Notiziario mensile dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù
DIREZIONE GENERALE
Celebrazione del millennio etiopico: 12 settembre 2007
“Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo. C’è un tempo per nascere e un tempo per morire; un tempo per piantare, un tempo per raccogliere; un tempo per amare, un tempo per perdonare; … e, infine, un tempo per la pace” (Qo 3).
Carissimi confratelli,
Il 12 settembre inizierà un anno di grazia per il popolo dell’Etiopia.
Come Famiglia Comboniana iniziamo il Millennio in comunione di preghiera con voi e con tutta l’amata popolazione etiopica.
Possa questo Millennio essere:
1. Un tempo per ringraziare Dio Padre per le benedizioni e grazie che ha donato all’Etiopia in questi ultimi anni, per quelle che sta donando oggi e per quelle che ha in riserva per il futuro.
2. Un tempo per ascoltare il Signore. Il Signore ci parlerà e noi dovremo ascoltare quello che vuole dirci. Così che possiamo vedere una società di fede, unità e pace.
3. Un tempo per ascoltare il nostro popolo. La gente ha molto da dirci: Dio parla attraverso di loro, dicendoci come servirli, con un cuore simile a quello del Buon Pastore.
4. Un tempo per amare la missione ad Gentes. Possa questo nuovo Millennio essere un tempo di grazia e di rinnovato impegno per la nostra missione comboniana. Millennio significa un tempo nuovo per una nuova grazia e una nuova missione.
5. Un tempo di grazia per i poveri. Dobbiamo assicurarci che ognuno di noi diventi speranza e coraggio per coloro che soffrono. Non aspettiamoci che altri vengano in loro soccorso. Cerchiamo di essere i primi a servire coloro che Gesù ha servito.
6. Un tempo di grazia come Cenacolo di Apostoli. Celebrare assieme il Millennio significa essere missionari assieme e rimanere assieme nel Signore (Gv 15).
All’inizio delle celebrazioni del Millennio ricordiamo le parole del Signore: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20).
Fraternamente uniti,
P. Teresino Serra (Superiore Generale) e il suo Consiglio
Segretariati Generali
Segretariato Generale per la Formazione
Due corsi per gli educatori (promotori vocazionali e formatori)
Nel centro di spiritualità San Daniele Comboni di Layibi (Gulu, Uganda) e nel noviziato comboniano di Cotonou (Benin) si sono svolti in luglio e agosto i due corsi per gli educatori (promotori vocazionali e formatori) dell’Africa anglofona e francofona.
Quattro intense settimane di corso a cui hanno partecipato 24 confratelli in Uganda e 18 in Benin. Si è continuato il progetto formulato dal Capitolo Generale 2003 di favorire maggiormente, durante il sessennio, la formazione permanente di coloro che sono impegnati nell’Istituto al servizio delle vocazioni.
Con il corso di São Paulo (luglio 2006), a cui avevano partecipato 18 confratelli delle province e delegazioni d’America, sono 60 in tutto i confratelli che hanno potuto seguire il corso: più della metà di coloro che lavorano nel settore della Promozione Vocazionale (PV) e Formazione di Base (FdB). È un importante investimento sulle persone che, certamente, non mancherà di portare frutti.
Le due edizioni 2007 hanno avuta una buona partecipazione, in un clima di fraternità, di dialogo, di condivisione: l’esperienza di ciascuno è diventata ricchezza e dono per tutti. Una commissione coordinatrice, nominata a suo tempo dal Consiglio Generale (CG), ha delineato il cammino da seguire, focalizzando i contenuti attorno al tema dell’accompagnamento e del discernimento. Il desiderio è di poter arrivare, poco a poco, ad un progetto formativo comune con obiettivi chiari e punti di riferimento solidi che, con la creatività e l’impegno di ogni confratello, possano aiutare la crescita umana, cristiana e vocazionale dei giovani candidati.
In questo senso il progetto formativo comune si sta sempre meglio chiarendo attorno al modello formativo dell’integrazione in cui tutta la persona, nella sua realtà, è al centro dell’attenzione per una crescita che tenga conto delle varie dimensioni che la compongono, in vista di una risposta vera, autentica e gratuita alla chiamata del Signore.
