Notiziario mensile dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù

BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO


DIREZIONE GENERALE

Nomine

Commissione per la Revisione del Sistema Formativo


Sono stati nominati membri della Commissione: P. Sánchez González Enrique (DCA, coordinatore), P. Alenyo John Peter (U), P. Climent Vilaplana Juan (KE), P. Herreros Baroja Tomás (KE), Fr. Maroso Genesio (I), P. Miante Girolamo (C, segretario del segretariato generale per la promozione vocazionale e formazione), P. Navarrete Arceo Miguel (TC), P. Odelir José Magri (C, assistente generale responsabile per la promozione vocazionale e formazione).

Sono stati nominati consultori della Commissione per l’Africa anglofona: P. Mawa Bosco Anthony (SS), P. Opargiw John Baptist Keraryo (MZ), P. Tesfaye Tadesse Gebresilasie (ET, provinciale coordinatore continentale per la vocazione promozionale e formazione); per l’Africa francofona: P. Castillo Matarrita Victor Hugo (CA, provinciale coordinatore continentale per la vocazione promozionale e formazione), P. Kornu Godwin Kwame (TC), P. Ngumba-Lelo Joseph (CN); per l’America-Asia: P. Bustos Juárez Rogelio (PE, provinciale coordinatore continentale per la vocazione promozionale e for-mazione), Fr. Degan Alberto (EC), P. Vanderlei Bervian (BS), P. Víctor Manuel Tavares Dias (A); per l’Europa: P. Casile Carmelo (I), P. Rojo Buxonat Laureano (E, provinciale coordinatore continentale per la vocazione promozionale e formazione).

Commissione Preparatoria per l’Assemblea Intercapitolare
Sono stati nominati membri della Commissione: P. Baldan Fabio Carlo (C, vicario generale), Fr. Romero Arias Hernán (C, assistente generale), P. Sandri Giuseppe (C, segretario generale), P. Pescantini Um-berto (C, segretario del segretariato generale per l’animazione missionaria) e P. Prandina Piergiorgio (C). La commissione avrà come persona di contatto in Messico P. González Ponce Rafael (M, superiore provin-ciale).

Viaggi e visite dei membri del Consiglio Generale

P. Serra Teresino
: dal 4 al 15 novembre 2005 è nella London Province per guidare gli esercizi spiri-tuali dei confratelli e per una breve visita alla provincia; dal 19 novembre al 15 dicembre è in Uganda per guidare gli esercizi spirituali dei confratelli e visitare la provincia; dal 6 al 14 gennaio 2006 visita a Città del Messico l’Anno Comboniano di Formazione Permanente; dal 20 al 30 gennaio è nella Colombia per guidare gli esercizi spirituali dei confratelli e per una breve visita alla delegazione; dal 3 al 15 febbraio è nel Brasile Sud per guidare gli esercizi spirituali dei confratelli; dal 19 al 27 aprile è in Spagna per predicare gli esercizi spirituali ai confratelli; dal 15 al 30 maggio è nel Brasile Nordest per l’assemblea provinciale e visitare la pro-vincia; dal 13 al 25 luglio predica gli esercizi spirituali ai confratelli dell’Eritrea e visita la delegazione, in ago-sto è a Roma e a settembre partecipa all’Assemblea Intercapitolare.

P. Baldan Fabio Carlo: dal 20 novembre al 15 dicembre visita l’Uganda.

P. Odelir José Magri: dal 3 novembre al 3 dicembre guida gli esercizi spirituali per i confratelli in Togo-Ghana-Benin e visita la provincia; dal 27 dicembre 2005 al 25 gennaio 2006 guida gli esercizi spirituali per i confratelli del Ciad e visita la provincia; dal 16 aprile al 14 maggio visita la provincia del Centrafrica.

P. Tesfamariam Ghebrecristos Woldeghebriel: dal 14 al 30 novembre visita le comunità della Spagna e partecipa al consiglio provinciale a Barcellona dal 18 al 20 novembre; dal 3 al 18 dicembre visita la London Province; in gennaio 2006 visita alcune comunità dell’Italia.

Fr. Romero Arias Hernán: dal 8 al 25 novembre visita il Malawi-Zambia e dal 26 novembre al 12 dicembre il Mozambico.

In Pace Christi – 2006
Verso la fine di novembre 2005 il libretto In Pace Christi è stato spedito a tutte le province e delegazioni e ad alcune comunità. Ogni confratello dovrebbe riceverne una copia. Appena le avrete ricevute, vi preghiamo di comunicarlo nel modo più rapido al segretario generale.
Qualora alla fine di gennaio 2006 le copie per le province e delegazioni non fossero arrivate, chiediamo ai provinciali e delegati interessati di mettersi in contatto con il segretario generale.

Segretariati Generali

Ufficio della Postulazione Generale

Approvazione dei testi latino e italiano del nostro “Proprio”

In data 1° ottobre 2005, la Congregazione per il Culto e la Disciplina dei Sacramenti, con Prot. 646/05/L e 647/05/L, ha approvato i testi liturgici del nostro Calendario Proprio ed anche una nuova Messa votiva per San Daniele Comboni. Ora si completerà il tutto con la presentazione allo stesso Dicastero delle parti speci-fiche delle Suore Missionarie Comboniane, e così in tempi che speriamo relativamente brevi, potremo stam-pare un unico libretto con le parti comuni ai due Istituti e le parti proprie di ciascuno. Il primo libretto sarà ov-viamente in italiano, appunto perché i testi italiani sono già stati approvati.
Nel frattempo sono stati inviati a chi di dovere i testi da tradurre in inglese, francese, spagnolo, portoghe-se, tedesco e arabo. Per le traduzioni dei testi della solennità di San Daniele, ho ricevuto le traduzioni in in-glese, francese, portoghese e arabo. Traduzioni che sono state inviate a tutte le province, in occasione della ricorrenza del 10 ottobre 2005, e che sembra siano state recepite con notevole soddisfazione. Una nota di particolare encomio va a quei confratelli che si sono egregiamente cimentati nel non lieve impegno delle tra-duzioni.
La prossima volta speriamo di poter annunciare sia l’uscita del libretto in italiano per uso personale sia il depliant, formato messale, e anche la presentazione al Dicastero competente delle traduzioni nella varie lin-gue per ottenerne l’approvazione.
Infine gradirei che chi avesse notato degli errori tipografici, linguistici o altro, lo facesse presente. Il noto problema del linguaggio inclusivo è ancora tabù per cui poi ciascuno prenda le precauzioni necessarie, ma “cum granu salis”! Grazie. (P. Arnaldo Baritussio)

Ordinazioni sacerdotali
P. Mehari Abraha Iskias (ET) Adrigat (ETH) 20.11.2005

Opera del Redentore

Dicembre 01 – 15 U 15 – 31 CN
Gennaio 01 – 07 A 08 – 15 C 16 – 31 BNE

Intenzioni di preghiera

Dicembre
- Perché i nostri confratelli e consorelle anziani e ammalati si sentano felici di vivere l’impegno missionario come pietre nascoste nella serenità e nella quotidianità e siano grazia per l’Istituto con la loro vita di preghiera e di amore alla missione. Preghiamo.

