Notiziario mensile dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù
DIREZIONE GENERALE
Assemblea Intercapitolare
In settembre, a Roma si svolgerà l’Assemblea Intercapitolare:
2 settembre: apertura
21 settembre: chiusura
22 settembre: partenza
“Non è solamente un incontro del Consiglio Generale con i provinciali e i segretari. È l’incontro di tutti. L’Intercapitolare è l’Assemblea di tutta la Famiglia Comboniana. Vogliamo affidare questo momento della nostra vita come Istituto a san Daniele Comboni affinché ci accompagni e ci illumini nel continuare la sua opera missionaria. Invitiamo tutti i membri dell’Istituto ad accompagnare questa assemblea con la preghiera”.
Professioni perpetue
Fr. Chacón Huamán César (PE) |
Lima (PE) |
29.06.2012 |
Sc. Ghebrezghiabiher W. Kidane (ER) |
Asmara (ER) |
04.08.2012 |
Sc. Tewoldeberhan Nayir Berkay (ER) |
Asmara (ER) |
04.08.2012 |
P. Munketalingi E. Jean-Marie (RDC) |
Noël Idiofa (RDC) |
22.07.2012 |
Opera del Redentore
Settembre 01 – 15 NAP 16 – 30 PE
Ottobre 01 – 15 P 16 – 31 RSA
Intenzioni di preghiera
Settembre – Perché l’Assemblea Intercapitolare dei Comboniani rafforzi in noi la passione per la missione, l’impegno nell’animazione missionaria e ci aiuti a trovare nuove vie per realizzare la nostra missione. Preghiamo.
Ottobre – Perché l'esempio di san Daniele Comboni, grande animatore missionario, ispiri tutta la Famiglia Comboniana a svolgere il ministero dell’animazione missionaria per aiutare le Chiese locali ad aprirsi alla missione ad gentes, alla solidarietà e cooperazione tra le Chiese. Preghiamo.
BRASIL DO SUL
Celebrazione dei 60 anni dall’arrivo dei Comboniani in Brasile
Lo scorso 14 giugno, i Missionari Comboniani hanno celebrato con l’arcidiocesi di Vitória i 60 anni dal loro arrivo in Brasile. Infatti, è proprio nell’arcidiocesi di Vitória, nella parrocchia di Serra Sede, che nel 1952 arrivarono i primi Comboniani.
Mons. Luiz Mancilha Vilela, Arcivescovo Metropolitano, ha presieduto la celebrazione eucaristica, accompagnato da Mons. Wladimir Lopes, Vescovo Ausiliare di Vitória, da Mons. Aldo Gerna, Vescovo emerito di São Mateus, e dai Comboniani Alcides Costa, superiore provinciale, Egidio Melzani, Elio Savoia, Aurelio Riganti, Wellington Alves de Sousa e Robinson de Castro Cunha. Era presente anche la superiora provinciale delle Missionarie Comboniane del Brasile, Suor Nilma do Carmo de Jesus, molti religiosi e religiose, oltre che i fedeli della parrocchia di São José Operário di Carapina. Mons. Luiz Vilela si è detto felicissimo per la presenza comboniana nella sua arcidiocesi e ha sottolineato come i Comboniani abbiano avuto grande influenza su questa Chiesa perché diventasse missionaria.
Mons. Gerna, da 55 anni in questo Stato, ha ricordato che “i Comboniani sono nati per l’Africa, ma hanno trovato in Brasile un’Africa ‘non geografica’ e la presenza di molti popoli neri ed esclusi”. Ha affermato che il carisma di Comboni si è incarnato nel lavoro missionario in Brasile e che molti sono stati i frutti del lavoro missionario comboniano, uno dei quali è proprio la diocesi di São Mateus, con le sue parrocchie e il suo clero giovane.
Infine, P. Alcides ha ringraziato tutti per la partecipazione e ha chiesto a Dio di concedere ai Comboniani la grazia di poter continuare a collaborare con la Chiesa locale dell’Arcidiocesi di Vitória per molti anni. Per l’occasione, il Superiore Generale, P. Enrique Sánchez G., e il suo Consiglio, hanno inviato un messaggio di ringraziamento.
La Provincia comboniana del Brasile del Sud ha già realizzato varie attività per commemorare questo anniversario e ha scelto quest’anno come anno vocazionale, organizzando a questo scopo settimane di preghiera per le vocazioni nelle parrocchie. Il prossimo 1° novembre si svolgerà un pellegrinaggio comboniano ad Aparecida do Norte. Pellegrini di tutte le parrocchie comboniane del Brasile si riuniranno ad Aparecida per celebrare assieme questi sessant’anni.
