Notiziario mensile dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù

DIREZIONE GENERALE

Nomine
P. David Kinnear Glenday
è stato nominato segretario generale dell’Unione dei Superiori Generali (USG). Il suo compito sarà di coordinare le attività “in comune” degli Istituti e Congregazioni religiose e lavorare in sintonia con la Congregazione per la Vita Consacrata. P. Glenday risiederà in via Luigi Lilio dal 3 marzo 2009.
P. Miguel Angel Llamazares González, vice delegato, guiderà ad interim la Delegazione dell’Asia dal 1° gennaio 2009 fino alla nomina del nuovo Delegato.
A P. Glenday e P. Lllamazares vanno i nostri più sinceri auguri e ringraziamenti.

Ordinazioni sacerdotali
P. Korir John Kipkemoi (KE) Kericho (KE) 06.12.2008

Opera del Redentore
Gennaio 01 – 07 A 08 – 15 C 16 – 31 BNE
Febbraio 01 – 15 BS 16 – 28 CA

Intenzioni di preghiera
Gennaio
- Perché governanti ed organismi umanitari mondiali si prodighino per impedire le guerre e il traffico d’armi ed, insieme, tutti ci impegniamo a promuovere la pace nella giustizia. Preghiamo.
Febbraio - Perché la passione di san Daniele Comboni per i più poveri e dimenticati ci aiuti a scoprire in loro il volto di Dio, ad abbracciare le loro sofferenze e vivere con realismo evangelico la nostra povertà. Preghiamo.

CENTRAFRIQUE

Pellegrinaggio diocesano

Dal 5 al 6 dicembre si è svolto il quarto pellegrinaggio diocesano al santuario mariano di Ngoukomba, 23 Km da Bangui. Su invito di Mons. Paulin Pomodimo, Arcivescovo di Bangui, i fedeli cattolici, i sacerdoti, le comunità religiose compresi i protestanti e alcuni musulmani si sono recati in questo luogo, ormai santo per il popolo di Dio in Centrafrica. Quest’anno il pellegrinaggio era sotto il segno della conversione e della riconciliazione. La sera della vigilia era dedicata alla catechesi sulla confessione e alla celebrazione del sacramento della riconciliazione.
La Messa solenne è stata celebrata al mattino dall’arcivescovo di Bangui, circondato da un’ottantina di sacerdoti. I pellegrini erano, secondo le stime, 50.000. Se l’anno scorso tutti i pellegrini hanno visto, in piena celebrazione, il segno della croce apparso sulla nuvola, quest’anno, diceva il celebrante, è bene “che ciascuno tracci questo segno nel suo cuore e si converta”. Conversione, riconciliazione e pace, tre preghiere e tre attese dei centrafricani alla vigilia del dialogo politico inclusivo. La calca per raggiungere il luogo ha, purtroppo, causato un morto, ma fortunatamente, ha visto anche la nascita di due bambini.

La festa dell’Immacolata Concezione
Nella famiglia comboniana, due tempi forti hanno segnato la festa dell’Immacolata Concezione. Lunedì 8 dicembre, la Messa, presieduta da P. Godefroy-Médard Longba presso le Suore Missionarie Comboniane, è stata particolarmente significativa per queste ultime. Tutte, infatti, hanno rinnovato la loro consacrazione a Dio e alla missione sulle tracce di San Comboni e sull’esempio della Santissima Vergine Maria, l’Immacolata Concezione.
Dopo la Messa, è stato offerto e condiviso un pranzo fraterno. Alla festa, erano presenti anche i sacerdoti della parrocchia di Sant’Antonio di Padova (Bimbo). Mercoledì 10, alla Maison Comboni, si è tenuto un ritiro nel quale sacerdoti e suore, aiutati dalla riflessione di P. Benedetto Giupponi, hanno meditato sugli atteggiamenti da vivere durante questo tempo di Avvento per accogliere il Signore che viene.

