NOTICIARIO MENSUAL DE LOS MISIONEROS COMBONIANOS DEL CORAZON DE JESÚS

BUONA PASQUA 2025

DIREZIONE GENERALE

NOTE GENERALI DELLA 34a CONSULTA GENERALE (27.3.2025)

Nomina dell’assistente generale

In data 11 marzo 2025, in accordo con le disposizioni della Regola di Vita (157.4), il consiglio generale ha scelto padre Austine Radol Odhiambo come nuovo assistente generale, in sostituzione di padre Luigi Fernando Codianni. La sua nomina avrà effetto dal 1.4.2025 e durerà fino alla fine del mandato dell’attuale amministrazione, cioè il giorno della convocazione del XX capitolo generale nel 2028. Il Consiglio esprime tutta la sua gratitudine a padre Radol per la sua disponibilità ad assumere questo incarico.

Adesione alla Piattaforma di Iniziative Laudato Si’ (PILS)

Il consiglio generale decide di aderire alla Piattaforma di Iniziative Laudato Si’ (PILS) a livello di Istituto, in seguito alla decisione capitolare 30.1. Chiede al segretario generale della Missione di attuare la decisione e di presentare un piano annuale di iniziative e di valutazione. Il segretario generale della Missione pubblicherà una lettera dettagliata sulle implicazioni di questa adesione per incoraggiare le circoscrizioni e le comunità a aderire.

Corso comboniano di rinnovamento – 50a edizione

Il consiglio generale e i coordinatori dei corsi di formazione permanente a Roma confermano che il Corso comboniano di rinnovamento (CCR) – rivolto in particolare ai confratelli che hanno dai 50 ai 70 anni, specialmente se celebrano un anniversario particolare di consacrazione e/o di ordinazione – si terrà da gennaio a maggio 2026. Il corso intende, da una parte, offrire al missionario un aiuto per un rinnovamento globale – fisico, psicologico, spirituale, comunitario e apostolico – della sua persona, per una crescita nell’integrazione personale e una maggior consapevolezza del momento esistenziale che vive, in un rapporto più profondo con Dio, con sé stesso, con san Daniele Comboni e con la comunità;  dall’altra, mira anche ad approfondire le sfide della missione di oggi per una risposta più consapevole, libera e responsabile alla propria vocazione comboniana.

Il corso inizierà il 7 gennaio 2026 e si concluderà nel mese di maggio (si considererà anche il pellegrinaggio in Terra Santa, qualora la situazione lo permettesse). Si chiede ai confratelli che hanno bisogno di studiare l’italiano di comunicare ciò al coordinatore del Centro di formazione permanente, padre Alberto de Oliveira Silva, al fine di concordare date e modalità. I confratelli che avranno bisogno del visto per Israele dovranno arrivare a fine novembre, per cominciare le pratiche di soggiorno in Italia, in modo da poter chiedere il visto all’ambasciata di Israele. Si invitano i confratelli che desiderano partecipare al corso a dialogare con il loro superiore di circoscrizione e a inviare la loro adesione, scrivendo a padre Alberto de Oliveira Silva tramite e-mail: ccfpmccj@comboni.org o albatrosilva55@gmail.com.

Comunità formativa di Maia (Portogallo)

Il consiglio generale – tenendo conto della realtà formativa dell’istituto e soprattutto delle disponibilità di posti negli scolasticati – dopo discernimento ha deciso l’apertura della comunità formativa di Maia (Portogallo) a partire dal 1° settembre 2025. Mentre si ringrazia la provincia del Portogallo per aver accolto questa comunità, si chiede ai confratelli dell’Istituto di accompagnare con la preghiera questa nuova apertura.

Prossime consulte ordinarie

Le prossime consulte ordinarie avranno luogo nelle seguenti date:

  • La Consulta di giugno, dal 6 al 20 giugno 2025;
  • la Consulta di ottobre, dal 6 al 31 ottobre 2025.

Il consiglio generale chiede a tutti i superiori di circoscrizione di annotare queste date nei loro calendari, in modo che possano organizzare i loro consigli di circoscrizione in tempo utile per inviare i rispettivi verbali prima dell’inizio della Consulta.

