Domenica 30 marzo 2014
Sulla prima pagina del giornale vaticano L’Osservatore Romano di oggi, 30 marzo, è stata pubblicata la nomina per cinque anni del nostro Superiore Generale, P. Enrique Sánchez González (nella foto), a membro del Dicastero della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica (CIVCSVA). Essa si occupa di tutto ciò che riguarda gli Istituti di vita consacrata (Ordini e Congregazioni religiose, sia maschili che femminili, Istituti secolari), e le Società di vita apostolica quanto a regime, disciplina, studi, beni, diritti, privilegi. Gli uffici sono nel Palazzo delle Congregazioni, a Roma.


P. Miguel Ángel Ayuso Guixot,
Segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.

Il Santo Padre – è scritto
sul giornale L’Osservatore Romano di oggi, 30 marzo – ha adottato i seguenti provvedimenti nella Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica: (…) ha nominato Membri i Reverendissimi Superiori Generali: (…) P. Enrique Sánchez González, Superiore Generale dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù”.

Il comboniano che faceva parte del medesimo Dicastero fino a quella data era P. Teresino Serra, ex superiore generale, per cui la nomina di P. Enrique viene a sostituire quella di P. Teresino.

Il 28 marzo scorso è stato anche confermato Segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso il missionario comboniano P. Miguel Ángel Ayuso Guixot.


P. Enrique Sánchez González,
è stato eletto
Superiore Generale
dei Missionari Comboniani
del Cuore di Gesù,
il 21 ottobre 2009.


Storia e competenze
della
CIVCSVA

La Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica fu fondata da Sisto V il 27 maggio 1586 col titolo di S. Congregatio super consultationibus regularium e confermata con la Costituzione Immensa (22 gennaio 1588) fu unita nel 1601 con la Congregatio pro consultationibus episcoporum et aliorum prelatorum. San Pio X con la Costituzione Sapienti Consilio (29 giugno 1908) separò di nuovo le due istituzioni, sottopose i Vescovi alla Concistoriale e rese autonoma la Congregazione dei religiosi. Con la Costituzione Regimini Ecclesiae Universae, del 15 agosto 1967, di Paolo VI, la Congregazione dei religiosi venne denominata Congregazione per i Religiosi e gli Istituti Secolari.

La Costituzione Pastor Bonus, del 28 giugno 1988, di Giovanni Paolo II, ha cambiato il titolo in Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, CIVCSVA. Essa si occupa di tutto ciò che riguarda gli Istituti di Vita consacrata (Ordini e Congregazioni religiose, sia maschili che femminili, Istituti secolari), e le Società di Vita apostolica quanto a regime, disciplina, studi, beni, diritti, privilegi. E' anche competente per quanto riguarda la vita eremitica, le vergini consacrate e relative associazioni, le nuove forme di vita consacrata. La sua competenza si estende a tutti gli aspetti della vita consacrata: vita cristiana, vita religiosa, vita clericale; è di carattere personale; non ha limiti territoriali; alcune determinate questioni dei loro membri però, sono rimesse alla competenza di altre Congregazioni. Essa dispensa anche dal diritto comune coloro che le sono soggetti. E' inoltre competente sulle Associazioni di fedeli erette allo scopo di diventare Istituti di Vita consacrata o Società di Vita apostolica e sui Terzi Ordini secolari.

Dal 23 ottobre 1951, funziona presso la Congregazione la Scuola Pratica di Teologia e Diritto dei religiosi. Dal 1975 viene stampato il Bollettino Informationes S.C.R.I.S. che pubblica articoli in varie lingue, sostituito nel 2005 dalla rivista Sequela Christi.

ISTITUTI DI VITA CONSACRATA SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA

Gli Istituti religiosi e gli Istituti secolari sono le due categorie che compongono principalmente lo stato della vita consacrata per la professione dei consigli evangelici nella Chiesa; in alcuni aspetti le Società di vita apostolica (can. 731 § 1) hanno una legislazione canonica simile a quella che regge gli Istituti di vita consacrata, pur formando categoria a se stante.

Sono consacrati quei laici o chierici che assumono i consigli evangelici per mezzo di un vincolo sacro, diventando membri di un Istituto di vita consacrata (can. 573 § 2).

Gli Istituti di vita consacrata sono società ecclesiastiche erette, approvate e sapientemente organizzate dalla Chiesa per mezzo di una adeguata legislazione generale e particolare (Regole, Costituzioni, Statuti) perché possa in esse sufficientemente e ufficialmente professarsi lo stato della vita di consacrazione (can. 576). Gli Istituti di diritto pontificio sono quelli eretti o approvati dalla Santa Sede con decreto formale. Gli Istituti di diritto diocesano sono quelli eretti dai Vescovi e che non hanno ottenuto dalla Sede Apostolica il decreto di approvazione (can. 589). L'Annuario Pontificio elenca soltanto gli Istituti di diritto pontificio.