Gennaio- Per tutti i missionari e le missionarie che vivono in situazioni di disagio e di tensione a causa di guerre, malattia o età, perché il Padre li ricolmi di consolazione e rinnovato slancio missionario. Preghiamo.

ERITREA

Premiazione di P. Aristide Guerra

L’11 novembre 2005, alla presenza del sindaco e del consiglio comunale di Bomporto di Modena (Italia), di parenti, amici e benefattori, è stato conferito il “Premio San Martino d’Oro”, edizione 2005, a P. Aristide Guerra, Missionario Comboniano in Eritrea dal 1952. Era presente per ritirare il premio P. Tesfamariam Ghebrecristos Woldeghebriel di Asmara, uno dei primi alunni di P. Aristide, che l’aveva incontrato per la pri-ma volta nel lontano 1964 quando era entrato in seminario per iniziare il suo cammino vocazionale.
Il sindaco ha precisato che il conferimento del premio al volontariato e all’impegno civile non è una classifi-ca dei più bravi, ma un modo simbolico di dire grazie a chi s’impegna a favore della comunità umana. È un’occasione per creare lo spirito di emulazione e offrire un momento di riflessione sulle difficoltà che tante persone nel mondo vivono, oltre che ricordare quei concittadini che all’estero donano la loro vita per aiutare gli altri. È anche la prima volta che questo premio viene conferito a un missionario comboniano, molto impe-gnato sul fronte dei diritti umani e dell’Africa.
Leggendo testualmente dagli Atti Capitolari ’03 dei Missionari Comboniani (numeri 42.6, 42.7 e 42.8), il sindaco ha sottolineato che sono molti i Comboniani che spendono la loro vita per risollevare tante miserie e oppressioni, ma oggi questo impegno non basta più. Occorre andare alla radice di questi mali e sanare la causa di questi squilibri.
Sono state proiettate le immagini di P. Aristide in Eritrea mentre si prodigava fra adulti e bambini di questo popolo ancora martoriato dai residui focolai di guerra, e contemporaneamente veniva letta una sua lettera di ringraziamento e incoraggiamento a perseverare in questo atteggiamento di apertura e sensibilità verso il sofferente popolo eritreo e verso l’Africa. Anche il superiore provinciale di Asmara aveva inviato un messag-gio in cui ringraziava P. Aristide per il suo lavoro e la cittadinanza di Bomporto per il riconoscimento conces-sogli.
Questa è la motivazione del premio: “A P. Aristide Guerra, a riconoscimento del prezioso operato svolto con gratuità e dedizione per alleviare le sofferenze dei poveri, ammalati, emarginati e rifugiati e per favorire la promozione umana nello sviluppo sociale, nella scuola e nella salute”.
A Bomporto anche i bambini si erano organizzati, tra l’altro eleggendo un loro sindaco e un loro consiglio comunale, per portare aiuto all’opera di P. Aristide. Erano anch’essi presenti alla manifestazione. Il sindaco, Veronica Botti, ha espresso ammirazione per la loro capacità di rinunciare ad alcuni vantaggi del benessere, privandosi volontariamente di qualcosa per aiutare persone sconosciute.
Nel suo ringraziamento conclusivo, P. Tesfamariam ha messo in evidenza la metodologia missionaria di Daniele Comboni che voleva che fossero gli stessi africani a portare aiuto ai loro fratelli africani, cioè “salvare l’Africa con Africa”. P. Aristide ha incarnato esattamente questo ideale. Basti pensare che P. Tesfamariam è uno dei tanti bei frutti dell’opera missionaria di P. Aristide, e con lui Mons. Menghesteab Tesfamariam, ora vescovo di Asmara, P. Tesfaghiorghis Hailè Berhane, maestro dei novizi, e tanti altri Missionari Comboniani dell’Eritrea e dell’Etiopia. La testimonianza di P. Tesfamariam ha suscitato un caloroso applauso.

ITALIA

P. Ezechiele Ramin, un “testimone scomodo”

Il comune di Padova (assessorato alle politiche giovanili) e i Missionari Comboniani di Padova hanno or-ganizzato, nella terza settimana di ottobre, alcuni incontri sulla figura di P. Ezechiele Ramin, nel 20° anniver-sario del suo martirio, sul tema: “Testimoni scomodi” che è rivolto alla città, alle associazioni e realtà di vo-lontariato e ai giovani.
Riportiamo in sintesi le iniziative realizzate. Domenica 23 ottobre: celebrazione della Messa nella parroc-chia di San Giuseppe (luogo di nascita di P. Ezechiele), presieduta da P. Giorgio Padovan. Nel piazzale, si è svolta l'inaugurazione del ritratto in bronzo, realizzato dallo scultore Ettore Grego, da parte del sindaco della città Flavio Zanonato. Mercoledì 26 ottobre: presso i Missionari Comboniani, conversazione con Mons. An-tonio Riboldi sul tema "Profezia e legalità" e sulla figura di P. Ezechiele. Giovedì 27 ottobre: al teatro Verdi di Padova, incontro dedicato ai giovani delle scuole superiori (con la presenza di circa 500 giovani), sul tema “Lele Ramin, 32 primavere".
Hanno animato la mattinata con riflessioni e testimonianze, per la famiglia: Antonio e Fabiano Ramin; per i Missionari Comboniani: P. Teresino Serra, Superiore Generale, e P. Giorgio Padovan; per la città: il sindaco Flavio Zanonato e l’assessore Claudio Piron; per la parrocchia: Mons. Antonio Riboldi; per Mani Tese: Da-niele Ronzoni; per i giovani: il laboratorio teatrale: “Martiri di oggi: testimoni scomodi”, condotto da M. Grazia Mandruzzato.
Sono stati momenti forti di animazione missionaria e di speranza. Sorprende come, dopo vent'anni, il ri-cordo di P. Ezechiele sia ancora vivo in molte persone e realtà associative.

