I membri dell'Assemblea Intercapitolare concludono i loro lavori affidando l'Istituto e la sua Missione alla Vergine di Guadalupe.



PARTECIPANTI

I. CONSIGLIO GENERALE
1. P. Serra Teresino - padre generale
2. P. Baldan Fabio Carlo - vicario generale
3. P. Odelir José Magri - assistente generale
4. P. Tesfamariam Ghebrecristos Woldeghebriel - assistente generale
5. Fr. Romero Arias Hernán - assistente generale

II. SEGRETARI DEI SEGRETARIATI GENERALI
6. P. Guarda Alessandro - economia
7. P. Miante Girolamo - promozione vocazionale e formazione
8. P. Pescantini Umberto - animazione missionaria
9. P. Zolli Fernando - evangelizzazione

III. INCARICATI DEGLI UFFICI GENERALI
10. P. Cimitan Danilo - coordinatore formazione permanente
11. P. Sandri Giuseppe - segretario generale

IV. PROVINCIALI
12. P. Codianni Luigi Fernando - BRASIL NORDESTE
13. P. Munari Giovanni - BRASIL DO SUL
14. P. Castillo Matarrita Víctor Hugo - CENTRAFRIQUE
15. P. Bernasconi Fermo - CONGO
16. P. Altenburger Josef [sostituisce p. Schneider Anton che è malato] - DSP
17. P. Bordonali Bruno - ECUADOR-COLOMBIA
18. P. Tesfaye Tadesse - ETHIOPIA
19. P. Rojo Buxonat Laureano - ESPAÑA
20. P. Pelucchi Alberto - ITALIA
21. P. Tibaldo Mariano - KENYA
22. P. Cignolini Luigi - KHARTOUM
23. P. Felix Paul Neri Augustine - LONDON PROVINCE
24. P. Casagrande Luigi - MALAWI-ZAMBIA
25. P. González Ponce Rafael - MÉXICO
26. P. Robol Massimo - MOÇAMBIQUE
27. P. Gasparini Luigi - NORTH AMERICAN PROVINCE
28. P. Bustos Juárez Rogelio - PERÚ-CHILE
29. P. Manuel Alves Pinheiro de Carvalho - PORTUGAL
30. P. Singer Benno - SOUTH AFRICA
31. P. Perina Luciano - SOUTH SUDAN
32. P. Ruiz Molina Jesús - TCHAD
33. P. Manuel João Pereira Correia - TOGO-GHANA-BENIN
34. P. Filippi Giuseppe - UGANDA

V. SUPERIORI DI DELEGAZIONE
36. P. Glenday David Kinnear - ASIA
37. P. Girau Pellicer José Antonio - COLOMBIA
38. P. Sánchez González Enrique - CENTRO AMÉRICA
39. P. Lurati Claudio - EGYPTE
40. P. Sebhatleab Ayele Tesemma - ERITREA

VI. RAPPRESENTANTE DEL SUPERIORE GENERALE
41. P. Torres Gómez Manuel Ramón - POLSKA

VII. RAPPRESENTANTI FRATELLI
42. Fr. Cruz Reyes Joel - AMERICA-ASIA
43. Fr. Eigner Johann - EUROPA
44. Fr. Della Monica Simone - EUROPA
45. Fr. Parise Alberto - AFRICA

UFFICI

I. MODERATORI PER I PRIMI GIORNI
1. P. Glenday David Kinnear (A)
2. P. Sánchez González Enrique (DCA)

II. SEGRETARI
1. P. Prandina Piergiorgio (C)
2. P. García Castillo Jorge Oscar (M)
3. P. Guarino Domenico (M)

III. TRADUTTORI
1. P. Valdovinos Valencia Juan Manuel (M)
2. P. Pescantini Umberto (C)
3. P. Giuseppe Sandri (C)

IV. INVITATO
(aiuto per la Ratio Missionis e per gli annunci stampa in spagnolo e francese)
4. P. Rosich Vargas Enrique Javier (C)

Totale dei presenti all’Assemblea: 45 partecipanti
3 segretari
1 traduttore
1 invitato
50 persone (incluso il facilitatore e P. González Ponce Rafael)