Premio in difesa dei diritti umani
P. Saverio Paolillo, direttore della Rete di Assistenza Integrale ai Bambini e agli Adolescenti (REDE AICA), membro della Pastorale dei Minori e del Consiglio Statale dei Diritti Umani, ha ricevuto il 15 agosto, nella sede del Parlamento dello Stato dello Spirito Santo, in Brasile, la medaglia Orlando Bonfim Júnior, concessa a personalità che si distinguono per il loro impegno nella difesa e promozione dei diritti umani.
COLOMBIA
Esperienza di quartiere a Nuevo Milenio (Tumaco)
Vi scrivo dal centro città, mentre stiamo vivendo uno dei peggiori momenti del nostro quartiere. Avevamo sempre sentito parlare di violenza e morte in altre zone della città ma, da qualche settimana, le abbiamo in casa. Negli ultimi mesi vari gruppetti di ragazzi sovvenzionati da vari gruppi armati son venuti a vivere nel quartiere e girano armati.
Un giorno uno dei gruppi ha rubato delle casse di birra dal camion che le stava distribuendo. È arrivata la polizia e ha arrestato due di loro. Il giorno dopo il camion è arrivato con due poliziotti. I ragazzi li hanno disarmati e li hanno uccisi portandosi via le loro armi. Si è scatenato il finimondo: un elicottero ha girato per ore sopra il quartiere con la mitragliatrice puntata sulla gente, varie imbarcazioni da guerra pattugliavano la zona della costa mentre centinaia di poliziotti giravano armati per il quartiere, insultando le persone, perquisendo le case, portando via giovani per dimostrare che stavano ottenendo dei risultati. Il capo della polizia ha dichiarato, alla radio, che tutto il quartiere era complice perché non denunciava la presenza di questi gruppi armati, quando tutti sanno che molti dei funerali della città sono proprio di persone che il giorno prima avevano denunciato qualcuno alla forza pubblica. La polizia ha portato via una quindicina di ragazzi, alcuni dei nostri gruppi giovanili, cercando di farli confessare...
Il giorno dopo i poliziotti hanno ucciso un uomo che, secondo loro, era il capo di uno dei gruppi armati: la gente dice che si era arreso ma è stato ucciso ugualmente. Da quel momento, per tutto il giorno, gruppi di poliziotti e soldati girano per il quartiere con le armi spianate (dato il colore dei loro vestiti – commentano alcuni di noi – si vede che hanno deciso di fare del nostro quartiere una “zona verde”), poi, alle sei di sera, arrivano due camion pieni di poliziotti che passano la notte girando per il quartiere e spesso si sentono delle sparatorie. Una sera alle nove, sei poliziotti mi hanno circondato con la pistola in pugno chiedendomi chi ero, che cosa facevo e dove andavo. Quando gliel’ho spiegato, non mi credevano e continuavano a guardarmi minacciosi, finché sono passate due persone che mi hanno salutato a voce alta “buonasera padre”. I poliziotti, allora, hanno abbassato le armi e si sono scusati.
La gente ha molta paura e alle sette di sera le strade sono deserte. Molti non vogliono più partecipare ai nostri incontri comunitari che di solito sono proprio a quell’ora.
Che fare in questa situazione? Siamo andati alla radio e abbiamo chiesto al capo della polizia di ritrattare le offese fatte alla gente del quartiere. Qualche giorno dopo ha chiesto scusa per radio. Una domenica, abbiamo organizzato una festa della pace, invitando persone di altri quartieri a venire a solidarizzare. Canti, messaggi di pace, danze, teatro, poesie... La moglie del sindaco ha collaborato offrendo i microfoni, le sedie e un telone per proteggere dal sole. Il Vescovo ha partecipato e ha commentato il testo della Genesi su Caino e Abele: “Il sangue sparso sulla terra grida al cielo... sono forse io responsabile della vita di mio fratello?”. Io ho commentato il sogno di Isaia (2): “Verranno giorni in cui non ci sarà più guerra e le armi saranno trasformate in strumenti di lavoro, di progresso e di pace”. Sono venute molte persone da fuori a mostrare solidarietà, ma la maggioranza della gente del quartiere è rimasta chiusa in casa per paura di farsi vedere lì o di possibili sparatorie durante la festa che è stata, invece, molto bella e tranquilla e ha dato una boccata di ossigeno a tutti i presenti.
