Notiziario mensile dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù

DIREZIONE GENERALE

Nuovo Consiglio Generale delle Suore Missionarie Comboniane

Il 22–24 settembre 2004 il Capitolo Generale delle Suore Missionarie Comboniane ha eletto il nuovo Consiglio Generale: Sr. Adele Brambilla, confermata Superiora Generale; Sr. Bianca Bresciani (italiana), Sr. Elisa Kidanè (eritrea), Sr. Maria Helena Freitas Lourenço (portoghese) e Sr. Dorina Tadiello (italiana) elette Consigliere Generali. Vicaria Generale è stata eletta Sr. Dorina Tadiello.
Il Consiglio Generale dei Missionari Comboniani, a nome di tutti i confratelli, si unisce alle Suore Comboniane in ringraziamento al Signore per questa elezione ed estende le sue congratulazioni ed auguri di ogni bene alla Superiora Generale ed al suo Consiglio.

Dimissioni di P. Giulio Albanese dalla MISNA
P. Giulio Albanese ha dato le dimissioni da direttore della MISNA, nonostante i molti consigli perché ci ripensasse. Dato che erano “irrevocabili e definitive” il Consiglio di Amministrazione e i Superiori Generali soci della MISNA, anche se con rammarico e dispiaciuti, non hanno potuto fare altro che accettarle. È bene precisare che non ci sono state pressioni di sorta per le dimissioni e nemmeno erano in discussione i contenuti della MISNA.
A P. Giulio i più sinceri ringraziamenti per quanto ha fatto per la vita della MISNA, per la sua incidenza, validità e risonanza. La MISNA continuerà nel suo servizio di informazione soprattutto per “dare voce a chi non ha voce”.
Dal primo ottobre, il nuovo direttore responsabile è Mariano Benni, esperto giornalista, già collaboratore in questi anni di P. Giulio. In seguito sarà nominato un missionario come direttore editoriale. La MISNA si augura una sempre maggiore collaborazione da parte dei missionari, ovunque siano.

Specializzazioni

P. Victor Manuel Tavares Dias, portoghese, della delegazione dell’Asia, ha concluso quest’anno alla Pontificia Università Gregoriana la licenza in Teologia Spirituale con specifico indirizzo per la formazione. La sua tesi è: Personalized Formation In An Institutionalized Structure (An interdisciplinary Study as basis for a more Personalized Formation in the Novitiate of the Comboni Missionaries of the Heart of Jesus).

P. José Joaquim Luis Pedro, mozambicano, destinato alla provincia dell’Ecuador, ha ottenuto la licenza in Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico di Roma.

Ordinazioni sacerdotali
P. Radol Austine Odhiambo (KE) Kisumu (KE) 19.08.2004
P. Estacio Moises Dela Cruz (A) Concepcion (RP) 28.08.2004
P. Carlassare Christian (I) Verona (I) 04.09.2004
P. Tabaranza Raul Baluba (A) Sibutad (RP) 04.09.2004
P. Asfaha Yohannes Weldeghiorghis (ET) Adigrat (ETH) 05.09.2004
P. Apaap Bonifacio Jr. Autentico (A) Bacusanon (RP) 11.09.2004
P. Vizcarra Edgardo Alfonso (A) Manila (RP) 18.09.2004


Opera del Redentore

Ottobre 01 – 15 P 16 – 31 RSA
Novembre 01 – 07 SS 08 – 15 TC 16 – 30 T

Intenzioni di preghiera

Ottobre - Perché l’esempio di San Daniele Comboni stimoli i membri delle nostre famiglie missionarie a cercare con entusiasmo e creatività nuove forme di evangelizzazione e di animazione missionaria nelle Chiese locali e nel mondo. Preghiamo.

Novembre - Perché in unione con San Daniele Comboni le nostre missionarie e missionari anziani mettano a servizio della missione l’espe-rienza e la saggezza, frutto dell’età, la serenità e la speranza che vengono dalla sofferenza, vissute nella contemplazione del Cuore Trafitto di Gesù. Preghiamo.

Pubblicazioni

Versione inglese della videocassetta su Comboni “Una vita per l’Africa” (EMI-Video). Può essere richiesta a Missionari Comboniani, Via S. Pancrazio, 17/B, 00152 Roma. Costo € 8,00. Per l’edizione in francese rivolgersi alla nostra comunità di Issy les Moulineaux (Parigi).

Antonio Furioli: “Comboni ieri e oggi”. Questo nuovo libro su Comboni sarà nelle librerie all’inizio di ottobre, edizioni S. Paolo, pp. 128, costo di copertina € 8,50. I temi presentati, quali la pace, la croce, S. Giuseppe, l’ecologia, la preghiera, ecc., sono riletti alla luce degli scritti e del magistero del Comboni per la cultura del nostro tempo. Il libro può essere ordinato presso i Missionari Comboniani di Via S. Pancrazio 17/B, Roma. Il costo, per i Comboniani, è di € 6,00.

