Venerdì 27 maggio 2022
Ieri P. Teresino Serra ha presieduto ai funerali di Padre Ezio Bettini, deceduto il 23 maggio a Gavardo. “A P. Ezio non piacevano le lodi o le incensate – dice P. Teresino –. Ma qualche virtù dobbiamo presentarla, perché P. Ezio è stato un buon maestro di vita e ci ha lasciato tanti esempi umani, cristiani e missionari”. Di seguito pubblichiamo il testo dell’omelia di P. Teresino. [Al centro, nella foto: P. Ezio a Rumbek, in Sud Sudan]
P. EZIO BETTINI
Missionario Comboniano
(1-4-1951 – 23-5-2022)
Siamo tutti addolorati e ancora increduli per la morte improvvisa di un missionario pieno di gioia ed entusiasmo. In un momento come questo, solo il silenzio, le lacrime e la preghiera sono gli atteggiamenti più consoni per vivere questo dolore con fede, adorando la volontà di Dio. In realtà, le lacrime sono una forma silenziosa di preghiera. Sant’Agostino sosteneva che «in situazioni di dolore, la preghiera più bella è la preghiera fatta con poche parole e con le lacrime di amore”. Oggi, insieme, vogliamo pregare non per P. Ezio, ma con P. Ezio. Preghiamo per poter ricevere la grazia di imitare le sue virtù umane, cristiane e missionarie.
Iniziamo la nostra riflessione con le parole dell’apostolo Paolo della prima lettura: «Sappiamo che, quando finirà la nostra dimora terrena, che è come una tenda, riceveremo da Dio un’abitazione, una dimora non costruita da mani d’uomo, ma eterna» (2Cor 5,1). La tenda di P. Ezio si è consumata, quasi tutta in missione. La sua vita tra noi ha concluso il suo percorso. Noi lo pensiamo ora nella dimora di Dio, «accanto a lui» come ha detto S. Paolo, accanto a quel Gesù che lui ha servito, annunciato e celebrato. Noi riconsegniamo a Dio questo nostro fratello e amico, consegniamo a Dio il bene che ha fatto nei suoi tanti anni, ricordando le sue virtù, come vuole Dio. Ancora San Paolo ci ricorda: “E’ giunto il momento di sciogliere le vele. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona che il Signore, mi consegnerà” (2Tim. 4,7-9). Questo nostro fratello, missionario di Comboni, ha lavorato, ha servito, ha combattuto. Ringraziamo Dio per la missione compiuta.
Mi tolgo i sandali per entrare brevemente nella terra sacra della vita di P. Ezio. A lui non piacevano le lodi o le incensate. Ma qualche virtù dobbiamo presentarla, perché P. Ezio è stato un buon maestro di vita e ci ha lasciato tanti esempi umani, cristiani e missionari.
Lui, circa un mese fa, in uno scritto si è presentato così: Sono padre Ezio Bettini, gavardese di nascita, 70 anni. Ordinato prete nel 1978, sono andato in Libano per imparare l’arabo. Nel 1981 sono stato insegnante di religione a Rumbek (Sud Sudan). In Sud Sudan ho trascorso 23 anni, una esperienza missionaria marcata da una situazione costante di guerra e insicurezza. Negli anni vissuti in Italia ho lavorato come promotore di vocazioni missionarie, e come incaricato dei Laici comboniani. Per 9 anni sono stato poi a Milano amministratore della nostra comunità di missionari anziani, non autosufficienti e ammalati, o meglio, “combattenti reduci” della missione! Da gennaio 2022 sono a Brescia, come economo della comunità”.
Ovviamente, nella sua umiltà e semplicità, P. Ezio non ha scritto che è stato anche segretario nazionale della formazione nei seminari comboniani in Italia. E non ha neanche detto che ha servito due periodi come Superiore Provinciale in Sud Sudan. Inoltre non poteva dire che, anni fa, pensarono a lui come possibile vescovo nella diocesi di Rumbek (Sud Sudan).
Al suo scritto, noi aggiungiamo i nostri ricordi delle sue virtù e talenti:
Comboni ti ringrazia: Hai Prestato a lui vita, cuore, parola
UN PENSIERO DI PAPA FRANCESCO, che in luglio spera di visitare il Sud Sudan.
Una persona tende a morire come è vissuta. Se la mia vita è stata un cammino con il Signore, il Signore stesso ci aspetta a braccia aperte per continuare a vivere con Lui. Allora, diciamo sì all’amore e no all’egoismo, diciamo sì alla vita e no alla morte, diciamo sì alla libertà e no alla schiavitù dei tanti idoli del nostro tempo; in una parola diciamo sì a Dio, che è amore, vita e libertà. La nostra vita è fatta di tempo e il tempo è dono di Dio. Pertanto, occorre impegnarlo in azioni buone e fruttuose. (Papa Francesco)
PER CONCLUDERE:
Cosa ci direbbe P. Ezio oggi? Ci direbbe solamente: “Amate la missione tra i più bisognosi. Chi ama la missione è amico di Dio”. E noi aggiungiamo: Gavardo è una cittadina amica di Dio... da qui sono partiti tante missionarie e missionari, laici, consacrati e sacerdoti fidei donum. Allora, vale la pena donare e consumare la vita per il bene degli altri, particolarmente dei più bisognosi.
Un grazie di cuore, a suo fratello Dario, sua cognata Neris, ai nipoti, parenti e amici tutti. Siate orgogliosi di P. Ezio. Grazie per averlo accompagnato nella sua vita missionaria.
P. Teresino Serra