribù dei negri che abitano il sud ed il sud-ovest del Kordofan e di Darfur, come sarebbero Teqaleh, Gebel Nuba, Fertit, Birket, Abodima, Ming etc., i quali per essere lontani dalle ordinarie comunicazioni della pretesa civiltà moderna, e meno esposti alle pestifere influenze dei musulmani e degli avventurieri europei, sono perciò stesso più semplici e morali, e quindi più facili ad essere evangelizzati. La chiave per penetrare in quelle interne tribù è il Kordofan, la cui capitale El-Obeid è sede di un Governatore egiziano, comunica col Gran Cairo per mezzo della posta settimanale, ed è popolata nella massima parte di neri provenienti dalle tribù interne suindicate.
[2916]
Ponderate bene queste circostanze, dopo aver chiamato a seria disamina tutto ciò che operarono i missionari dell'Africa Centrale, coi quali ho diviso per alcuni anni le fatiche di quello scabroso apostolato, dopo aver meditato tutte le vicissitudini, gli studi, le esplorazioni e le savie osservazioni fatte dal defunto Prov.o Knoblecher, che certo saranno note a V. E., e che sono in parte registrate negli Annali della Società Mariana di Vienna, non devo nascondere a V. E. R.ma che io ho percorso i volumi e le opere scritte in diverse lingue di tutti i più celebri viaggiatori, che nel secolo scorso e nel presente visitarono o l'una o l'altra parte delle regioni centrali incluse nel Vicariato, penetrandovi o da settentrione, o dal nord-est, oppure dalla parte australe. Tra questi, alcuni dei quali ho ben conosciuti personalmente, figurano nella storia dell'Africa Centrale i seguenti:
Poncet, che vi penetrò nell'anno 1698
Pater Krumps 1701
Browne 1793-96
Hornemann 1798
Sceikh Mohammed Ebn-Omar el-Tansi 1803
Burckhardt 1816
Cailland 1817
Drovetti 1818
Edmond Stane 1819
Lyon 1819-20
Minutoli 1820
Sultan Taima 1821
Maior Denham
Clapperton 1822
Oudney 1822
Mohammed Bey 1823
Rüppel 1824
Pacho 1826
Belzoni
Brocchi
Limant de Bellefond 1827-32
Prudhoe 1829
Moseki 1832
Hotroyd 1837
Russeger 1838
Thibaut 1838-60
Kotscky 1839
D'Arnaud 1840-41
Werne 1840-41
Pallme 1844
Figari 1844
Hudson 1844
Brun Rollet 1844-59
Lepsius 1845
D.r Penay 1846-60
Richardson 1846-51
John Petherik 1847-59
Brehm 1848
B(...)ore di Müller 1848
F. Fresnet 1848
Dr. Over 1849
Bayard Taylor 1851
Lafargue 1851-70
Barth il più rispettabile di tutti 1852-64
Em. Dandol 1853
De Schlieffen 1853
Latif Effendi o De Bono 1853-66
Vogel 1854
Malzac 1854-61
Vayssière 1854-63
Fratelli Poncet 1854-64
D'Escayrac de Lauture 1855
Rossi 1856
Th. de Heugling 1856-60
Hansal 1857
Hartemann 1860
Loian 1860
Karnier 1861
Speke 1862-63
Grant 1862-63
Baker 1864-72
[2917]
Per molti anni ho richiamato a serio esame e ponderato minutamente la sostanza di quanto scrissero questi arditi viaggiatori dell'Africa Centrale, facendo attenzione alle vie percorse, all'indole delle tribù visitate, alle tradizioni ed alla storia o vera o falsa di quei popoli, e studiai forse quanto scrissero, e quanto, direi quasi, fu dato di sapere in Europa rispetto a quelle vaste regioni per poco sconosciute, che si stendono tra i confini del Vicariato.
Ora considerata bene ogni cosa, dopo lunga e matura riflessione, io sono profondamente convinto che la via migliore e più sicura per raggiungere il magnanimo scopo della santa Sede colle forze attuali prestate e che si presteranno dagl'Ist.i di Verona e d'Egitto, è quella brevemente descritta nel seguente
PIANO DI AZIONE APOSTOLICA
[2918]
Premetto anzitutto che trovo opportunissimo che la S. C. non faccia per ora alcuna innovazione sui confini del Vicariato, e ritenga quelli stabiliti dal Decreto apostolico 3 aprile 1846, detratta la Delegazione del Deserto di Sahara affidata nel 1868 all'Arcivescovo di Algeri; perché in tal guisa rimane ai nuovi missionari un campo più vario e più vasto, ove fare buona scelta di contrade abbastanza salubri, e di stabilirsi fra tribù e popoli i più semplici ed atti a ricevere la fede e la civiltà cristiana.
[2919]
Nell'attual condizione dei paesi e dei popoli dell'Africa Centrale, mi sembra che non si debba perdere di vista, ma convenga anzi spiegare la più seria attenzione sulla parte orientale del Vicariato, e nello stesso tempo è d'uopo concentrare il nerbo della nostra attività verso la parte centrale del medesimo, e specialmente al Sud e Sud-Ovest del Kordofan e di Darfur.
