Mons. Gianfranco Masserdotti, Vescovo tit. di Balsas (MA, Brasile) è deceduto il 17 settembre c.m., nel primo pomeriggio, investito da un'autovettura mentre transitava in bicicletta a 12 chilometri da Balsas.
Nato a Brescia il 13 settembre 1941, entrato giovane nell’Istituto dei Missionari Comboniani, fu ordinato sacerdote il 26 marzo 1966. Laureato in sociologia all’università di Trento, fu assegnato alle missioni del Brasile Nord-Est nel 1972 dove rimase fino al 1979. Quello stesso anno fu richiamato a Roma in qualità di membro della “Capitular Preparatory Commission” in vista della riunificazione dei due Istituti di ramo italiano e tedesco e la revisione delle Costituzioni. Dal 1979 al 1985 fu Assistente Generale. Nel 1986 fu nuovamente assegnato al Brasile Nord-Est. Il 2 marzo 1996 fu consacrato Vescovo e il 15 aprile 1998 assunse la responsabilità della Diocesi di Balsas.
All’interno della Conferenza Nazionale Episcopale del Brasile (CNBB) svolgeva le seguenti funzioni: Presidente della CIMI (Conselho Indigenista Missionário) e Vice-Presidente della Commissione Missionaria della CNBB. Dal 2004 faceva parte anche della Commissione del CELAM: “Dimensão Missionária de Além – Fronteiras”.
La Famiglia Comboniana lo ricorderà sempre come un religioso dalla grande sensibilità umana e spirituale, un missionario dedito totalmente alla causa dei poveri e un Vescovo illuminato e profondamente impegnato a preparare una Chiesa locale autosufficiente, significativamente presente sul territorio, dialogante con tutti, particolarmente attenta ai “più poveri e abbandonati” e missionaria, aperta a tutti i continenti. (P. Arnaldo Baritussio)
Messaggio del Superiore Generale in memoria di Mons. Franco Masserdotti (a nome del Consiglio Generale e consigli provinciali del Brasile)
Dolore, incredulità e fede si alternano nei nostri cuori alla dolorosa notizia della scomparsa di Mons. Franco Masserdotti. “Perché, Dio?” È una domanda di amore verso “Dom Franco” e di fede verso Dio. E il silenzio di Dio diventa pesante ancora una volta. E ancora una volta ci inginocchiamo davanti alla Sua Santa Volontà. “Dio sa” rispose Abramo alle domande e dubbi di suo figlio Isacco.
Anche se il nostro cuore è pieno di dolore, la fede ci invita a ringraziare Dio per la persona e la vita di Dom Franco. Ringraziamo Dio per il nostro confratello vescovo che ha vissuto come servo fedele del suo Signore e del suo popolo. Ma chi era Dom Franco? Un uomo mandato da Dio alle terre brasiliane per insegnare che tutti siamo una sola famiglia. Un uomo con cuore di Pastore che non ha mai abbandonato il suo gregge.
Chi era Dom Franco? Un vescovo che più che la croce pettorale ha amato la croce pesante della sofferenza e delle lacrime del suo popolo. Chi era Dom Franco? Un Missionario. Un Missionario Comboniano che ha camminato sulla strada indicata da San Daniele Comboni: stare con i più poveri ed abbandonati. Un missionario mandato da Dio che ha seminato bontà nel cuore di molti.
Ricordare Dom Franco non è tutto. Dom Franco è stato padre, maestro, pastore e profeta: la fede ci porta a celebrare la vita del nostro vescovo imitando le sue virtù, seguendo i suoi esempi ed amando il popolo di Dio. Siamo addolorati ma non sfiduciati. Dio sa. E vorrei ricordare le parole di fede del Vescovo Daniele Comboni quando morì il primo dei suoi compagni di missione, Don Francesco Oliboni: “È morto un nostro fratello. La sua morte non ci scoraggia. Al contrario, ci aiuta a perseverare nella nostra vocazione e missione. La sua morte ci porta a rinnovare la nostra promessa di fedeltà a Dio ed alla Sua missione”.
Noi tutti, i Missionari Comboniani, siamo uniti in comunione di preghiera a tutto il popolo di Balsas ed alla Chiesa brasiliana nel ricordare il nostro carissimo Dom Franco.