Segretariati Generali
Assemblee Continentali PV e FdB

“Per favorire la continuità tra le diverse fasi formative e la missione, proponiamo che i promotori vocazionali e i formatori si incontrino per confrontare ciò che questo Capitolo ha detto sulla missione con il cammino delle diverse fasi formative” (AC ’03 nn. 64 e 64.1).
In risposta a questa proposta capitolare, durante i mesi di luglio e agosto scorsi si sono svolte quattro assemblee continentali per i promotori vocazionali e i formatori (seminari minori, propedeutica e postulati).
Per l’Europa ci si è ritrovati a Venegono Superiore (Italia) dal 29 giugno al 5 luglio: hanno partecipato 25 confratelli.
33 confratelli delle province e delegazioni d’America e Asia si sono incontrati per la loro assemblea a Lima (Perù) dal 18 al 27 luglio.
L’assemblea dell’Africa anglofona e Mozambico si è svolta a Lusaka (Zambia) dal 5 al 14 agosto: 23 i partecipanti.
L’Africa francofona si è ritrovata a Lomé (Togo) dal 22 al 31 agosto: 20 partecipanti.
In tutte e quattro le assemblee, uno o due Assistenti Generali sono stati presenti oltre che il segretario della PV e FdB. In America e Africa, dopo l’assemblea, si sono svolti anche gli incontri dei consigli continentali della PV e FdB (AC ’03 n. 141).
In un clima di grande fraternità e di squisita accoglienza da parte della provincia ospitante, si è cercato di confrontare l’esperienza concreta con la Missione oggi. Tre i momenti forti che hanno guidato il cammino:
1. fare memoria: abbiamo cercato di rileggere quanto vissuto a partire dalle ultime assemblee continentali e dal documento della Verifica della Formazione, sottolineando aspetti positivi e negativi, difficoltà e problematiche aperte.
2. Atti del Capitolo 2003: dalla riflessione capitolare ci si è posti una domanda fondamentale: “che cosa la Missione chiede, oggi, alla PV e alla FdB?”.
3. In vista del futuro: partendo dall’esperienza concreta e dal Capitolo, abbiamo formulato delle conclusioni-proposte per il cammino dei prossimi anni.
Le assemblee hanno raggiunto il loro obiettivo. C’è una convinzione sincera che il servizio della PV e della FdB è Missione. Il Capitolo lo afferma chiaramente: “Con l’impegno nella PV e FdB vogliamo assicurare la qualità della nostra missione oggi” (AC ’03 n. 40.3).
La fedeltà al dono della vocazione missionaria comboniana è, per i promotori e i formatori, l’esperienza quotidiana, perché diventi testimonianza viva per i giovani con cui camminiamo.
La Missione chiede di puntare sempre di più sulla qualità del nostro servizio. La qualità della Missione dipende dalla qualità del missionario (AC ’03 n 52.1).
Ci sembra importante sottolineare la necessità di creare e favorire nelle nostre province e delegazioni, come pure nell’ambito delle Chiese locali, una cultura vocazionale in cui tutti, attraverso la testimonianza e l’impegno di vita, ci si senta coinvolti nel promuovere e far crescere le vocazioni. I promotori vocazionali possono svolgere un ruolo chiave di coordinazione creativa per questa sfida aperta davanti a noi.
Non abbiamo inventato strategie vocazionali o formative nuove, rivoluzionarie… Appare, invece, in modo chiaro ed evidente, che i criteri e i valori che ci siamo proposti per l’accompagnamento e il discernimento come pure per il cammino formativo, sono validi e attuali. Ciò che è necessario, ora più che mai, è di saperli attuare e vivere seriamente e con coerenza, tutti! Non si è sempre sulla stessa lunghezza d’onda: abbiamo bisogno di lavorare di più in comunione e in sinergia.
Si aprono delle prospettive interessanti per la promozione vocazionale e la formazione dei candidati fratelli: alcune province stanno iniziando delle piccole esperienze di accompagnamento, favorendo anche una preparazione professionale più qualificata.
La propedeutica nel prepostulato si sta rivelando in molte province e delegazioni un tempo quanto mai valido e prezioso per l’accompagna-mento dei candidati prima dell’entrata in postulato.
La riflessione e il desiderio di esperienze formative più inserite in contesti missionari e meno legate al peso di grandi strutture, continuano… Qualcosa è già iniziato ma bisognerebbe osare di più!
C’è un maggior impegno per l’accompagnamento e il discernimento dei candidati con un’attenzione particolare alle famiglie dei giovani, al loro contesto sociale ed ecclesiale; cresce sempre di più l’esigenza di farci aiutare dalle scienze umane per conoscere la realtà della persona e perché la persona conosca se stessa.
La preparazione dei promotori e formatori, la loro formazione permanente è oramai una priorità riconosciuta da tutti. Gli Atti Capitolari 2003 offrono delle indicazioni concrete, già assunte nelle varie assemblee e nei consigli continentali per la loro realizzazione.
Certo, non mancano le difficoltà e forti preoccupazioni: non possiamo nasconderlo! Dalla lettura della realtà comboniana, le assemblee continentali di questi mesi hanno tracciato un cammino che può segnare una svolta nella preparazione dei candidati per la Missione. Il 2005, poi, sarà caratterizzato dall’incontro dei formatori di noviziati, scolasticati e CIF durante il mese di luglio. Sarà un altro tempo forte per rivedere e qualificare la formazione nell’Istituto.
Una caratteristica molto forte del Capitolo 2003 è quella comunitaria. La missione comboniana non può essere che una scelta comunitaria. Il servizio nella PV e nella FdB non può essere che il frutto di una vocazione, dono personale, vissuta insieme come comunità. È questa certezza che rende il carisma comboniano dono per la Chiesa e per il mondo vissuto con fedeltà per la missione oggi.
Le vocazioni dipendono dall’accogliere e vivere questa sfida “comboniana”.


