Notiziario mensile dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù

DIREZIONE GENERALE

Commissione Preparatoria del Capitolo Generale

Il Consiglio Generale, nella Consulta del 30 giugno 2008, ha nominato la “Commissione Preparatoria” del Capitolo Generale. I membri sono: P. Tesfaye Tadesse Gebresilasie, P. Cerezo Ruiz Daniel, P. Converset John Michael, P. Sánchez González Enrique, P. Filippi Giuseppe, Fr. Giusti Daniele Giovanni.
La commissione si incontrerà a Roma dal 3 al 7 novembre 2008.

Archivio Comboniano
Il Consiglio Generale, durante la Consulta di giugno, ha designato nuovi membri e confermato altri, per cui il Consiglio di direzione e il Comitato scientifico risultano così composti:
Consiglio di direzione: Direttore: P. Joaquim José Valente da Cruz (Presidente Studium Combonianum); Segretario: P. Antonio Furioli; Tesoriere: P. Claudio Lurati; Consiglieri: P. Fabio Carlo Baldan (Vicario Generale), P. Piergiorgio Prandina (Archivista Generale), P. Romeo Ballan, P. Fernando Domingues, P. Alois Eder, P. Pietro Ravasio.
Comitato scientifico: Mons. Camillo Ballin, P. Reinhold Baumann, Fr. Aldo Benetti, P. Carmelo Casile, P. Danilo Cimitan, P. Mario Cisternino, P. John Michael Converset, P. J. Antonio Fraile, P. Jorge Oscar García Castillo, P. Benedetto Giupponi, P. Fidel González Fernández, P. John Ikundu, P. Fidèle Katsan, P. Palmiro Mileto, P. Gianpaolo Pezzi, P. Francesco Pierli, P. Ayele Sebhatleab, P. Hailé Tesfaghiorghis, D. Mario Trebeschi, P. Josef Uhl, P. Bervian Vanderlei, P. Giovanni Vantini, P. Franz Weber.

Segretariati Generali
Segretariato Generale per l’Economia
Assemblea Continentale degli Economi e Procuratori di America e Asia

Tutti gli Economi e Procuratori dell’America e dell’Asia si sono riuniti a Pesaro dall’11 al 13 settembre 2008 per un’Assemblea continentale in preparazione a quella generale che ha avuto luogo la settimana seguente. Hanno analizzato l’economia comboniana nel continente e dal punto di vista delle esigenze e opzioni locali nostre e della Chiesa. In particolare è stata data una certa importanza al tema dell’etica in economia, aiutati anche dalla presenza ed interventi del dott. Riccardo Milano, esponente di Banca Etica.
Le mozioni hanno sottolineato le varie esigenze emerse, in particolare il bisogno di un’accurata formazione per gli economi, l’impegno a continuare il cammino per la realizzazione del Fondo Comune Provinciale, l’impegno ad usare il denaro non solo a favore della Missione, ma anche utilizzando strumenti e vie consoni all’eticità cristiana e solidali con gli scopi umanitari che sono legati alle popolazioni con cui condividiamo il nostro cammino di fede.

Assemblea Generale degli Economi e Procuratori Provinciali e di Delegazione
Erano presenti a Pesaro 43 confratelli rappresentanti di tutto l’Istituto dal 16 al 25 Settembre.
Da sottolineare che la quasi totalità dei partecipanti erano europei, uno solo era americano, del Messico. La nuova generazione di africani ed americani manca in questo settore. È vero che, forse, prima dovremmo avere dei superiori di provincia e di delegazione di altri continenti, ma è urgente preparare le consegne, non si possono improvvisare da un giorno all’altro.
P. Teresino ha introdotto i lavori, schematizzando la situazione con due icone: “Come ogni Istituto, abbiamo qualche faraone con le sue piramidi ed i suoi schiavi. Ma abbiamo soprattutto confratelli che condividono i loro cinque pani e due pesci con tutti. Rimaniamo allora nella logica del condividere. Ricordiamo le parole di Comboni: ‘È incredibile le difficoltà e disagi che sono necessari per questa missione. Ma noi forse abbiamo maggiore speranza di altri, perché siamo più poveri’ (S 207-208)”.
I diversi argomenti trattati hanno scandito le giornate: la situazione economica e sociale continentale, l’economia e l’eticità, l’economia e il carisma comboniano, i progetti di evangelizzazione, il patrimonio stabile ed il direttorio generale per l’economia.
Due sono state le direttrici degli interventi: la coerenza etica del nostro agire economico e la programmazione del futuro. In ambedue i casi ci siamo confrontati con la società esterna, che può giudicare il nostro agire basandosi sui criteri di vita della gente e con i confratelli dell’Istituto, ai quali proponiamo un cammino per il futuro e chiediamo di impegnarsi con noi a percorrere questo cammino.
Ne sono usciti tre documenti: la revisione del Direttorio Generale per l’Economia e 25 mozioni (questi primi due punti da sottoporre all’approvazione del Consiglio Generale) oltre alla presentazione di principi e applicazioni di un’economia comboniana secondo la recente tradizione comboniana, dalla Regola di Vita agli Atti Capitolari del 2003 (da presentare alla Commissione Preparatoria del Capitolo 2009).
Le mozioni hanno manifestato le preoccupazioni degli economi sui seguenti argomenti (in ordine di sensibilità): i Progetti – gli Ammalati e gli Anziani – la Formazione di Base – gli Investimenti – la Formazione degli Economi – l’uso del sito www.comboni.org – il Codice Deontologico – la preparazione di Sussidi economici – il Fondo Comune Totale.
L’Assemblea è stata positiva per il cammino dell’Istituto e della sua missione: è stata una manifestazione concreta dell’unità della missione comboniana nel mondo.