È il cammino comboniano già delineato nell’assemblea di Pesaro del 1999 e che ha trovato una certa presentazione nel documento di Verifica della Formazione del 2001. Man mano che si è andati avanti, la riflessione si è fatta e si sta facendo più precisa, suggerendo una metodologia che renda l’azione educativa più efficace e profonda.
Si è parlato di “educatori comboniani” volendo inglobare in questo processo di crescita della persona un po’ tutti: promotori vocazionali e formatori. E i primi a crescere sono proprio coloro che sono chiamati a svolgere un servizio nella PV e FdB. Nella misura in cui si lavora su se stessi, come persone, come consacrati e missionari, si sarà in grado di essere accompagnatori credibili di altri giovani. Tutti i partecipanti hanno sottolineato, nelle conclusioni del corso, l’importanza e la sfida di questo cammino personale.
Le settimane vissute insieme hanno permesso, così, di approfondire il cammino dell’integrazione applicandolo prima di tutto a se stessi e ricevendo, allo stesso tempo, strumenti utili per il discernimento e l’accompagnamento dei candidati, per il colloquio formativo, per la rilettura delle esperienze di vita, per il progetto personale di vita, per l’assimilazione dei valori e per la verifica delle motivazioni… il tutto in vista di una vera conoscenza e accettazione di sé, per arrivare, in un’esperienza di fede, alla decisione di rispondere alla chiamata di Cristo.
L’Istituto Comboniano, di fronte ai tanti problemi della PV e FdB, sollevati in questi ultimi anni, è profondamente impegnato nella riflessione cercando delle risposte alle esigenze della formazione e della missione oggi. Alcune di queste risposte riguardano le strutture e sono state fatte delle scelte come mediazione per nuovi cammini. Quanto vissuto nei corsi, in America e in Africa, ci apre una nuova strada: le persone degli educatori e dei candidati sono al centro dell’attenzione. Vale la pena continuare su questa strada, e si potrà andare ancora più lontano!
Le settimane di Layibi e Cotonou sono state vissute in un clima di preghiera personale e comunitaria intensa, con momenti di fraternità e di condivisione dell’esperienza missionaria dei confratelli che svolgono la loro attività nel Nord Uganda (Gulu, Lira) e in Benin.
Non sono mancati momenti di distensione come le due ore sul Nilo, tenuti d’occhio da ippopotami e coccodrilli, o la visita al villaggio lagunare di Ganvié (Benin): la “Venezia” dell’Africa francofona.
Un grazie di cuore all’accoglienza e all’impegno delle due province dell’Uganda e del Togo-Ghana-Bénin per fare in modo che tutto potesse svolgersi per il meglio.
Purtroppo i due confratelli dell’Eritrea, la cui partecipazione a Layibi era prevista, non sono potuti venire, non avendo ottenuto dal governo il permesso di uscire dal paese. Li abbiamo accompagnati con la preghiera ed una sincera solidarietà in questo momento così delicato e difficile per la loro nazione.
Sono state poste le fondamenta per un’esperienza che deve certamente continuare a livello di persone, di province, d’Istituto. Le conclusioni a cui sono giunti i confratelli, inviate al CG e ai rispettivi superiori provinciali e di delegazione e loro Consigli, sono il trampolino di lancio per un futuro comboniano pieno di speranza e che troverà nuovo slancio nel prossimo Capitolo Generale.
Specializzazioni
P. Ibercio Armengol Rojas Zevallos il 10 agosto 2007 ha ottenuto la Laurea Canonica in Sacra Teologia presso la Facoltà di Teologia Pontificia e Civile di Lima con la tesi “Ecclesiologia di San Daniele Comboni, sua consacrazione alla missione dell’Africa”. Congratulazioni!
