NOTIZIARIO MENSILE DEI MISSIONARI COMBONIANI DEL CUORE DI GESÙ

DIREZIONE GENERALE

Professioni perpetue

Sc. Ssabayinda Yuda (U) – Kampala/U – 16.10.2024

Ordinazioni

P. Fernando Uribe Mendoza (M) – Ezequiel Montes/M – 19.10.2024

Opera del Redentore

Novembre: 01 – 15 SS; 16 – 30 T

Dicembre: 01 – 15 PE; 16 – 31 U

Intenzioni di preghiera

Novembre – Perché la Famiglia comboniana, radicata nella speranza e nella gioia, accompagni i giovani che si preparano a vivere la 39° Giornata mondiale della gioventù, sostenendo la loro ricerca di felicità e pienezza, aiutandoli a divenire protagonisti di una umanità nuova. Preghiamo.

Dicembre – Per i Laici Missionari Comboniani, che in questo mese celebrano la loro Assemblea Intercontinentale: perché lo Spirito Santo li accompagni, li illumini nel prendere decisioni per il bene della missione, e li mantenga fedeli alla loro vocazione. Preghiamo.

Calendario liturgico comboniano

NOVEMBRE

Commemorazione dei confratelli, familiari
e benefattori defunti

Data da stabilire


DICEMBRE

3

San Francesco Saverio, sacerdote,
Patrono delle missioni

Festa


Ricorrenze significative

NOVEMBRE

21

Madonna del Quinche

Ecuador


DICEMBRE

1

Beata Clementina Alfonsina, Anuarite Nengapeta, vergine e martire

Congo

3

San Francesco Saverio, sacerdote,
Patrono delle missioni

Festa

Mozambico, Spagna

12

Beata Vergine Maria di Guadalupe,
Patrona delle Americhe

Messico


Pubblicazioni

Daniel Cerezo Ruiz mccj, Se puso en camino (Saggio sulla spiritualità missionaria dell’itineranza), 2024, pp. 205, Grupo Editorial Fonte, Burgos, Spagna.

Se puso en camino riflette l’itineranza del Maestro lungo le strade della Galilea, sulle rive del lago, nei mercati, presso il pozzo pubblico. È stato durante la sua permanenza nella missione in Cina, che l’autore ha scoperto un modo particolare e diverso di fare missione, mai immaginato prima. In Cina, l’itineranza si è dimostrata un imperativo costante, travolgente, nuovo ed essenziale. Così, il missionario ha cominciato a percepire nella sua vita questa nuova dimensione e le ha dato spazio, annotando sentimenti e riflessioni.

Dai suoi “primi passi” fino a quando avrà bisogno di sostenersi col bastone, il missionario dovrà affrontare “alti e bassi”, strade tortuose e iniziative audaci: la sua vita sarà segnata da invio, partenza e itineranza.

In queste pagine, troviamo icone bibliche in cui si riflette non solo il missionario, ma tutto il variegato mondo in cui vive, quello della Cina, in particolare. Ci sono anche persone concrete, con tratti universali che continuano a ispirare i passi di tante altre, e alcune parabole accattivanti, che mettono le ali all’immaginazione fino a raggiungere la vetta dell’incontro con il Signore.

L’autore ha scoperto che l’itineranza è una caratteristica essenziale del discepolo e, senza rendersene conto, ha avuto l’audacia di inserirsi in quella lunga catena di missionari itineranti che, pur non essendo esclusiva della Cina, ha potuto sperimentare, assaporare e soffrire nel contesto peculiare, avverso e complesso del mondo cinese.

CURIA

Grazie sorella, riposa in pace!

Sr. Maria Vidale, missionaria comboniana, è deceduta lo scorso 8 ottobre a Cesiolo (Verona, Italia), all’età di 85 anni.

«Siamo rimasti molto addolorati alla notizia della morte di Suor Maria Vidale. Per molti di noi comboniani, suor Maria è stata davvero “nostra sorella” nel senso più autentico del termine, con lei abbiamo condiviso l’amore per Cristo e per la missione.

In particolare, l’équipe responsabile dei corsi di formazione permanente, offerti nella nostra Curia di Roma a molti confratelli, sente di avere un immenso debito verso di lei per i molti anni in cui ha collaborato con noi nei corsi di formazione e di rinnovamento, o negli “Anni Comboniani”.

Non ha mai rifiutato il nostro invito a venire a parlarci della storia delle Pie Madri della Nigrizia, soprattutto del drammatico e doloroso fenomeno, verificatosi nella storia islamica moderna e passato alla storia come “Mahdia sudanese”, che dal 1881 al 1898 sconvolse l’Egitto e il Sudan. Quel movimento fu una vera e propria persecuzione dei cristiani presenti in quei paesi e portò alla chiusura di ogni missione nell’allora Vicariato dell’Africa Centrale. Missionari e suore furono fatti prigionieri del Mahdi e dovettero patire inenarrabili sofferenze, sia fisiche che morali.

Suor Maria si trasfigurava nel raccontare le sofferenze e l’eroico coraggio delle otto “consorelle” cadute nelle mani dei mahdisti. Per lei erano «autentiche martiri, appese alla croce», ma «granitiche nella loro incrollabile fede», e non aveva il benché minimo dubbio sul fatto che «oggi vivono nello splendore della Gloria di Dio».

Raccontava, sì, eventi tragici, dolorosi e funesti, ma sempre con un tono di voce pacato e uno spirito pieno di rispetto e “venerazione” per quella «storia travagliata e santa», e i partecipanti al corso “pendevano letteralmente” dalle sue labbra, ascoltandola con grande attenzione e interesse.

Difficile dimenticare come sapeva rispondere alle numerose domande di chiarimento che i corsisti le ponevano. A noi – c’ero anch’io, immancabilmente – accadeva qualcosa di simile a ciò che era accaduto ai due “viandanti di Emmaus”: “ci ardeva il cuore nel petto”!