ISTITUTI RELIGIOSI

Lo stato religioso è uno stato pubblico e completo di vita consacrata. In esso ai precetti comuni per tutti i fedeli si aggiungono i tre consigli evangelici, detti generali, di castità, povertà, obbedienza, resi obbligatori per mezzo dei voti perpetui o anche temporanei da rinnovarsi alla scadenza (can. 607 § 2), ma sempre pubblici, cioè accettati come tali dalla Chiesa (can. 1192 § 1). Questo stato religioso comporta la vita fraterna in comunità e quella separazione dal mondo che si addice all'indole e finalità di ogni singolo Istituto (can. 607 § 2 e 3).

Si chiamano Ordini (Ordini regolari) quegli Istituti nei quali secondo la loro storia e indole o natura, si emettono voti solenni al meno da una parte dei loro membri. I membri tutti degli Ordini si dicono Regolari, e se di sesso femminile, Monache. Gli altri Istituti religiosi sono chiamati Congregazioni o Congregazioni religiose e i loro membri Religiosi di voti semplici (can. 1192 § 2). Gli Ordini precedono storicamente le Congregazioni.

Dal Codice di Diritto Canonico sono detti Istituti clericali quelli che, secondo il progetto del fondatore, oppure in forza di una legittima tradizione, sono governati da chierici, assumono l'esercizio dell'ordine sacro e come tali vengono riconosciuti dalla Chiesa (can. 588 § 2). Se, invece, il patrimonio proprio dell'Istituto non comporta l'esercizio dell'ordine sacro e viene riconosciuto come tale dalla Chiesa, si chiama Istituto laicale (can. 588 § 3).

Nel Codice gli Istituti Religiosi sono regolati da una disciplina comune. Sussistono tuttavia le diverse categorie che rispondono alle diverse forme che la vita religiosa ha assunto nel corso della storia.

Di ognuna si dà in seguito un brevissimo cenno storico rispettandone l'ordine cronologico.

I Canonici Regolari, che uniscono lo stato e ufficio clericale con l'osservanza della vita comunitaria religiosa e dei consigli evangelici, traggono la propria origine dalle comunità clericali che vivevano insieme al proprio Vescovo. E' stato S. Agostino, sulla fine del sec. IV e all'inizio del sec. V, a dare a questa forma di vita religiosa i suoi tratti più caratteristici.

I Monaci, dal punto di vista storico, sono i primi religiosi viventi in comunità. Nella prima metà del sec. IV le zone desertiche dell'Egitto settentrionale si popolano di colonie di eremiti, i cui detti sono stati raccolti negli Apophtegmata Patrum. Alcuni di questi eremiti radunarono attorno a se gruppi di discepoli, che dettero origine al cenobitismo egiziano o pacomiano, caratterizzato da una disciplina forte, talvolta rude. Durante lo stesso secolo IV, nell'Asia Minore sotto la guida dottrinale di S. Basilio, sorge un cenobitismo basato sulla nozione di comunità-Chiesa-corpo di Cristo.

Nell'Occidente il monachesimo appare con sfumature diverse in quasi tutti i paesi, durante lo stesso sec. IV. Prevale però dal secolo VI il monachesimo benedettino.

Per quanto sempre più frequentemente nel corso dei secoli s'unisca di fatto alla vita monastica il sacerdozio e l'apostolato nelle sue svariate forme, ciò nonostante il monachesimo come tale non importa nessuna unione necessaria con la vita clericale e con l'apostolato individuale in qualsiasi forma.

Attualmente l'organizzazione monastica ha la caratteristica di essere autonoma ossia non centralizzata, essendo autonome (sui iuris) le singole Badie o Priorati conventuali: ciò importa una maggiore ampiezza nei poteri del Superiore locale (Abate, Priore), e una minore dipendenza dal Superiore Generale, se esiste, e inoltre le singole case hanno il proprio noviziato.

Il monachesimo attuale può ridursi a cinque tipi: due occidentali (benedettino e certosino) e tre orientali (paolino, antoniano e basiliano).