Dialogo inter-centrafricano
Mentre festeggiavamo l’Immacolata Concezione, si apriva presso la sede dell’Assemblea Nazionale il dialogo politico inclusivo. Tutte le forze vive del paese, in particolare i partiti politici, l’opposizione e la società civile si sono ritrovati affinché, incoraggiati dalla comunità internazionale e profondamente interpellati dalla grande sofferenza della popolazione, potessero parlare assieme e, come in famiglia, ricercare le vie e i mezzi per far uscire il paese dalla complessa crisi che tende a normalizzarsi. A tale scopo, il comitato permanente dei vescovi del Centrafrica ha lanciato un vibrante appello ai partecipanti: “Facciamo nuovamente appello a tutti coloro che prenderanno parte a questo dialogo a non deludere la speranza del paese, altrimenti la storia ci giudicherà severamente”. Al popolo centrafricano, i vescovi chiedono “che ciascuno nella posizione che occupa si mobiliti per il successo di questo incontro decisivo per il futuro del nostro paese. Poiché, in un modo o nell’altro, saremo toccati dai risultati di questo dialogo, per il meglio o per il peggio”. Camminando verso il Natale, preghiamo perché il Signore ispiri le riflessioni e gli scambi dei partecipanti per restaurare la giustizia e la pace fra tutti i cittadini di questo paese ferito.

ECUADOR

“¡Piensa!”, il nuovo CD di Lírica Oscura

Il 4 giugno 2008, il Centro Afro di Guayaquil ha organizzato, presso la sede di Alianza Francesa, una conferenza stampa per presentare “¡Piensa!”, il CD di Lírica Oscura, un gruppo di giovani rappisti afro. Il CD contiene dei canti-messaggi e canti religiosi della “Messa rap”, attraverso i quali Lírica Oscura esorta i giovani a riflettere sulla direzione che vogliono dare alla propria vita.
Alla conferenza stampa erano presenti diversi media, fra cui GamaTV, una delle principali emittenti televisive del paese, che ha trasmesso un reportage-intervista sull’evento, nel notiziario delle 20.00 del 6 giugno. In occasione della conferenza stampa, i giovani – che seguono la formazione presso il Centro Afro dei Missionari Comboniani – hanno spiegato il significato del nome Lírica Oscura: dall’oscurità del ghetto e dell’emarginazione vogliono lanciare una musica, una luce, un canto di protesta e di amore a tutta la società.
Il CD è utilizzato nelle nostre missioni di quartiere, perché il messaggio e il linguaggio di Lírica Oscura arrivano subito al cuore dei giovani. Alcuni membri del gruppo, dopo la preparazione per ricevere il battesimo, sono ora coinvolti personalmente nell’attività evangelizzatrice che la pastorale afro sta portando avanti in diversi quartieri di Guayaquil.
La prima canzone con cui si sono fatti conoscere è “La vida es una ruleta”, dove la morte è vista come una realtà che i giovani afro di Trinipuerto devono affrontare tutti i giorni: morte causata dall’AIDS, dalla violenza dei delinquenti e della polizia, dalla droga, ecc. Di fronte a questa realtà di morte, Lírica Oscura propone di far entrare Dio stabilmente nella nostra vita affinché guidi il nostro cammino, e non di far ricorso a Lui solo nei momenti di estremo bisogno: “Quando Dio bussa alla tua porta non lo lasci entrare. Quando sei in difficoltà, te ne ricordi. Lo chiami e lo implori e lui deve salvare la tua vita. E molte volte piange, perché non vuoi cambiare”. Esprimono implicitamente un anelito missionario, l’inquietudine di far conoscere Dio a tutte le persone “perdute” che non hanno mai sentito parlare di Lui: “Ci dimentichiamo dei vivi che sono perduti. Nel mondo oscuro che già hanno conosciuto, drogandosi nelle strade, tutto si confonde. Ma esiste il Signore e non glielo hanno detto”.
Il Centro Afro di Guayaquil intende valorizzare la voce, il canto e la creatività dei giovani afro e mettere tutto al servizio dell’evangelizzazione, affinché questi giovani siano missionari in mezzo al loro stesso popolo.

Primo incontro dei familiari dei Comboniani
Sabato 13 dicembre, nella casa provinciale, si è svolto per la prima volta l’incontro delle famiglie dei Missionari Comboniani ecuadoriani di voti perpetui e temporanei. L’invito fatto da P. Claudio Zendron e dalla commissione per la formazione permanente è stato ben accolto. Assieme, e a partire dall’esperienza missionaria, abbiamo cercato di rispondere alla domanda “che cosa significa essere cattolico?”. San Paolo, nella sua lettera agli Efesini (3, 18-19) ci parla della cattolicità dell’amore di Dio manifestato in Cristo. Il missionario vive questa dimensione profonda che ci viene dallo Spirito, promuovendo l’unità nella diversità, l’universalità e la pienezza di vita.
Il nostro impegno è crescere in questa spiritualità e diventare protagonisti, agenti moltiplicatori e non restare con le braccia incrociate, soddisfatti di aver dato un figlio o un fratello alle missioni.
Ci riuniremo ogni anno e nel frattempo cercheremo il modo di creare una rete di benefattori fra i nostri familiari, amici e persone della parrocchia. La fede si rafforza donandola! Questo è diventato il nostro grido di battaglia.