Suor Maria aveva sempre risposte “creative” su ciò che deve essere la “fedeltà alla missione”, soprattutto nei momenti più difficili e più “sfidanti”, e attingeva la sua “saggezza” alla sua profonda conoscenza di simili momenti difficili e sfidanti nella storia dei due Istituti comboniani.

Ci sentiamo tutti solidali e in profonda comunione di preghiera con le nostre sorelle comboniane in questo momento di dolore, ma che ci apre alla speranza.

Uniti a tutti i confratelli che l’hanno conosciuta e ascoltata, rimanendo infiammati dallo spirito di Gesù missionario che lei sapeva trasmettere, vogliamo dire a suor Maria un grande grazie per la lunga e preziosa presenza e collaborazione, e chiediamo al Padre del cielo che l’accolga tra le sue braccia paterne e le doni il premio della gioia eterna.

A nome di tutti i nostri confratelli e dei membri delle équipe coordinatrici di ieri e di oggi, sussurro a suor Maria Vidale: «Grazie, sorella! Riposa in pace!». (Padre Alberto Silva, mccj, Coordinatore del Centro di Formazione Permanente a Roma)

La migliore “raccontatrice” di storie comboniane

Nel suo lavoro allo Studium “Madri Nigrizia”, delle Suore Missionarie Comboniane, Suor Maria Vidale è riuscita a unire, da una parte, la ricerca storica seria, esigente e professionale e, dall’altra, la bellezza del racconto, arricchente perché in grado di rendere attuale un passato che rimane riferimento vitale.

Si imponeva per la sua ricerca esauriente e per la bellezza del suo racconto, scritto e soprattutto orale. Perciò, la ricorderemo come la migliore “raccontatrice” di storie comboniane: lei troverà questo elogio esagerato, ma non rinuncerà a sorridere dal Cielo!

Inoltre, Suor Maria è riuscita a costruire la sua via e il suo metodo in un ambito (quello della ricerca storica comboniana) dove i maschi dominavano e dettavano i criteri dello “storicamente corretto”. Si è imposta per quello che ha fatto, senza abbracciare femminismi alla moda, ma rimanendo quello che era: una donna consacrata, missionaria comboniana, senza rinunciare a essere donna e a offrire il suo contributo alla memoria storica comboniana. In questo senso, le siamo tutti riconoscenti, per sempre! (Padre Manuel Augusto Lopes Ferreira, mccj, Presidente di Studium Combonianum a Roma)

Festa di San Daniele Comboni alla Curia generalizia

La sera del 10 ottobre, le tre comunità della Curia generalizia hanno celebrato insieme la festa di San Daniele Comboni. La messa è stata presieduta dal nostro confratello, card. Miguel Ángel Ayuso Guixot, Prefetto del Dicastero per il Dialogo Interreligioso. Alla celebrazione hanno partecipato alcuni sacerdoti diocesani, amici, benefattori, e rappresentanti delle suore appartenenti alle comunità alle quali offriamo il nostro servizio ministeriale.

Era presente anche padre Tesfaye Tadesse, superiore generale, che in questi giorni sta partecipando alla Seconda Sessione dell’Assemblea generale del Sinodo dei Vescovi, in Vaticano. Assenti, invece, i quattro assistenti generali, impegnati in visite ufficiali a provincie comboniane: padre David Domingues alla provincia dell’Asia, padre Elias Sindjalim a quella dell’RD Congo, padre Luigi Codianni alla London Province, e fratel Alberto Lamana alla provincia dell’Uganda.

Padre Cosimo De Iaco ha introdotto la solenne celebrazione con un caloroso benvenuto a tutti i presenti e un particolare ringraziamento al card. Ayuso Guixot. La liturgia è stata animata dai confratelli partecipanti all’Anno Comboniano di Formazione Permanente e dai confratelli studenti.

Nella sua omelia, il card. Ayuso ha ricordato che, quest’anno, «la memoria di San Daniele Comboni si colloca all’interno di un momento particolarmente fecondo per la vita ecclesiale», riferendosi al mese missionario di ottobre, il cui tema, indicato da papa Francesco, è “Un banchetto per tutte le genti “, al Sinodo dei Vescovi, e al prossimo Giubileo 2025. Partendo dalle letture della festa, ha poi messo in risalto la figura e il ruolo di san Daniele Comboni, invitando i comboniani a rendersi conto «della ricchezza e attualità del nostro Fondatore e del suo carisma missionario, centrato sulla compassione e con il cuore aperto alla speranza».

Ai missionari presenti, il card. Ayuso ha rivolto un forte invito «ad assumere, non la mentalità del manager, ma quella del servo, perché siamo chiamati a offrire la nostra vita»; a vivere «la gioia di essere comboniani»; a lasciarci «sorprendere dal nuovo, dall’altro, per incontrarlo; a promuovere una cultura dell’inclusivismo, dell’incontro, del dialogo, così necessario al nostro mondo»; a essere «santi e capaci», come desiderava Comboni, e a rinnovarsi con «speranza, perché la nostra missione e la nostra responsabilità richiedono tanta pazienza, comprensione e ascolto».

Dopo l’Eucaristia, c’è stata una agape fraterna, caratterizzata da gioia e spirito di comunione.

BRASIL

Le chiavi della vittoria

La consegna delle chiavi alle 312 famiglie del reinsediamento di Piquiá de Baixo (Piquiá da Conquista), che si è svolta il 25 ottobre, è molto più che un segno materiale: è la consacrazione di una lotta ventennale, un riscatto della dignità e una prova di resistenza contro l’impatto devastante dell’inquinamento industriale. A ogni chiave consegnata, l’emozione traboccava: lacrime, abbracci e un senso di sollievo, mescolati alla forza di chi non si arrende mai, anche di fronte alle avversità. I volti, segnati dal tempo e dalle difficoltà, risplendono oggi della speranza di una vita più giusta e sicura.

