NOTICIARIO MENSUAL DE LOS MISIONEROS COMBONIANOS DEL CORAZÓN DE JESÚS

BUON NATALE

Decesso del Cardinale Miguel Ángel Ayuso Guixot

Con profonda mestizia comunichiamo la notizia della morte del cardinale Miguel Ángel Ayuso Guixot, il 25 novembre 2024, a 72 anni.

Mentre ci raccogliamo in preghiera per il riposo eterno della sua anima, e per il dono della consolazione dei parenti e dei numerosi amici, siamo grati a Dio per avercelo donato come confratello, per il suo stimato ministero come membro dell’Istituto e per il servizio prezioso che ha svolto alla Chiesa Universale come Prefetto del Dicastero per il dialogo interreligioso.

Nato a Siviglia, in Spagna, il 17 giugno 1952, quinto di nove figli di una famiglia numerosa e profondamente cattolica, nel settembre 1973 era entrò nel nostro Istituto. Nel 2007 fu nominato consultore del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso. Nel 2012 papa Benedetto XVI lo nominò segretario del Dicastero per il dialogo interreligioso. Il 25 maggio 2019 papa Francesco lo ha nominato prefetto dello stesso dicastero.

Il cardinale Ayuso era ricoverato al Policlinico Gemelli. Negli ultimi tempi la salute lo aveva costretto a continui ricoveri e interventi. Come sappiamo, ha accompagnato il Papa in quasi tutti gli ultimi viaggi apostolici. A causa dei problemi di salute, non ha potuto accompagnarlo, lo scorso settembre, nel lungo viaggio nel Sud-Est Asiatico e in Oceania, uno dei “viaggi della fratellanza”, come il cardinale, grande conoscitore dell’islam e del mondo arabo, amava descrivere le visite di Papa Francesco in Paesi dove la Chiesa cattolica è minoritaria, per rinsaldare il dialogo tra le religioni.

Telegramma del Santo Padre

Reverendo padre, David Costa Domingues, Vicario Generale dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù,

nell’apprendere la notizia della scomparsa del caro cardinale Miguel Ángel Ayuso Guixot, figlio spirituale di san Daniele Comboni, avvenuta al termine di una lunga malattia sopportata con tanta fede nel Signore, esprimo la mia vicinanza alla Congregazione dei Comboniani del Cuore di Gesù, come pure ai familiari del compianto porporato e a quanti l’hanno conosciuto e stimato, ricordando con affetto e ammirazione questo fratello che ha servito il Vangelo e la Chiesa con dedizione esemplare e delicatezza d’animo. Penso con gratitudine al ministero da lui profuso senza risparmiarsi, dapprima quale zelante missionario in Egitto e in Sudan, poi come preside del Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica, infine a servizio della Curia Romana nel Dicastero per il Dialogo Interreli-gioso, di cui divenne Prefetto.

In ogni opera apostolica fu sempre animato dal desiderio di testimoniare, con mitezza e saggezza, l’amore di Dio per l’uomo, adoperandosi per la fratellanza tra i popoli e le religioni. Elevo la mia preghiera al Padre misericordioso affinché, per intercessione della Beata Vergine Maria, accolga questo fedele servitore nella Gerusalemme celeste, e di cuore imparto la mia benedizione a quanti ne piangono il distacco terreno.

Francesco

DIREZIONE GENERALE

NOTE GENERALI – 31a consulta generale (9.11.2024)

Nomina del Vescovo Ausiliare dell’Arcieparchia di Addis Abeba

In data 6 novembre 2024, il Santo Padre ha nominato vescovo ausiliare dell’Arcieparchia di Addis Abeba (Etiopia) padre Tesfaye Tadesse Gebresilasie, mccj, finora superiore generale dei missionari comboniani del Cuore di Gesù, assegnandogli la sede titolare di Cleopatride.

Salutiamo con sentimenti di gratitudine mons. Tesfaye Tadesse Gebresilasie e preghiamo per il suo nuovo ministero.

Il giorno stesso della sua nomina, mons. Tesfaye Tadesse ha rassegnato le sue dimissioni come superiore generale del nostro Istituto; padre David Costa Domingues esercita ora la funzione vicaria.

I primi dettagli su quanto accadrà ora sono stati comunicati ai superiori di circoscrizione e a tutti i confratelli il giorno stesso con una circolare apposita.

Riceviamo questa notizia con un misto di sentimenti e di emozioni, tra cui prevale la gratitudine a Dio per il dono che fin qui ci è stato fatto nella persona di padre Tesfaye come nostro superiore generale, oltre che come confratello. Riconosciamo che la scelta della sua persona rappresenta un dono anche per il servizio alla Chiesa particolare per la cui crescita noi come Istituto collaboriamo.

La sua ordinazione episcopale avrà luogo ad Addis Abeba il giorno 2 febbraio 2025.

Nomina del primo arcivescovo metropolita di Chapecó (Brasile)

In data 5 novembre 2024, il Santo Padre ha nominato primo arcivescovo metropolita di Chapecó (Brasile), mons. Odelir José Magri, mccj, finora vescovo della medesima sede. Le nostre più vive congratulazioni a mons. Odelir Magri.

Nomina del delegato della RCA

In data 5 novembre 2024, il superiore generale, con il consenso del suo consiglio, ha nominato padre Billo Junior Bertrand Chrisostome suo delegato per la delegazione della Repubblica Centrafricana, in sostituzione di mons. Victor Hugo Castillo Matarrita (ora vescovo della diocesi di Kaga Bandoro) dal 6 novembre 2024 fino al 31 dicembre 2025.

Nomina del nuovo Vicario Apostolico di Hawassa (Etiopia)

In data 15 novembre 2024, papa Francesco ha nominato Vicario Apostolico di Hawassa (Etiopia) il rev. Gobezayehu Getachew Yilma, finora Vicario Delegato del Vicariato Apostolico di Meki e direttore esecutivo della Caritas diocesana.

Mons. Gobezayehu succede a padre Juan Antonio González Núñez, che dal 2020 ha assicurato la continuità di questo ministero come Amministratore Apostolico, nell’attesa della nomina di un nuovo Vicario. Siamo molto grati a lui e anche a padre Nicola di Iorio (RiP), che lo ha aiutato nel suo servizio in una Chiesa particolare, molto legata alla nostra storia in Etiopia, per il compito assunto da ambedue con zelo e sacrificio. Preghiamo per mons. Gobezayehu, perché il Signore gli conceda abbondante dono di grazia per il suo Ministero.

Nota sull’enciclica Dilexit Nos

Il consiglio generale incoraggia i confratelli a leggere e meditare la nuova enciclica del papa Francesco, “Dilexit nos – Sull’amore umano e divino del Cuore di Gesù Cristo”, ed esorta tutti gli incaricati della formazione permanente nelle circoscrizioni a proporre, pianificare e animare, in diversi momenti e modalità, iniziative mirate alla condivisione comunitaria, di gruppo e/o di zona, sul prezioso testo, per riscoprire il valore profondo del cuore come simbolo di un amore che unisce l’umano e il divino.

Nella preghiera finale troviamo il nucleo essenziale del messaggio del Papa: «Prego il Signore Gesù che dal suo Cuore santo scorrano per tutti noi fiumi di acqua viva per guarire le ferite che ci infliggiamo, per rafforzare la nostra capacità di amare e servire, per spingerci a imparare a camminare insieme verso un mondo giusto, solidale e fraterno» (DN 220).