Prime Professioni
Sc. Ladu Peter Alphonse Loro Khartoum (KH) 09 ottobre 2008
Sc. González Santafé Alejandro Bogotà 10 ottobre 2008
Sc. Ivardi Ganapini Filippo Padova 10 ottobre 2008

Opera del Redentore
Novembre 01 – 07 SS 08 – 15 TC 16 – 30 T
Dicembre 01 – 15 U 15 – 31 CN

Intenzioni di preghiera
Novembre
- Perché la testimonianza di vita delle nostre sorelle e fratelli defunti ci sproni nel donarci senza riserve alla missione di Dio. Preghiamo.
Dicembre - Per i nostri genitori e famiglie che ci accompagnano nella nostra vocazione e missione: perché Cristo l’Emmanuele conceda loro abbondanza di benedizioni. Preghiamo.

Pubblicazioni
P. Antonio Furioli
ha pubblicato un interessante libro su San Giustino de Jacobis, dal significativo titolo “Vangelo e testimonianza”, edizioni S. Paolo, pagine 560, prezzo € 19,00. Il libro può essere richiesto alla comunità di S. Pancrazio. Trascriviamo parte della nota di 4° copertina: “Nella sua esperienza Giustino ha reso operativa la spiritualità missionaria della Chiesa. La sua esemplarità referenziale deve ricondurci al rapporto fondamentale con Gesù Cristo e con lo Spirito Santo, veri protagonisti della missione. Giustino è uno degli esempi più interessanti e riusciti di inculturazione nell’Africa del XIX secolo”.

P. Vincenzo Santangelo, nel quinto anniversario della canonizzazione del nostro Fondatore, ha pubblicato il suo cinquantesimo libro “Daniel Comboni, a ousadia de um santo”, Editrice Ave Maria di São Paulo, Brasile, pagine 224. È un’intervista al santo fondatore, che risponde alle domande con brani dei suoi numerosi scritti. La prefazione è di P. Alcides Costa, provinciale del Brasile Sud. Uno degli scopi del libro è di invogliare i giovani ad abbracciare l'ideale comboniano.

CENTRAFRIQUE

Bangui: festa di San Daniele Comboni

L’occasione è stata celebrata con due momenti, uno spirituale e l’altro festivo. Infatti, il 6 ottobre, tutte le comunità comboniane di Bangui (padri, fratelli e suore) si sono ritrovate nella casa provinciale, per un momento di preghiera e di meditazione e per celebrare l’Eucaristia.
P. Léonard Ndjadi Ndjate ha presentato una riflessione dal titolo “Santità di Comboni. Percezioni e convinzioni” con una provocazione: fino a che punto arriva la nostra fedeltà alla missione? Comboni è santo per la sua fedeltà quotidiana alla sua vocazione missionaria: una vita intera consumata fino all’ultima goccia senza mai farsi distrarre, senza mai scoraggiarsi, deviare o abbandonare. Fedeltà ad una missione ad gentes, ad pauperes e ad vitam.
Venerdì 10, nella casa provinciale delle suore, si è svolta la Messa solenne presieduta da P. Godefroy-Médard Longba. Nell’omelia, P. Médard ha messo in evidenza la passione che Comboni aveva per l’apprendimento delle lingue, in vista di una duplice comunicazione: comunicazione dei misteri di Dio e comunione con la cultura e la realtà della gente.
Nella diocesi di Mbaiki, il vescovo comboniano, Mons. Perin Guerrino, e Fr. Sergio Matarese hanno raggiunto le Suore Comboniane nella missione di Zoméa per celebrare con gioia e semplicità la festa del Fondatore. Dopo la Messa, un pranzo missionario è stato condiviso fra i missionari e i cristiani di questo villaggio dove, grazie a San Daniele e alla testimonianza delle sue Suore, con grande gioia di tutti, bantu e pigmei hanno fraternamente mangiato assieme.

COLOMBIA

Tumaco: campagna comboniana per la vita

Tumaco è una piccola città portuale del sud della Colombia, non lontana da San Lorenzo (Ecuador). Abitata per un 95% da discendenti degli afro, è, per la Colombia, simbolo di periferia geografica ed emarginazione sociale. Nella periferia di questa città lavorano i Comboniani con una duplice presenza. P. Gordon Paul Rees e Fr. Claudio Pietro Parotti vivono in una casetta in affitto nel quartiere in cui cercano di organizzare una parrocchia viva che possa essere, per la zona, un faro di luce evangelica. Nello stesso territorio di questa parrocchia vivono anche P. José Luis Foncillas Bernáldez e P. Francesco Nascimbene che cercano di individuare nuovi modi di evangelizzazione, partendo da un lavoro quotidiano di servizio concreto e significativo alla gente. I due gruppi formano una sola comunità: pregano e riflettono assieme facendo del loro meglio affinché il Vangelo sia vita per le migliaia di persone che vivono nei quartieri della parrocchia in condizioni di estrema povertà, in tutti i sensi del termine.
Da tempo una delle maggiori preoccupazioni della comunità è l’alto indice di violenza: non solo i numerosi omicidi, ma anche la violenza fra le mura domestiche, lo sfruttamento, gli abusi, ecc.
Come frutto della riflessione e della preghiera, basate sulla situazione concreta, la comunità ha deciso di lanciare una “campagna per la vita”, diffondendo in tutto il quartiere opuscoli, magliette, CD con canzoni sulla vita, spot radiofonici, ecc. Già più di cento persone si sono offerte per essere “missionari della vita” e andare di casa in casa a proporre un motto semplice ma molto incisivo: “Vogliamo la vita in abbondanza”, parafrasando la frase del Vangelo di Giovanni (10,10). La campagna si svolgerà da ottobre a Natale e i confratelli hanno già l’impressione di aver messo in atto un’iniziativa che avrà un grande impatto nei quartieri. L’attività evangelizzatrice esce dal tempio e si diffonde per le vie e nelle case, come l’acqua salutare nel sogno di Ezechiele.