Stiamo cercando di infondere coraggio e speranza nella gente, continuando a proporre gli incontri serali in piccole comunità e piccole azioni di solidarietà e di pace. Domenica, alla fine della Messa, siamo andati in processione all'entrata del quartiere per attaccare uno striscione con la scritta “Il nostro è un quartiere che vuole la pace”. Sabato le comunità del quartiere faranno un gesto gratuito, andando a pulire i marciapiedi all’entrata al quartiere, che sono pieni di erbacce. Piccoli gesti che aiutano la gente a non cedere alla tentazione di isolarsi e di rinchiudersi in casa. Io sono abbastanza tranquillo. So che il fatto di essere prete e straniero mi dà molta più sicurezza rispetto al resto della gente. (P. Francesco Nascimbene, luglio 2012)
CONGO
Chiesa locale aperta al mondo
Nella Repubblica Democratica del Congo la diocesi di Butembo Beni ha un posto rilevante. Estesa su una superficie di 45.000 Km2, questa diocesi del Kivu ha una popolazione di due milioni e mezzo di abitanti, due terzi dei quali sono cattolici. Le parrocchie sono 48, i sacerdoti diocesani 210, i sacerdoti religiosi 190, i fratelli religiosi 75 e le religiose 460. Davanti a questa “fiorente” situazione, i Missionari Comboniani hanno scelto Butembo per fondarvi una comunità di animazione missionaria e promozione vocazionale. Nella stessa casa, vi sono una ventina di giovani che vivono la loro prima esperienza di formazione con l’anno propedeutico.
Nell’ambito delle loro attività di animazione missionaria, i confratelli hanno proposto al Vescovo, Mons. Melchisédech Sikuli, di tenere i ritiri annuali dei sacerdoti diocesani. Per questo, dal 3 al 14 luglio, P. Tonino Falaguasta Nyabenda è rimasto due settimane a Butembo, per predicare gli esercizi a due gruppi di sacerdoti diocesani (150 in tutto), nel seminario maggiore di filosofia di Vuhira. P. Tonino ha insistito sulla “sequela Christi” secondo il Vangelo di Marco. Il discepolo di Gesù sente la chiamata, si avvicina a Cristo per un’esperienza di comunione e poi viene inviato in missione. Anche i sacerdoti di Butembo, in quanto discepoli di Gesù, devono sentirsi “missionari” e responsabili dell’evangelizzazione del mondo.
Il Paese è ancora in pericolo
Nel corso dell’ultima riunione della Conferenza Episcopale della Repubblica Democratica del Congo, dal 2 all’8 luglio scorso, i Vescovi hanno espresso le loro preoccupazioni per la situazione del Paese, davanti all’attacco di forze negative e alla guerra che da qualche mese infuria nell’est del Paese. Così, il 6 luglio hanno pubblicato un messaggio rivolto alle autorità, al popolo congolese, ai responsabili delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni internazionali. “La guerra che imperversa nel Nord e Sud Kivu – affermano i Vescovi – ci lascia profondamente costernati… È la dimostrazione del piano di balcanizzazione messo in atto riguardo al nostro Paese”. Attraverso questa strategia d’insicurezza, provocata dalla guerra, e d’instabilità, si vuole arrivare a svendere alcune regioni del Congo per darle all’Uganda e al Rwanda, oppure per creare uno stato indipendente. Tutto questo, per consentire di saccheggiare le risorse naturali di questa parte orientale del Paese. Infatti il Nord, il Sud Kivu e una parte della Provincia Orientale sono regioni ricche di prodotti agricoli, di acqua e di risorse minerarie come oro, coltan, petrolio, gas, ecc. Una ricchezza che, per i congolesi, è una fortuna ma anche una sfortuna.
“I Vescovi – continua il messaggio – stigmatizzano con forza questo piano di balcanizzazione. Ne condannano pubblicamente i protagonisti. Condannano con fermezza la ripresa della guerra nel Kivu. Esprimono il loro sostegno ai sacrifici dei soldati congolesi e alla diplomazia per difendere l’integrità territoriale della Repubblica Democratica del Congo”. Per questo motivo è stata scelta una data, il 1° agosto, giorno festivo e festa dei genitori, per organizzare delle iniziative allo scopo di sensibilizzare i congolesi davanti al pericolo che corre la loro patria. E per pregare al fine di ottenere “una pace vera e duratura”.
DCA
Diaconato in Guatemala
Lo scorso 14 luglio, nella comunità di Casa Comboni, a Città del Guatemala, è stato ordinato diacono Oscar Aníbal Najarro Morales, per l’imposizione delle mani di Mons. Rodolfo Mendoza, vescovo ausiliare dell’arcidiocesi. Oscar Aníbal, originario di El Salvador, ha terminato gli studi di Teologia nello scolasticato di São Paulo, Brasile, e dal gennaio 2011 si trova a Città del Guatemala per il periodo di servizio pastorale, prima nella parrocchia di Nuestra Señora del Milagro, consegnata al clero locale lo scorso dicembre, e poi nella comunità di animazione missionaria di Casa Comboni, dove collabora nella pastorale vocazionale. È il terzo comboniano di EL Salvador.