Durante la cerimonia solenne, Andrea da Silva Machado, membro dell’Associazione Comunitaria dei Residenti di Piquiá (ACMP), ha dato voce alla comunità, leggendo una lettera-manifesto fatta di ringraziamenti e richieste, e ribadendo con forza che la lotta continuerà fino al raggiungimento della piena riparazione. Nelle sue parole sono riecheggiati i dolori e le speranze di un popolo che ha vissuto sulla propria pelle le conseguenze di uno sviluppo che lo ha lasciato ai margini, ma che non è mai rimasto in silenzio. La lettera è stata un forte appello alla giustizia e all’impegno delle autorità, accolto fra gli applausi e con una profonda riflessione da parte dei presenti.

Al termine, Andrea ha consegnato la lettera al Ministro delle Città, Jader Filho, e alle altre autorità presenti, in un gesto che ha simboleggiato l’impegno affinché la lotta per la giustizia ambientale e la dignità non si esaurisca con la consegna delle chiavi.

Dopo la lettura, i membri dell’ACMP, di Justiça nos Trilhos, dei Laici Missionari Comboniani e di altri organismi che hanno accompagnato la comunità nel corso di questi anni hanno consegnato le chiavi e i kit per il bagno, la cucina e la rubinetteria. Ogni consegna rappresentava l’unione e la forza collettiva delle organizzazioni e delle persone che si sono dedicate instancabilmente al fianco dei residenti, rendendo possibile questa conquista. Questo gesto di consegna diretta, compiuto da chi ha camminato insieme alla comunità, ha reso più forte l’emozione del momento e l’importanza di una vittoria costruita da tante mani e cuori impegnati per la giustizia e la dignità.

Questo evento, colmo di tanti significati, non rappresenta la fine, ma un nuovo inizio per la comunità di Piquiá.

DEUTSCHSPRACHIGE PROVINZ

40° anniversario dei Laici Missionari Comboniani (LCM)

Il 12 ottobre, i missionari comboniani hanno invitato tutti gli ex Laici Missionari Comboniani nella casa di Ellwangen per ritrovarsi dopo tanto tempo. Nel gennaio 1984, Hans Eigner è stato il primo LMC a recarsi in Kenya per un incarico triennale. Da allora, oltre duecento giovani uomini e donne hanno seguito il suo esempio e investito tempo prezioso della loro vita nella solidarietà con le popolazioni del Sud del mondo, acquisendo molte esperienze di vita e di fede, fiducia e competenze interculturali.

Oltre trenta gli ex LMC che hanno accolto l’invito, e la gioia di rivedersi è stata davvero grande. Tutti si sono detti grati dei rispettivi servizi missionari svolti in Ecuador, Perù, Sudafrica, Kenya e Uganda, e felici dell’opportunità di trascorrere insieme una giornata di preziosi scambi e interazioni.

Il superiore provinciale, padre Hubert Grabmann, dopo aver accolto gli ospiti e i confratelli, ha illustrato la situazione e le sfide dei missionari comboniani nella provincia di lingua tedesca. Nonostante l’invecchiamento dei confratelli, siamo ancora in contatto con la Famiglia Comboniana in altre circoscrizioni, in particolare in Sud Sudan, Uganda e Kenya.

Fratel Hans Eigner ha raccontato il suo percorso personale – dapprima nel Seminario Minore Comboniano di Neumarkt, poi, come primo LMC tedesco in Kenya – che lo ha portato a decidere di diventare lui stesso un missionario comboniano. Ha commentato: «Sono andato in Africa come “miglioratore del mondo” e sono tornato in Germania come missionario».

Padre Günther Hofmann ha spiegato i cambiamenti avuti nel movimento dei LMC nel corso di quarant’anni, facendo uso di foto scattate nelle missioni durante questo periodo. Tornati dall’esperienza missionaria, molti di loro hanno dovuto completare la loro formazione professionale.

Oggi i LMC sono più giovani e, solitamente, trascorrono un anno impegnati in un progetto comboniano all’estero per il quale sono ben preparati e adeguatamente sostenuti. La pietra miliare dell’essere LMC è sempre rimasta la stessa: vivere insieme, pregare insieme e lavorare insieme.

Christoph Koch, lui stesso ex LMC sul campo, ha ragguagliato i presenti su come si è formato il gruppo dei LMC Germania e su come oggi mantenga contatti “in rete” con il Movimento internazionale dei LMC presente nelle varie circoscrizioni comboniane. Diverse sono le situazioni di vita dei membri: alcuni sono single, altri sono sposati e vivono in famiglia. Tutti, tuttavia, traducono nella pratica, a vario modo, il carisma missionario di Daniele Comboni.

Nel pomeriggio c’è stata l’opportunità di riunirsi in piccoli gruppi per scambiare idee con chi ha lavorato nello stesso paese. Altri hanno riflettuto sulla Germania come “Paese di missione”. Tutti hanno detto la loro e il risultato è stato un ricco scambio di esperienze personali, caratterizzato da abbondante saggezza di vita.

La giornata si è conclusa con una solenne Santa Messa, in cui tutti hanno espresso gratitudine e apprezzamento. (Comboni-Missionare)

EGSD

Festa di san Daniele Comboni

Mercoledì 9 ottobre, circa trecento fedeli cristiani, una ventina di combo­niani della provincia di Egitto-Sudan (zona Egitto) e altrettante suore com­boniane si sono riuniti nella parrocchia del “Cordi Jesu”, al Cairo, per ce­lebrare la festa di san Daniele Comboni. La celebrazione quest’anno ha avuto come intenzione principale l’animazione missionaria e la preghiera per la pace nella provincia e in Medio Oriente.

La giornata è iniziata con la condivisione fatta dai Laici Missionari Com­boniani in Egitto sulla loro esperienza in Kenya nel corso della loro As­semblea Generale.

È seguita la Messa, presieduta da Mons. Nicolas Thévenin, nunzio apo­stolico in Egitto, e concelebrata da mons. Claudio Lurati, vescovo del Vicariato Apostolico di Alessandria d’Egitto, e da numerosi sacerdoti di diversi Istituti. Erano presenti varie rappresentanze di fedeli provenienti dalle nostre parrocchie e cappellanie.

