Sabato 24 maggio 2014
Lo Spirito che mosse san Daniele Comboni a scrivere il Piano per la rigenerazione dell’Africa continua ad agire oggi nell’attività apostolica di molti comboniani nei quattro continenti. Come esempio concreto di ciò, sottoponiamo oggi all’attenzione di tutti il piano pastorale della parrocchia “Cristo Misionero del Padre” alla periferia di Lima.
I 150 ANNI
DEL PIANO DI SAN DANIELE COMBONI
Un esempio di pianificazione pastorale:
la parrocchia
Cristo Misionero del Padre
La parrocchia “Cristo Misionero del Padre”,
figlia della parrocchia “Los Doce Apóstoles”, dove noi, Missionari Comboniani, abbiamo iniziato il nostro lavoro di evangelizzazione nel 1970, traendo ispirazione dal nostro Fondatore a lavorare in maniera pianificata, orienta e organizza tutta la sua azione pastorale in base al piano pastorale proposto dal Movimento per un Mondo Migliore, meglio noto come Piano NIP (Nuova Immagine di Parrocchia) o PRP (Progetto di Rinnovamento Parrocchiale).
Lavorare in questo modo consente ad ogni missionario di dare continuità al lavoro iniziato e di poter contare sulla formazione e maturità dei laici e delle laiche perché qui sono soprattutto loro, seguiti dai loro sacerdoti, a portare avanti il lavoro di evangelizzazione.
Ci sembra che questi due obiettivi – continuità dell’azione apostolica (nonostante la rotazione del personale comboniano) e ampia partecipazione dei laici, uomini e donne – siano chiaramente in linea con lo spirito di san Daniele Comboni e del suo Piano, come pure con l’ecclesiologia del Vaticano II e del magistero della Chiesa latinoamericana.
"La casa dei talenti",
P. Juan Armando
Goicochea Calderón.
Il Piano NIP e la sua spiritualità
Dal Movimento per un Mondo Migliore (negli anni 1958-1965) e dall’impulso dato dal Vaticano II, nasce, nel decennio successivo al Concilio, il Progetto di Rinnovamento Parrocchiale, più noto con il nome di “Nuova Immagine di Parrocchia”, con una serie di nuovi corsi e progetti di spiritualità comunitaria.
Il “Piano NIP” è un metodo pastorale, un progetto di rinnovamento parrocchiale, ispirato alla Bibbia e al Magistero, che ricerca incessantemente la partecipazione e la santità del popolo di Dio organizzato come comunità di fede e di missione, che nel quartiere di Chorrillos (Lima) ha dato frutti straordinari nel corso degli ultimi quaranta anni.
Nonostante siano passati di qui numerosi comboniani di diverse nazioni, il Piano si è mantenuto fedelmente, dando origine già a quattro parrocchie che si caratterizzano per la grande partecipazione laicale, in forte sintonia con il principio comboniano di far sì che i popoli siano protagonisti della loro storia.
Alla base di questo metodo pastorale vi sono alcune convinzioni:
a) che la salvezza è un fatto personale e comunitario (non solo individuale);
b) che questa esperienza di salvezza diventa possibile nella dimensione propria della comunità cattolica;
c) che la crescita delle persone, la perfezione cristiana e la santità si vivono e si sviluppano nella relazione interpersonale;
d) che l’azione pastorale è valida solo se crea comunità-Chiesa e non comunità parziale, peculiare o speciale di gruppi in competizione.
Questo vuol dire che assieme, in comunità, cerchiamo la santità, e non individualmente, perché non c’è il cristiano che viva isolato ma cristiani che vivono in comunione, seguendo l’esempio del Dio Trino. Come Gesù ha pregato il Padre dicendo “Padre Santo... perché siano una cosa sola, come noi” (Gv 17,11).
Come si sviluppa il Piano?
