BULLETIN MENSUEL DES MISSIONNAIRES COMBONIENS DU COEUR DE JÉSUS

DIREZIONE GENERALE

NOTE GENERALI DELLA 27a CONSULTA GENERALE
Maggio-giugno 2024

Nomine del Consiglio Generale

Nel corso della 27ma Consulta il Consiglio Generale ha nominato:

  • P. Mboka Ngere Faustin (Beirut) superiore della comunità formativa di Beirut dal 1.9.2024.
  • P. Giudici Stefano (Casavatore) superiore dello scolasticato di Casavatore dal 1.9.2024.
  • P. Dimonekene Sungu Edmond (Cape Coast) formatore ed economo dello scolasticato di Cape Coast dal 1.9.2024.
  • P. Zimba Brighton Multiply (Beirut) formatore ed economo della comunità formativa di Beirut dal 1.9.2024.
  • P. Antonio Lopez (La Grange Park) formatore della comunità formativa di La Grange Park dal 1.7.2024.
  • Fr. Degan Alberto (C-CFP) economo del Centro Formazione Permanente dal 1.9.2024.
  • P. Tesfamariam Ghebrecristos Woldeghebriel (C), superiore della Comunità dei Confratelli Studenti dal 1.9.2024.
  • P. Miniero Pasquale (EC) membro del Consiglio di Economia per il Continente America Asia dal 1.7.2024 per tre anni.
  • P. Kakule Muvawa Justin (CN) membro del Consiglio della Missione per il sub-Continente dell’Africa Francofona (ASCAF) dal 1.7.2024 per tre anni.

Rotazione del personale

Il CG esprime un certo disagio per quanto riguarda i dialoghi sulla rotazione dei confratelli all’interno dell’Istituto. Più volte, al momento delle assegnazioni, contattando i confratelli, si trova di fronte a dialoghi condotti dai provinciali delle diverse circoscrizioni, con i diretti interessati, senza nessuna comunicazione al CG. In alcuni casi, offrendo anche incarichi di responsabilità. Questo modo di procedere non sta aiutando affatto la pianificazione del personale perché non consente di organizzare e ottimizzare l’impiego dei confratelli nelle diverse attività, sia all’interno dell’Istituto sia delle province. Ma non solo. Non trovando correlazione tra le proposte fatte dai provinciali con quelle del CG, fa ritardare i tempi di assegnazione perché bisogna riprendere, a più riprese, i dialoghi e rimotivare il confratello affinché si arrivi a una decisione finale. Tutti questi automatismi provocano relazioni logore e affaticate e condizionano le risposte. È vero che la Regola di Vita (116) e il Vademecum della Continentalità lasciano spazi aperti per lo scambio di personale e facilitano il passaggio del personale da una provincia all’altra, ma questo deve avvenire sempre sotto la supervisione e il dialogo con il CG. È bene quindi che un provinciale che intende iniziare dialogo con un confratello di un’altra appartenenza giuridica chieda prima il parere del Consiglio Generale e poi, se ottiene assenso a procedere, non manchi di coinvolgere il provinciale della circoscrizione a cui il confratello appartiene per diritto.

Assemblea Generale dell’Animazione Missionaria

Dal 22 al 26 aprile si è tenuta a Roma l'Assemblea Generale dell'Animazione Missionaria (AGAM). Invitiamo i partecipanti a condividere con i confratelli della loro circoscrizione i materiali e le conclusioni di questa Assemblea. L'AGAM è stata un punto di partenza per motivare tutti i confratelli a rinnovare il proprio contributo per questo servizio missionario nei vari contesti attuali. Il materiale dell'AGAM, in tre lingue, è disponibile sul sito web del Segretariato Generale della Missione (SGM):

  • IT    https://combonimission.net/language/it/azione-missionaria/
  • EN  https://combonimission.net/language/en/mission-animation/
  • ES   https://combonimission.net/language/es/animacion-misionera/

Il SGM rimane disponibile ad aiutare le circoscrizioni nel servizio di diffusione di questi materiali.

Riunione dei Consigli Generali della Famiglia comboniana a Verona

I Consigli Generali della Famiglia comboniana (Fc) – Comboniani, Comboniane, Secolari e anche Alberto de la Portilla, coordinatore del comitato centrale dei Laici Missionari Comboniani – si sono ritrovati per il loro incontro annuale dal 14 al 16 giugno, presso la nuova sede delle Secolari Missionarie Comboniane a Verona. Il tema principale dell’incontro è stato “La famiglia carismatica”. Per aiutare a riflettere e ad approfondire questo tema, è stata sentita la testimonianza concreta dell’esperienza della Famiglia di San Giovanni Calabria di Verona. La Famiglia comboniana porta un prezioso carisma comune che è cresciuto e si è sviluppato in modi sempre rinnovati. Ancora oggi l’ispirazione di Comboni si aggiorna nella storia per rispondere alle sfide della missione dei nostri giorni. Siamo tutti invitati a crescere in questa dimensione essenziale del nostro carisma e a rendere viva la collaborazione nelle realtà concrete delle nostre missioni a tutti i livelli, sia a livello comunitario, attraverso le varie opere che realizziamo insieme, sia a livello provinciale.