Professioni perpetue
Sc. Zieliński Maciej Mikolaj (PO) Cracovia (PO) 14.09.2007
Ordinazioni sacerdotali
P. Gilver Calongos Maslucán (PE) Jumbilla (PE) 08.09.2007
P. Dunn Álvarez Henry Oswaldo (DCA) Limón (CR) 22.09.2007
Opera del Redentore
Ottobre 01 – 15 P 16 – 31 RSA
Novembre 01 – 07 SS 08 – 15 TC 16 – 30 T
Intenzioni di preghiera
Ottobre - Perché la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato, siano sempre più viste come dimensioni costitutive dell’annuncio del Regno e parte integrante del carisma comboniano. Preghiamo.
Novembre - Perché le Suore Missionarie Comboniane, riunite in Assemblea Intercapitolare, rimangano aperte allo Spirito di Dio e facciano propria la mistica dell’osare per vivere con più autenticità e radicalità il servizio alla Missione. Preghiamo.
Pubblicazioni
P. Enzo Santangelo: “Cristo, rispondi?” è un sussidio per una catechesi giovanile, pubblicato dalla Grafica Campana, 2007. Il titolo originale, in portoghese, è “Você procura respostas? Pergunte ao Mestre!”. Questa è la quarantottesima pubblicazione di P. Enzo.
BRASIL NORDESTE
Assemblea provinciale
Dal 27 agosto al 1° settembre si è tenuta l’assemblea elettiva della provincia. Nei primi tre giorni vi è stata una valutazione del documento di Aparecida, con l’aiuto di P. Ferraro. Si è potuto verificare che il documento ha conservato l’opzione per i poveri, ha confermato il metodo del vedere, giudicare e agire, ha rinnovato il suo impegno con le comunità ecclesiali di base. P. Ferraro ci ha fatto capire che per apprezzare il testo, è necessario conoscere il pre-testo e il con-testo da cui è derivato il documento, frutto di tensioni e mediazioni all’interno della Chiesa, che, anche così, non ha perduto il suo carattere profetico. È uno dei documenti più omogenei che non presenta particolari difficoltà al lettore.
Nei giorni successivi, tenendo presente il Piano sessennale, la proposta continentale dei provinciali come contributo al processo della Ratio, abbiamo tenuto dei laboratori di discernimento allo scopo di dare nuovo impulso alla nostra presenza nel Nordeste avendo come elemento catalizzatore Giustizia e Pace e Gioventù per la Pace.
L’assemblea si è conclusa con l’apertura del sondaggio per il provinciale e con la celebrazione del cinquantesimo anniversario di sacerdozio di P. Alfonso Cigarini e P. Giacomo Molinari, da sempre nella nostra provincia.
Primo anniversario della morte di dom Franco Masserdotti
Il 17 settembre è stato il primo anniversario della morte del vescovo dom Franco Masserdotti. Abbiamo saputo che vi sono state celebrazioni in diverse parti del Brasile e dell’Italia.
Domenica 16, nella diocesi di Balsas, si è svolto un pellegrinaggio vocazionale che è partito alle 4.00 di mattina dal luogo in cui è avvenuto l’incidente per dirigersi verso la cattedrale dove si è svolta la Messa conclusiva. Hanno partecipato tutte le parrocchie della diocesi. Erano presenti circa 4.000 persone.
Lunedì, nella cattedrale, vi è stata una santa Messa presieduta da Mons. Erwin Krautler, vescovo di Xingu e attuale presidente del CIMI. Riprendendo il libro Missionários do Reino, ha sottolineato il carattere missionario oltre frontiera di dom Franco.
Nell’auditorio dei Maristi, ex seminario Pio X, si è svolta una cerimonia pubblica con la presenza della società civile per raccogliere l’eredità di dom Franco. Bella la coreografia preparata da alcuni alunni che hanno voluto esprimere attraverso la danza un po’ della vita di Daniele Comboni e di dom Franco.
Per l’occasione erano state preparate delle magliette, dei calendari, un DVD di Radio Boa Notícia e un libro che raccoglieva i messaggi di cordoglio e di omaggio giunti per la morte di dom Franco.
Quanto ai chiarimenti sull’incidente, siamo vittima dei ritardi della giustizia nel nostro stato.