Domenica 3 settembre
L’apertura dell’Assemblea Intercapitolare é avvenuta domenica 3 settembre alle 11 del mattino, con un breve incontro con Mons. Giuseppe Bertello, nunzio apostolico in Messico. É un grande amico dei comboniani per aver lavorato in Sudan, Togo, Gana, Benin, oltre a Ruanda. Con semplicitá ci ha presentato la situazione delicata che il Messico vive dopo le recenti elezioni. 
In seguito, il nunzio ha presieduto l’Eucaristia domenicale, concelebrata con i membri dell’Assemblea e altri comboniani della provincia del Messico e numerosi fedeli di Xochimilco.
Alla fine della celebrazione il P. Generale ha spiegato che i missionari comboniani riuniti in queste tre settimane stanno facendo missione e ha chiesto ai cristiani una preghiera giornaliera per questo incontro, affinché i partecipanti restino aperti ai richiami dello Spirito.
L’apertura ufficiale é avvenuta al pomeriggio con la parola di benvenuto del P. Rafael Ponce, provinciale del Messico e un intervento del P. Teresino Serra, superiore generale, che ha sottolineato l’importanza del momento che si stava cominciando. L’ha descritto con 5 immagini: del ponte (con l’Istituto e la Missio Dei), la croce (assumere le difficoltá), il cuore (scoprire il bene che c’é nell’Istituto), il pozzo (momento di riposo e incontro con il Signore) e la barca (fidarsi del Signore e navigare in acque profonde).
In seguito, ogni partecipante se é presentato dicendo chi era e che attese aveva nei riguardi dell’Intercapitolare. Furono eletti i moderatori (Claudio Lurati, Enrique Sánchez, Laureano Rojo Buxonat) e distribuiti i compiti dei vari servizi.

Lunedí 4 settembre
Il mattino é stato animato da P. Camilo Maccise, carmelitano scalzo esperto in Bibbia e vita religiosa. Ci ha aiutato a situare e comprendere la vita religiosa nel contesto latino-americano. Ci ha fatto prima di tutto memoria storica per poi parlare di presente e proiettare il futuro.
Ha sottolineato che viviamo in un momento de forte crisi (che ha sempre un significato di giudizio, purificazione e decisione). Per descrivere la situazione della vita religiosa, ha ricordato che i religiosi si sono identificati in questi ultimi anni in due immagini: dell’esodo (un cammino che é stato movimento di liberazione da una osservanza e ritualismo eccessivi, che é stato accompagnato dall’insicurezza del deserto ma che faceva intravedere la terra promessa). Quando la primavera del Vaticano II ha ceduto il passo a un certo inverno ecclesiale, questa immagine dell’esodo é stata sostituita da quella dell’esilio: un momento lungo in cui si ha la percezione di assenza di Dio, di un’insicurezza permanente che porta a mettere unicamente in Dio la fiducia. Questo é un tempo in cui i religiosi hanno perso il loro prestigio, il protagonismo e la sicurezza e sono entrati nel tempo della provvisorietá, della scarsa identitá, della mancanza di vocazioni. Questi aspetti oibbligano la vita religiosa a cercare quello che realmentre é essenziale.
Dopo l’intervento molto apprezzato, c’é stato un dialogo nel quale si é messa in risalto la necessitá di fare una buona selezione dei candidati alla vita religiosa, sapendo che devono essere persone capaci di vivere in tempi difficili, e altri aspetti come la tensione tra vita consacrata e missione, la contrapposizione tra vita religiosa e movimenti, la tensione tra carisma e istituzione e la vita religiosa come profezia.
Al pomeriggio c’é stata la presentazione della relazione del consiglio generale. P. Teresino Serra ha cominciato ringraziando i provinciali e delegati per la loro collaborazione nel governo dell’Istituto e ha insistito nella necessitá di mantenere in questa Assemblea un atteggiamento di ascolto: di Dio, di Comboni e degli uni verso gli altri. Ha riassunto il cammino fatto negli ultimi tre anni fermandosi in quelle che ha chiamato prioritá: la spiritualitá (passare dal fare all’essere, avendo come punto di riferimento il giovane ricco del vangelo); lo squilibrio tra personale e impegni; la formazione che deve preparare a una missione difficile e esigente; il processo della Ratio Missionis (che ci invita a una conversione partendo da una rilettura sapienziale della nostra identitá e metodologia); il ministero dell’autoritá (fatto nello stile di Gesú, mite come agnello, crocifisso, paziente e flessibile).
Ha terminato affermando, insieme con Daniele Comboni, la sua convinzione che “il dito di Dio é qui”. Alla fine ha distribuito una croce con un’incisione: “duc in altum” (vai al largo).
Finalmente c’é stato un dialogo di domande e risposte dove i presenti hanno mostrato di aver apprezzato la sua maniera franca di parlare dei problemi e hanno insistito sulla necessitá di promuovere un cambiamento profondo che non é capriccio di alcuni ma esigenza della base, come l’urgenza de fare tra tutti un piano missionario di Istituto che aiuti a fissare prioritá per arrivare a ridisegnare la nostra presenza e requalificare gli impegni in maniera globale.
I lavori sono stati chiusi con un momento di preghiera e adorazione.

