Dal 'Piano' di Comboni al 'Piano' dei comboniani

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Numerosi i temi affrontati nel XVII Capitolo: spiritualità, missione, formazione di base, governo dell'istituto, formazione permanente, animazione missionaria/giustizia e pace, anziani e ammalati, economia e missione.

È stato definito un capitolo "ordinario speciale" quello che i comboniani hanno celebrato dal 6 settembre al 23 ottobre scorso, a Roma, perché destinato a segnare una svolta importante per l'istituto nella ricerca di strumenti adeguati ad affrontare, nelle intenzioni, le sfide globali d'inizio millennio, in una fase critica della storia degli istituti missionari e nella definizione stessa di missione. Si è trattato del 17° della storia e ha avuto come titolo Dal Piano di Comboni al piano dei comboniani – Riqualificare la missione, la formazione e il governo, tema che bene riflette l'intenzione di rinnovamento radicale che ci si era proposti di avviare. Ha avuto anche un carattere elettivo: come nuovo superiore generale è risultato eletto padre Enrique Sánchez, messicano, primo superiore generale originario di una provincia comboniani del sud del mondo. Lo affiancherà un nuovo consiglio composto di cinque confratelli la cui età media è inferiore ai 50 anni. È tra i consigli generali più "giovani" nella storia dell'istituto: una scelta questa che sta a dimostrare la volontà di rinnovamento emersa dal capitolo.

Una prolungata fase preparatoria

 Molte erano le attese dei membri dell'istituto, suscitate dal prolungato periodo di preparazione remota, iniziato subito dopo l'assemblea inter-capitolare del 2006. Si era trattato di un cammino di riflessione (già proposto dal capitolo generale del 2003) che aveva come scopo l'elaborazione di documenti per una nuova Ratio missionis. Il programma, organizzato in varie fasi a livello di comunità, di province e di continenti, aveva visto il coinvolgimento di tutti i membri dell'istituto. Tre i temi centrali: missione, formazione e governo. Nella fase di preparazione prossima al capitolo, partendo dalla Ratio missionis, una commissione precapitolare aveva elaborato l'Instrumentum laboris. Dopo una settimana preparatoria, con relatori di rilievo, tra cui i superiori generali dei salesiani e dei gesuiti e l'intervento di tre ex superiori generali dell'istituto comboniano, il 6 settembre è stata aperta ufficialmente l'assemblea capitolare, con una solenne Eucaristia presieduta dal cardinal Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, nella casa generalizia dei comboniani a Roma: 72 i capitolari, in rappresentanza degli oltre 1.700 comboniani sparsi in tutto il mondo (in 182 diocesi di 42 diverse nazioni in 4 continenti; 18 vescovi, 1.252 sacerdoti, 266 fratelli e 173 studenti di teologia); 11 gli studenti di teologia, presenti in aula come "osservatori". Dei 72 capitolari, 45 erano europei, 14 originari delle Americhe e 13 africani. Interessanti le statistiche sulle fasce d'età: 18 con oltre 60 anni; 8 con meno di 40; la maggioranza (45) con un'età tra i 40 e i 60 anni. L'accresciuta dimensione d’internazionalità e interculturalità dell'istituto si è riflessa nella composizione del capitolo. Un terzo dei capitolari, infatti, era di origine latino-americana o africana, e rappresentava le "nuove generazioni" dei comboniani. È prevedibile che, già con il prossimo capitolo, tra 6 anni, saranno pressoché la maggioranza dei delegati capitolari. Palese è anche apparso lo spostamento verso una nuova "geografia vocazionale" e di provenienza nell'istituto: gli 11 studenti di teologia presenti in aula come "osservatori" ci hanno ricordato che il 90% dei nostri candidati (postulanti, novizi e teologi) appartengono a nazioni del sud del mondo.

