Mercoledì 26 maggio 2021
Lunedì scorso, 24 maggio, è morto P. Candido Poli [nella foto], a causa di un problema cardiaco. Aveva 97 anni e attualmente si trovava nella comunità comboniana di São José do Rio Preto, in Brasile, dove ha passato quasi 51 anni della sua vita missionaria. P. Poli fa parte del gruppo dei primi comboniani giunti in Portogallo, dove ha lavorato circa 16 anni. Qualche giorno prima della morte, era risultato positivo al Covid-19, per cui al funerale, che si è svolto ieri, ha partecipato un numero ridotto di persone.
Il suo superiore provinciale, P. Dario Bossi, comunicando la morte di P. Candido, ha detto: “Aveva una testardaggine che deve aver ereditato dal nostro fondatore, san Daniele Comboni. Ma quando si accorgeva di creare qualche difficoltà o disagio, sapeva bene come recuperare l’amicizia condividendo i suoi ricordi molto umani e belli, sulla sua famiglia, su alcune tappe ed episodi della missione e sui momenti più divertenti della sua vita. Ripeteva spesso che “l’allegria è la miglior terapia” e che “il buon umore dispensa il dottore”.
P. Candido parlava spesso anche delle grandi sfide pastorali dell’inizio della missione nel “sertão” del nordest brasiliano, come ad esempio, il tempo delle “desobrigas” (confessioni della Quaresima), i lunghi viaggi e le visite, la difficoltà di trovare acqua e la gioia che si provava quando si riusciva a trovarla. In una lettera al centro missionario della sua diocesi di Treviso, scriveva: “Essere cristiani oggi vuol dire non accettare mai la disuguaglianza, che è diventata così naturale in questo nostro mondo, come lo sono il giorno e la notte”.
P. Dario ha ringraziato i confratelli – in particolare i padri Francesco Lenzi e Sandoval da Luz – che lo hanno seguito negli ultimi anni di vita, facendolo sentire sempre curato e amato. “Teniamolo presente nella nostra preghiera” ha infine concluso P. Dario, e “che viva in pace e nella pienezza della gioia, nel ritrovarsi presso Dio con i suoi famigliari, confratelli, amici e amiche. E che ci aiuti a rinnovare la nostra passione missionaria, annunciando Gesù, promuovendo la speranza e difendendo la vita”.