Alla celebrazione diaconale ha partecipato anche il Superiore Generale, P. Enrique Sánchez G., e quindici sacerdoti, oltre a 250 persone, fra cui una quarantina di familiari e compaesani venuti da El Salvador.
Esercizi spirituali
Dal 12 al 21 luglio, P. Enrique Sánchez G. ha predicato gli esercizi ai membri della delegazione; erano presenti 32 comboniani. È stato un momento di autentica spiritualità comboniana, con celebrazioni liturgiche arricchite dai testi di san Daniele Comboni. P. Enrique è riuscito a creare un clima di silenzio e di preghiera e le sue riflessioni rispecchiavano l’intensa esperienza che l’Istituto sta facendo alle diverse latitudini. È stato come metterci in sintonia con tutto l’Istituto e riuscire a pregare per le varie situazioni. Grazie, P. Enrique, per averci reso partecipi di questa ricca esperienza spirituale.
60 anni di sacerdozio di P. Gianmaria Piu
Domenica 22 luglio, approfittando della presenza di quasi tutti i confratelli della delegazione, abbiamo celebrato i 60 anni di sacerdozio di P. Pietro Gianmaria Piu, con la partecipazione di 1200 persone nell’auditorio Juan Pedro Pini (comboniano pioniere in queste terre) di Città del Guatemala. L’evento era stato preparato con mesi di anticipo e la collaborazione di diversi gruppi ecclesiali; oltre ai comboniani, vi era una decina di sacerdoti diocesani per un totale di 40 concelebranti. È stata un’intera mattinata di festa, con una riflessione missionaria di P. Giuseppe Moschetta sulla nuova evangelizzazione e una di P. Enrique Sánchez G. sull’essere missionari oggi, in particolare in alcune situazioni in cui l’Istituto è presente. Si è avuta la partecipazione dell’Estudiantina Monteflor e del gruppo teatrale Renacer, con un’opera sulla vita di P. Piu, oltre alla proiezione di un video-testimonianza, sempre sulla sua vita. Inoltre, per ricordare l’evento, è stata realizzata una speciale pubblicazione.
La cerimonia, vero e proprio incontro di animazione missionaria, si è conclusa con un pranzo per 200 persone mentre al resto dei partecipanti è stato offerto un ricco “tamal” preparato dalle parrocchie alle quali apparteniamo e dove P. Piu è molto stimato.
ECUADOR
Un evento che accomuna Quito a El Obeid
L’Ecuador è un paese dove cultura, storia, fede, arte, passato e presente si fondono in una realtà esistenziale che marca tanto il calendario liturgico come la vita di un’intera nazione. Solennità e celebrazioni religiose come la Settimana Santa, il Corpus Domini, il Rosario dell’Aurora, Novene e Processioni nei tanti santuari in onore di una lunga serie di Madonne: della Merced, del Carmen, del Quinche, del Cisne, del Rocio, de la Paz… muovono milioni di pellegrini di tutte le nazionalità, un fiume di gente che celebra e trasmette la fede e la sua identità con tradizioni precolombiane, incaiche, kitcwa e cristiane. L’Ecuador è stato il primo paese al mondo a essere consacrato al Sacro Cuore di Gesù, con decreto firmato dal presidente Gabriel García Moreno, un evento spirituale, storico e politico, celebrato nella cattedrale di Quito il 25 marzo 1874. Per ricordare l’evento, la Basilica del Voto Nazionale a Quito è stata al centro delle celebrazioni della settimana che si è conclusa il 17 giugno 2012 con la giornata di preghiera per la Patria ecuadoriana.
Circa sei mesi prima di quella consacrazione, il 14 settembre 1873, a El Obeid, Sudan, Daniele Comboni aveva consacrato al Sacro Cuore il Vicariato Apostolico dell’Africa Centrale. “Scrissi poi al Santo Padre Pio IX perché mi conceda che il venerdì dopo l'ottava del Corpus Domini, sacro al Cuore dolcissimo di Gesù, in tutto il Vicariato dell'Africa Centrale sia festa di precetto e sia celebrato con doppio di prima classe con ottava; ma non ebbi ancora risposta… Pare che il S. Padre abbia accordata una tal grazia alla Repubblica dell'Ecuador in America, postulantibus quel Presidente e l'Arcivescovo di Quito: spero perciò che si accorderà anche a questa mia derelitta parte del mondo africano equatoriale, che siede da tanti secoli fra le ombre di morte”. In questa lettera del marzo 1874 al vescovo di Brescia, l’accenno alla richiesta del presidente García Moreno dimostra un Comboni bene informato. Sudan ed Ecuador, Comboni e García Moreno: due paesi e due uomini in continenti diversi, uniti da uno stesso atto di fede.
È interessante anche far notare che un’ottantina di anni dopo, il 2 aprile 1955, arrivarono a Quito, per iniziare una nuova missione comboniana, due sacerdoti e un fratello “Figli del Sacro Cuore di Gesù”!
