Notiziario mensile dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù

DIREZIONE GENERALE

TEMI annuali di Formazione Permanente

previsti dal Consiglio Generale per tutto il sessennio

2011:   Elementi della nostra Spiritualità (concluso).

2012:   Parola di Dio.

2013:   Fraternità, cammini di riconciliazione.

2014:   Comboni, Piano e missione.

2015:   Cuore e poveri crocifissi.

Segretariato dell’evangelizzazione

4° Incontro sulla Ratio Missionis

La commissione sulla Ratio Missionis si è riunita a Roma il 22 novembre. Ha definito gli ultimi dettagli e la veste grafica da dare al documento. Dopo opportune correzioni e aggiunte, la Ratio Missionis sarà mandata al Consiglio Generale per l’approvazione e, quindi, presentata all’Assemblea Intercapitolare che avrà luogo a Roma a settembre del prossimo anno. All’incontro ha partecipato P. Antonio Villarino, il referente dell’evangelizzazione per il Consiglio Generale.

Sulla veste grafica da dare al documento si è deciso un formato simile a quello degli Atti Capitolari 2009. I commenti sui singoli argomenti saranno aggiunti in specchietti inseriti nella stessa sezione in cui appaiono gli argomenti. Ci si è accordati sull’introduzione e sulla conclusione.

P. Mariano Tibaldo rivedrà e correggerà il documento in base alle proposte fatte dalla commissione, scriverà l’introduzione e la conclusione e lo sottoporrà poi ai membri della commissione per la correzione finale. Dopo l’approvazione del Consiglio Generale, il documento sarà stampato in numero limitato di copie e presentato all’Intercapitolare per essere approvato.

Professioni perpetue

  1. Sc. Isaiah Sangwera Nyakundi (KE)      Marsabit (KE)     13.11.2011
  2. Fr. Jean-Marie Mwamba Kabaya (KE)                                Kinshasa (RDC)            20.11.2011
  3. P. Tesfaye Erbelo Anulo (ET)          Wassera (ETH)        05.11.2011
  4. P. Zębik Krzysztof Adam (PO-C)      Swidnica (PO)          19.11.2011
  5. P. Phillip Andruga Kenyi (SS)          Yei (SSD)                 20.11.2011

Ordinazioni sacerdotali

Opera del Redentore

Dicembre         01 – 15 U           15 – 31 CN

Gennaio          01 – 07 A            08 – 15 C              16 – 31 BNE

Intenzioni di preghiera

Dicembre – Perché la contemplazione del Verbo, che si fa carne e viene ad abitare in mezzo a noi, illumini l’umanità di oggi affinché possa ritrovare la strada che porta ad incontrare l’altro nel dialogo, nell’amore, nel rispetto profondo e nella pace. Preghiamo.

Gennaio – Perché l’Interassemblea che le Missionarie Secolari Comboniane celebrano nel mese di gennaio sia un momento costruttivo di revisione del cammino fatto e occasione per trovare nuovo slancio nel vivere la vocazione missionaria secolare comboniana. Preghiamo.

CENTRAFRICA

Visita del Superiore Generale al Centrafrica

P. Enrique Sánchez González, superiore generale, ha visitato la provincia del Centrafrica dal 4 al 19 novembre. Ha anche predicato una settimana di esercizi spirituali a ventisette confratelli.

P. Enrique è arrivato a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, il mercoledì sera, 2 novembre. La sera stessa si è recato con i confratelli in un centro di spiritualità della Capitale, Foyer de Charité, per gli esercizi.

È seguito il Consiglio provinciale e, domenica 13, una concelebrazione nella nostra parrocchia di Notre Dame de Fatima. Poi c’è stata la visita alle missioni di Mongumba e di Boda, nella diocesi di Mons. Rino Perin. Il motivo che ha guidato questa scelta è stata la vicinanza di queste parrocchie alla capitale rispetto a tutte le altre servite dai Comboniani: solo a quattro ore di viaggio la prima e a cinque la seconda, con strade non asfaltate e, per lunghi tratti, in piena foresta.

CONGO

I Cenacoli di Preghiera Missionaria a Kinshasa

Domenica 6 novembre 2011 i Cenacoli di Preghiera Missionaria (CPM) di Kinshasa (27 di Kinshasa e 1 della diocesi di Kisantu) si sono riuniti per il loro Congresso annuale. I CPM sono stati fondati da P. Claudino Ferreira Gomes, missionario comboniano, nel 1987, e dal 1998 sono presenti anche nella capitale del Congo Democratico. I CPM sono delle comunità di laici cristiani che s’impegnano nell’animazione missionaria delle parrocchie e delle comunità ecclesiali di base. Nell’organizzazione delle loro attività, ampio spazio è dato alla preghiera e alla meditazione della Parola di Dio. Domenica 6 novembre i membri dei CPM riuniti in Congresso erano oltre 400 e indossavano tutti la maglietta proposta dal Centro Afriquespoir in occasione della celebrazione del 130° anniversario della morte di san Daniele Comboni. Il Congresso ha avuto un’ottima riuscita, grazie al lavoro di P. Enrique Bayo Mata, cappellano dei CPM, di P. Jacques Pwobe Monsengo, degli scolastici Ngonda Tollet Romain Rodolphe e Katya Mutsopi Gervais, e delle Missionarie Comboniane Suor Josephine Calle e Suor Dina Ramos.

Professione perpetua

Domenica 20 novembre, la famiglia comboniana si è riunita al completo nella parrocchia di Notre Dame du Bon Secours di Bibwa (Kinshasa) per la professione perpetua di Fr. Jean-Marie Mwamba Kabaya del Kenya. Era un’occasione eccezionale alla quale tutti, confratelli, suore comboniane, scolastici, postulanti e aspiranti, non volevano mancare. Vedere una persona che si consacra definitivamente nella famiglia comboniana al servizio della missione è una cosa che rafforza l’impegno di ognuno, spingendolo ad andare sempre più avanti nel cammino tracciato dal nostro santo fondatore.

La parrocchia di Bibwa ha colto l’occasione per celebrare anche i 130 anni dalla morte di san Daniele Comboni. Erano presenti tutte le comunità ecclesiali di base. La Messa domenicale è stata un momento forte di comunione e di professione di fede. Fr. Jean-Marie, nel suo intervento, ha parlato del suo cammino vocazionale e spirituale. Dopo la Messa, che è durata dalle 9 del mattino fino alle 12.15, il comitato parrocchiale ha invitato tutti a condividere festosamente un pasto fraterno. Fr. Jean-Marie, che ha già la licenza in Filosofia, si prepara a proseguire i suoi studi a Roma per conseguire il dottorato.

CURIA

Celebrazione al cimitero di Roma

Il 14 novembre alcuni membri della comunità della Curia si sono recati al Cimitero Monumentale del Verano, a Roma, per ricordare nella preghiera i confratelli comboniani defunti. In un clima autunnale e in un ambiente di grande profilo storico, artistico e culturale hanno celebrato l’Eucaristia con lo stesso spirito del loro fondatore san Daniele Comboni: “Siamo uniti nel Cuore di Gesù sulla terra, per poi esserlo in Paradiso per sempre”.

DSP

Formazione permanente sull’evangelizzazione

Per la seconda volta quest’anno, diciassette confratelli si sono incontrati nella nostra casa di Graz, in Austria, dal 6 al 9 novembre 2011 per chiarire e riflettere sul tema dell’evangelizzazione, in particolare su come dovrebbe essere fatta nella DSP.

