NOTIZIARIO MENSILE DEI MISSIONARI COMBONIANI DEL CUORE DI GESÙ

BUONA PASQUA 2023

DIREZIONE GENERALE

Incontro a Roma dei superiori dei Missionari Comboniani e del Comboni Survivors’ Group

Il 21 e 22 marzo 2023, il Superiore Generale, padre Tesfaye Tadesse Gebresilasie, assieme ai membri del Consiglio Generale e ai Superiori Provinciali, passati e presenti, della Provincia di Londra si sono incon­trati a Roma con i membri del Comboni Survivors’ Group. L'incontro ha incluso un’udienza privata di quaranta minuti con il Santo Padre, organizzata da padre Andrew Small, OMI, Segretario della Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori.

Per i membri del Consiglio Generale e per superiori della Provincia di Londra l’incontro è stato un’opportunità molto preziosa d’incontrare personalmente i membri del Gruppo e ascoltare la loro testimonianza. Il Cardinale Nichols ha presieduto le sessioni di apertura e chiusura dell'incontro, al quale hanno partecipato anche padre Andrew Small, e, su espressa richiesta del Group, Mons. Marcus Stock, attuale Ve­scovo di Leeds. Un comunicato è stato diffuso mercoledì sera, al ter­mine dell'incontro. Ecco il testo.

Dichiarazione congiunta, a seguito dell'incontro a Roma del Comboni Survivors’ Group e dei Missionari Comboniani, 21-22 marzo 2023.

Dal Comboni Survivors’ Group

Recentemente, Papa Francesco ha esortato i responsabili della Chiesa a rispondere con azioni concrete all’esperienza dei sopravvissuti agli abusi sessuali su minori da parte del clero. Come Comboni Survivors’ Group, abbiamo chiesto per molti anni ai Missionari Comboniani azioni concrete, ma abbiamo ricevuto per lo più silenzio o dubbi sulla veridicità delle nostre richieste. Molte altre vittime hanno sperimentato reazioni si­mili da parte di responsabili della Chiesa. Questa atmosfera di paura e recriminazione ha incominciato a cambiare negli ultimi mesi, quando ab­biamo incontrato e siamo stati accolti dai responsabili dei Missionari Comboniani, passati e presenti.

Nella nostra ultima riunione c’è stata la presenza dei superiori della Pro­vincia comboniana di Londra che si erano fatti carico delle nostre richie­ste di aiuto e impegno negli ultimi venticinque anni. Con loro abbiamo condiviso le nostre dolorose storie di abusi e la devastazione provocata dalla terribile risposta ricevuta dalla Provincia di Londra quando cer­cammo aiuto.

Durante l'incontro di questi giorni, che ha incluso un incontro con Papa Francesco, abbiamo avuto la sensazione di essere non solo ascoltati, ma anche creduti dai superiori comboniani, cosa che ci ha dato un senso di tranquillità. Questa è stata per noi un’esperienza trasformativa, che ha confermato la nostra ricerca di giustizia e dialogo come unica via di gua­rigione per coloro che sono stati colpiti dal torto che ci è stato fatto.

Guardiamo indietro a tutti gli errori e le incomprensioni che abbiamo spe­rimentato nel corso degli anni da parte dei Missionari Comboniani e pro­viamo un senso di disperazione pensando a come tanta sofferenza avrebbe potuto essere evitata. Con buona volontà e comune impegno al dialogo e all’azione, la frustrazione e il dolore che ci siamo portati dietro per tanti anni possono essere incanalati in modo tale da rendere le cose diverse, non solo per noi, ma anche per tutti coloro che affrontano espe­rienze simili alle nostre. Papa Francesco ci ha incoraggiato a mantenere la rotta del dialogo e dell'incontro, anche nei giorni più bui.

Siamo profondamente grati ai Missionari Comboniani per il loro gentile invito a venire a Roma, e vediamo in loro degli alleati sulla via della gua­rigione e rigenerazione. Siamo più che mai fiduciosi che questo “viaggio comune” stia andando in una direzione diversa e più sana per tutti noi, e ci impegniamo a percorrere questa strada insieme.