Felice è stata la sorpresa di vedere San Daniele Comboni e i missionari comboniani citati due volte nel nuovo testo di papa Francesco: «Dobbiamo ricordare sempre di nuovo, come diceva un santo missionario, che “Questo Cuore divino che tollerò d’essere squarciato da una lancia nemica per poter effondere da quella sacra apertura i Sacramenti, onde s’è formata la Chiesa, non ha altrimenti finito di amare” (Scritti 3324)». E ancora: «Il Fondatore [dei comboniani, San Daniele Comboni] trovò nel mistero del Cuore di Gesù la forza per il suo impegno missionario» (Regola di Vita, 3) (DN, 149-150).

In fin dei conti – oggi come al tempo di Comboni –, la devozione al Sacro Cuore, nel modo proposto da papa Francesco, funziona esattamente allo stesso modo: come soglia di un confronto critico con lo spirito del tempo che, erodendo i fondamentali dell’umana dignità di essere, tocca il nocciolo duro della fede cristiana e ne provoca la reazione appassionata.

Svolgimento del processo elettorale per la scelta del nuovo Superiore Generale

Il Consiglio Generale si è incontrato più volte negli ultimi giorni per definire i passi che ci porteranno all’elezione extra-capitolare del nuovo Superiore Generale.

Il processo è stato guidato dalle disposizioni della Regola di Vita 157.2. In assenza di una tradizione in proposito, si è reso necessario dare una interpretazione univoca e informata del dettato della Regola, in particolare per quanto riguarda l’esatta interpretazione del passaggio «a tutti i capitolari del precedente capitolo o ai loro sostituti e successori».

Il dialogo con il Dicastero per la vita religiosa e con alcuni confratelli di chiara esperienza ha permesso di definire i criteri di identificazione esatta dei sostituti e dei successori. La lista degli elettori così redatta è stata inviata a tutti i superiori di circoscrizione perché verificassero che i dati in nostro possesso corrispondessero alle informazioni del loro archivio. È stato così possibile stabilire la lista definitiva degli elettori, confermata dai superiori di circoscrizione, il giorno 24.11.2024.

Nei prossimi giorni si procederà, quindi, a verificare gli indirizzi di ciascuno di essi e a formulare le istruzioni per il voto, che sarà espresso unicamente su scheda cartacea. Non è, infatti, possibile utilizzare mezzi digitali per trasmettere a Roma i voti, una volta espressi.

Durante la prossima consulta, che inizierà il 2 dicembre, il Consiglio Generale concluderà il processo di identificazione del quinto confratello che, in aggiunta ai quattro membri del Consiglio, avrà diritto di voto passivo. Seguirà, in data 9.12.2024, l’indizione del processo elettorale.

Prossima consulta generale

La prossima consulta generale avrà luogo dal 2 al 12 dicembre 2024

Professioni perpetue

Sc. Sérgio Mario Vilanculo - Beira (MO) - 10.10.2024
Sc. Jonasse Raul Seventine - Chitima/Tete (MO) - 20.10.2024
Sc. Muke Mantenge Stephane - Doba (TCH) - 22.11.2024

Ordinazioni

P. Madalitso Castomo Supia - Mutarara/Tete (MO) - 26.10.2024

Opera del Redentore

L’Opera del Redentore permette di avere un ricordo giornaliero per vivi e defunti nelle messe celebrate da un missionario comboniano. Per agevo-larne l’organizzazione da parte dei confratelli, pubblichiamo su questo numero di Familia Comboniana l’intero anno dell’Opera del Redentore. Continueremo, comunque, a pubblicare su ogni numero l’Opera del Redentore del mese in corso e di quello successivo.

Chi avesse dubbi o domande può rivolgersi alla Segreteria Generale, scrivendo al seguente indirizzo mail: curiamccj@comboni.org.

Gennaio           01 – 15 A             16 – 31 BR

Febbraio          01 – 15 C             16 – 28 EGSD

Marzo              01 – 07 CO          08 – 15 E                16 – 31 DSP

Aprile               01 – 15 CN           16 – 30 EC

Maggio            01 – 15 ET           16 – 31 I

Giugno            01 – 07 ER           08 – 15 LP              16 – 30 P

Luglio              01 – 15 KE           16 – 31 M

Agosto             01 – 15 MO          16 – 31 MZ

Settembre        01 – 15 NAP         16 – 30 PCA

Ottobre            01 – 07 RCA        08 – 15 TCH           16 – 31 RSA

Novembre        01 – 15 SS           16 – 30 T

Dicembre         01 – 15 PE           16 – 31 U

Intenzioni di preghiera

Dicembre – Per i Laici Missionari Comboniani, che in questo mese celebrano la loro Assemblea Intercontinentale: perché lo Spirito Santo li accompagni, li illumini nel prendere decisioni per il bene della missione, e li mantenga fedeli alla loro vocazione. Preghiamo.

Gennaio – Preghiamo perché, attraverso il nostro servizio missionario, possiamo contribuire a costruire il regno che Gesù è venuto portare nel mondo: un regno di amore, di giustizia e di pace. Preghiamo.

Calendario liturgico comboniano

DICEMBRE

3

San Francesco Saverio, sacerdote,

Patrono delle missioni

Festa


Ricorrenze significative

DICEMBRE

1

Beata Clementina Alfonsina, Anuarite
Nengapeta, vergine e martire

Congo

3

San Francesco Saverio, sacerdote,

Patrono delle missioni

Festa

Mozambico

Spagna

12

Beata Vergine Maria di Guadalupe,

Patrona delle Americhe

Messico


Pubblicazioni

Tonino Falaguasta Nyabenda, mccj, Missionari Comboniani Veronesi, Verona 2024. In questo libretto, padre Tonino fa una rassegna dei Comboniani veronesi viventi e defunti e delinea un breve profilo di nove di essi, perché «hanno brillato per ciò che sono stati e per ciò che hanno realizzato nella loro vita missionaria, come persone che hanno incarnato il carisma del nostro Santo Fondatore».

Kasereka Amini Wasingya, mccj, L’Eglise catholique en terres musulmanes dans un contexte d’ouverture au dialogue interreligieux. Expériences personnelles de la mission au Sahel, Kinshasa, RD Congo, ottobre 2024.

L’autore, partendo dalla sua esperienza di missione nel Sahel, analizza le sfide della Chiesa cattolica in un contesto quasi esclusivamente musulmano, prima fra tutte la missione sociale e educativa. E si chiede che cosa è veramente il dialogo interreligioso, a cosa mira, perché è importante, quali sono gli ostacoli che incontra e come è possibile favorirlo, nella preoccupazione costante che queste popolazioni possano vivere in un clima pacifico e fraterno. Da qui, ad esempio, l’importanza dei centri culturali interreligiosi creati dalla Chiesa cattolica e della lingua araba classica che favorisce il contatto fra i popoli senza discriminazioni.

CURIA

Corso di formazione per economi

Dal 28 ottobre all’8 novembre, l’Economato Generale dei missionari comboniani, a Roma, ha offerto un corso di formazione nel settore dell’economia, rivolto principalmente ai responsabili dell’amministrazione e a chi dovrà assumere, o ha assunto da poco, il servizio di economo nelle diverse circoscrizioni comboniane. I partecipanti erano undici, venuti da dieci circoscrizioni, di cui otto in Africa e due in America.