Incontro continentale della pastorale afroamericana a Guayaquil
Dal 16 al 20 luglio si è tenuto a Guayaquil il XII Incontro Continentale della Pastorale Afroamericana (EPA). I delegati, circa 200, hanno riflettuto sul tema “La pastorale afroamericana e dei Caraibi e il documento di Aparecida: sfide e speranze nella Chiesa e nella società”. Subito dopo, dal 21 al 22 luglio, si è svolto il Secondo Incontro dei comboniani che lavorano con gli Afro-discendenti (il primo incontro si era tenuto, sempre a Guayaquil, nel 2010).
La scelta di Guayaquil come sede del XII Incontro non è casuale: è a Guayaquil che facevano tappa le navi di schiavi nel loro viaggio verso Lima (Perù) ed è a Guayaquil che S. Martino de Porres (religioso domenicano di madre afroamericana) visse per un periodo curando gli ammalati e aiutando i bisognosi.
L’EPA (Encuentro de Pastoral Afroamericano) nacque nel 1980 dall’intuizione e passione di due comboniani: Mons. Enrico Bartolucci e P. Raffaello Savoia per favorire una pastorale per la popolazione di discendenza africana, coordinando il lavoro con quanti già lavoravano con le popolazioni afro della costa del Pacifico, soprattutto in Ecuador, Colombia e Panama. L’EPA oggi include tutte le nazioni con popolazioni di afro-discendenti, dagli Stati Uniti fino al Brasile ed è una realtà ormai riconosciuta a livello ecclesiale.
ERITREA
Professione perpetua e diaconato
La comunità della Delegazione radunata ad Asmara ha avuto nel mese di agosto due giornate di gioia e di ringraziamento. I due scolastici finalisti Tewoldeberhan Nayir Berkay e Ghebrezghiabiher Woldehawariat Kidane hanno emesso la loro professione perpetua nell’Istituto il 4 agosto nella chiesa parrocchiale di Kidane Mehret, nella zona Sembel, alla periferia di Asmara, dove dal giugno 2008 si è dato inizio a uno scolasticato d’inserzione, perché i giovani eritrei non possono uscire dalla nazione prima dei 50 anni. La professione è stata preparata con un triduo di animazione nella stessa parrocchia con preghiere e riflessioni di padri e suore comboniani eritrei. Dopo la Messa della professione e una colazione per tutti i presenti, nel cortile della chiesa, a mezzogiorno si è svolto il pranzo con la presenza di Mons. Menghesteab Tesfamariam, religiosi e sacerdoti, parenti e amici sotto un daz (tendone) molto ben decorato nel cortile dello stesso scolasticato. Il pranzo è stato allietato dai canti del coro.
Nello stesso giorno P. Estifanos Helafu Weldeghiorghis, superiore dello scolasticato, ha celebrato il 10° anniversario della sua ordinazione sacerdotale: il Signore gli ha concesso di vedere in questo giorno il primo grande risultato del suo lavoro e anche questo ha aumentato la gioia della celebrazione.
Il giorno seguente, 5 agosto, Tewoldeberhan e Ghebrezghiabiher hanno ricevuto l’ordinazione al diaconato per le mani di Mons. Menghesteab nella cattedrale di Kidane Mehret. Il vescovo, nella sua breve omelia, ha ricordato che il diaconato indica servizio e non deve mai essere considerato come un potere raggiunto. Dopo la Messa, è stata distribuita la colazione (tè e pane) a tutti i presenti, secondo l’usanza locale e successivamente c’è stato un pranzo al quale erano presenti Mons. Menghesteab e anche Mons. Zekarias Yohannes, vescovo emerito di Asmara, tutti i missionari della Delegazione presenti in Eritrea, un bel gruppo di suore comboniane, parenti, amici e altri invitati.
L’ultima ordinazione sacerdotale di un comboniano eritreo, P. Tesfaab Bekit Sliman, si era avuta il 21 gennaio 2007. È ben giustificata, quindi, questa grande festa che ci dà la speranza di avere presto altre due ordinazioni sacerdotali a sostegno della Delegazione dell’Eritrea costretta a vivere nel suo isolamento.
ITALIA
Verona: Incontro dei Laici Missionari Comboniani d’Europa
Settantacinque Laici Missionari Comboniani (LMC) d’Europa, con quindici loro bambini, otto comboniani e due comboniane, si sono incontrati a Verona, nella casa delle Suore, dal 2 all’8 agosto, provenienti da Italia, Spagna, Germania, Portogallo e Polonia. Il tema scelto era: “Sui passi di San Daniele Comboni”.