CENTRAFRIQUE
Forum dei giovani
La parrocchia Notre Dame de Fatima, Bangui, ha organizzato, dal 22 al 26 agosto 2007, il primo forum parrocchiale dei giovani sul tema: radicare la mia vita. La Messa di apertura è stata presieduta dal nunzio apostolico in Centrafrica, Mons. Pierre Nguyen Van Tot. Dopo l’annuncio dell’apertura del forum da parte del parroco, P. Gabriele Perobelli, i 115 partecipanti si sono ritrovati nel collegio Notre Dame de Chartres dove, per quattro giorni, hanno pregato e riflettuto assieme sui problemi concreti della loro vita quotidiana e sul loro rapporto con Cristo. Attraverso interventi, testimonianze e filmati, hanno messo a fuoco la loro realtà per diventare, nella situazione attuale, sentinelle dei valori umani e cristiani.
Questi i principali argomenti affrontati: l’analisi della realtà centrafricana, i giovani e la stregoneria, i giovani e l’aborto, la gestione della vita affettiva e sessuale, la riscoperta di Gesù Cristo, Salvatore, amico fedele e uomo equilibrato. Fra le testimonianze: una religiosa, un sacerdote, una coppia sposata con rito religioso, una donna affetta da AIDS, un giovane che vive in questa complessa realtà e che ha raccontato il suo modo di affrontarla.
Tutte le sere, dopo un momento di preghiera animato da P. Léonard Ndjadi Ndjate, cappellano dei giovani, è stato proiettato un film che, sottolineando l’argomento trattato durante il giorno, coinvolgeva maggiormente la coscienza dei giovani in questa dinamica di riflessione, dibattiti e testimonianze. La domenica mattina, 26 agosto, si è tenuta una tavola rotonda durante la quale, separatamente, le 40 ragazze e i 75 ragazzi, hanno trattato, ancora una volta, i principali problemi della loro quotidianità e poi, insieme, hanno preso alcune risoluzioni per una vita radicata non più su basi sentimentali ed effimere, ma nella persona di Gesù Cristo e sui valori umani. La celebrazione eucaristica con cui si è concluso questo primo forum parrocchiale, è stata presieduta dal provinciale, P. Victor-Hugo Castillo Matarrita. Nell’omelia, il celebrante ha invitato i giovani a scegliere definitivamente, “con la forza che è in loro”, la grande radice dell’amore di Cristo che affonda nell’amore del Padre e a vivere nella non-violenza. Audacia, umiltà, santità: sono questi i valori umani che costituiscono i nuovi sentieri di una generazione e di un’umanità rinnovata e radicata.
ETHIOPIA
Inizio del terzo millennio
Il 12 settembre 2007 ha segnato per l’Etiopia la transizione ufficiale al terzo millennio. Il 2000, dunque, in Etiopia è giunto con quasi otto anni di ritardo rispetto al resto del globo che segue il calendario gregoriano, perché questo paese è rimasto l’unico a conservare l’uso del calendario giuliano, in base al quale la nascita di Gesù è avvenuta appunto 2000 anni or sono.
Il governo etiopico di Meles Zenawi ha trasformato con abilità le celebrazioni del nuovo millennio in un’occasione irripetibile per rilanciare sulla scena internazionale l’immagine di un paese in grande sviluppo e per recuperare un consenso che negli ultimi anni – soprattutto in seguito alle contestate elezioni politiche del 2005 – era scemato in maniera preoccupante. La decisione di liberare, nei mesi precedenti le celebrazioni del nuovo millennio, i membri più autorevoli del maggiore partito di opposizione, la Coalizione per l’Unità e la Democrazia (Cud), e dopo di loro, quasi 18.000 altri prigionieri di tutti gli stati della federazione etiopica, è stata una mossa politica accolta con grande favore da tutti. Lo sfarzo che ha caratterizzato le celebrazioni civili del millennio sia nella capitale che in diverse città e regioni del paese, è stato accompagnato da numerose iniziative in campo religioso ed ecclesiale.