Dall'Istituto dei Missionari Comboniani

Ringraziamo i membri del Comboni Survivors’ Group per aver accettato il nostro invito a venire a Roma e a dialogare con i membri del nostro Consiglio Generale e i superiori della Provincia di Londra, passati e pre­senti.

Sebbene anche noi siamo stati scossi dai crimini compiuti da alcuni Con­fratelli e cooperatori laici del passato, solo di recente siamo arrivati a com­prendere appieno l’impatto del danno duraturo che questi abusi hanno causato alla vita di quanti erano stati affidati alle nostre cure tanti anni fa. Deploriamo e condanniamo quanto è accaduto.

Ci rammarichiamo anche per le incomprensioni e le opportunità mancate nel rispondere al Comboni Survivors’ Group, che purtroppo hanno cau­sato ulteriori danni e ferite a coloro che avevano già sofferto così tanto. Siamo veramente dispiaciuti per le volte in cui non abbiamo risposto in modo adeguato, e chiediamo ancora una volta perdono.

Speriamo che il tempo trascorso insieme possa portare maggiore pace e guarigione, e ci impegniamo a intraprendere ulteriori azioni concrete per alleviare quello che è stato per loro un percorso difficile.

Come responsabili dei Missionari Comboniani, abbiamo ascoltato le loro esperienze. Crediamo alle loro storie di dolore e delusione e vogliamo migliorare le cose il più possibile. Ci impegniamo a imparare da queste esperienze e a inserirle nei programmi di protezione dell’infanzia del no­stro Istituto per garantire che possiamo apprendere dal passato e preve­nire qualsiasi abuso in futuro.

Nel dialogo, cercheremo di trovare il modo di offrire la necessaria cura pastorale e il dovuto sostegno a ciascuno di loro, per quanto ci è possi­bile.

Infine, ringraziamo Papa Francesco che ci ha incontrato, il cardinale Vin­cent Nichols, il vescovo Marcus Stock e padre Andrew Small, OMI, e tutti coloro che hanno contribuito a portarci a questo momento di grazia. In­vochiamo l’aiuto del Signore, il solo che può fare nuove tutte le cose.

Ordinazione sacerdotale
P. Byron José Valverde Arce – San José (PCR) – 25 marzo 2023

Opera del Redentore
Aprile: 01 – 15 CN; 16 – 30 EC
Maggio: 01 – 15 ET; 16 – 31 I

Intenzioni di preghiera

Aprile: Per quanti vivono nelle periferie dei grandi agglomerati urbani, perché trovino accoglienza, opportunità di partecipazione e di riscatto, promozione e rispetto, affinché le città riacquistino un volto umano. Preghiamo.

Maggio: Perché la celebrazione della Giornata Mondiale della preghiera per le vo­cazioni susciti nel cuore dei giovani e delle giovani la consapevolezza che la missione ha bisogno che la loro libertà risponda all’invito di Gesù ad andare in tutto il mondo a testimoniarlo. Preghiamo.

APRILE

Ricorrenze significative

25

San Pedro de San José de Betancur, religioso

PCA (Centroamerica, Costa Rica, Guatemala, El Salvador, Nicaragua)

MAGGIO

Calendario liturgico comboniano

Ultimo sabato del mese
Beata Vergine Maria,

“Nostra Signora del Sacro Cuore”

memoria

Ricorrenze significative

MAGGIO

2

Sant’Atanasio, vescovo e dottore della Chiesa

Egitto

CURIA – CENTRO FORMAZIONE PERMANENTE

Corso Comboniano di Rinnovamento 2023 a Roma

Il Corso Comboniano di Rinnovamento (CCR) è un periodo sabbatico che l’Istituto comboniano offre ai confratelli di età fra i 45 e i 65 anni. Quest’anno, sono undici i missionari che lo frequentano, presso la Casa Generalizia a Roma, da gennaio a maggio, interrompendo le loro attività per fare una rilettura sapienziale della propria vita e ritornare poi in mis­sione.