Tra i vari relatori, P. Corrado Masini, il provinciale d’Italia, li ha incoraggiati a “mettere la missione al centro, viverla ogni giorno e abbracciarla per sempre”. Il laico Alberto de la Portilla ha presentato la storia del movimento fin dalle sue origini e, più in dettaglio, tutto il percorso fatto in Europa. P. Arlindo Pinto ha accentuato l'importanza che il movimento abbia “una visione, una struttura e una solida formazione”. P. Joaquim Valente ha presentato il tema “San Daniele e i Cenacoli di Apostoli”. Sr. Elisa Kidané ha parlato di Comboni come “un uomo che ha saputo dialogare con l’Africa e gli Africani”. Federico Veronesi (con la sua esperienza in Brasile) e P. Lino Spezia (con la sua esperienza in Uganda e Kenya) hanno risposto alla domanda se oggi ha ancora senso partire, dicendo: “Sì, se si desidera condividere la vita con i poveri e gli ultimi”.
I LMC hanno potuto visitare Limone sul Garda e sono ritornati alle loro case rinnovati e incoraggiati a continuare il loro servizio nella Chiesa e nella missione”.
Area verde dedicata a Mons. Mazzolari
L’Amministrazione comunale di Brescia ha deciso di intitolare a Mons. Cesare Mazzolari l’area verde che si trova a nord di via XXV Aprile. Mons. Mazzolari, nato a Brescia nel 1937, è scomparso il 16 luglio del 2011, colto da un malore mentre celebrava la Santa Messa. Era vescovo di Rumbek (Sud Sudan), impegnato da 30 anni nella missione in Africa equatoriale.
Adriano Paroli e Fabio Rolfi, sindaco e vicesindaco di Brescia, unitamente a tutta l’Amministrazione comunale, hanno deciso di dedicare questo parco cittadino alla memoria “di un uomo che ha dedicato la vita ai bisognosi. Mons. Cesare Mazzolari ha portato la propria opera di carità in un’area geografica da sempre teatro di povertà estrema e tremendi conflitti. Si è fatto apprezzare da tutta la popolazione del Sud Sudan battendosi con tutte le forze affinché si sentisse la voce di una comunità che chiedeva semplicemente la propria autodeterminazione e il rispetto dei diritti fondamentali dei popoli”. (Radio Vera).
Mons. Mazzolari ricordato anche a Rumbek
Ottimismo e fiducia nel futuro hanno segnato la cerimonia religiosa che si è svolta a Rumbek per ricordare mons. Cesare Mazzolari, vescovo della città del Sud Sudan, scomparso un anno fa. Così ha detto alla MISNA padre Bosco Ochieng, direttore dell’emittente diocesana Radio Good News.
“Il piazzale antistante alla cattedrale – ha raccontato padre Ochieng – era stracolmo di fedeli venuti a rendere omaggio a Mons. Mazzolari, un grande uomo che ha fatto tanto per la nascita del Sud Sudan e che rimane nel cuore di tutti”.
Mons. Mazzolari era arrivato in Sudan due anni prima che cominciasse la guerra civile, combattuta tra il 1983 e il 2005. La sua morte, causata da un malore improvviso mentre celebrava la Messa, ha seguito di una settimana la nascita di uno Stato del Sud indipendente da Khartoum. “Le date sono l’ultima conferma della forza del legame tra il vescovo e la sua gente, fondato sull’insegnamento della pace, della comunione e del perdono” ha detto alla MISNA P. Fernando Colombo, amministratore della diocesi di Rumbek, che ieri ha presieduto la Messa di suffragio.
MOÇAMBIQUE
Giovani comboniani s’incontrano a Tete
Sette sacerdoti e due scolastici arrivati di recente per lavorare nella provincia comboniana del Mozambico si sono incontrati, come ogni anno, a Tete dall’11 al 15 giugno scorso. P. Giorgio Giboli, responsabile della formazione permanente, ha guidato l’incontro. Si è trovato il tempo per parlare e condividere idee, per pregare, per conoscersi reciprocamente e anche per un po’ di svago.
Tra i sussidi utilizzati per la riflessione e i gruppi di studio, ricordiamo il testo di P. Manuel João Pereira Correia “Vicissitudini della Parola in missione”, “La crescita spirituale” del gesuita Michel Rondet, e “Lettura orante della Parola di Dio” di Fra’ Carlos Mesters. “L’incontro è stato molto positivo – ha detto P. Juan Diego Calderón Vargas – e ha motivato noi giovani a visitare le comunità di Chitima e Marara dove lavorano Comboniani di grande esperienza. Con loro, abbiamo apprezzato il dono della vocazione missionaria comboniana in queste terre del Mozambico”.
