Martedì 11 giugno 2024
La comunità della Curia Generalizia dei Missionari Comboniani ha celebrato venerdì 7 giugno la solennità del Sacro Cuore con i Comboniani presenti a Roma, alcune Comboniane e un gruppo di amici e benefattori. La Messa è stata presieduta da Sua Em.za Card. Luis Antonio G. Tagle, pro-prefetto della Sezione per la Prima Evangelizzazione e le Nuove Chiese Particolari. Pubblichiamo qui di seguito l’omelia proferita dal Card. Luis Tagle.

Omelia

Noi lodiamo il nostro Dio che è amore e che ci ha riuniti come famiglia attorno alla mensa eucaristica in questa Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, che è un giorno speciale per i fedeli di molte parti del mondo e soprattutto per voi, membri della Famiglia Comboniana. Il cuore di Gesù mostra al nostro mondo il vero volto di Dio che è amore e che è il solo porta la pace. Esito a offrire riflessioni sul Cuore di Gesù a voi missionari comboniani, che siete esperti in materia (“Figli del Cuore di Gesù”). Che Dio mi aiuti.

Mi limito a proporre due brevi riflessioni.

1) Il simbolismo del cuore è sempre stato presente nelle culture e nelle religioni, ma è anche in costante evoluzione o cambiamento. Oggi abbondano le connotazioni romantiche e individualiste del cuore.

Ma ascoltiamo cosa affermano alcuni testi biblici sul cuore umano. Al tempo di Noè, vedendo che «la malvagità degli uomini era grande sulla terra che ogni intimo intento del loro cuore non era altro che male, sempre», Dio prese la decisione di distruggere la terra con il diluvio (cfr. Gen 6,5-6). Dopo il diluvio, tuttavia, Dio disse in cuore suo: «Non maledirò più il suolo a causa dell'uomo», anche se «ogni intento del cuore umano è incline al male fin dall'adolescenza» (cfr. Gen 8,21).

Molto più tardi, come riporta il vangelo di Marco 7,21-22, Gesù dirà: «Dal di dentro, infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adulteri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza».

Tuttavia, la promessa fatta da Dio attraverso il profeta Ezechiele è irrevocabile: «Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne» (Ez 36,26). Questa promessa si è realizzata nel cuore di Gesù, un cuore totalmente riempito dallo Spirito Santo di amore, che quindi batte, sente, decide e agisce in completa armonia con Dio Padre. Il cuore di Gesù ci rivela il cuore e il volto stesso di Dio che è amore – vero amore.

Spesso noi pensiamo di poter controllare il nostro cuore e di comandarlo. Ma forse è più vero dire che è il nostro cuore – più precisamente, gli spiriti che sono nel nostro cuore – a dettarci le regole.

E allora dovremmo domandarci: quali desideri, spiriti o movimenti nel mio cuore determinano la persona che sono? Permetterò a Dio di mettere il suo Spirito nel mio cuore in modo che io diventi una persona piena dell’amore di Dio? Solo con lo Spirito il nostro cuore può essere come il cuore di Gesù.

2) Come secondo punto della mia breve omelia, desidero richiamare il fatto che il cuore trafitto di Gesù è stato venerato come una delle sue sante ferite. Il brano di vangelo di San Giovanni che abbiamo appena ascoltato racconta di questa ferita inferta al costato Gesù con una lancia, dopo la costatazione della sua morte. Da quel cuore trafitto «subito ne uscì sangue e acqua» (Gv 19,34b).

Gli esperti di medicina spiegano che il cuore di Gesù deve aver subito uno shock ipovolemico: avendo già perso molto sangue, l’aumento della frequenza cardiaca causò un accumulo di liquido attorno cuore e nella cavità toracica.

Ma non possiamo dimenticare la profonda “ferita” causata dal rifiuto e dall’abbandono da parte dei discepoli e amici: una ferita che richiama quella inferta a Dio quando Israele dimenticò e ignorò il tenero amore con cui Jahvè l’aveva amato. Lo racconta magnificamente il profeta Osea nella prima lettura di questa celebrazione eucaristica.

Gesù ha sperimentato anche la “ferita” del silenzio di Dio durante la sua passione. Ma soprattutto, Gesù è stato “ferito” dal suo sconfinato amore per Dio e per l’umanità: un amore che si rifiuta di dire “no” anche quando sembra essere la cosa umanamente più ragionevole da fare.

Dio ha misteriosamente rinunciato a dare sfogo alla sua ira nei confronti di Israele infedele per una semplice ragione: «Perché sono Dio e non uomo … e non verrò da te nella mia ira» (Os 11,9).

È l’amore la lancia che ha squarciato il cuore di Gesù per continuare a donare acqua e sangue rigeneranti a tutti, sia che siano meritevoli o no. Il cuore di Gesù è un cuore “anomalo” secondo i criteri umani. Ma è il cuore che può guarire il ciclo di odio, di ingiustizia, di disumanità, di violenza e di indifferenza che rende miserabile la vita umana.

Domandiamoci: «Un povero e sofferente riescono ancora a fare breccia nel nostro cuore per far scaturire tenerezza? La bellezza del creato trafigge ancora il nostro cuore, perché possiamo lodare Dio e condividere i beni della terra con gli altri? Il mio cuore è un cuore di carne che può essere facilmente trafitto o è un cuore di pietra che spezza qualsiasi lancia?».

San Daniele Comboni si è lasciato trafiggere il cuore dalle popolazioni sofferenti dell'Africa. Dal suo cuore sgorgò l’amore di Gesù, e questo amore continua a sgorgare attraverso la testimonianza missionaria e l'impegno dei suoi fratelli e sorelle religiosi. Un cuore pieno di Spirito non si stanca mai di amare e servire.

Consentitemi di recitare per voi la seguente preghiera di San Paolo: «Prego il Padre che vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati nell’uomo interiore mediante il suo Spirito, e che Cristo abiti nei vostri cuori mediante la fede» (Ef 3,16-17). Prego affinché i vostri cuori e quelli di tutti i fedeli siano come il sacro cuore di Gesù. O Gesù, mite e umile di cuore, rendi il mio cuore come il tuo cuore. Amen.