I partecipanti di quest’anno provengono da nove paesi e da ministeri di­versi dei vari settori della pastorale missionaria. Per età, vanno dai 55 ai 74 anni. Il CCR è coordinato da padre Fermo Bernasconi e padre Alberto de Oliveira Silva.

Durante il CCR, si dà molta importanza e tempo alla vita comunitaria, alla riflessione, e alla preghiera personale e in gruppi, il che consente a cia­scuno di condividere più liberamente e facilmente le proprie esperienze di vita personale e di missione, e di favorire la conoscenza reciproca.

Di solito, ogni mattina viene presentato un tema di formazione, con l’obiettivo di aiutare i confratelli a rivedere le varie tappe della vita perso­nale, comunitaria, religiosa e missionaria. Per questo, settimana per set­timana, si susseguono diversi temi, che includono le diverse dimensioni della vita e aiutano ogni missionario a fare una rilettura della propria vita individuale e comunitaria, a rinnovarsi dal punto di vista spirituale e vo­cazionale, a ricordare la vita e gli Scritti di Comboni, e a rivedere lo stile di vita davanti alle varie sfide della missione oggi, tenendo conto anche degli Atti del XIX Capitolo Generale.

Il CCR include diverse visite di studio e di convivenza, al fine di creare uno spirito comunitario. Il gruppo è già stato a Greccio e Fonte Colombo – terra di san Francesco, grande ispiratore della vita semplice e della missione – e a Subiaco, terra di san Benedetto, e ha già visitato e parte­cipato a diverse celebrazioni presso il vicino Monastero delle “Tre Fon­tane”. Un’ultima visita è stata alla comunità di Castel Volturno, autentico “pellegrinaggio” nelle sfide della missione comboniana in Europa, a ser­vizio dei moltissimi immigrati e della popolazione locale, per un reciproco arricchimento.

In programma, ci sono ancora due visite molto speciali, che suscitano in tutti grandi aspettative: a Verona e Limone sul Garda, terra del Padre e Fondatore san Daniele Comboni, e, durante le ultime settimane, in Terra Santa, per conoscere i luoghi biblici e le strade dove Gesù ha compiuto la sua missione.

Padre Pierino Landonio ci racconta come sta procedendo il corso, nono­stante il numero esiguo dei partecipanti, e come il gruppo lo sta vivendo personalmente: «Siamo stati bene accolti dalle due comunità presenti nella Casa generalizia, e siamo accompagnati “magistralmente”. Tro­viamo molto interessanti i temi trattati. Non abbiamo dubbi che il corso si stia evolvendo in un’esperienza arricchente per ciascuno di noi. Dopo decenni di vita impegnati in vari paesi per un servizio missionario, talvolta logorante o in apparenza poco fruttuoso, il ritornare sui propri passi e riservare più tempo allo stare con Lui in una dimensione contemplativa, alla fine non sarà che per il bene della stessa Missione».

BRASIL

La diocesi cattolica di Roraima accoglie il nuovo pastore

La sede della diocesi cattolica di Roraima è rimasta vacante da quando il vescovo Dom Mario Antonio da Silver fu trasferito all’arcidiocesi del Mato Grosso nel mese di maggio 2022. Durante questo periodo di circa dieci mesi, la diocesi è stata affidata a don Lucio Nicoletto, sacerdote fidei donum della diocesi di Padova (Italia), in veste di amministratore dioce­sano.

Il 25 gennaio scorso, in occasione della festa della conversione di San Paolo, Papa Francesco ha nominato Dom Evaristo Pascoal Spengler, O.F.M., di 62 anni, già vescovo della diocesi di Marajó, decimo vescovo della diocesi di Roraima.

La bella celebrazione eucaristica di insediamento si è svolta nella Solen­nità dell'Annunciazione, il 25 marzo 2023, nella piazza centrale della città, davanti alla Cattedrale “Cristo Redentore”, alla presenza del Cardinale di Amazon, Dom Leonardo, di vari vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, e funzionari governativi. Numerosi i fedeli laici provenienti da dentro e fuori la diocesi.

