Notiziario mensile dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù

DIREZIONE GENERALE


Atti Capitolari

Alla fine di gennaio 2004, il testo stampato nelle varie lingue (italiano, francese, inglese, spagnolo e portoghese) è stato spedito a tutte le province e delegazioni e ad alcune comunità. I provinciali e delegati si accertino che ogni confratello (compresi gli scolastici) ne riceva una copia.

Annuario Comboniano 2004
Dopo la fine di gennaio 2004 non si includeranno più correzioni nell’Annuario Comboniano 2004. Si spera che l’Annuario sia pronto per la fine di marzo-primi di aprile 2004.
Tuttavia gli aggiornamenti degli indirizzi delle comunità, dei recapiti dei confratelli e delle assegnazioni a nuove comunità ed impegni devono essere continuamente e immediatamente fatti pervenire al segretario generale, perché il programma “Annuario Comboniano” sul computer deve essere continuamente aggiornato in tempo reale.
Inoltre, si pregano i confratelli che non l’hanno ancora fatto, di far pervenire al più presto al segretario generale una loro recente fotografia a colori (formato tessera).

I teologi comboniani si interrogano sul XVI Capitolo Generale
Il terzo incontro del gruppo teologico comboniano europeo sulla missione “ad gentes” in Europa, si è tenuto a Pesaro dal 27 al 29 dicembre 2003. Hanno partecipato: P. Martin James Devenish (provinciale incaricato); P. Francesco Antonini (provinciale dell’Italia); P. Tesfamariam Ghebrecristos Woldeghebriel (assistente generale); P. Danilo Cimitan (coordinatore generale della FP); P. Franz Weber (DSP); P. Benito De Marchi (LP); P. Vicente Luis Reig Bellver (E); P. Alessandro Zanotelli (I); P. Fernando Zolli (segretario generale per l’evangelizzazione). Il Superiore Generale, P. Teresino Serra, ha fatto una breve visita al gruppo, nel pomeriggio del 29 dicembre.
Il gruppo ha preso in esame il testo degli Atti Capitolari, cercando di mettere a fuoco alcune realtà emerse nel XVI Capitolo e cogliere alcune piste ispiratrici per la programmazione e la contestualizzazione del servizio missionario in Europa.
Molto apprezzato è stato uno schema di lettura degli Atti Capitolari, preparato da P. De Marchi per la London Province e proposto per l’animazione delle altre province.

Lo schema consta di tre parti.
1°) Caratteristiche del testo.
2°) Novità e orientamenti: a) piste per una nuova metodologia missionaria, ancorata nella lettura profetica dei segni dei tempi e nell’esperienza mistica di Dio, b) Piste per stimolare l’immaginazione e la prassi missionaria: * La missione globale (poco sviluppata), * La missione come Buona Notizia per i più poveri ed esclusi, * La missione realizzata attraverso la comunità, instaurando una cultura di comunione.
3°) Aspetti accennati, ma non sviluppati: a) una missione che coinvolga e conti di più sui laici; b) una missione che deve svilupparsi sempre di più in un contesto di mobilità globale e di pluralismo culturale e religioso; c) una missione che deve sapere articolare gli interessi e i piani personali con quelli comunitari e ecclesiali.

Positivo è stato valutato il fatto che il Capitolo ha deciso di estendere la creazione dei gruppi di riflessione per la missione e la formazione permanente a tutti i continenti, così come è stato apprezzato l’atteggiamento del Consiglio Generale che si pone in ascolto e chiede aiuto e collaborazione.
Il gruppo si è dato appuntamento a Bamberg (DSP), per il prossimo mese di luglio 2004 (13-17), soprattutto per programmare una serie di iniziative e un calendario in vista della stesura della Ratio Missionis.

BACHECA

Nomine

P. Vanderlei Bervian (BS) padre maestro del noviziato di Contagem (BS) dal 1° gennaio 2004.

Voti perpetui
Sc. Awuye Ruben Dodzi (T) Kinshasa (RDC) 04.01.2004

Pubblicazioni
P. Giuseppe Franzelli, Mondo Comboniano, EMI Bologna, pp. 288 (per altri dettagli vedere sotto “Italia”).