La Chiesa ortodossa, quella cattolica e quella protestante hanno focalizzato la propria attenzione più che sugli aspetti profani delle celebrazioni, sulla proposta a tutte le comunità cristiane di vivere l’alba del nuovo millennio come vero giubileo di ringraziamento. Gli interventi delle autorità religiose delle diverse Chiese hanno enfatizzato i temi tipici del giubileo risalenti all’esperienza del popolo d’Israele nell’antico testamento: un anno di grazia, di misericordia, di solidarietà, di riconciliazione, di giustizia sociale e ridistribuzione dei beni e di liberazione dalle catene dell’oppressione. Proprio in questo stesso senso, anche la liberazione dei prigionieri menzionata in precedenza è stata interpretata dalle Chiese come un gesto ‘giubilare’ da parte del governo.
L’Ufficio della Commissione di Coordinamento per le celebrazioni del Millennio della Chiesa Cattolica (NMCO) ha espresso molto bene in un suo messaggio augurale lo spirito che tutte le Chiese e anche le autorità religiose dei musulmani d’Etiopia hanno condiviso. In esso si legge: “La celebrazione del Giubileo del 2000 e del Nuovo Millennio non ci deve far dimenticare la realtà di tanta nostra gente: migliaia di etiopici sono tuttora profughi o rifugiati nei paesi limitrofi; milioni vivono tuttora in povertà e soffrono la fame. Moltissimi hanno sofferto ingiustamente e sono rimasti vittime innocenti. Molti sono i senzatetto. Un grande numero non ha ancora accesso a servizi basilari quali educazione, cure mediche, acqua potabile, trasporti ecc. Molti hanno perso i propri cari a causa della tragica pandemia dell’Aids e milioni vivono senza potersi curare dal virus che li ha colpiti.
Pertanto, come NMCO, auspichiamo che l’alba del Nuovo Millennio spinga le Chiese ad operare affinché venga colmato il grave divario sociale tra la popolazione, promuovendo l’unità del paese.
Celebrazioni liturgiche prolungate, piene di colore, di gesti e di simboli giubilari sono state organizzate dalle diverse Chiese. Particolarmente intense e molto partecipate quelle organizzate ad Addis Abeba dalla Chiesa ortodossa alla vigilia del primo dell’anno con la presenza del Patriarca Abune Paulos e di molti vescovi, sacerdoti, diaconi, cantori e fedeli che in clima di preghiera hanno vissuto una veglia biblica protrattasi fino a notte inoltrata e illuminata dalle centinaia di candele distribuite a tutti i partecipanti. Una liturgia in cui il canto tradizionale dello wazema, la lenta salmodia in lingua ghe’ez e le preghiere sotto forma di litania hanno creato un’atmosfera di intensa spiritualità. La celebrazione eucaristica ufficiale del millennio da parte della Chiesa cattolica ha avuto luogo domenica 16 settembre. Presieduta dall’arcivescovo metropolita di Addis Abeba, Abune Berhane Yesus Surafiel, accompagnato dai vescovi delle diocesi, dei vicariati e delle prefetture apostoliche d’Etiopia, ha visto la partecipazione di un gran numero di operatori pastorali religiosi e di fedeli provenienti da tutto il paese.
Momento intenso e commovente è stata la consegna ai rappresentanti delle dieci giurisdizioni ecclesiali del paese di altrettanti grandi crocifissi scolpiti sul modello di quello originale, opera di un artista di Addis Abeba, che era stato benedetto dal Papa nel recente Convegno dei giovani a Loreto, e riportato in Etiopia da Abune Musè Gebreghirogis, vescovo di Emdebir, una delle diocesi etiopiche. I crocifissi passeranno di parrocchia in parrocchia in un pellegrinaggio che si protrarrà per l’intero anno giubilare, sottolineando la vocazione di ogni cristiano a farsi strumento di pace, di riconciliazione, di giustizia, di perdono e di amore fino alla donazione della propria vita, sull’esempio di Gesù Cristo. La preghiera da tutti elevata è che finalmente sia l’Etiopia che il Corno d’Africa e l’intero continente possano godere di quella pace che fino ad oggi è rimasta un grande sogno irrealizzato. (P. Giuseppe Cavallini, mccj)
ITALIA
Commemorazione di mons. Gianfranco Masserdotti
La comunità comboniana di Brescia ha organizzato una commemorazione nel primo anniversario della morte di mons. Gianfranco Masserdotti (avvenuta il 17 settembre 2006).