Nell’incontro, Fr. Franz Helm, SVD, ha trattato i temi “Missione in Europa” e “Come potrà la Chiesa che è missionaria avere un futuro, senza esercitare indebita pressione sulle persone?”

Toni Stegmair ha parlato dell’impegno della sua diocesi di Augsburg. Il settore “Missione, sviluppo e pace” sostiene le parrocchie e i gruppi che si impegnano per la giustizia e pace in tutto il mondo, aiutandoli a raggiungere una “coscienza missionaria”.

A Ernst Zerche, responsabile di Missio Styria, era stato chiesto di presentare il lavoro di questo gruppo. Alla fine ci ha condotto per una breve visita alla “Missio House” che fa uso di alcuni locali situati sulla nostra proprietà.

Infine, i confratelli sono andati a visitare la “Welthaus” (mondo casa), che raggruppa sette organizzazioni cattoliche di Graz, Linz, Salisburgo, Innsbruck, Klagenfurt, St. Pölten e Vienna, tutte impegnate in gruppi di aiuto per lo sviluppo. La Welthaus esiste dal 1998: “Sotto un unico nome lottiamo insieme per una società sostenibile, in cui la dignità umana e la giustizia abbiano un ruolo centrale”.

Incontro sugli audio-visivi per Istituti religiosi

L’incontro sugli audio-visivi per Istituti religiosi (AVO) è un laboratorio per i religiosi e i loro collaboratori. S’incontrano una volta l’anno e il loro ultimo workshop si è tenuto presso Bestwig, a est di Colonia, dal 9 all’11 novembre 2011. All’incontro, hanno partecipato circa quaranta persone, di cui un terzo erano laici. Ha partecipato anche P. Anton Schneider.

L’evento si è rivelato una combinazione di input, laboratori e consulenze collegiali. I relatori hanno trattato questioni riguardanti i rapporti pubblici e gli Istituti religiosi. Un relatore ha affrontato il tema di come “comportarsi nelle crisi” che potrebbero colpire gli Istituti religiosi (per esempio, riguardo a casi di abusi sui minori). Un altro ha trattato della situazione che deve affrontare la stampa ecclesiale, come ad esempio il settimanale diocesano.

ECUADOR

Incontro dei Fratelli dell’Ecuador

I Fratelli comboniani della provincia dell’Ecuador si sono radunati nella casa di spiritualità “Nuestra Señora del Quinche” a Quito dal 25 al 27 novembre. Il tema di riflessione è stato “La gioventù in continuo processo di cambiamento e la vocazione comboniana dei Fratelli”. Erano presenti i Fratelli: Gino Baldo, Simone Bauce, Umberto Martinuzzo, Agostinho Jamal, Abel Dimanche Godfrey e Jacques Eluma Nsele. Il prossimo incontro si terrà dal 14 al 16 agosto 2012 a San Lorenzo nella casa dei comboniani. Il tema proposto sarà: “Il Fratello comboniano e la promozione umana e sociale”.

EGYPTE

Assemblea degli Economi dell’Africa Anglofona e Mozambico

Si è svolta al Cairo (Egitto) l’Assemblea degli Economi delle Province Comboniane dell’Africa Anglofona e Mozambico. È iniziata lunedì 21 novembre e si è conclusa venerdì 25 novembre. Il tema all’ordine del giorno è stata la realizzazione delle Decisioni Capitolari, con particolare attenzione all’adozione del Fondo Comune Totale.

Le giornate dei lavori sono state accompagnate dagli echi delle proteste e della frenetica preparazione alle elezioni politiche del paese in subbuglio.

Mercoledì 23, l’intervento di Mons. Michael Fritzgerald, Nunzio Apostolico in Egitto, ha aiutato i partecipanti a conoscere le diverse forme di sostegno e d’interazione economica tra la Santa Sede e le Chiese locali in Africa.

L’Assemblea rappresenta un momento importante nel cammino del gruppo comboniano nel continente verso una maggiore condivisione e testimonianza responsabile.

ETHIOPIA

Ordinazione sacerdotale

Tesfaye Erbelo Anulo è stato ordinato sacerdote nella sua parrocchia di Wassera, nel Vicariato Apostolico di Hosanna, Ethiopia. La cerimonia si è svolta il 5 novembre ed è stata presieduta dal Vescovo del Vicariato di recente creazione, Mons. Woldeghiorghis Matheos.

Molti sacerdoti locali, religiosi e religiose hanno partecipato a questo evento importante non solo per i Comboniani ma per tutta la Chiesa. Wassera è culla di un numero ben nutrito di sacerdoti, religiosi e missionari al servizio del Vangelo e della Chiesa, sparsi un po’ per tutto il mondo cristiano.

P. Tesfaye ha completato gli studi di teologia a São Paulo (Brasile) ed è stato destinato al Mozambico. Sarà il primo comboniano etiope a lavorare in questo paese africano.

ITALIA

Nuova edizione della biografia di Comboni

La Fondazione Nigrizia sta curando una nuova edizione della biografia di Comboni a cura di Domenico Agasso con alcune novità rispetto alla precedente edizione del 2003.

Nella nuova edizione, la prefazione è del direttore di Famiglia Cristiana don Antonio Sciortino. Sono stati inseriti, come introduzione, una riflessione del Cardinale Carlo M. Martini su Comboni e, come postfazione, un testo di Jean Guitton tratto dal libro di Lozano Afrique, passion d'une vie, delle Ed. St. Paul.

È stato ampliato l'ultimo capitolo con la descrizione dell'evento della canonizzazione e delle sue ripercussioni in diversi paesi del mondo e una nota sulla situazione degli Istituti della famiglia comboniana. L'inserto fotografico di 16 pagine è, in gran parte, rifatto e include foto della beatificazione, della canonizzazione, di Limone, della Cappella Comboni di Verona, ecc. Sono state aggiunte una breve, essenziale bibliografia su Comboni e, alla fine, una presentazione della Fondazione Nigrizia Onlus.

Le pagine del libro, intitolato Un profeta dell'Africa: Daniele Comboni, sono diventate 352 più l’inserto. Il costo di copertina è di € 17,00; ai confratelli il libro sarà ceduto al 40%. Il fatto che può interessare l'Istituto è che la proprietà del libro è della Fondazione Nigrizia onlus e quindi, con il dovuto permesso della Fondazione, il libro può essere tradotto e stampato totalmente o in parte nelle lingue che si desidera.

Le ordinazioni del libro possono essere fatte all'Amministrazione della Fondazione Nigrizia Onlus - Vicolo Pozzo, 1, 37129 Verona; oppure a P. Marco Vailati, amministratore CCM Verona - (vailati@com-boniani.org) o a P. Venanzio Milani, via S. Pancrazio 17 B, 00152 Roma - vmilani@emi.it.

Festa di Comboni

Da alcuni anni la festa pubblica di san Daniele Comboni a Verona viene celebrata, in forma itinerante, nella domenica vicina al 10 ottobre, assieme ad una comunità parrocchiale della città, in modo da sensibilizzare gradualmente le comunità locali. Quest’anno ci siamo trovati domenica 9 ottobre assieme alla comunità parrocchiale del Tempio Votivo, affidata ai Francescani Conventuali della Provincia del Santo di Padova. Ha presieduto l’Eucaristia Mons. Michele Russo, vescovo comboniano di Doba (Ciad), accompagnato da Mons. Germano Grachane, lazzarista, vescovo di Nacala (Mozambico), assieme a vari sacerdoti francescani e comboniani e a numerose suore Comboniane e fedeli della parrocchia. La celebrazione ha permesso di dare maggior rilievo al messaggio del Fondatore anche al di fuori della comunità comboniana.