L’Editrice Rogate (Via Rogazionisti 8, 00182 Roma) ha pubblicato 4 volumetti sulla vita della comunità (un quinto è in preparazione). Gi autori sono: G. Poli, G. Crea e V. Comodo. I titoli sono: 1) La sfida dell’organizzazione nelle comunità religiose, pp. 160, 2) Stili di leadership e vita consacrata, pp.136, 3) Leadership e comunicazione nella vita consacrata, pp. 192, 4) Leadership e benessere interpersonale nella comunità religiose, pp. 172, 5) Una leadership efficace per le riunioni di comunità (in preparazione).

CONGO

Situazione generale del Congo
Dopo la firma dell'accordo globale tra le parti in guerra, assistiamo ad un leggero miglioramento di alcuni aspetti della vita: i militari, in molti luoghi, sono relegati nelle caserme e disarmati, quindi meno pericolosi per la popolazione, anche se, a volte, commettono ancora dei soprusi. Molte barriere sono state tolte. La Chiesa ha fatto la scelta di accompagnare questo periodo di transizione mobilitando le comunità di base e i vari gruppi, formando animatori e cercando di dare a tutta la popolazione una coscienza critica attraverso una formazione politica e civica. L'obiettivo principale è uno solo: arrivare ad uno stato di diritto e democratico, attraverso elezioni veramente libere, trasparenti e democratiche. Anche i Comboniani sono impegnati su questa linea.

Dopo la canonizzazione di Comboni
Molte le iniziative. Ne segnaliamo due:
1) Colloquio internazionale di Kinshasa sul tema "Gli Africani e la Rinascita dell'Africa" con la collaborazione di relatori africani (l’unico non africano è stato P. Giuseppe Franzelli che ha presentato la figura e l'attività di Comboni con il tema "Salvare l'Africa con l'Africa".
2) Congresso Missionario Interdiocesano di Isiro, sul tema "Nati dalla missione per la missione", per i delegati delle diocesi di Isiro-Niangara, Dungu e Wamba. Si è partiti dalla storia, giacché le tre diocesi festeggiano i cento anni della loro fondazione, per riscoprire, attraverso la riflessione sulla Bibbia, sui documenti della Chiesa africana e sulle figure dei missionari, tra cui emerge quella di Daniele Comboni, come, oggi, tutti siamo chiamati a vivere la missione.


Celebrazioni del centenario della diocesi di Isiro-Niangara e Wamba
Con la partecipazione di una grande folla di fedeli e dei vescovi della regione ecclesiastica della Provincia Orientale del Congo, la diocesi di Isiro-Niangara ha chiuso le celebrazioni del primo centenario della sua fondazione. Nel fare memoria, sono stati ricordati i missionari uccisi, che hanno dato la vita per questa Chiesa, tra loro i quattro comboniani, P. Lorenzo Piazza, P. Evaristo Migotti, P. Remo Armani, P. Antonio Zuccali. È stata ricordata, in modo particolare, la figura della Beata Anoalite Clementine Nengapeta, uccisa a Isiro nel 1964 durante la rivoluzione dei Simba.
La celebrazione di chiusura del centenario di queste due diocesi, è seguita da quella di apertura del centenario della diocesi di Wamba.

ECUADOR

Quinindé, canonizzazione di Comboni
Domenica 14 dicembre, a “la Y de la laguna”, crocevia di numerose strade per la gente della campagna e luogo molto suggestivo per la presenza di una laguna naturale, è stata inaugurata la prima cappella dedicata a San Daniele Comboni nella parrocchia di Quinindé.

Missionari afro
Il 17 dicembre, nel centro di pastorale afro di Guayaquil, si è svolta la cerimonia di consegna del crocifisso ai missionari afro, uomini e donne che si sono preparate per il lavoro al servizio del loro popolo. Tre sono stati i gruppi che hanno partecipato a questo gesto: gli “anziani”, ovvero i primi che hanno cominciato il processo come missionari afro; quelli che lo vivono da molti anni e coloro che stanno per assumere questo impegno. È stato un momento particolarmente vissuto e di autentica spiritualità afro.

Borbón, canonizzazione di Comboni
Sabato 10 ottobre, nella comunità contadina di Yalaré, alla presenza del provinciale, è stata inaugurata la prima delle 3 cappelle dedicate a San Daniele Comboni nella parrocchia rurale di Borbón. La comunità ha partecipato ai lavori dipingendo la cappella, il campanile, le panche, sotto la guida di P. Juan Benjumea Ramos.
Dopo la benedizione e la processione con il ritratto del santo, nella nuova cappella è stata celebrata l’Eucaristia e sono stati amministrati i battesimi.

