Festa del Sacro Cuore alla parrocchia dello Spirito Santo di Tabligbo in Togo

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Venerdì 25 giugno 2021
“Celebrare il Sacro Cuore di Gesù vuol dire celebrare due avvenimenti: da una parte, l’amore indefettibile di Dio per l’uomo e, dall’altra, la risposta dell’uomo, trasformato da questo amore, a Dio”. Con queste parole P. Timothée Hounaké-Kouassi, provinciale, ha iniziato la sua omelia durante la Messa solenne che ha presieduto nella chiesa parrocchiale dello Spirito Santo di Tabligbo (Togo), concelebrata da tutti i confratelli che lavorano in Togo. I confratelli Saurel Houinsou e Simon Agede hanno emesso i voti perpetui. Quest’anno, a causa della pandemia di covid-19, la solennità del Sacro Cuore, nella provincia, è stata celebrata a livello zonale.

Festa di due avvenimenti

Dopo le lodi animate dai postulanti comboniani, i confratelli hanno meditato sul messaggio del Consiglio Generale per l’occasione, presentato da P. Anicet Maté Labite, formatore nel postulato. Momento culminante della festa è stata la celebrazione eucaristica nel corso della quale Saurel Houinsou e Simon Agede hanno emesso i voti perpetui.

Nell’omelia, il provinciale ha sottolineato che la festa del Sacro Cuore “vuole farci riscoprire la nostra relazione con Dio”. Partendo dalla seconda lettura del giorno (Ef 3,8-12.14-19), nella quale san Paolo invita gli Efesini a rimanere radicati e stabilmente fondati nell’amore, ha affermato che questa è la sola condizione per “comprendere la larghezza, la lunghezza, l’altezza, la profondità… dell’amore di Dio. Solo così potremo essere dei segni per il nostro mondo di oggi”.

Per riuscirci, “dobbiamo andare avanti senza paura, contando sullo Spirito Santo, sulla testimonianza di vita dei confratelli che ci hanno preceduto tra cui quanti sono sepolti nella terra della nostra missione in Togo-Ghana-Benin. Dobbiamo anche impegnarci maggiormente nella preghiera quotidiana e nell’accompagnamento spirituale”.

Prima di rivolgersi ai professi, P. Timothée ha dato due caratteristiche del Cuore di Gesù: guarisce ed è fonte di grazie. È in questo cuore che la loro consacrazione trova tutto il suo significato. Sono invitati a consacrarsi totalmente e senza riserve perché “quando ci si consacra a metà non si trova la gioia”.

Alla fine della messa, ogni confratello presente ha ricevuto dalle mani del provinciale la “croce comboniana”. Alla fine, c’è stato un pranzo fraterno.