Martedí, 5 settembre
Sono cominciate le relazioni dei Secretariati Generali.
Ognuno ha avuto tempo di esporre le iniziative fatte in questo triennio, le difficoltá, i temi piú presenti e le prospettive, lasciando tempo per un breve dibattito dopo ogni presentazione.
P. Fernando Zolli, dell’Evangelizzazione, ha sottolineato l’aspetto e il cammino della Ratio Missionis. Valuta che é stata assunta dall’Istituto e che sta provocando un processo salutare di rinnovamente partendo dal basso. In nome del CG dice aspettare che i prossimi passi, del discernimento e delle proposte operative, siano altrettanto partecipati e fruttuosi. L’obiettivo finale, ha detto, é quello di arrivare a elaborare un Piano Missionario per tutto l’Istituto, coincidendo, forse, con il prossimo Capitolo Generale.
Un altro aspetto che ha sottilineato é stato lo sforzo che si fa nel campo di Giustizia e Pace per aumentare la sensibilitá e creare reti tra quelli che lavorano questa dimensione specifica del carisma.
Il mattino ha avuto anche la presenza di Mons. Samuel Ruiz, vescovo emerito di Chiapas, che ha parlato della vita religiosa, con appena un riferimento alla sua esperienza personale come vescovo che ha tentato un cammino nuovo nel campo del dialogo culturale col mondo indigena. In questo senso, ha lasciato l’Assemblea abbastanza delusa perché si aspettava meno riflessione e piú esperienza vissuta.
Al pomeriggio la presentazione del P. Guarda, economo generale, che ha preferito non presentare una relazione economica sulla vita dell’Istituto ma che ha toccato e provocato discussione su alcuni temi, come il fondo comune, il rapporto tra economia e missione e la dimensione comunitaria dell’economia.



Mercoledí 6 settembre
Il mercoledí é stato quasi tutto dedicato alle altre relazioni dei Secretari Generali. Ognuno ha presentato all’Assemblea le iniziative del triennio, le problematiche poresenti e le prospettive per il prossimo triennio.
Dopo brevi dibattiti su ogni settore, l’Assemblea si é divisa in gruppi continentali che hanno cominciato a discutere e preparare le loro relazioni continentali, che saranno presentate nei prossimi giorni.