Ordinazioni

Kangite Wolima François d’Assise

Kinshasa (CN)

22.02.2025

Lokengi Mputu Jean Marie Vianney

Kinshasa (CN)

22.02.2025

Mumbere Kahongya Mapenzi (Volonté

Butembo (CN)

27.02.2025

Muyisa Kapitula Mumbere

Butembo (CN)

27.02.2025

Mwangi Samuel Ngugi

Gilgil (KE)

01.03.2025


Opera del Redentore

Aprile:             01 – 15 CN           16 – 30 EC
Maggio:          01 – 15 ET           16 – 31 I

Intenzioni di preghiera

Aprile: Per tutti i paesi del mondo, in particolare dove siamo presenti come famiglia comboniana, perché si possa ricercare sempre il bene comune e motivare i cristiani all’impegno sociale e politico. Preghiamo.

Maggio: Preghiamo il Signore per i profeti del Vangelo del nostro tempo che, sparsi per il mondo, rendono visibile il suo Regno di giustizia e di pace: la loro testimonianza possa interpellare la nostra vita e rinnovare il nostro impegno missionario. Preghiamo.

Calendario liturgico comboniano

MAGGIO

31

Ultimo sabato del mese – Beata Vergine Maria, “Nostra Signora del Sacro Cuore”

memoria


Ricorrenze significative

APRILE

25

San Pedro de San José de Betancur,

religioso

PCA (Centroamérica, Costa Rica, Guatemala, El Salvador)


MAGGIO

2

Sant’Atanasio, vescovo e dottore della Chiesa

Egitto

31

Ultimo sabato di maggio – Beata Vergine Maria, “Nostra Signora del Sacro Cuore”

Memoria


Pubblicazioni

Giuseppe Caramazza, The Gospel of Social Transformation – Faith, Justice, and the Path to a Renewed Society, edito dalla Facoltà Teologica del Triveneto – Padova, 2025, pp. 170. Padre Giuseppe ha un Master in Missiologia (ottenuto al CTU di Chicago) e un dottorato in Studi Religiosi (presso il CUEA di Nairobi). Missionario comboniano, ha lavorato in Kenya con particolare attenzione al mondo dei media, al mondo politico e all'insegnamento presso la Tangaza University di Nairobi. Oggi è nella comunità comboniana di Padova e collabora con alla Facoltà di Teologia del Triveneto (Padova).

Il volume presenta Gesù di Nazareth come una delle persone più complesse della storia, e spesso frainteso. Per recuperare il Gesù storico dobbiamo esaminare la storia combinando i risultati di molte indagini indipendenti. Si forma così una nuova immagine della Galilea all’inizio del primo secolo della nostra era. Ciò porta a rivalutare la nostra compren-sione del messaggio di Gesù. È indubbio che uno degli obiettivi di Gesù sia stato quello di proporre una società alternativa. Egli si riferiva a questa società come alla “Signoria di Dio” nel mondo. La sua azione era, quindi, orientata a una trasformazione della società che si basava sul profondo cambiamento dell’essere umano.

Il libro si sofferma sul fatto che Gesù proclamò un vangelo di trasformazione sociale e desiderava che i suoi discepoli fossero trasformatori sociali. La dimensione sociale del vangelo è sottolineata nei recenti documenti papali. Oggi, in un’epoca di coscienza globale, i discepoli di Gesù sono chiamati a tradurre il vangelo della trasformazione sociale in scelte politiche e finanziarie che vadano oltre la loro portata locale. Una vera trasformazione sociale dovrà essere affrontata a livello locale, ma soprattutto internazionale. Il divario Nord-Sud, l’esperienza della colonizzazione finanziaria, culturale e politica in corso, e altre forme di isolamento di ampie fasce di persone, richiedono uno sforzo concertato da parte di tutte le persone di buona volontà. Solo in questo modo, il vangelo della trasformazione sociale prenderà vita per le persone del nostro tempo.

Scaricabile da Internet: TTP-Theology-08-The-gospel-of-social-transformation_Giuseppe-Caramazza.pdf

Padre Metin Sèdoté Alex Canisius, mccj, originario del Benin, oggi a Kinshasa-Kingabwa (Rd Congo) presso il Centre Afriquespoir, è stato ordinato nel dicembre 2012. Dopo aver svolto il ministero nella provincia di TBG (2013-2022), si reca a Roma, presso la casa generalizia, per un Master in Scienze Sociali, con specializzazione in Comunicazioni, presso l’Università Gregoriana. Nel 2024, presenta la sua tesi, Communication et Culture de la rencontre Le Akɔmimlan, ferment de cohésion sociale chez les fɔns d’Abomey (Bénin). Dietro istruzioni del suo direttore di tesi, padre Dr Alejo Albert, SJ, padre Metin redige la sua tesi sotto forma di un articolo di ricerca, che sottopone alla Revue Internationale du Chercheur, con sede in Marocco e legata alla Bibliothèque Nationale de France. Con sua grande soddisfazione, il nuovo testo è apparso sul numero della rivista pubblicato a febbraio 2025, (volume 6: numéro 1 – 2025, pp: 670 -700). Eccone un abstract.

