In Pace Christi

Prada Angelo

Prada Angelo
Data urodzenia : 04/08/1857
Miejsce urodzenia : Madrana TN/I
Śluby tymczasowe : 28/10/1887
Śluby wieczyste : 28/10/1887
Data śmierci : 25/02/1889
Miejsce śmierci : Verona/I

Angelo Prada entrò nell'istituto comboniano il 18 novembre 1880, vivente ancora il Comboni. Il giorno 11 agosto 1881 fu mandato al Cairo da dove ritornava a Verona un anno dopo, per mancanza di salute. Qui restò fino alla mone. È presentato come "di indole mite e schietta, di ingegno più che sufficientemente svegliato...". Era per na­tura incline al sonno, anche durante le pratiche di pietà, ed egli per togliersi al pe­ricolo d'esserne preso, si condannò da se stesso a starsene ginocchioni senza mai poggiare mani o braccia sulla panca; ed era­no due anni che praticava costantemente questa penitenza volontaria".

L'articolista di Nigrizia dice pure che "più di tutto spiccò in lui l'ubbidienza e l'u­miltà". Poco prima di morire disse: "Questa volta mi tocca andare a vedere il Purgato­rio".

Da Mccj Bulletin n. 155, ottobre 1987, p. 5 > I primi membri della Congregazione

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Angelo Prada, nato il 4 agosto 1857 a Madrano di Pergine  Valsugana (Trento), entrò a Verona il 18 novembre 1880. L'11 agosto 1881 partì pel Cairo, ma ritornò a Verona con gli altri  del Cairo il 17 luglio 1882 a causa della guerra. Il l novembre  1885 entrò nel noviziato come fratello, e il 28 ottobre 1887  emetteva i tre voti semplici nella nuova Congregazione dei Figli  del S. Cuore di Gesù; e alle ore 2.15 del 25 febbraio 1889 spirava  placidamente l'anima sua nel bacio del Signore. R.I.P.  (SPV, 85). Rolleri aggiunge che era "artista" e che arrivò in  Cairo il 17 agosto 1881 (SPC, 36, p.13), mentre Giulianelli scriveva  il 19 agosto 1881 a Sembianti: "Ieri sera circa le ore 9  pomerid. giunsero qui i noti individui in ottima salute, dopo un  placidissimo viaggio" (A/26/24/l9): erano Domenico Polinari,  Egidio Gerstmans e Angelo Prada. 

         Precedentemente p. Sembianti l'aveva proposto pel Cairo  a Giulianelli: "Angelo Prada, buon ragazzo, di temperamento timido,  docile, sgridato si confonde, ma buono, mostrasi abbastanza  atto a più mestieri, non omessa la pittura" (A/28/24/3S) . Nelle  liste del personale infatti lo stesso Sembianti lo dice "pittore"  (A/29/l2/2) e "conosce alquanto il disegno" (A/3l/4), anche se a  Verona faceva il cuoco (A/29/12/lS). 

         Il 10 agosto 1881 lo stesso Sembianti aggiungeva, parlando  degli ultimi due suaccennati: "Amano la pietà, con discrezione,  sono fidati, e si prestano ad ogni cosetta che occorresse  in casa ... Veda che Angelo è piuttosto timido, e saltandoli  su si avvilisce… Angelo potrebbe esser bene forse tenerlo sempre  a Cairo, appunto per la sua natura timida, pero non paurosa.  Io però penserei che andrà decrescendo a poco a poco la sua naturale  timidità" (A/28/24/ 36). 

         Prima di partire da Verona, 11 agosto 1881, aveva emesso  giuramento di servire la missione dell'A. C. "in perpetuo", nella  formula consueta per i fratelli, scritta tutta nitidamente di sua mano (A/13/S4/36). Dopo aver accennato a una febbre, Giu1ianelli scriveva a Sembianti il 26 agosto 1881: "Angelo pare  che abbia poca salute e spesso si ammala; non so come fare…  speriamo che stiano bene, e che questa sia stata per lo strapazzo  del viaggio e per il cambiamento di clima" (A/26/34/21). Ma  il 9 settembre aggiunge: "I tre laici si sono ristabiliti, e ne  sono contento. Li trovo molto docili ed ubbidienti, e specialmente  Angelo; vedo che è un giovane buono di pensiero ed ha buoni  sentimenti. Spero che il SS.mo Cuore di Gesù me lo conservi.  Benché Angelo non sia molto forte, pure fa e farà bene, e torno  a ripeter1e che fino ad ora ne sono contento. Anche io opino che  sarebbe bene che Angelo restasse qui fisso, e prego Lei a scriverlo a monsignore nostro, sebbene io già gliene abbia dato un cenno"  (A/26/34/22). E il 14 ottobre, sempre a Sembianti: "Angelo,  buonissimo, poco può fare ed ogni tanto cade malato. Con un da  fare grandissimo che vi è qui, non so come potrò andare avanti"  (A/26/34/29); e aggiungeva l' 11 novembre: "In ordine poi ai  due buoni fratelli Angelo ed Egidio, non pare abbiano sanità, e  perciò non atti ad andare in missione. Bisogna che vadino molto  piano in fare le cose, perché diversamente si ammalano" (A/26/  34/34) . 

         La poca salute di fr, Angelo continuò anche nel 1882, fino  al suo rimpatrio a Verona in luglio, con tutti gli altri del Cairo.  Però nel 1883 Giu1ianelli ne sentiva la mancanza e lo desiderava,  scrivendo a Sembianti il 28 aprile 1883: "Non averlo  fatto ritornare qui, mi ha fatto un gran danno, e quella che ci  va di mezzo è la Missione, che deve spendere" (A/26/3S/29). Anche  se il motivo è finanziario, si vede che la sua opera era apprezzata.  Però fr. Prada non ritornò più al Cairo. P. Asperti,  ne dava questa spiegazione a mons. Sogaro, che forse l'aveva richiesto:  "Fr. Angelo, benché ottimo, ma fantastico e smemorato,  qui può giovare nelle cose quiete e ordinate, ma costì, almeno  fino ad aver una casa sistemata, sarebbe un imbarazzo" (A/41/S). 

         P. Antonio Vo1to1ina, S.J. ne comunicava la morte a mons.  Sogaro in questi termini il 27 febbraio 1889: "Una dolorosa notizia  devo darle questa volta, ed è che il nostro buon fr. Angelo  Prada l'altro ieri alle 2.30 della notte ci ha lasciati per  passare agli eterni riposi, nell'età freschissima di 31 anni.  Era veramente un Angelo, e colla sua pietà e instancabilità di  lavoro era di edificazione a tutti. Morì di anemia dopo due soli  giorni di letto, però da qualche mese si vedeva che andava  sempre più deperendo di forze e di salute" (A/41/26/6).

         Era il primo fiore della nuova Congregazione, e Nigrizia,  marzo 1889, ne tracciò un colorito profilo (87-89). Nella corrispondenza  del tempo il suo nome è quasi sempre seguito dall'aggettivo  "buono". Ricordo che quanti l'avevano conosciuto  ripetevano unanimemente: "Era un Angelo" . 

Da P. Leonzio Bano, Missionari del Comboni 4, p. 96-98