Un sostanziale ottimismo

 L'assemblea capitolare è stata caratterizzata da un'atmosfera di sostanziale ottimismo, di cordiale convivenza e di ricco interscambio, sia a livello di relazioni interpersonali che di attività comunitarie. La commissione centrale ha saputo gestire al meglio i momenti di impasse e superare i rischi di contrapposizioni che inevitabilmente emergono in un processo di ricerca e di discussione in cui le divergenze portano talvolta ad alzare i toni del dibattito. I lavori di gruppo hanno costituito la fase più positiva e più ricca del capitolo. In essi si sono approfonditi i nove "temi prioritari" proposti da una commissione speciale, che li ha scelti da un elevato numero di tematiche. Cinque di questi sono stati votati in prima battuta dall'aula perché ritenuti fondamentali; altri quattro, in seconda battuta, sono stati approvati come "complementari" e, comunque, di particolare urgenza. I temi scelti: identità, spiritualità, missione, formazione di base, governo dell'istituto, formazione permanente, animazione missionaria/giustizia e pace, anziani e ammalati, economia e missione. Una novità da sottolineare rispetto ai passati capitoli: la decisione di eleggere il nuovo consiglio generale dopo la conclusione dei lavori e l'approvazione di tutti i documenti elaborati. Ciò ha permesso un discernimento più obiettivo nella scelta di coloro che avrebbero avuto il compito di tradurre nella pratica le decisioni del capitolo durante il loro mandato sessennale. Quella del "discernimento" è stata un'inedita scelta metodologica, fatta durante la riflessione sulla Ratio missionis, per favorire un più efficace processo d'integrazione tra ascolto della Bibbia, preghiera e dibattito sui temi da trattare, facendo sì che fosse l'ispirazione tratta dalla parola di Dio a illuminare le scelte da compiere. Per quanto riguarda gli orientamenti formulati e le mozioni approvate dal capitolo, va rilevato che non presentano aspetti di vera innovazione, come molti si aspettavano. Il motivo è presto detto: il raggiungimento di consenso in un'assemblea capitolare di 72 delegati di diverse sensibilità, provenienza, formazione e visione missionaria, richiede una mediazione (spesso sinonimo di "minimo comune denominatore") che inevitabilmente rende meno `.coraggiose" le proposte operative accolte. Ciò non ha impedito, tuttavia, di identificare priorità importanti e formulare proposte molto concrete. Lo si evince dal Messaggio finale dei capitolari ai confratelli: «Abbiamo voluto pregare e discernere insieme, oltre che discutere – a volte con passione – sulle dimensioni irrinunciabili del nostro carisma, dalle quali scaturirà il nostro "Piano": identità, spiritualità, missione e formazione dei futuri missionari; evoluzione della geografia vocazionale e crescita dell'interculturalità nell'istituto; inserimento e presenza nelle chiese locali, per animarle a guardare oltre i propri confini e per una pastorale vocazionale rinnovata; servizio dell'autorità e condivisione tra province; verifica degli stili di vita e di presenza missionaria; coordinamento continentale e nuove comunità in contesti "di frontiera", in ambiente islamico, in Asia, attenti alla peculiarità di ogni continente; trasparenza economica e condivisione totale delle risorse». Questi i temi sulla cui base verrà formulato il "Piano dei comboniani" per i prossimi sei anni. Sono stati anche delineati nuovi impegni nell'ambito "Giustizia, pace e integrità del creato" (rafforzando la nostra presenza, al fianco di altri istituti già impegnati in questo campo, nelle iniziative di lobbying e advocacy a livello di organismi internazionali) e nel cammino verso l'unificazione di circoscrizioni presenti in contesti simili, per snellire la struttura di governo, in un più attento esercizio del principio di sussidiarietà ai vari livelli, attenti alla contestualizzazione delle scelte su base continentale. Attenzione è stata rivolta anche al crescente fenomeno dell'avanzamento delle età e delle condizioni di salute di molti membri dell'istituto, ribadendo l'importanza di garantire personale necessario a gestire questo settore e confermando lo spirito di comunione con chi vive la missione in modo diverso. Nel Messaggio finale si legge: «Riconosciamo con gratitudine la testimonianza di tanti confratelli anziani e ammalati, ai quali chiediamo di continuare a offrire all'istituto e alla missione il tesoro della loro offerta di preghiera e di sapienza, in un servizio fatto di generosità e di fedeltà alla vocazione e alla missione».

Una triplice chiave di lettura

 I comboniani presto si troveranno tra le mani nuovi documenti da studiare e da accogliere come linee-guida. I capitolari hanno sentito il bisogno di indicare il modo con cui riceverli: «Vi invitiamo a considerare i testi prodotti dal capitolo in una triplice chiave di lettura: a) la storia del nostro istituto, tornando "alle radici", soprattutto facendo memoria della "passione" di Comboni per i più poveri e abbandonati; b) le complesse situazioni socio-politiche, economiche, culturali e religiose che in questo tempo sfidano l'umanità, la Chiesa e la missione; c) alla luce della parola di Dio, che ci proietta in un orizzonte colmo di speranza. Sentiamoci, quindi, persone "in formazione permanente", con uno stile di vita coerente, che aiuterà a rendere più efficace anche il cammino della "formazione di base"». Il Messaggio finale pone a ogni singolo comboniano una domanda: «Di fronte alle sfide messe in luce dal capitolo, in che cosa deve cambiare la mia vita, la mia comunità, la mia provincia/delegazione per rispondere con fedeltà alla missione che il Signore mi ha affidato?». È su questo che si giocherà gran parte del rinnovamento che tutti si augurano, in un ambito non solo di istituto, ma di impegno personale a far proprio quanto proposto. Come ha incoraggiato a fare il nuovo superiore generale nell'omelia della celebrazione eucaristica di chiusura: «L'assemblea capitolare termina. Questo, però, in realtà, è il momento in cui il capitolo deve iniziare. Sarà responsabilità, di ogni confratello trasformare in stile di vita e in scelte quotidiane quanto è stato raccolto in questo tempo di grazia, vissuto in rappresentanza di tutti i comboniani». Non senza pregare insieme, affinché san Daniele Comboni «ci ispiri e ci aiuti ad essere "fedeli e audaci, santi e capaci"».

p. Giuseppe Cavallini mccj