L’evento ha avuto due momenti. È cominciato alle ore 20 con una celebrazione eucaristica nella chiesa del Buon Pastore, adiacente alla casa comboniana. La Messa è stata presieduta dal vescovo ausiliare di Brescia, mons. Francesco Beschi, accompagnato da mons. Serafino Spreafico, cappuccino, vescovo emerito della diocesi di Grajaú, vicino a Balsas, mons. Antonio Menegazzo, amministratore apostolico di El Obeid (Sudan), e molti sacerdoti comboniani e diocesani. Erano presenti anche gli Assistenti Generali P. Tesfamariam Ghebrecristos Woldeghebriel e Fr. Umberto Martinuzzo. Durante la Messa sono stati letti i messaggi di P. Teresino Serra, Superiore Generale, e di P. Antonio Guglielmi, amministratore della diocesi di Balsas, mentre mons. Beschi ha ricordato con commozione i suoi incontri con dom Franco e ha sottolineato la lucidità e la credibilità della sua testimonianza missionaria. La commemorazione è proseguita nel salone della casa comboniana con la presentazione del libro “A braccia aperte”, curato da P. Carmine Curci, che descrive la vita, la figura e la spiritualità di mons. Masserdotti, e l’inaugurazione di un grande ritratto, una composizione fotografica che mostra dom Franco con le vesti e le insegne del suo ministero vescovile e sullo sfondo la chiesa bresciana del Buon Pastore e il volto di un giovane brasiliano. La partecipazione della gente ha reso evidente che la memoria di dom Franco continua viva nella Chiesa di Brescia, nella quale è nato e cresciuto e per la quale rimane uno stimolo forte all’apertura e alla solidarietà con la missione e con i poveri.
NAP
Visita dell’economo generale
P. Alessandro Guarda, economo generale, nel mese di agosto ha compiuto una visita alla NAP. Pur essendo, la questione economia, lo scopo principale del viaggio, P. Alessandro ha avuto anche l’opportunità di visitare le comunità di Cincinnati, Chicago e California. L’esperienza è stata positiva sia per lui che per noi.
Problemi di immigrazione che ci toccano da vicino
Centocinquanta membri della parrocchia di san Carlo Borromeo, di Cincinnati, dove P. William Jansen è parroco, sono stati arrestati di recente e incarcerati con l’accusa di essere immigrati clandestini. I Missionari Comboniani stanno facendo del loro meglio per mantenere i contatti con questi sventurati, ma incontrano molte difficoltà da parte delle autorità. Preghiamo per una soluzione giusta e rapida di questo problema.
PERÚ-CHILE
Visita di P. Teresino Serra
A metà agosto (dal 6 al 19) è stato con noi P. Teresino Serra, Superiore Generale. La prima settimana ha guidato il ritiro annuale, con oltre quaranta partecipanti, nel quale ha condiviso con noi alcuni aspetti fondamentali della nostra spiritualità comboniana. È stata un’autentica esperienza di grazia e animazione. Successivamente ha potuto incontrare i membri del consiglio provinciale e un nutrito gruppo di rappresentanti di tutte le nostre comunità per presentarci le sfide principali che, come Istituto, stiamo vivendo in questo momento storico. Data la scarsa disponibilità di tempo, ha potuto visitare solo le comunità di Lima: postulato, teologato, CAM, Chorillos e la sede provinciale. Ringraziamo il Signore per queste giornate che ci hanno aiutato a mantenere vivi i vincoli con la nostra famiglia comboniana.
Terremoto in Perù
Non potremo mai dimenticare l’esperienza vissuta lo scorso 15 agosto, durante il terremoto. Due parrocchie che si trovano nelle zone più colpite sono sotto la nostra responsabilità: El Carmen e Sunampe. Vi sono molti feriti e danni materiali piuttosto consistenti. Ma è doveroso segnalare anche questa catena di solidarietà che si è venuta a creare in mezzo alla disgrazia. Molte mani si sono unite, in Perù e fuori, per venire incontro a questi fratelli bisognosi. Abbiamo potuto vedere veramente come lo Spirito si stia rivelando in tanti cuori per alleviare le sofferenze dei fratelli colpiti.