LONDON PROVINCE

L’Istituto Missionario di Londra (MIL)

Dopo la decisione presa dagli Amministratori (i Superiori Generali) dei sette Istituti fondatori di incoraggiare gli studenti a rimanere nel loro ambiente d’origine per la preparazione teologica, il Consiglio di Amministra-zione (i provinciali) del MIL, nel suo ultimo raduno del 19 ottobre 2005, ha espresso le due seguenti racco-mandazioni:
1) Alla luce della situazione finanziaria e della scarsità di studenti, non è più realistico che l’Istituto Missiona-rio di Londra continui ad esistere. Siccome il Consiglio di Amministrazione è parte integrante dell’esistenza dell’Istituto, è inevitabile che in futuro l’Amministrazione venga sciolta. A causa dei nostri impegni con gli stu-denti che ancora frequentano i corsi, il terminus ad quem per la chiusura del MIL sarà la fine di giugno del 2007.
2) L’Amministrazione ha sentito profondamente la necessità di non distruggere la dimensione di continuità dell’Istituto Missionario di Londra nel futuro. Per questo ha calorosamente sostenuto l’idea di P. Danilo Castello di appoggiare gli amministratori del Collegio di St. Mary di Strawberry Hill. P. Danilo, infatti, ha chiesto che i membri costitutivi del Consiglio di Amministrazione del MIL prendano in considerazione la possibilità di erigere una Cattedra del Dipartimento per l’Evangelizzazione in quel Collegio (che sarà presto elevato al grado di uni-versità). Sarebbe un modo per esprimere la nostra gratitudine alla Chiesa locale per tutto quello che ha fatto per sostenere gli Istituti che hanno fondato il MIL.
Non si sarebbe potuto trovare una soluzione migliore. Celebrando la fine di un’epoca (40 anni di preparazio-ne per studenti missionari) ci apriamo verso un altro incoraggiante impegno, cioè collocare in un’università di fondazione cattolica un centro di studi per la missione, con lo scopo di portare la dimensione missionaria negli studi teologici e creare un punto di riferimento per la ricerca e i contributi specializzati di teologia missionaria nel contesto del mondo inglese. Consideriamo questa soluzione provvidenziale per il futuro della missione in questa nazione.
Per quanto riguarda la Famiglia Comboniana, solo tre Missionari Comboniani (due scolastici e un sacerdote che si specializza in Giustizia e Pace) e una Suora Comboniana frequentano il MIL.

PERÚ-CHILE

Celebrazione del giorno dei defunti

Il 2 novembre, come ogni anno, ci siamo dati appuntamento nel cimitero britannico con i confratelli che rappresentavano le comunità di Lima per commemorare i Missionari Comboniani che hanno lavorato in que-sta provincia e che già si sono incontrati per sempre con il Padre.
P. Rogelio Bustos Juárez, il provinciale, ha presieduto alla concelebrazione presentandoci Cristo come via, verità e vita: modello per coloro che ci hanno preceduti e per coloro che lo seguono ancora pellegrini su questa terra. La celebrazione, animata dai nostri studenti di Lima, ci ha fatto sentire parte di un’unica Fami-glia Comboniana, giacché vi partecipavano anche le Suore Comboniane e alcuni rappresentanti dei Laici Missionari Comboniani.

Giornata afro-peruviana
Domenica 6 novembre è stata la giornata di incontro e riflessione dei discendenti afro-peruviani, sul tema Conoscere l’Africa attraverso gli africani. Hanno partecipato più di 150 persone coinvolte nella pastorale afro di Lima e Callao.
Dell’equipe organizzativa faceva parte, come ogni anno, anche un gruppetto di scolastici Comboniani che hanno condiviso ricordi, esperienze e desideri con i partecipanti. La pianta si nutre attraverso le radici, così siamo convinti che queste esperienze aiutino molto a crescere nella propria identità, favorendo lo scambio culturale che ha permesso l’incrocio di razze e l’integrazione della popolazione afro nella vita del nostro po-polo.

Incontro dei Laici Missionari Comboniani
Il 5 e il 12 novembre si sono riuniti per il loro tradizionale incontro i nostri amici Laici Missionari Combonia-ni (LMC), rispettivamente nel postulato di San Miguel e nella casa provincializia di Monterrico.
Il coordinatore, Fr. Ivan Bernardi, era assistito da P. Javier Sánchez Vargas. Hanno tracciato a grandi linee alcuni aspetti della spiritualità missionaria comboniana e proposto, a coloro che da anni ci seguono, alcune tracce per vivere il loro impegno cristiano e il carisma comboniano.

Un tè missionario
Nel pomeriggio del 19 novembre è stato organizzato il Tè missionario dei LMC. Vi hanno partecipato pa-recchie persone amiche dei Missionari Comboniani, per collaborare a una iniziativa che ha lo scopo di far conoscere i LMC e contribuire finanziariamente alle spese necessarie per le loro esperienze missionarie. Abbiamo ascoltato musica, giocato a tombola e mangiato dei dolci in un clima di convivenza fraterna.

Anniversario della parrocchia di Cristo Missionario del Padre
Con la festa di Cristo Re dell’Universo, il 20 novembre 2005, si è celebrato il decimo anniversario della parrocchia di “Cristo Misionero del Padre” a Chorrillos (periferia di Lima). Nel 1970 era stata affidata ai Com-boniani la parrocchia dei Dodici Apostoli. Dopo 25 anni di difficile lavoro, ritenendo che era giunto il momento di ritirarci, la parrocchia è stata consegnata al clero diocesano e abbiamo assunto l’incarico di un’ampia zona che è stata separata dalla precedente, per iniziare così una nuova parrocchia dal nome quanto mai significa-tivo: Cristo Missionario del Padre.
Attualmente questa parrocchia è formata da 18 comunità cristiane e comprende all’incirca 100.000 abitan-ti. È una parrocchia che, fin dall’inizio, ha adottato il piano NIP (Nuova Immagine di Parrocchia) di P. Cappel-laro, SI, diventando un punto di riferimento a livello arcidiocesano. Lo scorso 30 ottobre si è celebrato in questa parrocchia il Congresso della fede cattolica. Alla celebrazione eucaristica erano presenti circa 3000 persone. Ringraziamo i confratelli che hanno dato parte della loro vita e continuano a lavorare per il bene di tanti fratelli che vivono alla periferia della vasta capitale.