Il motto episcopale di Dom Evaristo, che spicca nel suo stemma, è “Prendi il largo”, cioè le parole che Gesù disse a Pietro, invitandolo a get­tare le reti in acque profonde (Luca 5,4).

Il nuovo vescovo conosce bene le sfide che deve affrontare la diocesi alla cui guida è stato messo. Tra queste spiccano la situazione dei migranti e dei gruppi indios. La città di Boa Vista, capitale dello Stato di Roraima, è meta di molti migranti provenienti soprattutto dal Venezuela. La diocesi li accoglie e offre loro il sostegno necessario.

Lo Stato di Roraima ha la più alta popolazione di indios del Brasile, sud­divisa in vari gruppi: Macuxi, Wapichana, Ingariko, Yanomami, ecc. Gli Yanomami hanno spesso attirato su di sé l'attenzione dei media locali e internazionali perché, nella loro terra ancestrale sono tormentati dal cre­scente numero di miniere illegali e di occupazioni illecite di terre degli indiso, come pure dalla fame, dall’inquinamento, dall’alta mortalità infan­tile e da malattie quali la malaria. Dal 2003, i missionari comboniani lavo­rano tra gli indios Macuxi e Wapichana.

Nella sua omelia, il nuovo vescovo ha ribadito l’opzione preferenziale per gli indios e i migranti. Ha detto: «So che l’Amazzonia è nel cuore di Papa Francesco. Chiamato ad essere fedele al Vangelo, vedo questa mia ve­nuta a Roraima come parte del piano di Dio per me e per questa chiesa locale. Pertanto, intendo agire in comunione con tutta la Chiesa, in uno spirito di sinodalità». Ha poi concluso, ringraziando i suoi predecessori e l'amministratore diocesano per il servizio reso alla Chiesa locale. (Padre Teddy Keyari Njaya, mccj)

España

Incontro della Famiglia Comboniana

La Famiglia Comboniana di Spagna si è riunita l’11 e 12 marzo 2023 a Madrid. Tema centrale dell’incontro è stata la condivisione del cammino che stiamo portando avanti a livello mondiale, cogliendo anche l’occa­sione dei Capitoli Generali dei Comboniani e delle Comboniane e delle Assemblee continentali dei Laici Missionari Comboniani (LMC) in Ame­rica e Africa, tutti celebrati di recente.

Ha aperto l’incontro padre Pedro Andrés, che ha raccontato come si è svolto il Capitolo Generale, mentre il sabato pomeriggio è stato utilizzato per conoscere da vicino il Capitolo delle Comboniane.

Domenica c’è stata la presentazione dei LMC. In un primo momento, Isa­bel, coordinatrice del gruppo di coordinamento della Spagna, ha parlato dell’ultima assemblea e delle sfide che abbiamo davanti come gruppo spagnolo: in particolare, la necessità di capire quanti siamo e dove siamo presenti, e le iniziative che portiamo avanti. Subito dopo c’è stata condi­visione sugli incontri celebrati quest’anno a livello continentale in America (Lima-Perù) e in Africa (Cotonou-Benin). L’aspetto più importante è stato soprattutto la possibilità di approfondire la ricchezza e le debolezze dei nostri LMC in questi continenti.

Alla fine, i responsabili dei tre “rami” che hanno partecipato all’incontro, assieme al loro saluto, hanno espresso l’invito a proseguire questo impe­gno di famiglia.

L’incontro si è concluso con la celebrazione eucaristica nel corso della quale un momento speciale è stato dedicato a padre Pedro Andrés che, dopo questi anni come provinciale della Spagna, è in partenza per il Perù. (Alberto de la Portilla, Coordinatore del Comitato Centrale dei LMC e membro dei LMC di Spagna)

ETHIOPIA

Siccità tra i Borana – Visita alle zone colpite del Vicariato di Hawassa

Tra il 10 e il 13 marzo, l’arcivescovo di Addis Abeba, cardinale Berha-neyesus Souraphiel, e i rappresentanti del Vicariato di Hawassa, Mons Juan González Núñez, amministratore apostolico, padre Nicola Di Iorio, vicario delegato, e don Tsegaye Getahun, direttore del Segretariato cat­tolico di Hawassa, si sono recati in visita alla regione del Borana, situata nel sud del Vicariato, abitata in gran parte dall’omonimo gruppo etnico, una delle zone più colpite dalla siccità, per portare aiuti e, soprattutto, speranza alle molte vittime.