ITALIA

Roma: “Appunti Africani” - al di là di ogni previsione
Dopo ben 12 giorni (quando scriviamo questa nota) dalla trasmissione “Appunti africani” di Silvestro Montanaro su Rai 3, arrivano ancora commenti e richiedeste di informazioni sul modo di portare aiuto a queste situazioni. Dal 6 gennaio, le telefonate sia alla Rai che in Via S. Pancrazio non si contano. Provengono da ogni parte d’Italia e da persone di ogni categoria. Salvo rarissime eccezioni - si possono contare sulle dita di una mano - le reazioni sono tutte positive. Fanno piacere anche quelle degli africani che considerano il documentario chiaro e preciso, soprattutto perché sono gli africani a parlare nelle denunce e nelle descrizioni dell’Africa positiva. Moltissimi si augurano che programmi di questo genere siano ripetuti. Molte mamme e papà lo hanno visto con i loro figli e lo hanno ritenuto molto educativo. Un’altra constatazione: grande è la fiducia della gente nei missionari in generale e nei Comboniani in particolare.
I fondi raccolti serviranno a finanziare un progetto che prevede un aiuto “assistenziale in medicine, alimenti, sementi” per il Sudan e la realizzazione di programmi di formazione professionale nel settore della comunicazione in Mozambico e in Kenya.

Mondo Comboniano
L’editrice EMI ha pubblicato il libro Mondo Comboniano di P. Giuseppe Franzelli. Si tratta della presentazione di tutti i territori del mondo dove i membri della Famiglia Comboniana, laici compresi, lavorano. Il libro, redatto anche con la collaborazione dei responsabili delle province comboniane, è di 288 pagine e costa € 15,00. È un utile volume per quanti amano i Comboniani o desiderano conoscere il loro lavoro. Nella prima parte è presentato S. Daniele Comboni, l’attualità della sua esperienza missionaria e del suo messaggio in relazione alle sfide della missione oggi.

GIM: convivenza di fine anno
Dal 27 dicembre 2003 al 1° gennaio 2004 si è realizzata a Pesaro la convivenza GIM di fine anno: una proposta chiara per giovani che desiderano superare la logica dei ‘nuovi banchetti’ dell’esteriorità e riscoprire il Dio della vita attraverso l’incontro, lo studio, la preghiera, la riflessione e la celebrazione. Sono stati più di 150 i giovani che vi hanno aderito e partecipato.
Questa volta l’iniziativa è stata voluta anche come continuità all’anno della canonizzazione del nostro fondatore San Daniele Comboni. I giovani, provenienti da circa 25 diocesi, sono stati accompagnati da numerosi testimoni e storie condivise: P. Francesco Antonini ha sottolineato l’attualità del sogno di Dio in Daniele Comboni; P. Joseph Mumbere Musanga e lo Sc. Marcel Mangbau Emelemekia hanno fatto sentire La voce all’Africa che chiama, raccontando le sfide odierne del Congo; l’intervento di Mons. Nervo, Umanità in cerca di vita, e la toccante testimonianza di Sr. Valeria, La lotta contro la schiavitù, hanno aiutato a comprendere le sfide dell’immigrazione in Italia. Con P. Teresino Serra i giovani hanno approfondito il tema: Comboni chiede ai giovani una missione dal volto nuovo. La tavola rotonda, Un anno si chiude: segni di vita, ferite e utopie per il futuro, con J. L. Touadi, Gianluca Carmosino e P. Alessandro Zanotelli, ha visto una buona partecipazione della cittadinanza.
Le testimonianze sono state alternate da laboratori di gruppo che hanno permesso la rilettura collettiva del manifesto Osare un tempo nuovo della carovana della pace 2003. Un concerto sui temi della Pacem in terris, la visita alle famiglie della città di Pesaro e di alcune comunità che accolgono situazioni limite; la veglia notturna per attendere l’anno nuovo… tutto è stato portato alla celebrazione in rito congolese del primo gennaio e alla marcia della pace conclusasi nel duomo di Pesaro.