Nell’omelia, il nunzio, dopo aver ricordato che san Daniele Comboni, pur avendo vissuto solo 50 anni, ha realizzato opere di grande portata, in virtù del suo ardente zelo e del suo grande amore per la missione, ha invitato tutti i missionari, soprattutto i più giovani, a impegnarsi maggiormente nella missione con amore e determinazione. Alla fine della messa, c’è stato un momento di venerazione delle reliquie di san Daniele. È seguita un’agape fraterna accompagnata dalla proiezione di foto e video sulle attività dei comboniani e comboniane in Egitto e in Medio Oriente.

San Daniele Comboni interceda per la pace nel mondo e, in modo parti­colare, nelle missioni dove sono presenti i suoi figli e figlie. Il padrone della messe mandi molti operai nella sua messe!

Assemblea provinciale di Egitto e Sudan

L'Assemblea, tenutasi dal 16 al 19 ottobre al Cairo, si è aperta con un ritiro di mezza giornata predicato da Mons. Claudio Lurati.

Prima che scoppiasse la guerra in Sudan, di solito si convocavano un’assemblea zonale in Egitto e una in Sudan. Questa volta, invece, si è cercato di collegare online i confratelli del Sudan e del Libano con quelli riuniti nell’accogliente Casa Comboni delle suore missionarie comboniane, sulle colline di Moqattam al Cairo. Purtroppo, le sfide poste dalla guerra, sia in Sudan che in Libano, hanno messo in crisi i nostri piani: la comunità di Kosti è stata offline dal 12 ottobre, e la comunità di Beirut è stata impegnata nella pianificazione annuale, dopo che i recenti eventi in quel paese avevano messo in discussione l’inizio dell’anno formativo.

Per coloro che hanno partecipato, tuttavia, è stato un momento di fraternità e di condivisione di opinioni e preoccupazioni. Tra le principali questioni sul tavolo, la nostra risposta alla guerra in Sudan, la riqualificazione della nostra presenza ad Assuan, e la nostra risposta al vescovo di El Obeid, che ci invita ad aprire una comunità sui Monti Nuba. (Padre Diego Dalle Carbonare, mccj)

Libano – Inizio dell’anno formativo a Maad

La tensione in Libano si è acuita nelle ultime settimane, soprattutto dopo l’uccisione del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, il 27 settembre. Da allora la situazione è peggiorata, con bombardamenti quasi quotidiani nel sud, intorno alla Bekaa Valley, nei sobborghi di Beirut, e ora quasi in tutto il paese. Questo nuovo conflitto ha provocato circa 1,5 milioni di sfollati in sole tre settimane, secondo le Nazioni Unite, e oltre 2.000 morti, secondo il Ministero della Sanità libanese.

La Provvidenza di Dio ha voluto che la nostra comunità risieda in un’area che non è stata bersaglio di attacchi aerei. Maad è un villaggio della regione di Jbeil, situato a nord-est della capitale Beirut.

La tensione in tutto il paese, tuttavia, sta peggiorando la già difficile situazione socioeconomica della popolazione. Gli sforzi per fermare la guerra appaiono scarsi e nulli. Anzi, l’intera regione è sull’orlo di una guerra totale, se non già del tutto dentro.

Apprezziamo gli sforzi compiuti dall’amministrazione dell’Université Saint-Espirit de Kaslik (Usek), dove gli scolastici frequentano i corsi di teologia, per tenere aperta la facoltà anche in tempi difficili. Dopo un posticipo di una settimana, le lezioni sono iniziate il 7 ottobre, e da allora non ci sono state interruzioni. Un grande segno di speranza, in un contesto tanto fragile! Che San Daniele Comboni interceda sempre per noi! (La comunità di Beirut)

Il Cairo – Varato l’anno accademico a Dar Comboni

L’anno accademico a Dar Comboni è iniziato lo scorso 23 settembre, con 15 studenti del primo anno e 5 del secondo. Quest’anno, tra loro ci sono 4 scolastici comboniani, due dei quali (Felix Gama dal Malawi e Fiston Muhindo Muhiwa dalla RD Congo) svolgeranno il loro servizio missionario imparando l’arabo, mentre gli altri due (Bien Heureux Tokolet dalla Rep. Centrafricana e Solomon Eshun dal Ghana) si stanno preparando per andare a Beirut il prossimo anno. Si prevede l’adesione di altri studenti, ma potrebbero esserci dei ritardi a causa di difficoltà burocratiche. Quest’anno, come negli anni precedenti, la fondazione cattolica Aiuto alla Chiesa che Soffre ha sponsorizzato un numero significativo di clero diocesano e di religiosi provenienti da paesi africani perché potessero partecipare al corso. (Padre Simon Mbuthia, mccj)

ETHIOPIA

In memoria di padre Nicolino Di Iorio e di suor Maria Sarina Nici

Il 10 ottobre 2024 la Chiesa cattolica di Hawassa ha celebrato una messa di requiem nella cattedrale in memoria dei missionari comboniani suor Maria Sarina Nici e padre Nicolino Di Iorio. È stato un modo diverso di celebrare la solennità di san Daniele Comboni.

I due missionari, originari dell’Italia, sono tornati alla Casa del Padre nella prima settimana di ottobre. Suor Sarina si è spenta a Verona, in Italia, il 1° ottobre 2024, all’età di 92 anni. Padre Nicola è morto ad Addis Abeba il 6 ottobre 2024. Era tornato da una vacanza di cinque settimane con i genitori in Italia e stava riposando dopo il volo, quando sorella morte lo ha chiamato. Aveva 66 anni.

L’Eucaristia è stata presieduta dal vescovo cappuccino Dejene Hidoto, vicario apostolico di Sodo.

Il vescovo Seyoum Franso, vicario apostolico di Hosanna, padre Juan Núñez, mccj, amministratore apostolico di Hawassa, e padre Asfaha Yohannes, mccj, superiore provinciale, hanno concelebrato insieme a circa 50 sacerdoti, diocesani e missionari.