Prime professioni 2024

Il CG, con sentimento di gratitudine, informa tutti i confratelli che quest’anno 51 novizi hanno fatto la prima professione nell’Istituto. Di questi 51, 5 sono fratelli. 14 provengono dal noviziato di Magambe (Congo), 5 da Nampula (Mozambico), 23 da Namugongo (Uganda), 2 da Manila (Filippine), 7 da Xochimilco (Messico). Il CG è grato a tutti promotori vocazionali e formatori che hanno accompagnato questi neo-professi e li affida alla grazia di Dio per il cammino futuro.

Assemblea generale della Formazione - Roma 8-27 luglio 2024

Il CG ricorda a tutto l’Istituto che il prossimo mese di luglio si terrà a Roma l’Assemblea generale della Formazione, che si celebra ogni sei anni. I partecipanti a questa assemblea sono: i provinciali incaricati del settore della formazione di ogni continente, i formatori degli scolasticati, delle comunità formative e dei CIF, i formatori dei noviziati, un rappresentante per continente dei formatori dei postulanti. A tutti questi formatori si aggiungono i membri del Segretariato Generale della Formazione e alcuni membri del Consiglio Generale. Durante questa assemblea i partecipanti faranno anche delle proposte per la revisione della formazione nell’Istituto secondo il mandato capitolare. Il CG chiede a tutti i membri dell’Istituto di accompagnare questo evento con la preghiera.

La “memoria” del Beato Giuseppe Ambrosoli

Quasi due anni sono passati dalla Beatificazione di padre Giuseppe Ambrosoli, avvenuta il 20 novembre 2022 a Kalongo. La lettera apostolica, infatti, fissava al 28 luglio la sua “memoria annuale”. Quest’anno, essendo domenica, non si potrà celebrare liturgicamente la “memoria”; tuttavia, non c’è alcun impedimento, se lo si vorrà ricordare con una intenzione appropriata nelle invocazioni della Santa Messa e anche nel canone. Allorché si menziona il nostro santo Fondatore, San Daniele (Comboni), lo si potrà fare anche per il beato Giuseppe (Ambrosoli), il primo beatificato tra i Comboniani. È superfluo ribadire il grande significato del Beato Giuseppe, sia per il suo gioioso senso di appartenenza alla Famiglia comboniana che per la sua privilegiata testimonianza missionaria che unisce indissolubilmente Teologia dell’inculturazione e Teologia della liberazione. Se qualcuno volesse saperne di più, l’ultimo testo prodotto su padre dott. Giuseppe Ambrosoli, “Annuncio oltre le parole”, è un utile sussidio da leggere, consultare e tradurre.

Professioni perpetue

Sc. Muyisa Kapitula Mumbere

Isiro (CN)

12.05.2024

Ordinazioni

P. Gabriel Panguanito Hilário

Ribaué (MO)

11.05.2024

P. Tekle Melaku Wolde

Gura Awiyate (ET)

01.06.2024

Opera del Redentore

Luglio: 01 – 15 KE; 16 – 31 M
Agosto: 01 – 15 MO; 16 – 31 MZ
Settembre: 01 – 15 NAP; 16 – 30 PCA

Intenzioni di preghiera

Luglio – Per i partecipanti all’Assemblea generale della Formazione dei Missionari Comboniani, perché lo Spirito Santo doni loro in abbondanza sapienza e discernimento, creatività e servizio, comunione e concordia di visione. Preghiamo.

Agosto – Perché, in un mondo sempre più “villaggio globale” a causa delle migrazioni dei popoli, le nostre comunità multiculturali sappiano essere esempio di comprensione, speranza e ricchezza interiore. Preghiamo.

Settembre – Per le Missionarie Secolari Comboniane che dal 20 settembre al 1° ottobre celebrano l’Assemblea generale straordinaria per l’approvazione delle Costituzioni, rivedute e aggiornate. Lo Spirito Santo le accompagni e San Daniele Comboni interceda perché l’evento sia segno di rinnovamento e nuova vitalità per la loro missione nella Chiesa e nel mondo. Preghiamo.

Calendario liturgico comboniano

LUGLIO

28

Beato Giuseppe Ambrosoli

Memoria

SETTEMBRE

9

San Pietro Claver, sacerdote

Patrono dell’Istituto

Solennità

Ricorrenze significative

AGOSTO

2

San Frumenzio, vescovo

Etiopia

15

Assunzione della Beata Vergine Maria

RSA (Sudafrica)

23

Santa Rosa da Lima vergine

Perù, Cile

28

Sant’Agostino, vescovo e dottore della Chiesa

Kenya

 

SETTEMBRE

9

San Pietro Claver, sacerdote

Patrono dell’Istituto

Ciad

Colombia

14

Esaltazione della Santa Croce

ovunque

CURIA

Festa degli amici e benefattori della casa generalizia a Roma

Lo scorso 5 maggio amici e benefattori dei missionari comboniani della comunità della casa generalizia si sono incontrati per celebrare una mezza giornata sul tema della missione.

Due i momenti più significativi della festa. Dapprima, la testimonianza di padre Brighton Zimba, originario dello Zambia, che ha raccontato della sua vita e del suo lavoro missionario nella complessa realtà di Khartoum, capitale del Sudan, venutasi a creare dopo lo scoppio della guerra civile nel paese, il 15 aprile 2023.