Comboni a Betlemme
Anche quest’anno il presepe di Venegono ha lanciato un messaggio forte: il fenomeno dell’immigrazione va letto partendo dal Vangelo, l’unica fonte capace di indicare la strada verso una convivenza fondata sul rispetto, sulla giustizia e sulla dignità della persona. Più articolato e altrettanto forte il messaggio del presepe di Lecce presentato come “spaccato di vita quotidiana”. A Venegono una “Mostra sul Comboni” e a Lecce “Un Natale in mongolfiera sulle orme del Comboni”... hanno fatto del Fondatore la guida ideale per percorrere con profitto le strade di Betlemme.

Assemblea AM/EV 2004
Il tema dell’Assemblea 2004 dell’Animazione Missionaria ed Evangelizzazione (Pesaro, 13-16 gennaio) è stato: Quale presenza e azione missionaria in Europa? Sono stati giorni di convivenza e riflessione, di preghiera e scambio. All’incontro hanno partecipato una trentina di animatori: alcuni con idee “chiare” sulla missione, altri ancora in “ricerca”; ma quasi tutti si sono trovati spiazzati dall’analisi di una società diventata incomprensibile e, per certi versi, lontana dal nostro linguaggio e dalle nostre proposte. Prima con l’aiuto di P. Benito De Marchi, poi con l’analisi delle varie attività di AM in provincia (Giustizia e Pace, Immigrati, Laici Comboniani, Mass Media...), si è giunti alla conclusione che, come figli del Comboni, continueremo ad “uscire” dalla nostra terra e cultura per andare a condividere la sorte dei più poveri ed abbandonati, ma saremo attivi anche in Europa per parlare il linguaggio di Dio e ridestare nell’uomo d’oggi la “passione per l’impossibile”. Ancora una volta, infine, si è messo l’accento sul fatto che l’AM va vista come compito di “tutti”, non solo degli “addetti ai lavori”, e deve determinare un nuovo stile di vita individuale e comunitario.

KHARTOUM

Regione del Darfur
Il 6 gennaio 2004, le Suore della Carità, mentre viaggiavano da El Fasher a Nyala, sono state fermate dai ribelli dell’Esercito Sudanese di Liberazione (SLA) che hanno preso la loro macchina. Più tardi un autobus di passaggio le ha portate fino a Nyala. Nessuno è stato ferito.
Il conflitto nella regione del Darfur si è intensificato in questi ultimi mesi, con gli arabi che, ai negoziati, preferiscono gli attacchi aerei e l’uso delle milizie, come hanno sempre fatto con gli SPLA del sud. Queste milizie hanno anche attaccato i sudanesi del sud che vivono nella regione poco a sud di Nyala. I raccolti di quest’anno sono stati bruciati e la gente è rimasta senza niente. La speranza e la preghiera è che un concordato di pace renda loro possibile il ritorno nelle loro terre. Tra la gente serpeggia la paura e a Nyala c’è il coprifuoco, anche se questo non ha impedito di esprimere la gioia delle feste natalizie con processioni, danze e la presenza di oltre 2000 persone alla Messa del giorno di Natale.

Comitato Interreligioso Sudanese
Il Comitato Interreligioso Sudanese ha organizzato una preghiera speciale per la pace, seguita da un ricevimento d’onore per sua eminenza il cardinale Gabriel Zubeir Wako. L’atmosfera era rilassata, erano presenti numerose personalità, tra cui il secondo vice presidente e ministro degli esteri Osman Mohammad Taha, il nunzio apostolico, Mons. Dominique Mamberti, P. Saraba Moon, il vescovo della Chiesa Copta, l’arcivescovo della Chiesa Episcopaliana, Joseph Marona e il professore Ahmad A., imam-consigliere del presidente della repubblica e rettore dell’Università Islamica di Omdurman. Tutti hanno espresso parole di ringraziamento e di congratulazioni per il cardinale.
Il governo si è servito di questa opportunità per mostrare le sue intenzioni di pace e di buoni rapporti tra musulmani e cristiani, come ha fatto anche il giorno di Natale, quando il presidente Bashir si è recato dal cardinale Zubeir per fargli gli auguri. Il processo di pace continua, ma purtroppo molto lentamente. Tuttavia le speranze di un risultato positivo sono molto forti.