All’inizio della messa, padre Juan, dopo aver dato il benvenuto ai presenti, ha ringraziato padre Nicola per il suo instancabile lavoro a Hawassa. La cattedrale era gremita di religiose provenienti da diversi istituti del Vicariato e di fedeli. La liturgia si è svolta in lingua amarica e sidamo. Padre Tsegaye Getahun, segretario generale del Vicariato, ha tenuto l’omelia, ricordando il ministero di padre Nicola. Al termine della celebrazione, suor Weynshet Tadesse Haile, responsabile delle Comboniane in Etiopia, e padre Asfaha hanno presentato la vita dei due missionari defunti.

Suor Sarina si è entrata nell’isitututo delle Comboniane in Eritrea. Dopo la formazione, ha svolto il suo servizio missionario in Bahrein e nello Yemen del Sud per 16 anni. È stata poi trasferita in Etiopia, dove ha servito nelle missioni di Dilla, Dongora, Hawassa, Meki e Addis Abeba per 28 anni. Ha svolto attività di formazione nei seminari minori di Hawassa e Meki. La promozione delle donne era la sua grande passione. Il Collegio Comboniano Femminile di Hawassa è un monumento al suo lavoro pionieristico.

Quattro anni fa, a causa dell’età e della salute, era stata trasferita nella Casa Madre delle Suore Comboniane a Verona, in Italia. «Suor Sarina teneva in grande considerazione la sua vocazione di religiosa. La sua vita ha avuto e continua ad avere un impatto su tante persone. La sua generosità, la sua gentilezza e la sua cura per gli altri erano un esempio e una testimonianza del suo profondo amore per Dio e della sua fede che scaturiva da un’umanità gentile e delicata», ha sottolineato suor Weynshet.

Padre Nicola è stato ordinato nel 1986 e ha lavorato in Italia fino a quando è arrivato nel Vicariato di Hawassa nel 1995, dove è rimasto fino alla sua prematura scomparsa, tranne un periodo di quattro anni in Italia tra il 2012 e il 2016.

Ha servito le missioni di Tullo, Fullasa, Teticha e Daye tra i Sidama. È stato anche rettore del Seminario Maggiore di Hawassa ad Addis Abeba ed economo provinciale dei Comboniani in Etiopia.

Negli ultimi quattro anni è stato vice amministratore apostolico di Hawassa, al fianco di padre Núñez.

Padre Nicola è stato anche coinvolto nella formazione permanente delle religiose, soprattutto attraverso ritiri mensile, e nella messa domenicale in inglese per la comunità internazionale di Hawassa.

È stato apprezzato come un amministratore e un missionario eccezionale: generoso, amichevole e dedicato. «Immagino padre Nicola che ripete le parole di san Daniele Comboni: “Morirò, ma la mia opera non morirà”», ha detto padre Asfaha.

Padre Tesfaye Tadesse, Superiore Generale dei Comboniani e membro radicale dell’Etiopia, ha inviato il suo messaggio di cordoglio alla Provincia e al Vicariato di Hawassa. «Noi tutti ringraziamo Dio per il dono di Abba Nicola, un grande Missionario Comboniano, capace, spiritualmente ricco e umanamente generoso», ha scritto padre Tesfaye. E ha ringraziato padre Nicola per le sue qualità umane e spirituali, per la sua condivisione della fede, per la sua semplicità, per il suo dono di creare amicizia, per i suoi gesti di carità.

Anche alcuni rappresentanti di gruppi ecclesiali, tra cui un catechista di Daye, hanno voluto ricordare i due missionari e la loro eredità.

L’Eucaristia commemorativa si è conclusa con un pranzo fraterno. Le comunità comboniane femminili e maschili di Hawassa, insieme ai missionari di Addis Abeba, Haro Wato, Daye e Qillenso, hanno concluso il giorno di san Daniele Comboni con un’ora di adorazione, meditando su una delle sue ultime lettere da Khartoum. (Padre Joe Vieira, mccj)

ITALIA

Le attività dell’Acse sono riprese

L’Acse (associazione comboniana servizio emigranti) con settembre ha ripreso gradualmente le sue attività, ora in pieno svolgimento. I corsi di italiano (6 in presenza e 3 on-line da A1 a B2), di informatica (2), di inglese (1), sono ben attivi, come pure è sovraffollato il servizio odontoiatrico. I dentisti e gli assistenti eseguono circa 40 interventi settimanali. Grazie al contributo dell’Elemosiniere del Papa, Card. Karol Krajewski, riusciamo a provvedere anche piccole protesi dentarie. La distribuzione settimanale di viveri ha ormai raggiunto i 100 e più pacchi: 50% per famiglie e 50% per singoli. Grazie all’aiuto dall’elemosineria del Papa, della Caritas e di persone generose, riusciamo a offrire sempre questi pacchi, nonostante il Banco alimentare, da più di un anno, non ci fornisca che pochi viveri. Anche i bambini fino ai 2 anni continuano a ricevere il loro pacco dono. I migranti, che spesso hanno problemi per il permesso di soggiorno, questioni di abitazione e altro, hanno la possibilità di essere seguiti da alcuni avvocati. A fine novembre è partito il corso di taglio e cucito, diretto da un sarto senegalese: si confezionano cose meravigliose. Anche le borse di studio hanno avuto un buon incremento: sono 52. I 900,00 € annuali non sono una grande cifra, ma sono molto utili per l’iscrizione all’università e per altro. I borsisti sono ben accompagnati e danno buoni risultati scolastici: 2 di loro lo scorso anno ha raggiunto la laurea. Tutte queste attività sono possibili grazie ai soci e agli oltre 60 attivi volontari.