La maggior parte delle chiese ha subito danni notevoli come pure la casa dove abitano i nostri missionari a El Carmen; fortunatamente non ci sono state vittime. Si stanno valutando i danni per poi prendere delle iniziative. P. Lorenzo Bergantin, parroco di El Carmen, ha fatto un prezioso lavoro di coordinamento e animazione fra i suoi fedeli e sta facendo l’impossibile per essere vicino a tutte le comunità, soprattutto a quelle maggiormente colpite. Ringraziamo fin d’ora le province e tante persone che ci stanno aiutando, nella misura delle loro possibilità. È stata anche istituita una raccolta di fondi per le persone che hanno subito danni.
Ordinazione
L’8 settembre, Festa della Natività di Maria, la nostra provincia è stata benedetta dall’ordinazione presbiterale del giovane Gilver Calongos Maslucán che si è svolta nel suo paese natale, Jumbilla, dipartimento di Amazonas, nel nord-est peruviano, nella diocesi di Chachapoyas. Lì si sono ritrovati una decina di Comboniani, fra sacerdoti, Fratelli, scolastici e religiose per accompagnare il nuovo missionario.
Gilver è il primo sacerdote di questa comunità. Il parroco ci ha ricevuto a braccia aperte per non parlare della gente. È stato un vero avvenimento in paese. Nei giorni precedenti si era fatto visita alle scuole, si era parlato con le emittenti locali ed erano stati invitati gli abitanti dei villaggi vicini che quel giorno sono accorsi numerosi per partecipare all’ordinazione sacerdotale del primo dei loro figli.
Il vescovo ordinante, Mons. Emiliano Cisneros Martínez OAR, un uomo particolarmente vicino ai suoi fedeli, ha avuto parole di elogio per il nostro confratello e la sua riflessione è stata molto missionaria. Ha detto che va sottolineato il fatto che il primo sacerdote di questo paese sia un Missionario Comboniano e ha chiesto a tutti i partecipanti di non mettere in un sacco bucato la chiamata del Signore a seguirlo come religiosi, sacerdoti e/o missionari disposti ad andare per le strade del mondo. P. Gilver è stato destinato alla provincia del Togo-Ghana-Bénin.
SOUTH SUDAN
50° di sacerdozio
P. Peter Magalasi, il 1° settembre 2007, ha celebrato il giubileo d’oro della sua ordinazione sacerdotale nella Comboni House di Juba. P. Peter, nato 77 anni fa a Tombora, in Sud Sudan, è stato ordinato il 7 luglio 1957. Attualmente lavora a Duru in Congo.
Al mattino, P. Peter ha presieduto la celebrazione eucaristica, durante la quale ha ricordato gli inizi delle due comunità della Comboni House di Hai Amarat (Juba) e la loro serena condivisione delle risorse e dei doni “nella buona e nella cattiva sorte”. Ha anche espresso la sua gioia per il ritorno nell’arcidiocesi di Juba delle Suore Missionarie Comboniane e dei Missionari Comboniani dopo quattordici anni di assenza forzata. Ha incoraggiato le due comunità a lavorare assieme, a mettere Cristo al centro della loro vita e a non esagerare nel lavoro pur di supplire all’attuale mancanza di vocazioni. P. Peter ha parlato poi con entusiasmo del suo lavoro apostolico a Duru.
La celebrazione è ripresa in serata con una festosa cena. L’arcivescovo Paulino Luduku Loro, che era uno studente di P. Peter, il diacono Onesimo Kenyi, suo segretario, e Fr. Augusto Lopeta, membro dell’Istituto di St. Martin de Porres, si sono uniti a P. Peter e alle due comunità comboniane per celebrare questa bella ricorrenza.
TCHAD
Trentesimo anniversario della presenza comboniana
La provincia del Tchad nacque dall’espulsione dei Comboniani dal Sudan nel 1964 e con l’arrivo dei profughi sudanesi in Centrafrica. Il 15 agosto 1977 arrivarono in Ciad i primi tre Comboniani provenienti dal Centrafrica: P. Claudio Gasbarro, Mons. Miguel Angel Sebastián Martínez e P. Domingo José Delgado.