Il 14 giugno, si è celebrata la festa del S. Cuore di Gesù. L’Eucaristia è stata presieduta dal Vescovo della Diocesi di Tete, Mons. Inácio Saure. “Il vescovo ci ha esortati a vivere la nostra vocazione missionaria mossi dall’amore che sgorga dal Cuore di Cristo. Così, com’è tradizione fra i Comboniani – ha detto ancora P. Juan Diego – abbiamo rinnovato i voti e celebrato la grazia dei 55 anni di sacerdozio, di cui quasi 30 passati in Mozambico, del comboniano P. Renato Rosanelli”.
Inaugurazione della nuova Casa del Postulato
Per la Festa del S. Cuore, il 15 giugno tutta la famiglia comboniana presente a Maputo si è riunita a Matola, per celebrare questo giorno così importante per tutti noi e che quest’anno aveva anche una motivazione speciale. Infatti, dopo un anno di lavori di costruzione, abbiamo finalmente avuto la gioia di inaugurare la Casa del Postulato. Verso le 15.00 c’è stato un incontro di formazione guidato dal superiore provinciale, P. José Luis Rodríguez López, il quale, subito dopo, ha proceduto alla benedizione della casa di formazione. In seguito abbiamo celebrato l’Eucaristia solenne, per ringraziare Dio del dono che ci ha fatto di poter portare a termine quest’opera, con l’aiuto della Direzione Generale e di alcune province comboniane. Abbiamo ringraziato anche per questi 24 postulanti che proseguono il loro cammino nell’ideale missionario comboniano.
Visita di P. Tesfaye e di Fr. Daniele alla provincia
Il 6 agosto è iniziata la visita di P. Tesfaye Tadesse e di Fr. Daniele Giusti alla provincia comboniana del Mozambico. Dopo un primo incontro con i confratelli della comunità di Maputo, presso il Postulato di Matola, la visita è continuata a Tete. In questa città i Comboniani si prendono cura della parrocchia di periferia dedicata ai Martiri d’Uganda a Matundo, un sobborgo della città, al di là del grande fiume Zambesi. Da Tete i nostri confratelli si incaricano anche della lontana parrocchia storica di Marara. La visita ha avuto il suo momento più significativo nell’incontro svoltosi a Chitima (circa 120 km da Tete in direzione della frontiera con lo Zimbabwe, tutta zona di prima evangelizzazione), nel quale si sono riuniti tutti i confratelli, in un incontro di reciproca conoscenza e di considerazione delle istanze legate all’evangelizzazione della zona e al quadro più ampio dell’Istituto.
Il 24 agosto si è tenuta la conclusione dell’Anno della Memoria a Carapira, diocesi di Nacala, con la celebrazione del 20° anniversario della morte di Fr. Alfredo Fiorini.
PERU-CHILE
Ordinazione diaconale
Domenica 27 maggio, giorno di Pentecoste, è stata celebrata l’ordinazione diaconale di Désiré Koguapa Buhendwa. Originario di Bukavu, in Congo, Désiré è arrivato in Perù nel 2010 per il servizio missionario e, dopo aver imparato lo spagnolo, è stato destinato alla comunità di San Martín de Pangoa, nella selva peruviana. È rimasto un anno e mezzo in questa comunità lavorando attivamente con la gente.
Il vescovo, Mons. Gerardo A. Zerdin, nella sua omelia, ha esortato Désiré ad apprezzare e valorizzare la vocazione e il fatto di appartenere ad un Istituto come quello dei Missionari Comboniani. Ha aggiunto che i tempi della Chiesa stanno cambiando e che è giunta l’ora del continente africano. Attualmente la Chiesa africana si sta affermando perché si stanno ponendo delle buone basi nell’evangelizzazione di questi popoli. Il risultato è dato dalle numerose adesioni alla Chiesa, nel continente, attraverso il battesimo e un gran numero di vocazioni sacerdotali e religiose. La presenza di Désiré in mezzo a noi è un segno dei frutti e della maturità della Chiesa africana che invia missionari in tutto il mondo.
Alla cerimonia erano presenti alcuni amici di Lima, la comunità comboniana di Pangoa, il provinciale, alcuni comboniani della provincia e naturalmente tutti i fedeli di Pangoa. C’era anche una connazionale di Désiré, una congolese che vive in Perù. A titolo di curiosità ricordiamo che a San Ramón, una frazione di Pangoa, c’è una comunità di suore missionarie del Sacro Cuore di Gesù. Ciascuna di queste proviene da un continente diverso (Papua Guinea, Corea, Germania e Perù). Possiamo proprio dire che con la cerimonia dell’ordinazione diaconale di Désiré, essendo presenti tutti i continenti, si è ripetuta l’esperienza di Pentecoste.