ITALIA

150° anniversario della nascita di mons. Roveggio

Ricorre quest’anno il 150° anniversario della nascita del Servo di Dio, Mons. Antonio Maria Roveggio (1858-1902), il primo religioso della nuova congregazione dei Figli del S. Cuore di Gesù (1885), che emise i voti religiosi a Verona il 28 ottobre 1887, nella seconda sede dell’Istituto, che era stata acquistata dallo stesso san Daniele Comboni in Via del Seminario. P. Roveggio divenne poi vescovo (1895) del vicariato dell’Africa Centrale e fu il secondo successore di Comboni nella sede di Khartoum.
Il Servo di Dio nacque a San Sebastiano di Cologna Veneta, un paese della provincia di Verona e diocesi di Vicenza. Venne battezzato nella chiesa di S. Sebastiano: una lapide sopra il battistero, un busto e una lampada lo ricordano. A Cologna Veneta si conserva nella sacrestia un bel quadro a olio del Roveggio e a lui è intitolato il Liceo Scientifico Statale.
Allo scopo di tener viva la testimonianza di questo grande missionario e di coltivarne la fama di santità, la comunità di Casa Madre di Verona ha preso contatti con le parrocchie di S. Sebastiano, di S. Andrea (sede dell’Unità pastorale), e di Cologna Veneta, per alcune iniziative di pastorale missionaria: predicazione nelle Messe domenicali del 30 novembre e 14 dicembre; serie di catechesi ai ragazzi delle scuole elementari e medie; ampia diffusione dell’immaginetta e dell’opuscolo biografico del Roveggio: ‘Missione senza sconti’, scritto da P. Lorenzo Gaiga. Tutti questi momenti sono accompagnati da una preghiera per la beatificazione del Servo di Dio.
Per il 2009 si spera che si organizzi - per iniziativa delle parrocchie, diocesi, enti locali, nostra postulazione generale, Studium Combonia¬num - una commemorazione ufficiale, con studi e ricerche sul personaggio e il suo tempo, ricordando gli inizi della missione africana nel Sudan, i primi decenni della vita dell’Istituto e, allo stesso tempo, gli sviluppi e le sfide missionarie, alla luce anche del nuovo Sinodo africano di ottobre e del nostro Capitolo Generale 2009. Infatti, la rivisitazione missionaria e spirituale del Roveggio potrebbe offrire nuovi stimoli per armonizzare i valori irrinunciabili della missione, vita spirituale e consacrazione.

Assemblea dei Superiori
Dall’1 al 4 dicembre si sono riuniti a Pesaro i superiori delle 23 comunità della provincia italiana, insieme con i membri del consiglio provinciale, i segretari di settore e i delegati al Capitolo, per un momento di formazione permanente e di condivisione del cammino della provincia. Il tema generale dell’incontro è stato “Vita in pienezza nelle nostre comunità”. Lo ha sviluppato dapprima P. Giovanni Taneburgo, presentando alcune icone bibliche della comunità missionaria; in seguito P. Lorenzo Frattini ha presentato il Codice Deontologico come contributo a far crescere la carità e la giustizia nelle relazioni comunitarie, mentre il Dehoniano P. Giuliano Stenico ha parlato dell’accoglienza dei confratelli in difficoltà o vittime di varie forme di dipendenza. Il provinciale e i segretari (animazione missionaria, evangelizzazione, formazione permanente, commissione anziani e ammalati, economia) hanno presentato brevi relazioni, mentre è mancata la presenza del segretariato per la promozione delle vocazioni, che vive un momento di transizione, con varie partenze e un ricambio di personale insufficiente. Il consiglio provinciale e i superiori hanno potuto confrontarsi su varie problematiche attuali della provincia, rinnovando l’impegno a fare delle nostre comunità una presenza missionaria significativa, nella comunione e nella corresponsabilità.