Bogotà: professione religiosa
Il 10 ottobre, tutta la famiglia comboniana di Bogotà ha celebrato la festa di San Daniele Comboni, durante la quale il giovane Alejandro González Santafé ha fatto la prima professione religiosa. La sua famiglia, grande e unita, era presente e ci ha accompagnato nella festa. Prima di lui, avevano fatto la professione religiosa Jorge Benavides e Jáider Pinzón. Tutti e tre hanno frequentato il noviziato a Huánuco e ora iniziano gli studi di teologia a Lima e a San Paolo. La promozione vocazionale in Colombia incontra delle difficoltà, ma si cominciano anche a vedere frutti di ottima qualità. Gli incaricati stanno lavorando con buon spirito e metodo. Affidiamo i loro sforzi al Signore della messe.

Cali: nuova presenza
Il giorno di San Daniele Comboni è stato celebrato in modo molto speciale dalla comunità comboniana di Cali. Ci si è trasferiti in una casetta della diocesi, annessa ad una piccola chiesa sorta in uno dei quartieri più poveri della città. Lo scopo è vivere accanto ai poveri, come è stato deciso nell’assemblea di delegazione nel gennaio scorso. Con questa vicinanza, si potrà scoprire quale tipo di evangelizzazione è necessario e quale tipo di animazione missionaria è possibile fare nell’arcidiocesi. Chiediamo a San Daniele Comboni di guidare la comunità in questa nuova “avventura” missionaria con la sua capacità di amore e di audacia apostolica.

DSP

Una festa di solidarietà comboniana

La festa della solidarietà comboniana è ormai divenuta una tradizione: è il terzo anno successivo che viene celebrata a Josefstal in prossimità della festa del nostro Fondatore. I confratelli che hanno preparato la celebrazione con i parrocchiani di Josefstal, l’hanno presentata come un evento di informazione su alcune nazioni e i loro popoli, e sull’impegno dei nostri confratelli e Laici Missionari Comboniani che ivi lavorano. È anche una grande occasione di incontro tra di noi. Questa volta, ci si è concentrati sui popoli del Togo, Perù e Sud Africa.
La festa, durata due giorni, si è svolta fuori e dentro la chiesa e ha dato alla gente di Josefstal l’opportunità di incontrarsi, condividere e conoscere meglio la realtà e la cultura di altri popoli.
La celebrazione della liturgia è stata affidata al decano della zona, P. Pius Angstenberger, che era stato anche studente nel seminario minore di Ellwangen. La sua parrocchia ha fatto il gemellaggio con quella di Mt. Ayliff in Sud Africa. Nella sua omelia ha sottolineato il fatto che Dio sa come utilizzare i talenti dalla gente e che è necessario aggiornare il nostro modo di fare missione.

Un secolo di presenza a Graz-Messendorf (Austria)
Sono cento anni da quando, a causa dell’instabilità politica del Sud Tirolo e della precarietà della nostra casa di Brixen-Milland, l’Istituto ha sentito la necessità di aprire, nel 1908, una comunità in Austria. Da allora i Comboniani sono vissuti e hanno lavorato a Graz-Messendorf. Agli inizi, la casa era un centro importante della provincia di lingua tedesca, ma dal 1997, il vecchio edificio ospita profughi africani. Nel 2001 è stato concesso l’uso di alcune stanze a Missio Styria. Questo ci ha offerto l’opportunità di fare animazione missionaria nel sud est dell’Austria, in cooperazione con Missio. Due confratelli fanno apostolato (missionario) nella zona. Un altro confratello accompagna i nostri amici e benefattori. In questo modo, la nostra casa respira ancora aria missionaria.
La celebrazione del giubileo è durata due giorni, dal 10 al 12 ottobre e ha avuto il seguente motto: “Andate, insegnate e trattate con considerazione ogni nazione”. In questo modo, si è voluto sottolineare l’importanza del rispetto e dell’accettazione reciproca. Oltre ai momenti di discussione, il tema è stato presentato anche con una mostra di belle foto scattate da missionari, “pionieri di Dio”, durante gli ultimi 100 anni. L’esposizione era stata preparata dal direttore di Missio Styria e dai suoi cooperatori.
Un altro momento saliente, preparato con cura, è stata la celebrazione eucaristica di ringraziamento che si è svolta domenica mattina, 12 ottobre, presieduta dal vescovo emerito di Styria, Mons. Johann Weber. Questo evento ha dimostrato, ancora una volta, come anche a Messendorf ci sia tanta brava gente desiderosa di cooperare per celebrazioni di questo genere.

EGITTO

Kuwait: notizie da Mons. Camillo Ballin
Una “Casa Comboni” in Kuwait

A circa 20 Km dalla capitale del Kuwait c’è una città, Abbassiya, abitata da molte migliaia di indiani e altri asiatici cattolici. Molti di loro sono illegali e quindi non possono venire in cattedrale. In questa situazione, i nostri fedeli sono spesso vittima dei vari gruppi protestanti, pentecostali e dell’Islam. Soprattutto in caso di problemi familiari, i pentecostali si presentano a casa e invitano la famiglia alle loro riunioni. In caso di morte di qualche membro della famiglia, accorrono per fare lunghi momenti di preghiera nella casa del defunto e gradualmente attirano a loro tutta la famiglia. Che fare? Ho preso in affitto due appartamenti comunicanti e li ho sistemati per farvi abitare tre sacerdoti: due carmelitani indiani e uno siro-malankara, diocesano, che arriverà tra poco. Questi bravi sacerdoti sono lì, senza chiesa e senza parrocchia. Ho detto loro che si trovano in una vera e propria missione, in cui si inizia da... niente! A chi dedicare questa nuova comunità? Mi è sembrato molto opportuno che ci rivolgessimo a un grande missionario e ho suggerito San Daniele Comboni. È stato subito accettato. Un quadro di Comboni troneggia in casa, un depliant è a disposizione per chi va a rendere visita ai sacerdoti. Lunedì, 13 ottobre (per motivi pratici abbiamo dovuto spostare la data), alla sera, assieme a tutti i sacerdoti del Vicariato e al Nunzio, faremo una celebrazione della Parola con i testi della solennità di San Daniele Comboni. I sacerdoti hanno chiamato quella casa “Comboni House”. Ho dato al Comboni 5 anni di tempo per procurarci un terreno e una chiesa. Se non me li ottiene sarà rimosso!