Il vescovo di Balsas, ne siamo sicuri, non vuole vederci tristi. Vuole che tutti cantiamo il Magnificat della nostra vita e che tutti promettiamo fedeltà a Dio e alla Sua missione. (P. Teresino Serra)
La morte di Dom Franco
Siamo ancora sotto shock, ancora non ci sembra vera la notizia della morte di Dom Franco, fratello e pastore. In questo momento, la città e la diocesi di Balsas si sentono orfane. Questo è il sentimento che ci pervade dopo aver celebrato il funerale di Dom Franco Masserdotti, martedì 19 settembre, nella cattedrale di Balsas.
È successo tutto domenica 17 settembre, verso le 14.30, quando Dom Franco amava dedicare qualche ora alla sua passeggiata in bicicletta. La strada BR 230 non gli era nuova, anzi, la conosceva bene. La dinamica dell’incidente è ancora incerta. Sembra che sia stato superato da un furgoncino e che lui, forse, abbia cercato di passare dall’altra parte della carreggiata. Il rumore del camion gli ha impedito di accorgersi dell’arrivo di un’altra macchina, guidata da un pastore evangelico, che lo ha fatalmente investito, uccidendolo sul colpo. La notizia si è sparsa rapidamente e la gente è accorsa sulla piazza dell’ospedale São José, dove il corpo veniva preparato per essere trasportato nella cattedrale.
Dalla domenica al martedì le persone più semplici sono venute a salutare il loro pastore. Gli indios Apinajé erano presenti a rappresentare i gruppi indigeni del Brasile e hanno compiuto il loro rituale, offrendo farina di manioca e pane. Alla celebrazione presieduta dall’arcivescovo metropolita di São Luís, Dom José Belisário, erano presenti alcuni vescovi del Maranhão e i cinque vescovi dello stato di Tocantins. Mons. Sebastião Bandeira, ordinato vescovo da Dom Franco nel marzo 2005, era venuto da Manaus per essere vicino alla diocesi e alla famiglia di Dom Franco.
Martedì mattina sono giunti la sorella Elvira con il marito e uno dei figli, in rappresentanza anche della signora Maria, madre del nostro vescovo, e il fratello Roberto. Il presidente Lula ha inviato il suo rappresentante Rogério Freitas che ha espresso le condoglianze alla famiglia, riconoscendo l’impegno instancabile di Dom Franco a favore della giustizia e dei diritti dei popoli indigeni “per una terra senza mali”.
Secondo le parole dei familiari, la celebrazione è stata la festa di un popolo di risorti, che amava il suo pastore, di una società che lo considerava un punto di riferimento. Dom Franco aveva la grande capacità di accogliere le persone, di credere in loro, anche quando qualcuno approfittava della sua bontà. Un uomo semplice, con una serenità di fondo che finiva per contagiare chi gli stava vicino. Non guardava all’etichetta e non metteva nessuno in soggezione per il fatto di essere vescovo, chiunque si sentiva a proprio agio con lui.
Dopo la Messa, vi è stato il corteo funebre, nel corso del quale abbiamo visitato con lui i luoghi comboniani della città: la scuola “Dom Daniel Comboni”, l’ospedale São José, la chiesa principale di Santo Antonio e la residenza episcopale. Dom Franco è stato sepolto accanto al suo grande amico, che tanto aveva lottato per averlo come suo successore: Mons. Rino Carlesi.
A Dio va la nostra gratitudine, ai familiari di Dom Franco il nostro grazie per averlo lasciato nella terra dove era venuto a lavorare, sudare, amare, correre, terra dove ha sparso il suo sangue, anche se per una fatalità. Resta un vuoto, ma i semi della risurrezione stanno già sbocciando. Su richiesta del popolo, degli amici, della famiglia e dei Comboniani, al fine di dissipare qualsiasi dubbio, chiediamo attraverso l’Ambasciata italiana e la CNBB che la polizia federale accerti la dinamica dell’incidente.
Ha scritto Dom Franco Masserdotti “La vera morte avviene quando riponiamo la nostra speranza e il senso della nostra vita nel possesso, nel potere, nel piacere sfrenato, quando chiudiamo il nostro cuore al prossimo e ci lasciamo trasportare dall’egoismo”. (P. Antonio Guglielmi)
Da Mccj Bulletin n. 234 suppl. In Memoriam, aprile 2007, pp.10-19.