P. Francesco Chemello: “OLTRE. Esperienze missionarie tra il popolo Nuer del Sud Sudan”

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Giovedì 31 ottobre 2024
“OLTRE” è una condivisione di esperienze missionarie da parte di P. Francesco Chemello (Odiongo Gatwic). Si situa nel contesto Nuer della missione/parrocchia di Leer, nello stato dell’Unità (Unity State) in Sud Sudan. Il racconto si sviluppa lungo il cammino (safari) iniziato nel dicembre 2013 che porterà P. Francesco a visitare vari centri della missione, partendo da Leer verso Adok/Liab, quindi verso Nyal, Payinjiar e Ganyliel, fino alla missione di Old Fangak e ad altri luoghi ove la vita e la missione di P. Francesco, Odiongo, Gatwic, si è sviluppata. Richiami che vanno OLTRE al Sud Sudan si intrecciano tra loro durante gli eventi particolari vissuti. [Vedi allegato]

DEDICA E RICONOSCIMENTI

Questo mio scritto “OLTRE”, rappresenta una testimonianza ed è parte viva della mia vocazione ed esperienza missionaria. Voglio dedicarlo prima di tutto ai miei genitori: papà Domenico e mamma Maria-Maddalena che, nella loro fede e nella loro tarda età, hanno acconsentito che mi avviassi verso i Missionari Comboniani per realizzare la mia vocazione missionaria.

Coloro, però, che li hanno assistiti con grande dedizione nella loro anzianità sono stati mio fratello Antonio, mia cognata Maria-Maddalena e i miei nipoti Paolo, Roberta e Antonella. Senza la loro famiglia la mia esperienza missionaria non sarebbe stata certamente serena. Per questo, a loro va la mia più profonda riconoscenza.

Mia sorella Annamaria, Sr. Francesca nell’istituto delle Suore Dorotee, insegnante di scuola elementare, è sempre stata molto vicina alla mia missione africana e ha saputo animare alla missione anche i suoi bambini e bambine, che regolarmente andavo a visitare durante le mie vacanze per parlare loro delle mie esperienze.

Un grazie particolare lo devo anche alla signora Rita Cappozzo che, con l’incoraggiamento del marito Renato Sperotto, ha avuto il coraggio addossarsi il compito di rendere “più scorrevole” il mio Italiano, alquanto arrugginito da oltre 40 anni d’Africa.

Dovessi ricordare tutte e tutti coloro che mi sono stati vicini nel cammino missionario, le pagine non basterebbero. Per loro la mia riconoscenza è quindi molto viva e sentita.

Che dire, poi, del mio paese, Sandrigo, e della mia parrocchia dei SS. Filippo e Giacomo, dei suoi sacerdoti, missionari e missionarie, religiosi e religiose e di tutta la gente che mi ha testimoniato la fede fin da bambino? Eterna e grande riconoscenza!

Senza l’appoggio e la vicinanza di tutte le persone nominate, non so che cosa sarebbe stata la mia missione. Appare chiaro che la “mia missione” è tutt’altro che “mia soltanto”, è la missione nella quale il Signore ha coinvolto tutti noi, per questo possiamo condividere la gioia che, in maniera diversa, il Signore ci ha fatto esperimentare: “Andate e annunciate il mio Vangelo al mondo intero” (Mc 16,15).

P. Francesco Chemello, mccj

P. Francesco Chemello a Koch, in Sud Sudan.

INTRODUZIONE

“OLTRE” è un termine di sole 5 lettere ma che non permette mai di fermarsi pensando di avere tutto sotto controllo ed essere arrivati.

Nella vita c'è sempre qualcosa che va oltre, oltre le aspettative, oltre le tue forze, oltre confine, oltre la tua immaginazione, oltre i tuoi limiti e anche oltre ciò che ora condividerò con te. L’importante è riconoscere quando questo Oltre incontra me, te, noi e loro ed essere grati di questa occasione inaspettata che diventa insieme sfida per una nuova crescita. Esserne grati: ma grati a chi? A Colui che è “l’Oltre”... ma che anche cammina sempre con noi.

Ciò che incontrerete sono esperienze personali iniziate con il mio arrivo in Africa (Zambia) nel 1981 e nel Sud Sudan nel 1991. Tuttavia, la scintilla che ha dato inizio a questo scritto sono stati gli eventi sconvolgenti di Juba del 15 dicembre 2013, che hanno scompaginato anche la missione di Leer (in Unity State).