ASIA

Una maratona di ordinazioni
Nelle ultime quattro settimane, i confratelli delle Filippine sono stati impegnati nella preparazione e nella partecipazione all’ordinazione sacerdotale di quattro nostri connazionali, avvenuta nelle loro parrocchie.
La prima è stata l’ordinazione di P. Estacio Moises (Moi) Dela Cruz il 28 agosto a Tarlac, al centro dell’isola Luzon. Nonostante le inondazioni che avevano devastato la zona durante il periodo dei preparativi, il giorno dell’ordinazione il tempo si è improvvisamente calmato, quasi volesse collaborare in questa occasione. Nella splendida giornata, dunque, un autobus carico di confratelli, di nostri giovani in formazione e di amici di Manila si sono uniti alla gioia di P. Moi, ordinato da Mons. Florentino Cinense, vescovo della diocesi di Tarlac, in una cerimonia solenne preparata dai seminaristi diocesani e con la partecipazione di sacerdoti diocesani.
Il 4 settembre, otto giorni dopo, c’è stata l’ordinazione di P. Raul Tabaranza Baluma a Dipolong, Mindanao, a mille miglia da Manila. La maggior parte dei confratelli hanno accompagnato P. Raul al suo paese che era in festa, grazie anche ai preparativi delle organizzazioni parrocchiali. Il vescovo di Diplong, Mons. José Manguiran, ha presenziato all’ordi-nazione. Folta era la presenza di sacerdoti e seminaristi diocesani, probabilmente anche perché un fratello sacerdote di P. Raul lavora nella diocesi.
Ci siamo poi recati a Bukidnon, nel cuore dell’isola di Mindanao, per l’ordinazione di P. Bonifacio (Boni) Jr. Autentico Apaap. I temporali dei giorni precedenti avevano reso particolarmente difficili i preparativi, confinando in casa i confratelli e tutta la gente. Nonostante questo, il giorno dell’ordinazione, l’11 settembre, c’è stata una grande affluenza di persone dai vari quartieri della città. I confratelli e diversi sacerdoti della diocesi hanno concelebrato con Mons. Honesto Pacana, vescovo di Malaybalay.
Il 18 settembre c’è stata l’ordinazione di P. Edgardo (Edgar) Alfonso Vizcarra a Tondo, Manila. La celebrazione si è svolta nella parrocchia tenuta dai Salesiani, che è quella di origine di Edgar, dove ha lavorato anche come catechista. A presiedere la concelebrazione è stato Mons. Socrate Villegas, vescovo di Balanga.
Con questa maratona di ordinazioni, possiamo dire che ora San Daniele Comboni è più conosciuto, è divenuto un nome familiare e più vicino al cuore di molti filippini e della Chiesa locale, grazie specialmente all’impegno dei team di confratelli assegnati alla preparazione di questi eventi di grazia.
Tre dei neo-sacerdoti sono stati destinati altrove: P. Raul al Malawi-Zambia, P. Boni all’Eritrea e P. Edgar al Sud Africa, mentre P. Moi andrà a Taipei, nella nostra delegazione.


DSP

I Comboniani lasciano Halle (31.08.2004)
Il 29 agosto 2004 i Missionari Comboniani hanno salutato per l’ultima volta la diocesi di Magdeburgo in una celebrazione solenne a San Norberto, Halle. Mons. Gerhard Feige, amministratore diocesano, ha presieduto la celebrazione. I fedeli di Halle, dispiaciuti per la partenza, sono venuti in gran numero a salutarli.
Mons. Feige ha iniziato col dire: “Abbiamo conosciuto i Missionari Comboniani e sono diventati parte di noi. Ci hanno portato l’esperienza di altre parti del mondo e ora ci lasciano. Siamo loro riconoscenti del tempo passato tra noi. Durante questi anni hanno mostrato coraggio, coinvolgimento e impegno. Hanno avviato un grande lavoro, più di quanto se ne siano resi conto.”
Il vescovo ha poi parlato di quattro modi di trasmettere la fede: “a) la via più naturale sarebbe quella di trasmettere i valori da una generazione all’altra, ma non sembra possibile in questi nostri tempi; b) il secondo metodo sarebbe quello di imporre la fede con la forza o con gli intrighi politici, ma si tratta di atteggiamenti da condannare; c) un terzo metodo consisterebbe nell’influenza della religione sulla cultura. Questo metodo però, per quanto buono, non è applicabile in un’Europa dove la religione non ha più la forza di coesione che aveva in passato; d) infine, abbiamo il metodo “missionario”, derivante dalla convinzione di essere stati mandati all’umanità intera perché il messaggio della nostra fede è una buona notizia per tutti. Gli eventi del passato, però, hanno fatto apparire il concetto di missione in una luce negativa e ora molti, soprattutto nella Germania dell’est, hanno paura di essere manipolati. Quindi, la possibilità, per la missione, di esercitare la sua influenza dipenderà dall’esempio e dalla testimonianza di coloro che proclamano la Parola…
“Non per nulla i missionari dell’Istituto fondato da Comboni si chiamavano ‘Missionari Comboniani del Cuore di Gesù’. Il loro posto non era e non è con i grandi di questo mondo, perché il loro cuore batte con i meno privilegiati e i più bisognosi della società. È a questi ultimi, infatti, che essi offrono in modo particolare attenzione, cura e amore”.
La presenza dei Missionari Comboniani nella diocesi di Magdeburgo è ufficialmente iniziata il 1° gennaio 1992. P. Benno Singer e P. Robert Sottara sono stati i primi ad iniziare questa comunità. Un anno dopo Fr. Eduard Nagler si è unito a loro. In questi 12 anni i confratelli che hanno lavorato a Halle sono: P. Franco Barin, P. Michael Martin Zeitz, Fr. Hans Dieter Ritterbecks, P. Sebastian Hopfgartner e P. Georg Klose. La parrocchia di S. Norberto ad Halle, era stata affidata dalla diocesi ai Comboniani nell’agosto 2002.
Nei vari discorsi di ringraziamento ai Comboniani, le persone hanno evidenziato il loro impegno ecumenico nella cura pastorale degli ammalati e nell’aiuto attivo nelle prigioni e con i detenuti. Un rappresentante della vicina parrocchia di Heilig Kreuz, legata ai Comboniani da una stretta collaborazione, ha detto: “Avete portato un pezzo della Chiesa universale nelle nostre contrade senza religione e una boccata d’aria fresca per come avete condiviso la vostra fede con noi. Sarebbe nostro desiderio continuare a condividere questa esperienza anche nel futuro. Ci mancherete”. Non solo i parrocchiani di S. Norberto, ma anche altri fedeli delle parrocchie di Halle sono rimasti addolorati per la partenza dei Missionari Comboniani.
Durante il rinfresco nel giardino parrocchiale, tutti hanno avuto l’opportunità di salutare personalmente i Comboniani della comunità: P. Klose, P. Zeitz e Fr. Ritterbecks.