[2920]
La base di operazione per la parte orientale del Vicariato è Khartum. La base di operazione per la parte centrale è El-Obeid capitale del Kordofan. Quindi sarei di subordinato parere che si destinassero alcuni missionari a Khartum, e nello stesso tempo si creasse una nuova Stazione ad El-Obeid per concentrarvi a poco a poco, dopo le più sicure indagini, il nerbo delle forze maturate dagli Istituti dei negri in Egitto. Una gran casa con giardino e terreno per fabbricarvi una chiesa è a mia disposizione nella capitale del Kordofan il giorno, in cui l'E. V. si degnasse di accordare l'ossequiato suo consentimento alla fondazione della progettata Stazione.
[2921]
I motivi per conservare Khartum sono i seguenti:
1º. Da Khartum si è in grado di sopravvegliare agli interessi dei popoli del Fiume Bianco, e di tener l'occhio sui risultati dell'attuale spedizione egiziana capitanata da Baker, affine di cogliere il tempo e l'occasione opportuna per destinare missionari in qualche tribù del Fiume Bianco, ristabilire l'antica residenza di Gondokoro, e prolungare all'uopo la nostra attività fino alle sorgenti del Nilo.
2º. Khartum è l'ultima residenza di un Console austriaco, per mezzo del quale ponno esser tutelati all'uopo gl'interessi della Missione in tutti i vasti dominii egiziani nell'Africa Centrale.
3º. In Khartum vi sono alcuni cattolici da coltivare, e molti negri da guadagnare a Cristo.
4º. In Khartum, oltre alla casa, vi sono i prodotti del giardino da custodirsi e migliorarsi a beneficio della Missione.
[2922]
I motivi per fondare una nuova Stazione a El-Obeïd sono i seguenti:
1º. Quasi tutti gli alunni mori e le Istitutrici negre delle nostre Case di Egitto provengono dal Kordofan e dalle tribù finitime, che sono il Centro del Vicariato.
2º. Nessuna setta acattolica e nessuna loggia massonica si sono ancora introdotte nel Kordofan a guastarne le popolazioni.
3º. L'Islamismo è debolissimo fra i musulmani del Kordofan e delle nomadi tribù arabe erranti nei paesi circonvicini.
4º. Gran parte degli abitanti di El-Obeïd sono pagani, ed avversi all'Islamismo.
5º. El-Obeïd è lontana dal centro di azione del Governo egiziano concentrata in oggi sulla linea orientale del Vicariato; e quindi è lontana ancora dalla morbosa influenza dei framassoni e degli increduli e demoralizzati europei, che ordinariamente seco trascina il governo egiziano.
6º. El-Obeïd è in diretta comunicazione con molte tribù del Centro del Vicariato.
7º. Ad El-Obeïd giungono ogni anno molti Regoli o Capi delle tribù dell'interno per portare il loro tributo al Governatore egiziano del Kordofan: quindi la Missione è in grado di stringere rapporti coi medesimi per istabilirsi a poco a poco nel seno delle loro contrade.
8º. I nostri missionari, essendo i primi a stabilirsi definitivamente nel Kordofan, possono più facilmente riuscire a far prevalere nell'animo di quelle genti i principii cattolici, e quindi render frustranea l'azione delle sette protestanti, caso che più tardi vi si stabilissero.
9º. Il vivere al Kordofan è a buon mercato, e vi è acqua abbastanza salubre.
[2923]
10º. I nostri missionari esploratori, che si trovano attualmente nel Kordofan, mi confermano tutti questi ragguagli da me attinti da molto tempo; ed essi furono accolti assai bene da quel Governatore, mercé le Commendatizie fatte spedire nella scorsa estate da S. M. l'Imperatore Francesco Giuseppe I presso l'I. R. Agente e Console Generale Austriaco in Egitto, e furono invitati da parecchi turchi, dai pagani, e dai pochi eretici cofti dimoranti in El-Obeïd a stabilirvi una scuola cattolica per istruire la gioventù.
[2924]
Per tutti questi motivi adunque mi sembra necessario di occupare quanto prima Khartum, di creare una nuova Stazione a El-Obeid, e di servirsi di quella di Scellal come di tappa opportunissima, riservandoci sulla faccia del luogo a giudicare dalle circostanze se convenga o no stabilire definitivamente in questa Stazione un Istituto di educazione pei negri.
[2925]
Quanto alla Residenza ordinaria del Capo di tutta la Missione, mi sembra che per ora dovrebbe fissarsi a Khartum, come la Stazione che possiede hic et nunc il necessario per le prime emergenze, che ha relazioni col Fiume Bianco e col Kordofan, e che sta in rapporto postale e telegrafico col mondo civilizzato. Se poi la nostra azione nel Kordofan sarà più tardi feconda di felicissimi risultati, in allora sarà più opportuno stabilire la Residenza del Superiore suddetto nella città di El-Obeïd.
[2926]
Khartum dista ordinariamente due mesi di viaggio dal Cairo, trentacinque giorni da Scellal, quindici giorni da El-Obeïd, e circa due mesi da Gondokoro.