MEXICO

Padre Fernando Uribe Mendoza, nuovo sacerdote comboniano

Lo scorso 19 ottobre la parrocchia di San Miguel Arcángel di Villa Progreso, nel comune di Ezequiel Montes (stato di Querétaro, Messico), ha celebrato con gioia l’ordinazione sacerdotale di uno dei suoi figli, il comboniano Fernando Uribe Mendoza. Per l’occasione, numerosi comboniani sono arrivati da varie parti del paese, come pure i seminaristi comboniani e diversi gruppi da Sahuayo e San Francisco del Rincón, dove Fernando ha lavorato negli ultimi anni della sua formazione e dove ha esercitato il suo ministero diaconale, soprattutto con i giovani.

La celebrazione è iniziata molto prima della messa, con una processione nella quale Fernando, accompagnato dalla sua famiglia e da un bel gruppo di amici e parrocchiani, si è mosso dalla sua casa fino al grande piazzale davanti alla chiesa. La messa è stata presieduta da mons. Fidencio López Plaza, vescovo di Querétaro, che, nell’omelia, facendo riferimento al vangelo scelto da padre Fernando (Gv 15,9-17), ha sottolineato la bellezza di scoprire l’amore di Dio e rimanere in lui, di amare gli altri come il Padre ha amato noi, e il fatto che Gesù ci ha chiamati suoi amici e non servi e che è stato lui a sceglierci e ad affidarci una missione.

Mons. Fidencio ha, quindi, esortato padre Fernando a vivere questi inviti di Gesù e ha concluso invocando l’Arcangelo san Michele e la Vergine di Guadalupe perché accompagnino sempre il neo-ordinato nella sua missione.

Il giorno dopo, Giornata Missionaria Mondiale, padre Fernando ha celebrato la sua prima messa. Alla fine, c’è stato un momento di commozione quando ha ricevuto la benedizione della mamma, che lo ha donato con generosità al servizio di Dio e alla missione. Padre Fernando è stato assegnato al Sudafrica dove eserciterà il suo ministero nei prossimi anni. (Padre Ismael Piñon mccj)

MOZAMBICO

Presentazione della Bibbia e grammatica della lingua Ndau
Omaggio postumo a due comboniani

I Missionari Comboniani e l’Arcidiocesi di Beira hanno tenuto un incontro per la presentazione di due libri, la Bibbia (Mazwi a Mwari) e Elementi della lingua Ndau, grammatica e dizionario, per rendere omaggio ai loro autori, padre Giocondo Pendin (deceduto a Matola, il 9 marzo 2021) e padre Manuel dos Anjos Martins (deceduto a Tete, il 27 novembre 2022).

L’evento si è svolto l’8 ottobre presso la Facoltà di Economia e Management (FEG) dell’Università Cattolica del Mozambico. Vi hanno partecipato mons. Claudio Dalla Zuanna, Arcivescovo di Beira, mons. António Constantino Bogaio, Vescovo Ausiliare di Beira, il superiore provinciale, padre José Joaquim Luis Pedro, il rettore, padre Filipe Sungo, il sindaco di Beira, Albano Carige, religiosi e religiose, laici e altri ospiti.

I due libri sono stati presentati dal prof. Samuel Simango, docente della FEG, che ha elogiato il lavoro intenso, dedicato e generoso dei due comboniani. Le figure dei due autori, padre Giocondo e padre Manuel dos Anjos, sono state presentate rispettivamente da padre José Joaquim e padre Jeremias dos Santos Martins.

A queste presentazioni si è aggiunta la commovente testimonianza di Rosa Paz, una catechista della parrocchia di Alto da Manga, dove padre Giocondo lavorava mentre traduceva la Bibbia.

I due missionari hanno vissuto molti anni in Mozambico, hanno studiato a fondo le lingue locali e continuano a essere un punto di riferimento nella salvaguardia del patrimonio immateriale che le lingue locali rappresentano. (Padre Jeremias dos Santos Martins, mccj)

Voti perpetui e ordinazione diaconale

Il 10 ottobre, la comunità di Beira e la parrocchia di San Matteo Evangelista, affidata ai Missionari Comboniani, hanno celebrato i voti perpetui dello scolastico Sérgio Mário Vilanculo, che sta terminando il suo servizio missionario. Sérgio lascerà presto questa comunità per un’altra missione.

La celebrazione eucaristica e la professione sono state presiedute da padre José Joaquim Luis Pedro, superiore provinciale. Hanno partecipato le suore comboniane, molti amici, che ci hanno reso felici con la loro presenza, e i fedeli della parrocchia che partecipavano per la prima volta a una professione di voti perpetui. Nella sua omelia, il provinciale ha insistito sulla serietà del “professare” i voti davanti a Dio e alla comunità.

Prendendo spunto dalla tradizione del popolo d’Israele, ha spiegato che la comunità parrocchiale è responsabile di questo atto dello scolastico Sérgio e deve aiutarlo a essere fedele a questo impegno. Ha parlato poi della presenza della Croce nella missione: una croce che, come ha fatto Comboni, va amata e abbracciata, perché fonte di vita e di vera felicità.

Il 13 ottobre 2024, sempre nella stessa parrocchia, Sérgio Mário è stato ordinato diacono. Ha presieduto la celebrazione eucaristica mons. António Constantino Bogaio, comboniano, Vescovo ausiliare di Beira.

Nella sua omelia, mons. António ha sottolineato che l’ordinazione diaconale rappresenta una pietra miliare molto importante per la Chiesa: «Caro figlio e fratello, nel ricevere il diaconato, sei chiamato a cercare e a vivere la sapienza come san Daniele Comboni. Possa la sapienza di Dio essere la tua più grande ricchezza, la luce che guida ogni passo della tua missione, rafforzandoti per affrontare le sfide del ministero affinché tu possa essere un canale della grazia per coloro che servirai… Non prendere questa ordinazione come un privilegio, perché Dio non conferisce privilegi. Con essa, la Chiesa ha un lavoratore in più nelle periferie esistenziali».