ECUADOR

Memoria del primo simposio missionario intercongregazionale
Finalmente, dopo tanto tempo impiegato a raccogliere le varie conferenze, relazioni e interventi, abbiamo potuto pubblicare un opuscolo, allegato al bollettino della CER (Conferenza dei Religiosi dell’Ecuador), e inviarlo a tutte le comunità religiose presenti in Ecuador.
Il libretto è stato fatto per non perdere la memoria di quello che è stato un evento storico per la vita religiosa ecuadoriana: la celebrazione intercongregazionale della canonizzazione dei nostri santi Fondatori, Daniele Comboni e Arnold Janssen. Allo stesso tempo, pensiamo che questo piccolo sforzo possa aiutarci a guardare oltre al fine di raggiungere nuove mete ed essere una maggiore provocazione per la vita religiosa ecuadoriana.
Rivolgiamo un ringraziamento ai Verbiti per il loro servizio e aiuto. Intanto, abbiamo pianificato il secondo simposio missionario a partire dalle conclusioni del COMLA/CAM per proseguire la nostra riflessione in comune.

Incontro nazionale di pastorale afro
Dal 12 al 15 agosto, presso il Centro Daniele Comboni di Carcelén, Quito, è stato realizzato il XVII EPA (Incontro di Pastorale Afro) nazionale. Hanno partecipato 90 agenti di pastorale afro provenienti dalle varie province dell’Ecuador.
Con l’aiuto di quattro relatori abbiamo riflettuto su quattro temi: identità, credo, etnosviluppo e diritti collettivi del popolo afroecuadoriano. Ogni relazione è stata seguita da un lavoro di gruppo. Alla fine dell’in-contro, ogni diocesi ha presentato gli impegni che saranno portati avanti nel corso dell’anno.
L’incontro è stato aperto da Mons. Eugenio Arellano Fernández, vescovo di Esmeraldas, che ha parlato della pluralità di movimenti neri in Ecuador. All’interno di questa pluralità, la pastorale afro deve individuare il suo contributo e la sua identità specifica. Riguardo a ciò, Mons. Eugenio ha affermato che la finalità principale della pastorale afro è quella di condurre le persone, il popolo e la cultura all’incontro con il Dio vivente. Il contenuto di questa pastorale si può riassumere nei seguenti tre punti: la bontà di Dio, la vicinanza di Gesù come fratello e lo spirito di comunità.
Alla fine dell’incontro, P. Marillo Spagnolo, responsabile nazionale della pastorale afro, ha assunto l’impegno di visitare i quattordici seminari diocesani del paese, per presentare ai seminaristi la finalità della nostra pastorale.

Riunioni zonali sul Capitolo Generale
Durante il mese di agosto, tutte le comunità si sono riunite con il provinciale per riflettere e contestualizzare l’esperienza del Capitolo nella nostra realtà. Abbiamo tentato di mettere in evidenza le priorità per zona e 3 priorità in ogni settore. La sintesi di tutto ciò è stata inviata alle varie comunità come materiale di studio e di preparazione per la prossima assemblea provinciale, dove si elaborerà il nuovo piano sessennale.

Secondo congresso zonale di “América Misionera”
In sintonia con uno degli obiettivi del movimento, che è la formazione e l’accompagnamento dei gruppi a livello nazionale, l’équipe di “América Misionera” ha realizzato il secondo incontro zonale nella parrocchia di San Lorenzo, dal 10 al 12 settembre, con la partecipazione di 170 giovani in rappresentanza di 13 parrocchie del Vicariato Apostolico di Esmeraldas.
P. Byron Gustavo Brito Carvajal, assessore nazionale del movimento, ha presentato il motto: “Nessuno ama ciò che non conosce” e il tema: “Conoscermi per servire”. Sabato 11, la tematica proposta è stata sviluppata in un’ottica missionaria e con dinamiche interattive, giungendo ad alcune conclusioni concrete per la crescita e l’impegno missionario dei giovani partecipanti.
È importante sottolineare lo spazio che i giovani hanno avuto per avvicinarsi al sacramento della riconciliazione e la presenza di Mons. Eugenio Arellano Fernández che ha presieduto l’Eucaristia afro, celebrata nella parrocchia in comunione con la comunità cristiana di San Lorenzo.
Domenica, vi è stato un momento di programmazione di gruppo e poi la valutazione dell’incontro e la chiusura con l’Eucaristia presieduta dal provinciale, P. Enea Mauri. Ringraziamo infinitamente San Daniele Comboni per l’incontro che abbiamo vissuto con intensità missionaria partendo dalla realtà del mondo culturale e giovanile del popolo di Esmeraldas.


ITALIA

25° anniversario del martirio di P. Silvio Serri
Il giorno 11 settembre, nella parrocchia di S. Ambrogio in Monserrato (Cagliari), si è celebrato il 25° anniversario della morte di P. Silvio Serri, assassinato in Uganda nel 1979. Il parroco, amico di P. Silvio, ed il sindaco hanno voluto fare memoria del loro missionario e celebrarne il ricordo in modo solenne. La figura di P. Silvio, dopo anni, è ancora viva nella comunità parrocchiale. P. Silvio ha lasciato tra i suoi compaesani una testimonianza sacerdotale e missionaria profonda. Erano presenti anche molti giovani, molti dei quali non l’avevano neppure conosciuto. Ciò è segno che i più adulti hanno tramandato loro il ricordo di un missionario che ha toccato il cuore della sua gente.
P. Teresino Serra, Superiore Generale, ha presieduto la solenne concelebrazione alla quale hanno partecipato una quindicina di sacerdoti, alcuni dei quali erano stati compagni del seminario regionale sardo, dove P. Silvio aveva iniziato il suo cammino di formazione come diocesano. Per l’occasione, il sindaco della città ha scoperto un bassorilievo bronzeo raffigurante l’Africa con la scritta “A Padre Silvio Serri, Martire in Uganda. La comunità di Monserrato”. A P. Silvio è stata anche dedicata la piccola piazza dove è situata la chiesa parrocchiale. Come ha detto il sindaco: “P. Silvio Serri vive tra noi: di generazione in generazione trasmetteremo il suo messaggio di amore e di una vita donata per i più poveri”.