Nel contesto sociale odierno, caratterizzato da indifferenza, polarizzazione ed estremismo, una ricerca sulle pratiche comunicative note per la loro attitudine a creare coesione sociale, potrebbe contribuire a promuovere uno stile comunicativo che faciliti la “cultura dell’incontro”. A questo scopo motivata, la presente ricerca è impegnata a studiare le caratteristiche comunicative dell’Akɔmimlan (un panegirico del clan Fɔn della Repubblica del Benin), noto per la sua capacità di stabilire coesione sociale. I risultati della ricerca rivelano che lo specifico contenuto verbale e non verbale della pratica e il suo particolare stile, basato sul riconoscimento e sulla valorizzazione, favoriscono l’identificazione e la socializzazione dei membri e l’integrazione nel gruppo sociale. Dall’analisi si possono dedurre alcune caratteristiche comunicative atta a promuovere incontri efficaci.

Qui il link per scaricare l’articolo pubblicato in francese: ‘‘Communication and Encounter’s Culture’’ in the cultural practice of Akɔmimlan (Fɔn clan’s panegyric) of the Republic of Benin | Revue Internationale du Chercheur (revuechercheur.com)

Tonino Falaguasta Nyabenda, Cristiani e Musulmani – Dialogo nella verità, 2025, pagine 80. È giunto alla sua quinta edizione questo opuscoletto che affronta il discorso del dialogo islamo-cristiano in maniera semplice e breve. Tre brevi capitoletti aggiunti alla 4a edizione: “Lavorare in favore della fratellanza umana”, “La terra, nostra casa comune”, “Il dialogo guardando dall’altro”. Per scaricare l’edizione 2023: https://comboni2000.org/2023/05/08/falaguasta-cristiani-e-musulmani-dialogo-nella -verita-1/ [e -2/].

CONGO

Ordinazioni sacerdotali a Butembo

Quest’anno le annuali ordinazioni sacerdotali nella diocesi di Butembo-Beni hanno avuto un tono davvero solenne. Non solo il gruppo degli ordinandi è stato oltremodo folto (23 diaconi diocesani e 2 comboniani, Muyisa Kapitula e Mapenzi Kahongya), ma la Chiesa diocesana ha deciso di celebrarle nel contesto della memoria dei primi due vescovi della diocesi, mons. Henri Joseph Piérard (1893-1975) e mons. Emmanuel Kataliko (1958-2000).

Mons. Piérard, un assunzionista belga, è stato il primo vescovo di questa Chiesa locale dal 1938 al 1966, ed è oggi considerato il padre fondatore della diocesi. Ha fondato inoltre due congregazioni religiose: i Fratelli dell’Assunzione nel 1952 e le Piccole Sorelle della Presentazione di Nostra Signora al Tempio nel 1948. Dopo aver dato le dimissioni il 27 aprile 1973, morì il 5 marzo 1975. L’attuale vescovo di Butembo-Beni, mons. Sikuli Paluku Melchisédech, ha scelto di celebrare le ordinazioni sacerdotali di quest’anno in prossimità del 50° anniversario della sua nascita al cielo.

Mons. Kataliko fu il secondo vescovo della diocesi, ma il primo originario del luogo. Nato nel 1932, guidò la diocesi di Butembo-Beni dal 1966 al 1997, quando fu trasferito a Bukavu per succedere a mons. Christophe Munzihirwa, assassinato nel 1996, e rimase arcivescovo di Bukavu fino alla sua morte nel 2000. Noto per il suo impegno a favore della pace e della giustizia nella RD Congo e difensore dei diritti umani, mons. Kataliko coraggiosamente denunciò le violenze, i massacri e le ingiustizie perpetrate contro la popolazione civile, in particolare per mano di gruppi armati e delle forze di occupazione straniere sostenute dal Rwanda. Costretto all’esilio nel 1990, poté tornare nella sua diocesi solo a gennaio 2000, ma morì pochi mesi dopo, nell’ottobre dello stesso anno, in circostanze rimaste poco chiare. Il suo impegno segnò la storia della Chiesa di Butembo-Beni e il suo ricordo rimane vivo nella memoria collettiva. Il clima di guerra in cui si sono svolte le ordinazioni di quest’anno ha richiamato nella mente di tutti i presenti le condizioni in cui egli morì.

