NOTICIÁRIO MENSAL DOS MISSIONÁRIOS COMBONIANOS DO CORAÇÃO DE JESUS
DIREZIONE GENERALE
HABEMUS GIGI !
Il 21 febbraio scorso, padre Luigi Fernando Codianni, già consigliere generale, è stato eletto superiore generale dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù (MCCJ). Padre Luigi ha una notevole esperienza religiosa e missionaria nei settori dell’amministrazione e servizio di governo. Ha svolto il suo servizio nelle circoscrizioni comboniane di Brasile e Italia.
Padre Luigi è nato il 13 giugno 1964 a Celenza Valfortore (FG), in Italia. È entrato nell’Istituto con la prima professione religiosa nel 1988 a Venegono Superiore (Italia). Dal 1988 al 1993, ha studiato teologia a São Paulo (Brasile). Il 15 maggio 1993 è stato ordinato sacerdote a Celenza Valfortore, diocesi di Lucera-Troia. Dopo aver svolto il suo primo impegno pastorale in Italia, dal 1993 al 2001, è stato assegnato alla provincia del Brasile Nordest, divenendone superiore provinciale dal 2004 al 2010. Nel 2011 è ritornato in Italia, dove, tra gli altri impegni, è stato economo provinciale. Nel Capitolo Generale del 2022 è stato nominato consigliere generale, prendendo poi l’incarico di seguire le circoscrizioni dell’Europa, il settore dell’economia, e gli aspetti legali e la rappresentanza legale.
Professioni perpetue
Sc. Alex Geraldo Nunes |
São Paulo/BR |
17.01.2025 |
Sc. Djimini Hermann Mahuan |
Nelspruit/RSA |
08.02.2025/ |
Sc. Hernández Cruz José Manuel |
Monterrey/M |
02.02.2025 |
Sc. Mintesnot Simeneh Lemessa |
Manaus/BR |
05.02.2025 |
Ordinazioni
Beyokomu Anotengo Remy |
Isiro/CN |
19.01.2025 |
Opera del Redentore
Marzo 01 – 07 CO 08 – 15 E 16 – 31 DSP
Aprile 01 – 15 CN 16 – 30 EC
Intenzioni di preghiera
Marzo – Perché san Giuseppe, custode della Sacra Famiglia, aiuti ciascun membro dei nostri Istituti a condividere tutto quanto è e ha, anche se apparentemente insignificante, e faccia sì che, seguendo il suo esempio, possiamo dare il meglio di noi stessi, la nostra propria vita, il nostro lavoro a servizio del piano di salvezza di Dio Padre per la rigenerazione di tutti i popoli. Preghiamo.
Aprile – Per tutti i paesi del mondo, in particolare dove siamo presenti come famiglia comboniana, perché si possa ricercare sempre il bene comune e motivare i cristiani all’impegno sociale e politico. Preghiamo.
Ricorrenze significative
MARZO
17 |
San Patrizio, vescovo |
London Province |
19 |
San Giuseppe, sposo della Beata Vergine Maria |
Centrafrica |
APRILE
25 |
San Pedro de San José de Betancur, religioso |
PCA (Centroamérica, Costa Rica, Guatemala, El Salvador, Nicaragua) |
Pubblicazioni
Daniel Cerezo Ruiz, Un hijo de papel – La itinerancia misionera de san Daniel Comboni (“Un figlio di carta – L’itineranza missionaria di San Daniele Comboni”), Editorial Mundo Negro, Madrid, 2025, pp. 168.
A metà del XIX secolo. Una madre di otto figli ne vede morire sette in tenera età. Il figlio rimasto scopre che Dio gli ha dato una vocazione missionaria da svolgere in Africa. Poche settimane dopo il suo arrivo nel continente, pieno di entusiasmo invia una sua foto alla madre, dalla cui bocca sgorga una frase eloquente: «M’è rimasto solo un figlio di carta». Quel figlio era Daniel Comboni.
L’itineranza missionaria, non priva di ostacoli, apre spazi e scenari per affrontare percorsi inimmaginabili nella Chiesa di oggi. L’impegno di Comboni per le periferie del mondo ha lasciato dietro di sé una traccia affascinante per ogni discepolo e missionario di Gesù Cristo.
La spiritualità comboniana è stata una delle priorità dell’ultimo Capitolo Generale dell’Istituto. Sullo sfondo dell’itineranza e dell’invio, caratteristiche tipicamente missionarie e comboniane, il libro si propone di promuovere e sottolineare la spiritualità comboniana in cui si riflette il missionario e, allo stesso tempo, di soddisfare la sete di spiritualità missionaria.