POLONIA

Voti e ordinazioni sacerdotali

Fin dall’inizio delle vacanze abbiamo vissuto momenti molto importanti. Quest’anno si sono consacrati alla missione per la prima volta Stefan Tudaj, Adam Szpara e Pawel Opioła.
Vi sono state anche le ordinazioni sacerdotali di Adam Zagaja (02.07.2005) e Tomasz Marek (08.10.2005) originari della diocesi di Rzeszów e Tarnów, le diocesi della Polonia più aperte all’ideale missionario. Le or-dinazioni sono state celebrate nelle rispettive parrocchie dei due confratelli. In quella di Tomasz Marek, la cerimonia è stata presieduta dal vescovo ordinario, Mons. Victor Skworc, presidente della Commissione Epi-scopale per le Missioni. I due neo-ordinati lavoreranno in Polonia. Le ordinazioni sono state precedute da una settimana di animazione missionaria in ciascuna delle due parrocchie.
Il giorno successivo è stata fatta una grande festa. Per avere un’idea di come si vivono queste feste in Po-lonia, è necessario sapere che i preparativi della famiglia cominciano un anno prima e, in parrocchia, 3 o 4 mesi prima della cerimonia.
Tutto ha inizio con la decorazione della chiesa, della casa della famiglia del futuro ordinando e di tutto il percorso che separa la casa dalla chiesa. Davanti all’abitazione della famiglia viene eretto un grande arco con la scritta: “Qui mi ha chiamato il Signore”. È qui che si riuniscono i familiari, gli amici, la banda musicale e gente a cavallo. Un gruppo di ragazze, il cui numero corrisponde agli anni del futuro sacerdote, lo accom-pagna agitando ghirlande di fiori fino alla chiesa.
Alla celebrazione, che si è svolta in un clima molto missionario, hanno partecipato tutti i Comboniani della Polonia, i confratelli in vacanza, i neo professi, i postulanti e, naturalmente, la famiglia e l’intera parrocchia.
Alla fine dell’Eucaristia, il neo-sacerdote ha benedetto uno ad uno i genitori e fratelli, i sacerdoti presenti, i confratelli, le religiose e ognuno dei presenti: è stato un momento molto emozionante. Si è poi dato inizio al rinfresco che è durato tutta la notte. I polacchi sono maestri nell’accogliere e nel fare festa per cui non man-cano mai cibo appetitoso e dolci, il tutto accompagnato da canzoni popolari e religiose.
Un’esperienza straordinaria è stata la partecipazione delle famiglie della parrocchia e l’accoglienza che ci hanno riservato, offrendoci le loro case nei giorni dei preparativi, dell’ordinazione e della prima Messa.

Altre notizie
Dopo 10 anni di lavoro, P. Lino Agostinho do Rosário de Almeida ha lasciato la provincia, dove ha realiz-zato un lavoro impegnativo nella pastorale vocazionale e nell’animazione missionaria. Quest’anno nel novi-ziato di Venegono abbiamo 3 novizi del primo anno e 2 del secondo anno. Nel postulato di Cracovia vi sono 6 postulanti.
Nel mese di agosto la provincia ha avuto la visita di P. Fabio Carlo Baldan, il vicario generale. P. Fabio ha visitato le nostre due comunità e tenuto una riunione con i membri della futura delegazione. Nella riunione si è avuto modo di verificare concretamente la nostra situazione. Agli inizi di settembre si sono svolti gli esercizi spirituali, animati da P. Laureano Rojo Buxonat, provinciale di Spagna.
Il 25 ottobre è partito per Khartoum P. Rafał Leszczyński. La Polonia già incomincia ad inviare missionari ad extra.

La Chiesa in Polonia e la missione
Il 1° giugno si è svolta una riunione presieduta da Mons. Henryk Hoser, sottosegretario della Congrega-zione per l’Evangelizzazione dei Popoli con i rappresentanti delle commissioni missionarie dei religiosi, reli-giose e laici, delle Pontificie Opere Missionarie, del Centro di Formazione Missionaria e dei sacerdoti Fidei Donum. Nella riunione è stata evidenziata la necessità di una maggiore coordinazione per animare meglio il popolo di Dio in Polonia per essere più missionario e solidale. La riunione ha dato dei buoni frutti. Il 18 giu-gno la Conferenza Episcopale, nella sessione plenaria n. 332, ha istituito il Consiglio Nazionale delle Missio-ni. P. Manuel Ramón Torres Gómez è stato nominato membro di questo consiglio.

TOGO-GHANA-BENIN

Inaugurazione del noviziato interprovinciale di Cotonou

Lunedì 10 ottobre, con una sentita cerimonia, la provincia del Togo-Ghana-Benin ha inaugurato il noviziato interprovinciale di Cotonou. Alla presenza dei confratelli giunti da tutti gli angoli della provincia, delle Suore Comboniane, delle religiose di altri Istituti e dei laici amici, la celebrazione si è svolta in tre momenti.
Il primo, è stato la celebrazione delle Lodi, guidata da P. Manuel João Pereira Correia, provinciale. La me-ditazione dei salmi è stata fatta con l’aiuto delle varie parti del messaggio del Superiore Generale, Essere Missione. Poi P. Fernando Zolli, presente per guidare un incontro sulla Ratio Missionis, ha evidenziato come quest’ultima sia frutto di una lunga esperienza all’interno dell’Istituto e del fatto che Comboni, nel suo Piano, non voleva una missione individuale, bensì comunitaria. Ha concluso con la domanda: “Qual’è il tuo piano come comboniano?”.
Il secondo momento è stato dedicato all’adorazione eucaristica.
Il terzo momento è consistito nella Messa, concelebrata e presieduta dal provinciale che, nell’omelia, ha ripreso i tre punti del messaggio del Superiore Generale, e ha sottolineato la presenza dei 10 novizi (5 del Togo, 2 del Centrafrica, 1 del Benin, 1 del Ghana e 1 del Ciad) nel nuovo noviziato. Alla fine della Messa, il celebrante principale ha benedetto la casa del noviziato, nella quale, subito dopo, si è svolto un pasto frater-no.