Onorificenza a P. Giuseppe Puttinato
Ci sono stati molti missionari e religiose impegnati nel Sud del Mondo tra i cento riconoscimenti assegnati dalla presidenza della Repubblica d’Italia ai suoi cittadini che si sono distinti all’estero per spirito di solidarietà e ai numerosi cittadini di altre nazioni che hanno divulgato con particolare impegno la lingua e la cultura della propria nazione. Il governo italiano, nella lista delle onorificenze dello “Ordine della Stella della Solidarietà Italiana”, assegnato dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, ha incluso anche il nostro confratello P. Giuseppe Puttinato, incaricato del Comboni College di Khartoum, in Sudan.
P. Giuseppe è arrivato in Sudan nel 1959 e, a parte brevi periodi di permanenza in Inghilterra e in Libano, ha sempre prestato la sua opera al Comboni College, tranne un periodo di sei anni alla Comboni School di Port Sudan. Ci congratuliamo con lui per questo titolo e per il suo lungo e indefesso servizio.
Assieme a P. Giuseppe, ha ricevuto l’onorificenza anche la signorina Rita Giglio di "Nostra Famiglia" che opera a Juba, Sud Sudan, in una struttura per portatori di handicap fondata da Mons. Agostino Baroni. Anche a lei vanno i nostri auguri più sentiti per il servizio e per l'amicizia che ci lega a "Nostra Famiglia".

MOZAMBICO

Collaborazione per la Missione
I Comboniani e le Comboniane del Mozambico, in risposta alla lettera sulla collaborazione dei Consigli Generali dei tre Istituti della Famiglia Comboniana di due anni fa, hanno organizzato un workshop animato da P. John Converset. È stato realizzato dal 6 al 10 gennaio 2004 nella comunità comboniana del Seminario Filosofico Interdiocesano “S. Agostinho” di Matola (Maputo). Vi hanno partecipato 13 Comboniani e 14 Comboniane provenienti soprattutto dalle comunità in cui Comboniani e Comboniane lavorano assieme.
In questo incontro si è riflettuto sul fondamento della collaborazione scoprendolo in Dio che è per natura fonte di comunione e di collaborazione. La persona umana, creata a sua immagine, porta dentro di sé questa vocazione che è chiamata a realizzare.
Le tappe affrontate in questo workshop ci hanno portato a fare memoria delle esperienze di collaborazione avvenute durante il sofferto periodo che va dall’indipendenza del Mozambico fino alla fine della guerra civile. L’aiuto fraterno tra i due Istituti è sempre stato molto vivo.
L’esperienza del dopoguerra ha portato il dono della pace e della libertà ma, allo stesso tempo, con il cambiamento del personale missionario, ha indotto a dimenticare, poco a poco, il grande valore della fraternità e della condivisione vissute in quel contesto di dolore e di prova.
Ora siamo di nuovo insieme per ricercare le basi di una rinnovata collaborazione e individuare i fattori che la ostacolano: progetti troppo individualistici, attivismo, mancanza di dialogo e di programmazione fatti assieme, ecc. Da qui è nata l’esigenza di riscoprire l’importanza di essere persone comunitarie, unite nella stessa passione che animava Daniele Comboni.
Il workshop si è concluso con alcune proposte che si possono riassumere in un impegno comune nella formazione permanente, nell’evangelizzazione e nell’animazione missionaria. Si è insistito anche su una collaborazione più stretta tra i due consigli provinciali e sull’attenzione alle situazioni di grave emergenza esistenti in Mozambico.
Vogliamo che questa iniziativa vissuta nella fraternità e nella condivisione sia l’inizio di un nuovo impulso a vivere con gioia e coraggio questo grande valore della collaborazione per sentirci tutti parte di un’unica famiglia.