Questo racconto ha iniziato a delinearsi durante il mio "safari"[1] verso Nyal per la festa di natale 1013, che doveva seguire la via del fiume Nilo, ma che poi ha dovuto proseguire per altre vie. Nel frattempo, anche la gente ha voluto andare oltre ed ha aggiunto al mio nome Lotuko, “Odiongo”, quello Nuer “Gatwic".

Le notizie da Juba riportavano che circa mille civili (e militari) Nuer sono stati massacrati e sepolti[2] in "fosse comuni" nella capitale dall'esercito del governo del Sud Sudan al potere e dalle milizie del presidente Salva Kiir),[3] ma il conto è molto più alto.

Mentre il viaggio si dipana, molti altri ricordi si intrecciano nel racconto, donando altri "spunti di riflessione e continuando a farmi andare “oltre". La narrazione prosegue, quindi, con altri "safari" che costringeranno il lettore o la lettrice a fare dei salti. Sarà un buon esercizio per mantenerci in forma.

La storia continua nella missione di Old Fangak dove sono stato inviato dopo la conclusione del primo "safari" narrato sopra. Poi di nuovo a Leer fino al maggio 2015, quando la città viene ricatturata dall'esercito governativo e dalle sue milizie costringendo me e la mia comunità a trasferirsi a Nyal, nella contea di Payinjiar.

È mia convinzione che la terra e l'ambiente Nuer non siano adatti a persone senza gambe e polmoni buoni. Tuttavia, anche le persone che non sono di questo tipo non dovrebbero per niente scoraggiarsi pensando di essere totalmente inutili: le esperienze che porto lo proveranno. Se c'è buona volontà, un servizio lo si può sempre dare.

Il lato incoraggiante è che, se le gambe non sono forti come uno vorrebbe e non mantengono la velocità Nuer, questo non ti deve preoccupare troppo: nessun Nuer ti deluderà mai piantandoti in asso.

Qualcosa di simile l’ho pregustato l’anno prima, nel 2012, durante la mia visita alla contea di Payinjiar con Mary Nyatuɔr, una ragazza di 14 anni, esile e, a prima vista, anche fragile che, non solo ha rivelato la sua forza, ma anche la sua perspicacia e che, pure a colpo d’occhio, ha fatto su me e le mie condizioni fisiche una "perfetta radiografia", così da costringermi a cambiare completamente la mia valutazione su di lei e a essere più realista su me stesso.

Non era timida come la maggior parte delle sue coetanee, ma molto precisa nelle sue valutazioni, senza paura di dirmi chiaramente cosa pensava delle mie condizioni, oltre le mie aspettative.

“Abuna Francis cɛ dɔŋ, göörɛ ɣöö bakɔ jɛ luak”[4], ha detto alla sua amica Elizabeth Nyabora. Aveva perfettamente ragione, ma entrambi noi dovevamo fare un passo oltre: io dovevo riconoscere che lei aveva ragione, e lei scoprire e valutare le mie motivazioni. Allora, accingiamoci ad andare oltre anche alla presente narrazione.

P. Francesco Chemello Odiongo Gatwic – Mccj[5]


[1] Parola araba che significa "viaggio". Qui è usata come "viaggio pastorale per visitare i cristiani e la gente nelle località lontane della parrocchia".
[2] Il rapporto Nuer sulle persone scomparse (morte), tuttavia, supera i 15.000.
[3] Luglio 24, 2015 7:08 PM, UPDATE July 24, 2015 9:06 PM, John Tanza, Karin Zeitvogel: https://www.voanews.com/a/south-sudan-african-union-rights-report-released-obasanjo/2878010.html; Commissione d'inchiesta dell'UA sul Sud Sudan: Addis Abeba 15/10/2014; http://www.au.int/en/auciss - https://www.refworld.org/pdfid/5631d2fa4.pdf
[4]
“Abuna Francis cɛ dɔŋ…, göörɛ ɣöö bakɔ jɛ luak!”, cioè “P. Francesco è anziano… dobbiamo aiutarlo!”.
[5] “Odiongo” (Lotuko) = nato nel tempo del raccolto; “Gatwic" (Nuer) = figlio del villaggio, “uno di noi”; Mccj = Missionari Comboniani del Cuore di Gesù.