«Sappiamo che l’economia è un settore strategico per le circoscrizioni – ha scritto il consiglio generale, incoraggiando i superiori a individuare confratelli disponibili a prestare servizio in questo settore – e, considerando i cambiamenti socioeconomici di tutti i paesi e le realtà stesse delle circoscrizioni, risulta di capitale importanza innalzare le competenze dei confratelli per comprendere la complessità della realtà e contribuire al generarsi e consolidarsi di quelle innovazioni economiche che costituiscono parte del motore della sostenibilità».

L’obiettivo principale del corso è quello di offrire alcuni criteri fondamentali della gestione economica e di fornire informazioni, conoscenze e pratiche relative all’economia, tenendo presente il contesto in cui ciascuno si trova a operare.

«Un’esperienza del tutto nuova e, allo stesso tempo, proficua», così ha definito la sua partecipazione al corso, fratel Deogratius Alule, della Provincia di Egitto-Sudan: «Il corso ha allargato il mio orizzonte, facendomi passare da una visione ristretta, di semplice tenuta dei libri contabili, a una prospettiva più ampia, che implica tenere in ordine e prendersi cura del nostro patrimonio, nella consapevolezza che si tratta di un servizio delicato e importante… Ora, grazie al corso, sento maggiormente la necessità di acquisire uno spirito di fraternità finanziaria e, quindi, di abbracciare con piena fiducia e comprensione il “Fondo Comune Totale” come strumento per mettere i fondi in comune e a disposizione di tutti noi, in uno spirito di fraternità e di famiglia».

Un grazie in particolare va a padre Angelo Giorgetti, economo generale, e a padre Sebastian Chmiel, suo assistente, che hanno organizzato il corso, scelto i temi e gestito lo svolgimento, accompagnando i partecipanti per tutto l’arco delle due settimane.

Si ringraziano, inoltre, i confratelli che hanno collaborato con loro per la riuscita del corso – i padri Pietro Ciuciulla e Paolo Latorre, i fratelli Daniele Giusti e Marco Binaghi – e la comunità della casa generalizia di Roma per l’accoglienza e la fraternità.

Fratel Óscar Cunha, nuovo membro della Curia

Fratel Óscar Cunha è arrivato da poco a Roma, nuovo membro della comunità della Curia generalizia. Nato nel 1957 e cresciuto accarezzando il sogno di diventare missionario, è entrato nell’Istituto nel 1977.

Dopo le prime esperienze in Italia, Irlanda e Kenya, nel 1987 è stato assegnato alla provincia di Togo-Ghana-Benin, «un mondo culturale molto particolare – ci dice – dove esistono anche religioni animiste con sacerdoti e sacerdotesse, novizi e novizie, conventi e altari consacrati agli dèi», ma dove ha trovato un popolo – gli éwé – amichevole e accogliente, profondamente religioso, con il quale ha vissuto «disposto più a imparare che a insegnare e, ancora di più, pronto a condividere».

Dopo cinque anni, trascorsi in Portogallo, e un anno in Sudafrica, è arrivata per lui la missione in Zambia e poi in Benin. Queste esperienze di missione oltre frontiera, le molte persone incontrate, i diversi ambienti, la Chiesa, la liturgia… non lasciano indifferenti. «Sento nostalgia di tutto ciò», confessa fratel Óscar, «ma la missione, di cui lo Spirito Santo è protagonista, è sempre nuova. E in essa anche noi veniamo costantemente rinnovati».

ASIA

Visita di padre David Domingues alla delegazione

Dal 4 al 28 ottobre abbiamo avuto la gioia di accogliere padre David Domingues, vicario generale, in visita ufficiale alla delegazione dell’Asia, una realtà che non è affatto nuova per lui, avendo trascorso vent’anni di servizio nelle Filippine. Padre David è riuscito a visitare tutte le comunità, e a incontrare tutti i confratelli, gli amici e i collaboratori nelle diverse nazioni che compongono la delegazione.

Il giorno 7 è iniziato il nostro viaggio da Manila a Limay, Bataan, per visitare la comunità di San Francesco Saverio. Dopo molti anni di discernimento, tre anni fa la delegazione ha iniziato questo impegno pastorale nelle Filippine, in un contesto misto di aree urbane e rurali, con la presen-za di alcune comunità della popolazione indigena chiamata aetas, fino a poco tempo fa un popolo di cacciatori-raccoglitori che gli antropologi considerano discendenti degli abitanti originari dell’arcipelago.

A Limay stiamo rafforzando la comunità cristiana e costruendo la chiesa e la canonica della parrocchia di San Daniele Comboni, la prima parrocchia in Asia dedicata al nostro santo fondatore. Il giorno 10, padre David ha presieduto la celebrazione eucaristica alla presenza del clero locale, delle autorità civili e dei parrocchiani delle diverse cappelle e comunità che formano la nuova parrocchia.

Abbiamo poi visitato la comunità del Seminario Daniele Comboni a Quezon City, Metro Manila, il cuore della nostra formazione di base, che ospita il “Come and See Programme” per gli aspiranti filippini, il postulato e il noviziato, dove, al momento, abbiamo solo candidati vietnamiti.

Il 14 ottobre, abbiamo fatto visita al Comboni Mission Center a Sucat, Parañaque City, Metro Manila, che, oltre a essere la sede della delegazione, è anche il “quartier generale” della pubblicazione e distribuzione della rivista World Mission Magazine. Sebbene oggi sia difficile mantenere economicamente una rivista stampata, è evidente che il valore di World Mission Magazine va ben oltre il suo aspetto economico: le campagne che promuoviamo attraverso le sue pagine vanno a beneficio di più di una comunità locale nelle Filippine, e non solo. Dobbiamo anche ricordare che più della metà dei membri radicali della delegazione ha conosciuto i comboniani attraverso la rivista.

Il 17 ottobre siamo volati in Vietnam, per visitare la comunità del Beato Andrea di Phu Yen, a Ho Chi Minh City. Siamo grati al Signore e a San Daniele Comboni per le molte vocazioni in Vietnam. Padre David ha potuto sperimentare l’ospitalità, l’amicizia, la varietà dei cibi e l’eccezionale testimonianza di fede dei cattolici vietnamiti.

L’arrivo del cristianesimo in Vietnam può essere fatto risalire all’influenza dei missionari francesi nel XVI secolo. Oggi, uno degli aspetti più rilevanti è la coesistenza pacifica del cristianesimo con il buddismo e altri credi tradizionali. In questo contesto, i cattolici testimoniano la loro fede non tanto con le parole quanto con le scelte di vita, l’esempio e le azioni.

Il 20 ottobre siamo volati a Taipei, Taiwan, per visitare la comunità di San Pietro Wu Guosheng, dove, dal 1997, svolgiamo un impegno pastorale missionario attraverso alcune piccole comunità cristiane, ben animate, composte da una presenza mista di taiwanesi locali, aborigeni e migranti provenienti soprattutto dal Vietnam. I confratelli sono molto impegnati nelle celebrazioni quotidiane, nelle visite alle case e nelle benedizioni, nell’assistenza ai malati e nello studio.

Un momento saliente della visita è stato quando, dopo la celebrazione del mattino, ci siamo uniti ai fedeli per la colazione, come è consuetudine della parrocchia. Questo incontro quotidiano è un momento prezioso di condivisione di un pasto semplice come segno di comunione e fraternità, prima del lavoro.