El-Obeïd dista quaranta giorni da Scellal, e due mesi di viaggio dal Cairo per la via di Dongola, che è situata sopra il 18º. gr. L. N. fra il 28º. e 29º. gr. Long. orient. di Parigi. In questa città sarebbe opportuno di fondare più tardi una Stazione, come intermediaria fra Scellal e El-Obeïd.
[2927]
La Posta poi cammina assai più celere, funzionando senza interruzione notte e giorno per mezzo di appositi corrieri; perché in soli trentotto giorni percorre tutta la linea da El-Obeïd al Cairo. Il trasporto poi delle provvigioni, che faceva annualmente uno speciale inviato del defunto Provic.o Knoblecher, all'occasione che andava in Egitto a prendere gli Oli Santi da quel R.mo Monsig.r Delegato Apostolico, si operava ordinariamente in circa settanta giorni da Cairo a Khartum ed in quattro mesi e mezzo dal Cairo a Gondokoro.
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Circa i mezzi per sostenere il Vicariato, oltre al concorso attivo delle Società di Colonia e di Vienna e delle altre minori della Germania, sarebbe necessario che la pia Opera della Propagazione delle Fede di Lione e Parigi porgesse a questo scopo un rilevante soccorso. Essa è zelantissima e bene disposta per l'Africa Centrale, come più volte mi ha significato, e me n'ha fatte ample promesse: ma una commendatizia di V. E. ne otterrebbe lo scopo, essendo necessari pei bisogni di questo vasto e difficile Vicariato rilevanti spese.
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Del resto, siccome finora non si è mai riuscito a piantare stabilmente la fede nell'Africa Centrale, e siccome per le gravi difficoltà incontrate nacque uno scoraggiamento non solo nelle Corporazioni, che sono in grado di spedire missionari in quelle parti, ma ancora nella Società Mariana e in tutto l'Impero Austriaco, così riprendendo ora la santa Opera, è d'uopo camminare passo passo, e procedere con somma prudenza e lentezza, che sono le condizioni essenziali per assicurare il buon esito della santa intrapresa. Il primo scopo, a cui si dee mirare nel riprendere le funzioni di quest'arduo Vicariato, si è di provare col fatto che lo stabilimento di una regolare missione nell'Africa Centrale è possibile ed attuabile cogli elementi indigeni che si van preparando. E' d'uopo quindi che il campo, ove si dee spiegare la nostra attività, sia vasto, in guisa da poter scegliere quelle località, nelle quali tornerà meno difficile di stabilirsi, e nello stesso tempo fissare tutte le sollecitudini a favore di quelle tribù e popolazioni negre, le quali si esperimenteranno le più atte a ricevere il Vangelo.
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Quando poi cogli elementi somministrati dai nostri Ist.i di Verona e d'Egitto avremo provato col fatto che è possibile una ben regolata Missione in alcuni punti dell'Africa Centrale, e che può divenire mano mano stabile e duratura; allora si rianimerà lo zelo delle Società per la Propagazione della Fede e di altri insigni benefattori, e si riaccenderà il coraggio di quelle Corporazioni ecclesiastiche e religiose, che sono in grado di prestarsi all'evangelizzazione della Nigrizia, alcune delle quali, specialmente fra le recenti e di buono spirito, non sono aliene dal concorrervi fra poco. L'Istituto di Verona, benedicendolo Iddio, le aiuterà in ogni guisa, sia alloggiando temporaneamente i loro soggetti nelle sue Case di Egitto per acclimatizzarsi e prepararsi per l'apostolato del Centro, sia accogliendoli nelle sue Stazioni dell'Africa Centrale, ed assistendoli in ogni maniera possibile, fino a che consolidati nell'esperienza pratica del ministero africano, possano assumere da sé determinate missioni nell'interno, da erigersi poi dalla S. Sede in altrettante Prefetture, o Vicariati Apostolici.
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Chiudo questo Rapporto col permettermi di far osservare all'E. V. la somma ed essenziale importanza degli Istituti dei neri in Egitto nei quali i candidati si perfezionano nella propria vocazione, si acclimatizzano e si addestrano all'esercizio del ministero apostolico, ove si formano col clero indigeno tutti gli altri elementi per l'apostolato, e si preparano immediatamente i materiali per istringere d'assedio il formidabile baluardo della Nigrizia.
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Vi aggiungo ancora una calda preghiera all'E. V. affinché si degni di assisterci colla sua sapienza in ogni cosa nella santa intrapresa, avendo noi assoluto bisogno di essere in tutto guidati e regolati dalla incomparabile prudenza e saggezza della S. C., ed essendo risoluti di non dare un passo nell'arduo e periglioso cammino senza pria sentire i venerati ordini e le sapienti disposizioni della Propaganda, la quale è la sovrana assoluta dei nostri sentimenti, delle nostre azioni, e della nostra vita.
Baciandole la sacra porpora, ho l'onore di segnarmi con tutto l'ossequio
di V. E. R.ma
U.mo, d.mo, ubb.mo figlio
D. Daniele Comboni