1. L’AM deve essere intesa non solo come espressione della nostra identità e del nostro carisma comboniano, ma anche come fonte di rinnovamento. Il concetto e il campo d’azione dell’AM hanno subito nel tempo un’evoluzione. Perciò, come Missionari Comboniani ci sentiamo chiamati a rinnovarci in questo aspetto fondamentale del nostro carisma e a rinnovare la nostra metodologia di AM.
2. I cambiamenti nella società, nella Chiesa e nell’Istituto ci sfidano ad un profondo rinnovamento nel modo di comprendere e attuare questa dimensione essenziale del nostro carisma, che tradizionalmente chiamiamo animazione missionaria.
2.1 Il nuovo paradigma teologico e ecclesiale, secondo il quale non c’è Chiesa “missionaria” e Chiesa “oggetto di missione”, bensì Chiese responsabili dell’evangelizzazione e della missione oltre i propri confini geografici e sociologici, ci obbliga a rivedere contenuti e modalità della nostra AM.
2.2 La visione della missione come strada privilegiata per l’annuncio evangelico e la promozione dei valori del Regno ha ampliato il concetto di AM, intendendola come stimolo alla Chiesa e alla società perché operino a favore della vita in ogni sua dimensione, in particolare di quella dei popoli emarginati.
2.3 Il sorgere di varie organizzazioni civili che promuovono un mondo più giusto e solidale, in concomitanza con molti nostri obiettivi e attività, ci spingono a situarci in un nuovo stile di collaborazione.
2.4 Lo sviluppo e il consolidamento delle Chiese d’Africa e d’America, pronte ad assumere nuove responsabilità missionarie, danno un’urgenza nuova alla dimensione animatrice del nostro carisma.
2.5 La trasformazione della geografia vocazionale ed ecclesiale contribuisce, inoltre, a far percepire all’Istituto la necessità di dover sviluppare ovunque tutte le dimensioni del carisma. Alcune Circoscrizioni, in passato esclusivamente luoghi di evangelizzazione, includono oggi una forte componente di AM, mentre altre, che un tempo vivevano solo per l’AM, sentono oggi la sfida di nuove urgenze evangelizzatrici.
2.6 Le trasformazioni culturali e tecnologiche ci sfidano ad un’attenzione costante ai nuovi linguaggi multimediali.
3. Comboni desiderava non solo la rigenerazione dell’Africa attraverso la forza del Vangelo, ma anche una Chiesa missionaria aperta al richiamo che in quel tempo veniva dall’Africa. Allo stesso modo, noi Comboniani sogniamo oggi una Chiesa missionaria, aperta al grido che giunge dai popoli più poveri e disposta a testimoniare il Vangelo ben oltre le proprie frontiere. Perciò ci impegniamo con forza nell’AM di tutta la Chiesa e in particolare delle Chiese locali alle quali apparteniamo, per origine o per destino. Crediamo inoltre che il carisma che lo Spirito donò a Daniele Comboni è un dono per tutta la Chiesa e lo offriamo come proposta vocazionale e di collaborazione tra le Chiese e i popoli.
4. Come Comboniani, siamo convinti che il nostro impegno con i più poveri e abbandonati è la più importante fonte d’ispirazione per un’efficace AM, un modo di proclamare che il Vangelo è una realtà concreta e non un’idea astratta. Le nostre presenze missionarie costituiscono per se stesse un’AM delle Chiese locali, oltre che essere una testimonianza concreta per i movimenti laicali non specificamente legati alla Chiesa.
5. Come parte integrante del nostro carisma, l’AM ha lo scopo di sensibilizzare le Chiese locali in merito alla loro responsabilità di annunciare il messaggio di Cristo oltre le proprie frontiere, promuovendo la comunione e la cooperazione tra le Chiese, e stimolando la conoscenza reciproca e la condivisione delle ricchezze e delle diversità della Chiesa universale.
6. L’AM, che realizziamo attraverso un pieno inserimento nelle Chiese locali, deve rinnovarsi per conseguire un carattere più profetico di annuncio del messaggio evangelico e di denuncia delle situazioni di oppressione e ingiustizia (lobby e advocacy), facendo conoscere le situazioni di povertà ed emarginazione in cui continua a trascinarsi gran parte dell’umanità.
7. Riaffermiamo il principio comboniano di “Salvare l’Africa con l’Africa”. Seguendo il Piano di Comboni, continuiamo a impegnarci anzitutto nella formazione di leader e di comunità, in modo che le persone e le popolazioni che serviamo si trasformino esse stesse in agenti di evangelizzazione per la diffusione del Vangelo tra i popoli (cfr. RV 7.1). Il nostro carisma inoltre li apre ad una visione più ampia di animazione e annuncio che li aiuta a superare interessi locali e ad acquisire una vera sensibilità e spirito missionario ad gentes.
8. L’impegno per GPIC viene assunto come elemento costitutivo dell’annuncio evangelico e dell’AM e ci stimola ad una testimonianza personale coerente e ad uno stile di vita sobrio, collaborando con chi è già impegnato in questo campo. È questo il settore privilegiato dell’attività dei fratelli, che favorisce anche una riqualificazione della promozione vocazionale.
9. In ogni Circoscrizione si collabori con la Chiesa locale e con altri Istituti, elaborando insieme, dove sia possibile, un piano di AM.
10. I continenti definiscano un piano continentale di AM e le Circoscrizione formulino la propria carta dell’AM (AC ’03, 45). In ogni programmazione di Circoscrizione si preveda la presenza di confratelli specializzati nell’AM (missiologia, comunicazioni sociali, giornalismo, ecc.).
11. Durante il sessennio, le Circoscrizioni dove ancora non vi sono LMC autoctoni, facciano il possibile per favorirne la presenza e la formazione.
12. Come animatori ci poniamo al servizio di un movimento missionario nelle Chiese locali in cui siamo presenti. Diamo priorità alla formazione e all’accompagnamento di gruppi (adulti, giovani, adolescenti…) all’interno delle rispettive comunità cristiane, che intraprendano un cammino di testimonianza e di impegno missionario ispirandosi al carisma comboniano.
13. In ogni Circoscrizione si promuova la collaborazione con la società civile organizzata e con istituzioni religiose operanti nell’ambito di GPIC.
14. Nella promozione vocazionale e formazione di base si presenti la vocazione missionaria comboniana in tutte le sue espressioni di radicalità.
15. Si faccia uso di tutti i mezzi di comunicazione disponibili per l’AM, la promozione vocazionale, la GPIC e per comunicare i valori del Regno. Ogni Circoscrizione abbia la propria pagina web.
16. Si continui l’attività di diffusione delle nostre riviste, pubblicazioni e altri sussidi multimediali di animazione nelle parrocchie, nelle scuole e nei centri culturali.
17. Si consolidi il lavoro in equipe di GPIC affinché l’Istituto sia presente in ambiti internazionali (VIVAT e AEFJN) per sostenere campagne di lobbying mirate alla promozione dei diritti umani e per animare le nostre Circoscrizioni e le attività da noi gestite.