Il giorno successivo, 10 ottobre, si è svolta una celebrazione solenne in Casa Madre, presieduta da P. Pietro Chiocchetta, che ha illustrato alcuni aspetti appassionanti del carisma di Comboni.

Festa dei parenti

Evento importante nella prima domenica di novembre è stato il tradizionale incontro dei parenti dei missionari veronesi. Ospite principale è stato P. Antonio Villarino Rodríguez, assistente generale, venuto da Roma a presentare, in modo encomiabile, la situazione attuale dell’Istituto e dei confratelli che operano nei vari continenti.

Servendosi di diapositive, P. Antonio ha offerto una panoramica completa della vita dell’Istituto, non mancando di sottolineare le sfide che toccano più direttamente i missionari in Europa e in Italia oggi, quali il fenomeno dell’immigrazione e l’animazione missionaria delle Chiese locali.

Alla celebrazione eucaristica hanno partecipato, oltre a P. Antonio, anche Mons. Julien Andavo, vescovo di Isiro (Rd Congo), e molti confratelli provenienti anche da altre comunità e province. Oltre 150 persone hanno preso parte alla festa, conclusasi con un fraterno convivio e la visita al Museo Africano.

Nove personalità della Chiesa veronese in una lapide

Domenica 6 novembre, presso la Piazzetta San Pietro Incarnario, nel centro storico di Verona, è stata scoperta una lapide per fare memoria di nove personalità e istituzioni della Chiesa veronese, compreso il Comboni, che hanno operato nella chiesa di San Pietro Incarnario e dintorni. In modi e tempi differenti, vi hanno trovato alloggio e accoglienza per le loro opere – in chiesa, nella casa canonica o in edifici vicini – questi protagonisti della Chiesa veronese: I Padri dell’Oratorio-Filippini svolsero un intenso e prolungato servizio pastorale; il Beato Carlo Steeb abitò e celebrò la prima Messa (1796); Don Nicola Mazza visse da ragazzo e fu cresimato (1800); Santa Maddalena di Canossa iniziò la sua opera di carità (1801-1808); Suor Teodora Campostrini stabilì la prima comunità (1819-1821); Don Antonio Provolo aprì la prima scuola per sordomuti (1830); il Beato Antonio Rosmini alloggiò più volte; Padre Filippo Bardellini fu rettore e fondò un’opera per disabili (1921); San Daniele Comboni fondò e stabilì la prima sede dell’Istituto Missioni Africane (1867-1871).

Promotori dell’iniziativa della lapide sono stati i Padri Filippini e i Comboniani, con il pieno appoggio del rettore della chiesa, don Francesco Grazian, cancelliere della curia diocesana. La lapide in alluminio anodizzato (40 cm x 70 cm) è collocata sulla parete esterna della residenza della rettoria, accanto alla chiesa.

L’inaugurazione ha visto la partecipazione di rappresentanti della curia diocesana e di vari membri degli Istituti maschili e femminili interessati all’evento. Erano presenti anche P. Antonio Villarino Rodríguez, assistente generale, e il vescovo di Isiro (Rd Congo).

Con questa iniziativa si è voluto mettere in evidenza un fatto significativo, oltre che doveroso, per la città scaligera: ricordare, anche con una lapide pubblica, che la chiesa di San Pietro Incarnario è stata per lunghi decenni la culla condivisa di numerosi e ricchi carismi, che continuano ancora oggi ad offrire notevoli contributi di formazione-educazione, assistenza sociale e impegno missionario nel territorio, in diocesi e nel mondo intero.

MALAWI-ZAMBIA

Ordinazione diaconale

Lo scolastico Harold Felix Gomanjira, che ha emesso i voti perpetui il 10 ottobre 2011 a Chipata, il 30 ottobre, è stato ordinato diacono a Chama da Mons. Benjamin Phiri, vescovo ausiliare della diocesi di Chipata. Nonostante la calura, i fedeli hanno partecipato con gioia alla celebrazione che si è svolta all'aperto, con grande semplicità. Chama è una parrocchia molto lontana e isolata della diocesi di Chipata, nella provincia orientale dello Zambia, al confine con il Malawi. Si trova nella Valle del Luangwa, l'area più povera della diocesi. I Comboniani sono lì dal 1998, impegnati principalmente nel lavoro di prima evangelizzazione e di promozione umana. La celebrazione è stata molto significativa ed è stata motivo di gioia e incoraggiamento per tutti i cristiani della zona. Alcuni dei leader cristiani sono arrivati in bicicletta da luoghi lontani fino a 150 km, mentre molti altri sono arrivati a piedi, dopo aver coperto distanze anche di 70 chilometri, attraverso la boscaglia e luoghi isolati, per partecipare a questo evento.

Raduno degli economi locali

La riunione degli economi locali di tutte le comunità comboniane della provincia, assieme al segretariato per l’economia, ha avuto luogo a Lilongwe, Malawi, dal 14 al 16 novembre. Dodici confratelli hanno partecipato all’incontro guidato da P. Raimondo Negrini, economo provinciale. Lo scopo principale era quello di ricevere da ogni economo locale i ragguagli finanziari del 2011 e analizzare insieme i Bilanci comunitari e i Progetti per il 2012, preparati da ciascuna comunità. Questi bilanci e progetti saranno presentati al Consiglio Provinciale per la loro approvazione durante la prossima riunione di dicembre.

L'agenda prevedeva anche un momento di formazione permanente, durante il quale i partecipanti hanno potuto riflettere sugli orientamenti del Piano Sessennale Provinciale sull’economia e sulla missione, approvato dall'Assemblea provinciale, e sulle linee guida date dal Segretariato generale dell’economia.

Questo incontro degli economi locali si svolge ogni anno ed è diventato una buona tradizione nella nostra provincia. È un momento di comunione e di condivisione dei mezzi materiali che la Provvidenza mette a nostra disposizione per il servizio alla missione e diventa un modo concreto per mettere in pratica lo spirito del Fondo Comune.

MOÇAMBIQUE

Giorno dei defunti

Il 2 novembre abbiamo commemorato i comboniani defunti, alcuni dei quali sepolti in Mozambico, celebrando l’Eucaristia nel grande cimitero di Lhanguene (Maputo), dove riposano P. Giorgio Ferrero e P. Giovanni Zani. Erano presenti molte persone della parrocchia di Benfica. Abbiamo ricordato anche P. Emilio Franzolin, morto improvvisamente lo scorso 26 ottobre, di ritorno dal funerale dell’amico saveriano, P. Bruno Boschetti. Grande animatore missionario e promotore vocazionale, ci ha lasciato nella difficoltà di sostituirlo, data la scarsità del personale e l’età avanzata di alcuni.

Consiglio provinciale

Il Consiglio provinciale si è riunito nella nostra casa di Mwahivire-Nampula dal 4 all’8 novembre per organizzare nel modo migliore la situazione delle varie comunità comboniane, alcune delle quali hanno meno di tre membri. La grande preoccupazione è sempre quella di assicurare dei buoni formatori per il pre-postulato e il postulato. P. Jacob Sodokin (Benin), formatore nel pre-postulato, sta frequentando un corso per formatori presso l’ISSMA (Maputo), approfittando delle vacanze scolastiche.