Il Piano NIP concepisce la parrocchia non come un centro dove andare per ricevere servizi religiosi, ma come una “comunità di comunità”, come affermano i documenti latinoamericani. Esso cerca di promuovere una grande partecipazione pastorale dei laici e di uscire per incontrare la gente, decentralizzando iniziative e attività. Si osservi che, con queste priorità, è la parrocchia che si avvicina alla gente e non il contrario, per arrivare gradualmente, e seguendo il ritmo della gente, all’ideale di parrocchia come comunità di fede, di carità, di culto e missionaria, sostenuta dalle comunità ecclesiali di base (CEB).
Secondo questo schema, il laico – o la laica – non è più uno spettatore, uno che semplicemente “assiste” alle messe domenicali, ma diventa co-protagonista e co-responsabile del lavoro pastorale e di evangelizzazione che gli è stato affidato da Gesù Cristo e dalla Chiesa cattolica con il battesimo. Questo è uno dei meriti più importanti del Progetto di Rinnovamento Parrocchiale o Piano NIP.
P. Sergio Agustoni
Comboniano.
Il Piano NIP nella nostra parrocchia
La Parrocchia Cristo Misionero del Padre fu fondata il 17 novembre 1995, quando era Arcivescovo di Lima, Mons. Augusto Vargas Alzamora. Come abbiamo detto, fu smembrata dalla parrocchia de Los Doce Apóstoles, retta dai Comboniani con lo stesso Piano NIP, la cui parte centrale e sviluppata fu consegnata al clero diocesano.
Con i suoi circa 87.000 abitanti, è abbastanza ampia e diversificata, con zone che rappresentano tutta la diversità socioeconomica di Chorrillos, un distretto del municipio di Lima, fra le tipiche colline sabbiose della capitale peruviana e il Pacifico. Malgrado queste differenze sociali, economiche e culturali e le peculiarità di ogni comunità zonale, che danno loro una definita personalità settoriale, si mantiene e si ricerca costantemente l’unità e la identificazione parrocchiale; in questo senso, la diversità socioeconomica viene assunta come una ricchezza che alimenta la convinzione spirituale di ciò che facciamo, riafferma la nostra fede e, davanti all’evidenza di tante belle testimonianze di impegno cristiano dei nostri fratelli, la convinzione che Dio è per tutti.
Con questo progetto di rinnovamento parrocchiale cerchiamo appunto di eliminare le differenze sociali e culturali come anche di superare le distanze fra il clero e la gente, fra la Chiesa organizzata e il gran numero di gente che generalmente non partecipa alle attività ecclesiali.
Vedere, giudicare, agire
Com’è ormai tradizione in America – e come, di fatto, faceva lo stesso Comboni, pur senza usare queste parole – anche noi applichiamo concretamente la metodologia dei tre passaggi “vedere, giudicare, agire”. Nel nostro caso:
A) Vedere la realtà vuol dire vedere tanta gente sparsa sulle colline e nei quartieri, divisa, con vari problemi economici, sociali, familiari, educativi … che partecipa poco alla vita normale della Chiesa. Vedere la realtà ci porta anche a riconoscere che solo il 10% delle persone viene a messa e che, nonostante l’enorme lavoro pastorale svolto, i laici impegnati sono ancora soltanto l’1%.
B) Giudicare alla luce di Dio ci porta a prendere coscienza del fatto che Egli vuole che “tutti siamo uno” (Gv 17,20-21) e “che tutti si salvino e giungano alla conoscenza della verità”. Partiamo da un ideale di parrocchia come comunità di comunità, formata da comunità ecclesiali di base e da famiglie in generale, tutte guidate dal parroco.
C) Agire con un lavoro pianificato significa agire in maniera che, partendo dalla realtà concreta esistente, camminiamo verso l’ideale che sogniamo. E per raggiungerlo, questo progetto si pone degli obiettivi generali:
a) A lungo termine: arrivare ad una parrocchia che sia comunità di comunità.
b) A medio termine: arrivare ad una parrocchia che sia comunità di fede.
c) A breve termine: riuscire a far nascere i piccoli gruppi di riflessione biblica.