In Etiopia si dice che, se chiedi a un Borana dell’acqua, ti offre del latte. Oggi, però, questo generoso popolo non può offrirti né latte né acqua: la gente e il suo bestiame stanno morendo letteralmente di sete.

I Borana occupano la parte più meridionale dell'Etiopia, al confine con il Kenya. La loro terra è una steppa perennemente arida, ma, se le piogge sono regolari, è in grado di sostenere due o tre milioni di bovini, oltre a grandi greggi di capre.

Purtroppo, il normale andamento delle precipitazioni nel distretto si è dra­sticamente alterato. Da cinque anni non piove, e la capacità della regione di far fronte a una simile catastrofe si è ormai del tutto esaurita. Uno dopo l’altro, tutti i punti d'acqua si sono prosciugati e quasi tutto il bestiame è morto. Si parla di almeno due milioni di capi di bestiame morti di fame e sete.

Bisogna tornare al lontano 1984 per trovare una simile tragedia. Io ne fui testimone in prima persona. In quel terribile anno, le vittime tra i Borana superarono il milione. Oggi, il governo promette che non lascerà morire un solo individuo a causa della siccità. Forse potrebbe anche riuscirci, se ammassasse tutti i Borana in campi per sfollati. Non sarà comunque pos­sibile sapere con certezza quante saranno state le vittime per malnutri­zione e fame. Gradualmente, la maggior parte delle persone si è già tra­sferita nei campi per sfollati allestiti dal governo.

La delegazione della Chiesa cattolica, guidata dal cardinale di Addis Abeba, ha visitato il campo di Dubluk, che, con 80.000 residenti, è uno dei più grandi della zona. Gli sfollati vivono per lo più in tende, alcuni sono alloggiati in vere e proprie capanne, altri ancora in baracche di pali co­perte da teli di plastica. Le persone appaiono pulite, vestite decentemente e ben nutrite: abiti e cibo sono forniti dal governo e da enti di beneficenza. Ma c'è un senso di sconforto tra coloro che un tempo erano benestanti e hanno perso tutto. Come detto sopra, la siccità dura ormai da cinque anni: la più lunga che la gente ricorda. Fin dall’inizio, il Vicariato di Hawassa è stato presente, aiutando gli sfollati in ogni modo possibile. Tra i Borana ci sono tre missioni cattoliche gestite dai Missionari Spiritani, che si sono distinti per il loro lavoro sociale attraverso scuole, residenze per studenti e scavi di pozzi d'acqua.

Il Vicariato in quanto tale ha sempre assistito la popolazione colpita. Ma non sappiamo fino a quando l’emergenza durerà. Fino ad oggi, siamo riusciti ad assistere circa un milione e mezzo di Borana, distribuendo loro ingenti quantità di aiuti ricevuti da organizzazioni come la Caritas Ame­rica, la Caritas Austria, ed altre ancora.

Il giorno dopo la nostra visita agli sfollati, ha cominciato a piovere. Sta’ a vedere che ora la gente dirà che sono stati i cattolici a portare la pioggia! Sarebbe un curioso equivoco. Sappiamo bene che soltanto Dio è il Si­gnore di tutto ciò che la sua provvidenza mette a nostra disposizione. (Mons. Juan González Núñez, mccj

ITALIA

Festa dei parenti dei missionari comboniani italiani a Padova

«È stato bello stare insieme, ritrovarci e vivere una giornata in famiglia». Questi i commenti che si sono sentiti sulle labbra dei parenti dei combo­niani, riuniti domenica 12 marzo scorso nella casa di Padova, per il loro incontro annuale. Assieme ai confratelli della comunità, c’erano una no­vantina di persone, contente e riconoscenti per la bella giornata trascorsa insieme. Qualcuno ha commentato: «Lo stile del nostro incontro odierno è stato diverso dal solito: l’atmosfera è stata particolarmente familiare». Del resto, i protagonisti della giornata sono stati loro, i parenti, che hanno raccontato del loro figlio o fratello missionario.

