Mercoledì 17 aprile 2019
P. Francesco Laudani, comboniano, racconta ai suoi amici e benefattori che ha lasciato il 19 marzo 2019 la sua missione di Magambe (Isiro), nel nord della Repubblica democratica del Congo, dove non si trovava con piacere, perché lontano dalla gente, per andare a Yanonge, una parrocchia, all'Equatore, vicina al fiume Congo. “Non la conosco ancora – scrive il missionario – ma almeno starò con la gente. Si parla kiswahili, una lingua che non parlo più da dieci anni, ma me la sbrigherò. Quindi con la festa di S. Giuseppe sarò da quelle parti. Grazie a tutti voi. A risentirci dopo Pasqua. Intanto accogliete i miei Auguri di Risurrezione assieme a Cristo Gesù, nostra Speranza”.
INIZIO DI UN ROMANZO!
Viaggio per Yanonge il 22 marzo 2019
Carissimi Amici e Benefattori,
è proprio così: voglio iniziare un “romanzo” in questo mio nuovo inizio di missione a Yanonge, diocesi di Kisangani, a 77 anni di età. Abbiamo incominciato il nostro viaggio alle ore 8:00 del mattino con la Toyota della casa di Kisangani. Siamo andati al beach per traghettare sulla riva sinistra del Fiume (Congo) – 15’ quasi come lo stretto di Messina con la Caronte. Ma passati di là a 10 km c’è un ponte rotto, e allora si fa una deviazione di 17 km, per strade di foresta e ponti formidabili (!): su di uno si può passare soltanto aggiungendo delle assi – si paga, si mettono le assi che poi si riportano a nasconderle in foresta –, ma subito dopo raggiunta la strada famosa dal ponte rotto non riusciamo più a passare. Avevamo lottato già su una buca prima, ma ora ci troviamo davanti un lungo tratto con buche enormi: non si passa né a destra né a sinistra, e dopo per altri 15 km sarà uguale, e poi ci saranno ancora 60 km. Per non restare impantanati si decide di rientrare, ripassando per il famoso ponticello delle due assi. Si riprende il traghetto per ritornare sulla riva destra: per passare bisogna aspettare prima che i militari ritornino.
Finalmente siamo dall’altro lato: sono le 15, si mangia in fretta qualcosa e si riparte per attraversare sul lato destro, ma prima c’è ancora con un altro beach sul fiume Lindi. Ma arrivati qui, le mamme che rientrano col barcone ci dicono: dall’altra parte è caduto un tronco, non si passa – le moto le devono trasportare a mano. Che fare? Dopo il beach ci sono ancora 50 km, stato stradale come al solito. Rischio di dormire per strada, e poi? per l’altra traversata da fare, per passare alla riva sinistra, il beach si ferma alle ore 17. Non ci arriveremo mai in tempo: allora, ecco il rientro a casa. Sono trascorse otto ore, soldi per i beach, per la gente che ci ha aiutato a scavare fango e a spingere la macchina per le buche e il giovanotto che ci ha guidato per le stradicciole della foresta.
Pensavo di scrivervi dopo il mio arrivo a Yanonge, ma vedo che non posso più, vi scriverò più tardi, continuando il “romanzo”.
Qualche considerazione: mi son convinto che, se a Magambe mi ritenevo prigioniero lontano 4 km dalla chiesa parrocchiale e attorno a me solitudine, qui a Yanonge sarà una prigionia “accompagnata”, cioè con tutta la gente del posto: mi piace! Non ci sono “strade” se non percorribili solo in moto (e io non lo posso più!) quindi praticamente dovrò restare al centro, che però è più grande di Mungbere, e quindi di lavoro apostolico ne troverò comunque. Mi basta.
Si prevede un’occasione di ripartire da Kisangani martedì, 26 marzo, con una piroga delle Suore – 5 ore di navigazione?! –, una loro superiora va a visitare le suore di Yanonge. Spero quindi di riuscire a partire martedì, anche se le mie valigie, spedite da Isiro per strada il 14 marzo, fino ad oggi non sono ancora arrivate a Kisangani. Avevamo previsto 4 giorni! Ma qui non ci sono “previsioni” da fare: vale solo quel che “c’è” già!
Politicamente il Paese è allo sfascio: il presidente eletto con imbroglio non riesce ancora a fare il governo o attività urgenti a servizio del popolo. Non mi dilungo: solo la speranza della “Risurrezione” di Gesù ci dà coraggio a continuare e a restare con questo popolo provato da tante difficoltà. Mi affido alle vostre preghiere.
Grazie a tutti voi. A risentirci dopo Pasqua. Intanto accogliete i miei Auguri di Risurrezione assieme a Cristo Gesù, nostra Speranza. Un forte abbraccio.
P. Franco Laudani,
Missionario comboniano