Chiusura della Carovana della Pace 2004
Il percorso delle tre Carovane della Pace, partite il 7 settembre da Limone sul Garda e da Alessano (LE), si è concluso il 18-19 settembre nelle basiliche paleocristiane di Cimitile (Nola) e a Pomigliano d’Arco (NA) con momenti significativi e coinvolgenti. Le tre carovane, composte da Comboniani/e, da giovani dei GIM, da testimoni del Brasile, Congo e Kenya e da immigrati che da anni vivono in Italia, hanno percorso più di 7.000 km e coinvolto 24 città italiane - nordest: Gorizia, Treviso, Cesena, Jesi, Teramo-Pescara; nordovest: Varese, Como, Torino, Modena, San Martino a Mensola (FI), Roma; sud: Alessano, S. Maria di Leuca, Mesagne (BR), Palagiano (TA), Taranto, Rossano Calabro, Locri, Licata-Agrigento, Palermo), all’insegna della sfida: “Vita piena per tutti: adesso, non domani - Cammini di liberazione per la Chiesa e la società civile”.
Sabato 18 settembre. I 50 carovanieri, accolti calorosamente dalle famiglie di Cimitile, si sono riuniti in una lunga e partecipata veglia di preghiera introdotta dalle parole di benvenuto del vescovo di Nola, Mons. Beniamino Depalma: “Benvenuti a voi profeti instancabili di pace. Benvenuti a voi che ci ricordate che la pace è colorata, è viva, è sempre giovane e ci richiama sempre ad un impegno attivo, semplice, efficace e inclusivo”. Molti i giovani e le famiglie presenti che hanno continuato a vegliare e a pregare sulla tomba di San Felice con i testi profetici di San Paolino da Nola.
Domenica 19 settembre. La celebrazione eucaristica, presieduta da Mons. Giancarlo Bregantini con più di 20 sacerdoti presenti, è stata motivo di profondo ringraziamento per le migliaia di persone incontrate nei percorsi delle carovane. “Annunciare la pace – ha sottolineato il vescovo riprendendo il vangelo di Luca – è compito di tutti i credenti. Annunciare la pace di Gesù significa partire dal cuore dei poveri come luogo privilegiato di conversione e di prassi, essere astuti amministratori del Bene e dei beni praticando stili di vita alternativi sempre più includenti e saper vivere la spiritualità della carovana come luogo fisico dell’incontro”. La celebrazione, vissuta nella gioia della festa, si è conclusa con l’invio a “sorpresa”, introdotto da P. Francesco Antonini, di due confratelli che, in partenza per la missione, porteranno in Kenya e in Perù il messaggio di pace e di giustizia solidale ricevuto. Nel pomeriggio la carovana si è ritrovata nel seminario di Nola ed ha elaborato il documento finale con il metodo della scrittura collettiva di Don Lorenzo Milani. Il lavoro è stato coordinato dalla professoressa G. Marinari. Il tutto è scaricabile da www.giovaniemissione.it
La giornata si è conclusa con un convegno di riflessione a Pomigliano d’Arco dove sono intervenuti P. Alessandro Zanotelli, Don Luigi Ciotti, Giuliana Martirani, J. L. Touadi, Beppe Grillo e i giovani della carovana con una presenza di 7.000 persone.
Il cammino dei giovani e della famiglia comboniana è sfociato infine al Convegno Missionario Nazionale di fine settembre, dove la Carovana della Pace ha testimoniato il suo sogno di Chiesa Missionaria davanti ai delegati di tutta Italia. Questo stile di animazione e incontro restituisce la parola alla gente semplice e raccoglie attraverso l’Italia i segni di speranza che vengono dal basso: solo così saremo testimoni della resurrezione e costruttori del mondo nuovo che Dio sogna.
Un ringraziamento speciale va a P. Dario Bossi e ai giovani della segreteria generale, ai giovani che hanno partecipato attivamente alla realizzazione della carovana e alle centinaia di persone che si sono prodigate per la buona realizzazione di ogni proposta.
Sono disponibili alcuni sussidi di riflessione che la carovana ha proposto (Le prime comunità cristiane e la pace, Le prime comunità cristiane e lo straniero, Le prime comunità cristiane e i poveri). Per coloro che desiderassero maggiori informazioni: carovana@giovaniemissione.it oppure collegarsi con il sito www.giovaniemissione.it