Padre Gaetano Montresor ha dato il tono della festa, riaffermando, an­cora una volta, che «ogni comboniano rende “comboniana” l’intera sua famiglia, per cui la famiglia di uno diventa la famiglia di tutti, e ogni com­boniano si sente a casa sua quando visita la famiglia di un confratello».

L’incontro è iniziato con un susseguirsi di racconti di vita comboniana. Poi, c’è stato l’intervento di padre Eliseo Tacchella, che ha ripreso alcuni punti della recente visita di papa Francesconella Repubblica Democra­tica del Congo e Sud Sudan. Per riassumere i messaggi forti, pronunciati da papa Francesco, durante il suo viaggio, ha citato la seguente frase: «Giù le mani dall’Africa!». Padre Eliseo ha anche presentato la situazione di vero e proprio saccheggio dei minerali della Rd Congo, e le modalità veramente terribili con cui viene perpetuato lo sfruttamento delle miniere. Ha infine elencato le indicibili sofferenze delle popolazioni e descritto lo stato di assoluta povertà in cui sono costrette a vivere.

Rispondendo alla domanda più volte sollevata sul perché della presenza in America Latina dei missionari comboniani, un istituto fondato principal­mente per l’evangelizzazione dell’Africa, padre Alessio Geraci ha spie­gato, con documenti alla mano, come l’Istituto abbia, in verità, risposto a richieste ben precise e insistenti provenienti dalle Chiese dell’America Latina e caldamente appoggiate dalla stessa Santa Sede. «Se la Chiesa chiama, il comboniano risponde». Oggi, ha continuato padre Alessio, i comboniani sono seriamente impegnati nell’annuncio del Vangelo in quelle terre, con un’attenzione particolare alle gigantesche sfide causate dalla sempre più selvaggia distruzione degli ecosistemi, alle tragiche si­tuazioni in cui sono relegate alcune minoranze etniche, ai sempre più frequenti scoppi della violenza, e alla fragilità di alcune democrazie.

A questo intenso momento di racconti e informazioni è seguita la cele­brazione dell’Eucarestia, che ha contribuito in maniera forte a far crescere in tutti i presenti lo spirito di famiglia comboniana. Sono stati ricordati i nomi dei familiari recentemente morti, in particolare le mamme, i papà, le sorelle e i fratelli di missionari comboniani, e anche di numerosi padri e fratelli comboniani, sia originari della nostra zona, sia confratelli che hanno servito in questa comunità. (Padre Gaetano Montresor, mccj)

Workshop sull’ecologia integrale

Nei giorni 3 e 4 marzo 2023, lo scolasticato di Casavatore ha promosso un workshop sull’ecologia integrale, animato da padre Fernando Zolli e fratel Antonio Soffientini, membri della commissione di Giustizia e Pace e Integrità del Creato (GPIC) della Provincia italiana, e dai signori Monica Fioretti e Vittorio Moccia, promotori e sostenitori della resistenza dei mo­vimenti di base della Regione Campania, contro le discariche dei rifiuti tossici e l’inquinamento del suolo e dell’aria.

Alla luce del “Vangelo della Creazione”, degli orientamenti teologici espressi nell’enciclica Laudato si’ e nell’esortazione apostolica Querida Amazonia di Papa Francesco, e delle esperienze vissute sul territorio – chiamato dagli antichi Romani Campania Felix e oggi indicata come Terra dei fuochi – gli scolastici hanno colto:

  • il significato dell’interconnessione esistente tra la creazione e l’uma­nità;
  • l’importanza di crescere nella consapevolezza dello scempio che il si­stema tecnico-scientifico infligge sia alla Madre Terra che ai poveri ed esclusi;
  • l’urgenza di eliminare gradualmente l’eccessiva emissione nell’atmo­sfera di anidride carbonica (detta anche diossido di carbonio e conosciuta con la formula chimica CO2), per arrestare il processo dei cambiamenti climatici;
  • la necessità di denunciare il saccheggio selvaggio e sistematico dei beni comuni, con drammatiche conseguenze sulle popolazioni del Sud del mondo;
  • l’importanza di crescere nell’impegno di assumere la difesa della casa comune, come parte integrante dell’evangelizzazione.