Terribile la situazione descritta da padre Brighton. Il conflitto ha già causato almeno 20mila morti e oltre 100mila feriti. Gli sfollati interni superano ormai gli undici milioni. I rifugiati nei paesi confinanti – Etiopia, Eritrea, Sud Sudan, Repubblica Centrafricana, Ciad, Libia ed Egitto – sono più di tre milioni. L’intera popolazione del Sudan (45,5 milioni) sta soffrendo una crisi umanitaria devastante, che ha portato a frequenti appelli di Papa Francesco e della comunità internazionale per un cessate-il-fuoco urgente, per dare spazio al dialogo e alla risoluzione del conflitto.

Al termine della testimonianza di padre Brighton, è stato presentato il dipinto di Nicola Maciarello, raffigurante San Daniele Comboni, intitolato “Rimango con voi per sempre”. È seguita una partecipata celebrazione eucaristica presieduta da padre Brighton.

Il quadro (150 cmx130 cm) è opera del valente pittore Nicola Maciarello, amico della comunità della Curia ed esperto nelle impostazioni artistiche di presepi napoletani. L’autore, colpito dalla santità e dallo zelo apostolico di San Daniele Comboni, ha voluto donare questo quadro alla comunità comboniana, dicendo di essersi lasciato ispirare dalla splendida omelia che Comboni tenne nella cattedrale di Khartoum il giorno del suo insediamento come provicario apostolico, l’11 maggio 1873 (Scritti, 3156–3164).

Il dipinto raffigura Comboni, non già nella cattedrale di Khartoum, bensì all’aperto, attorniato da una piccola folla di persone, adulti e bambini. Ha in mano un foglio, su cui si legge l’incipit dell’omelia. La varietà delle condizioni dei suoi “ascoltatori” – la foggia dei loro vestiti ci dice che non sono membri dell’alta società della capitale – ci suggerisce a che tipo di persone San Daniele Comboni si stesse rivolgendo quando tenne quel suo famoso sermone. È a loro – o a gente come loro – che il futuro santo promise che sarebbe rimasto con loro per sempre, fino all’ultimo suo respiro su questa terra e ancora, come loro “padre”, dopo il suo arrivo in paradiso.

Comboni mantenne la prima parte della sua promessa quando morì a Khartoum, il 10 ottobre 1881, a 51 anni. Che stia mantenendo la seconda parte della sua solenne promessa è stato confermato dalla Chiesa con la sua canonizzazione il 5 ottobre 2003, per bocca di Papa Giovanni Paolo II.

Il suo messaggio – “Rimango con voi per sempre” – continua a ispirare la consacrazione missionaria di tanti uomini e donne che hanno fatto loro l’originario carisma del Fondatore, e la sua vita rimane un esempio – impegnativo, ambizioso e, spesso, arduo – di uno stile di evangelizzazione degno di essere seguito anche oggi nelle molteplici e difficili situazioni in cui noi comboniani e comboniane ci troviamo a operare.

Festa del Sacro Cuore

La comunità della Curia Generalizia ha celebrato venerdì 7 giugno la solennità del Sacro Cuore, con diversi Comboniani presenti a Roma, alcune Comboniane, suore di alcuni Istituti e un bel gruppo di amici e benefattori. La Messa è stata presieduta da Sua Em.za il Card. Luis Antonio G. Tagle, pro-prefetto della Sezione per la Prima Evangelizzazione e le Nuove Chiese Particolari.

Nelle due brevi riflessioni che ha proposto, il card. Tagle ha parlato innanzitutto del «simbolismo del cuore, che è stato sempre presente nelle culture e nelle religioni, ma che è anche in costante evoluzione o cambiamento… Spesso pensiamo di poter controllare il nostro cuore e di comandarlo. Ma forse è più vero dire che è il nostro cuore a dettarci le regole. E allora dovremmo domandarci: quali desideri, spiriti o movimenti nel mio cuore determinano la persona che sono?... Solo con lo Spirito il nostro cuore può essere come il cuore di Gesù».

Come secondo punto, ha richiamato il fatto che il cuore trafitto di Gesù è stato venerato come una delle sue sante ferite e ci ha esortato a domandarci: «Un povero e sofferente riescono ancora a fare breccia nel nostro cuore per far scaturire tenerezza? La bellezza del creato trafigge ancora il nostro cuore, perché possiamo lodare Dio e condividere i beni della terra con gli altri? Il mio cuore è un cuore di carne che può essere facilmente trafitto o è un cuore di pietra che spezza qualsiasi lancia?... San Daniele Comboni si è lasciato trafiggere il cuore dalle popolazioni sofferenti dell'Africa. Dal suo cuore sgorgò l’amore di Gesù, e questo amore continua a sgorgare attraverso la testimonianza missionaria e l'impegno dei suoi fratelli e sorelle religiosi. Un cuore pieno di Spirito non si stanca mai di amare e servire».

Dopo la celebrazione eucaristica, tutti i presenti sono stati invitati a condividere un buffet nel refettorio della Curia.

