Martedì 12 novembre 2024
Il Consiglio Generale incoraggia i confratelli a leggere e meditare la nuova enciclica del Santo Padre Francesco “Dilexit nos – Sull’amore umano e divino del Cuore di Gesù Cristo”, ed esorta tutti gli incaricati della formazione permanente nelle circoscrizioni a proporre, pianificare e animare, in diversi momenti e modalità, iniziative mirate alla condivisione comunitaria, di gruppo e/o di zona, sul prezioso testo, per riscoprire il valore profondo del cuore come simbolo di un amore che unisce l’umano e il divino. [Per leggere “Dilexit nos”, clicca qui]
Nella preghiera finale troviamo il nucleo essenziale del messaggio del Papa: “Prego il Signore Gesù che dal suo Cuore santo scorrano per tutti noi fiumi di acqua viva per guarire le ferite che ci infliggiamo, per rafforzare la nostra capacità di amare e servire, per spingerci a imparare a camminare insieme verso un mondo giusto, solidale e fraterno” (DN 220).
Felice è stata la sorpresa di vedere San Daniele Comboni e i Comboniani citati due volte nel nuovo testo di Papa Francesco: «Dobbiamo ricordare sempre di nuovo, come diceva un santo missionario, che “Questo Cuore divino che tollerò d’essere squarciato da una lancia nemica per poter effondere da quella sacra apertura i Sacramenti, onde s’è formata la Chiesa, non ha altrimenti finito di amare” (Scritti 3324)». E ancora: «Il Fondatore [dei comboniani, San Daniele Comboni] trovò nel mistero del Cuore di Gesù la forza per il suo impegno missionario» (Regola di Vita, 3) (DN, 149-150).
In fin dei conti oggi, come al tempo di Comboni, la devozione al Sacro Cuore, nel modo proposto da Papa Francesco, funziona esattamente allo stesso modo: come soglia di un confronto critico con lo spirito del tempo che, erodendo i fondamentali dell’umana dignità di essere, tocca il nocciolo duro della fede cristiana e ne provoca la reazione appassionata.