Martedì 7 novembre 2017
“Oggi giorno in cui ricordiamo gli amici che ci hanno lasciato – scrive Alex Zanotelli il 2 novembre scorso –, mi è venuto spontaneo riprendere in mano la poesia di un missionario sudamericano, Paul Montes, per ringraziare i tanti amici che hanno incrociato il mio cammino. (…) Mi siete stati amici e compagni di viaggio. Grazie! Ho pensato tanto a voi e a tante altre foglie del mio albero in questa giornata, ma con tanta gioia e allegria, perché voi ora alimentate le nostre radici. E questo ci stimola, in questo momento critico della storia, a impegnarci ancor di più per la vita”.

FACCIAMO MEMORIA

L’albero degli amici

Esistono persone nelle nostre vite che ci rendono felici per il semplice caso di aver incrociato il nostro cammino. Alcuni percorrono il cammino al nostro fianco, vedendo molte lune passare, gli altri li vediamo appena tra un passo e l’altro. Tutti li chiamiamo amici e ce ne sono di molti tipi. Talvolta ciascuna foglia di un albero rappresenta uno dei nostri amici”.

Oggi giorno in cui ricordiamo gli amici che ci hanno lasciato, mi è venuto spontaneo riprendere in mano questa poesia di un missionario sudamericano, Paul Montes, per ringraziare i tanti amici che hanno incrociato il mio cammino.

“Il tempo passa, l’estate se ne va, l’autunno si avvicina e perdiamo alcune delle nostre foglie, alcune nascono l’estate dopo e altre permangono per molte stagioni. Ma quello che ci lascia felici è che le foglie che sono cadute continuano a vivere con noi, alimentando le nostre radici con allegria”.

E’ in questo spirito che vorrei dire grazie alle tante foglie cadute dal mio albero, iniziando da papà Alessandro e mamma Antonietta, ai quali devo tanto. Particolarmente grato alle foglie comboniane cadute alle quali mi legava la stessa passione per i poveri: Di Bari, Frisotti, Ramin, Masserdotti, Nobili, mio primo compagno a Korogocho. Ma anche a uno straordinario missionario laico, Gino Filippini, che ha dedicato 15 anni alla gente di Korogocho. Straordinariamente grato a quelle foglie belle e leggere, le ragazzine di Korogocho, malate di Aids, che ho assistito a morire: Nancy, Lucy, Florence…. che mi hanno insegnato il volto materno del Mistero. Ma anche quelle splendide foglie che mi hanno alimentato, da don Gallo a Tonino Bello, da Dossetti a Benzi, da Tiziano Terzani a…

E’ un dovere per me ricordare le foglie cadute durante quest’ultimo anno, amici di tante campagne per il bene comune: Ettore Masina, Graziano Zoni, Stefano Rodotà e Alberto L’Abate. Ettore, per la sua vita spesa per gli ultimi tramite la Rete Radiè Resch e per il regalo della legge 185 sulle armi.

Graziano, per il suo impegno sociale per i più poveri tramite Mani Tese e le comunità Emmaus. Stefano, per la sua strenua difesa della Costituzione e per il suo contributo al vittorioso Referendum sull’acqua. Alberto, per il suo impegno di una vita a favore della nonviolenza attiva.

Mi siete stati amici e compagni di viaggio. Grazie!

Ho pensato tanto a voi e a tante altre foglie del mio albero in questa giornata, ma con tanta gioia e allegria, perché voi ora alimentate le nostre radici. E questo ci stimola, in questo momento critico della storia, a impegnarci ancor di più per la vita. Nella certezza che: “Ogni persona che passa nella nostra vita è unica. Sempre lascia un poco di sé e prende un poco di noi. Ci saranno quelli che prendono molto, ma non ci sarà chi non lascia niente. Questa è la maggior responsabilità della nostra vita e la prova evidente che due anime non si incontrano per caso”.
Alex Zanotelli
Napoli, 2 novembre 2017