Il 24 ottobre, siamo volati a Macao, in Cina, per visitare la comunità di Saint Augustin Zhao Rong, dove è iniziata la presenza comboniana nel mondo cinese nel 1989. La comunità rende un servizio alla Chiesa locale e ospita anche l’Opera Comboniana per la Cina continentale, chiamata Fen Xiang.

L’anno 2024 ha registrato un momento molto significativo per la nostra presenza a Macao: la celebrazione del 25° anniversario della chiesa parrocchiale di San Giuseppe Lavoratore, che noi comboniani abbiamo avviato fin dall’inizio. Il fatto più importante è stata la creazione di un gruppo di cattolici che è cresciuto costantemente fino a superare i 500 parrocchiani.

La conclusione di questa celebrazione è stata sottolineata con una mostra storica nel mercato pubblico di Yao Hon, alla cui inaugurazione, il 26 ottobre, hanno partecipato padre David, i confratelli, i rappresentanti delle associazioni e dei gruppi parrocchiali, e quasi tutti i parrocchiani.

Siamo molto grati al Signore per questo momento di comunione e condivisione con tutto l’Istituto, attraverso la presenza del vicario generale. Tutte le comunità della delegazione hanno preparato bene la visita, assicurando un tempo di condivisione individuale e comunitaria con padre David. Abbiamo avuto l’opportunità di riunirci per varie celebrazioni, incontrando quanti sono impegnati nei nostri diversi servizi pastorali: i vescovi, il clero locale e i laici, come pure amici e benefattori. (Padre Victor Manuel Aguilar Sánchez, mccj)

BRASIL

Gruppo di riflessione provinciale

La Provincia dei Missionari Comboniani del Brasile ha riattivato il Gruppo di Riflessione Provinciale, che vuole essere un forum di riflessione e di analisi propositiva sulla missione comboniana in Brasile, con uno sguardo particolare all’Amazzonia e alle periferie urbane, ed è formato da comboniani che lavorano nelle diverse aree e servizi missionari della Provincia. Potrebbe anche chiamarsi Osservatorio della Missione Comboniana in Brasile.

Il gruppo di riflessione non si sostituisce, ma include e dialoga con il Segretariato della Missione. A partire dalle opzioni missionarie e dal cammino intrapreso, il gruppo riflette sul presente e sul futuro della missione, senza l’intenzione di creare qualcosa di straordinario, ma per comprendere, alla luce dei segni dei tempi e del magistero della Chiesa, le nuove sfide missionarie e come rispondere ad esse in modo efficace, secondo il carisma comboniano.

Del Gruppo di riflessione provinciale fanno parte padre José Mumbere (GPIC e Amazônia), padre Teddy Keyare (Pastorale indigenista e Amazônia), padre Serafim Aparecido (Periferie urbane e Diritti umani), padre Roberto Minora (segretario della Missione), padre Raimundo Rocha (provinciale), fratel João Paulo (Comunicazione e Animazione Missionaria) e padre Amaxsandro Feitosa (Formazione di Base). Anche altri Missionari Comboniani e laici sono invitati a contribuire alla riflessione. (Padre Raimundo Rocha, mccj)

CENTRAFRIQUE

Ordinazione e insediamento di Mons. Victor-Hugo Matarrita,

nuovo vescovo di Kaga-Bandoro

Mons. Victor-Hugo Castillo Matarrita, missionario comboniano costaricano, finora superiore della delegazione dei comboniani nella Repubblica Centrafricana, è stato nominato da Papa Francesco, lo scorso 5 settembre, vescovo di Kaga-Bandoro (Repubblica Centrafricana). Domenica scorsa, 17 novembre, sul sagrato della cattedrale Sainte Thérèse de l’Enfant Jésus di Kaga-Bandoro, si sono tenuti l’ordinazione episcopale e l’insediamento di mons. Victor-Hugo. La solenne celebrazione è stata presieduta dal cardinale Dieudonné Nzapalainga, CSSp, arcivescovo metropolita di Bangui.

La lettera apostolica, datata 5 settembre 2024, con la quale mons. Castillo Matarrita è nominato vescovo di Kaga-Bandoro, è stata letta nel corso della celebrazione eucaristica, alla presenza del card. Nzapalainga, di alcuni vescovi – tra cui i comboniani mons. Juan José Aguirre Muñoz, vescovo di Bangassou, e mons. Jesús Ruiz Molina, vescovo di M’Baïki –, del collegio dei consultori, dei numerosi confratelli comboniani, del clero diocesano e religioso e del popolo di Dio.

Mons. Matarrita, dopo aver ricevuto l’imposizione delle mani da parte del consacrante, il card. Nzapalainga, e dei due vescovi co-consacranti, mons. Nestor-Désiré Nongo-Aziagbia, SMA, vescovo di Bossangoa, e mons. Miroslaw Gucwa, vescovo di Bouar, si è rivolto ai fedeli con queste parole: «Fratelli e sorelle, cristiani di Kaga-Bandoro, uomini e donne di buona volontà che vivete nelle prefetture di Nana Grebizi, Bamingui Bangoran e La Kemo, so che avete sofferto molto per gli eventi che hanno scosso il nostro Paese. Ma vorrei invitarvi a guardare lontano nel futuro. Guardiamolo insieme con occhi di speranza. Cristo ci precede. […] Abbiate fiducia in Dio, non abbiate paura. Il nostro scoraggiamento non potrà mai superare la vicinanza del Dio della vita. Lavoriamo insieme per ricostruire la fraternità, la comunione nella Chiesa. Il mio augurio è che su questa terra benedetta possiamo vivere l’imparzialità di Dio. […] Vorrei invitarvi anche a non perdere la gioia dell’accoglienza, dell’incontro. La gioia è questa bella caratteristica che Dio vi ha dato. E si sviluppa ancora di più quando vi accogliete come fratelli e sorelle».

A rappresentare il consiglio generale dei comboniani, c’era padre Elias Sindjalim Essognimam, assistente generale, che ha descritto l’avvenimento come «una giornata piena di emozioni e di bellezza». «È stato bello vedere la gioia del popolo di Dio – ha sottolineato – che si considerava orfano e che ora ha ritrovato un pastore; vedere le danze africane, la generosità della gente che, nella sua povertà, ha regalato tante cose al nuovo vescovo, per la sua vita e per la sua missione. È stato bello anche vedere i due vescovi comboniani imporre le mani su capo del loro confratello. È stata davvero una bella celebrazione, una vera e propria festa».

Tuttavia, ha detto ancora padre Elias, «davanti alle sfide che la diocesi si trova ad affrontare, che saranno le stesse che dovrà affrontare mons. Victor-Hugo, sono sorte in me tante domande, che non hanno trovato risposta, ma – ha concluso – l’importante è essere consapevoli, come ci dice la nostra fede, che Dio è con noi, nella nostra stessa barca, e non ci abbandonerà mai».

CONGO

Visita di Padre Elias Sindjalim alla Provincia

Dal 4 al 30 ottobre 2024, la Provincia ha ricevuto padre Elias Sindjalim, assistente generale incaricato dell’Africa francofona, in visita ufficiale. Vista la distanza di alcune comunità e le difficoltà di spostamento nella Repubblica Democratica del Congo (RD Congo), padre Elias ha programmato la visita in due tappe.