KHARTOUM

Consacrazione dell’arcidiocesi di Khartoum al Sacro Cuore
Il 14 settembre, festa dell'Esaltazione della Santa Croce, nella diocesi di Khartoum si è vissuto un altro momento “storico”. Per iniziativa del Cardinale Gabriel Zubeir Wako, arcivescovo di Khartoum, ha avuto luogo il rinnovo della consacrazione dell’arcidiocesi al Sacro Cuore di Gesù in ricordo di quanto fece San Daniele Comboni nel 1873, proprio il 14 settembre di 131 anni fa. È stata un’iniziativa spirituale e pastorale molto importante, soprattutto alla luce di quanto ha fatto e scritto Comboni appena arrivato qui, come provicario apostolico, ossia come responsabile della missione dell'Africa Centrale. Anzi, prima ancora di arrivare a Khartoum, Comboni si era reso conto “della gravità della divina intrapresa” ed aveva misurato la “sproporzionata distanza” tra le forze ed energie a sua disposizione e le sfide che presentava questo sconfinato campo di missione, l’Africa Centrale, “la più vasta e popolata missione dell’uni-verso”. Per cui, per ispirazione dall’alto, decise di raccogliere tutti - missionari, fedeli e mezzi - sotto l'egida del Sacro Cuore. Un atto di umiltà e di fiducia in quel Cuore che, “squarciato da una lancia nemica, aveva effuso i suoi tesori di grazie a tutti gli uomini, anche agli africani”.
La situazione del Sudan, dai tempi del nostro Santo Fondatore ad oggi, non è cambiata molto. Le sfide e le problematiche di allora sono le nostre. Deportazioni, guerre intestine (vedi ora la guerra in Darfur), resistenza al cristianesimo e islamizzazione forzata, povertà, malattie... tutto ciò non può che ingenerare nei singoli e nella comunità cristiana un senso di vuoto e di sfiducia.
A tutto ciò ha voluto rispondere l’arcivescovo di Khartoum rinnovando quest’atto di consacrazione.
La solenne celebrazione è stata preceduta da una novena al Sacro Cuore, durante la quale si è potuto preparare i fedeli di tutte le parrocchie dell’arcidiocesi a quest’importante appuntamento tramite l’approfon-dimento di tale spiritualità, attingendo sia attraverso la Sacra Scrittura sia direttamente attraverso gli Scritti del nostro santo Fondatore.
Il significato preciso di quest’avvenimento è stato poi ampiamente trattato dal cardinale stesso durante l’omelia e nelle parole dell’atto di consacrazione redatto di suo pugno. In sintesi, il cardinale, partendo dalle letture della liturgia del giorno, ha spiegato come il mistero della croce sia il fondamento della nostra spiritualità e fonte di fiducia immensa, cosa di cui il Sudan in questo momento ha estremo bisogno. L’amore di Dio è più forte di ogni nostra disperazione. Consacrarci al Cuore di Cristo significa sentirci infinitamente amati da lui ed appartenenti a lui per sempre. L’inno all’amore di Dio tratto da Rm 8, 31-39 ha costituito la conclusione dell’atto di consacrazione. “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi… chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo?”.
Lo spiazzo antistante la cattedrale, divenuto ormai, dall’anno del giubileo, la nuova cattedrale all’aperto, era gremito di fedeli, suore, religiosi e sacerdoti concelebranti.
Con quest’atto di consacrazione, il nostro pastore ha dimostrato, ancora una volta, non solo di essere degno successore del Fondatore di questa Chiesa, San Daniele Comboni, ma anche di raccoglierne da lui l’eredità spirituale e “le ispirazioni” dal cielo. (P. Norberto Stonfer, mccj)

Situazione a Nyala (Darfur)
La situazione a Nyala, Darfur, è ancora precaria per il fallimento e la mancanza di chiarezza nelle trattative di pace tra il governo e le forze ribelli. Oltre al personale delle ONGs che già sta lavorando nella zona, sono in arrivo altri gruppi.
Affittare le case è diventato un vero affare perché il personale di queste organizzazioni, quando arriva, non solo prende in affitto ma rimette a nuovo le case adattandole alle proprie esigenze, per cui, in breve tempo, si formerà una bella cittadina, completamente rinnovata. Un gruppo di ONG ha perfino importato 40 nuove “Cruisers” che avranno bisogno di autisti e altri tipi di servizi. Così, la conoscenza della lingua inglese sta diventando un grande vantaggio perché viene richiesta a coloro che vogliono lavorare come domestici, impiegati, autisti, ecc. Così ora le nostre lezioni serali d’inglese presso la scuola “Comboni” sono gremite di studenti.
Sembra che i gruppi degli ONGs siano ormai sessanta, almeno a giudicare dalle nuove caselle postali in funzione. In effetti, anche nei campi profughi sembra ci sia qualche miglioramento e più facilità di movimento. Tuttavia, durante un incontro organizzativo, qualcuno ha affermato: “sono piuttosto numerose, ma non riusciamo a capire cosa stiano facendo”. D’altronde, con un numero così elevato d’organizzazioni e la lentezza burocratica non è facile organizzarsi immediatamente. Alcuni dei loro membri, poi, sembrano abbiano imparato l’arte di apparire indaffarati senza fare niente.
Intanto, la Chiesa Cattolica continua ad interessarsi dei profughi che non vivono nei campi profughi, dove le condizioni di vita e sanitarie sono molto precarie. Molti, infatti, si sono rifiutati di rimanere in questi campi dove, tra l’altro, la mortalità infantile è molto alta e hanno preferito rifugiarsi presso parenti e amici. A volte, nella stessa casa, vivono gruppi familiari di 20-25 persone, ma le ONGs non si rendono conto di questo elevato numero di rifugiati non “catalogati”.
Inoltre, le ONGs non vanno nelle zone più lontane o di difficile accesso a causa delle strade dissestate. Di recente, ad esempio, abbiamo visitato la zona di Sanaam Anaga, scelta per un nuovo insediamento. Qui, anche se tutta la popolazione è di origine araba, un gruppo di loro parla una lingua diversa, offrendo così una scusa per la distinzione ed i conflitti. Abbiamo portato loro lamiere per le case. È una zona situata a sole due ore e mezzo da Nyala ma ancora non vi è arrivato nessun gruppo degli ONGs.

MESSICO

Presenza comboniana sulla rete televisiva cattolica
L’11 giugno 2004 ha avuto inizio un programma missionario sulla rete televisiva cattolica Maria Visión, che trasmette in tutto il Messico, negli Stati Uniti, nell’America Centrale e nell’America del Sud. Il programma, che fin dalla prima volta ha avuto una buona accoglienza, è condotto da P. Arturo Velásquez González e P. Gabriel Estrada Santoyo, per cui è prettamente comboniano.
Va in onda in diretta tutti i venerdì, dalle 21.30 alle 22.30, un orario di punta per la televisione messicana; nella trasmissione del 20 agosto è stato ospite il Superiore Generale, P. Teresino Serra, e in 45 minuti sono arrivate 51 telefonate. Si spera che questo tipo di animazione missionaria duri a lungo.