In occasione del trentesimo anniversario, il consiglio provinciale al completo si è riunito a Moissala, la nostra prima missione, per un’azione di grazie con la popolazione. Per cinque giorni abbiamo festeggiato con i cristiani di Moissala partecipando a diverse attività: mostra missionaria, video su Comboni, adorazione del Santissimo Sacramento, concerto delle corali, tavola rotonda, trasmissione radiofonica, incontro con il gruppo pastorale nel quale abbiamo discusso le prospettive future.
Le celebrazioni si sono concluse con una Messa alla quale hanno partecipato tutti i rappresentanti dei settori di questa vasta parrocchia. Rendiamo grazie a Dio per averci permesso di lavorare in questa parte della sua vigna; ringraziamo i cristiani del Tchad che hanno creduto e fatto fruttificare la parola che abbiamo annunciato loro e tutti quelli che sono stati protagonisti di questa missione comboniana in Tchad in questi 30 anni.
Seminare alle frontiere del Sahel: 30 anni di storia comboniana
Da cinque anni abbiamo ricominciato a compilare del materiale in vista di scrivere la storia dei Comboniani del Tchad. Per conservare la memoria! È appena stato pubblicato il libro Semer aux frontières du Sahel: 30 ans d’histoire combonienne au Tchad, scritto da P. Enrique Javier Rosich Vargas. Ringraziamo la provincia spagnola che ha finanziato buona parte di quest’opera. Ne abbiamo inviato un esemplare ad ogni provincia e delegazione comboniana come dono per il nostro trentesimo anniversario.
Questo libro è la storia dei Comboniani che lavorano in Tchad da 30 anni. “Seminare alle frontiere del Sahel” è un’audacia tipica di coloro che credono e si lasciano condurre dallo Spirito di Gesù, un po’ come nella parabola del “seminatore” del Vangelo che semina sulla roccia e fra i rovi, lungo la strada e nella terra fertile, a “tempo opportuno e inopportuno”, come direbbe San Paolo. Seminare contro ogni logica umana. Oltre 65 Missionari Comboniani hanno seminato e lasciato il meglio della loro vita su questa frontiera del Sahel nel sud del Tchad.
Trenta anni di gioie accanto ad una popolazione che ha vibrato ascoltando la Buona Novella di Gesù; trenta anni di apprendistato e di evangelizzazione accanto a popoli dalle culture così ricche e dalle lingue tanto diverse quanto complesse…
Trenta anni con una sola passione: “seminare”; seminare perché sappiamo che il seme non ci appartiene e che è portatore di molta vita per il popolo ciadiano.
IN PACE CHRISTI
Fr. Antonio Gasparini (25.02.1924 – 25.07.2007)
P. Paolo Longo (08.12.1928 – 10.09.2007)
Preghiamo per i nostri defunti
IL PADRE: Francesco Saverio, di P. Donato Goffredo (LP); Emilio, di Fr. Giuseppe Parise (KH); Edward, dello Sc. Miąsik Maciej Tomasz.
LA MADRE: Adele, di P. Marco Martinelli (I); Dolores, di Fr. David Enríquez Sánchez (M); Marie-Claire, di Fr. Simon Zissou Tsoklo (CN); Oliva, di Fr. Alberto Visintin (CA).
IL FRATELLO: Leonel, di P. Ignacio López Toro (M); Anteo, di P. Severino Crescentini (I).
LA SORELLA: Caterina, di P. Aleardo De Berti jr (I); Giacomina, di P. Lorenzo Tomasoni (KH); Maria, di P. Egidio Melzani (BS).
LE SUORE MISSIONARIE COMBONIANE: Sr. M. Caterina Baldisserotto; Sr. Serafica Colombo; Sr. Tranquillina Conti; Sr. M. Dionisia Collizzolli; Sr. Rinalda Franchin.
Consulta sempre il nostro Sito Web: http://www.comboni.org
Familia Comboniana n. 646