Come impegni concreti, gli scolastici hanno adottato il Vademecum Lau­dato si’ della provincia italiana, per educarsi a vivere i nuovi stili di vita e di relazioni ecologiche; hanno deciso di aderire alla Piattaforma Laudato si’ (LSPA), promossa dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, del Vaticano, e indicata come priorità dal XIX Capitolo Gene­rale dell’Istituto; e hanno espresso la loro volontà di crescere nella “spiri­tualità ecologica”, facendo proprio l’impegno di realizzare Cieli nuovi e una terra nuova, come custodi della creazione e dei deboli, secondo il piano primordiale di Dio e rivelato dal Cristo, «il disegno cioè di ricapito­lare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra» (Ef 1:9b-10).

PROVINCIA DE CENTRO AMÉRICA

Ordinazione sacerdotale di Byron José Valverde Arce

La parrocchia di San Giuseppe Patriarca, nella provincia di Heredia, in Costa Rica, ha celebrato l’ordinazione sacerdotale di uno dei suoi figli, il diacono Byron José Valverde Arce, il 25 marzo, Solennità dell’Annuncia­zione del Signore.

Entrato nel 2011 nel postulato comboniano, situato nel Barrio Sagrada Familia, a San José, Byron José è poi passato nel 2015 al Noviziato in Xochimilco, concluso con i primi voti il 13 maggio 2017, quindi allo Sco­lasticato di Casavatore (Napoli, Italia), dove è rimasto fino al 2021.

Conclusi gli studi teologici, ha svolto il suo servizio missionario nella par­rocchia di San Luis, Petén, Guatemala, dove ha emesso i voti perpetui il 30 settembre 2022, e ricevuto il diaconato poco dopo.

Byron è stato ordinato sacerdote da Mons. Vittorino Girardi, mccj, ve­scovo emerito della diocesi di Tilarán-Liberia. I confratelli hanno voluto mostrargli la loro vicinanza spirituale e fisica presenziando numerosi alla sua ordinazione, accanto alla sua famiglia, amici e benefattori.

La parrocchia si è profondamente commossa per questo evento unico, preparato da una settimana di animazione e preghiera e solennizzato da una vivacissima celebrazione della festa del proprio Patrono, San Giu­seppe.

Durante la gioiosa messa di ordinazione, Mons. Vittorino ha esortato By­ron a continuare a dire il suo “sì” alla missione, alla passione missionaria e al servizio, seguendo l’esempio di Maria, la serva del Signore. L’intera assemblea ha fatto proprio l’esortazione del vescovo con un fragoroso applauso.

PREGHIAMO PER I NOSTRI DEFUNTI

IL PADRE: Calixto, di padre Victor Hugo Castillo Matarrita (RCA); Roger Arnaud, dello Sc. Tabasse Taramboui Ebed Melek Ruben Dario (RCA); Maurice, di padre Longba Guéndé Godefroy-Médard (RCA).

LA MADRE: Lindóia Carolina Matzembacher Reghelin, di padre Valnei Pedro Reghelin (BR).

IL FRATELLO: Giacomo, di padre Rocco Bettoli (A); Giovanni, di padre Carmine Calvisi (I);

LA SORELLA: Norina, di padre Gino Melato (I); Paula, di padre Alois Eder (DSP); Evelina, di padre Erminio Pegorari (+1999); Giuseppina, di padre Antonio Di Lella (I); Maria, di fratel Johannes Valentini (DSP).

LE SUORE MISSIONARIE COMBONIANE: Suor Giovanna Blanchetti; Suor Stefania Bassan; Suor Luisa De Berti.