Egypt-Sudan

El Obeid – Risposta al bisogno di salute

Da quando è cominciata la guerra nell’aprile del 2023, la vita in Sudan è diventata molto più complicata, soprattutto per quanto riguarda la sanità. La mancanza di cibo e il continuo aumento del costo della vita hanno reso tutto più difficile. In risposta a questo, alcuni giovani della parrocchia, professionisti nel campo sanitario, hanno pensato a un progetto per aiutare la comunità. L’obiettivo è di provvedere check-up medici di base e condividere alcuni elementi di conoscenza medica per alleviare alcune delle sofferenze quotidiane. Il progetto si occupa anche di rispondere al trauma che molti bambini hanno subito con l’esposizione alla violenza e spesso alla perdita di persone care a causa della guerra. Molte famiglie hanno lasciato le loro case e cercato rifugio in parrocchia. Questa iniziativa è un chiaro esempio della resilienza del popolo sudanese e della sua solidarietà – due qualità che emergono in un tempo così difficile. (Padre Mina Albeer, mccj)

Beirut – Workshop sull’economia

Si è tenuto dal 10 al 14 giugno, nella casa formativa “P. Daniel Sorur”, in Libano, un workshop sull’economia, animato dall’economo generale, padre Angelo Giorgetti, con la partecipazione dell’economo provinciale, padre Lorenzo Baccin. Anche padre Bonifacio Apaap ha contribuito con una sua condivisione online da Helwan. Il titolo del workshop è stato “Prendersi cura del creato – Amministrazione e responsabilità”. A input teorici si sono alternate sessioni pratiche con l’uso di Excel.

Un’osservazione fatta da padre Angelo ha molto colpito gli scolastici: «Se oggi la Chiesa è sotto lo scrutinio dell’opinione pubblica a causa degli errori contro la castità, molto probabilmente in futuro dovrà rendere conto di come ha vissuto la povertà».

Fra le tematiche affrontate, rilievo è stato dato alla natura del Fondo Totale Comune e alla necessità di trovare e amministrare risorse umane ed economiche in ogni provincia in cui siamo presenti. Questo momento formativo è stato sicuramente molto apprezzato e rimane un’esperienza da incoraggiare e ripetere. (Scol. Cristal Mamadou, mccj)

Vita pastorale a Kosti in tempo di guerra

La comunità di Kosti si trova nella regione pastorale di Kosti, a 360 km a sud di Khartoum, la capitale. La comunità è composta di due confratelli dal gennaio 2023. La situazione attuale è molto fluida. Tuttavia, possiamo paragonarla alla generazione di Noè nell’Antico Testamento, quando la gente si sposava, faceva affari, coltivava, progettava il futuro, mentre altri erano in guerra e in lutto.

Per quanto riguarda la sicurezza, finora la situazione sembra sotto controllo, a parte i mesi di maggio e giugno, quando siamo stati visitati da due droni che hanno preso di mira la base militare. Il primo ha ucciso una persona, il secondo è stato intercettato dall’esercito. Naturalmente, questi due incidenti hanno creato panico nella popolazione. Anche al presente, spesso durante le notti si sentono spari, ma sembra che la gente si sia abituata, o che sia pronta a qualsiasi cosa accada.

In maggio e giugno, il comune di Kosti ha visto l’afflusso di persone provenienti dalle zone rurali. Le ragioni sono varie: mancanza di sicurezza, scarsità di cibo, assenza di lavoro. Inoltre, con l’inizio delle piogge, molte persone preferiscono venire in città. Purtroppo, visto il loro numero crescente, molti alloggiano all’aperto.

Il numero dei nostri fedeli si è in qualche modo ridotto. Quelli che sono rimasti sono per lo più giovani ragazze tra i 10 e i 20 anni e qualche adulto. (I ragazzi temono di essere reclutati dalle parti in conflitto, e molti di loro si sono trasferiti in Sud Sudan). Tuttavia, nonostante tutto, continuiamo con la nostra pastorale normale: catechismo, cura della santa infanzia, gruppo giovanile, celebrazione della Santa Eucaristia ogni domenica o durante la settimana nelle due cappelle che abbiamo al momento. Inoltre, ci occupiamo della vicina parrocchia di Rabak, dove attualmente non ci sono sacerdoti. (Padre Oswal Baptist, mccj)

España

Incontro Under 50

Dal 14 al 16 giugno, nella comunità comboniana di Madrid, si è tenuto l’incontro annuale Under 50 delle province comboniane di Spagna e Portogallo. Hanno partecipato otto padri e un fratello, tutti i comboniani delle due province con meno di 50 anni: tre congolesi, due portoghesi, un centrafricano, un messicano, un mozambicano e un keniano.

Scopo dell’incontro era favorire un dialogo e creare uno spazio nel quale questi missionari “più giovani” potessero condividere liberamente le loro esperienze.

Venerdì 14, dedicato alla formazione, è stato animato dal missionario claretiano P. Antonio Ballella. Sabato 15 i nove missionari sono andati a Segovia per visitare la città mentre domenica 16 è stata dedicata allo scambio di esperienze e alla celebrazione eucaristica conclusiva.