Riunione dei Superiori delle comunità

Tenendo conto delle grandi distanze e delle spese di viaggio, l’incontro dei Superiori delle comunità si è svolto subito dopo la riunione del Consiglio provinciale, cioè dall’8 al 10 novembre, nel Centro Catechetico di Anchilo-Nampula. Erano assenti cinque superiori delle tredici comunità presenti in Mozambico. È stato un incontro molto sereno, in cui si è parlato della vita nelle nostre comunità e di Formazione Permanente. P. Giorgio Giboli, incaricato della FP, ha ricordato i punti principali trattati nella riunione della Formazione Permanente, realizzata di recente in Sudafrica. Ha sottolineato l’importanza della “Giornata della comunità” e la necessità di lasciarsi “plasmare” dalla Parola di Dio. Ha inoltre spiegato come preparare il “Progetto personale di vita” e il Progetto comunitario e come animare la comunità.

NAP

Premiato il Peace Corner

Il 28 ottobre, al Peace Corner, il centro per i giovani di Chicago aperto dai Missionari Comboniani, è stato conferito dall’Istituto Americano degli Architetti (AIA) il premio 2011 per le “costruzioni più belle”. Tra i 285 progetti presentati al 56° concorso annuale dell’AIA sono stati scelti quarantasei vincitori. Il Peace Corner, inizialmente una specie di negozio superaffollato, è stato ampliato ed è diventato un bell’edificio moderno e spazioso, aperto nell’aprile del 2011. È una struttura agile, trasparente e colorata, realizzata con un materiale resistente ed economico, che accoglie ragazzi e ragazze in un ambiente sicuro. Situato ad Austin, uno dei quartieri più difficili di Chicago della zona ovest in uno spazio di 790 metri quadrati, offre un laboratorio informatico, diverse aule, un salone e una palestra che consentono ai ragazzi di coltivare interessi e curare la forma fisica. Anche il progetto architettonico è stato pensato proprio per permettere ai ragazzi di “respirare”: la struttura trasparente, infatti, consente l’entrata di una grande quantità di luce naturale e il tetto, verde, suggerisce un messaggio ambientale ed ecologico.

POLSKA

Visita del Vicario Generale

Dal 16 al 22 novembre P. Alberto Pelucchi, Vicario Generale, è stato in Polonia per la visita annuale alle comunità comboniane, situate una a Cracovia e l'altra a Varsavia. È stata la sua prima visita ufficiale. Infatti, era già stato in Polonia nell’ottobre del 2010, facendo tappa però solo a Cracovia, in occasione dell'ordinazione sacerdotale di due comboniani polacchi, Sebastian Chmiel e Maciej Miąsik.

Durante la sua permanenza ha avuto modo di incontrare tutti i confratelli, prima personalmente e poi tutti assieme, in gruppo, e di conoscere da vicino i luoghi di presenza e di lavoro. Inoltre ha partecipato all'ordinazione sacerdotale e alla prima Messa di P. Krzysztof Zębik.

Prima di partire P. Pelucchi ha voluto puntualizzare alcuni aspetti della presenza comboniana in Polonia. Per prima cosa, ha ringraziato tutti, polacchi e non, per il loro impegno in loco: in questo momento i comboniani in Polonia provengono da cinque Paesi (Polonia 4, Messico 1, Togo 1, Benin, 1, Italia 1). Ha ricordato, quindi, che il processo di riqualificazione in atto nell'Istituto è, anche per la Polonia, motivo per rivedere gli impegni e ottimizzare le forze, le strutture, il servizio e la testimonianza, tenendo conto delle due finalità della presenza comboniana in questa terra, cioè l'Animazione Missionaria e la Promozione Vocazionale.

Infine, ha invitato a fare una programmazione realistica del personale di origine polacca, affinché sia possibile una giusta rotazione tra chi lavora in Europa e chi presta servizio in altri continenti. Fermo restando il fatto che l'internazionalità dei confratelli presenti in Polonia è un grande valore da conservare.

Ordinazione sacerdotale

Il 19 novembre P. Krzysztof Zębik è stato ordinato sacerdote nella sua parrocchia d’origine a Dzierżoniów, nella diocesi di Świdnica (Bassa Slesia), non lontano dalla città di Breslavia. Per arrivare a questa meta, Krzysztof ha iniziato dapprima la formazione teologica nel seminario diocesano. È entrato poi come postulante comboniano a Varsavia. Dopo il noviziato, ha completato gli studi a Nairobi e, sempre in Kenya, ha svolto anche il servizio missionario tra i Pokot nella missione di Amakuriat. In tutto, 11 anni di formazione, un lungo e intenso cammino di preparazione al termine del quale si è sentito confermato nella sua vocazione missionaria comboniana. L'ordinazione gli è stata conferita da Mons. Adam Bałabuch, vescovo ausiliare della diocesi. Il giorno dopo il neo-presbitero ha celebrato la sua Prima Messa, in un clima raccolto ma anche festoso, con la partecipazione di numerose persone.

Vale la pena sottolineare che nella preparazione dell'evento si è sentita coinvolta tutta la comunità parrocchiale che, lo stesso giorno, la domenica di Cristo Re, celebrava anche la festa patronale. Tutti, il coro, il gruppo dei bambini, quello dei giovani, il gruppo del rosario e tante altre persone della comunità, hanno voluto dare il proprio contributo a preparare, ciascuno, uno dei momenti della festa, alla quale sono intervenuti anche tutti i sacerdoti del decanato. È stato quindi un evento comunitario e un’occasione per fare una vera e propria animazione vocazionale missionaria. P. Maciek Zieliński si è fatto carico della predicazione degli esercizi nei tre giorni precedenti l'ordinazione.

Sull'immaginetta ricordo, P. Krzysztof ha voluto citare questa frase di san Paolo: “Come potranno invocarlo senza aver prima creduto in lui? E come potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi? E come lo annunzieranno, senza essere prima inviati? Come sta scritto: quanto son belli i piedi di coloro che recano un lieto annunzio di bene!” (Rom 10, 14-15). Parole che suonano come un invito per ciascuno a vivere la dimensione missionaria della propria vocazione cristiana.

Campo missionario in Kenya

A settembre un gruppo di giovani polacchi con P. Maciek Zieliński e il diacono Krzysztof Zębik sono andati in Kenya per un’esperienza missionaria. Era la prima volta che il settore della Promozione Vocazionale (PV) organizzava un campo in missione. Il viaggio si è rivelato un'ottima occasione non solo per conoscere la realtà della missione, ma anche per discernere la propria vocazione.

I giovani hanno passato la maggior parte del loro tempo a Korogocho, dove si trova P. Stefano Giudici, coinvolto con la gente in mille impegni pastorali. In un secondo tempo, hanno raggiunto la missione comboniana di Amakuriat.

Alla fine dell’esperienza la gioia dei giovani polacchi era visibile: tutte queste realtà, le persone incontrate e l’impegno dei missionari e delle missionarie li hanno arricchiti enormemente. Uno dei partecipanti, alla fine, ha confidato a P. Maciek che, lasciando Amakuriat, una persona del posto gli ha chiesto quando sarebbe tornato. Una domanda che gli è rimasta nel cuore e che è per lui motivo per continuare a riflettere sulla sua vocazione missionaria.

Visto l’esito positivo, si spera di poter ripetere il campo missionario nella prossima estate.

PORTOGALLO

Assemblea degli animatori missionari

Riuniti in assemblea annuale, i membri degli ANIMAG (missionari responsabili per l’animazione missionaria) hanno riflettuto sul loro lavoro e manifestato il desiderio di divulgare e concretizzare, in collaborazione con le Pontificie Opere Missionarie, i contenuti della Lettera pastorale Come io ho fatto a voi, fate anche voi. Per un volto missionario della Chiesa in Portogallo.