POLONIA

Celebrazione della canonizzazione di San Daniele Comboni
Il 30 novembre 2003, assieme ai missionari Verbiti, la Famiglia Comboniana ha celebrato la Messa di ringraziamento per la canonizzazione dei Santi Daniele Comboni, Arnold Janssen e Joseph Freinademetz. La celebrazione ha avuto luogo di mattina, nella cattedrale della diocesi di Warszawa-Praga ed è stata presieduta dal vescovo locale Mons. Kazimierz Romaniuk. L’omelia è stata pronunciata dal vescovo di Ek, Mons. Jerzy Mazur, che ha sottolineato la vita e l’ispirazione missionaria dei tre santi, come pure l’impegno missionario della Chiesa. Per l’occasione era giunto da Roma P. Odelir José Magri, assistente generale. Erano presenti 70 sacerdoti dei due Istituti, rappresentanti dei provinciali e numerosi amici.
Degno di menzione è stato il concerto diretto dal maestro Piotr Nawrot, Verbita, che poi, nel pomeriggio, ha diretto anche il concerto di musica barocca dell’America Latina tenuto dalla cappella Gedanensis, nella chiesa del seminario dell’arcidiocesi di Varsavia. Il concerto è stato davvero fantastico e il pubblico che aveva riempito la chiesa continuava a gridare “bravo!”. E siccome la musica crea ponti, ci ha affratellato di più con l’America Latina.
Il 7 dicembre, si è celebrata l’Eucaristia di ringraziamento per la canonizzazione di Comboni a Piastów k/Warszawy. In questa parrocchia, vi è una comunità di Missionarie Comboniane. Il cardinale Józef Glemp ha presieduto la cerimonia. La liturgia è stata animata dai postulanti dei comboniani e dalle postulanti delle comboniane.
Il 14 dicembre è stata la volta di Cracovia, con un duplice ringraziamento. Infatti, nella chiesa parrocchiale Matki Boej Królowej Polski, il cardinale Franciszek Macharski ha celebrato la messa di ringraziamento per la canonizzazione, alla quale ha assistito P. Venanzio Milani, in rappresentanza del Consiglio Generale e che è stata anche occasione per la benedizione e l’inaugurazione della seconda casa comboniana in Polonia, segno della crescita del nostro Istituto in questo paese.

TCHAD

Coordinazione e formazione per accompagnatori di malati AIDS
La coordinazione per gli accompagnatori di malati di AIDS (CAMS) di Sarh, presieduta dal Comboniano P. Fabrizio Colombo, ha tenuto il 2 e 3 gennaio 2004 un incontro per lanciare le attività di accompagnamento dei malati di AIDS.
A Sarh il numero delle infezioni è tra i più alti del Ciad. La CAMS è composta da membri di varie Chiese Cristiane (cattoliche e protestanti) e di musulmani.
A partire dalla fine di gennaio il gruppo di 40 volontari si ritroverà ogni mese per valutare e sostenere gli accompagnatori nel loro servizio ai sofferenti di AIDS.

Grande successo del festival “Musica contro l’AIDS”
Ogni anno a Sarh, il 1° dicembre è dedicato alla lotta contro l’AIDS. A promuovere questa iniziativa sono i musicisti. Organizzato dalla Radio Lotiko di Sarh e da vari gruppi e organizzazioni della sanità, il festival anima la cittadina per tutta la settimana. Ogni giorno vi sono concerti e manifestazioni, tutte incentrate sulla lotta contro l’AIDS. Il tema di quest’anno è stato: “Solidarietà a tutte le vittime dell’AIDS”. Infatti molte associazioni di sieropositivi hanno partecipato alla manifestazione per mostrare al folto pubblico la realtà della vita e della lotta quotidiana dei malati.
Il festival ha radunato in media 1500 persone al giorno: è stato un successo, quindi, per gli organizzatori.

Radio Lotiko si espande… in tutta la diocesi di Sarh
Finalmente, dopo vari tentativi, la commissione Akyto per le comunicazioni del Ciad ha dato una nuova frequenza alla radio Lotiko della diocesi di Sarh. Le nuove installazioni saranno attive nella cittadina di Koumra alla fine di gennaio. Il nuovo trasmettitore, che riprende il segnale della stazione centrale di Sarh, permetterà alla radio di raggiungere le zone della diocesi più lontane e che fino ad ora si lamentavano per la mancanza della famosa radio “che risveglia” (Lotiko in lingua sar significa appunto “si fa giorno - sveglia”).
Insieme alla gioia delle popolazioni locali resta il problema del finanziamento di questa radio che denuncia e si batte per i diritti dei più deboli. Rivolgiamo un appello, quindi, a tutti coloro che possono dare un obolo per far vivere questa radio che la gente ormai definisce “la voce dei senza voce”.