Fr. Salvador Orozco Madrigal
L’8 settembre Fr. Salvador Orozco Madrigal ha compiuto 75 anni e noi ci congratuliamo con lui per essere il primo dei Fratelli Comboniani messicani. Che il Signore gli conceda la salute per continuare a testimoniare la vocazione del Fratello Comboniano per molto tempo.


PERU-CHILE

Assemblea continentale della PV e della FdB
Dal 18 al 27 luglio 2004, presso la sede provinciale di Monterrico, si è svolta l’assemblea continentale della Promozione Vocazionale (PV) e della Formazione di Base (FdB) dell’America. In totale, erano presenti 32 delegati delle diverse province e delegazioni del continente. L’assemblea era stata prevista per i formatori di postulato e promotori vocazionali con la partecipazione del segretario generale della PV e FdB, quasi tutti i segretari provinciali del settore, due consiglieri generali e un relatore che ha presentato alcuni interventi.
L’assemblea si è svolta in un clima di comunione fraterna che è servito a valutare il cammino fatto dall’ultima assemblea tenuta nel 2001. Si sono condivisi gli sforzi compiuti e le preoccupazioni incontrate allo scopo di migliorare il servizio missionario nel campo della formazione dei postulanti e della promozione vocazionale. Alla fine si è sottolineato che abbiamo davanti molte sfide e attraversiamo un momento difficile che richiede da noi creatività, impegno e amore per il lavoro di accompagnamento dei giovani candidati.

Esercizi spirituali nella provincia
Approfittando di una pausa nelle attività accademiche e pastorali, dal 2 al 9 agosto 2004, la nostra provincia si è riunita per gli esercizi spirituali, tenuti da P. Simón Pedro Arnold OSB che, da molti anni, lavora nel sud del Perù e ha dato dei validi contributi come teologo della CLAR. I partecipanti, che si sono incontrati nella casa provinciale, erano circa 40: sacerdoti, Fratelli, suore, alcuni studenti di teologia e novizi. Il tema della riflessione è stato: “La vita religiosa come uscita dall’Egitto”. Abbiamo avuto la possibilità di avvicinarci ai grandi temi della vita religiosa: la vocazione battesimale, profetica, missionaria; la vita comunitaria, i consigli evangelici e, soprattutto, abbiamo fatto lo sforzo di scoprire nella vita quotidiana la dinamica seguita dal Dio di Gesù Cristo: partendo dagli ultimi, dai piccoli, dagli emarginati per rendere credibile e significativa la nostra presenza nella società e nella Chiesa in cui viviamo. Siamo stati invitati ad aprirci a nuove realtà e a renderci conto che il momento che stiamo vivendo è una tappa che esige da noi risposte lucide e piene di senso, una maggiore attenzione al tema della inculturazione nel mondo dei giovani, alla presenza della donna nella società, a scoprire che cosa vuole dirci il desiderio di rivendicazione dei particolarismi, con la lotta per eliminare l’angoscia che accompagna tanti fratelli e sorelle, e sforzandoci di proporre valori etici che portino a vivere autenticamente il Vangelo, inteso come Buona Novella per l’umanità.


PORTOGALLO

Pellegrinaggio a Limone
Tra il 10 ed il 21 agosto Limone sul Garda, culla di San Daniele Comboni, è stata la meta di un pellegrinaggio per 11 giovani portoghesi del gruppo “Fede e Missione” (Grupo Fé e Missão), accompagnati da due Missionari Comboniani.
Questi pellegrini, che volevano conoscere più da vicino Daniele Comboni, viverlo più intensamente e visitare la terra santa comboniana, si sono pure fermati per qualche giorno a Lourdes e a Taizé.
A Limone sul Garda il gruppo ha sostato due giorni. Oltre ad un contatto più profondo con il luogo, la vita e la spiritualità di San Daniele Comboni, hanno trascorso un giorno di ritiro sulla montagna retrostante la casa natale del santo, riflettendo sulla vocazione dei primi discepoli e di Daniele, il fondatore degli Istituti comboniani. Hanno visitato anche Verona.
Durante il viaggio, i partecipanti hanno creato spazi di preghiera, di riflessione e di convivenza. La convivenza è stata ottima ed i pellegrini si sono sforzati di vivere con intensità tutti i momenti del pellegrinaggio e di crescere nell’amicizia.