Con uno stile interattivo, il volume coinvolge il lettore e aiuta la sua riflessione, attraverso la memoria di Comboni, leggendo la propria vita missionaria in chiave di itineranza. È adatto per esercizi spirituali, ritiri, meditazioni, incontri di formazione e formazione permanente. Un hijo de papel offre al mondo comboniano e ai suoi simpatizzanti una lettura, che interagisce con Daniele Comboni, della missione e della propria vita. L’autore, un missionario comboniano, ha completato questo saggio lungo il cammino della sua esperienza missionaria in Africa e in Cina.
APDESAM
Incontro annuale a Chizongwe – Zambia
L’incontro annuale dell’Assemblea dei provinciali e delegati dell’Africa anglofona e Mozambico (nell’acronimo inglese APDESAM) si è tenuto a Chizongwe, Zambia, dal 17 al 21 febbraio 2025. Erano presenti tutti i membri: fratel Alberto Lamana (rappresentante del consiglio generale), padre Diego Dalle Carbonare (EGSD), fratel Gédéon Mboma Ngunza (rappresentante dei Fratelli), padre Michael Mumba (MZ), padre Gregor Schmidt (SS), padre José Joaquim Pedro (MO), padre Andrew Wanjohi (KE), padre Anthony Kibira (U), padre Yohannes Asfaha (ET), padre Gaim Haileselassie (ER) e padre John Baptist Keraryo Opargiw (RSA).
Padre Michael, dopo aver dato un caloroso benvenuto ai partecipanti, ha guidato una breve riflessione, che è servita come momento di formazione permanente, con il chiaro invito a “dare da mangiare agli affamati”, mentre esercitiamo il nostro servizio di leadership.
Fratel Alberto e padre John Baptist, nei loro discorsi di apertura, hanno accennato al fatto che l’incontro annuale di quest’anno è l’ultimo del nostro servizio triennale di leadership, che oltretutto si svolge nel contesto di una transizione alla guida del nostro Istituto.
Nei tre giorni dell’incontro si è entrati nel vivo dei lavori con le numerose relazioni delle circoscrizioni, dei settori (Formazione, Missione e Finanze), della vita e dei ministeri dei Fratelli, e dei progetti comuni dell’APDESAM.
Un momento molto importante è stato la lettura finale e l’approvazione della versione rivista della Carta APDESAM 2025, che offrirà linee guida alla nostra vita e alla nostra missione nel prossimo futuro. Un riferimento significativo è stato fatto alla prossima Assemblea Intercapitolare prevista in settembre 2025 a Roma.
L’incontro annuale di Chizongwe è stato davvero un momento di comunione, di fraternità e di chiarimento e approfondimento della nostra identità continentale. Siamo molto grati alla circoscrizione di Malawi/Zambia che ci ha ospitato e a tutti i membri per la loro presenza e per l’attiva partecipazione.
La notizia dell’elezione del nuovo Superiore Generale, padre Luigi Codianni, ci ha raggiunto mentre ci stavamo già disperdendo nel giorno della partenza. Tuttavia, ci siamo tutti ripromessi di rimanere fedeli al nuovo “moderatore supremo” e pronti a collaborare con lui. (Padre John Baptist Keraryo Opargiw, mccj, coordinatore continentale dell’APDESAM)
BRASILE
Due giovani consacrati a Dio per la missione
La testimonianza della vita di San Daniele Comboni, grazie alla forza del suo carisma missionario, continua ad animare giovani di tutto il mondo che, con gioia e generosità, consacrano la loro vita a Dio e alla missione del Regno attraverso i consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza.
Alex Geraldo Nunes, brasiliano, nato a Capela Nova, Minas Gerais, è uno di questi giovani inquieti e coraggiosi che hanno deciso di consacrare la loro vita alla missione. È entrato nell’Istituto dei missionari comboniani, ha fatto la sua formazione missionaria in Brasile, Messico e Perù, e ha pronunciato il suo “sì” definitivo a Dio con i voti perpetui il 17 gennaio 2025. Il 18 gennaio è stato ordinato diacono da mons. Odelir José Magri, a São Paulo.
Anche Mintesnot Simeneh Lemessa, chiamato “Minte”, ha scelto la vita consacrata e missionaria come suo progetto di vita. Nato a Jijiga, in Etiopia, è entrato nell’Istituto dei missionari comboniani e ha fatto la sua formazione missionaria in Etiopia, Zambia e Brasile. Il 5 febbraio 2025, si è consacrato a Dio e alla missione professando i voti perpetui. L’8 febbraio ha ricevuto l’ordinazione diaconale con l’imposizione delle mani di mons. Zenildo Lima da Silva, vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Manaus.
