Roma, martedì 30 ottobre 2012
Ieri sera, nella sala capitolare della sede dei Missionari Comboniani di via Lilio a Roma, mons. Menghesteab Tesfamariam ha parlato dell’ultimo Sinodo dei Vescovi sulla “Nuova Evangelizzazione” cui ha partecipato. Mons. Menghesteab è missionario comboniano ed eparca della diocesi di Asmara in Eritrea e ha partecipato anche agli ultimi due Sinodi svoltisi a Roma.
Mons. Menghesteab Tesfamariam e P. Enrique Sánchez González.
Mons. Menghesteab ha sottolineato che il Sinodo aveva lo scopo di trovare nuovi metodi di evangelizzazione per parlare al mondo di oggi, come il titolo stesso del Sinodo metteva in risalto: “La Nuova Evangelizzazione per la Trasmissione della Fede Cristiana”. Ciò che è importante e che i padri sinodali hanno rimarcato, è l’ardore e l’atteggiamento nuovo per presentare il Vangelo, oltre che i mezzi adeguati alla nuova situazione del mondo. “Durante tutta la durata del Sinodo – ha proseguito il prelato – si sono susseguiti circa 400 interventi, alcuni di grande spessore teologico e spirituale”. Le riunioni dei circoli minori, organizzati per gruppi linguistici, sono state importanti per dare consistenza pratica alle idee emerse nel Sinodo. I circoli minori hanno avanzato 400 Proposizioni, ridotte a 58 da un’apposita commissione e presentate al Santo Padre che le userà per la preparazione dell’Esortazione post-sinodale.
Mons. Menghesteab ha poi presentato e commentato alcuni punti del messaggio finale del Sinodo e delle Proposizioni. Una novità del messaggio al popolo di Dio, rispetto ai precedenti messaggi, è l’indirizzo finale alle Chiese nei vari continenti. Nelle Proposizioni, mons. Menghesteab ha sottolineato come “le città e la loro cultura siano considerate ambiti di nuova evangelizzazione e quanto importante sia la credibilità della Chiesa nella nuova evangelizzazione, soprattutto attraverso vescovi e sacerdoti, autentici testimoni del Vangelo”.
La presentazione del Sinodo è continuata con le domande all’eparca. Rispondendo, mons. Menghesteab ha detto che la novità di questo Sinodo non è consistita in grandi proclami né in decisioni assolutamente innovative, ma “nell’incoraggiamento dato ai vescovi in questo tempo di crisi”; ha inoltre evidenziato come “un certo relativismo nella Chiesa ne abbia indebolito la missione di evangelizzazione”. Anche se la missione ad gentes non è stata al centro del dibattito sinodale, alcuni partecipanti al Sinodo hanno rimarcato che l’impegno di evangelizzazione ad gentes conserva la sua importanza e ha bisogno di nuovo slancio.
Di seguito pubblichiamo l’intervento “In scriptis”, non pronunciato in Aula, del vescovo comboniano di Asmara:
“All’inizio della Seconda Assemblea per l’Africa del Sinodo dei Vescovi il Santo Padre ci ha messo in guardia dai virus che sono apertamente all’opera per indebolire la fede cristiana in tutto il continente africano, vale a dire il secolarismo e la proliferazione delle sette. Ciò è giusto, perché essi generano rispettivamente relativismo e fondamentalismo. È quindi importante che nel nostro programma di Nuova Evangelizzazione identifichiamo le loro radici e curiamo tutto ciò che essi hanno contaminato dentro di noi, nelle nostre famiglie, nelle parrocchie e nelle diocesi. Sono nemici dichiarati della nostra fede e lo sappiamo. Ma da dove provengono? Siamo certi che non siano germogli della nostra mediocrità e della nostra incoerenza come seguaci di Gesù Cristo? Molti di coloro che sono scontenti di questo tipo di fede incoerente vissuta da noi, che ci proclamiamo buoni cristiani, possono aver scelto di seguire la via del relativismo-indifferentismo o dell’emozionalismo e del fondamentalismo! Se fossimo un po’ più coerenti e credibili nella nostra vita cristiana, non solo eviteremmo che le persone abbandonino la Chiesa visibile, ma riusciremmo ad attrarre molti nuovi membri, come i primi cristiani degli Atti degli Apostoli, che ‘ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa, prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati’ (At 2, 46-48).
È possibile essere profondamente religiosi e allo stesso tempo privi di fede. Naturalmente è questa la terza e più urgente sfida per noi, che desideriamo intraprendere il cammino della Nuova Evangelizzazione. Se davvero vogliamo essere sinceri con noi stessi, dobbiamo ammettere che non siamo coerenti con ciò che professiamo. E questo è stato, ed è ancora, il nemico più grande della nostra fede. È per questo che alla fine del Discorso della Montagna, nel Vangelo di Matteo, Gesù ci dice chiaramente: ‘Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli’ (Mt 7, 21). Nel trasmettere la fede cristiana con la Nuova Evangelizzazione dobbiamo accertarci che la gente ascolti la Parola di Dio e la segua fedelmente. Dobbiamo sradicare questo atteggiamento mediocre da noi stessi e dalle nostre comunità”.
Qui sotto alcuni link in inglese e in italiano che riportano il messaggio del Sinodo e le 58 Proposizioni. Le Proposizioni sono state redatte nella sola versione inglese.
Messaggio del Sinodo in Italiano