Significativa è stata la scelta dell’arcivescovo Sikuli di ordinare preti i 25 diaconi in due diverse cerimonie in altrettanti posti: 17 (tra cui i due comboniani) a Butembo il 27 febbraio; 6 il 2 marzo a Beni, dove l’arcivescovo Piérard aveva dato inizio alla diocesi di Beni, divenuta poi di Butembo-Beni con la nomina dell’arcivescovo Kataliko.

Le due celebrazioni si sono svolte in uno spirito di speranza, ma anche in un clima di insicurezza a causa della minaccia del gruppo ribelle M23, che alla fine di gennaio scorso si era impadronito della città di Goma, capoluogo del Nord Kivu (che comprende la diocesi di Butembo-Beni), e della città di Bukavu, capoluogo del Sud Kivu, il 14 febbraio. Tutti si aspettavano che i ribelli si spostassero a nord, verso Butembo, città dalla posizione strategica e centro commerciale della regione. Tuttavia, come ha detto il vescovo Sikuli, «Dio ci ha visitato e ci ha garantito la pace», grazie alle molte preghiere elevate in tutto il mondo per questa diocesi.

Dal 17 al 23 febbraio, gli ordinandi hanno avuto un ritiro spirituale, sul tema “Essere sacerdote secondo il cuore di Dio”, a Musimba, alla periferia di Butembo, nella parrocchia di Nostra Signora di Guadalupe, dove sono stati ordinati i 17 sacerdoti del primo gruppo.

Chissà se i presenti hanno saputo cogliere la duplice dimensione missionaria dell’evento: essere sacerdoti secondo il cuore di Dio nelle periferie, e profeti di pace e riconciliazione, come lo è stata la Vergine apparsa a Guadalupe. Ma è proprio questo l’augurio che la provincia comboniana del Congo fa a questi due suoi nuovi membri. (Padre Kakule Muvawa Emery-Justin, mccj)

DEUTSCHSPRACHIGE PROVINZ

Ritiro annuale della DSP

Dal 10 al 14 marzo 2025 si è svolto a Ellwangen il ritiro annuale della Provincia di lingua tedesca (DSP) sul tema “Modellare spiritualmente la vecchiaia”, guidato dal monaco Martin Birk, OSB, dell’abbazia benedettina di Münsterschwarzach, 25 km da Würzburg. Iniziato nel pomeriggio di lunedì, il ritiro si è concluso venerdì con la celebrazione dell’Eucaristia e il pranzo.

Il tema centrale delle meditazioni – di circa 30 minuti ciascuna – è stato l’amore per Dio e per il prossimo. Fondamentale è il comandamento di Gesù: «Come il Padre ha amato me, anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore!» (Gv 15:9). L’amore non è fatto di parole, né di sentimenti, ma di azioni. L’amore è un verbo, una scelta, una decisione. È un atto della volontà, ed è un dono.

Per capire questo, è fondamentale contemplare Gesù crocifisso e risorto, che ci fatto dono dello Spirito Santo. La preghiera – soprattutto la celebrazione dell’Eucaristia come ricordo del sacrificio di amore e di sofferenza di Gesù e come segno delle nozze dell’Agnello per la vita eterna – deve caratterizzare la nostra vita quotidiana. L’assistenza ai malati, ai rifugiati, agli affamati, agli orfani, agli anziani senza più familiari… sono espressioni concrete del nostro amore per il prossimo.

Oltre ai 14 membri della comunità di Ellwangen, sei confratelli provenienti da altre comunità della provincia hanno partecipato al ritiro.