Giovedí 7 settembre
Il continente americano propone un cambio di agenda. Invece delle previste relazioni provinciali, suggerisce que le relazioni siano appena continentali e che si dia tempo per riprendere alcuni temi sollevati dal P. Generale nella sua relazione.
Il P. Generale interviene chiarendo e approfondindo le sue affermazioni. Parla di missione difficile e dice che, quando lo fa, ha in mente la missione di Gesú, che é umanamente assurda, piena di difficoltá e pericoli, che dev’essere portata in fretta, credendo piú nella forza dello Spirito che nelle cose. Missione non é un’escursione, ma una lotta... Parla dei “segni dei luoghi” (un concetto che complementa quello dei segni dei tempi) e sottolinea che i poveri e abbandonati sono riferimenti di tutti gli Istituti. Comboniana é quella missione che nessuno vuole, come é il caso di alcune regioni dell’Africa. Sottolinea che dobbiamo lasciare al piú presto quei posti nei quali siamo appena “diocesani”.
Parla anche di stilo di vita e dice che, quando ci si allontana da quello che si annuncia, l’incoerenza annulla quello che le labbra annunciano. L’Istituto ha preso, in questo senso, una strada di privilegi che devono essere rivisti (case confortevoli dove non manca niente, vacanze regolari come i ricchi, assistenza medica di prima qualitá, abbandono frequente dei posti di lavoro...). Lavoriamo in costante emergenza, come la croce rossa. Dobbiamo fermarci per ossigenarci spiritualmente e per verificare se quello che facciamo é adeguato, dal momento che l’Istitituto di oggi non é lo stesso di quello di ieri. C’é sangue nuovo e ci sono nuove attese. Per combattere la mediocritá dobbiamo favorire una spiritualitá di gruppo, creare gruppi-lievito, favorire gli incontri di FP.
Quanto al governo, dice che vuole essere aiutato. Parla di corresponsabilitá e collaborazione, per fare in modo che i problemi siano affrontati insieme.
Termina domandando: quali prioritá possiamo portare avanti con le forze vive che abbiamo? I gruppi continentali si incontrano, discutono e fanno suggerimenti.

Venerdí 8 settembre
La giornata é dedicata alle relazioni continentali, con spazio per alcuni interventi provinciali considerati piú importanti. Vengono sottolineati:
- lo sforzo di rinnovamento dell’Uganda che, secondo il provinciale, é destinata in pochi anni a diventare una provincia come le altre (con 50-60 persone) e orientata soprattutto verso l’AM;
- la situazione dell’Etiopia e Eritrea, che vivono un tempo di tensione e di equilibri abbastanza precari;
- la problematica dell’Islam;
- il lento cammino della pace in Sudan...
Il continente europeo solleva alcune questioni: qual’é la nostra risposta di Istituto esclusivamente ad gentes nell’Europa di oggi? Siamo ospiti o membri effettivi delle Chiese locali? Perché le persone in difficoltá aumentano? Perché tanta resistenza a tornare nelle provincie di origine?
L’Africa francofona sottolinea il cammino fatto insieme dai 4 provinciali (Congo, República Centro-africana, Tchad e Togo/Ghana/Benin), soprattutto i tentativi nel campo di JPIC.

Fine settimana culturale
Sabato 9 settembre ci siamo trovati alle 15.00h. nella basilica della Vergine di Guadalupe. Il cardinale di Cittá del Messico ha presieduto l’eucaristia e durante l’omelia ci ha animati nei nostri lavori e ha chiesto la forza dello Spirito per l’Assemblea.
Domenica abbiamo visitato le piramidi di Teotihuacan, il posto “dove gli uomini diventano dei”, secondo gli aztechi. Difatti, si resta impressionati dalla grandezza del posto e dall’equilibrio e dalla precisione delle costruzioni. Abbiamo capito che il Messico ha una cultura ricca e millenare. Conoscere meglio la cultura degli altri é un’esigenza nella nostra vita missionaria. La gita é anche servita a rafforzare la comunione del gruppo.

Difficoltá e malessere
Nelle relazioni che erano state fatte la settimana scorsa, alcune questioni erano rimaste senza risposta. Alcuni hanno avuto l’impressione che si volesse passare da un tema all’altro senza il necessario approfondimento.
Vari partecipanti temevano anche che temi dell’agenda non venissero trattati con la dovuta serietá (personale, ri-disegnare gli impegni, codice di condotta, ecc.) o che le questioni non avessero una risposta nel finale.
A causa di questo e soprattutto a causa del metodo di workshop usato per trattare il tema della Ratio Missionis, c’é stata una reazione dell’assemblea che ha obbligato a fermare le attivitá per chiarire alcuni punti di fondo, soprattutto di metodo che era seguito. Ognuno ha avuto la possibilitá di dire quello che sentiva. Qualcuno é arrivato a dire che aveva l’impressione che ci fosse un’agenda nascosta dove tutto (o quasi) era giá deciso. Il P. Generale é intervenuto per dire che non c’era questa agenda e che, anzi, c’era in lui e negli alrti membri della DG un desiderio sincero di ascoltare tutti per poter camminare insieme. Un altro provinciale ha ricordato che questo tipo de confronti sono normali in assemblee del genere.
Dopo le discussioni foi rifatta l’agenda. Presentata dal vicario generale, é stata accettata. Questo ha permesso che ci fosse una valutazione di tutto il cammino della Ratio Missionis, dall’inizio a oggi, e l’indicazione di un cammino che potrebbe aiutare a rendere piú efficace e partecipato il processo nel futuro.

