“Colui che ha iniziato in voi quest’opera buona la porterà a compimento” (Fil 1,6).
1. Il cammino fatto dall’Istituto in questi anni con la riflessione sulla Ratio Missionis ha messo in luce in modo assai chiaro che la FP è il cardine del nostro rinnovamento. Essa appare determinante non solo per la nostra vita ed efficacia apostolica ma pure per il futuro dell’Istituto. Solo una comunità che si pone in un serio percorso di FP può attrarre, per la propria vitalità e fecondità, nuove ed autentiche vocazioni.
2. L’invito del Concilio Vaticano II alla conversione e al rinnovamento (cfr. PC 18), accolto dal nostro Istituto nella RV (cfr. RV 99), ci ha indotti a ripensare la formazione in chiave di un unico e continuo processo di crescita che dura tutta la vita (cfr. RV 85). Questo ha portato pure ad un nuovo rapporto tra FP e FdB, che si saldano tra loro integrandosi reciprocamente in un unico globale sistema educativo (cfr. VC 69). Così, da una visione di FP come complemento o appendice della formazione iniziale, da alcuni anni si è passati a dare il primato alla FP e a ritenerla paradigma e principio ispiratore della stessa FdB.
3. Questa sensibilità è già stata espressa nei nostri documenti capitolari (cfr. AC ’97, 121; AC ’03, 51), ma stenta a farsi strada nell’Istituto. Si intendeva, allora, sottolineare il fatto che tutta la nostra vita deve essere sotto il segno della formazione. Constatiamo con una certa preoccupazione una mancanza d’impegno nella nostra formazione personale continua, una volta conclusa la FdB, e la tendenza frequente a cercare fuori di noi la causa dei problemi e dei disagi che avvertiamo.
4. La FP ha come obiettivo finale la nostra configurazione a Cristo, Missionario del Padre, mediante un processo di conversione continua, vissuta in sintonia con il nostro carisma comboniano, che ci rende missionari “santi e capaci” come intendeva s. Daniele Comboni (cfr. S 6655). La FP diventa un principio organizzatore e propulsore di tutte le dimensioni della nostra vita e apostolato, e ci porta ad un nuovo stile di vita più armonico e integrato.
4.1 La responsabilità primaria della FP spetta ad ognuno di noi (cfr. RV 100.1; RF 529). Nulla può sostituire l’impegno libero e convinto della persona. Per questo la FP si concretizza prima di tutto nel progetto personale.
4.2 Luogo favorevole della FP è la comunità locale (cfr. RV 100.2; RF 530). Il mezzo più efficace per una organizzazione concreta della FP nella comunità è il progetto comunitario. A questo bisogna aggiungere il progetto di Circoscrizione di FP che integra e completa quello personale e comunitario ed offre orientamenti ed iniziative concrete ai confratelli, accompagnandoli nelle particolari fasi della vita per sostenere il loro “dinamismo di fedeltà” (VC 70).
4.3 Contesto privilegiato della FP è la missione. Attraverso il contatto con la gente, e in particolare con i poveri, lo Spirito di Dio modella in noi l’immagine di Suo Figlio, che da ricco si fece povero (cfr. 2 Cor 8,9), per crescere assieme a noi, tutto condividendo e tutto accogliendo.
4.4 Anche gli eventi ordinari della vita quotidiana sono occasioni di FP. Essi ci richiedono uno sguardo contemplativo per cogliere in ogni momento, persona ed avvenimento la visita di Dio (cfr. Gv 21,7), integrando tutto ciò nel nostro cammino di crescita. Tale atteggiamento comporta la pratica del discernimento che ci aiuta a sviluppare anche la nostra capacità di leggere ed interpretare i segni dei tempi (cfr. RV 82.1).
5. Il Capitolo ha definito quattro obiettivi principali di FP: personale, comunitario, apostolico e strutturale.
6. Promuovere in ogni comboniano un atteggiamento di disponibilità e impegno per il proprio rinnovamento e crescita umana e spirituale, approfondendo la coscienza di essere “uomo di Dio”.
6.1 Confermiamo, in primo luogo, le indicazioni già date dal Capitolo sulle tematiche della Ratio Missionis, e in particolare sulla spiritualità: la preghiera personale e la lectio divina; il progetto di vita e l’accompagnamento spirituale; il recupero della RV; il rapporto vitale con Comboni e le fonti comboniane.
Verifica annuale da parte dei CP con i superiori locali.
6.2 I superiori, a tutti i livelli, animino le comunità a coltivare un atteggiamento fraterno di accoglienza verso tutti, ma con un’attenzione particolare verso i confratelli che attraversano momenti di difficoltà. Inoltre, nella misura del possibile, sia indicata una persona disponibile ad offrire loro l’aiuto necessario.
Verifica annuale da parte dei CP con i superiori locali.
