Sabato 16 aprile 2022
“Innanzitutto, devo ringraziare il Signore che alla mia età, quasi 84, sto bene nonostante le fatiche e i grandi impegni fisici e spirituali che mi vengono richiesti, non l’avrei mai immaginato. Come sapete mi trovo nella missione di S. Anna a Isiro, speravo di venire a passere il mio ultimo periodo di vita tranquillo, senza responsabilità. Purtroppo poco dopo il mio arrivo il parroco, un giovane messicano, è partito per riposare e curarsi, così io assumevo l’impegno di sostituirlo”.
ISIRO PASQUA 2022
Innanzitutto, devo ringraziare il Signore che alla mia età, quasi 84, sto bene nonostante le fatiche e i grandi impegni fisici e spirituali che mi vengono richiesti, non l’avrei mai immaginato. Come sapete mi trovo nella missione di S. Anna a Isiro, speravo di venire a passere il mio ultimo periodo di vita tranquillo, senza responsabilità. Purtroppo poco dopo il mio arrivo il parroco, un giovane messicano, è partito per riposare e curarsi, così io assumevo l’impegno di sostituirlo momentaneamente, purtroppo sono in questa situazione da novembre e non prevedo che finirà presto, si sta cercando un parroco che non arriverà prima del mese di luglio.
S. Anna è una missione di oltre 250.000 abitanti con cinque parrocchie. Alla messa delle 6,30 la domenica mattina accoglie tra i 2.500 e 3.000 fedeli, naturalmente non si possono rispettare le distanze. Oggi, il giorno delle Palme saranno 4000 alla prima messa. Un correre impressionante per la processione e la grande celebrazione ma molto emozionante, Dal centro seguiamo 40 villaggi sparsi nella foresta con distanze fino a 115 km. Al centro abbiamo 13 quartieri organizzati per incontri di vicinato dove cercano di vivere i problemi della vita aiutandosi vicendevolmente sostenuti dalla parola di Dio. Attorno alla parrocchia c’è sempre grande attività dei vari gruppi di formazione e ricreativi.
Ci sono poi i catecumeni che si preparano ai sacramenti, le scuole primarie e secondarie. Tutto un pullulare di gioventù. Anche i villaggi della foresta sono organizzati quasi come piccole parrocchie. Insomma, anche per un giovane è un impegno gravoso con tutti i problemi che tutto questo comporta. La gente è povera, ma per le feste veste con eleganza e varietà di colori. Durante la quaresima nei quartieri fanno la celebrazione umile della via crucis. Bambini a non finire; mamme e papà arrivano dai campi in un’ora ancora molto calda. In comunità c’è un fratello comboniano artista e attento a tutto. In questi giorni era occupato per la costruzione di una cappella in un villaggio di Pigmei. I poveretti, durante la guerra, hanno protetto nella loro foresta e i missionari, ci sembrava giusto venire in aiuto per costruire loro una cappella. Quelle fatte da loro tra termiti, vento e pioggia reggevano solo per qualche mese. Anche negli altri villaggi e quartieri, sempre assistiti dal fratello, cercano di costruirsi la cappella sostenendo spese non facili. Tutti vogliono avere la loro Chiesa come luogo di incontro.
C’è in comunità un confratello sacerdote portoghese. È dedito senza risparmio di energie al suo apostolato. Gli capita spesso di partire alle 8 del mattino in visita agli ammalati e di arrivare dopo le 2 del pomeriggio. Cammina sotto il sole e arriva tutto sorridente a prendere qualche cosa alle 3 del pomeriggio. Percorre una vera via crucis. Abbiamo un giovane diacono congolese che sarà ordinato il mese di agosto e un giovane confratello sacerdote che ha un pesante incarico di responsabilità. Siamo una comunità internazionale e stiamo vivendo un momento storico di passaggio epocale. Ieri, in incontro di sacerdoti con il vescovo, io ero l’unico bianco e si è parlato dell’epoca dei missionari... Mi sono sentito di un’altra epoca! Immaginate questa settimana nella nostra missione: Nei centri importanti si radunano i catecumeni in preparazione al battesimo che riceveranno a Pasqua e ci saranno anche dei matrimoni.
C’è l’entusiasmo di una chiesa giovane anche chiassosa poiché amano musica e danza. La celebrazione dovrebbe durare almeno 2 ore e 30. La mia voce vecchia si perde, prego il Signore che mi dia la forza e che il nuovo parroco arrivi presto. Penso spesso a tutti voi che ci sostenete e rendete possibile la nostra opera. Pensavamo di lavorare per altri popoli. Ora sento che saranno loro a portare vitalità nuova alle nostre chiese. Perciò si sta lavorando anche per il futuro della nostra chiesa d’origine.
In tutto sia resa gloria a Dio che ha vinto la morte e con l’aiuto di queste nuove Chiese che porteranno vita nuova nella vecchia Europa.
Buona Pasqua a tutti!
P. Lorenzo Farronato