In questa prima tappa ha visitato le comunità di Butembo, Kisangani, Yanonge e le quattro comunità della zona di Kinshasa. Durante la seconda, prevista per febbraio 2025, visiterà le comunità di Sainte Anne, Magambe, Mungbere, Buta e Bondo.

Padre Elias si è immerso nelle realtà in cui vivono i comboniani nelle diverse zone: l’insicurezza nell’est del paese, che ha causato lo spostamento delle popolazioni nelle città, provocando carestia e povertà, le rivalità tra Mbole e Lingola, che continuano a causare vittime mortali, e lo spostamento in massa delle popolazioni a Kisangani.

Uno dei momenti più importanti della visita è stato l’ascolto di ciascuno dei confratelli, che hanno condiviso con lui le gioie e i dolori che vivono nelle loro missioni. Nei suoi “incontri di restituzione” (feedback) con le comunità, padre Elias ha osservato che molti confratelli sono impegnati nelle missioni anche al di là delle loro forze, e li ha ringraziati per la loro testimonianza e i loro sacrifici nei campi dell’evangelizzazione, della formazione e dell’animazione missionaria, nonostante le sfide che la provincia si trova ad affrontare, come la scarsità di personale e le difficultà economiche.

Padre Elias ha invitato i confratelli a prendersi cura della propria salute fisica, spirituale e mentale per conservare lo slancio missionario, e ha dato alcuni orientamenti per il miglioramento della vita comunitaria e il buon funzionamento della missione. Ogni incontro con le comunità si è concluso con una celebrazione eucaristica e un pasto fraterno.

L’assistente generale ha anche incontrato mons. Laurent Sondirya, vicario generale della diocesi di Butembo-Beni, mons. Léonard Ndjadi Ndjate, vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Kisangani, mons. Carlos Ndaka, vicario generale dell’arcidiocesi di Kinshasa, e mons. Mitja Leskovar, nunzio apostolico nella RD Congo, per una visita di cortesia e per discutere alcune questioni importanti per la missione comboniana nel Paese. Da parte loro, queste autorità ecclesiastiche hanno ringraziato i missionari comboniani per il lavoro che svolgono nei diversi luoghi della RD Congo.

I confratelli delle comunità visitate ringraziano padre Elias e i superiori maggiori per la loro vicinanza alla Provincia e per l’incoraggiamento, e assicurano le loro preghiere per il consiglio generale e per l’Istituto.

DSP

Consegna di una reliquia del Beato Padre Giuseppe Ambrosoli

Il 22 novembre 2024 è stato un giorno memorabile per i comboniani della comunità di Ellwangen, per la provincia di lingua tedesca e per l’Istituto. Un gruppo di quattro confratelli della comunità si è recato al campo militare di Heuberg, vicino a Stetten am kalten Markt, per consegnare una reliquia del Beato Giuseppe Ambrosoli, destinata alla cappella della caserma militare.

Padre Markus Körber aveva organizzato e preparato in anticipo tutti i dettagli di questo evento con lungimiranza e accuratezza; era andato il giorno prima a Stetten am kalten Markt con la reliquia e un quadro con il motivo della beatificazione.

Altri tre confratelli – fratel Hans Eigner, padre Deogratias Nguonzi e padre Michael Zeitz – sono partiti venerdì 22 novembre alle 4 del mattino per arrivare in tempo alla celebrazione.

Con l’aiuto di una coppia del luogo, molto impegnata, sono entrati tutti insieme nella caserma dopo il controllo dei documenti. Con grande sorpresa di tutti, un gruppo di circa cento fedeli, la maggior parte in uniforme militare, attendeva la reliquia del beato missionario, assieme al cappella-no militare don Stefan Havlik OT. La santa messa è cominciata puntualmente alle 7.30.

Il cappellano ha salutato calorosamente tutti i partecipanti. La cappella era piena, soprattutto di giovani soldati. Erano presenti anche alcuni rappresentanti della parrocchia locale.

Il parroco, celebrante principale, nell’omelia ha parlato del significato del Beato e della consegna della reliquia. È riuscito a creare un collegamento tra la situazione odierna della caserma e quella dell’epoca del Beato, che è stato a Heuberg da maggio a dicembre 1944: come studente di medicina, Giuseppe Ambrosoli era addetto al servizio di paramedico; ad alcuni soldati aveva anche confidato la sua intenzione di farsi sacerdote, medico e missionario.

Dopo l’omelia, padre Deogratias Nguonzi, comboniano ugandese appartenente alla DSP, che proprio quel giorno ha celebrato il suo 10° anniversario di sacerdozio, ha consegnato al cappellano militare la reliquia ossea del Beato Ambrosoli. Don Stefan l’ha ricevuta e collocata in un cassettino di metallo, che sarà poi deposto nell’altare.

Dopo la messa, tutti i presenti sono stati invitati a condividere caffè e panini: è stato un bel momento assieme. Alcuni si sono avvicinati alla reliquia sull’altare e al grande quadro del Beato e hanno chiesto informazioni su di lui. Arricchiti e impressionati da questa esperienza straordinaria, i quattro confratelli sono tornati contenti e allegri alla comunità di Ellwangen, che ha accompagnato l’evento con una novena al Beato Giuseppe Ambrosoli. (P. Michael Zeitz mccj)

EGYPT-SUDAN

Sudan e Libano – Guerre non più al centro dell’attenzione dei media

Mentre i media sono alla ricerca di novità e di ciò che accade nei Paesi più potenti – vedi le elezioni negli Stati Uniti –, la guerra continua a imperversare sia in Sudan che in Libano. In Sudan, da più di un mese, i combattimenti sembrano essersi addirittura intensificati a Khartoum e nella Gezira (l’area tra il Nilo Azzurro e il Nilo Bianco), mentre la tensione sembra essersi ridotta a El Obeid e a Kosti.

Le nostre due comunità comboniane ancora operative, Port Sudan e Kosti, portano avanti il loro lavoro con una certa normalità. Mentre a Kosti le comunicazioni sono interrotte da oltre due mesi, la situazione sul campo è più tranquilla di prima, tanto che le scuole stanno riaprendo.

In Libano, invece, continuano i bombardamenti sulle zone meridionali e si segnalano episodi di esplosioni anche nel nord e nell’est. La nostra casa di formazione, però, è in grado di portare avanti le sue attività accademiche e pastorali, come da programma.

I media possono dimenticare le vittime della guerra, ma le nostre preghiere non devono distogliersi dal loro grido. (Padre Diego Dalle Carbonare, mccj).

Port Sudan – La nuova sede della Facoltà di Infermieristica del Comboni College

Nel giugno 2022, a Khartoum, il Comboni College of Science and Technology aveva avviato la prima parte del nuovo corso di Licenza in Scienze Infermieristiche. Il programma, interrotto nella capitale per lo scoppio della guerra nell’aprile 2023, è ripreso nel gennaio 2024 in una nuova sede, a Port Sudan. Il College ha anche allestito all’interno della Comboni Secondary School alcuni uffici da cui poter gestire altri programmi accademici online.