La diocesi di Viseu ha ospitato l’incontro che si è svolto dall’8 all’11 novembre e ha visto riuniti 51 missionari e missionarie provenienti da varie zone del paese e appartenenti a Istituti missionari che lavorano in Portogallo.

Il primo giorno è stato dedicato alla formazione permanente con l’intervento di alcuni oratori che hanno affrontato temi come “Il dinamismo missionario delle comunità degli Atti” e “L’evangelizzazione e le sue varie dimensioni”.

D. Ilídio Leandro, vescovo di Viseu e ospite dell’incontro, ha parlato della “dimensione missionaria in una pastorale dinamica” alla luce del Sinodo che si sta svolgendo nella diocesi. “Sempre di più l’annuncio di Gesù Cristo deve essere considerato qualcosa di essenziale nella pratica pastorale”, ha affermato, portando anche come esempio il fatto che un numero sempre maggiore di bambini arriva al catechismo senza aver mai pregato e senza sapere neanche una preghiera.

L’assemblea si è conclusa con un incontro fra la direzione dell’IMAG (istituti missionari) e l’ANIMAG. Nelle settimane missionarie si lamenta spesso la mancanza di personale, motivo per cui il presidente dell’IMAG, P. Alberto Silva, ha richiamato l’attenzione dei superiori provinciali su questo problema.

SOUTH SUDAN

Ordinazione sacerdotale

Il diacono Phillip Andruga Kenyi è stato ordinato sacerdote il 20 novembre a Yei da Mons. Erkolano Lodu Tombe durante una suggestiva e lunga celebrazione all’aperto, sotto gli alberi di mango. La festa è stata bagnata da una buona quantità di pioggia: un segno di benedizione per gli africani.

Mons. Erkolano, durante l’omelia, ha detto che Phillip era un dono della sua Chiesa all’Istituto dei Missionari Comboniani. Ha anche ricordato che la Chiesa ha bisogno di molti servitori per evangelizzare. P. Phillip era molto commosso e felice: “L’ordinazione è stata per me un giorno molto atteso e credo lo fosse anche per molte altre persone”. Di certo, nel cuore di P. Phillip la gioia dell’ordinazione s’intrecciava con la tristezza e il dolore per la morte del papà, Natalino Kenyi, avvenuta solo due settimane prima a Juba.

P. Phillip ha studiato teologia a San Paolo (Brasile) e ha fatto il servizio missionario di due anni in due missioni del Sud Sudan, dove rimarrà per i prossimi tre anni.

TCHAD

Visita di Fr. Daniele Giusti al Tchad

Fr. Daniele Giusti, assistente generale, dal 1° al 20 novembre ha visitato ufficialmente la provincia comboniana del Tchad. Parlando di Moissala, la prima missione comboniana in Tchad, Fr. Daniele ha ricordato che in uno dei settori più lontani di questa parrocchia ha avuto luogo la Prima Messa di P. Filippo Ivardi Ganapini, da poco ritornato a Moissala come sacerdote, dopo il suo periodo di servizio missionario: “I fedeli non riuscivano a contenere la loro gioia per quello che hanno considerato un privilegio raro in un’area di solito dimenticata da tutti… ma non da Gesù e dai suoi missionari”.

Incontro dei provinciali dell’Africa francofona

I Provinciali dell’Africa francofona si sono riuniti dal 22 al 25 novembre a Sarh con Fr. Daniele Giusti, assistente generale, per esaminare le questioni relative al loro continente.

Gli argomenti presi in considerazione sono stati il Piano Sessennale Continentale, il Centro di Formazione Permanente, il Centro Afriquespoir, i Noviziati interprovinciali e il cammino verso l’Assemblea Intercapitolare. Nel corso dell’incontro si è fatto anche il punto sul processo di sensibilizzazione dei confratelli riguardo alla richiesta del Capitolo sull’assetto dell’Istituto, in vista della presentazione di eventuali proposte all’Assemblea Intercapitolare del settembre 2012.

TOGO-GHANA-BENIN

La visita di Benedetto XVI in Benin

Dal 18 al 20 novembre 2011, il Santo Padre si è recato in Benin, compiendo, come previsto, il ventiduesimo viaggio apostolico del suo pontificato e secondo in Africa. Fra celebrazioni e incontri, è stata una vera maratona per il Santo Padre, la cui agenda, sovraccarica, è stata scrupolosamente rispettata.

Durante questi tre giorni di visita, una grande gioia popolare è stata evidente in tutta la città di Cotonou e a ogni spostamento del Santo Padre. In queste 54 ore in Benin, il Papa ha incontrato tutti: anziani, giovani e bambini; sani e ammalati, persone di tutte le confessioni religiose, semplici cristiani, pastori, futuri pastori, autorità di ogni genere; ha visitato la cattedrale di Nostra Signora della Divina Misericordia di Cotonou; ha incontrato il presidente del Benin, i membri del governo, una rappresentanza delle istituzioni della repubblica, il corpo diplomatico e i rappresentanti delle principali religioni tradizionali; si è raccolto in preghiera sulla tomba del Cardinale Bernardin Gantin e di Mons. Louis Parisot; ha incontrato i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i seminaristi e i laici; ha firmato, nella basilica di San Pietro e Paolo di Ouidah, l’esortazione apostolica Africae munus; ha visitato gli orfani del foyer “Paix et joie”, delle missionarie della carità, ha incontrato i Vescovi del Benin e i bambini nella chiesa di Santa Rita; infine, ha celebrato la Messa del Cristo Re allo “Stade de l’amitié”, a Cotonou, con oltre 800.000 pellegrini dall’Africa e dal mondo.

Benedetto XVI lascia una Chiesa in Benin gioiosa e fiera che, senza dubbio, al di là delle crisi che ancora la scuotono, ha ritrovato la propria dignità. È un messaggio di speranza e di pace, quello che il Papa ci ha portato, come ha sottolineato nella sua omelia durante la Messa allo stadio, richiamando tutti ad una vita cristiana che risplenda della luce di Cristo, una vita cristiana basata su una fede autentica. Una fede che, fra tradizione e modernità, deve essere vissuta “evitando gli scogli che esistono sul Continente africano e altrove, per esempio la sottomissione incondizionata alle leggi del mercato o della finanza, il nazionalismo o il tribalismo esacerbato e sterile che possono diventare micidiali, la politicizzazione estrema delle tensioni interreligiose a scapito del bene comune, o infine la disgregazione dei valori umani, culturali, etici e religiosi” (Discorso all’arrivo all’aeroporto).

Il Santo Padre, ancora una volta ci testimonia come la forza dell’amore sia più forte del peso dell’età.

Da Adidome a Mafi Kumase (Ghana)

Il 6 novembre 2011 rimarrà una data da non dimenticare! Segna, infatti, la felice conclusione di un processo di discernimento, di riflessione e di dialogo cominciato nel 2009: quando cioè è stato proposto alla chiesa locale di Keta-Akatsi il passaggio della parrocchia comboniana di Adidome al clero diocesano per poter continuare la nostra presenza missionaria a Mafi Kumase, una delle stazioni secondarie. È una lunga storia!

Da Abor, la prima missione comboniana in Ghana, P. Giuseppe Rabbiosi, già il 1° gennaio 1975, aveva battezzato i primi cristiani ad Adidome. Dopo la creazione della parrocchia di Sogakope (1981), P. Augusto Zancanaro, ex parroco (morto nel 1991), aveva messo le fondamenta di una cappella ad Adidome. Nel 1997 i Comboniani passarono da Sogakope ad Adidome: quattordici anni di un grande lavoro di evangelizzazione che ha permesso di far crescere una comunità cristiana in grado di conservare accesa la lampada con il proprio olio, come ha detto P. Giuseppe Rabbiosi, parroco, nell’omelia della Messa di passaggio. I Comboniani oggi si sono stabiliti a Mafi Kumase, antica stazione secondaria che diventa nuova parrocchia dedicata al Buon Pastore. È un’unità comboniana che continua e ci da la possibilità di una nuova partenza missionaria dove la priorità e la sola priorità è la prima evangelizzazione!