ETHIOPIA

Ordinazione di padre Melaku Wolde Tekle

Il 1° giugno scorso, nella parrocchia del San Salvatore di Gura Awiyate, nell’Etiopia centrale, c’è stata l’ordinazione sacerdotale del diacono Melaku Wolde Tekle, per le mani del vescovo Musei Ghebreghiorghis, eparca uscente di Emdiber. Erano presenti il vescovo Luka Fikre, suo successore, circa 30 sacerdoti – tra cui un gruppo di comboniani –, alcune suore, tra cui la coordinatrice delle suore missionarie comboniane in Etiopia, con tre candidate in formazione, i prepostulanti e postulanti comboniani, con i loro formatori. L’Eucaristia, celebrata secondo il rito cattolico etiopico, è durata tre ore, cantata in ge’ez (antica lingua liturgica) e in amarico, creando un dialogo di preghiera tra celebranti, cantori e assemblea.

Padre Melaku, 30 anni, è entrato nel Postulato ad Addis Abeba, per poi spostarsi al Noviziato di Lusaka (in Zambia), dove ha fatto i primi voti il 6 maggio 2017. Completati i corsi di Teologia a Napoli (Italia), ha trascorso un anno di servizio missionario nella missione di Gublak, tra i Gumuz, in Etiopia.

Nell’omelia, mons. Musei ha detto che il novello sacerdote ha davanti a sé un lungo viaggio come messaggero di Cristo: «Non appartiene più alla sua famiglia, perché ora è una persona “universale”. Pregheremo per lui e per la sua attività missionaria. Annuncerà la Buona Novella e praticherà il dialogo interreligioso».

Al termine della cerimonia, padre Melaku ha detto: «Il mio cuore è pieno di gioia per il grande dono che il Signore mi ha fatto. Il Signore si è chinato su di me, ha preso le mie debolezze e le ha trasformate in grazia… Essere ministro e pastore della sua amata Chiesa, attraverso l’Istituto dei missionari comboniani del Cuore di Gesù è un dono immenso del Signore».

Padre Asfaha Yohannes, superiore provinciale, dopo aver ringraziato tutti i presenti, ha annunciato che padre Melaku inizierà a esercitare il suo sacerdozio missionario in Messico.

Dopo la liturgia, tutti si sono seduti all’esterno della chiesa per condividere un rinfresco e offrire alcuni doni al novello sacerdote. Una leggera pioggia ha benedetto l’occasione. Tutti gli ospiti hanno poi gustato un abbondante pranzo, con vari piatti tradizionali.

Padre Melaku ha celebrato la messa di ringraziamento domenica 2 giugno.

Fratel Desu Yisrashe ha organizzato ogni cosa in maniera splendida. Nei giorni precedenti, aveva tenuto incontri di animazione missionaria e vocazionale con i fedeli e i giovani della parrocchia di Gura Awiyate e della cattedrale di Emdiber. (Padre Joe Vieira, mccj

La Bibbia in lingua guji

La Kitaaba Woyyicha, la Sacra Bibbia in lingua guji, è stata presentata al pubblico in una cerimonia molto partecipata ad Addis Abeba, il 12 maggio 2024. La traduzione ecumenica dell’intera Bibbia in lingua guji è iniziata nel 2000 e ha richiesto più di due decenni per essere completata. Il Nuovo Testamento in guji è stato pubblicato nel 2007.

Il gruppo principale dei traduttori era composto da membri delle Chiese cattolica, luterana, Luce della Vita e Parola della Vita. Anche molte altre Chiese hanno partecipato al progetto, offrendo supporto tecnico e finanziario.

Durante la cerimonia, padre Pedro Pablo Hernández, missionario comboniano, al lavoro tra i guji a Galcha, Haro Wato e Qillenso-Adola per oltre vent’anni, ha letto un messaggio di padre Juan Antonio G. Núñez, mccj, amministratore apostolico di Hawassa. «D’ora in poi, i guji potranno leggere la Parola di Dio nella loro lingua madre. Questo la rende più familiare e vicina a loro, più intima e cara ai credenti», ha scritto padre Núñez. L’amministratore apostolico ha sottolineato il carattere ecumenico della traduzione, «frutto della collaborazione tra diverse confessioni cristiane».

Tsegaye Hailemichael Barisso, il traduttore cattolico, residente nella missione di Galcha, ha spiegato che l’équipe, nel suo lavoro, ha utilizzato quattro fonti principali: la Good News Bible (inglese), la vecchia e la nuova traduzione della Bibbia in amarico e la Oromo Bible (nella lingua oromo di Wollega, nell’Etiopia occidentale). È stato utilizzato anche il famoso New Jerome Biblical Commentary. Il gruppo dei traduttori è stato assistito da alcuni consulenti internazionali che li hanno preparati per il lavoro.

«La traduzione non è stata un’impresa facile», ha riconosciuto Tsegaye. «Ho iniziato quasi da ragazzo e ora sono un uomo maturo. All’inizio il lavoro è stato anche noioso: era necessario cercare e trovare la parola comune esatta, cosa non sempre facile e che richiede molto tempo. A volte, è costato anche sofferenza, come quando il budget a disposizione non era sufficiente o mancava del tutto. Quando, però, ho visto come la gente ha accolto la Sacra Bibbia in guji, ho provato una grande gioia e tutte le ferite sono guarite».

La Società Biblica dell’Etiopia aveva previsto la stampa di 50 mila copie. Ma poi molte Chiese hanno aderito all’iniziativa e, grazie all’aiuto di alcuni donatori, è stato possibile stampare 200 mila copie in due formati diversi.