Per varare il corso di infermieristica c’è stato bisogno di un accordo con il Ministero della Sanità dello Stato del Mar Rosso, in particolare per organizzare la pratica clinica che gli studenti svolgono negli ospedali della città. Il Comboni College, inoltre, ha richiesto al Consiglio Nazionale della Sanità e delle Professioni Mediche il riconoscimento del diploma finale, in modo che gli infermieri diplomati possano registrarsi ed esercitare la loro professione ovunque decidano di lavorare. Un comitato tecnico del Consiglio, dopo aver esaminato il curriculum di studi e visitato la nuova sede di Port Sudan, il 10 novembre scorso ha concesso il riconoscimento della facoltà di infermieristica.

La richiesta di infermieri è grande, soprattutto in questo travagliato periodo di guerra, e il Comboni College sta rispondendo come meglio può! (Padre Jorge Naranjo, mccj)

ITALIA

Nel cuore di Bari il cuore del Congo

Nel cuore di Bari il cuore del Congo”. Con questo “slogan” padre Corrado De Robertis, superiore della comunità comboniana del capoluogo pugliese, sabato 9 novembre, ha iniziato il suo intervento nel corso dell’inaugurazione, nel Museo archeologico di Santa Scolastica, della mostra “Nel cuore del Congo”, promossa dal Museo Africano di Verona e dalla Fondazione Nigrizia, con il patrocinio della città metropolitana di Bari e dell’assessorato alla cultura di Bari, e realizzata in collaborazione con la ONG Abusuan.

All’inaugurazione erano presenti José Antonio Bordallo Huidobro, ex ambasciatore spagnolo nella Repubblica Democratica del Congo, Vito Leccese, il neoeletto sindaco della città di Bari, la dott.ssa Roberta Giuliani, direttrice del Museo, padre Palmiro Mileto, comboniano, e oltre un centinaio di persone. Tutti hanno molto apprezzato le 60 sculture e oggetti di arte tradizionale, le maschere e una ricca selezione di feticci e tessuti, di diversi stili, provenienti da 27 villaggi congolesi e rappresentativi di 12 gruppi culturali.

Le opere esposte portano a scoprire temi quali la ricerca del mondo spirituale, le religioni, la comunicazione con gli spiriti e la preghiera rivolta ad essi, la magia e il potere di specifiche evocazioni, il legame con la natura e con il mondo degli antenati. Ogni sezione è curata in modo da offrire un’esperienza unica, che inviti a riflettere su come questi temi si intrecciano nella cultura africana.

Nel suo intervento, l’ambasciatore Bordallo ha detto: «Ogni pezzo esposto esprime una connessione profonda con la storia e la cultura del popolo congolese. Attraverso queste opere, possiamo viaggiare in un mondo ricco di vita e di colori; esse ci permettono di riscoprire la nostra umanità comune. Questi pezzi parlano con forza direttamente al cuore e all’anima».

Il sindaco Vito Leccese ha messo in luce quanto sia importante l’incontro tra culture differenti. «Venire a contatto con una cultura così distante – ha detto – ci permette di crescere come città. Daniele Comboni sarebbe contento di vedere nella città di Bari una mostra come questa, che ci offre la possibilità di conoscere la storia, la cultura e la civiltà dell’Africa vera».

Padre Mileto ha approfondito, in particolare, il significato delle maschere, sottolineando come esse siano «un mezzo per trasmettere a noi qualcosa che va oltre noi». È attraverso le forme che vengono date alle maschere nella loro materialità che queste «rendono visibile l’invisibile». Così, la maschera, ancor prima del suo lato artistico, è un “essere” che rappresenta, al contempo, una divinità e una forza della società umana. «Sotto l’apparenza materiale e la sua attrattiva estetica – ha continuato padre Mileto –, non bisogna dimenticare che la maschera è sempre foriera di una visione del mondo... La prima ragion d’essere di questi oggetti non è il piacere degli occhi. La destinazione profonda della maschera è volta a far rivivere i miti fondatori, a perpetuare la memoria degli antenati e ad agire in maniera positiva sulle forze soprannaturali. In altri termini, le maschere permettono di assicurare la coesione, i ruoli sociali e il vivere ordinato del gruppo nel rispetto delle leggi e della tradizione».

Ai visitatori della mostra si consiglia di entrare in questo viaggio nell’arte africana con curiosità – lasciandosi stupire dai messaggi di vita che vengono offerti – e di viverlo come spazio d’incontro, tra culture e mentalità, con i dodici gruppi culturali congolesi da cui provengono i manufatti esposti.

L’auspicio è che ogni visita sia un momento privilegiato per vivere il valore dell’incontro, nella consapevolezza che a salvare il mondo non saranno le armi ma la capacità di incontrarsi in un atteggiamento di accoglienza e riconoscimento dell’altro in quanto altro, in una prospettiva di reciproco arricchimento e inter-fecondazione.

La mostra resterà aperta fino al 31 dicembre, secondo gli orari abituali del Museo archeologico. (Fratel Antonio Soffientini, mccj)

Sessantesimo di sacerdozio

Lo scorso 9 novembre l’Acse (Associazione comboniana servizio emigranti), a Roma, ha festeggiato i 60 anni di sacerdozio di padre Venanzio Milani, missionario comboniano, presidente dell’Associazione. Erano presenti i volontari che rendono i diversi servizi dell’Acse ai migranti: gli insegnanti dei corsi di italiano e di informatica, i dentisti, coloro che distribuiscono i pacchi settimanali di viveri, gli avvocati del servizio legale, gli addetti alla segreteria e al servizio accoglienza, e altri ancora.

Si è celebrata una messa allietata da canti congolesi. Erano presenti rappresentanti anche delle suore comboniane e dei missionari comboniani, diversi dei quali congolesi.

Padre Milani ha ringraziato tutti, in particolare il Signore che l’ha chiamato al sacerdozio missionario, san Daniele Comboni che l’ha accolto nel suo Istituto, confratelli e consorelle e laici con cui ha collaborato. Ha sottolineato che «una vocazione non si realizza solo con la volontà, la forza e il coraggio di chi è chiamato. Tanti altri elementi entrano in gioco, soprattutto tante persone. Il cammino non si fa da soli».

A conclusione della festa, chiaramente commosso, padre Milani ha es-presso «un sincero grazie» a tutti coloro che gli sono stati vicini e hanno collaborato con lui in diverse esperienze.

Padre Milani è una delle persone che ha conosciuto e aiutato il fondatore dell’Acse, padre Renato Bresciani. È anche, per volontà del fondatore, il primo firmatario dell’atto costitutivo dell’Acse dal punto di vista civile, nel 1995. È stato a più riprese presidente dell’Associazione e lo è tutt’oggi dal 2016. La festa è terminata con un’agape fraterna.

Premio Bontà Città di Padova 2024

L’Associazione Nazionale Cavalieri d’Italia, sezione provinciale di Padova, ha assegnato il Premio Bontà 2024 ai Missionari Comboniani di Padova.

La cerimonia si è svolta durante il Convegno annuale dell’associazione, nella Scuola della Carità, dopo la Messa celebrata domenica 24 novembre nella parrocchia di San Francesco, a Padova.

Ogni anno, l’Associazione assegna un premio a istituzioni che vivono e operano in favore del prossimo, con gesti di vicinanza e di sostegno alle persone più fragili e bisognose.

Viene premiata l’accoglienza di persone povere e con difficoltà di inserimento nella società: poveri economicamente, con disagi fisici, ammalati, immigrati.