Esercizi spirituali 2011

Dal 6 al 12 novembre ci siamo ritrovati (padri, fratelli, scolastici in servizio missionario, suore comboniane) per gli esercizi spirituali annuali dalle Suore Canossiane ad Agoé, alla periferia di Lomè. P. Dieter Skweres, svd, biblista, ci ha aiutati a pregare attraverso la lectio continua della seconda lettera di san Paolo ai Corinzi. Una lettura spirituale e missionaria, in compagnia dei nostri santi Fondatori e amici, san Daniele Comboni e sant’Arnold Janssen, per approfondire il nostro impegno apostolico oggi, le nostre convinzioni profonde della vocazione ricevuta e della missione che ci è stata affidata. Una missione che è un tesoro prezioso in vasi d’argilla, quali noi siamo.

IN PACE CHRISTI

P. Emilio Franzolin (24.08.1937 – 26.10.2011)

“L’uomo sorridente che suscitava simpatia e incoraggiava con entusiasmo le persone che lo avvicinavano. Con i suoi settantaquattro anni ha sempre saputo trasmettere la passione per la missione”. Inizia così la testimonianza di P. José Luis Rodríguez López, provinciale del Mozambico, ricordando P. Emilio Franzolin.

Emilio era nato a San Siro di Bagnoli di Sopra in provincia di Padova. Dopo aver frequentato le scuole nel collegio diocesano di Thiene, per le scuole medie passò al seminario diocesano di Padova, dove rimase fino alla fine del secondo liceo. In quegli anni cominciò a sentire l’attrattiva per la vocazione missionaria. Proseguì gli studi nel seminario di Chioggia, dove fu ordinato sacerdote nel 1963. Nel frattempo, aveva fatto i passi necessari per entrare nell’Istituto Comboniano. Così, subito dopo l’ordinazione, poté entrare nel noviziato di Firenze, dove emise i primi voti nel 1965.

P. Emilio ha speso la sua intera vita missionaria tra il Portogallo (in tre periodi per un totale di diciassette anni) e il Mozambico (altri tre periodi per un totale di ventinove anni). In particolare, nel suo primo periodo “mozambicano” ha condiviso con il popolo i momenti storici e drammatici, le speranze e le illusioni che hanno segnato la vita di questa nazione.

Subito dopo i primi voti, quindi, nel 1965, P. Emilio fu mandato in Portogallo, prima come formatore nel seminario di Famalicão e poi come promotore di vocazioni e per l’animazione missionaria a Maia.

Nel 1969 fu assegnato alla provincia del Mozambico (nelle comunità e parrocchie di Boroma, Mutarara, Gambula, Maputo, Sena e Chemba) impegnato soprattutto nel ministero pastorale. Vi rimase fino al 1974. Sono anni, per il Mozambico, segnati da grandi cambiamenti e risultati sul piano politico, ecclesiale e pastorale: “Il Concilio Vaticano II porta una ventata di rinnovamento nella Chiesa e trova nel vescovo di Nampula, Mons. Vieira Pinto, un coraggioso interprete, appoggiato dal gruppo comboniano. È di questi tempi il Centro catechistico di Anchilo… All’ideale della ‘cristianità’ subentra una nuova visione di Chiesa e missione, in cui l’evangelizzazione comprende e sostiene i diritti e la dignità della persona e dei popoli” (Mondo Comboniano, G. Franzelli, 2004).

Nel 1975 la nazione ottenne l’indipendenza, ma ben presto iniziò una guerra civile che, per anni, insanguinerà il paese.

Dal 1974 al 1981 P. Emilio fu destinato nuovamente al Portogallo, a Maia e Famalicão. Poi ritornò in Mozambico dove è rimasto fino alla morte, tranne un anno trascorso a Roma per il Corso di Rinnovamento e sei anni di nuovo in Portogallo, a Maia, nel postulato.

Il 26 ottobre 2011 stava tornando da Charre, dove aveva partecipato al funerale di P. Bruno Boschetti, saveriano, parroco. P. Emilio conosceva bene P. Bruno, lo aiutava nelle varie attività della parrocchia, soprattutto seguiva i giovani nel discernimento vocazionale. Per questo, nonostante la stanchezza dei giorni precedenti, era voluto andare a Charre, ma dopo il funerale era ripartito quasi subito. Sulla strada del ritorno, a un certo punto il suo compagno di viaggio si è accorto che qualcosa non andava nel modo di guidare, di solito piuttosto sicuro, di P. Emilio. Gli ha chiesto di accostare, ma troppo tardi. P. Emilio si è accasciato sul volante: era già morto.

P. Mario Fioravanti (27.11.1939 – 07.11.2011)

P. Mario Fioravanti è deceduto all’ospedale di San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno, il 7 novembre scorso. Era stato ricoverato d’urgenza il giorno prima. Sembrava l’ennesima crisi, che avrebbe superato con qualche giorno di ricovero, come era successo tante altre volte negli ultimi anni, ma stavolta il cuore non ha retto. Avrebbe compiuto settantadue anni tre settimane dopo.

Si trovava in famiglia da un anno. Le difficili condizioni fisiche, accentuate da costanti problemi e dal bisogno anche psicologico di poter contare su un’assistenza costante di persone di fiducia, avevano suggerito che rimanesse in famiglia piuttosto che in una comunità comboniana.

Era nato il 27 novembre 1939 a San Benedetto del Tronto (AP). Fu ordinato il 26 giugno 1965 e dopo due anni passati a Roma nell’animazione missionaria, fu destinato al Brasile. Partì nel 1967 assegnato a Mantenópolis, nello stato di Espírito Santo, in una parrocchia affidata ai comboniani una decina d’anni prima. In quegli anni la diocesi cercava di portare avanti il difficile rinnovamento proposto dal Concilio Vaticano II e, in questo cammino, P. Mario cercò di capire e di dare il suo contributo.

Fu richiamato in Italia dopo pochi anni, nel 1972, per un servizio a Sulmona, dove ebbe l’incarico della promozione vocazionale. Svolse questo lavoro con diligenza, per quattro anni. Nel 1976 tornò in Brasile. Il gruppo comboniano era un gruppo giovane, dinamico, che proprio in quegli anni segnava dei passi importanti. Seguendo l’onda migratoria che, spronata dalle politiche ufficiali di occupazione dell’Amazzonia, spostava decine di migliaia di persone dal sud e dal sudest del Paese verso la grande foresta, un gruppo di comboniani aveva aperto dei nuclei di presenza tra la gente. Lo sviluppo avveniva lungo la grande strada che attraversava nel mezzo, per più di mille chilometri, l’appena delineato stato di Rondonia. Chi arrivava, avrebbe dovuto ricevere proprietà ben delimitate ed era previsto il sorgere di paesi e città con strutture di appoggio e servizi. Lo stato si era impegnato a dare il sostegno necessario, ma in realtà l’occupazione avveniva in modo selvaggio e confuso. Il problema della terra, contesa a palmo a palmo, stava diventando esplosivo; il disboscamento veniva fatto al di fuori di ogni controllo, mancavano scuole, ospedali, servizi pubblici… E c’era anche il problema degli indios, completamente indifesi e incapaci di opporsi all’incalzare dei nuovi conquistatori. La comunità comboniana di Porto Velho, alla quale P. Mario apparteneva, divenne in poco tempo un punto di appoggio per molti che andavano nella capitale per cercare di risolvere i loro problemi. Erano vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose, persone legate ai sindacati o alle associazioni. P. Mario, con gli altri della comunità, cercava di fare da ponte. Aiutava, accoglieva, orientava. In molte occasioni si espose in prima persona segnalando fatti gravi che altrimenti sarebbero passati inosservati. Non si tirò indietro nemmeno quando si trattò di sostenere delle denunce, soprattutto contro i latifondisti, in difesa dei contadini e degli indios.