IN PACE CHRISTI

P. Alfonso Polacchini (28.02.1927 – 25.12.2003)
Ordinato sacerdote a Modena nel 1950, è immediatamente entrato tra i Comboniani. Era suo desiderio entrare già da seminarista, ma lo zio sacerdote volle che terminasse gli studi in seminario perché convinto che la vocazione missionaria doveva essere ponderata a fondo. Il fratello sacerdote, Don Tonino dice: “Non sappiamo come sia nata in lui la vocazione missionaria, ma ricordiamo che i Comboniani andavano in seminario a parlare delle loro missioni in Africa”.
Dopo la professione religiosa nel 1952, è partito immediatamente per il Sud Sudan. I genitori hanno sofferto per quella partenza, ma P. Alfonso era talmente convinto della chiamata da parte di Dio, per cui riusciva a rasserenare tutti.
Espulso dal Sudan nel 1964 insieme a tutti i missionari e le suore a causa della persecuzione scatenata dagli arabi, ha lavorato nella animazione missionaria in Italia. Nel 1967 si aprì nuovamente la porta dell’Africa e fu inviato in Centrafrica dove poteva assistere i profughi sudanesi che a loro volta avevano lasciato i loro paesi. Vi rimase fino al 1972, anno in cui rientrò in Italia. Nel 1981 poté tornare in Sud Sudan, dove, in un momento di stasi della guerra civile, era stato ripreso il lavoro missionario..
Quando la salute cominciò a perdere colpi, andò in Kenya. All’inizio di settembre 2003, per un improvviso peggioramento della salute provata da continue malarie e ulcere accompagnate da emorragie, fu portato in Italia. Alla mattina di Natale, 25 dicembre 2003, è passato dalla vita alla morte senza neanche accorgersi.
Uomo di spirito e di preghiera, sempre con la corona in mano, P. Alfonso era il confessore di tanti missionari e tantissimi cristiani che ricorrevano al suo ministero e al suo consiglio. Giustamente i suoi confratelli lo hanno chiamato “restauratore di anime” ferite dal peccato. Era anche l’uomo del perdono, della misericordia, della carità: gli si poteva portare via tutto, anche i vestiti, e lui si mostrava sempre contento. Quando era a Raga, in Sudan, si sedeva sotto una pianta e la gente che passava si fermava a parlare con lui. Dice P. Giovanni Battista Zanardi, che è stato suo parroco: “Come carattere era remissivo, affabile, pacifico, cordiale con tutti. Conosceva bene la lingua della gente. Ciò gli consentiva di intrattenersi con loro senza alcuna difficoltà. La sua umiltà lo portava a dar sempre ragione agli altri perché pensava che ne sapessero più di lui. Era negato alle polemiche e accettava le decisioni dei superiori, quindi uomo di obbedienza e sempre disponibile ad aiutare. A Raga la guerra ha messo in fuga 25.000 persone e P. Alfonso si preoccupava di questi profughi e li aiutava in tutti modi”.
Non ha fatto cose grandi da un punto di vista materiale, non ha avuto idee rinnovatrici, ma ha amato gli africani fino al punto che voleva morire tra loro. Ha amato anche i confratelli. Tra le sue carte sono stati trovati dei quadernetti nei quali registrava la data del compleanno e gli onomastico dei confratelli con i quali aveva lavorato, e dei superiori. Li voleva ricordare con una cartolina augurale e con una preghiera.
Era un evangelizzatore appassionato: andava volentieri a visitare i villaggi e gioiva intensamente quando costatava che, nonostante le difficoltà e la fame, la fede cresceva tra la gente.
Le sue ultime parole sono state: “Amo la Chiesa, amo l’Istituto, amo gli Africani… quando potrò tornare laggiù?”. Ora riposa nel cimitero di Crevalcore, suo paese natale. (P: Lorenzo Gaiga).