Egypt-Sudan

Sudan – L’esercito regolare “libera” Khartoum

Il 26 marzo, dopo lunghe settimane di assedio e dopo aver liberato quasi l’intera città di Omdurman negli ultimi mesi del 2024 e Khartoum Nord nel gennaio di questo anno, l’esercito regolare riporta un’altra vittoria importante contro le Rapid Support Forces (RSF) ed entra nel centro di Khartoum, dove si trovano la cattedrale e molte delle nostre missioni comboniane più antiche, fra cui il Comboni College. Mentre l’esercito entra a Khartoum, si sentono notizie che le RSF si starebbero spostando verso ovest, ovvero in Darfur.

Cominciano a girare sui social media filmati e foto che testimoniano la distruzione e il caos lasciati da quasi due anni di guerra. Per noi missionari è una consolazione vedere che gli edifici che avevamo abbandonato sono ancora in piedi – cosa di non poco conto, a dire il vero. Le immagini ricevute ci dicono che Khartoum ci aspetta. I mattoni si rimetteranno insieme… Sarà un lavoro duro. Ma molto più duro sarà il compito di guarire le anime (e i corpi) dei sopravvissuti. Diceva Comboni: «Sudan o morte!».

ESPAñA

Incontro annuale della Famiglia Comboniana a Madrid

Il 15 e 16 marzo scorsi, a Madrid, abbiamo avuto l’opportunità di vivere un meraviglioso incontro della Famiglia Comboniana di Spagna. Si è trattato di un fine settimana vissuto come spazio di fraternità, riflessione e crescita spirituale. Abbiamo approfondito il tema del Giubileo della Speranza, inteso come tempo speciale che ci invita a rinnovare la nostra fede e il nostro impegno verso i più bisognosi. In questo anno giubilare ci sentiamo chiamati a essere strumenti di speranza in un mondo che ha tanto bisogno di essa.

Abbiamo riflettuto sulla spiritualità e sul carisma comboniano, che ci invogliano a vivere il Vangelo con coraggio, generosità e un amore sconfinato. Come figli e figlie di San Daniele Comboni, la nostra missione è portare la luce del Vangelo in ogni angolo del mondo, specialmente a coloro che soffrono di più.

È stato un incontro ricco di momenti di preghiera, riflessione e testimonianzee che hanno rafforzato i nostri legami come famiglia e ci hanno invogliato a un sempre maggiore impegno nella missione di Gesù. Mentre ringraziamo tutti coloro che hanno reso possibile questo incontro, invitiamo tutti a continuare a camminare insieme “come pellegrini di speranza”, guidati anche dal nostro carisma comboniano. (I partecipanti all’incontro).

MOZAMBIQUE

Jude, l’ennesimo ciclone

Lunedì 10 marzo, il Mozambico è stato tragicamente colpito dal ciclone Jude, con venti che hanno raggiunto i 195 km/h. L’evento distruttivo ha colpito in particolare la provincia di Nampula, nel distretto di Mossuril, con venti che hanno soffiato a oltre 140 km/h, causando forti piogge e onde anomale e aumentando il rischio di inondazioni e smottamenti. In alcuni villaggi, il ciclone Jude ha fatto crollare il 70% delle case!

Jude è il terzo ciclone che colpisce il Mozambico negli ultimi quattro mesi. Il ciclone Chido è passato a dicembre, provocando la morte di almeno 120 persone e distruggendo quasi 120.000 abitazioni. A metà gennaio, è stato il turno del ciclone Dikeledi, che ha ucciso almeno 5 persone e distrutto circa 3.500 case.

Anche la zona della comunità comboniana di Carapira, che ospita sia il Centro Pastorale Diocesano che Istituto Tecnico Industriale Carapira (ITIC),  ha subito ingenti danni. I confratelli hanno comunicato che stanno bene, sebbene siano del tutto isolati dal resto mondo. Padre De Guidi Davide, superiore, 14 marzo ha inviato un messaggio vocale, descrivendo la situazione.

«Il ciclone è passato sulla nostra zona con tremenda forza. È durato circa 12 ore, con vento fortissimo e pioggia intensa. Carapira è stata il centro del tremendo fenomeno. Il ciclone, poi, si è diretto verso Nampula, ma con minore forza. I danni sono ingenti. Nella parrocchia tantissime case sono crollate. Anche alcune cappelle sono state rase al suolo. Lo stesso centro della parrocchia ha avuto danni, sebbene non enormi, grazie a Dio. Sono caduti molti alberi. Gli edifici sono tutti allagati. L’acqua è entrata dovunque, anche dai soffitti danneggiati. Non c’è dubbio che ci aspetta un anno di fame».