Kitaaba Woyyicha è una edizione congiunta della The World for the Word-Ethiopia e della Bible Society of Ethiopia. La traduzione segue il canone protestante. È illustrata con una serie di disegni che spiegano alcuni passaggi o concetti biblici. Ha 1.650 pagine. Le mappe bibliche sono a colori. Il volume contiene anche un glossario di cinque pagine, che spiega l’origine di alcune parole e il loro significato.

Il popolo guji fa parte della famiglia degli oromo e conta due milioni di persone, divisi in tre gruppi principali. Vivono sulle montagne e nelle terre basse dell’Etiopia meridionale. In passato erano pastori. Oggi, invece, si dedicano anche all’agricoltura.

I missionari comboniani hanno iniziato a lavorare tra i guji nel 1976, prestando assistenza apostolica occasionalmente ad alcuni cattolici sidama di Teticha, emigrati a Qillenso e Gosa. Quando i sidama furono espulsi, i missionari aprirono una missione a Qillenso e iniziarono a evangelizzare i guji nel 1981. Da Qillenso sono poi passati a Soddu Abala (1984), Haro Wato (1995) e Adola (2016). I gesuiti, assieme alle suore Francescane Missionarie di Maria (Fmm), nel 1985 hanno aperto una missione a Gosa, che oggi è una stazione distaccata di Qillenso. (Padre José Vieira, mccj)

ITALIA

Lectio Magna di padre Scattolin al PISAI

Venerdì, 31 maggio 2024, padre Giuseppe Scattolin ha tenuto una conferenza presso il Pontificio Istituto di Studi Arabi e Islamici (PISAI), durante la cerimonia di chiusura dell’anno accademico 2023-2024.

Padre Scattolin è professore emerito dell’Istituto e ha lavorato per oltre 40 anni nel mondo arabo, in particolare in Libano, Egitto e Sudan. Scontato, pertanto, il titolo del suo intervento, suggeritogli dallo stesso PISAI: “La mia esperienza personale come testimone di Cristo in un mondo dominato dall’Islam”. Un mondo che lui conosce molto bene, dove ha anche ricevuto numerosi riconoscimenti per i ricchi e apprezzatissimi contributi da lui offerti, in particolare sulla spiritualità e letteratura sufi, che rappresenta la corrente più mistica dell’Islam.

Padre Scattolin si è detto subito grato per aver frequentato “ai suoi tempi” il liceo classico che lo ha aiutato a sviluppare un’apertura mentale che si è rivelata fondamentale nel suo cammino verso il mondo islamico.

Ha anche elogiato il Concilio Vaticano II, che è servito come invito e incoraggiamento ad abbracciare la modernità e la diversità senza pregiudizi.

A questo proposito, ha tenuto a sottolineare con insistenza che la “diversità” è una grande risorsa che, se ben sfruttata, può davvero arricchire le nostre diverse identità. In termini di “diversità in dialogo”, tuttavia, ha tenuto a precisare che l’incontro e il dialogo tra cristiani e i seguaci dell’Islam esige da ambedue le parti il sincero bisogno di conversione. A voler essere onesti, dobbiamo riconoscere che ogni persona cova dentro di sé un qualche tipo di violenza che potrebbe esplodere in ogni momento e, quindi, va assolutamente riconosciuta e denunciata con coraggio.

Ha continuato affermando che la vera fede deve necessariamente passare attraverso la ragione – una ragione (mente) sana e purificata da ogni secondo scopo. In caso contrario, la fede non può che degenerare nel fideismo, o nel fanatismo, o nell’estremismo. Il punto di partenza di ogni dialogo fruttuoso è privarsi con coraggio della maschera della “conoscenza preconcetta dell’altro”, che, in molti casi, ci impedisce di conoscere l’altro in profondità.

Stimolante la parte del discorso di padre Scattolin in cui ha ribadito che il vero dialogo comprende la ricerca dei cinque pilastri fondamentali presenti in ogni cultura e religione umana. L’espressione “cinque pilastri” ha sorpreso non pochi. Tutti i presenti erano a conoscenza dei “cinque pilastri” dell’Islam: la testimonianza di fede (shahada), la preghiera (salat), l’elemosina (zakat), il digiuno (sawm) e il pellegrinaggio (hajj). Per padre Scattolin, i cinque pilastri fondamentali di ogni cultura e religione sono: Misericordia, Amore, Verità, Giustizia e Pace.

Concludendo la sua lectio, padre Giuseppe ha esortato tutti i collaboratori e gli studenti del PISAI a continuare ad essere «sentinelle dell’incontro e del dialogo» a diversi livelli. (Padre Brighton Multiply Zimba, mccj)

La comunità di Padova ricorda padre Valentino Saoncella

Nel fine settimana del 14-16 giugno 2024 è stata celebrata la figura carismatica di padre Valentino Saoncella (1920-2011) nella sua parrocchia di Casale di Scodosia (Padova). All’iniziativa, partita da padre Gaetano Montresor, hanno collaborato i familiari di padre Valentino, la comunità parrocchiale col suo parroco don Claudio Bellotto e i compaesani, rappresentati anche dal sindaco.