La celebrazione è stata un momento di grande gioia: era la prima volta che la parrocchia di San Matteo Evangelista ospitava un’ordinazione. La comunità parrocchiale, vivace e con una grande dedizione, ha lavorato con entusiasmo alla realizzazione di questa celebrazione. (Padre Jeremias dos Santos Martins, mccj)

NAP

Parroco comboniano nella parrocchia del Sacro Cuore

Il 14 settembre scorso, in una splendida giornata piena di gratitudine, la parrocchia del Sacro Cuore di Riverside, in California, si è riunita per celebrare l’insediamento di padre José Manuel García Oviedo, mccj, come nuovo parroco.

La messa è stata presieduta dal vescovo Alberto Rojas e concelebrata da monsignor Gerard Lopez, vicario generale della diocesi, e dai diaconi Hector Aguirre e José A. Serrano. La presenza del maestro di cerimonia, Armando Montaño, e di alcuni Cavalieri di Colombo ha reso ancora più significativa l’occasione.

La messa d’insediamento è stata un evento davvero speciale, con ospiti provenienti da vicino e da lontano. Hanno partecipato sacerdoti di varie parrocchie della diocesi di San Bernardino e diversi missionari comboniani. Tra i sacerdoti presenti, oltre ai due comboniani Jorge Ochoa e John Mungereza, c’erano don Juan Ayala, della diocesi di Rockford, Illinois, don Miguel Ceja, don Moises Henriquez de Paz, don Adalberto Jeronimo-Garcia, don Marcos Medina e don Leonardo Cuatle Mino. Suor Esperanza di Chihuahua e le suore Servants of the Word hanno contribuito a rendere la giornata memorabile per tutti i partecipanti.

I parenti di padre Garcia sono venuti dal Texas, da San Diego e da Orange County, dimostrandogli il loro amore e il loro sostegno. Anche amici provenienti da Chicago (Michigan), Jalisco (Messico) e da altre parrocchie della diocesi hanno trovato il tempo di unirsi alla celebrazione, facendo emergere il forte senso di comunità e unità. La loro presenza e l’impressionante affluenza di oltre 600 persone hanno reso la celebrazione un vero e proprio evento comunitario.

Padre García Oviedo è un missionario comboniano molto impegnato, che vive secondo le parole di san Daniele Comboni: «Il missionario deve essere pronto a tutto! Alla gioia e al dolore. Alla vita e alla morte. All’abbraccio e all’abbandono!». Il suo impegno è stato evidente durante tutta la celebrazione, mentre riceveva il calore e il sostegno della sua nuova comunità parrocchiale.

La celebrazione si è protratta oltre la messa, con cibo delizioso, intrattenimento vivace e spettacoli culturali. I ballerini folcloristici e la musica mariachi hanno aggiunto un tocco di tradizione e allegria, creando un’atmosfera meravigliosa. Un momento toccante è stato il rilascio delle colombe, simbolo di pace, amore e nuovi inizi.

La riuscita dell’evento è stata resa possibile grazie all’impegno dei volontari dei vari ministeri liturgici, dei diversi gruppi parrocchiali e dei parrocchiani, che hanno lavorato insieme senza sosta. La loro collaborazione e il loro duro lavoro hanno fatto sì che ogni aspetto della celebrazione fosse perfetto.

Padre García era visibilmente felice e profondamente grato per la calorosa accoglienza e il sostegno della comunità.

La messa d’insediamento di padre García non è stata solo una bella cerimonia, ma una vera e propria celebrazione della fede, della comunità e dell’unità. Ha segnato l’inizio di un nuovo capitolo per la chiesa del Sacro Cuore, pieno di speranza e di promesse per il futuro.

Attendiamo con ansia le molte benedizioni e l’impatto positivo che padre García porterà alla nostra comunità parrocchiale. Benvenuto, padre José Manuel! (Alma Galaviz, responsabile dell’ufficio parrocchiale).

Quindicesimo “Taste of Mission”

Sabato 28 settembre, il Cincinnati Mission Center ha organizzato il XV Taste of Mission, una serata di intrattenimento internazionale, cibo e divertimento. Gli ospiti hanno assistito alle esibizioni dei ballerini filippini del Pamana Dance Group, alle danze dei tedeschi Donauschwaben Schuhplattlers, alle danze tradizionali guatemalteche, alla deliziosa musica degli Hills of Kentucky Dulcimers, e ai canti del gruppo musicale di lingua spagnola AQIS. Inoltre, hanno potuto acquistare cibi ispirati alle nostre missioni nel mondo, tra cui i rolex (popolarissimo street food – ndr) africani e i tamales del Messico.

Ogni anno questo evento attira centinaia di visitatori dalle comunità circostanti, desiderose di saperne di più sui Comboniani negli Stati Uniti e nel mondo.

PORTUGAL

Festa del Fondatore a Viseu

Lo scorso 10 ottobre, il Seminario delle Missioni – così è conosciuta la comunità comboniana di Viseu – ha avuto l’onore di ricevere il vescovo locale, mons. António Luciano, che ha presieduto l’Eucaristia della festa liturgica di san Daniele Comboni. L’evento ha fatto notizia anche sugli organi di comunicazione della diocesi di Viseu, che da 77 anni conta sulla presenza dei comboniani.

Nell’omelia, mons. Luciano ha sottolineato «la nobiltà e la grandezza» di san Daniele Comboni, «conosciuto per il suo grande lavoro missionario in Africa a favore della giustizia, della carità e della verità, avendo dedicato la sua vita all’evangelizzazione degli africani e al servizio dei più poveri».

Anche oggi, ha aggiunto «molti ancora non conoscono il Vangelo e non hanno sentito parlare di Gesù»; per questo l’opera missionaria della Chiesa è molto importante. «Tutti noi battezzati siamo missionari nella realtà della nostra vita e del nostro agire». Il Vescovo ha concluso con un riferimento speciale al mese missionario per eccellenza – ottobre – che ha lo scopo di risvegliare nel cuore di ogni cristiano quanto sia importante e urgente «la missione di ognuno nella Chiesa».

Durante la celebrazione, i comboniani presenti, in forma corale, hanno ringraziato per «il dono della vocazione missionaria» e chiesto a Dio «fedeltà alla vocazione e al servizio nella missione verso i più poveri e abbandonati».