KENYA

Messaggio natalizio del Cardinale John Njue

“Vi sono situazioni che tendono a distrarci dai valori del Regno”, afferma l’arcivescovo di Nairobi, il cardinale John Njue, nel suo messaggio natalizio rivolto alla popolazione della città. Chiaramente, si riferisce alla “violenza che abbiamo sperimentato agli inizi di quest’anno e all’ininterrotto grido di giustizia specialmente da parte dei fratelli e sorelle che ancora risiedono in campi di sfollati interni al paese”. Il Cardinale, tuttavia, non parla dei recenti sviluppi nella vita del paese, come il fermento per i problemi irrisolti, le preoccupazioni per l’aumento del costo dei generi alimentari e le difficili relazioni con i politici che si sono auto-esonerati dal pagamento delle tasse e, come rivalsa, hanno fatto passare una legge per imbavagliare i giornali che hanno parlato della loro ingordigia, corruzione e indifferenza nei confronti della popolazione del Kenya.
Il Cardinale prosegue: “Il Natale è conosciuto come la commemorazione annuale della nascita di Gesù, ma è diventata una celebrazione secolare… Dobbiamo ritornare al significato originale, che è quello di riconoscere che Dio è in mezzo a noi”.
Riferendosi alla storia di Israele, descrive la gioia degli Israeliti che, per l’intervento di Dio, erano stati liberati dalla schiavitù, avevano lasciato Babilonia ed erano ritornati a Gerusalemme, dove hanno trovato solo disillusione e tristezza. Infatti, sono stati ricevuti con ostilità e considerati degli intrusi da quelli che erano rimasti in Giudea dopo la distruzione del tempio e di Gerusalemme. “Il problema della terra, la condivisione di poteri, la proprietà e i beni si interponevano fra di loro”. E con una sottile allusione a quanto sta succedendo in Kenya, aggiunge: “Oggi in questo paese siamo messi di fronte ad una situazione simile a quella del popolo di Israele nel 530 A.C. Vediamo che la promessa liberazione sociale, politica, economica e spirituale è incompleta”. Nell’attuale situazione critica non si dice nulla ai politici, ai membri del parlamento e alle autorità dello Stato. Ma il messaggio sottinteso è chiaro anche per loro.

Ordinazione sacerdotale
La nostra provincia ha ancora una volta un motivo per celebrare un felice Natale quest’anno, dopo il dono dell’ordinazione sacerdotale di P. John Kipkemoi Korir il 6 dicembre 2008. La cerimonia si è svolta a Roret, la sua parrocchia, nella diocesi di Kericho. Il promotore vocazionale ha colto l’opportunità per animare la parrocchia per una settimana prima dell’ordinazione. Visitando alcune cappelle della parrocchia, ha parlato sia ai giovani che agli adulti che hanno mostrato grande desiderio di conoscere meglio i Missionari Comboniani e il loro lavoro. È stata una gioia per tutti noi, vedere l’intensa partecipazione dei parrocchiani e di gente venuta da fuori per assistere al grande giorno dell’ordinazione. La missione comboniana di Amakuriat, dove John ha fatto la sua esperienza di scolastico e di diacono, era ben rappresentata da un gruppo di Pokot che hanno partecipato alla liturgia secondo il loro stile. Vi è stata anche un’ampia presenza di Comboniani e Comboniane, oltre che di sacerdoti diocesani. Nell’omelia, il vescovo ordinante, Emmanuel Okombo, ha pronunciato parole di incoraggiamento ricordando che con P. John Korir, la Chiesa locale di Kericho ha “dato alla luce un apostolo-missionario che ora manda nel mondo a proclamare Cristo”.
Il giorno dopo, P. John ha celebrato la sua prima Messa nella chiesa parrocchiale e, l’8 dicembre, un’altra suggestiva cerimonia nel suo villaggio. P. John è stato assegnato alla provincia d’Egitto.