Ci congratuliamo con Alex Nunes e Mintesnot Simeneh per aver risposto con amore e gioia alla chiamata che il Signore ha fatto loro, consacrando la loro vita per Dio e per la missione del Regno nel carisma di San Daniele Comboni. Alex e Minte attendono di conoscere la loro destinazione per svolgervi la loro prima esperienza missionaria. Accompagniamoli con la nostra preghiera. (Padre Raimundo Rocha, mccj)
EGYPT-SUDAN
Egitto – Centenario della chiesa di Sakakini e 25° anniversario del Centro “St. Bakhita”
Si è celebrata venerdì 7 febbraio al Centro “Arbaa wNus”, a Nasr City (Cairo), la solennità di Santa Bakhita. Mons. Claudio Lurati ha presieduto la celebrazione, che – come ogni anno – ha radunato moltissimi sudanesi e sudsudanesi della parrocchia del Sacro Cuore a Sakakini e da altre parrocchie vicine.
Quest’anno per la parrocchia di Sakakini sarà un anno di avvenimenti speciali: si celebrano, infatti, i 100 anni dalla sua fondazione (fino agli anni 1980 fu gestita dalla Società delle Missioni Africane) e i 25 anni dalla fondazione del centro di Arbaa wNus, dedicato a Santa Bakhita.
Beirut – Pastorale dei migranti per raggiungere la società
Il vicario apostolico di Beirut, mons. César Essayan, ha presieduto l’Eucaristia con un gruppo di migranti che è solito riunirsi a Badaro, in Beirut. Nella felice occasione, il vescovo ha sottolineato che, visto che molti migranti lavorano nelle case di libanesi, la loro presenza è per la Chiesa Latina un’occasione per raggiungere tutte quelle case nelle quali il vangelo non potrebbe altrimenti arrivare. In questo modo, i migranti non sono “oggetto”, ma “soggetto” dell’opera di evangelizzazione della Chiesa, che non è portata avanti solo da vescovi e preti, ma da tutto il popolo di Dio. La giornata di convivialità, aperta con un momento di formazione guidato da padre Faustin Mboka, si è conclusa, dopo l’Eucaristia, con una agape fraterna. Il gruppo migranti di Badaro è nato su iniziativa di padre Claude Ondongar, quando, ancora studente all’università gesuita di San Giuseppe, ebbe l’idea di creare per i migranti cattolici presenti nella zona nord di Beirut un’occasione d’incontro.
Sudan – Notizie da Khartoum e Kosti
Nelle ultime settimane si è verificata a Khartoum una notevole avanzata delle forze dell’esercito regolare, con notizie e video che mostrano diversi membri delle Rapid Support Forces lasciare la capitale. Con l’arrivo dell’esercito a Bahri (Khartoum Nord), per la prima volta dopo più di 18 mesi, abbiamo avuto notizie della nostra casa provinciale, che fortunatamente sembra essere in buone condizioni. Continuano, invece, a essere molto pesanti gli scontri nella zona centrale (Souq Arabi, dove si trova il Comboni College) e meridionale (Azhari e Soba) di Khartoum.
A Kosti, la distruzione della vicina centrale elettrica ha causato l’interruzione dell’elettricità da ormai due settimane, complicando la vita nella città, dove la mancanza di acqua corrente sta facendo aumentare i casi di colera. Purtroppo, entrambe le parti del conflitto sembrano non voler neppure considerare una negoziazione per la fine delle ostilità.
ETHIOPIA
Padre Tesfaye Tadesse ordinato vescovo ausiliare di Addis Abeba
Padre Tesfaye Tadesse, già superiore generale dei missionari comboniani, è stato ordinato vescovo ausiliare dell’arcieparchia di Addis Abeba, in Etiopia, il 2 febbraio 2024. Il cardinale Berhaneyesus Souraphiel, l’attuale arcieparca, è stato l’ordinando principale, assistito dal vescovo comboniano Menghesteab Tesfamariam, arcieparca di Asmara, Eritrea, e dal vescovo Abraham Desta del vicariato apostolico di Meki, Etiopia.
L’ordinazione ha avuto luogo nella cattedrale cattolica della Natività durante una coloratissima liturgia in rito etiopico durata più di cinque ore. La cattedrale e il suo complesso erano gremiti di gente. L’intera cerimonia è stata trasmessa in diretta streaming nella cattedrale e su Internet.
Erano presenti quasi tutti i vescovi dell’Etiopia, il vicario generale dei missionari comboniani, padre David Domingues, i vescovi comboniani Wokorach Raphael P’Mony, arcivescovo di Gulu, Uganda, e Ndjadi Ndjate Léonard, vescovo ausiliare di Kisangani, RD Congo, alcuni superiori provinciali comboniani delle province africane anglofone, molti confratelli e suore comboniane dall’Etiopia e dall’estero, un gran numero di sacerdoti locali e religiosi, suore, fedeli, rappresentanti di altre Chiese cristiane, del governo e del corpo diplomatico.