Questi tre obiettivi generali, che sono ideali più vicini, determinano le tre grandi tappe del Progetto di Rinnovamento Parrocchiale o Piano NIP.
Le tre tappe del Piano
1ª tappa: sensibilizzazione e annuncio. Può durare da 6 a 10 anni. L’ideale sarebbe 10, in base al grado di avanzamento nel raggiungere gli obiettivi. Ha tre fasi:
Questa tappa culmina con una grande festa di fraternità chiamata EVENTO REDENTORE.
2ª tappa: evangelizzazione e processo di conversione che inizia con l’Evento Redentore e ha, anche questa, tre fasi in cui si cerca di:
Questa tappa culmina con un grande Sinodo parrocchiale o CONGRESSO DELLA FEDE CATTOLICA.
3ª tappa: catechesi permanente e di presa di coscienza del fatto che siamo popolo di Dio; anche questa ha tre fasi:
Questa tappa culmina con un grande CONGRESSO EUCARISTICO.
La nostra parrocchia attualmente sta terminando la seconda fase della terza tappa; siamo in un processo di catechesi permanente, riscoprendo la nostra missione nel mondo di oggi.
Aree Pastorali
In questo momento la nostra parrocchia è formata da 12 comunità in due sedi parrocchiali e la nostra azione pastorale si sviluppa in 15 aree pastorali, ciascuna con il suo programma di catechesi, la sua attività apostolica e i suoi responsabili. Queste sono:
1. Pastorale delle Moltitudini (si rivolge a tutti);
2. Pastorale delle Comunicazioni (messaggeri: un grande gruppo di persone che si incaricano di comunicare il cammino settimanale della parrocchia a tutti gli abitanti);
3. Pastorale delle Piccole Comunità (moderatori – animatori);
4. Pastorale Familiare (coppie di fidanzati e di sposi);
5. Pastorale di Catechesi (bambini, giovani e adulti);
6. Pastorale Liturgica (monitori, lettori, coro, accoliti);
7. Pastorale Sociale (aiuto fraterno, terza età, mense, tutela del bambino e dell’adolescente);
8. Pastorale della Salute (ammalati, anziani);
9. Pastorale Giovanile (gruppi giovanili, incontri di giovani);
10. Pastorale di Movimenti di spiritualità (fraternità, gruppi mariani, gruppi di preghiera);
11. Pastorale di Incontri di Promozione Cristiana (adulti: donne e uomini);
12. Pastorale dell’Infanzia Missionaria (bambini, adolescenti);
13. Pastorale Educativa (scuole);
14. Pastorale Artistica (teatro, danza, musica);
15. Gruppo di Giustizia, Pace e Integrità del Creato (trasversale, tutti/tutte).
Ognuna di queste pastorali ha i propri responsabili, il proprio cammino formativo e il proprio campo specifico di azione in sintonia con l’insieme della parrocchia. Di fatto, assieme al parroco e ai vicari, la parrocchia ha un Gruppo di Coordinamento Centrale nella quale sono rappresentate le diverse aree pastorali.
Ogni anno si fa una revisione e un’attualizzazione del Piano, che viene costantemente aggiornato, corretto e ampliato, a seconda delle necessità.
In questo panorama, il lavoro dei sacerdoti consiste nell’animare e mantenere il ritmo della programmazione, oltre, naturalmente, all’aspetto specifico dei sacramenti. Sacerdoti e laici collaborano e si aiutano reciprocamente, così come voleva Comboni nel suo Piano per l’Africa, con l’obiettivo che le comunità di vita si sviluppino come comunità fraterne, solidali e missionarie.
Chorrillos (Lima)
P. Juan Armando Goicochea Calderón, mccj