Festa e dolore

La notte del 15 settembre abbiamo celebrato l’indipendenza del Messico con flauti e altri strumenti musicali, canti e il famoso “grido”. La festa nazionale associata alla domenica ci ha permesso di avere un lungo fine-settimana di riposo. Abbiamo gradito il fatto di poter uscire, dopo 5 giorni di intense sessioni e dialoghi.
Il pomeriggio del 17, tornando a casa, siamo stati sorpresi dalla notizia della tragica morte di Dom Franco Masserdotti, vescovo comboniano di Balsas. Quelli che lo hanno conosciuto l’hanno descritto come una persona profondamente umana, con un grande senso dell’umorismo e sempre alla ricerca di una spiritualità comboniana e della missione ad gentes. Qualcuno si è anche domandato che cosa vorrà dire Dio all’Istituto con questa morte (altre ci hanno accompagnato in incontri di questo tipo nel passato). L’Assemblea si è unita alla diocesi di Balsas e alla famiglia di Dom Franco nel dolore, nel ricordo e nella preghiera.
I due provinciali del Brasile lasceranno l’Intercapitolare questa settimana per recarsi a Balsas e partecipare alla messa del 7º giorno a nome di tutti i provinciali dell’Istituto e della Direzione Generale.


Retta finale

Siamo entrati nell’ultima settimana dell’Assemblea Intercapitolare ed è giunto il momento di trarre le conclusioni. P. Teresino ha spiegato che il nostro sistema formativo è in crisi. Con degli esempi, ha mostrato la gravità della situazione. È arrivato il momento di intervenire “con il bisturi” se e dove è necessario.
Abbiamo discusso la proposta della Commissione della Formazione di Base. Suddivisi in gruppi, abbiamo poi cercato di completarla e arricchirla. Spetterà adesso al Consiglio Generale trarre le conclusioni di tutto quello che è stato detto. Si è chiesto di arrivare presto a definire un cammino di rinnovamento.


Novità sulla Formazione di Base

L’Assemblea ha appoggiato alcune delle proposte fatte dalla Commissione per la Revisione della Formazione di Base e l’ha incoraggiata a continuare nel suo lavoro.
Ecco alcune delle proposte: -permettere esperienze con realtà “forti” durante il periodo del Noviziato (ragazzi di strada, ammalati di AIDS,...) che provochino nei candidati domande profonde e a prano alla compassione; -iniziare il servizio missionario subito dopo il Noviziato col vantaggio di studiare lingue locali quando si è ancora giovani e di rendere più contestualizzato lo studio della teologia che seguirà; -inserire gruppetti di due o tre scolastici in comunità comboniane in cui si può vivere la missione e insieme completare gli studi; -l’importanza di una seria valutazione al termine del secondo anno di scolasticato per vedere se il candidato ha reagito positivamente all’impatto dell’intercuturalità; -ricerca di formule che permettano l’inculturazione della nostra formazione; -valutare gli Scolasticati del Sud per evitare che si trasformino in “isole trapiantate in un Sud puramente geografico”.
Insomma, posasiamo dire che l’Assemblea ha aperto la finestra per delle novit’a nella Formazione di Base.