Congresso UEAI
P. Giuseppe Scattolin ha partecipato al 24° Congresso dell’Unione Europea di Arabistica e Islamologia (UEAI), che si è tenuto a Lipsia dal 24 al 28 settembre 2008, e ne dà un breve resoconto.
“I Congressi dell’UEAI radunano ogni due anni professori e studiosi del mondo arabo-islamico provenienti da tutte le università europee. Quest’anno erano circa 160. Sono momenti in cui si presentano le ricerche fatte nei differenti campi dell’arabistica e islamologia, e anche momenti di condivisione e discussione.
Credo che, per noi missionari, sia molto importante essere al corrente di studi che toccano da vicino un mondo con il quale siamo in contatto costante. È utile ascoltare le varie letture di tale mondo, letture molte volte lontane dal nostro punto di vista. Tutto questo ci aiuta a superare i pregiudizi che più o meno ancora portiamo in noi e a trovare sentieri nuovi di incontro e di collaborazione. Occorre anche dire che in questi congressi si nota ora una crescente presenza di studiosi musulmani ‘europei’ (che insegnano cioè nelle università europee). È un fatto nuovo. Come ho osservato altre volte, la presenza specificamente cattolica è purtroppo sempre molto limitata.
Per me è la sesta volta che partecipo ai Congressi dell’UEAI e comunico le mie ricerche sulla mistica islamica, o Sufismo, trovando sempre molto apprezzamento ed interesse. Questa volta ho presentato una ricerca fatta al Cairo, nel preparare uno studente musulmano al suo Magistero sulla mistica islamica. Ho presentato un mistico musulmano, non molto conosciuto, ma che ha un’importanza abbastanza rilevante nella formazione della tradizione mistica dell’Islam.
Attraverso la partecipazione si annodano conoscenze, rapporti e collaborazione con molti studiosi del mondo islamico. Tali rapporti saranno sempre utili nel lavoro di dialogo e confronto col mondo islamico”.

ERITREA

Apertura ufficiale dello scolasticato di Asmara

L’11 ottobre, lo scolasticato di Asmara è stato aperto, in via provvisoria, nei pressi della parrocchia di Sembel Kidane Mehret. La delegazione ha affittato una casa ad uso degli scolastici in una zona povera della città, rispettando i valori e i criteri di “inserzione”. Per la cerimonia di apertura abbiamo avuto la celebrazione eucaristica, durante la quale P. Sebhatleab Ayele Tesemma, superiore della delegazione, ha presentato la lettera del Superiore Generale che consente di aprire le “scolasticato provvisorio”. Nell’omelia, P. Sebhat ha sottolineato che, nonostante le limitazioni imposte dalla situazione, la delegazione e il formatore, P. Estifanos Helafu Weldeghiorghis, faranno del loro meglio per dare agli scolastici i valori dell’internazionalità e interculturalità. Nel frattempo preghiamo affinché la situazione del paese possa migliorare e i nostri scolastici riescano a seguire il normale cammino di formazione nell’Istituto.
I tre scolastici frequentano il Collegio Teologico di Asmara gestito dalle tre Eparchie e da Istituti religiosi. Lo studente Fratello, Yemane Teclit Woldeghiorghis, appartiene alla comunità dello scolasticato ma frequenta la scuola dell’Istituto di Studi Religiosi, gestito dai Fratelli de La Salle. Lo scolastico Woldemichael Meskel Frezghi, che ha già terminato il corso teologico, si trova nella missione di Fode per la sua esperienza missionaria.
Alla cerimonia di apertura erano presenti alcuni confratelli, la provinciale delle Suore Comboniane con il suo consiglio, il parroco di Sembel Kidane Mehret e amici. La delegazione augura agli scolastici e a P. Estifanos un cammino di formazione ricco di frutti.
In un evento affine, tre candidati hanno ufficialmente iniziato il noviziato il 27 settembre, festa della Santa Croce per la liturgia Geez. Alla celebrazione hanno partecipato anche quattro candidate novizie delle Suore Comboniane. Il semplice rito ha avuto luogo nel nostro seminario minore di Dekameré, dopo la celebrazione della Parola. La delegazione augura ai novizi e al loro padre maestro, Tesfaghiorghis Hailè Berhane, le benedizioni del cielo.

Espulsione di quattro missionari stranieri
Il 2 ottobre l’ufficio per gli Affari Religiosi ha informato, per telefono, il segretario generale del Segretariato Cattolico che il governo aveva ordinato a quattro missionari cattolici stranieri (due sacerdoti e due suore) di lasciare il paese. Il lunedì seguente l’ufficio Immigrazioni ha convocato tre di loro (il quarto era fuori dal paese per vacanze) e, senza consegnare nessun documento, ha detto loro che dovevano lasciare il paese entro sette giorni. Il lunedì pomeriggio una delegazione mandata dai vescovi si è presentata all’ufficio Immigrazioni e a quello degli Affari Religiosi per presentare le sue rimostranze. Tre di quei missionari hanno un permesso di residenza che scade il prossimo anno (tra febbraio e settembre).
In entrambi gli uffici si sono sentiti dire, dagli incaricati, che avevano ricevuto degli ordini e non erano autorizzati a dire da chi o perché. Ripetevano solo che era semplicemente l’implementazione di una politica del governo che non era mai stata messa in pratica. Agli Affari Religiosi hanno tentato di calmare la delegazione dicendo che era una politica che si applicava a tutte le religioni, non solo a quella cattolica. Simili retoriche non hanno convinto nessuno.
I vescovi hanno scritto una dura lettera, chiedendo di annullare la decisione. Due settimane dopo non avevano ancora ricevuto risposta, mentre l’ufficio Immigrazioni aveva chiesto ai quattro missionari di restituire il permesso in loro possesso e di lasciare il paese. I vescovi hanno chiesto un ordine scritto, ma questo è stato rifiutato.
Siamo convinti di essere di fronte ad un’altra mossa per indebolire la Chiesa e isolarla dal resto del mondo. Può darsi che questa politica venga applicata anche ad altre denominazioni religiose. Siamo però convinti che il vero obiettivo è quello di minare la Chiesa Cattolica.