25 anni di consacrazione perpetua

Il 13 ottobre, fratel José Francisco Duarte da Cunha Neto, 60 anni, ha festeggiato i suoi 25 anni di voti perpetui al servizio della missione nella sua città natale, Sanguinhedo de Cota (Portogallo). Mons. António Luciano dos Santos Costa, vescovo di Viseu, ha presieduto la celebrazione eucaristica che, quella stessa domenica, ha coinciso con l’insediamento del nuovo parroco. Diversi confratelli hanno partecipato alla festa, che si è conclusa con un pranzo di fraternizzazione. Fratel Neto è già tornato alla sua attuale missione, in Mozambico.

Nato a Vila de um Santo, una piccola località della circoscrizione di Cota, nel comune di Viseu, fratel Neto è entrato nel seminario delle Missioni di Viseu nel 1980, dopo la visita di un comboniano alla scuola che frequentava. Certo della chiamata di Dio a dedicare la sua vita alla promozione umana dei più poveri e bisognosi, nel 1982 è entrato nella casa comboniana di Maia, il postulato per candidati fratelli, dove ha fatto il corso tecnico professionale in motori elettrici per autotrazione.

Nel 1987 è entrato nel noviziato di Santarém. Ha fatto la prima professione religiosa il 25 maggio 1989. È stato poi destinato al Centro Internazionale Fratelli di Bogotà, Colombia, dove ha frequentato il corso di Scienze Religiose presso la Pontificia Università Saveriana. In quel paese, con un contesto sociale di estrema violenza, ha fatto pastorale nei quartieri della periferia della capitale e «ha scoperto l’impegno incondizionato di Gesù Cristo per i poveri e gli esclusi».

Terminata la formazione di base, nel 1992, è stato assegnato al Brasile, all’epoca, provincia comboniana del Brasil do Sul. Ha lavorato a Nova Contagem, dedicandosi all’educazione di bambini e ragazzi, soprattutto nell’informatica e nella “scuola integrativa”, dove adulti e giovani studiavano per terminare la scuola secondaria. Ha collaborato anche nella pastorale giovanile e con i movimenti sociali.

Fratel Neto ha emesso i voti perpetui l’8 agosto 1999, nella sua terra natale. È tornato in Portogallo nel 2004. Ha lavorato nell’animazione missionaria e, successivamente, nelle parrocchie di Apelação e Camarate, a Loures (Lisbona). Nel 2017 è stato assegnato al Mozambico, nell’équipe del Centro Catechistico Paolo VI di Anchilo, arcidiocesi di Nampula.

Durante la celebrazione dell’anniversario, mons. Luciano ha ringraziato Dio per il dono della vocazione missionaria comboniana di fratel Francisco Neto e ha ricordato che l’evangelizzazione dei popoli, a partire dalla realtà concreta della missione, è una sfida costante e attuale per le persone consacrate e per tutti i battezzati. (Fratel Bernardino Frutuoso, mccj)

RSA

“Comboni Day” a Merrivale

Domenica 6 ottobre 2024, una ventina di ospiti, tra cui i rappresentanti del St Joseph’s Theological Institute, delle case di formazione dei Missionari di Mariannhill, dei missionari della Consolata e della Società dell’Apostolato Cattolico (Pallottini), si sono uniti ai comboniani residenti nella sede temporanea del postulato, a Merrivale, presso Pietermaritzburg, per celebrare in anticipo il “Comboni Day 2024”.

La festa di quest’anno è stata segnata da due eventi: l’apertura ufficiale del nostro postulato e il conferimento dei ministeri minori ad alcuni scolastici.

L’apertura del postulato è motivo di grande gioia, dato che la provincia del Sudafrica è di solito caratterizzata da poche vocazioni locali. Quest’anno, invece, abbiamo potuto accogliere tre postulanti – Reneilwe Kuphari, Eugene Simukoko e Oyama Nkosi – che hanno “solennemente” iniziato questa loro fase di formazione. Il “rito di iniziazione” è stato espresso simbolicamente attraverso un gesto simpatico e originale: i candidati hanno bussato alla porta della cappella, chiedendo di poter entrare. Il superiore provinciale, padre John Baptist Opargiw, che presiedeva la celebrazione, ha aperto loro la porta e li ha calorosamente accolti tra le acclamazioni di gioia dell’assemblea.

Il secondo momento forte della celebrazione è stato il conferimento dei ministeri del lettorato e accolitato a cinque scolastici del nostro scolasticato di Pietermaritzburg.

Nella sua omelia, padre John Baptist ha sottolineato l’importanza di seguire l’esempio del Buon Pastore, le cui caratteristiche principali sono la compassione e la conoscenza delle pecore. Ci ha anche esortati a coltivare la nostra spiritualità personale e la nostra identità, per essere ben radicati in Cristo.

Dopo l’Eucaristia, la comunità allargata dello scolasticato/postulato ha invitato tutti i presenti a condividere un momento di agape fraterna. La presenza di amici di istituti religiosi vicini e di parrocchiani della nostra parrocchia di Santa Giovanna d’Arco ha contribuito a rendere la giornata davvero gioiosa e pienamente missionaria. San Daniele Comboni, prega per noi! (Padre Aldo Sierra, mccj)

PREGHIAMO PER I NOSTRI DEFUNTI

LA MADRE: Romualda, di Mons. Victor Hugo Matarrita (RCA); Maria, di padre Lino Spezia (I); Benedeta, di padre Titus Makokha (KE); Francisca, di padre Rafael Armada (E).

IL FRATELLO: Ferdinand, di padre Hubert Unterberger (DSP); Jerome Nkurunziza, di P. Charles Ndagij’Imana (KE).

LA SORELLA: María de Jesús, di padre Ignacio López Toro (M).

LE SUORE MISSIONARIE COMBONIANE: Sr. Lina Lalla, Sr. Maria Vidale, Sr. M. Margherita Filippi.