Gli Ordini Mendicanti, che a partire dagli inizi del sec. XIII si aggiungono ai Monaci, prendono il nome della povertà corporativa che completa la povertà individuale e importa la incapacità di possedere anche come corpo. Oltre a questo severo carattere della povertà, al quale per quasi tutti gli Ordini fu poi, per le circostanze dei tempi, più o meno ampiamente derogato, i Mendicanti hanno un altro carattere comune, cioè l'unione della vita regolare al ministero sacerdotale, apostolico, missionario, o caritativo in diverse forme. È inoltre carattere comune ai Mendicanti, da essi introdotto e poi trasmesso alle forme religiose posteriori, la centralizzazione del regime che fa capo a un Superiore supremo con pieni poteri, e l'organizzazione in Province.

I Chierici Regolari appaiono nel sec. XVI e nei primi anni del sec. XVII. Mettono a fondamento dell'apostolato sacerdotale, nel più pieno senso della parola, la vita regolare che accomodano ai diversi bisogni dei tempi, pur non rendendola meno severa.

Sulla fine del sec. XVI e nel sec. XVII appaiono nella Chiesa le Congregazioni Religiose Clericali. Sono alcune pie associazioni di chierici, e poi anche di laici, che vivono in comunità e senza voler diventare veri Ordini religiosi, si dedicano, oltreché alla propria perfezione, all'apostolato o ad opere di carità.

Sulla fine del sec. XVII sorgono le Congregazioni Religiose Laicali; si tratta, cioè, di diverse comunità di laici dedicate principalmente all'istruzione (insegnamento e catechesi) dei fanciulli e dei ragazzi; perseguono anche altre finalità, p. es. cura dei malati, carcerati, disoccupati. Di solito escludono formalmente i propri sodali dal sacerdozio; talvolta però ammettono che alcuni di essi ricevano l'ordine sacerdotale per svolgere il compito di cappellani della comunità laicale. Dalla metà del secolo XIX, le Congregazioni religiose laicali sono per la maggior parte femminili.

ISTITUTI SECOLARI

I precedenti storici di questi Istituti risalgono alla fine del XVI secolo, benché il loro riconoscimento giuridico e il loro inquadramento tra gli stati di vita consacrata approvati dalla Chiesa abbiano avuto luogo soltanto il 2 febb. 1947, con la Costituzione Apostolica Provida Mater Ecclesia.

I fedeli consacrati a Dio negli Istituti secolari praticano la "sequela Christi" mediante l'assunzione dei tre consigli evangelici resi obbligatori da un vincolo sacro, e dedicano la loro vita a Cristo e alla Chiesa, impegnandosi per la santificazione del mondo soprattutto operando all'interno di esso (can. 710).

Con l'appellativo di secolari si è voluto sottolineare che le persone che professano questo stato di vita consacrata non mutano la condizione che hanno nel secolo e che continuano a vivere e ad operare in mezzo al popolo di Dio nelle normali condizioni del proprio ambiente sociale (can. 711; can. 713 § 2), secondo lo stile di vita secolare che è loro proprio.

Gli Istituti secolari possono essere clericali o laicali, maschili o femminili.

SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA

Le Società di vita apostolica, chiamate prima, nel Codice di diritto canonico del 1917, "Società di uomini o di donne che vivono in comune senza voti", sono così definite nel can. 731 § 1 e 2 del Codice promulgato nel 1983:

"Accanto agli Istituti di vita consacrata ci sono le Società di vita apostolica i cui membri, senza voti religiosi, perseguono il fine apostolico proprio della Società e, conducendo vita fraterna in comune secondo un proprio stile, tendono alla perfezione della carità mediante l'osservanza delle costituzioni. Fra queste vi sono Società i cui membri assumono i consigli evangelici con qualche vincolo definito dalle costituzioni".

San Filippo Neri può essere considerato come il padre delle Società di vita apostolica maschili, quali noi oggi le conosciamo, e San Vincenzo de' Paoli quello delle Società femminili.

Le Società di vita apostolica possono essere clericali o laicali, maschili o femminili.

FEDERAZIONI DEGLI ISTITUTI DI VITA CONSACRATA E DELLE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA

Il primo Congresso generale degli Stati di perfezione, riunito a Roma nei primi giorni di Dicembre dell'Anno Santo 1950, invitò gli Istituti religiosi e secolari, maschili e femminili delle singole Nazioni ad unirsi in Federazioni, o Conferenze, o Consigli di Superiori Maggiori. Tale organizzazione di Diritto Pontificio, si estese ben presto in quasi tutte le Nazioni (can. 708). Queste conferenze dei Superiori Maggiori hanno i propri statuti approvati dalla Santa Sede, dalla quale vengono erette (can. 709). Esistono, inoltre, approvate dalla Sede Apostolica, Unioni mondiali (di Superiori e di Superiore Generali) e Continentali (in America Latina e in Europa). In data 23 magg. 1974, la Congregazione ha attribuito personalità giuridica alla Conferenza Mondiale degli Istituti secolari (CMIS).