KHARTOUM

Campo profughi di Kalma

L’incursione dell’esercito nel campo profughi di Kalma verso la fine di agosto ha segnato certamente un’accelerazione nella scalata della violenza. Il campo di Kalma è il più grande campo di rifugiati interni di tutto il Sud Darfur e uno dei più grandi di tutto il Darfur. Ospita circa 90.000 rifugiati, appartenenti a vari gruppi etnici. Si tratta di gente fuggita dalle zone di guerra che vive quasi esclusivamente dell’aiuto internazionale. Il campo si trova tra Nyala e la cittadina di Bileil, a ridosso della ferrovia che collega le due località.
Il 25 agosto scorso, una sessantina di veicoli carichi di soldati governativi hanno circondato il campo per ripulirlo, così dicevano, dalle armi che i ribelli vi nascondevano. I residenti hanno reagito e ne è derivata una vera battaglia, durata due giorni. Alla fine, i morti erano 35 (c’è chi dice di più) e i feriti molto più numerosi. I più gravi sono stati trasportati all’ospedale di Nyala con l’aiuto dei Medici Senza Frontiere che, nel campo, hanno una postazione medica. Ci sono volute più di due settimane perchè nel campo tornasse una certa normalità.
Nei campi profughi il servizio d’ordine è affidato alle forze dell’United Nations African Mission in Darfur (UNAMID), i soldati delle Nazioni Unite incaricati di monitorare la pace (e più spesso la guerra) tra le forze in campo. Quando, quel giorno, le truppe hanno circondato il campo di Kalma, le forze dell’UNAMID sono rimaste a guardare, perchè questo è il loro compito. Guardare per poi riportare. Dopo i fatti, si sono limitate a dire che la reazione del governo era stata sproporzionata.
L’attacco al campo profughi di Kalma ha segnato l’inizio di una serie di altri fatti, collegati tra loro.

Dirottamento di un aereo passeggeri
Il 27 agosto, mentre ancora si combatteva a Kalma, un gruppo di ribelli del Darfur ha dirottato in Libia un Boeing 737, partito da Nyala con 87 passeggeri a bordo e 8 membri dell’equipaggio. I dirottatori hanno detto che il loro obbiettivo era il governatore del Darfur del Sud, Ali Mahmud, accusato di essere dietro all’attacco al campo di Kalma, che avrebbe dovuto partire con quell’aereo. Il governatore, invece, per caso aveva approfittato di un altro aereo partito qualche minuto prima e così è sfuggito all’attentato. Sembra che, da allora, non sia più tornado a Nyala.

Abbattimento di un aereo militare e di un elicottero
Il giorno dopo, 28 agosto, i ribelli del Sudan Liberation Army (SLA), uno dei gruppi armati più forti del Darfur, hanno annunciato di avere abbattuto un aereo spia del governo sudanese nell’area di Jebel Marra.
Un mese dopo, il 29 settembre, un elicottero usato da UNAMID è stato abbattuto vicino al campo profughi di Kalma. Almeno due dei soldati UNAMID a bordo hanno perso la vita. Nessun gruppo ribelle del Darfur ha rivendicato la paternità dell’accaduto (per non inimicarsi la UNAMID) ma il dito è puntato contro di loro. E il fatto è preso come pretesto dalle forze governative per provare che nei campi opera gente armata associata ai ribelli.

Attentato al ministro dell’agricoltura
Infine, il 30 settembre c’è stato un attentato contro il ministro dell’agricoltura, Omar al Fur, che rappresenta SPLA all’interno del governo regionale: il Comprehensive Peace Agreement assegna a SPLA il 10% dei posti nei governi regionali. Il fatto è avvenuto a circa un’ora di strada da Nyala, sulla strada per Ka’s. Gli autori non sono stati identificati, ma è opinione comune che siano state le milizie Janjaweed o altre milizie legate al governo. Ad investigare non è la polizia ma SPLA.

Conclusione
C’è un chiaro deterioramento della situazione. Le truppe UNAMID, che dovrebbero ammontare a 26.000 unità, sono ancora circa 9.000 e, sostanzialmente, si tratta di quelle che operavano sotto l’autorità dell’Unione Africana. È cambiato solo il nome (si parla di “Hybrid forces” invece di “African Union Forces”) e il colore del berretto (ora verde). Al di là del numero, le truppe dell’UNAMID concretamente si sono dimostrate irrilevanti.
L’insicurezza regna non solo a Kalma, ma anche a Nyala. Le persone scompaiono e le autorità non si preoccupano neanche di investigare. A Nyala, è diventato pericoloso persino andare in giro di pomeriggio. Le macchine private hanno smesso di circolare, specialmente se del tipo che potrebbe servire ai ribelli per le loro operazioni e ai ladri per arrivare fino al confine con il Ciad e venderle.
I Comboniani operano nella parrocchia di Nyala con tre padri e un fratello. L’attività pastorale è ristretta alla città. Bileil, che è a due passi da Kalma, è l’unica out-station a cui i missionari offrono la Messa domenicale. Visitarla diventa sempre più difficile a causa dei posti di blocco che si moltiplicano e del rischio di cadere vittima di pallottole vaganti sparate dalle forze armate contrapposte o da ignoti banditi.