Mappe Zonali della provincia del Kenya
La presenza dei Missionari Comboniani in Kenya è divisa in quattro zone: Marsabit, Turkana, Pokot e Nairobi. Le zone di Marsabit, Turkana e Pokot si trovano al nord del Paese, occupato in prevalenza da popoli seminomadi, dediti alla pastorizia. Nairobi, invece, è una città africana moderna, al centro del Paese, sede del governo, degli uffici di varie agenzie delle Nazioni Unite, di missioni diplomatiche, banche e imprese. È una metropoli con oltre quattro milioni di abitanti, la maggior parte dei quali (60%) vive nelle baraccopoli.
Ogni zona ha le sue caratteristiche per quanto riguarda la composizione etnica e la diversità di lingue, usanze, religioni e strutture, per cui presenta sfide, opportunità e priorità diverse nel lavoro di evangelizzazione. Ciascuna, quindi, richiede una metodologia e un programma di pastorale adeguati.
I Comboniani di ognuna di queste zone si sono impegnati a studiare la situazione, i problemi e le aspettative delle varie popolazioni e degli agenti di pastorale e alla fine hanno redatto delle mappe che dovrebbero aiutarli ad affrontare le sfide e a selezionare le priorità. Sono nate così le Mappe Zonali.

KHARTOUM

Il cardinale Zubeir rinnova un’altra tradizione

Dopo la consacrazione del Vicariato dell’Africa Centrale al Sacro Cuore (14 settembre 1873), Comboni consacrò il Vicariato anche a Nostra Signora del Sacro Cuore. In una lettera pastorale scritta a Delen il 24 ottobre 1875, dava le motivazioni di questa iniziativa pastorale (S 3990-4001). Maria è la chiave che apre la porta del tesoro nascosto nel Cuore di Gesù. La Consacrazione (S 4002-4005) venne fatta nella festa dell’Immacolata Concezione del 1875.
Col passare degli anni, come era già successo per la consacrazione al Sacro Cuore di Gesù, si perse anche la tradizione di rinnovare la consacrazione a Nostra Signora del Sacro Cuore.
Cinque anni fa, il cardinale Gabriel Zubeir Wako le ha rinnovate ambedue. Dal 2004, infatti, ogni anno, nell’arcidiocesi di Khartoum, ha luogo la rinnovazione delle due consacrazioni: il 14 settembre, quella al Sacro Cuore di Gesù, e l’8 dicembre, quella a Nostra Signora del Sacro Cuore.
Quest’anno, quest’ultima ha avuto un significato particolare: segnava il ritorno del Cardinale Zubeir dall’Europa, dove aveva trascorso più di due mesi per cure mediche. Il Cardinale desiderava molto essere presente per l’occasione e il suo ritorno è stato interpretato dai fedeli come un segno della protezione di Maria.
Anche la preghiera della consacrazione è stata rinnovata: l’ultima parte, infatti, si è svolta sotto forma di preghiera dei fedeli nella quale erano state incluse le necessità concrete della comunità e della società. Altro elemento di novità è stato l’aver unito la consacrazione a gesti concreti di solidarietà: durante l’offertorio, invece dei doni soliti, la gente ha portato durra, lenticchie, zucchero, olio, sale e altri alimenti che sono stati poi donati ai bambini di strada, per i quali il diacono Kamal ha aperto, nella diocesi, delle comunità che attualmente scarseggiano di cibo.

Approvazione del Programma ERS
L’inaspettata notizia è arrivata il 2 dicembre 2008, portata da P. Giuseppe Puttinato, rettore del Collegio Comboni di Scienze e Tecnologia (CCST): “Finalmente ERS (Scienze di Educazione e di Religione), l’ex CTTC, è stato approvato dal Ministro Federale per gli Studi Superiori”. Mons. Daniel Adwok, vescovo ausiliare di Khartoum, ha comunicato la notizia al Cardinale Zubeir, in Italia per cure, e ai fedeli dell’arcidiocesi: “Carissimi, ci congratuliamo con noi stessi per aver ottenuto il riconoscimento ufficiale del CTTC dal governo. Qualunque nome il ministro suggerisca, penso che dovremmo essere noi a dare al Collegio il nome che meglio descriva la visione e la missione del nostro programma. Un grazie sentito alle numerose persone che hanno contribuito ad ottenere l’approvazione”.
L’approvazione del governo è stato l’ultimo atto di un lungo processo. Il Collegio era iniziato nel 1992 ad opera di P. Camillo Ballin, ora vescovo del Kuwait, con il nome di Collegio per la Preparazione di Insegnanti Cattolici (CTTC). Lo scopo era di preparare personale qualificato per l’insegnamento della religione cristiana. Finora più di 300 studenti si sono diplomati. Per ottenere l’approvazione del governo, il CTTC ha dovuto introdurre degli adattamenti nel sillabo, fatto che si riflette nel nuovo nome: Scienze di Educazione e di Religione. Questi adattamenti danno, a coloro che ottengono il diploma all’ERS, la possibilità di insegnare altre materie, oltre che la religione cristiana. L’approvazione non significa che l’ERS sia diventato un nuovo Collegio. Il Collegio rimane lo stesso (CCST): ERS è un nuovo programma, il quarto, sotto l’egida del CCST.
Quest’anno 62 studenti hanno completato gli studi al Comboni College di Scienze e Tecnologia: 32 si sono laureati in Scienze del Computer e 30 hanno ricevuto il diploma in Tecnologia dell’Informazione. Quelli che hanno completato il 4° anno al CTTC (ora ERS) erano 40.

