Superiori Comboniani interpellati dai linguaggi della società postmoderna

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Roma, lunedì 7 marzo 2011

La seconda settimana d’incontro della Direzione Generale (DG) dei Missionari Comboniani con i Superiori provinciali e di delegazione è terminata il 6 marzo, con un pellegrinaggio alla città di Assisi, patria di Francesco, il santo che ha sfidato la società e la Chiesa del suo tempo. Il messaggio di Francesco d'Assisi, di vita semplice, di pace e di amore per l’uomo e per la natura rimane attualissimo. I Superiori Comboniani continueranno a riunirsi a Roma fino al prossimo 12 marzo.

I recenti avvenimenti nell’Africa del Nord e nella regione del Nilo sono stati ricordati e rivissuti dai Comboniani riuniti a Roma (nella foto). Testimonianze dei fatti sono state condivise dai Padri Comboniani Paul Annis, Egitto, Angelo Giorgetti, Khartoum/Nord Sudan, e Daniele Moschetti, Sud Sudan, che hanno espresso in parole e immagini le sofferenze, le gioie e le speranze di questi popoli che hanno appena celebrato la loro libertà.

Per l'egiziano P. Paul Annis, “la cosa più sorprendente è stata la rivelazione del potere, della velocità e dell'efficacia dei messaggi (SMS) tramite telefono cellulare, che hanno avviato la rivolta e sono riusciti a mobilitare la popolazione in pochi giorni, fino a far cadere il dittatore Mohamed Hosni Mubarak, al governo della Repubblica Araba d'Egitto dall’ottobre 1981”. I Comboniani presenti in Egitto, hanno aderito all’esultanza del popolo, anche se "all'inizio degli scontri hanno accompagnato gli eventi solo attraverso la televisione e i vetri delle finestre rivolte sulla piazza Tahir, nel centro della città del Cairo", ha detto P. Paul.

P. Daniele Moschetti, a sua volta, ha raccontato il momento storico del 9 gennaio scorso, che conclude cinquantacinque anni di sofferenza, oppressione e morte nella regione Sud del Sudan. Il referendum dà origine ad un nuovo paese africano, libero e indipendente: la Repubblica del Sud Sudan. "Con una partecipazione del 98,83 per cento", dice il missionario, "il 96 per cento della popolazione del sud ha votato per il suo distacco dal nord e rende concreta la profezia dei vescovi sudanesi che anticipavano gli eventi: il Sudan non sarà mai più lo stesso". Secondo P. Daniele, "i Comboniani del sud hanno aderito alla festa del popolo, nella speranza di un futuro di pace". "Per questo, il nuovo presidente Salva Kiir, della tribù Dinka e cattolico praticante, dovrà formare un governo inclusivo che integri tante etnie diverse e forze politiche del paese", ha detto il missionario. "Ci sono molte sfide per lo Stato e la Chiesa, in particolare quelle riguardanti la delimitazione dei nuovi confini, il diritto ad usufruire del petrolio e della divisione della sua ricchezza, la negoziazione della regione di Abyei, dove ci sono stati recenti scontri, il debito estero, la cittadinanza e il ripensamento della pastorale della Chiesa in uno dei paesi più poveri al mondo", ha affermato.

"I Comboniani e i Sudanesi del Nord Sudan hanno, in qualche modo, condiviso questi sentimenti. Un Sudan diviso è un Sudan indebolito", ha detto P. Angelo Giorgetti. L'attuale situazione è di tensione e insoddisfazione. I risultati del referendum hanno sollevato i timori di una probabile persecuzione contro i cittadini e i cristiani che vivono nel nord. Inoltre, vi sono indicazioni per cui l'insoddisfazione dei sudanesi sotto il governo di Khartoum potrà portare alla caduta del presidente sudanese Omar Hassan Ahmad al-Bashir. Omar ha assunto il potere con un colpo di stato nel giugno del 1989.

Un altro momento importante dell’incontro della DG con i superiori provinciali è stato l'intervento della Dr.ssa Fiorella Capasso, consulente in Psicosociologia. In qualità di esperto esterno e dopo una valutazione dei nostri documenti alla luce delle caratteristiche del pensiero e della società post-moderna, ha presentato la sua visione dell’Istituto dei Missionari Comboniani. A parere della Dr.ssa Capasso, "i Comboniani devono lasciarsi sfidare dai linguaggi del nostro tempo. Devono diventare più aperti alle novità, per intraprendere i cambiamenti di cui parlano gli ultimi documenti dell'Istituto”. Fra le altre cose, la consulente ha detto che non basta sentire la necessità e l'urgenza di trasformare la vita e la missione dell'Istituto, ma è necessario attivare i meccanismi per attuare questa trasformazione".

I segretari generali dell'Istituto hanno presentato ai superiori provinciali il rapporto sulle attività intraprese e su quelle del prossimo triennio. Sono stati momenti privilegiati per definire il tipo di comunicazione istituzionale che deve esistere tra la DG, i segretari e i superiori provinciali e delegati.