Il venerdì, padre Montresor ha introdotto la serata presentando le note biografiche più importanti di padre Valentino. Padre Giuseppe Caramazza ha spiegato la mostra, da lui preparata, che illustra le tappe missionarie del nostro confratello. Padre Teresino Serra ha presentato l’uomo, il missionario e i tre amori di padre Valentino: Dio, la vocazione comboniana e la missione.

È stato ricordato che padre Valentino era l’uomo delle relazioni umane spontanee e semplici, il missionario umile, ma attivo e creativo. Era anche, e soprattutto, un uomo di preghiera: seguiva le orme di Comboni che aveva insegnato ai suoi missionari che la preghiera è la via più sicura per riuscire nella missione, che preghiera è parlare con Dio della missione (Scritti 3615).

Padre Teresino ha poi parlato di una ferita al cuore di padre Valentino, una ferita che ha sanguinato per anni, nonostante la sua fede in Dio, una ferita che si chiama “6 marzo 1964”, la data in cui lui, con tutti i Comboniani e Comboniane, vennero espulsi dal Sudan.

L’evento si è concluso con la condivisione di un pranzo, offerto e organizzato dal parroco e dalla sua comunità. È proprio vero che è una grazia incontrare un parroco col cuore missionario, che sa andare oltre i confini parrocchiali per scrutare orizzonti missionari ad gentes. La famiglia Saoncella è stata felice per le giornate dedicate al loro missionario: “Noi siamo stati sempre in missione con nostro zio e questo fine settimana siamo tornati in missione con lui”, ha detto un suo pronipote. (Padre Gaetano Montresor, mccj)

Verona: da “Ma che estate” a “Africae” festival

Nel fine settimana dal 14 al 16 giugno il parco della casa Madre di Verona dei Missionari Comboniani e le sale del Museo Africano sono diventati i luoghi in cui si è svolto il primo festival “Africae”.

Quest’anno, infatti, Fondazione Nigrizia ha voluto ampliare la proposta dell’ormai tradizionale festival “Ma che estate”, offrendo alla città di Verona non solo buona musica ma anche incontri e dibattiti su temi riguardanti il continente africano e proposte di incontro e conoscenza con la sua letteratura.

E che l’abbinamento musica-incontri sarebbe stato un successo, lo si è capito subito, sin dalla prima conferenza e dalla prima serata musicale: esauriti, i posti nella sala del Museo Africano adibita a salone degli incontri e presente, moltissima gente per un apprezzato programma musicale e per un altrettanto apprezzato programma culinario.

La stessa cosa si è ripetuta nei due giorni successivi, sia per quanto riguarda i vari dibattiti (sempre a posti esauriti) sia per quanto riguarda la proposta musicale e dei cibi etnici.

Pieno successo, quindi, per questa prima edizione di “Africae”, luogo di festa e di incontro ma anche spazio di dibattito e riflessione.

Un cammino aperto e da proseguire. Al prossimo anno. (Fr. Antonio Soffientini, mccj)

Moçambique

Cinque nuovi professi

Il 25 maggio, nel noviziato di São Francisco Xavier, a Nampula, si è svolta la cerimonia dei primi voti di cinque novelli comboniani, al termine dell’importante biennio di noviziato: Alves Martinho Sabonete, Dioqueltino Jaime Rodrigues, Manuel Elias Pahar Vermelho, Alberto Ramos e Télio Ernesto Maculane. I primi quattro provengono dall’arcidiocesi di Nampula; il quinto, dall’arcidiocesi di Maputo.

Per i “magnifici cinque” l’importante evento ha segnato la conclusione della seconda tappa dell’impegnativo percorso formativo che si concluderà con il sacerdozio. Significativo il motto scelto per questo momento, che apre davanti a loro l’ultima fase di preparazione, quella dedicata agli studi teologici: “Non sono più io che vivo, ma Cristo che vive in me” (Gal 2,20). Parole che sono risuonate più volte nel corso della cerimonia, come un appello per loro che sono chiamati a rispondervi con la loro stessa vita, facendo propria l’affermazione di Paolo.

La celebrazione è stata presieduta da padre José Joaquim Luís Pedro, superiore provinciale. Rivolgendosi ai neo-professi, ha detto: «Siete consacrati da Dio, per Dio e per i più poveri e abbandonati, secondo il carisma di San Daniele Comboni».

Alla cerimonia, che si è svolta in un clima molto familiare, hanno partecipato più di cento invitati, tra i quali alcuni confratelli – sacerdoti e fratelli –, suore comboniane, parenti e amici dei neo-professi.

PROVINCIA DE CENTRO AMÉRICA

Ordinazione diaconale in Costa Rica

«Non sono venuto per essere servito ma per servire». Dire Gesù servo è riaffermare Gesù come diacono: sono state queste le prime parole con cui mons. Vittorino Girardi, vescovo comboniano, ha introdotto la celebrazione dell’ordinazione diaconale dello scolastico Chávez Ixchacchal Mynor Rolando, nella parrocchia della Medalla Milagrosa, a San José, Costa Rica.

Mynor, giovane comboniano guatemalteco, che ha vissuto gli anni della sua formazione in Costa Rica, Messico e Sudafrica, è stato ordinato diacono sabato 15 giugno, alla presenza dei suoi genitori e di un fratello, arrivati dal Guatemala. Cresciuto in una famiglia numerosa, ha ringraziato per l’educazione ricevuta, per i valori e per la fede, perché è a partire dalla famiglia che è maturata la sua chiamata alla missione. Ogni luogo e ogni persona sono stati importanti per la sua vita, ha detto.