Workshop sulla Ratio Missionis
Il workshop sulla Ratio Missionis, guidato da P. Fernando Zolli, ha avuto luogo dalla sera del lunedì 10 ot-tobre alla mattina del venerdì 14 ottobre. Da sottolineare la partecipazione assidua e costante dei 37 confra-telli e di una Suora Comboniana. Si ringraziano P. Zolli e i due confratelli della provincia, P. Justin Dossou-Yovo e P. Norbert Rangu Mogoro, per aver animato le varie fasi dell’incontro.

UGANDA

Terzo anniversario della beatificazione di Daudi e Jildo

In occasione del terzo anniversario della beatificazione di Daudi e Jildo, i due martiri di Paimol (nord U-ganda), l’arcivescovo di Gulu, Mons. John Baptist Odama, ha presieduto alla celebrazione eucaristica all’aperto sul luogo del loro martirio, con la partecipazione di 20 sacerdoti concelebranti ed una folla di circa seimila persone.
P. Joseph Okumu, responsabile del Centro Catechistico di Gulu, ha commentato il fatto che i 2 km di stra-da che dal luogo sacro portano alla strada principale erano stati molto migliorati con la cooperazione della gente del posto, delle autorità locali e dei leader del distretto di Pader.
Nell’omelia l’arcivescovo ha detto: “Il luogo dove i due martiri sono stati uccisi, e sul quale ora ci troviamo, si chiama Wi polo in loro memoria. È un luogo sacro, così chiamato perché i nostri martiri insegnavano Wonwa ma ityé wi Polo (cioè, Padre nostro che sei nei cieli). Questi nostri martiri sono stati proclamati beati a Roma il 20 ottobre 2002 per tutta l’umanità. Oggi la gioia di questa proclamazione risuona in modo partico-lare per gli acholi (il gruppo etnico dei martiri) e per tutto il popolo ugandese. È qui che con il loro sacrificio sono divenuti semi di altri cristiani. Per questo lembo di terra, chiamato ora Wi polo, la nazione ugandese e la terra acholi sono meglio conosciuti nel mondo.
L’arcivescovo ha sottolineato il contrasto tra il sangue sparso a Wi polo e quello che ancora viene sparso oggigiorno in molte parti della terra acholi dai ribelli, i quali hanno totalmente rifiutato sia la fede tradizionale in un Padre comune a tutti, sia le consuetudini degli anziani.
Prendendo spunto dalla presenza di rappresentanti venuti da Kampala, l’arcivescovo ha ricordato a tutti che i 22 martiri ugandesi di Namugongo non erano solamente del gruppo dei baganda (il gruppo di Kampa-la), ma provenivano anche da altri gruppi etnici. “Oggi dobbiamo dire che i martiri ugandesi sono 24, prove-nienti da ogni angolo dell’Uganda”.
L’arcivescovo si è poi rivolto ai catechisti invitandoli ad essere orgogliosi dei due martiri: “Sono i primi mar-tiri catechisti in Africa. Per questo il compianto Giovanni Paolo II aveva preso a cuore la loro beatificazione, affinché potesse avvenire al più presto. È questo un segno che il Signore ha voluto dare agli acholi. Nono-stante la terribile situazione attuale, che provoca sofferenze simili a quelle provocate dalla ribellione avvenu-ta al tempo di Daudi e Jildo, siamo fiduciosi che presto sperimenteremo la consolazione di Dio nei nostri confronti.
Ai giovani l’arcivescovo ha detto: “I giovani devono sforzarsi di promuovere le belle qualità di Daudi e Jildo, perché si trovano nella loro stessa situazione. Dovrebbero imitare il loro esempio ed essere fieri di portare avanti il lavoro che questi due martiri hanno lasciato incompiuto. Condividere la propria fede, anche a costo della vita, è molto importante. I due martiri, dopo aver ricevuto il battesimo, la cresima e il mandato come ca-techisti, sono stati i primi missionari africani a Paimol”.

IN PACE CHRISTI

Fr. Mario Bisesti (28.07.1923 – 09.10.2005)