La liturgia si è svolta in ge’ez con la traduzione in inglese mostrata sugli schermi. Alcuni inni erano in amarico, compreso un canto scritto da padre Dawit Wubishet, un comboniano etiopico che sta trascorrendo un anno sabbatico negli Stati Uniti.
Durante l’omelia, il card. Berhaneyesus ha parlato del ministero episcopale. Ha esordito dicendo: «Siamo felici di ricevere oggi dal Santo Padre e dai missionari comboniani il nuovo vescovo ausiliare». Ha quindi proseguito esortando il vescovo Tesfaye a essere un buon pastore soprattutto per chi è nel bisogno, «un padre per i poveri, gli sfollati e i rifugiati». La processione offertoriale è stata animata da danzatori della comunità di rifugiati kunama dell’Eritrea.
La cerimonia è stata seguita da alcuni bevi interventi. Il primo è stato quello di mons. Massimo Catterin, incaricato d’affari presso la Nunziatura di Addis Abeba. «L’episcopato è il nome di un servizio», ha sottolineato. Padre David Domingues ha ringraziato Dio per il dono, la vita e il ministero di mons. Tesfaye nell’Istituto e nella Chiesa. Rivolgendosi al nuovo vescovo, ha esclamato: «Siamo davvero orgogliosi di te». L’arcieparca Menghesteab ha ricordato che fu lui a invitare il giovane Tesfaye a unirsi ai missionari comboniani: «Molti anni fa, pensavo di aver pescato un pesce piccolo. A poco a poco, è diventato un pesce grande. Vedo il vescovo Tesfaye come un mio caro figlio». Sono intervenuti anche il superiore provinciale dei comboniani in Etiopia, padre Asfaha Yohannes, e il leader di tutte le Chiese evangeliche del Paese.
Mons. Tesfaye ha concluso gli interventi con una parola di ringraziamento in amarico, inglese, italiano, spagnolo e francese. «Continuo a contare sulle vostre preghiere e sul vostro sostegno», ha detto.
Dopo la celebrazione liturgica, agli ospiti è stato servito un delizioso pranzo con piatti tradizionali etiopici e un po’ di intrattenimento.
Padre Tesfaye ha fatto la sua professione di fede durante una preghiera serale nella Cattedrale, durante la vigilia della sua ordinazione. (Padre Joe Vieira, mccj)
P. Merhakristos Gobezayehu Getachew Yilma, vescovo di Hawassa
Padre Gobezayehu Yilma, nominato vicario apostolico di Hawassa il 15 novembre 2024, è stato ordinato vescovo il 9 febbraio 2025 nella cattedrale Kidane Mehret (“Patto di misericordia”), ponendo fine a un lungo periodo di sede vacante. Mons. Gobezayehu Yilma – che ha assunto il nome episcopale di Merhakristos (“guidato da Cristo” in ge’ez) – è stato ordinato dal cardinale Berhaneyesus Souraphiel, arcieparca di Addis Abeba, assistito dal vescovo Abraham Desta, vicario apostolico di Meki, e dal vescovo comboniano Tesfaye Tadesse, vescovo ausiliario dell’arcieparchia di Addis Abeba.
Erano presenti altri sette vescovi – sei dall’Etiopia e uno dalla Nigeria –, assieme a oltre 100 sacerdoti, un gran numero di suore e catechisti, e una folla enorme (circa 5.000 fedeli) che ha riempito la Cattedrale e tre vaste tende all'esterno. Numerosi anche gli ospiti dall’Europa e dagli Stati Uniti, politici locali e rappresentanti delle Chiese protestanti.
Padre Juan Núñez, amministratore apostolico di Hawassa per oltre quattro anni, ha salutato dell’ordinazione del nuovo vescovo con grande gioia: «Il periodo ad interim è stato tanto lungo da sembrare diventato permanente. Durante la lunga attesa, tutti hanno continuato a pregare perché Hawassa avesse un suo vescovo. Finalmente il giorno propizio è arrivato».
Mons. Massimo Catterin, incaricato d’affari presso la Nunziatura vaticana ad Addis Abeba, ha ringraziato il vescovo Merhakristos per aver accettato la chiamata di Dio a essere vicario apostolico di Hawassa. Rivolgendosi al neoeletto, ha detto: «Ricordati che sei stato consacrato vescovo nell’Anno del Giubileo». Ha poi ringraziato padre Núñez per il suo generoso servizio come amministratore apostolico.
Mons. Merhakristos è nato a Dodola, nella zona di Bale, 46 anni or sono. Prima di entrare nel seminario maggiore di Meki, ha studiato agricoltura all’Università di Jima. Ha seguito poi la formazione teologica presso l’Istituto francescano cappuccino di Addis Abeba ed è stato ordinato sacerdote nel 2005. Prima di essere nominato vicario apostolico di Hawassa, mons. Merhakristos è stato vicario delegato del vicariato apostolico di Meki e direttore esecutivo di Caritas-Meki.