P. Giuseppe Galeotti (07.10.1921 - 28.12.2003)
P. Giuseppe Galeotti era rientrato in Italia dal Sudafrica il 6 settembre 1982 per problemi di salute. Fu destinato alla comunità di Pesaro dove è rimasto in questi due decenni, assumendo l’incarico di economo, prima, e di vice superiore, successivamente. Nel gennaio 1996, a causa di gravi problemi di salute, fu operato all’ospedale di Pesaro. In seguito fu trasferito a Milano, dove fu sottoposto ad altre operazioni. Poté tornare a Pesaro solo a settembre. Da allora la sua salute è sempre stata precaria.
Il giorno di Natale del 2003 aveva mostrato di stare bene ed era andato a celebrare la Messa dalle suore; a pranzo si era recato dai nipoti, tornando in comunità contento e apparentemente in buona salute. Il 27 dicembre, però, non si è sentito bene e durante la giornata ha continuato a peggiorare. È stato chiamato il medico e il 28 mattina P. Giuseppe è stato ricoverato all’ospedale di Pesaro dove, inaspettatamente, si è spento alle ore 22.00 per blocco renale e crisi respiratoria.
I funerali si sono svolti nella chiesa parrocchiale di S. Luigi, la parrocchia nel cui territorio è situata la nostra casa. Ha presieduto la Messa il Superiore Generale P. Teresino Serra, il provinciale P. Francesco Antonini e l’amministratore diocesano della diocesi di Pesaro Mons. Romano Morini. Oltre ai 18 Comboniani, hanno concelebrato più di 20 sacerdoti diocesani. Hanno partecipato anche i giovani della convivenza GIM radunati in quei giorni a Pesaro. In seguito la salma è stata portata al suo paese natale di Urbania, nella diocesi di Urbino.
P. Giuseppe era nato a Urbania il 7 ottobre 1921. A 13 anni, nel 1934, entrò nel seminario della sua città e nel 1939 passò al seminario regionale di Fano. Nel 1942, a causa della guerra, ritornò a Urbino dove fece il primo anno di teologia. Stava però maturando in lui la vocazione missionaria, stimolata anche dalle visite, al seminario di Fano, di Comboniani come P. Arnaldo Violini, P. Tito Tempestini e P. Alfredo Paolucci. Così, nell’ottobre 1945 entrò nel noviziato comboniano di Firenze. Completò gli studi teologici nel seminario di Fiesole. Ordinato sacerdote a Urbino il 29 giugno 1947, il giorno seguente celebrò la sua prima Messa nel seminario comboniano di Pesaro.
Fu prima destinato a Firenze come economo. L’anno seguente fu assegnato alla comunità di Pesaro per l’animazione missionaria. Il 1° settembre del 1951 si imbarcò a Venezia, destinato alle missioni dell’Uganda, da dove rientrò il 2 aprile 1978, 21 anni più tardi. Destinato alla casa di Pesaro come economo, il 25 gennaio 1981 ripartiva di nuovo per l’Africa, questa volta per il Sudafrica. Vi rimase meno di due anni, ritornando definitivamente in Italia il 6 settembre 1982, ancora una volta per motivi di salute.
Non è difficile conoscere la persona di P. Giuseppe, perché lui stesso ci ha lasciato delle note personali sulla sua vita, sulla sua famiglia e sul suo lavoro in missione. Non c’è molto da interpretare, perché, nel silenzio della morte, è possibile percepire ancora la presenza di una persona che ha vissuto il tempo concessogli da Dio con una forte coscienza di sé e con coerenza con quella che pensava fosse la volontà di Dio a suo riguardo. Le sue memorie mettono in evidenza i legami che sempre ha coltivato con la sua famiglia, con la diocesi di Urbania/Urbino, con l’Istituto e con le comunità cristiane dell’Africa dove ha svolto il suo ministero. Tutto a “maggior gloria di Dio”.
P. Giuseppe termina le sue memorie con le parole: “A Pesaro ho trovato carità e comprensione. Vivo aspettando il giorno della beata speranza e dell’Avvento del Signore. Ringrazio per il bene che molti mi hanno voluto!”. (P. Pietro Bracelli, mccj)

Preghiamo per i nostri defunti

IL PADRE: Guido di P. Lino Spezia (I).

LA MADRE: Rita di P. Mauro Serragli (I); Antonia di P. Lorenzo Schiavon (I); Christine Passiondji dello Sc. Wilfried Mette (CA).

IL FRATELLO: Don Agostino di P. Giovanni Fortuna (I) e Fr. Girolamo Fortuna (KH); Roberto di P. Antonio La Braca (SS); Gino di Fr. Antonio Schiavon († 2001); Giuseppe di Fr. Luigi Salbego (CA).

LA SORELLA: Regina di P. Tarcisio Marin (PE); Luigia di Fr. Alessandro Pelucchi (I); Elisa di P. Benito Giuseppe Cruciani (EG).

LE SUORE MISSIONARIE COMBONIANE: Sr. Eva Sala; Sr. Donata Mangili.

Familia Comboniana n. 606