E questo è stato evidente anche nella partecipazione dei Comboniani e dei loro familiari in Costa Rica, delle Suore Comboniane e di altre religiose degli Istituti che lavorano nella zona, delle Secolari Comboniane, dei Laici Comboniani, dei numerosi fedeli della parrocchia, di collaboratori e amici della missione: tutti hanno contribuito a rendere solenne e commovente la cerimonia.

La Provincia del Centro America si rallegra per il fatto che un giovane della nostra terra si consacra alla missione e si avvia al sacerdozio. Come ha detto mons. Vittorino a Mynor, ormai diacono: «la tua gioia contagi altri giovani affinché pensino che questo cammino di consegna vale la pena».

TOGO-GHANA-BENIN

Giubileo d’argento di Radio Speranza

Il 19 maggio 1999, un gruppo di liceali della parrocchia Saint Esprit di Tabligbo (fra i quali John Hammond, oggi sacerdote comboniano a Firenze) muniti di un microfono preso dalla sacrestia e di un’antenna rudimentale, dal campanile della chiesa cominciarono a trasmettere il primo segnale di una nuova radio: Radio Jeunesse Espoir (Radio Gioventù Speranza). Era durante la novena di Pentecoste, “un frutto dello Spirito Santo” dissero. E quest’anno, il 19 maggio 2024, solennità di Pentecoste, questa radio ha celebrato il suo giubileo d’argento. Nel frattempo, ha cambiato nome; ora si chiama Radio Speranza, la voix de la jeunesse (Radio Speranza, la voce dei giovani). Ma non è cambiata la sua missione: essere uno strumento di evangelizzazione e di promozione umana.

Il parroco dell’epoca, padre Bruno Gilli, e il superiore della comunità, padre Elio Boscaini, per quanto sorpresi dall’audacia di quei giovani, decisero di sostenere l’iniziativa: furono sistemate alcune stanze della vecchia scuola, fu eretta un’antenna (che oggi misura 60 metri), fu approntato uno studio adeguato ma, soprattutto, i parrocchiani si impegnarono a sostenere la radio, ad animarla e dirigerla.

Oggi, dopo 25 anni, quel piccolo seme che lo Spirito Santo aveva seminato nel cuore di quei giovani è diventato un grande albero che porta frutti, ben oltre i limiti della nostra parrocchia. È dunque l’occasione, innanzitutto, per dire grazie! A Dio, prima di tutto, perché ispirando quest’opera ha dimostrato, ancora una volta, di avere fiducia in noi e che, malgrado le nostre povertà, continua ad affidarci la sua missione d’amore. Poi, a quelli e quelle che hanno accolto questo dono di Dio nel loro cuore e nella loro mente e hanno avuto il coraggio di credere che era possibile. Ai confratelli che hanno accompagnato la radio in diversi modi e che continuano a farlo. A quanti hanno dato la loro disponibilità a dirigere la radio, a quelli che si impegnano nelle varie trasmissioni e lavorano ogni giorno in studio. E infine, a tutti i benefattori che non cessano di sostenere Radio Speranza.

Quali sono le prospettive oggi? La prima è decisamente pratica: arrivare all’autosufficienza. Le spese sono tante (1000 euro al mese per quelle ordinarie) e le risorse molto limitate: stiamo studiando la realizzazione di Attività Generatrici di Reddito perché la Radio possa sostenersi ma possa anche prevedere e percorrere nuove strade. La seconda prospettiva, più pastorale, è che Radio Speranza riscopra la sua vocazione di essere “voce dei giovani”. È nata per iniziativa dei giovani di 25 anni fa, è giusto ora che i giovani di oggi (della nostra parrocchia ma anche della città di Tabligbo) possano sentire Radio Speranza come una compagna di cammino, una possibilità, una risorsa per la loro vita spirituale, umana…

Sappiamo che, come per qualsiasi opera umana, anche il cammino di Radio Speranza non è stato perfetto né facile, ma l’entusiasmo e il desiderio di rispondere alla sua vocazione sono ancora presenti. È un frutto dello Spirito Santo: quindi, lasciamoci guidare lungo le strade che lo Spirito di Dio aprirà davanti a noi, con fiducia, audacia e gioia. Buon compleanno Radio Speranza! (Padre Manuel Ceola, mccj)

PREGHIAMO PER I NOSTRI DEFUNTI

LA MADRE: Bruna, di padre Ottorino Poletto (EC).

IL FRATELLO: Laurence, di padre Patrick Wilkinson (LP); Gianpietro, di padre Roberto Ardini (CN); Desta, di padre Iskias Mehari Abraha (M); Hermínio, di fratel António Almeida Borges (P).

LA SORELLA: Paula, di padre Elias Afola Kossi (EC); Alemitu, dello Sc. Abate Abebe Denkeka (ET);

LE SUORE COMBONIANE: Sr. Adelaide Bertocchi; Sr. Amabile Birtele.

LE MISSIONARIE SECOLARI COMBONIANE: Giovanna Dal Ben.