NAP

Celebrando la festa di San Daniele Comboni

Il tema della celebrazione della festa di San Daniele Comboni al Centro Missionario Comboniano a Cincinnati, durata un’intera settimana, è stato: “la Missione vivente!”. La gente è venuta per tutta la settimana per delle visite guidate al museo e, il 10 ottobre, c’è stata una bellissima Messa in onore di San Daniele. Punto centrale del benvenuto e dell’introduzione di P. Pietro Ciuciulla è stata l’eredità di San Daniele. Il provinciale, P. Luigi Gasparini, durante l’omelia ha detto che questa eredità viene oggi tramandata dai membri della famiglia comboniana: appunto, “la Missione vivente”.
Dopo l’Eucaristia, c’è stato un momento per un rinfresco e uno scambio di ricordi, seguito da una vivace e applaudita esibizione di un gruppo di danzatori peruviani, parrocchiani di San Carlo. La parrocchia ispanica servita da P. William Jacob Jansen e dai suoi assistenti: P. Ochoa Gracián Jorge Elías e lo scolastico Mario Alberto Pacheco Zamora.
Anche la comunità di Kitchener, in Canada, ha celebrato la festa del Fondatore insieme ad amici, benefattori e membri della comunità parrocchiale di St. Joseph, servita dai Comboniani. Il coro della parrocchia ha cantato durante la Messa celebrata dai confratelli della comunità e da P. Juan Montoya, parroco della comunità ispanica.
Dopo la Messa, c’è stato “lo spezzare del pane” attorno alla tavola. Dopo il pranzo, Don Toomey Vanspall, con la moglie Bernadette, hanno parlato della loro esperienza come Laici Missionari Comboniani in Kenya e in Uganda. Don, Bernadette e i loro due figli, Anna e Joseph, sono membri attivi della parrocchia di St. Joseph. Il salone, dove si è tenuto il pranzo, era stato decorato dai giovani della parrocchia: avevano dipinto uno stendardo, preparato una mostra sulla vita di San Daniele Comboni, esposto cartelloni missionari e libri di animazione missionaria. C’è stata pure un’estrazione di premi per dei lavori artigianali del Malawi.
Inoltre abbiamo celebrato l’ottantesimo compleanno di P. Denis Francis Wilkinson tra canti e torte. Il successo della serata è dovuto ai talenti di tante persone che si sono riunite per celebrare il carisma del Fondatore e il lavoro dei Comboniani.

PERÚ-CHILE

Piscina “Joseph Schmidpeter”

Il 13 marzo 1969, P. Lorenz Unfried, Comboniano del ramo tedesco, fu nominato vescovo ausiliare di Arequipa: questo ha segnato l’inizio della nostra presenza nella città bianca. Poco tempo dopo, abbiamo assunto la responsabilità della parrocchia dello Spirito Santo nel distretto di Alto Selva Alegre, dove abbiamo lavorato per diversi anni. Giunto il momento di andare via, nel più pure stile comboniano, l’abbiamo consegnata al clero diocesano e aperto una comunità nel distretto di Nueva Independencia, una zona ancora più bisognosa di quella precedente.
Lo scorso 4 ottobre, il comune di Alto Selva Alegre ha inaugurato una piscina municipale olimpionica, intitolata a "Joseph Schmidpeter”, Missionario Comboniano che ha speso gran parte della sua vita in questa missione e che la gente ricorda con grande affetto. Alla cerimonia erano presenti le autorità civili, P. Lorenzo Díez Maeso e P. Jakob Wellenzohn, della comunità comboniana di Arequipa.
Un momento di intensa commozione si è avuto durante la benedizione, quando abbiamo ascoltato, in collegamento telefonico, la voce di P. Joseph che ringraziava per l’iniziativa spronando i partecipanti a praticare sport e a coltivare la memoria di San Daniele Comboni nel lavoro dei suoi missionari. Sono i semi depositati da molto tempo che cominciano a dare frutto nel cuore di questi fratelli con i quali abbiamo condiviso alcuni momenti della nostra vita.

Incontro di famiglie
Nel 1994 la nostra provincia convocò per la prima volta le famiglie dei Comboniani peruviani per un incontro di fraternità; da quella data abbiamo continuato a riunirci come famiglia comboniana a ottobre, mese nel quale celebriamo la festa del nostro Fondatore, col proposito di rendere partecipi i nostri cari del cammino che facciamo come Istituto e per informarli della situazione dei loro figli missionari.
Quest’anno, per la prima volta, l’8 ottobre, l’incontro si è svolto in tre diverse sedi: Trujillo (zona nord), Lima (zona centro) e Arequipa (zona sud), con numerosi partecipanti. Pensiamo che sia un modo per ringraziare Dio e le famiglie per il dono dei missionari, ricordando ciò che Comboni scrisse una volta ai suoi genitori: Voi siete i primi missionari perché avete dato a Dio ciò che avevate di più caro nella vita”. Chiediamo a Dio di proteggere tutti i nostri cari e, in qualche modo, li accompagniamo nel cammino della loro vita.

Benedizione di un busto di San Daniele Comboni
Cinque anni fa, nel 2003, a conclusione del lavori del XVI Capitolo Generale, abbiamo vissuto con immensa gioia la canonizzazione di San Daniele Comboni. Per i nostri Laici Missionari Comboniani, soprattutto quelli che hanno partecipato all’esperienza in Piazza S. Pietro, è stato un evento indimenticabile e, da oltre un anno, hanno pensato di fare qualcosa, come il popolo di Israele che, quando era testimone di una teofania, innalzava una stele o un altare per ricordare quella grazia eccezionale. Così si sono dati da fare: hanno contattato uno scultore, richiesto i permessi necessari alle autorità civili e hanno fatto sì che il 10 ottobre potessimo collocare e benedire un bel busto di Comboni in una piazza vicina alla casa provinciale. Mentre il busto veniva portato in processione dalla vicina parrocchia, la gente ascoltava le note della banda musicale della Polizia di Stato e si affacciava alle finestre, incuriosita. Alla benedizione, presieduta da Mons. Salvador Piñeiro, vescovo castrense, hanno partecipato le autorità civili, un rappresentante del consolato italiano, un buon numero di Comboniani di Lima che avevamo riunito per una mezza giornata di riflessione, e molti amici provenienti dalle varie parrocchie nelle quali siamo stati o siamo presenti, fra cui San Pío X, Doce Apóstoles, ENTEL-FONAVI, Cristo Misionero del Padre. I Laici Comboniani, organizzatori dell’iniziativa, erano raggianti per aver realizzato un sogno che stavano preparando da mesi, esprimendo in questo modo l’amore che hanno per l’opera comboniana.