NAP

Il presepe di Cincinnati

Il 2009 sarà il 70° anniversario della presenza dei Missionari Comboniani negli Stati Uniti. Nel 1947, solo otto anni dopo il loro arrivo, allestirono un presepe animato in un vecchio deposito del seminario comboniano del Sacro Cuore di Cincinnnati, Ohio. Col passare degli anni, il presepe è diventato sempre più grande, più bello e più conosciuto: oggi occupa un’intera stanza dell’edificio principale.
Questo presepe ha creato un forte legame fra i Missionari Comboniani e molte persone della zona che, da molti anni, ne hanno fatto una delle loro tradizioni natalizie.
Il presepe, con luci, musiche, animazione e narrativa, riporta i visitatori indietro nel tempo, a Betlemme, ripercorrendo tutta la storia del Natale. È bello vedere nonni, genitori e bambini entrare assieme nella sala, cercare un posto da dove vedere meglio, parlare indicando le tante figure del presepe fino al momento in cui la luce si abbassa, scende il silenzio e la città dove è nato Gesù prende vita. Nell’ascoltare la stupenda storia del Natale, svaniscono l’aspetto materiale delle feste natalizie, le vacanze, lo stress degli acquisti e le preoccupazioni economiche.

PORTUGAL

Formazione sul Codice di Condotta

I Comboniani della provincia portoghese si sono riuniti nella casa di Coimbra, dal 2 al 3 dicembre, per un corso di formazione sul recente documento dell’Istituto, il Codice di Condotta.
In apertura dei lavori, il provinciale, P. Alberto de Oliveira Silva, ha definito l’incontro come un momento di formazione permanente che mira ad aiutare ogni Comboniano a comprendere meglio il dono della propria vocazione e a viverlo responsabilmente.
Sono intervenuti P. Manuel Augusto Lopes Ferreira, che ha presentato il documento nelle sue linee generali, e P. Samuel Rodrigues, vicario giudiziale del patriarcato di Lisbona il quale, dopo una breve introduzione, ha risposto ad alcune domande poste dai confratelli.
Nella sua presentazione, P. Manuel Augusto ha indicato la responsabilità personale e l’assunzione delle conseguenze di tutti i comportamenti come la questione centrale del Codice di Condotta.
Da parte sua, P. Samuel Rodrigues, ha rilevato l’originalità del documento nel contesto della Chiesa portoghese e la sua utilità. L’accettazione del documento, comunque, sarà un processo graduale: è l’inizio di un lungo cammino, ha detto.
Alla fine, i presenti hanno dato una valutazione positiva di questo momento di formazione, mettendo in luce lo stimolo che ne hanno ricevuto alla lettura, all’approfondimento e all’accettazione del documento in questione.

SOUTH SUDAN

Visita del Presidente del paese al Comboni College di Lomin

Il 2 dicembre 2008, Salva Kiir Mayadit, il Presidente del governo del Sud Sudan, ha visitato la scuola superiore del Collegio Comboni a Lomin, durante il suo viaggio verso la regione di Kajo-Keji per dare inizio alla ricostruzione di 75 miglia di strada da Kajo-Keji a Juba.
Il Presidente Kiir è stato ricevuto dal direttore della scuola, P. Eugenio Magni, e dai maestri e alunni del Collegio Comboni, la scuola primaria e l’asilo. Il Presidente ha detto agli studenti che sono loro la generazione che costruirà il nuovo Sudan e li ha incoraggiati a studiare sodo e ad ascoltare i loro insegnanti. Ha ricordato come il Comboni College sia iniziato nel 2000. A quel tempo gli studenti e i maestri dovevano nascondersi non appena sentivano il rombo degli aerei Antonov delle Forze aeree sudanesi, pronti a sganciare le bombe.
Il Presidente ha aggiunto: “Ora c’è la pace e la gente voterà nel 2009 e, di nuovo, nel 2011, per scegliere il proprio futuro per mezzo di un referendum per l’autodeterminazione. Non dimenticate chi era il vostro nemico quando vi recherete a votare.”
Il Collegio Comboni ha 450 studenti divisi in sette anni scolastici, 26 insegnanti a tempo pieno e 7 part-time.