Nel 1982 fu trasferito a San Paolo. Chiese di frequentare un corso universitario di antropologia per approfondire i conflitti e il problema – che gli stava particolarmente a cuore – degli indios sradicati dal loro mondo tradizionale. Avrebbe desiderato integrare un’eventuale comunità che si dedicasse a questo servizio. Alla fine degli studi, però, fu mandato in una comunità, appena aperta, alla periferia di Rio de Janeiro, dove conobbe la terribile realtà dei bambini di strada. Sottolineava: “Sono circa 30 milioni i bambini brasiliani che soffrono a causa della denutrizione e di altre forme di sottosviluppo”. Gli orfani o i bambini fuggiti da casa per situazioni difficili, a volte venivano assassinati, eliminati con il pretesto di prevenire il crimine. Scriveva: “Negare ai bambini il diritto di nascere e crescere in una vera famiglia, in un clima di pace, di sicurezza e di affetto significa togliere loro la vita. Lo stesso si può dire quando non si fa il possibile per garantire ai piccoli una degna qualità di vita, per permettere loro di frequentare la scuola e ricevere un’educazione”.

In questa parrocchia P. Mario continuò a interessarsi al mondo afro-brasiliano, un progetto che richiedeva una particolare attenzione. Cercò di dare il suo contributo come poteva, inserendosi nel normale lavoro di accompagnamento delle comunità cristiane affidate ai comboniani. Lo fece per sei anni, finché gli fu chiesto il servizio di procuratore a Rio de Janeiro. Andò ad abitare in un collegio di suore, occupando la casetta riservata all’assistente spirituale. Oltre ad assumere quest’ultimo incarico, collaborava con la vicina parrocchia e accoglieva chi veniva dalle comunità più lontane, soprattutto del nordest, e aveva bisogno di un appoggio logistico o di un aiuto nelle questioni burocratiche, giuridiche e amministrative.

Quando la casa fu chiusa, all’inizio degli anni 2000, fu trasferito in una comunità vicina, nella diocesi di Duque de Caxias, dove aveva già lavorato anni prima, alla fine degli studi. Lì cominciarono a manifestarsi i primi sintomi di una malattia che, partendo dal cuore, un po’ alla volta lo indebolì in tutto il fisico, con ricadute importanti anche a livello psicologico. Iniziò per lui un tempo di grande fragilità finché accettò di tornare in famiglia dove la morte andò presto a incontrarlo.

P. Mario amava la missione e lavorava per un mondo diverso. Era sempre presente nei momenti difficili, sia per i confratelli che per gli indios. Era un punto di riferimento in situazioni di violenza e di miseria. Aveva un’umanità ricca e profonda. Convinto di non poter tacere, proclamava Cristo e il suo Vangelo sempre e ovunque. (P. Giovanni Munari)

P. Gian Paolo Bandera (05.05.1922 – 11.11.2011)

Era nato a Busto Arsizio, in provincia di Varese, il 5 maggio 1922. Dopo il noviziato a Venegono e lo scolasticato a Verona, fu ordinato sacerdote il 6 giugno 1948, a 26 anni. Passò in Italia i primi 13 anni, in prevalenza come direttore spirituale. Poi fu destinato al Brasile, dove ha passato circa 40 anni di vita.

In Brasile arrivò nel 1962, quando la provincia stava investendo molto – soprattutto per la pressione e la convinzione personale dell’allora provinciale P. Rino Carlesi – nella formazione dei giovani e nei seminari. Nello stato di Espírito Santo, una zona a immigrazione italiana, si vedeva il posto ideale per lanciare la semente della vocazione missionaria. P. Paolo sembrava l’uomo giusto. Per la sua profondità e la sua intensa vita interiore, era l’esempio del padre spirituale che sembrava indispensabile a strutture di quel tipo. Difatti, dopo un anno di conoscenza della realtà brasiliana a Conceição da Barra, nel nord dello stato, fu mandato nel 1963 al seminario di Ibiraçu, appena costruito. Tutto era agli inizi. Il seminario stava aprendo le sue porte (fu inaugurato ufficialmente nel 1964). Molte erano le attese e le speranze; fu addirittura preparata una visita speciale del superiore generale P. Gaetano Briani. C’era molto entusiasmo attorno a quel progetto. Paolo invece si accorse subito che qualcosa non andava. Infatti, vi rimase solo un anno. Non si trovava a suo agio. Era un seminario troppo strutturato, con una formazione troppo europea in un ambiente che di europeo aveva ben poco. Chiese di andarsene. Fu sostituito da P. Pietro Bracelli che, da quel momento, gli fu molto vicino, soprattutto negli anni in cui è stato provinciale del Brasile Sud. P. Paolo fu mandato a Mantenópolis, una parrocchia di quello stesso stato ma in una zona difficile e con un lavoro tradizionale, di poca evangelizzazione e molta sacramentalizzazione. Vi rimase per tre anni, dal 1964 al 1967. Nel 1968 lo troviamo a Gerônimo Monteiro, in un altro seminario che stava aprendo le sue porte e che riproduceva le difficoltà di Ibiraçu. Dal 1969 al 1971 rimase a São José do Rio Preto, in un altro seminario, il quarto che P. Carlesi aveva progettato in pochi anni. Carlesi riteneva che questa fosse la strada per consolidare la presenza comboniana in Brasile. La storia dimostrò che aveva sbagliato e P. Paolo lo sentiva nelle sue reazioni emotive. Dal 1972 al 1976 si stabilì a Rio de Janeiro, in un collegio di suore, dove faceva da assistente spirituale e nel quale poteva accogliere amici e familiari di comboniani che venivano a trovare i loro figli o parenti. Ma nemmeno lì si trovò a suo agio. Lo ritroviamo poi a Gerônimo Monteiro, a Água Doce, a Brasília, a São Paulo, di nuovo a Brasília, in Curia a Roma, a São José do Rio Preto, ancora in Italia, a São Mateus, ancora a Brasília, a Belo Horizonte, a Lages, a Porto Velho, a Curitiba, a Pedro Canário, a São Paulo e, dal 2004 in poi, in Italia.

Questo è stato P. Paolo. Un uomo di una grandissima umanità, di una grande ricchezza spirituale, ma anche un uomo inquieto, come confermano i suoi numerosi spostamenti. I confratelli sapevano di queste sua difficoltà, ma lo accoglievano sempre volentieri perché in comunità non creava mai problemi. Anzi, era attentissimo. Gli piaceva occuparsi della logistica o di qualche servizio in casa. Gli piaceva andare al mercato, occuparsi del cibo e delle pulizie. Lo faceva con una dedizione esemplare. Voleva sempre che le stanze fossero in ordine, la cappella curata, la cucina rifornita. Ci teneva che il cibo fosse preparato con cura. Riteneva che la cura della casa, del cibo, delle piccole cose fossero modi concreti per creare comunità. Lo disturbavano visibilmente la superficialità dei rapporti e soprattutto la trascuratezza, la mancanza di comunicazione che impediva, per esempio, che un ospite fosse accolto con attenzione.