Il vicariato apostolico di Hawassa copre un’area di oltre 100mila chilometri quadrati, con nove milioni di abitanti. Ha quasi 290mila fedeli, distribuiti in 20 parrocchie e 558 cappelle. Vanta 531 catechisti a tempo parziale e 109 a tempo pieno, 74 religiose di 11 congregazioni missionarie e una locale, 47 religiosi e sei fratelli di quattro istituti missionari, 21 sacerdoti diocesani, nove seminaristi maggiori e due diaconi. (Padre José Vieira e padre Pablo, mccj).
ITALIA
Assemblea della Missione a Verona
Dal 27 al 30 gennaio si è svolta, presso la Casa Madre di Verona, l’assemblea della missione della provincia Italiana. È stato un momento significativo di riflessione, condivisione e programmazione per il futuro della missione comboniana in Italia.
Durante il primo giorno, i presenti hanno condiviso uno o due segni di speranza presenti nel percorso missionario delle loro rispettive comunità. Tra i molti segni elencati, quello ritenuto più presente e significativo è stato l’impegno concreto di molte comunità nell’accoglienza, solidarietà e collaborazione con le realtà locali nella pastorale dei migranti e nel provvedere alle loro necessità di ospitalità e nel far fronte a emergenze.
Ha preso poi la parola don Giuliano Zanchi, docente di teologia della diocesi di Bergamo, condividendo una riflessione sul tema “Giubileo e missione – Generare speranza”. Nel suo intervento, don Zanchi ha sottolineato l’importanza del Giubileo come strumento di giustizia e liberazione, evocando la necessità di riscoprirne il suo autentico significato in risposta alle logiche dell’individualismo e della difesa dei propri interessi oggi dominanti, al fine di costruire un modello sociale basato sulla solidarietà e sulla speranza.
Il superiore provinciale d’Italia, padre Fabio Baldan, ha presentato un’analisi della realtà attuale delle nostre comunità presenti in provincia, sottolineando la necessità di riorganizzarne le attività e rivisitare la modalità della nostra presenza attraverso l’accorpamento delle province europee, costituendone una sola. È da tempo che se ne parla, ma ora è giunto il momento di concretizzare e rendere realtà ciò che finora è stato soltanto un’idea. Questo richiederà la collaborazione di tutti, perché implicherà la riorganizzazione delle risorse e un rinnovato impegno pastorale.
Nonostante le difficoltà, è possibile scorgere segni di speranza, in particolare se saremo animati dalla forza interiore che ci rende capaci di trasformare la nostra realtà. Ha detto padre Baldan: «La speranza non è un’illusione, ma un atteggiamento concreto che si manifesta nella perseveranza e nell’impegno, guardando alla situazione attuale delle province con realismo e sincerità, mantenendo soprattutto uno sguardo di fede e speranza, al fine di costruire un futuro migliore, senza cadere nella rassegnazione».
La mattinata del secondo giorno è stata dedicata alla revisione della Carta Missione della Provincia Italiana. La discussione ha evidenziato la necessità di un linguaggio più chiaro e non complicato o astratto. È stato suggerito anche di porre maggior attenzione alla missione nel campo della politica e della finanza e alla necessità di elaborare un documento più attuale e legato alla realtà. La revisione finale è stata affidata al segretariato.
Nel pomeriggio sono state presentate le relazioni dei diversi ambiti che operano nel campo della missione portata avanti in provincia. A questo riguardo, il segretario generale della missione, padre Fernando Galarza, ha presentato il sito web del segretariato generale della missione (combonimission.net) e le attività missionarie che si svolgono a livello di Istituto. Ha indicato l’importanza di collaborazione tra tutta la Famiglia Comboniana, attraverso una commissione dedicata a questo e dando sostegno alle iniziative missionarie nei diversi continenti.
Da parte sua, padre Daniele Moschetti, rappresentante della Commissione Migrantes, ha presentato le attività svolte, tra le quali la collaborazione con l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, Giancarlo Perego, nuovo presidente della Commissione per le Migrazioni della Conferenza Episcopale Italiana e della Fondazione Migrantes. Si è parlato anche dell’organizzazione del Giubileo nella Terra dei Fuochi e della proposta di una rete ecclesiale della CEI sulle migrazioni, che ha avuto un’accoglienza positiva, ma non ha finora avuto sviluppi concreti.