Settanta anni di presenza comboniana in Perù
Nel 1938, mentre la Germania era sotto il Terzo Reich, tre missionari della Congregazione dei Missionari Figli del Sacro Cuore di Gesù (Comboniani del ramo tedesco), lasciavano la loro patria per portare assistenza pastorale ai coloni tedeschi di Pozuzo, in Perù. Erano P. Alois Ipfelkofer, P. Andreas Riedl e P. Michael Wagner. Fu la porta d’ingresso nel nuovo continente per quei pionieri che, seguiti da un lungo elenco di missionari, hanno dato la loro vita nella nostra provincia del Perú-Chile. Era una cosa completamente nuova per quelli che erano stati in Africa, un capitolo che ha raccolto belle pagine di dedizione, di disponibilità e di fedeltà ai più poveri di questo paese, soprattutto nella sierra centrale. A tutti loro, in questo anno in cui celebriamo i settant’anni dall’arrivo, esprimiamo la nostra gratitudine e chiediamo la loro intercessione dal cielo per quanti continuano a lottare in questa parte del mondo.

PORTUGAL

Noviziato Europeo

Quest’anno la comunità di Santarém ha festeggiato il ritorno del noviziato, non solo del Portogallo ma di tutta l’Europa, in occasione della solennità di San Daniele Comboni, il 10 ottobre.
Si tratta di un evento storico per la vita della provincia portoghese, che nei prossimi anni accoglierà giovani aspiranti alla vita missionaria provenienti dai diversi paesi europei. Abbiamo cominciato con due: Cristóvão, portoghese, che ha frequentato il primo anno di noviziato a Venegono (Italia), e Arturo, spagnolo, che viene da un’esperienza e discernimento a servizio della provincia del Mozambico. Ad accompagnarli nella loro formazione sarà P. Fausto Beretta.
La giornata è cominciata alle 10.00 con l’apertura ufficiale del noviziato e l’accoglienza dei nuovi novizi. Nel pomeriggio, si è unita la comunità di Lisbona, per un momento di riflessione guidata da P. Ivo Martins do Vale, sul tema “Certezza nella chiamata, disponibilità nella risposta in Paolo e Comboni”.
Ha fatto seguito la celebrazione dell’Eucaristia, presieduta dal provinciale, P. Alberto de Oliveira Silva, e concelebrata da Comboniani delle due comunità di Santarém e Lisbona, alla quale hanno partecipato amici, conoscenti e alcuni laici che collaborano nell’animazione missionaria. Dopo la Messa, vi è stata una presentazione multimediale, curata da P. José Domingos Sousa Tavares, superiore della comunità, su San Daniele Comboni, esempio e pioniere che ci sfida.
Una cena alla quale erano presenti gli amici più stretti dei Comboniani, i novizi, l’equipe dei formatori e le due comunità, ha concluso in modo fraterno questa giornata che ha segnato l’inizio di una nuova era, sia per l’Istituto che per la provincia, ma soprattutto per la casa e la comunità di Santarém.

RSA

Zola: nuova comunità a Soweto

Il 5 ottobre, alla presenza di P. Giuseppe Sandri, provinciale, di P. Stefano Giudici e di P. Damiano Guazzetti del ACFP, P. Benno Singer e P. Francis Thuli Manana sono stati ricevuti con gioia nella parrocchia di Zola a Soweto dalle circa ottocento persone che affollavano la chiesa. P. Benno e P. Francis risiederanno a Zola, ma avranno la responsabilità delle tre parrocchie limitrofe: Zola, Zondi e Phiri. P. Francis, dal marzo 2007 e per un periodo limitato, aveva la cura della parrocchia di Phiri e, recentemente, era stato nominato decano di Soweto dall’arcivescovo di Johannesburg, Mons. Buti Joseph Tlhagale, OMI.
L’erezione di questa nuova comunità in un’area urbana è in linea con il Piano Sessennale della provincia che mira a rafforzare la nostra presenza nelle zone urbane, riducendola allo stesso tempo nelle zone rurali. Il prossimo gennaio consegneremo all’arcidiocesi di Durban la parrocchia di San Martino de Porres (Pietermaritzburg) e, verso la metà del 2010, quella di Glen Cowie alla diocesi di Witbank.
Il Consiglio Provinciale considera questo spostamento a Soweto, la famosa “township” (città dei neri) di Johannesburg, che conta circa tre milioni di persone, come un passo verso una presenza più significativa, come Comboniani, nella più popolosa arcidiocesi del Sud Africa, dove solo il 6% della popolazione è cattolica. In questa arcidiocesi è situata anche la casa provincializia. Le tre parrocchie sono state fondate dai Missionari Oblati di Maria Immacolata (OMI): Santa Croce a Zola nel 1960, Phiri nel 1969 e più tardi Zondi. In passato, si erano presi cura di queste parrocchie gli OMI, poi i Missionari per l’Africa (Padri Bianchi) e infine i sacerdoti diocesani.
In dialogo con l’arcivescovo, abbiamo scelto queste tre parrocchie perché, per mancanza di clero, negli ultimi anni, non c’era una sufficiente cura pastorale. Queste parrocchie coprono alcune delle zone più povere di Soweto e alcuni dei più vasti campi abusivi, terreno per una vera prima evangelizzazione. Dal punto di vista linguistico, lo zulù è prevalentemente parlato a Zola e a Zondi, mentre zulù e shangaan sono ugualmente usati a Phiri. Sono parlate anche le lingue sotho del sud, tswana e xhosa che possono essere usate nel lavoro pastorale e nella liturgia dovunque a Soweto, dove vi sono persone di ogni parte del Sud Africa e dell’Africa (Malawi, Mozambico, Zimbabwe, ecc.). L’inglese sta diventando sempre più la lingua franca.
Le sfide principali che i nostri confratelli dovranno affrontare saranno la testimonianza e la proclamazione della Parola in una città dove c’è molta disoccupazione (specialmente tra i giovani), criminalità, gravidanze tra gli adolescenti, crisi delle famiglie, AIDS, divisione dei cristiani in migliaia di chiese e sette e una crescente presenza dell’Islam. Avranno la cooperazione di due diaconi permanenti e di tanti leader volenterosi per rafforzare le varie strutture parrocchiali, incominciando dalle piccole comunità cristiane, dai consigli parrocchiali, dai consigli economici e dalle numerose associazioni cattoliche per bambini, giovani e adulti. Nonostante i numerosi problemi, Soweto è economicamente, socialmente e culturalmente una città che sprizza vitalità, con molta gente di talento, come si può vedere dalle liturgie domenicali, vive e inspirate, e dalle molte attività nelle quali la gente è coinvolta.
Affidiamo questa nuova comunità a San Daniele Comboni.