La comunità comboniana è stata riconosciuta come istituzione che si fa prossima e solidale con chi nella società fa fatica e vive in situazione precaria o emarginata. È stata riconosciuta anche l’azione missionaria propria ai comboniani sulla strada indicata da san Daniele Comboni: la loro presenza in Africa e altri continenti, come operatori di carità.

È un premio che nasce dalla più che centenaria presenza dei missionari comboniani a Padova, che, in questo territorio, tanto si sono spesi per la formazione umana, cristiana e intellettuale, di missionari e di cittadini. In molte famiglie padovane sono nati missionari comboniani, molti dei quali sono andati in missione in varie parti del mondo, in Africa in particolare.

È un premio che nasce dalla stima, dall’affetto e dalla solidarietà, da sempre manifestati verso la comunità e verso i singoli numerosi missionari comboniani padovani. (Padre Gaetano Montresor, mccj)

LONDON PROVINCE

Visita di padre Luigi Codianni alla Provincia

Padre Luigi Codianni, Assistente generale, è arrivato a Dublino il 5 ottobre 2024. Dopo aver trascorso tre giorni con la comunità nella capitale irlandese, si è recato a Leeds, nello Yorkshire, accompagnato da padre Ruben Padilla, superiore provinciale. Qui sono rimasti due giorni e poi hanno raggiunto la comunità di Glasgow, in Scozia, dove si è celebrata la festa di san Daniele Comboni assieme alle Suore Comboniane, a benefattori, collaboratori e amici.

Successivamente, padre Luigi e padre Ruben sono andati a Londra presso la comunità di Dawson Place. Padre Luigi è volato in Italia per partecipare ai funerali di padre Nicolino Di Iorio, morto in Etiopia e sepolto nella sua città natale, Celenza. Due giorni dopo, è tornato a Londra e ha visitato le comunità della parrocchia di St. Joseph (Roehampton) e di Sunningdale.

Durante il suo soggiorno, padre Luigi ha incontrato tutti i confratelli sia individualmente che a livello comunitario. Nei suoi colloqui, aperti e sinceri, ci ha offerto sostegno e ci ha incoraggiati a perseverare nella fede e nella vocazione missionaria, anche in mezzo alle sfide legali affrontate dalla Provincia, assicurandoci che non siamo soli nelle nostre battaglie.

Le sue parole hanno fatto crescere in noi il senso di unità e solidarietà con l’Istituto. I suoi aggiornamenti sulle varie situazioni e sui recenti sviluppi della Famiglia comboniana sono stati chiarificatori e stimolanti, i suoi ripetuti incoraggiamenti a continuare il nostro lavoro con responsabilità e impegno hanno rafforzato il nostro senso di appartenenza.

Terminate le visite alle comunità, padre Luigi si è trattenuto a Londra per l’incontro dei superiori provinciali d’Europa, tenutosi nella casa provinciale di Sunningdale dal 28 ottobre al 2 novembre.

Il mese missionario di ottobre è stato reso particolarmente significativo dalla sua presenza, soprattutto in occasione della festa di san Daniele Comboni celebrata a Carmyle, Glasgow, alla quale hanno partecipato le suore comboniane, collaboratori, benefattori e amici.

Durante la messa, padre Luigi ha rivolto ai presenti parole incentrate sulla speranza e sul bisogno immenso di pace in situazioni di conflitto come in Sudan, Sud Sudan, Mozambico, Repubblica Democratica del Congo e Africa Centrale. Toccante l’elogio che ha fatto del coraggio dei missionari che sono rimasti in queste zone piene di pericoli. Particolarmente forte il suo appello a pregare per la pace e la sicurezza.

Siamo profondamente grati a padre Luigi per la sua visita e la sua dedizione all’Istituto. Preghiamo perché i suoi viaggi siano sempre sicuri e perché la benedizione di Dio sia sempre sul suo lavoro come membro del Consiglio Generale.

Che Nostra Signora di Walsingham e san Daniele Comboni continuino a guidarlo e proteggerlo nella sua missione. (Padre Padilla Rocha Rubén, superiore provinciale)

PROVINCIA DE CENTROAMÉRICA

Costa Rica – Mons. Girardi riceve il dottorato Honoris Causa

Lo scorso 13 novembre, il consiglio universitario della Universidad Teológica de América Central (UTAC), in Costa Rica, ha conferito il dottorato Honoris Causa a mons. Vittorino Girardi, vescovo emerito di Tilarán-Liberia.

«Chi è mons. Vittorino Girardi? Come lui stesso ama definirsi, è un peccatore pentito e perdonato da Dio». Con queste parole, Philogène, un giovane haitiano, suo alunno, a nome degli studenti, lo ha ringraziato per il suo insegnamento alla UTAC fin dalla fondazione nel 2010, e anche prima, quando gli istituti religiosi del Costa Rica hanno stabilito l’Instituto Teológico de América Central (ITAC) come centro di formazione filosofica e teologica per i loro candidati alla vita consacrata.

In una cerimonia sobria ma emozionante, alla presenza delle autorità accademiche, degli studenti di filosofia, teologia e scienze religiose, dei comboniani presenti in Costa Rica e di un folto gruppo di amici e benefat-tori, fra’ Mario Madrigal, rettore dell’Università, a nome del consiglio universitario, ha letto il decreto con il quale l’UTAC, per la prima volta nella sua storia, ha conferito il dottorato Honoris Causa, per il suo lavoro di insegnamento e la sua collaborazione nell’accompagnamento pastorale di molte generazioni di religiosi in tutta l’America Centrale e nei Caraibi, a mons. Vittorino Girardi.

All’atto dell’investitura, gli sono stati consegnati l’abito accademico e gli altri simboli universitari, ovvero la toga, la mozzetta, il berretto, il libro delle scienze – nel suo caso, la Bibbia –, oltre a una targa commemorativa e un diploma. La cerimonia d’investitura si è conclusa con un breve discorso di ringraziamento da parte di mons. Vittorino.

La cerimonia era stata preceduta da una celebrazione eucaristica, presieduta da mons. Mario Enrique Quirós Quirós, vescovo di Cartago, rappresentante presso la conferenza episcopale della Commissione Nazionale per la Cultura e l’Educazione e dell’Università Cattolica del Costa Rica. (Padre Carlos Humberto Rodríguez Cascante, mccj)

Guatemala – Riunione dei giovani comboniani

Nell’ambito del cammino di formazione permanente, alcuni missionari comboniani della Provincia, quelli delle Nuove Generazioni (Nuevas Generaciones – NG), cioè dai primi voti ai 10 anni di voti perpetui o ordini sacri, si sono incontrati dal 12 al 14 novembre, presso la sede della casa provinciale, a Ciudad de Guatemala.

Angel Soto, giovane coordinatore delle NG della Conferenza Latino-Americana dei Religiosi (CLAR), ha accompagnato l’incontro con i temi della CLAR. Padre Damián Bruyel, comboniano, ha raccontato la sua esperienza missionaria in Messico e in America Centrale. Suor Silvia Gómez, delle Ancelle del Sacro Cuore, ha condiviso il loro modo di vivere la spiritualità del Cuore di Gesù.

Provenienti da Guatemala, El Salvador e Costa Rica, abbiamo condiviso le gioie e le sfide dell’essere missionari consacrati, riscoperto Comboni attraverso i suoi scritti, e riletto la nostra storia “consultando” le biografie di alcuni comboniani già tornati alla Casa del Padre.