È stato un vero e proprio shock. «E dire che le cose stavano andando davvero bene. Nei mesi precedenti, c’erano state abbonanti piogge. I raccolti stavano crescendo in modo meraviglioso. Si aspettava che passasse l’ultimo mese, prima di mettere mano alla falce e iniziare la mietitura. Ora, invece, ci aspetta un anno di difficoltà e di speranza… Ci guardiamo attorno e la mente è bombardata da tremende domande: Come faremo? Cosa farà la gente? Da dove ci verranno gli aiuti? La popolazione locale ha perso gran parte dei raccolti. Come sarà il domani?».

È seguita una riflessione di padre Davide: «I cicloni avvenuti gli ultimi mesi sono stati oltremodo frequenti e devastanti. Impossibile non pensare a una scriteriata manipolazione dell’ambiente. Come sempre, anche oggi a pagarne le spese sono i poveri, gli ultimi, che quasi certamente sono i meno colpevoli dello sfruttamento degli ecosistemi. Ovvio che i primi edifici a crollare sono state le capanne di fango dei più poveri. Grazie a Dio, sembra che non ci si siano stati morti nella nostra parrocchia. Speriamo che ciò sia presto confermato».

Come ha reagito la popolazione? «La nostra gente è sorprendente: si è subito rimboccata le maniche e ha iniziato a rimettere le cose in sesto. Molti hanno subito cominciato a innalzare piccole strutture con pali e frasche. Ovvio: cercano un posto dove vivere… Ma, prima o poi, bisognerà iniziare a costruire dimore più forti e stabili. Il problema è dove trovare il denaro per fare ciò. Case di paglia e “matope” non durano: il prossimo ciclone se ne farebbe un baffo».

Ha continuato: «I bambini e i ragazzi sono tutti a casa. Le scuole sono state tutte colpite. Anche la scuola di Carapira è stata in parte distrutta. Il nostro Centro Pastorale – già bisognoso di riparazioni – è stato gravemente danneggiato. Solo la chiesa ha resistito: si è allagata, sì, ma è in buono stato. Fuori, nei villaggi, invece, molte cappelle sono state ridotte a mucchi di fango e paglia; altre sono state gravemente danneggiate e andranno riparate».

In conclusione: «Molti poveri si sono riversati nel cortile della missione. Ci siamo subito attivati per poterli accogliere e aiutare. Offriamo un posto dove possano proteggersi e del cibo con cui sfamarsi. Bisognerà pensare a qualche progetto per poter affrontare la difficile situazione. Lanceremo appelli alle autorità locali, alla diocesi e ad amici all’estero, nella speranza che ci arrivano presto segni concreti di speranza per questi poveri vulnerabili. Non siamo scoraggiati. Siamo soltanto vogliosi di aiutare. Ma bisognerà anche pensare al futuro, cominciando con l’educare la popolazione locale a investire le poche risorse che hanno nel migliorare le loro abitazioni. Non si può fare fronte a un ciclone con le solite capannucce di fango e paglia».

TCHAD

Incontro di formazione degli economi in Ciad

A seguito di una proposta espressa nel piano sessennale della delegazione comboniana del Ciad, si è tenuta dal 25 febbraio al 1° marzo 2025, una sessione di formazione sull’economia, animata da padre Pietro Ciuciulla, a cui hanno partecipato alcuni confratelli e gli economi delle comunità. Dopo ciò, gli economi si sono ritrovati per l’analisi dei resoconti e budget delle rispettive comunità. Infine, il segretariato dell’economia ha tenuto una sessione di valutazione della situazione economica della delegazione.

La sessione di formazione con padre Pietro ci ha permesso di comprendere e apprezzare sia gli aspetti strettamente tecnici (la gestione, la contabilità; il programma Banana) sia quelli in riferimento al Codice di Diritto Canonico, alla Regola di Vita, al Codice di Condotta. La presentazione delle varie tematiche è stata interessante e ricca di suggerimenti per aiutare una comprensione dell’economia intesa e vissuta secondo le indicazioni della Chiesa e dell’Istituto.

Un momento più pratico e interessante si è avuto quando padre Pietro ci ha presentato due argomenti pratici e tecnici (“Cos’è la contabilità nei suoi aspetti tecnici” e “il programma Banana Contabilità”) che necessitano di essere meglio conosciuti e praticati a livello di singole comunità.