Padre Pietro Ciuciulla, rappresentante della Fondazione Nigrizia, ha parlato della necessità avvertita – e in parte già in fase di attuazione – di una integrazione tra il settore cartaceo e digitale delle nostre riviste, con una maggior presenza nei social media e podcast. Sono stati finanziati diversi progetti missionari e realizzati eventi significativi, come l’“Arena di Pace”. Se da un lato diminuiscono gli abbonamenti cartacei delle riviste, dall’altro, gli abbonamenti digitali sono in aumento. Si prevede una riorganizzazione della Biblioteca Africa, del Museo Africano e della fototeca per valorizzarne il patrimonio.
I rappresentanti dei Laici Comboniani, dopo aver presentato la loro presenza nella provincia, hanno informato i presenti su quanto avvenuto nella recente Assemblea generale dei LMC a Maia (Portogallo), dove è continuata la discussione sul tema dell’autonomia e della responsabilità organizzativa ed economica dei LMC.
Infine, sono stati presentati i “criteri di presenza missionaria” delle parrocchie comboniane in Italia, che dovranno essere costantemente aggiornati attraverso laboratori di riflessione sulle prospettive future. (Fratel Tomasz Basiński, mccj)
PERÙ
Chiusura della Comunità di Palca
In una commovente cerimonia, ricca di sentimenti di gratitudine e di emozionanti ricordi, i missionari comboniani si sono “congedati” dalla diocesi di Tarma, dopo oltre 60 anni di dedizione e di servizio. La loro presenza è stata un faro di speranza e di fede, perché hanno lavorato instancabilmente in quasi tutte le parrocchie, dapprima della prelatura e poi della diocesi. Per sei decenni hanno evangelizzato, insegnato religione, supervisionato costruzioni, ma soprattutto irrobustito la fede di molte persone. La loro permanenza, iniziata dietro richiesta del Vaticano perché fondassero una nuova prelatura, ha lasciato un segno indelebile nella vita di coloro che sono stati toccati dalla loro opera di evangelizzazione.
La storia inizia quando i missionari comboniani arrivano nella zona per affrontare la sfida di iniziarvi una nuova futura diocesi. Il primo a prendersi carico della parrocchia di Palca, in veste di primo parroco, è padre Hubert Unterberger, nel 1974, anche se le sue prime visite risalgono a due anni prima, quando è ancora membro della comunità di Tarma.
A succedergli come parroci sono padre Hilmar Gulba (1933-2023), che amplia la chiesa parrocchiale con una navata laterale e sostituisce il ponte di legno che porta alla casa parrocchiale con uno in ferro e cemento, e, nel 1994, padre Eduard Falk (1935-2024) che sarà parroco per 30 anni, fino al momento in cui la malattia lo costringerà a ritirarsi dapprima a Lima e poi in Germania, dove muore il 1° gennaio 2024. A prendere il posto di padre Falk è padre Luis Weiss, seguito da padre Alfonso Pérez, che ha l’onore di chiudere la gloriosa lista di parroci comboniani di Palca.
Il 1° febbraio, la parrocchia “San Domenico di Guzmán” di Palca è stata consegnata al clero diocesano dal vescovo di Tarma, mons. Timoteo Solórzano (MSC). Alla solenne cerimonia hanno partecipato molti sacerdoti comboniani e diocesani, oltre a un gran numero di amici e parrocchiani.
Il 2 febbraio è stata celebrata nella cattedrale una messa solenne, al termine della quale mons. Solórzano ha svelato una targa commemorativa in onore dei missionari comboniani. La targa, situata accanto alla tomba di mons. Lorenzo Unfried Gimpel (MCCJ), secondo vescovo di Tarma-Cerro de Pasco (dal 1980 al 1988), è un ricordo perenne della sua dedizione e del suo servizio.
Entrambe le cerimonie sono state caratterizzate da forti emozioni e profondo senso di gratitudine, e animate da canti che hanno solennizzato ogni singolo momento.
La Prelatura di Tarma fu creata nel 1958, con mons. Antonio Kühner (MFSC) come primo prelato. Dopo essere stato parroco di Huánuco, Kühner fu nominato vescovo di Huánuco nel 1980. Mons. Lorenzo Unfried Gimpel, allora vescovo ausiliare di Arequipa, fu nominato suo successore e prese possesso della prelatura di Tarma il 4 gennaio 1981. Tutte le parrocchie sono rimaste nelle mani dei missionari comboniani fino al 1985, quando la prelatura è stata elevata a diocesi.
Fedeli al nostro carisma comboniano, abbiamo contribuito alla costruzione di questa diocesi fino a quando non è stata sufficientemente sviluppata. Dopo un profondo discernimento, Palca è stata consegnata al clero diocesano, segnando la fine della nostra presenza in queste terre andine, nella “perla delle Ande”, Tarma. Questo passaggio rappresenta un momento agrodolce, poiché simboleggia sia il fine-culmine di una missione, sia l’inizio di una nuova fase per la comunità locale.