TOGO-GHANA-BENIN

Festa di S. Daniele Comboni

Per il 10 ottobre tutta la provincia si è data appuntamento al Postulato di Adidogome. La scelta del posto è stata ispirata dalla celebrazione dei 25 anni di apertura del postulato. Hanno partecipato alla festa un centinaio di persone, tra confratelli, novizi, postulanti e qualche rappresentante di associazioni di laici amici e collaboratori comboniani.
Come sempre, abbiamo avuto una mattinata di spiritualità, con la meditazione predicata da P. Giuseppe Simoni, nuovo socius del noviziato interprovinciale di S. Daniele Comboni di Cotonou, e conclusasi con l’eucaristia presieduta da P. Cesare Pegoraro, che celebra quest’anno 50 anni di professione perpetua. Dopo il pranzo, in gioiosa convivenza comboniana, ci siamo ritrovati per condividere un po’ le “notizie della famiglia” e presentare ufficialmente i “nuovi” arrivati in provincia.
Gli 11 nuovi novizi del 1° anno (6 del Congo, 4 del TGB e 1 del Centrafrica) si sono presentati e con il loro simpatico ‘show’ hanno ottenuto un entusiastica acclamazione da parte dei confratelli. Con gli 11 del II anno, formano due belle squadre di calcio. Anche i 9 nuovi postulanti (8 candidati al sacerdozio e 1 fratello) hanno ricevuto la loro parte di applausi. Il postulato dei candidati al sacerdozio entra adesso in una nuova fase. Dall’apertura, nel 1983, fino al 2007/08, sono 163 i postulanti che hanno varcato le sue porte. Di questi, circa la metà (82) sono rimasti per strada ma 28 sono stati ordinati sacerdoti e gli altri continuano il loro cammino formativo. Dio sia benedetto!
Per il nuovo anno pastorale, diversi cambiamenti sono in atto. Due parrocchie sono state consegnate alle diocesi (Akoumape in Togo e Toffo in Benin) in vista di una nuova apertura nel nord del Benin. Quasi tutte le comunità sono state ‘toccate’ dalla rotazione (interna ed esterna). Grazie a Dio, tutte sono ‘canoniche’, per la prima volta almeno da diversi anni. Un applauso del tutto speciale è andato all’équipe che si prepara ad aprire la nuova presenza comboniana nella diocesi di Djougou, nel nord del Benin, in un contesto tipicamente mussulmano (Djougou, una città di 40.000 abitanti, è al 98% mussulmana e ha 150 moschee!). Il ‘capitano’ del gruppo è un veterano della provincia, che abbiamo recuperato dopo quasi 30 anni di “vagabondaggio” per il mondo comboniano: P. Juan José Tenías Fenollé.
Quest’anno la celebrazione della festa di Comboni ha avuto un ‘sapore’ speciale. La conferenza dei vescovi del Togo ha promulgato nell’ordo liturgico che il 10 ottobre sarà “festa” per la Chiesa del Togo. Inoltre, il vescovo della diocesi di Aneho, Mons. Isaac Jogues Agbémenya Kodjo Gaglo, ha dedicato il nascente Seminario Medio diocesano a S. Daniele Comboni (Moyen Séminaire St. Daniel Comboni), inaugurato precisamente il 10 ottobre, a Vogan. Domenica 12 ottobre, il vescovo ci ha dato appuntamento nella nostra parrocchia di Tabligbo per celebrare a livello diocesano la festa di Comboni. Alla fine della solenne e bella eucaristia, ha rivolto parole di amabilità e di riconoscenza per l’opera di Comboni - attraverso i suoi figli - nella sua diocesi. Infatti circa due terzi delle attuali parrocchie sono state create o servite dai Comboniani. Oggi rimaniamo solo in quella di Tabligbo, dopo la recente consegna di Akoumape. La fedeltà alla missione ci porta altrove ma la gioia di vedere crescere e svilupparsi la Chiesa locale, dove tanti confratelli hanno seminato la Parola e l’hanno irrigata con il loro sudore e il loro sangue, è occasione di lode a Dio. Anche Comboni ne sarà contento!

IN PACE CHRISTI

Fr. Giuseppe Restani
(16.12.1916 – 20.08.2008)
P. Vito Coser (14.03.1920 – 13.10.2008)
P. Angelo Dell’Oro (28.12.1911 – 13.10.2008)

Il necrologio dei seguenti confratelli apparirà sulla prossima Familia Comboniana:
P. Luigi Bano (16.01.1933 – 27.08.2008)
P. Alberto Marra (19.04.1930 – 03.10.2008)
Fr. Ulderico Menini (13.05.1922 – 26.10.2008)


Preghiamo per i nostri defunti
IL PADRE
: Carlo, di P. Cosimo De Iaco (U).
LA MADRE: Antonia, di Fr. Armando Ramos González (MZ).
IL FRATELLO: Armando, di P. Manuel Gutiérrez Juárez (M); Ivano, di P. Vincenzo Balasso (EC).
LA SORELLA: Margret Kiden, dello Sc. Evaristo Ravo Christopher (KH).
LE SUORE MISSIONARIE COMBONIANE: Sr. M. Ondemilla Alberti, Sr. M. Benedetta Bedont, Sr. Paola Belloni.
Familia Comboniana n. 658