Un nuovo spirito nell’Intercapitolare

C’è un nuovo spirito tra i membri dell’Assemblea. Tutti desideriamo il bene dell’Istituto al di sopra degli interessi particolari. Si vede quindi la buona disposizione a lasciar da parte visioni piccole e frammentarie, per giungere insieme ad una visione più ampia e globale. Si vede anche lo sforzo per mettere insieme le nostre forze, per guardare più in là dei nostri confini, per ristrutturare le attuali circoscrizioni e per cercare l’utile dell’Istituto. Tutti sentono la necessità di arrivare ad un Piano Missionario dell’Istituto che ci permetta di vedere chiaramente quali sono le nostre priorità, di capire dove dobbiamo investire il personale e di vedere quali decisioni devono essere prese con urgenza, quali sono le nostre spoeranze o verso quale méta ci stiamo dirigendo.
Per esempio, parlando dello stile di Governo, è apparso un chiaro desiderio di collaborazione fra i Provinciali e la Direzione Generale per cercare insieme risposte adeguate.
A questo proposito, qualche giorno fa abbiamo accennato ad un momento di “malessere” e qualcuno può aver pensato che si trattasse di un sentimento puramente negativo. Non è così. Esso significa anzitutto che ci siamo fatti carico di alcune situazioni pesanti del nostro presente perché amiamo l’Istituto e vogliamo che sia capace di scrollarsi di dosso una certa apatia per tornare ad essere quel che Dio lo vuole e che tutti lo sognamo.

Come atleti

Di solito, quando arrivano all’ultimo tratto di gara, gli atleti fanno uno sforzo supplementare. Così i membri dell’Intercapitolare affrontano le ultime curve dell’Assemblea.
Il Comitato Coordinatore ha cercato di ripescare alcuni temi che non erano ancora stati completati e che per la loro importanza non potevano esser lasciati cadere. Così si è discusso di corresponsabilità, di stile di governo, della visione globale dell’Istituto, di un Piano Missionario comune e di criteri per la scelti dei campi di lavoro. Si è affrontato anche il tema del Fondo Comune, quello di un nuovo tipo di Fratello Comboniano e del prossino Capitolo Generale del 2009.
Ci siamo chiesti quali siano gli elemnti irrinunciabili che ci permettono di avere una visione comune e che ci aiutino ad assumere un Piano Missionario a livello di Istituto. Abbiamo sottolineato i valori che derivano dalla spiritualità comboniana e che fondano la nostra identità e la nostra azione. C’è ancora del cammino da fare, ma il processo della Ratio Missionis ci aiuterà a mettere a fuoco questa visione globale dell’Istituto.
Riguardo ai criteri per la scelta dei campi di lavoro, c’è da chiedersi dove la missione ci sta portando oggi, in modo da investire lì il nostro personale e lasciar da parte altre cose. Non possiamo fare tutto, ma dobbiamo avere il coraggio di scegliere alcune sfide Ad Gentes in modo da essere più efficaci.
Riguardo al Fondo Comune si è detto che esso è uno strumento fatto per una missione di stile comunitario, dove ci sono persone che sono disposte a vivere il dialogo, a condividere e a seguire una metodologia comune. Suppone anche che prepariamo degli economi che non siano solo dei contabili.
L’Assemblea ha raggiunto un accordo riguardo al prossimo Capitolo Generale: che sia un Capitolo “speciale” per rispondere ai cambiamenti epocali che stiamo vivendo. Sarebbe bene che fosse il corollario di tutto il processo della Ratio Missionis che continuerà per i prossimi anni. Qualcuno ha espresso anche il timore che tanta ricchezza e tanti sforzi vengano poi troncati a metà dal fatto che il Capitolo sarà costituito per due terzi da gente nuova.


Denominatore comune

C’è un denominatore comune in tutti questi temi. Innanzitutto un serio desiderio di rinnovamento e poi una volontà di trovare comunione nelle differenze oltre che di prendere delle decisioni concrete. Le sfide sono così tante e così complesse che non bastano più le buone intenzioni, ci vuole audacia e la capacità di prendere insieme le decisioni che ci vogliono.
L’Assemblea finirà domenica prossima con la celebrazione dell’Eucarestia. Renderemo grazie al Signore per tutto quello che abbiamo ricevuto e vissuto. Per tre settimane abbiamo pregato e camminato insieme. Il sentiero a volte è stato tortuoso, ma l’insieme è stata un’esperienza di grazia.

Xochimilco (Messico), 3-24 settembre 2006