L’eredità lasciata dai nostri confratelli missionari – agli inizi in maggioranza tedeschi, poi spagnoli, italiani e di altre nazionalità – è oggi una fonte di ispirazione. La loro storia testimonia non solo le sfide che hanno affrontato, ma anche i trionfi che hanno ottenuto, grazie alla loro resilienza e alla loro fede. Il loro spirito continua a motivare i missionari peruviani, soprattutto il piccolo gruppo che ha lasciato queste terre per la missione ad gentes.
Possiamo solo dire “grazie!”. Grazie a Dio e a tanti fratelli e sorelle che hanno forgiato questa bella storia missionaria piena di speranza. (Padre Nelson Mitchel, mccj.)
SPAGNA
Incontro del GERT: riqualificare la missione in Europa
Dal 2002, un gruppo di missionari comboniani, su richiesta del segretariato dell’animazione missionaria e dei superiori provinciali di Europa, si riunisce regolarmente per condividere i risultati delle proprie ricerche, allo scopo di contestualizzare la presenza missionaria comboniana nel Continente e definire un paradigma di riferimento per rispondere alle sfide che ci vengono poste dalla realtà che è in un continuo cambiamento. Questo gruppo è conosciuto come il Gruppo europeo di riflessione teologica e pastorale (Gert) e, nel tempo, si è aperto a tutte i rami della Famiglia comboniana.
Dal 4 al 7 febbraio 2025, il Gert si è riunito nella sede provinciale di Madrid, Spagna, per l’annuale momento di condivisione, ricevendo una calorosa accoglienza.
Il primo giorno, i membri del gruppo hanno condiviso la situazione socio-religiosa dei propri paesi di provenienza, con uno sguardo particolare alla realtà comboniana. Ne è uscito un quadro a tinte fosche, ma non negativo. In realtà, si deve tener conto del progressivo invecchiamento del personale, che apre le porte a una maggior internazionalizzazione delle comunità comboniane. Infatti, le nuove leve provengono per lo più da paesi africani e portano con sé nuovi modi di percepire la realtà e di rispondere alle sfide del nostro tempo.
Molte comunità in Europa sono impegnate nell’accoglienza e accompagnamento dei migranti. Si tratta di un servizio svolto in una società che va via via chiudendosi agli stranieri e fa scelte politiche “di destra”. Cresce anche l’impegno per una conversione verso la ecologica integrale, nell’ascolto del grido della terra e dei poveri.
I temi dei migranti, dell’intercultura e delle odierne sfide rivolte alla Chiesa europea hanno fatto da filo conduttore degli interventi e delle discussioni del secondo giorno. Il gruppo ha, dapprima, condiviso il tema “Lo straniero nel Primo Testamento”, notando come la fede nell’unico Dio si formò lentamente in Israele, grazie anche agli apporti offerti dalle culture vicine. L’immagine di un Israele monolitico e separato dai popoli vicini è, in verità, un artificio letterario: non si sarebbe mai giunti a una comprensione più alta di Dio e della sua presenza nel mondo, senza l’apporto di altre culture. Israele ha sempre vissuto in una situazione di multiculturalità.
Il secondo intervento è stato incentrato sulle modalità che ci consentirebbero di passare dalla mera accoglienza a una vera integrazione degli stranieri in Europa. Il relatore, partendo dall’icona biblica dell’incontro di Gesù con la samaritana, ha sviluppato l’idea di una missione comboniana verso i migranti che sia di difesa dei loro diritti, ma anche di chiara evangelizzazione. Si deve lavorare per rendere i migranti coprotagonisti della nostra missione tra di loro, in linea con l’idea di Comboni “Salvare l’Africa con l’Africa”.
Il rapporto tra cristianesimo e cultura è stato affrontato da una interessante ricerca sulla secolarizzazione, che non va vista in senso antireligioso e negativo, ma come frutto di un cammino religioso inteso come “terreno comune” per il dialogo interreligioso. In questa prospettiva, l’interculturalità va compresa come un “movimento di reinterpretazione” delle culture e, quindi, anche della fede. Si creerebbe, così, lo spazio per costruire una società dove tutti, a partire dalla propria tradizione rinnovata, possano contribuire in modo positivo. Il rispetto dei diritti umani dovrebbe essere il primo passo per un vero dialogo sociale. Non si tratta solo di integrarsi nella cultura ospite, ma di fare un “salto di qualità” per consentire alle varie culture di camminare alla pari.
Un ultimo contributo è stato sulla “ricerca dell’identità”. Un tema importante in questo momento storico di transizione, dove la “perdita di identità” è un pericolo reale, avvertito talvolta come una minaccia da chi è insicuro sulla propria identità sociale e religiosa. Il cammino di ricerca della propria identità non può prescindere dalla comunità (dando spazio all’alterità) e deve rimanere attento alla tentazione dell’intimismo (l’io che determina tutta la realtà).