Pur non essendo mai stato un uomo di punta, P. Paolo fu, nel gruppo dei comboniani della zona, tra i più aperti, cosa che veniva riconosciuta anche da quelli che premevano maggiormente verso il rinnovamento. Era un uomo onesto e corretto. La gente apprezzava la sua semplicità e generosità. E anche la qualità del suo servizio pastorale. Mai improvvisava un’omelia o una celebrazione: le scriveva, anche se doveva farle solo per le due o tre persone della comunità.

Furono queste sue caratteristiche che lo resero un uomo apprezzato e amato da tutti. Quando incominciò a non udire, si fece da parte più di prima. Visse questo problema con profondo disagio. Sapeva di non riuscire più a seguire una discussione. Chiedeva che non lo obbligassero a partecipare alle riunioni, soprattutto nelle comunità e con la gente.

Si sentiva sempre più a suo agio in casa, tra i libri, nelle faccende domestiche, nelle biblioteche, negli archivi, catalogando documenti, aiutando a organizzare i servizi burocratici, anche se si trattava soltanto di facilitare il lavoro di chi dipendeva da quelle carte. Questa è stata la sua occupazione principale, dal 2004, a Roma e a Verona. (P. Giovanni Munari)

Fr. Silvano Salandini (21.01.1933 – 19.11.2011)

Fr. Silvano Salandini era nato a Ponti sul Mincio (Mantova) il 21 gennaio 1933. Nel 1949 entrò nella scuola apostolica di Thiene dove per tre anni frequentò la scuola tecnica (corsi di falegnameria e sartoria). Nel 1952 fu ammesso al noviziato di Gozzano. Aveva diciannove anni. Emise i primi voti nel 1954 e i voti perpetui il 9 settembre 1960, in Brasile, la sua prima destinazione. In Brasile è rimasto per venti anni, diventando un esperto nelle costruzioni.

Tornato dal Brasile, e dopo aver insegnato per alcuni anni a Pordenone, fu assegnato per periodi più o meno lunghi a varie province. All’inizio del 1970 molti comboniani in Africa chiedevano la presenza di un Fratello costruttore nella loro comunità e Fr. Silvano aveva dato la sua disponibilità a lavorare nell’Africa francofona, considerando che sarebbe stato più facile per lui imparare il francese piuttosto che l’inglese. Dopo una permanenza in Centrafrica, Portogallo e Italia, fu assegnato al Togo in tre diversi periodi. Nel secondo periodo gli fu chiesto di insegnare tecnica delle costruzioni ai postulanti Fratelli a Cacaveli-Lomé (Togo). Fr. Silvano era convinto che costruire la Chiesa comportasse anche la costruzione di strutture materiali, come scuole, cappelle, case religiose e lavori di manutenzione. Ci teneva ad avere sempre i mezzi necessari allo svolgimento del suo lavoro, a cominciare dalla Dyna, il camioncino che aveva ereditato da Fr. Virginio Negrin. Con i suoi operai era esigente, ma giusto e anche generoso. Così sorgevano scuole, cappelle, case religiose, ecc. Quel lavoro gli piaceva e gli dava soddisfazione. Per questo non si rassegnava a restarsene in Italia, fino a quando i superiori, a causa della sua malattia, gli fecero capire che era giunto, per lui, il momento di fermarsi.

Fr. Silvano era fedele alla celebrazione quotidiana, alla preghiera delle lodi e del vespro e non tralasciava mai il rosario. È deceduto a Verona il 19 novembre 2011.

P. Manuel João Pereira Correia, che ha conosciuto Fr. Silvano durante il periodo in cui era provinciale del Togo-Ghana-Benin, racconta di quando erano nella stessa comunità della casa provinciale di Lomé-Cacaveli. “Fr. Silvano era l’anziano della comunità. Questo comportava il fatto di essere il più colpito dagli acciacchi e il più sofferente per il caldo umido di Lomé, ma il suo essere anziano era caratterizzato soprattutto dalla sua saggezza di vita, da una grande umanità, dalla presenza fedele alla vita comunitaria. Allo stesso tempo Fr. Silvano si era mantenuto eccezionalmente... giovane. Giovane nel suo spirito critico, talvolta perfino “ribelle”, che non sopportava l’ingiustizia, schietto nel parlare. La sua giovinezza si manifestava anche nel suo sforzo di mantenersi aggiornato, dando parecchio tempo alla lettura. Durante il periodo della malattia ne ha approfittato per imparare a usare il computer, in modo da mantenersi in comunicazione con noi. Giovane pure nella volontà di continuare a lavorare per la missione, talvolta senza tenere conto dell’età e delle sue possibilità fisiche. Di spirito combattivo, non si arrendeva facilmente e molto a stento e solo dopo una lunga lotta ai ferri corti accettò di rimanere in Italia, quando i superiori ritennero le sue condizioni di salute ormai troppo instabili per permettergli di ritornare in missione.

Oltre che per questa sintesi di anzianità e giovinezza, ricorderò sempre Fr. Silvano come un uomo di grande umanità. Non poteva rimanere indifferente davanti alla sofferenza della gente, ai bisogni dei poveri, alla situazione dei suoi operai. Dopo aver lasciato il Togo per malattia, continuava ad inviare offerte a questo scopo. Da buon Fratello comboniano, Silvano era anche professionalmente molto competente, e cercava di esercitare il suo lavoro con fedeltà e impegno. Potremmo dire che nel campo professionale è stato un “uomo che si è fatto da sé”. Con la pratica e l’applicazione nello studio era diventato un tecnico esperto in disegno e costruzione, ricercato anche da altri istituti per un parere tecnico e per un aiuto a risolvere problemi di edilizia. La chiesa della nuova parrocchia di Avedji (Lomé) è stata forse il suo fiore all’occhiello ma la lista delle costruzioni (comboniane e per conto di altri Istituti) che ha portato avanti con la sua squadra di lavoratori è piuttosto lunga. Alcune opere venivano visitate per ammirare la perfezione delle linee architettoniche e dell’esecuzione del lavoro. Anche in questo campo la sua partenza dal Togo è stata rimpianta da molti. Fr. Silvano era un uomo di preghiera. Ma Silvano è stato prima e soprattutto... un missionario! Appassionato della missione fino alla fine! Forzato a lasciare il Togo per ben tre volte, in modo quasi catastrofico a causa di ricadute nelle sue condizioni di salute, non si è mai arreso e, dopo la convalescenza, insisteva per ritornare. In un messaggio di maggio del 2010 mi scriveva accennando a “una piccola speranza” di ritornare in Togo. “P. Teresino Serra non molto tempo fa diceva: ‘Quelli che se la sentono, partano!’ … Ti dico una cosa sola e poi basta: mio papà ha fatto molto meno fatica a lasciarmi partire che non i miei attuali superiori, ed eravamo nel 1949!”.

P. José Alberto Maximino de Almeida (25.04.1956 – 21.11.2011)

Deceduto a N’Djamena (Ciad). Viveva fuori comunità.

Preghiamo per i nostri defunti

IL PADRE: Yohannes, dello Sc. Augustin Soedjede Kossi (T); Vitaliano, di P. Phillip Andruga Kenyi (SS).

LA MADRE: María Cayetana, di P. Miguel Torres Madrigal (M); Daphne, di P. Gordon Paul Rees (ACFP).

LE SUORE MISSIONARIE COMBONIANE: Sr. Annunziata Carnicelli; Sr. M. Eugenia Morlotti.