Voti perpetui
Fr. César Chacón Huamán, originario di Cerro de Pasco, è entrato nel postulato comboniano nel 2000 e ha fatto la prima professione religiosa a Huánuco nel 2005. È rimasto nel CIF di Nairobi fino al 2008. In seguito, è stato destinato alla DCA, dove ha lavorato nella promozione vocazionale fino alla fine del 2011.
Venerdì 29 giugno, solennità dei SS. Pietro e Paolo, ha emesso i voti perpetui nella casa provinciale di Monterrico-Lima. Vi è stata una grande partecipazione delle comunità comboniane di Lima, di alcuni Laici Missionari Comboniani, dei suoi familiari e amici. P. Luis Alberto Barrera Pacheco, provinciale, ha esortato Fr. César a donarsi totalmente alla missione, seguendo l’esempio di san Daniele Comboni. È stata una cerimonia intensa ma allo stesso tempo semplice. Le offerte sono state portate all’altare dalla famiglia di Fr. César, ad indicare simbolicamente il loro offrire César alla Chiesa e alla missione.
50 anni di vita sacerdotale
Durante la stessa celebrazione sono stati ricordati anche i cinquant’anni di vita sacerdotale di P. Albin Grunser. Ordinato sacerdote il 7 giugno 1962, si trova in Perù dal 1965. Ha dedicato gran parte della sua vita sacerdotale a Tarma insegnando nella scuola di San Ramón. In occasione di quest’anniversario, ha voluto dedicare un mese a Tarma, aiutando pastoralmente la comunità di Palca.
Lettera di solidarietà con la gente di Cajamarca
In occasione delle festività nazionali, il bollettino Chasqui della parrocchia comboniana “Cristo Misionero del Padre”, di Lima, ha pubblicato una Lettera sui conflitti che colpiscono il Paese, inclusa la capitale, causati dallo sfruttamento minerario che non solo non porta veri benefici al popolo peruviano ma che è diventato una vera e propria minaccia per l’ambiente. La lettera è firmata da P. Florentino Lafuente Hernández, P. Renzo Pallaro, P. Lorenzo Díez Maeso e P. Juan Armando Goicochea Calderón. È la risposta delle preoccupazioni pastorali dei missionari di fronte ad una situazione che continua a uccidere e a maltrattare la natura, dono di Dio per tutti i suoi figli.
PORTUGAL
Assemblea Europea: Formazione di Base e pastorale vocazionale
Dal 2 al 14 luglio si è svolta a Maia, in Portogallo, l’Assemblea sulla pastorale vocazionale giovanile e la Formazione di Base dei Missionari Comboniani in Europa. All’incontro hanno partecipato 15 comboniani provenienti da Germania, Spagna, Italia, Polonia e Portogallo, oltre che al superiore provinciale coordinatore del settore, P. Alberto de Oliveira Silva, e al segretario generale della Formazione, P. Opargiw John Baptist Keraryo.
La prima settimana dell’Assemblea è stata dedicata alla formazione permanente dei promotori vocazionali e dei formatori. Guidati da Luís Leal, del Segretariato della Gioventù di Oporto, e dal comboniano P. Siro Stocchetti, i rappresentanti europei hanno riflettuto sulla realtà dei giovani di oggi in Europa e sul cammino di accompagnamento e formazione utilizzato dai Comboniani.
I partecipanti hanno apprezzato le presentazioni fatte e, con apertura e spirito di missione, hanno condiviso idee ed esperienze personali, cercando assieme le vie migliori per aiutare i giovani che sono in contatto con i Comboniani.
Quest’Assemblea fa seguito ad altre che si sono svolte di recente a livello di continente africano e americano – Nairobi (Africa anglofona), Kinshasa (Africa francofona) e Bogotà (Americhe) – con gli stessi obiettivi e sugli stessi temi.
IL PADRE: Grisom, di P. John Bosco Mangeni Nambasi (U); Agbo Robert, di Fr. Latevi Akouété Pierre-Fourrier Mawulikplim (T); Julius Apechu Lutwey di P. John Kennedy Onoba (KE); Antonio, di Fr. Artur Fernandes Pinto (P); Cesare, di P. Mario Porto (KE); Ramón, di P. Miguel Navarrete (M); Vinicio, di P. Mario Fugazza (I).
LA MADRE: Clara, di Fr. Gino Fregonese (I).
IL FRATELLO: Alois, di Fr. Vitus Schatzer (DSP); Antonio, di Fr. Elia Dalla Fontana (I).
LA SORELLA: Suor Gabriella, di Fr. Pietro Martin (I); Gemma, di P. Ugo Toninello (†).
LE SUORE MISSIONARIE COMBONIANE: Sr. Costanza Maria Belotti, Sr. Candidangela Filippi; Sr. Gemma Palumbo; Sr. Chiarapia Dalessandro; Sr. M. Marta Citterio; Sr. Carina De Angeli.