Nacque il 28 luglio 1923 ad Acerra (Napoli). Emise i primi voti il 2 febbraio 1957 a Firenze e fece la profes-sione perpetua il 2 febbraio 1963 in Spagna. Lavorò in Ecuador dal 1963 al 1981 e dal 1986 al 2000, 22 anni complessivamente. È morto il 9 ottobre 2005, a Milano.
Entrato nell’Istituto Comboniano in età già matura, mise a disposizione delle missioni le sue abbondanti energie. Dei suoi anni come missionario, 7 li passò in Spagna, 4 in Italia e il resto, più di 22, nelle missioni di Esmeraldas. Fu uno dei primi in Ecuador, uno di quelli che “aprirono la strada” nelle dure realtà degli inizi.
Non aveva titoli di studio particolari, ma un bel carattere fermo e deciso, intelligente e coraggioso. La sua attività non si misura in grandi opere, ma nella costanza con cui ha vissuto i due aspetti principali: prima di tutto, quello del fratello tradizionalmente “ad omnia”, ossia incaricato di occuparsi del benessere dei confra-telli nell’accudire alle persone e nella manutenzione delle case e delle opere delle varie missioni.
Nei vari luoghi in cui la sua presenza è stata apprezzata, era conosciuto per la sua instancabile attività ma-teriale: provvedere al necessario per la casa, occuparsi della pulizia, mantenere buoni rapporti con la gente semplice e con i collaboratori. A proposito di quest’ultimo punto, ha sempre mostrato un carattere ameno e gioviale. Era l’animatore della comunità, qualità che si esprimeva soprattutto nelle grandi riunioni combonia-ne. Sapeva trovare aneddoti, indovinelli, notizie curiose, ritagli e disegni, con i quali trascorrere momenti pia-cevoli con i confratelli o con le persone che si erano riunite per un momento di formazione. A volte, montava un pannello con ritagli di giornale, schizzi, caricature di persone presenti o di circostanze note, dimostrando la sua capacità inventiva e un’intelligenza critica sagace e misurata. Era molto apprezzato per questo spirito comunitario con il quale completava le ore di duro lavoro passate nelle diverse attività manuali.
Sull’altro versante, quello apostolico e più propriamente missionario, tutti i confratelli ricordano una delle sue principali prodezze. Era l’apostolo dei “filmini” o proiezioni fisse. Nei suoi “safari” solitari (infatti andava quasi sempre da solo) si recava nei paesi e nei villaggi lungo i fiumi e nelle missioni, con due grandi valige nelle quali portava un monumentale proiettore “all’antica” con una lampada a cherosene. Questa era la sua tremenda “arma da combattimento”. Riuniva la gente, grandi e piccoli, chiamandoli con una campanella, e la funzione cominciava. Quasi sempre era presente tutto il villaggio, compresi cani e galline. Allora Fr. Mario tirava fuori la lampada e, su un grande lenzuolo, apparivano le figure dai colori brillanti che rompevano l’oscurità delle notti tropicali. Il numero principale era costituito dai filmini di “Chichirí”, cartoni animati che rappresentavano le avventure di un bambino nero nelle selve dell’Africa. Avventure belle ed educative che Fr. Mario animava con diverse voci e con tutti gli effetti sonori necessari.
Seguivano, poi, i filmini sul catechismo, i sacramenti, i comandamenti, la storia sacra, il santo Rosario, ed altri temi. Le ore passavano come per incanto, la gente rideva a crepapelle oppure ascoltava in un rispettoso silenzio. Alla fine tutti, grandi e piccoli applaudivano e reclamavano, a gran voce, il bis.
Con questo metodo mai visto in quei luoghi remoti, Fr. Mario evangelizzava i villaggi uno dopo l’altro, lun-go i fiumi Onzole e Santiago, nelle zone di Quinindé, Atacames, Santa María de los Cayapas, Rioverde, fino alla “Ciudad de los Muchachos” e in alcune parrocchie urbane. Erano viaggi che richiedevano grandi sacrifi-ci, con poco cibo, notti difficili e lunghe camminate: un lavoro da missionario di prima linea che si aggiungeva alle sue responsabilità di tutti i giorni.
Ventidue anni di simili fatiche mostrano come la sua vocazione missionaria sia stata vissuta pienamente. Bisogna anche aggiungere un’intensa attività fatta di contatti personali, con l’esempio, la parola, e alcuni “ri-chiami”, un’attività rivolta a un gran numero di amici, impiegati, muratori, lavoratori di ogni tipo, gente sempli-ce con la quale era sempre in contatto. Il suo buon umore, la sua creatività, le sue uscite spontanee erano sostenute da un’intensa vita religiosa, di pietà e di disponibilità. Esmeraldas può rendere grazie a Dio per aver avuto un Fratello missionario della statura di Fr. Mario.
A 78 anni si è ammalato e ha passato gli ultimi 4 anni nel Centro Ammalati e Anziani di Milano, dove si è preparato all’incontro con il Signore, il Signore dei grandi missionari sconosciuti. (P. Alberto Doneda)

P. Giorgio Stefani (12.05.1965 – 20.10.2005)
Nato a Montichiari di Brescia (Italia) il 12 maggio 1965, P. Giorgio Stefani ha lasciato dietro di sé i genitori, due sorelle e due fratelli. Era il più giovane della famiglia.
Entrato nel seminario comboniano a 14 anni, nel 1989 aveva emesso la professione religiosa a Venegono (Varese) e poi completato gli studi teologici a Chicago (USA).
Ordinato sacerdote l’11 settembre 1993, P. Giorgio venne presto destinato in Sud Africa, dove si prodigò nel lavoro pastorale della parrocchia di Mount Ayliff (Eastern Cape) per sette anni. Nel giugno 2001 gli fu chiesto di prendersi cura della formazione dei candidati al sacerdozio come Missionari Comboniani, nello Study Centre di Wapadrand.
Nel gennaio 2005 P. Giorgio fu assegnato come parroco di Sant’Ago-stino a Silverton (Pretoria), pur conti-nuando come formatore dei candidati al sacerdozio, trasferiti con lui a Silverton. P. Giorgio si dedicava pie-namente al lavoro pastorale della comunità parrocchiale, interessandosi a ciascuno individualmente, fino al momento della sua morte inaspettata, il 20 ottobre.
Facciamo un accenno particolare alle circostanze della sua morte. La mattina del 20 ottobre P. Giorgio, salito sul tetto della casa nel tentativo di distruggere un alveare di api, era stato punto da alcune di queste. Rientrato in casa senza manifestare alcuna particolare conseguenza per le punture degli insetti, poco dopo, ha cominciato a sentirsi male e a chiedere aiuto al suo confratello P. Efrem Tresoldi, il quale è accorso subi-to e lo ha trovato accasciato per terra privo di forze. Chiamata immediatamente un’ambulanza, è stato tra-sportato d’urgenza in ospedale, dove i medici si sono immediatamente prodigati a rianimarlo, ma inutilmente. Per conoscere la causa della morte si dovranno attendere i risultati dell’autopsia che ancora non sono di-sponibili.
Ecco alcune testimonianze di persone la cui vita è stata toccata da P. Giorgio e dalla sua dedizione mis-sionaria.
Mons. George Francis Daniel, arcivescovo di Pretoria: “Tutti noi conosciamo abbastanza P. Giorgio da sentirci fiduciosi che era sulla via della salvezza. Anche adesso, mentre continua il suo viaggio verso la lon-tana sponda, avrà accanto il Signore Risorto, Colui che l’ha accompagnato finora, che gli ha aperto il cuore alle Scritture e che si è fatto riconoscere nello spezzare del pane. Con la sua ordinazione sacerdotale, P. Giorgio ha partecipato al ministero di Colui che ha detto: ‘Io sono la Verità’. Ha esercitato questo ministero con grande efficacia, tanto che la gente affollava la chiesa per ascoltarlo predicare. Con la sua ordinazione sacerdotale P. Giorgio ha partecipato al ministero di Colui che ha detto: ‘Io sono la Via’. Ha esercitato questo ministero in particolare durante i suoi ultimi anni come incaricato della formazione di coloro che si sentono chiamati a vivere una vita di consacrazione con i voti di povertà, castità e obbedienza come Missionari Com-boniani. Dall’inizio di quest’anno era parroco di Sant’Agostino in Silverton e molto amato dai parrocchiani. Con la sua ordinazione sacerdotale P. Giorgio ha partecipato anche al ministero di Colui che ha detto: ‘Io sono la Vita’. Non era estraneo alla sofferenza. Era consapevole che, come dice la Scrittura, Cristo era de-stinato a soffrire per entrare nella gloria. P. Giorgio aveva sofferto per inabilità fisiche che però non gli hanno impedito, ma lo hanno anzi aiutato ad essere un bravo sacerdote. […] Ringraziamo i genitori di P. Giorgio per il sacrificio che anche loro hanno compiuto offrendo uno dei loro figli alla Chiesa di Dio, e alla Chiesa del Sud Africa”.
Sr. Jennifer Slater, preside degli studi al seminario nazionale di San Giovanni Vianney, Pretoria: “P. Gior-gio era impegnato in molte attività, ed era anche un collega del personale del seminario di San Giovanni Vianney, cooperava nel Dipartimento di Pastorale, aiutava nella formazione spirituale degli studenti con la direzione spirituale, le giornate di ritiro e, se fosse dipeso da noi, l’avremmo voluto come formatore a tempo pieno. P. Giorgio è stato un vero esempio per i giovani studenti del seminario nel senso che, nonostante la sua vulnerabilità fisica, era una persona di una dedizione gioiosa, sempre sorridente e disponibile per tutti nell’assistenza spirituale e pastorale”.
Anthea van der Byl, parrocchiano di San’Agostino, Silverton, Pretoria: “P. Giorgio è stato, per un periodo troppo breve, parroco di Silverton. Infatti era con noi da solo dieci mesi, eppure in questo breve periodo ha avuto una grandissima influenza sulla nostra comunità. Nel giro di dieci mesi era diventato un parroco amato e molto popolare. […] Oltre al modo anticonvenzionale di predicare, aveva una grande umiltà, sia come uo-mo sia come ministro di Dio. […] Siamo stati veramente privilegiati per aver conosciuto una persona come lui. P. Giorgio, la tua morte è stata una grande perdita per noi, ma sarebbe stato una perdita ancor più gran-de non averti conosciuto.”
P. Fabio Carlo Baldan: “Posso affermare con riconoscenza che P. Giorgio si è lasciato guidare dall’amore di Gesù, dalla sua passione per l’uomo. Ha sempre vissuto la vita in pienezza, l’ha affrontata con la passione con cui affrontava ogni cosa. Non centellinava la sua vita ma l’affrontava e la donava con la generosità e la radicalità che erano una sua peculiarità. Le esperienze che aveva vissuto ed accettato con fede nel corso della sua esistenza terrena e della sua missione, lo avevano reso sensibile ed attento ai bisogni di chi incon-trava sui sentieri della vita. Con le sue parole sapeva toccare il cuore di chi lo ascoltava, con la sua amicizia si faceva sentire vicino e fratello a chi era nel bisogno”.
(P. Efrem Tresoldi)

