Giovedì 3 ottobre 2013
È appena uscito il nuovo numero di Archivio Comboniano, 2009-2010, Anno XLVII-XLVIII: il primo di due volumi speciali dedicati all’Epistolario del servo di Dio mons. Antonio Maria Roveggio. Pubblichiamo la presentazione a questo numero di Archivio Comboniano scritta da P. Joaquim José Valente da Cruz.

Avendo deciso di pubblicare l’epistolario corredandolo con brevi introduzioni e alcune note critiche, il lavoro del curatore, P. Joaquim José Valente da Cruz, è stato arduo e complesso. Sono state fatte lunghe ricerche nel nostro Archivio Storico e in numerosi altri Archivi, durante le quali sono state raccolte migliaia di documenti (digitalizzati e molti trascritti) che ci permettono oggi di contestualizzare con più esattezza l’operato di mons. Roveggio e di coglierne con più chiarezza l’importanza per lo sviluppo della missione comboniana.

 

PRESENTAZIONE

Dopo un tempo di silenzio troppo lungo – soprattutto per chi, incaricato della pubblicazione di questa rivista, sente il vivo desiderio di molti, di poter usufruire del tesoro che le sue pagine man mano portano alla luce – esce un nuovo volume di Archivio Comboniano: il primo di due volumi speciali dell’Epistolario del servo di Dio mons. Antonio Maria Roveggio!

Essendo stata presa la decisione di pubblicare in queste pagine l’epistolario di mons. Roveggio, e di corredarne gli scritti con brevi introduzioni e qualche nota critica che ne facilitasse e arricchisse la lettura, ci siamo trovati davanti a un lavoro più arduo di quanto non potessimo prevedere all’inizio.

Il primo compito è stato quello di cercare di ampliare la raccolta dei suoi scritti e di corrispondenza a lui contemporanea che gettasse un po’ di luce sulle vicende in cui, direttamente o indirettamente, è stato coinvolto. A questo scopo, sono state fatte lunghe ricerche nel nostro archivio storico, nell’Archivio delle Pie Madri, nell’Archivio Segreto Vaticano, nell’Archivio di Propaganda Fide, nell’Archivio della Congregazione per le Chiese Orientali, nell’Archivio della Curia Vescovile di Verona, nell’Archivio Vescovile di Vienna, nell’Archivio Vescovile di Graz, nell’Archivio Generale dei Gesuiti, nell’Archivio della Provincia Gesuitica dell’Italia Settentrionale, nei Fondi di Lione e Parigi dell’Archivio dell’Opera della Propagazione della Fede, nell’Archivio del Sodalizio di San Pietro Claver, nell’Archivio di Stato di Vienna, ecc. Durante queste ricerche sono state raccolte migliaia di documenti (digitalizzati e molti trascritti) che ci permettono oggi di contestualizzare con più esattezza l’operato di mons. Roveggio e di coglierne con più chiarezza l’importanza per lo sviluppo della missione comboniana.

 

Dipinto
di mons. Antonio Roveggio.
In basso: mons. Roveggio con i genitori.

 

Allo stesso tempo si sono raccolte in vari volumi, disponibili nel centro di documentazione di Studium Combonianum, le trascrizioni delle lettere dei principali protagonisti della missione comboniana contemporanei a mons. Roveggio (e.g. Sogaro, Sembianti, Dichtl, Geyer, Asperti, Mologni, Fratton) nonché delle lettere inviate a mons. Roveggio (da Propaganda, società benefattrici, amici…).

Spesso, nel corso di queste ricerche sono stati scoperti molti altri documenti, che hanno fatto luce su altri importanti aspetti della vita e della missione dell’opera comboniana: le riflessioni fatte intorno al processo di d. Verri al Cairo, oggi conservate nell’Archivio di Stato di Vienna e nell’Archivio Segreto Vaticano, che ci illuminano sui cambiamenti sociopolitici che hanno condizionato il passaggio dalla modalità dell’Opera del Riscatto e anche di quella di p. Ludovico da Casoria all’apertura di centri di formazione in terra africana, passo compiuto da san Daniele Comboni nel 1867; la documentazione che si riferisce alla venuta di p. Mearini sj come maestro di novizi dell’Istituto per le Missioni africane di Verona nel 1872; i documenti su Virginia Mansur, trovati negli archivi di Propaganda e della Congregazione per le Chiese Orientali, che oggi finalmente ci permettono di ricostruire le vicende della sua vita dopo la morte del fondatore e di meglio conoscere il suo carattere; le centinaia di lettere di missionari e missionarie comboniane indirizzate alla beata Maria Teresa Ledóchowska, che costituiscono un materiale documentario prezioso per la storiografia della missione comboniana dalla riapertura del Sudan all’epoca della Prima Grande Guerra; ecc.

Dopo questo vasto lavoro, che ci ha preso più di due anni di fruttuose fatiche, si è finalmente dato inizio al lavoro di stesura delle introduzioni e delle note ai singoli documenti. Anche questo lavoro ha portato frutti inaspettati. Ci ha permesso di conoscere più intimamente molti dei nostri primi confratelli religiosi relegati finora nell’ombra del nostro oblio: p. Sinner che finisce per crollare sotto il peso della lunga attesa per poter entrare in Sudan; p. Angelo Colombaroli che vive una grave crisi vocazionale, che supera dopo un tempo di discernimento a Brescia, per poi essere il primo membro della congregazione a diventarne superiore generale; fr. Fratton, del quale sono stati trovati i quaderni in cui ha scritto le sue memorie del tempo del noviziato. Sono stati anche recuperati alla storiografia comboniana importanti personaggi dello spessore di un p. Frans Heijmans che per due volte entra nella terna per la nomina a vicario apostolico (1895 e 1902-03), è capitolare nei cinque primi capitoli della congregazione (1899, 1909, 1919, 1925 e 1931), è superiore maggiore dei comboniani in Egitto (1902-09) e a Khartoum (1913-19) e assistente generale (1919-25), nonché incaricato di molti uffici e missioni importanti.

Il lavoro del quale si pubblica ora la prima parte non è che un primo frutto di una ricerca che ci ha reso accessibile una folta documentazione e che apre un ampio spettro di possibilità di approfondimenti.

Nella seconda parte di questo volume – Studi e Ricerche – proponiamo ai lettori uno studio di p. Arnaldo Baritussio, postulatore generale, che ci offre una breve riflessione sul merito e sull’opportunità della causa di mons. Roveggio e sullo spessore missionario, umano e spirituale, di questi.
Joaquim José Valente da Cruz mccj