Fare missione oggi in Italia vuol dire andare in profondità, alle origini del Vangelo

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Venerdì 6 settembre 2024
Italia terra di missione, è questo il titolo dell’incontro che si è svolto martedì 3 settembre al centro pastorale diocesano di Fano, organizzato dai Missionari Comboniani e dal Centro Missionario Diocesano. Una serata per parlare di missione: chiamata di tutti i cristiani ed essenza fondamentale della Chiesa. “La chiesa è per sua natura missionaria ed esiste per evangelizzare... La missione è solo all’inizio” ha ricordato Don Marco Rulli, direttore del Centro Missionario ripercorrendo i documenti conciliari e dei Papi.

A seguire la testimonianza di Elisabetta Vitali (segretaria di Missio giovani) e Filippo Bargnesi (segretario del C.M.D.) appena rientrati da un’esperienza in Burundi con un gruppo di giovani. In Burundi – hanno raccontato – abbiamo visto una chiesa giovane, gioiosa, attiva e fervente, questo ci fa capire che la missione, che non è solo cooperazione ma soprattutto evangelizzazione, sta cambiando il suo quadro geografico. Gesù è già lì, là dove noi andiamo e ci mostra che sull’essere chiesa abbiamo molto da imparare, siamo noi del vecchio continente ad aver bisogno di rievangelizzazione.

L’incontro è poi proseguito con le testimonianze di alcuni missionari comboniani coordinati da padre Giorgio Padovan, tra loro l’intervento di p. Giuseppe Cavallini di Verona, direttore di Nigrizia che ha sottolineato l’importanza dell’informazione per essere consapevoli e corresponsabili di quanto accade nel mondo, un mondo che non è nostro.

Allo stesso modo padre Fernando Zolli, di Firenze, ha evidenziato come noi siamo una missione, non è il luogo a creare un missionario ma all’atteggiamento che ci rende tali, dobbiamo assolutamente salvare il pianeta dalla distruzione, solo una ecologia integrale e di giustizia potrà dare a ciascuno la dignità dei figli di Dio progettando insieme una spiritualità ecologica che rispetti l’umanità.

Missionari comboniani: pp. Fernando Zolli, Giorgio Padovan, Giuseppe Cavallini, Giambattista Moroni, Mario Fugazza; e Fr. Claudio Pietro Parotti.

Un particolare Focus è stato fatto poi da p. Daniele Moschetti di Castel Volturno sulla questione migranti, persone da accogliere senza cadere nella trappola della strumentalizzazione politica e/o economica. Fare missione oggi in Italia vuol dire andare in profondità, alle origini del Vangelo, essere attenti agli ultimi, ai poveri, ai malati. Le migrazioni sono un segno dei tempi che dobbiamo accogliere senza mai perdere la memoria costruendo dignità ed educazione.

P. Giambattista Moroni, di Lecce, ha esortato i presenti ad aprire gli occhi e il cuore, il mondo è sempre più fuori da noi, non pensiamo di fare pastorale di contenimento ma testimoniamo il Vangelo con la vita.

Infine l’incontro si è concluso con il saluto e la benedizione del Vescovo, Mons. Andrea Andreozzi, e con il suo invito a fare tesoro di quanto ascoltato perché come detto da don Tonino Bello, dove c’è un missionario c’è speranza.

Marco Gasparini