P. Angelo Rodorigo (05.03.1924 – 07.11.2005)
P. Angelo Rodorigo nacque il 5 marzo 1924 ad Avezzano, una ridente città montana dell’Abruzzo in Italia. Dopo il terzo anno di studi di teologia, passò dal seminario diocesano al noviziato comboniano di Firenze, dove emise i voti religiosi il 19 marzo 1948. Il 6 giugno dello stesso anno fu ordinato sacerdote.
Dopo gli studi di lingua araba in Libano, fu assegnato alla circoscrizione dell’Egitto. Nel 1950 P. Angelo andò ad Hélouan come economo ed insegnante al “Collège de la Sainte Famille”. Nel 1958 fu nominato di-rettore della scuola, che continuerà a dirigere fino alla partenza per il Sudan. Per sette anni fu anche parroco della parrocchia di Hélouan. Dal 1972 al 1975 fu superiore regionale della circoscrizione dell’Egitto.
Nel 1976 P. Angelo fu destinato a El Obeid in Sudan, dove per quattro anni fu direttore del collegio “Com-boni Boy’s School” di El-Obeid e poi parroco a El-Nahud, ma sempre responsabile delle scuole comboniane. Qui, nel 1981, fu colpito da un tumore alla vena cava. Fu rimandato in Italia e operato all’ospedale di Verona, dove gli venne asportato un lungo tratto della vena, sostituito con una vena sintetica. Gli venne pronosticato un anno di vita o poco più. Invece, nel 1982 era già di ritorno a Hélouan, in Egitto, dove si dedicò al servizio missionario per altri 23 anni. Qui fu di nuovo incaricato delle scuole e superiore della comunità. Nel 1988 da Hélouan passò a Zamalek, Cairo, per dedicarsi al servizio pastorale della parrocchia di San Giuseppe, dove rimase fino al 1996. Trascorse gli ultimi anni della sua vita nella comunità comboniana di Cordi Jesu, come rettore del santuario ed economo.
Dal 1950 fino al 2005 P. Angelo ha praticamente vissuto sempre, ad eccezione dei cinque anni in Sudan, in Egitto, soprattutto a Hélouan, dove il suo nome è legato alla scuola della Santa Famiglia, a cui diede un’impronta straordinaria di serietà e amore per gli studi.
P. Angelo conosceva bene, oltre all’italiano, il francese, l’arabo e l’inglese. Aveva un carattere riservato, con tratti signorili ed amabili. Severo con se stesso, prima che con gli altri, esprimeva le sue opinioni in modo chiaro e diretto, con una schiettezza che non celava mai rancore.
All’inizio di settembre, in seguito ad una caduta, la sua salute cominciò a peggiorare: costretto a cammina-re con il bastone, non mancò di far sentire la sua presenza benevolente nel santuario che ricorda gli inizi dell’opera di San Daniele Comboni per la salvezza dell’Africa. Da quel luogo il Signore lo prese con sé la se-ra del 7 novembre 2005, quando il suo cuore cessò improvvisamente di battere.
Il funerale fu solennemente celebrato nel pomeriggio del 9 novembre nella chiesa “Cordi Jesu”, stipata di gente. P. Angelo aveva trascorso quasi metà della sua vita missionaria a Hélouan, per cui erano presenti un centinaio di persone di quella località, tra cui l’ex direttore e molti insegnanti della scuola. Erano presenti al funerale anche Mons. Makarios Tewfik (vescovo copto cattolico di Ismayliah), Mons. Andraos Salama (ve-scovo copto cattolico di Guizeh) e il vescovo maronita Mons. Joseph Dergham. Il delegato, P. Claudio Lurati, e altri venti sacerdoti hanno concelebrato. P. Claudio nell’omelia ha parlato della vita e del servizio missiona-rio di P. Angelo in Egitto e in Sudan. Ha poi descritto i suoi ultimi giorni, quando P. Angelo si è preparato per il suo ultimo viaggio. Con gratitudine lo ricordiamo al Signore e lo affidiamo alla sua misericordia.