Una gita pomeridiana ad Antigua Guatemala ci ha portato ad apprezzare la storia e la fede di un popolo credente. Abbiamo visitato la tomba di San Pedro de Betancur, il santo patrono della nostra provincia. (Padre Juan Diego Calderón Vargas, mccj)

SOUTH SUDAN

Incontro degli economi di comunità

Dal 20 al 22 novembre, nove economi di comunità si sono ritrovati a Juba per un incontro mirato alla loro formazione. Con loro c’erano anche il superiore provinciale, padre Schmidt Gregor Bog-Dong, l’economo provinciale uscente, fratel Pomykacz Jacek Andrzej, e il suo prossimo sostituto, padre Zębik Krzysztof Adam. Presente anche padre Luigi Codianni, assistente generale, venuto da Roma.

La tre giorni è risultata essere un vero e proprio momento di formazione, animato da padre Codianni.

Gli economi hanno presentato i bilanci delle rispettive comunità e i progetti previsti per l’anno 2025. Padre Codianni ha informato brevemente i presenti sulla situazione generale dell’Istituto per quanto riguarda il personale e le sfide relative all’impegno – che deve essere di tutti – nella ricerca di fondi, in modo da rendere l’Istituto sempre più autosufficiente. Ha poi esposto alcuni punti riguardanti l’economia e la sostenibilità, rifacendosi alle decisioni prese dal XIX Capitolo Generale. Infine, ha guidato un attento esame del capitolo riguardante l’economia del Codice di Condotta.

Dall’incontro è emerso un forte invito rivolto agli economi perché siano persone davvero “responsabili” (nel senso di “rispondere personalmente” dell’esecuzione delle mansioni affidate loro), perché l’economia oggi richiede professionalità e competenze specifiche.

Gli economi di comunità non devono esitare ad aiutare e perfino a correggere i confratelli quando è necessario, e a collaborare con i superiori per pianificare, realizzare e monitorare regolarmente insieme sia i programmi pastorali che i progetti di promozione umana. (Padre Zębik Krzysztof Adam, mccj)

TOGO-GHANA-BENIN

Giubileo d’oro della presenza comboniana in Benin

I primi missionari comboniani arrivarono in Benin il 22 dicembre 1974. Per commemorare il 50° anniversario di questa presenza, il superiore provinciale di Togo-Ghana-Benin, padre Hounaké Kouassi Timothée, e i comboniani presenti oggi nel Paese, il 27 ottobre hanno organizzato a Cotonou, nella parrocchia Saint François d’Assise di Fidjrossè, una solenne celebrazione liturgica, presieduta dall’arcivescovo metropolita di Cotonou, mons. Roger Houngbédji. Hanno concelebrato undici sacerdoti, per lo più comboniani, venuti dalle diverse missioni della provincia.

Nella sua omelia, mons. Roger ha ringraziato i missionari comboniani per il servizio che stanno offrendo in diocesi, in particolare nella parrocchia di Saint François d’Assise di Fidjrossè, e li ha invitati a rendersi ancora più presenti tra la gente a loro affidata, in particolare tra i più poveri e abbandonati.

La gioiosa Eucaristia è stata molto partecipata dai fedeli di Fidjrossè e da altri venuti da fuori. Padre Timothée Hounaké ha ringraziato il Signore per la missione affidata ai comboniani in Benin e per i confratelli che si sono spesi e continuano a farlo per portarla avanti. Ha espresso gratitudine alla Conferenza dei vescovi beninesi e, più particolarmente, al vescovo Roger, venuto a presiedere l’Eucaristia. Infine, ha espresso il suo grazie ai fedeli, venuti numerosi per unirsi alla celebrazione giubilare.

Padre Timothée ha colto l’occasione per tracciare un po’ la storia della presenza comboniana in Benin.

Dopo l’espulsione dei Missionari Comboniani dal Sudan negli anni ‘60 del secolo scorso, l’Istituto inaugurò la sua presenza in Africa Occidentale, su richiesta del vescovo di allora della diocesi di Lomé (Togo), mons. Casimir Tonyu Messan Dosseh-Anyron, che chiedeva la presenza dei Comboniani per evangelizzare una parte del territorio, a quel tempo dominato essenzialmente dal vudù. I missionari arrivarono il 19 gennaio 1964. Dieci anni dopo, si spostarono a est, entrando in Benin, e a ovest, stabilendosi ad Abor (Ghana), vicino al confine meridionale del Togo.

La prima presenza in Benin fu nella diocesi di Lokossa, con la parrocchia di Lobogo, dove, il 22 dicembre 1974, arrivarono i padri Giovanni Radaelli e Senén Gándara Mandianes. In seguito, si accettò una seconda comunità cristiana a Bopa. La presenza comboniana nelle due comunità non andò oltre i 15 anni. Lasciata la diocesi di Lokossa, i comboniani cominciarono il loro servizio missionario nella diocesi di Cotonou e, partendo dalla capitale, si incaricarono di una piccola area ancora scarsamente abitata, ma che, con il passare del tempo, ha visto crescere rapidamente la sua popolazione e oggi conta già sei parrocchie, nello stesso spazio geografico che ci era stato affidato a quel tempo (29 ottobre 1989).

Alcuni anni dopo, il 13 giugno 1996, ai comboniani fu affidata una seconda parrocchia a Toffo, questa volta in una zona rurale, che fu poi restituita alla diocesi per poter aprire due comunità nel nord del Benin, in un ambiente a maggioranza musulmana. La diocesi era quella di Djougou e le comunità che ci furono affidate erano Manigri, il 24 dicembre 2004, e Toko-toko, il giorno di Ognissanti del 2008. Il 10 ottobre 2005, fu aperto un noviziato internazionale di lingua francese, con sede a Cotonou. All’inizio di gennaio 2022, è stato aperto un centro di animazione missionaria alla periferia della capitale, a Pahou, dedicato alla promozione umana nel settore agrario.

I comboniani originari del Benin sono circa una trentina e buona parte di loro lavora in altri paesi, in cui sono presenti i comboniani. Il seme seminato in terra sta dando i suoi frutti. Chiamati a evangelizzare, vediamo che il carisma comboniano ha affascinato molti figli di questo paese.

Nel celebrare i 50 anni di presenza, credo che abbiamo motivi più che sufficienti per esprimere il nostro ringraziamento sincero al Signore per ciò che abbiamo potuto fare e, soprattutto, per tutto quello che abbiamo ricevuto da lui. (Padre José Francisco de Matos Dias, mccj)

PREGHIAMO PER I NOSTRI DEFUNTI

IL PADRE: Archangel Lickson, di padre Archangel Banda (MZ).

IL FRATELLO: Guido, di padre Giuseppe Brunelli (I) e di Suor Anna Brunelli (SMC); Tarcisio, di padre Aldo Pozza (NAP) e di padre Mario Pozza (†); Patrick Mwanzia, di padre Evans Nzuka (KE); Luigi Oledra, di padre Ruffino Ezama (NAP).

LA SORELLA: Ana, di padre Jorge García Castillo (†); Efigenia, di padre Rafael Rico Hernández (†); Maria, di padre Aldo Pozza (NAP), di padre Mario Pozza (†) e di Tarcisio (†).

LA MISSIONARIA SECOLARE COMBONIANA: Lina Calabrese (I).