IN PACE CHRISTI

Fr. Abramo Sirtoli (07.08.1933 – 22.09.2004)
Fr. Sirtoli era nato a Redona, Bergamo. All’età di 15 anni era entrato tra i Comboniani col preciso desiderio di diventare Fratello. Sappiamo che ha dovuto lottare molto in famiglia per seguire questa sua vocazione. Trascorse i primi anni a Thiene dove imparò i mestieri di sarto e falegname ma poi, nella vita, si trovò a fare tutt’altro.
Tra il 1952 e il 1953 fu a Firenze, come novizio, e tra il 1953 e il 1954 a Sunningdale, in Inghilterra. Il 9 settembre del 1954 emise i primi voti e si fermò in Inghilterra per lavorare nelle opere comboniane che, in quel periodo, erano in pieno sviluppo. Nel 1956 lo troviamo in Italia. Nel 1957, dopo un soggiorno in Spagna, poté finalmente partire per la missione.
Sua prima e unica destinazione è stata la provincia dell’Ecuador dove ha trascorso la maggior parte della sua vita. Il suo soggiorno in America Latina può essere diviso in tre tappe: Esmeraldas, i primi anni; Quito, la maturità; Colombia, formatore dei Fratelli del CIF.
Fr. Sirtoli giunse in Ecuador agli inizi della presenza comboniana, quando era tutto da cominciare. Erano tempi difficili, con pochi mezzi, e ci si doveva adattare a quello che si trovava. Oggi è difficile descrivere come erano le cose allora. In Ecuador Fr. Sirtoli è stato anche procuratore delle missioni, un ufficio che lo ha messo in contatto con molte persone.
Praticamente in Italia è tornato solo durante i periodi di vacanza in famiglia: per questo, nella sua patria, è uno sconosciuto, mentre invece in Ecuador è stato una grande personalità che ha segnato positivamente la presenza dei Fratelli Comboniani in quella nazione.
In Ecuador, Fr. Sirtoli e Fr. Giuseppe Zordan sono stati dei punti di riferimento precisi per generazioni di Fratelli: persone identificate con la vocazione, veri missionari che, in modi diversi, hanno messo la loro consacrazione a servizio della gente.
Fr. Sirtoli si è fatto stimare per il suo garbo e per i suoi modi di trattare. A volte, si lamentava del fatto che non aveva mai fatto missione nella foresta perché i superiori lo avevano sempre tenuto in città. Probabilmente essi avevano presto intuito le sue capacità e lo avevano destinato sempre a comunità di “transito”, dove ci volevano pazienza e disponibilità per servire i confratelli. Una caratteristica di Fr. Sirtoli, infatti, era la straordinaria capacità di accogliere le persone. Ricchi o poveri: trattava tutti con grande rispetto e attenzione. Dove è passato, la gente lo ricorda anche a distanza di anni.
Parlava molto bene lo spagnolo, sapeva giocare con le parole in modo da creare simpatia attorno a sé. Era diventato un vero ecuadoriano. A lui, il tempo serviva per stare con la gente. Aveva una straordinaria pazienza e cercava sempre di accontentare i confratelli. A volte gli rimproveravano di essere troppo accondiscendente. Sapeva apprezzare il bene che ognuno faceva e così scusava i difetti. A volte rimaneva sveglio ad aspettare, con la cena in caldo, i confratelli sacerdoti che arrivavano tardi a casa dal ministero.
Ad Esmeraldas, ha lavorato nel centro di Santa Croce, un complesso voluto da Mons. Angelo Barbisotti per la formazione dei leader delle comunità cristiane del vicariato. Lì, ha fatto comunità con P. Raffaello Savoia e sono stati proprio loro ad iniziare l’opera che ancora esiste.
A Quito, Fr. Sirtoli è stato per anni superiore della casa provinciale, facendo anche il direttore di una scuola elementare privata che funziona nella parrocchia gestita, a quel tempo, dai Comboniani. Per un periodo, è stato procuratore ed economo provinciale, supplendo, con il buon senso, alla sua viscerale incompatibilità con i numeri. In seguito, la contabilità è passata a P. Luigi Marro, mentre Fr. Sirtoli ha continuato a portare avanti le restanti attività.
Fr. Sirtoli aveva anche una particolare abilità in cucina: quando cucinava lui, le assemblee provinciali andavano meglio! Ma, essendo umile, evitava sempre di vantarsi. Preferiva stare con la gente come un fratello, si preoccupava per le necessità dei poveri, ascoltava volentieri, sapeva dire la sua, soprattutto riusciva a comunicare la sua esperienza di fede.
Aveva una parola per tutti, con la gente che conosceva amava ricordare persone e fatti, così ad ogni incontro era come un rinnovare l’amicizia, senza preoccuparsi del tempo, e in questo modo, per i Comboniani, si sono aperte molte porte. Quando si recava negli uffici dei ministeri del governo di Quito, a volte passava più tempo a salutare le persone che ad aspettare che mettessero una firma su un documento.
Ha lavorato molto con i giovani nelle scuole di Esmeraldas e Quito, ma si è preoccupato soprattutto della formazione dei seminaristi e dei Fratelli comboniani. Era veramente buono, paziente e pieno di carità.
Scrive Fr. Martinuzzo: “Non l’ho mai visto arrabbiarsi, anche se a volte il suo servizio gli pesava: doveva correre negli uffici governativi, accompagnare qualche confratello ammalato e c’era la comunità che reclamava la cena. Per tutto il tempo che il regolamento canonico l’ha permesso, è stato superiore della casa provinciale, e quando il permesso è stato ritirato, ha continuato in questo servizio con il tacito assenso del Superiore Generale.
Fr. Sirtoli era sempre disponibile. Non guidava la macchina, quindi chiedeva ora all’uno ora all’altro questo servizio e nessuno si è mai rifiutato perché tutti sapevano bene che quando aveva bisogno era per una necessità seria.
La sua formazione religiosa era quella ricevuta in noviziato, anche se poi, nella vita, l’aveva coltivata: leggeva, si informava e pregava. Con la sua vita comunicava una profonda fiducia nella misericordia di Dio.
Aveva un bel carattere, era ottimista, e aveva la battuta pronta per sdrammatizzare le situazioni.
Ci ha insegnato ad amare la gente, a stare con tutti senza fretta, ad amare l’Istituto, ad apprezzare ciascuno per quello che fa, ad avere pazienza con tutti, cercando di essere sempre positivi. Ci ha insegnato ad amare Dio come Padre che ci vuole tutti fratelli senza distinzione”.
È tornato in Italia nel 2000, quando l’aggravarsi del diabete e alcune complicazioni lo hanno costretto a lasciare la prima linea. Il male che poi si è sviluppato in tumore, tuttavia, non ha mai intaccato la sua serenità e il suo ottimismo. È deceduto nel Centro Ambrosoli di Milano il 22 settembre 2004 edificando tutti. Dopo i funerali nella chiesa della Madonna di Fatima, la salma è stata portata al suo paese natale.


Preghiamo per i nostri defunti

IL PADRE: di P. Paul Djago (TGB); Giulio di P. Benito Buzzacarin (KH).

LA MADRE: di P. Giuseppe Messetti (PE).

IL FRATELLO: Franz di P. Silvestre Engl (DSP); Francesco di P. Marcello Panozzo (I).

LA SORELLA: Felicita di P. Martino Besana (I).

LE SUORE MISSIONARIE COMBONIANE: Sr. M. Iginia Romanato; Sr. Glicera Masetti; Sr. Dorotea Galli; Sr. Laura Mazzoldi.
Allegati:


Familia Comboniana n. 613