Gli interventi e i risultati delle discussioni saranno inviati a tutte le comunità della Famiglia comboniana in Europa, e potranno essere usati per iniziative di formazione permanente.
Per dare continuità al servizio del Gert, sono stati proposti alcuni temi da approfondire e da portare all’attenzione di tutti circa la presenza missionaria in Europa alla luce dei processi socioculturali in atto. Si prevede lo sviluppo di questo tema da vari punti di vista: quello delle comunità interculturali (padre Fernando Domingues), l’impegno politico (padre Giuseppe Caramazza), la violenza sociale (padre Moses Otii Alir), la difficoltà di trovare nuovi paradigmi interpretativi (padre Paolo Latorre), l’apporto degli anziani (un confratello ancora da identificare), lo sviluppo della missione nell’ultimo Capitolo Generale (padre Fernando González Galarza).
I partecipanti all’incontro hanno ringraziato padre Fernando Zolli per i molti anni di servizio resi al Gert come coordinatore. Padre Fernando è in partenza per il Congo. Si dovrà pertanto riorganizzare la leadership del gruppo che, con l’attiva partecipazione di tutti i membri del Gert, saprà dare continuità a questo servizio. Il Gert s’incontrerà on line nel pomeriggio del 5 maggio prossimo. (Padre Giuseppe Caramazza e padre Fernando Zolli)
SUDAFRICA
Voti perpetui e ordinazione diaconale di Hermann Djimini
L’8 febbraio 2025, festa della vita consacrata nella diocesi di Witbank, lo scolastico Hermann Mahunan Djimini ha emesso i voti perpetui, nelle mani di padre John Baptist Opaargiw Keraryo, superiore provinciale, durante una solenne celebrazione eucaristica tenutasi nella chiesa parrocchiale di San Pietro a Nelspruit. La messa è stata presieduta da mons. Thaddeus Xolile Kumalo, vescovo di Witbank, e concelebrata da numerosi confratelli, da alcuni sacerdoti diocesani e da don Francis Stephane Adimou, parroco della parrocchia di origine di Hermann in Benin.
Particolarmente significativa è stata la presenza di un buon numero di religiose che lavorano nella diocesi, tra cui le suore Francescane dell’Immacolata Concezione, arrivate in Sudafrica nel 1939 per sostenere i nostri confratelli nella fondazione della Chiesa locale, e le suore benedettine. La gente, anche se non numerosa come ci aspettavamo, ha partecipato con entusiasmo alla celebrazione, solennizzata dai canti di un coro parrocchiale molto ben preparato.
Nell’omelia, padre Bheki Tshabalala, parroco di San Pietro e missionario di Mariannhill, ha fatto appello per un rinnovamento della vita religiosa, ispirandosi al messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale della Vita Consacrata (2 febbraio 2025).
Il giorno seguente, domenica 9 febbraio, Hermann è stato ordinato diacono. La celebrazione si è svolta nella chiesa della Sacra Famiglia a Waterval, la parrocchia comboniana dove Hermann ha svolto il suo anno di esperienza pastorale. La gente della parrocchia è venuta numerosa, riempiendo più di 400 posti a sedere sotto la tenda allestita nel recinto della chiesa. La messa è stata presieduta da mons. Thaddeus Xolile Kumalo, vescovo di Witbank, e concelebrata da alcuni sacerdoti comboniani che operano nella zona. La cerimonia eucaristia, durata quasi quattro ore, è stata animata da numerosi canti eseguiti da tutta la congregazione al ritmo dei tamburi.
Al termine della messa, tutti hanno gustato un abbondante e squisito pasto che un gruppo di donne volontarie della parrocchia ha preparato per l'occasione. (padre Efrem Tresoldi, mccj)
PREGHIAMO PER I NOSTRI DEFUNTI
IL PADRE: Jino Wikole, dello scolastico Adrabo Jerry (UG).
LA MADRE: Maria Amélia, di padre Joaquim José Moreira da Silva (P); Caroline, di padre Simtokena Sa’akaha Baènayem (Kevin) (DSP).
LA SORELLA: Adelheid, di padre Sebastian Hopfgartner (DSP); Ruth, di padre Vicent Turinawe (EC); sr Luz María, di padre Aurelio Cervantes Fajardo (M); Highisti Haile, di padre Tesfaghiorghis Hailè Berhane (ER).
LE SUORE MISSIONARIE COMBONIANE: Sr. Pia Rosaria Antonelli; Sr. Pia Clementina Baldessari; Sr. M. Hakima Emmanuel Mikhael; Sr. Adhanom Luciana.