6.3 I SP continuino a far conoscere il Codice Deontologico ai confratelli, applicandolo alla realtà locale, avvalendosi anche dell’aiuto di esperti. In particolare, provvedano all’aggiornamento dei Direttori di Circoscrizione. Il Codice Deontologico sarà oggetto di studio e approfondimento durante il periodo di preparazione alla professione perpetua.
Prima verifica nell’Intercapitolare.
7. Sostenere una vita comunitaria che sia luogo di crescita personale e apostolica rafforzando la nostra identità di “uomini della comunione”.
7.1 Le comunità favoriscano e coltivino momenti d’ascolto reciproco e condivisione, individuando modalità quotidiane che aiutino a creare un clima di famiglia e un senso di appartenenza. Pianifichino, inoltre, nella loro carta della comunità, l’esercizio della promozione e correzione fraterna.
Verifica annuale da parte dei CP con i superiori locali.
7.2 I SP e locali continuino a sensibilizzare comunità e confratelli al discernimento come atteggiamento di vita e metodo di pianificazione della vita comunitaria e del servizio missionario.
Verifica annuale da parte dei CP con i superiori locali.
7.3 Le commissioni di FP offrano gli strumenti necessari per aiutare a identificare e guarire le ferite presenti in mezzo a noi, causate spesso da pregiudizi e discriminazioni, ed animino le Circoscrizioni ad organizzare seminari o a servirsi di altri programmi già esistenti sulla risoluzione dei conflitti.
Verifica negli incontri continentali dei SP e nell’Intercapitolare.
8. Riqualificare i confratelli per renderli in grado di affrontare le nuove sfide della missione crescendo nella consapevolezza di essere “uomini della missione”.
8.1 I SP accordino un’attenzione particolare all’accompagnamento dei giovani confratelli nella prima esperienza di missione, curando maggiormente i corsi d’iniziazione, scegliendo adeguatamente le comunità a cui assegnarli e interessandosi alla situazione personale di ognuno di loro. I CP affidino ad un confratello in particolare il compito di accompagnarli durante il primo triennio di servizio missionario. Ogni anno costui farà conoscere al CP il programma stabilito con loro.
Verifica nell’Intercapitolare.
8.2 Il CG e i CP sensibilizzino i confratelli sulla opportunità di avere un periodo significativo di FP, dopo ogni 10-15 anni di servizio missionario, approfittando di corsi offerti sul posto o nel continente. Il SP incaricato della FP, in dialogo con la CCFP, informi regolarmente al riguardo il CG e i CP.
Verifica negli incontri continentali dei SP e nell’Intercapitolare.
8.3 Nel piano sessennale, a livello generale, continentale e di Circoscrizione, una particolare attenzione sia data al settore delle specializzazioni, guidata non solo dalla preoccupazione di rispondere ai bisogni più immediati, ma anche dall’esigenza crescente di professionalità nel nostro lavoro e dalla necessità di dotare il nostro Istituto di un certo numero di esperti nei vari settori della vita e del servizio missionario. I SP elaborino un programma continentale di specializzazioni considerando le priorità del proprio continente. Il CG crei un fondo per appoggiare questo programma continentale.
Verifica negli incontri continentali dei SP e nell’Intercapitolare.
9. Rivedere le nostre strutture di FP per renderle più efficienti adattandole alle nuove esigenze delle persone.
9.1 Il CG, entro giungo 2010, prenda le misure necessarie per rafforzare la CCFP nel suo servizio di animazione dell’Istituto, integrandovi l’equipe dell’ACFP e l’incaricato del Corso di Rinnovamento.
9.2 Nel contesto della programmazione di Circoscrizione, i SP facciano una valutazione del funzionamento delle commissioni di FP per potenziare il loro ruolo nell’animazione delle Circoscrizioni.
Verifica negli incontri continentali dei SP e nell’Intercapitolare.
9.3 Viene riconfermata l’importanza delle iniziative dell’ACFP e del Corso di Rinnovamento. In linea con il discernimento fatto dalla CCFP, il CG determini una sede stabile per la FP a livello d’Istituto, a Roma nella casa generalizia, dove potrebbero avere luogo l’ACFP, il Corso di Rinnovamento ed altre iniziative di FP.
Verifica nell’Intercapitolare.
9.4 Il CG, in dialogo con i SP del Continente, viste le urgenze riscontrate in questi ultimi anni, apra durante il sessennio almeno due comunità/centri di FP e di accompagnamento, una in Africa e una in America, in collaborazione con altri istituti e forze locali. Per questo identifichi e prepari il personale responsabile, almeno una persona per ogni centro, prima dell’Intercapitolare. Il personale sarà disponibile anche per iniziative di FP nelle Circoscrizioni del continente, restando in comunicazione con la CCFP e i gruppi di riflessione continentale.
Prima verifica nell’Intercapitolare.