UGANDA

Celebrazione dei 75 anni dall’arrivo della fede in Karamoja

Grandi festività si sono svolte a Moroto sabato 22 novembre 2008 per celebrare il 75° anniversario dell’arrivo in Karamoja dei primi missionari cattolici.
La Messa solenne è stata presieduta dall’arcivescovo Paul Tschan In-Nam, nunzio apostolico d’Uganda, e concelebrata da Mons. Henry Ssentongo, vescovo di Moroto, Mons. Paul Kalanda Lokiru, che è stato vescovo di Moroto, e Mons. Emmanuel Obbo A.J., vescovo di Soroti. Alla bellissima cerimonia, durata sei ore, che ha richiamato un grande numero di fedeli da tutta la diocesi, erano presenti il clero locale al completo e molti missionari e sacerdoti Fidei Donum che avevano lavorato nella diocesi per più di trent’anni.
La famiglia comboniana era rappresentata da numerosi confratelli, accompagnati dal provinciale dell’Uganda, e Suore Comboniane, accompagnate dalla loro vice provinciale.
La presenza di un numero così alto di fedeli e la loro attiva partecipazione alle cerimonie indicano i risultati e la maturità raggiunti dalla Chiesa locale, nonostante ci sia ancora da fare per consolidare e trasformare le comunità locali in comunità vive e autosufficienti.
La Croce itinerante si trova ora nella cattedrale di Kotido, in attesa della cerimonia di chiusura che avrà luogo il 9 dicembre e sarà presieduta dal vescovo emerito, Paul Kalanda. La Croce verrà poi portata a Kangole, suo luogo di origine.

Mons. Franzelli al Sinodo dei Vescovi
Mons. Giuseppe Franzelli è stato eletto, assieme all’arcivescovo africano di Mbarara, a rappresentare la Conferenza Episcopale Ugandese al XII Sinodo dei Vescovi sul tema: “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”, che si è svolto a Roma dal 5 al 25 ottobre 2008.
In una delle sue riflessioni, Mons. Franzelli descrive il sentimento che lo ha colto una delle sere in cui si trovava, appunto, a Roma per partecipare a questa Assemblea. Ecco le sue parole: “Guardavo la piazza e la cupola della Basilica di S. Pietro, splendidamente illuminate in questa notte romana. Quanto lontana e diversa l’umile cattedrale di Lira, divenuta troppo piccola per contenere la gente che fra poche ore andrà a pregare nel giorno del Signore! Ma si tratta della stessa Chiesa, la famiglia di Dio a cui tutti apparteniamo e alla quale il Signore ha affidato la sua Parola, la buona notizia del Vangelo che ci è chiesto di annunciare a tutto il mondo”.
Mons. Franzelli è intervenuto al Sinodo per chiedere ai Vescovi di non dimenticare l’Africa, proprio come Comboni aveva fatto durante il Concilio Vaticano I. L’imponente raduno di Roma gli ha fatto ricordare anche quello più modesto, svoltosi alla fine di marzo a Juba, in Sud Sudan, per la firma dell’accordo di pace tra i ribelli del LRA e il governo ugandese che però non si è concretizzato per l’assenza di Kony, il leader del LRA.

IN PACE CHRISTI

P. Giuseppe Buffoni
(19.03.1930 – 07.12.2008)

Fr. Amorino De Gaspari (19.12.1920 – 13.12.2008)
Il suo necrologio apparirà sulla prossima Familia Comboniana

Preghiamo per i nostri defunti
IL PADRE
: Edward, di P. Tomasz Marek (PO); Joseph, dello Sc. John Hanson P. K. Agboli (T).
LA MADRE: Carlotta, di P. Maurizio Balducci (U).
LE SUORE MISSIONARIE COMBONIANE: Sr. Ottavia Ottaviani; Sr. M. Alfreda Tessaro; Sr. Stavrula Manudaki.
Familia Comboniana n. 660