P. Luigi Peranzoni (06.04.1916 – 12.11.2005)
P. Luigi Peranzoni era nato a Verona nel quartiere “Paradiso”, ultimo di quattro fratelli. Il papà era un impiegato statale e la mamma casalinga. Ancora da ragazzo cominciò a frequentare il Centro di Spirituali-tà Camilliano che aveva sede proprio nel quartiere. Era un ragazzo vivacissimo, amante dello sport, im-pegnato spiritualmente e capace di trascinare gli altri giovani verso il bene. Al suo funerale alcuni “paradi-sini” hanno rilasciato delle testimonianze commoventi.
Dopo le elementari Luigi si iscrisse all’Istituto Tecnico e, nel concorso dopo il conseguimento del diplo-ma, risultò il secondo d’Italia. Ciò gli assicurò un buon posto presso l’Alfa Romeo come disegnatore mec-canico. Quando raggiunse l’età, fu chiamato sotto le armi e fu inviato in Alto Adige con il grado di ufficiale. Qui dimostrò ancora una volta la sua spiritualità assorbita dai Camilliani. Siccome il parroco del paese si rifiutava di ricevere le confessioni dei soldati italiani, Luigi andava in altri paesi in cerca di chi nutrisse la sua anima con il sacramento della riconciliazione. Ciò costituiva un buon esempio per i commilitoni.
I soldati italiani erano guardati un po’ in cagnesco dalla gente del luogo perché erano considerati degli scomunicati e dei senza Dio. Quale fu la sorpresa del parroco quando, il giorno del Corpus Domini, uscendo di chiesa con la processione, trovò allineato in doppia fila il plotone militare che al passaggio del Santissimo Sacramento scattò sull’attenti e fece il saluto. Da quel giorno le relazioni tra i cristiani del luogo e i soldati migliorarono decisamente.
Alla fine della guerra Luigi tornò a casa ed espresse al suo padre spirituale (un camilliano) il desiderio di farsi sacerdote missionario. Logicamente il sacerdote lo invitò a farsi camilliano, ma a quel tempo i Camilliani di Verona non avevano missioni, mentre Luigi insisteva per la vita missionaria. “Allora vai dai Comboniani” gli rispose il sacerdote.
Nel 1939 Luigi era nel noviziato di Venegono e il 29 giugno 1945 fu ordinato sacerdote. Intanto, a cau-sa della guerra, dovette rimanere in Italia fino a quando si aprirono le vie della missione. Nel 1946 fu uno dei primi ad imbarcarsi per il Sud Sudan. Fu inviato alla scuola tecnica di Torit come insegnante. Dotato di competenza, grande senso di responsabilità e senso della disciplina (che non perderà mai per tutta la vita) diede un impulso determinante alla scuola.
Scrive Fr. Ottorino Gelmini: “Anch’io ho avuto la fortuna di vivere per qualche tempo assieme a P. Luigi. Egli era insegnante di matematica nella scuola tecnica dove lavoravo anch’io. Ho ammirato sempre la sua grande serietà nell’insegnamento, come anche la sua fedeltà. Ogni giorno preparava con scrupolo le lezioni. Oltre che di esempio egli è stato per me anche di grande incoraggiamento, esprimendomi la stima per il lavoro che stavo svolgendo. Un giorno, per esempio, mi confidò di trovare veramente preparati i ra-gazzi che venivano dalla mia classe. Un tale riconoscimento è stato per me come un’iniezione di entusia-smo. Con la premura e l’attenzione che aveva per i ragazzi, P. Luigi è stato di grande aiuto a P. Fernando Sembiante, il direttore della scuola, nel mantenere la disciplina e il ritmo di studio. Quando nel 1955, col passaggio del governo dagli inglesi agli arabi, scoppiò a Torit una sommossa dei soldati del Sud contro gli arabi del Nord, che determinò la provvisoria chiusura delle scuole, P. Luigi e il personale addetto alla scuola dovettero spostarsi nella missione di Isoke. Posso dire che la permanenza di P. Luigi ad Isoke ha rappresentato un momento di tranquillità, nonostante le ripetute visite dei ladri. Per la nostra piccola co-munità è stato di grande compagnia e di sicuro sostegno. Ho ammirato anche la sua sensibilità umana: quando andava in vacanza non mancava mai di far visita ai miei genitori e parenti”.
Dopo l’esperienza sudanese, P. Luigi è stato per dieci anni in Uganda, sempre dedicandosi all’insegnamento, e sei anni con gli Apostoli di Gesù in Kenya. Dal 1986 era in Italia, prima a Venegono, poi a Limone e infine a Verona. Qui ha trascorso gli ultimi anni della sua vita nel Centro Ammalati e An-ziani, diffondendo serenità con il suo ottimismo. La rottura di un femore lo ha costretto ad entrare in o-spedale. È stato operato, ma i disturbi che già si portava addosso e l’età non gli hanno consentito di su-perare il trauma. P. Luigi è spirato alle due del mattino del 12 novembre 2005 all’ospedale di San Bonifacio. Ora riposa nella tomba dei Comboniani nel cimitero di Verona. (P. L. Gaiga)

Preghiamo per i nostri defunti

IL PADRE:
Alberto di Fr. Armando Ramos González (M).

LA MADRE: Olivia di P. Ramón Reyes Luna (M); Colleta Amboi di P. Fred Ahiro (T).

IL FRATELLO: José de Jesús di P. Alfredo Del Toro Rodríguez (NAP); Giuseppe di P. Pietro Ra-vasio (C); Enrique di P. José Jesús Silva Ortega (M).

LA SORELLA: Veronica dello Sc. John Bliss Boadi (T); Teresa di P. Raffaele Tessitore (†); Odile dello Sc. Lazare Ako Kossi Sowah (CN).

LE SUORE MISSIONARIE COMBONIANE: Sr. Gaudenzia Dionese; Sr. Stefanella Minusso; Sr. Va-lentina M. Sosio; Sr. Rosamaria Guglielmi; Sr. Florinda Cremonesi.
Familia Comboniana n. 626