Una seconda sessione è stata dedicata all’economia delle comunità. Nonostante alcune difficoltà tecniche, quali la rotazione degli economi e una incerta gestione tecnica dei dati, l’economia delle comunità risponde ai bisogni della missione. Padre Amegnaglo Yaotsé-Mensah (Jean Nestor), economo della delegazione, ha accompagnato questa analisi, ricordando i punti su cui è fondamentale impegnarsi per una gestione dell’economia sempre più secondo le indicazioni dell’Istituto e della Chiesa locale.

Un momento finale di questa “maratona economica” si è avuto quando il segretariato dell’economia ha analizzato alcune questioni economiche (progetti, revisione dei budget comunitari…) che permetteranno al consiglio di delegazione di avere una visione più chiara di quanto accade in ambito economico nelle nostre comunità.

Sono state giornante intense, ma penso siano state fruttuose grazie all’aiuto di padre Pietro, il quale non si è stancato di sottolineare l’importanza del dialogo comunitario e di una corretta gestione dei beni a noi affidati. L’economia è affare di tutti noi – del singolo, della comunità locale e dell’intera delegazione – dove ci troviamo a svolgere la nostra missione.

Fiducia, dialogo, correttezza mi sembrano che siano alcune delle parole chiave emerse nel corso di questi giorni di lavoro.

Un grazie sincero va alla comunità di Ndjaména, che ci ha accolti fraternamente. (Fratel Enrico Gonzales, mccj)

UGANDA

115 anni di presenza comboniana

I primi missionari comboniani arrivarono a Omach, nel nord-ovest dell’Uganda, 115 anni or sono. Per ricordare e celebrare quello storico momento – era il 6 marzo 1910 – in cui la Croce di Cristo fu innalzata per la prima volta in quella regione, lo scorso 6 marzo vescovi, sacerdoti e centinaia di cristiani si sono recati in pellegrinaggio in quel preciso luogo – oggi nella parrocchia di Pakwach, nella diocesi di Nebbi – per celebrarvi insieme l’Eucaristia.

«È stata una celebrazione davvero spettacolare, una festa celebrata con tutto lo splendore liturgico e ‘stilistico’ dell’Africa», scrive padre Carmelo Del Río Sanz, comboniano spagnolo, di 71 anni, di cui oltre trenta trascorsi in Uganda. È stato anche parroco di Pakwach negli anni ’80 del secolo scorso.

Continua padre Carmelo: «Oggi abbiamo avuto la gioia di celebrare i frutti di quel primo arrivo: la nascita e sviluppo di ben quattro fiorenti diocesi nel nord-ovest del paese, oggi guidate da sei prelati: l’archidiocesi di Gulu, con mons. Wokorach Raphael P’Mony e mons. John Baptist Odama, emerito; la diocesi di Lira, con mons. Sanctus Lino Wanok e mons. Giuseppe Franzelli, emerito; la diocesi di Arua, con mons. Sabino Ocan Odoki; la diocesi di Nebbi, con mons. Constantine Rupiny».

Il missionario conclude: «Ogni anno, il 6 marzo, si va in pellegrinaggio a Omach, per ricordare l’arrivo della fede in questa regione. Si tratta di un giorno importante nella storia comboniana in Uganda, perché è da qui che è iniziata la nostra presenza e la storia dell’evangelizzazione nel nord del Paese».

PREGHIAMO PER I NOSTRI DEFUNTI

IL PADRE: Alfredo, di padre Cerda Contreras Mario (M); Dewa Marcel, di padre Horbé Richard (TCH); Nayir Berkay, di padre Teweldebrhan Nayir Berkay (ER); Atia, di padre Mina Anwar Habib Atia (EG); Victor, di padre Milungo Mangulani Pascal (RDC).

LA MADRE: Gina, di padre Bombieri Claudio (I); Ma. de la Luz, di padre Rogelio Bustos Juárez (†).

IL FRATELLO: Franz, di padre Baumann Reinhold (DSP); Aldo, di fratel Aldo Pedercini (I).

LA SORELLA: Ngsti Haile,di padre Tesfagiorgis Haile; sr. Virginia Mary, di padre Baltz David Paul (NAP); Mari Carmen, di padre Fraile Gómez Juan Antonio (E).

LE SUORE MISSIONARIE COMBONIANE: sr. Saccol Maria Rita; sr. Habtemariam Angelica M. (ER).