In questa festa poco conosciuta, quasi ignorata o celebrata distrattamente si contempla il volto del “Figlio dell’uomo” radioso di una luce destinata all’umanità intera: una luce di vita e di comunione. Essere uomini e donne destinatari della Trasfigurazione significa anche essere capaci di mutare lo sguardo per vedere l’invisibile nel volto umano, e lì vedere Dio.  Così questa festa può accendere nell’oggi bagliori di speranza nei cuori e illuminare le coscienze suscitando compassione, corresponsabilità, fraternità autentica. Buona festa a tutte e tutti! (Il blog di Enzo Bianchi)

Trasfigurazione:dei carboni o diamanti?

Meditazione di don Franco Mastrolonardo
Marco 9, 2-10

Tutti noi abbiamo le potenzialità per lasciarci attraversare dalla luce con tante sfumature diverse di colori. Più ci apriamo alla luce divina, più ci apriamo alla trasfigurazione, più ci apriamo a Dio e più diventiamo brillanti, solari e contagiosi della santità. L’esperienza della trasfigurazione secondo Marco 9, 2-10 è una vera e propria esperienza di luce.

Vorrei allora partire da questa domanda. Da dove arriva la luce? La risposta parrebbe facile: dal sole. In effetti non è così scontato. Se guardiamo la creazione nella Bibbia, nel libro della Genesi la luce arriva prima della creazione del sole. Dio fece la luce nel primo giorno, mentre gli astri del cielo solamente nel quarto. Quindi la Genesi ci propone una concezione nella quale il sole non è la causa prima della luce del giorno, ma sembra esserne, piuttosto, un segno distintivo, con funzioni di calendario e di lampada per illuminare la terra. Funzione analoga svolge la luna nei confronti della notte.

La luce che ci avvolge in effetti non è concentrata in un disco di dimensioni ridotte, ma è presente dovunque in forme e colori diversi: nell’azzurro del cielo sereno, nel rosso dell’alba e del tramonto, nel grigiore delle nubi e delle nebbie, nei colori del paesaggio. Non è così immediato pensare che si tratti della stessa luce, soprattutto quando il sole è già tramontato ed il cielo è ancora luminoso.

Questa complessità della luce riguarda anche la fisica. Newton, uno che se ne intendeva, addirittura scelse di non interrogarsi troppo sulla luce quanto sui colori. Sosteneva che la luce sparisce, rimangono i colori. Sono i colori che spiegano la luce e non la luce i colori. Per Newton la proprietà della luce è un “qualcosa” senza determinare cosa sia effettivamente.

Quindi rispondendo alla domanda iniziale potremmo affermare che l’origine della luce è tanto complessa quanto misteriosa.

A livello esegetico spirituale questa introduzione mi serve a spiegare il fenomeno della trasfigurazione. Il verbo trasfigurare metamorfomai appare in tutta la Bibbia solo quattro volte e, sentite un po’, è sempre al passivo. Questo vuol dire che Gesù stesso non si è trasfigurato, cioè non si è fatto luce da solo, ma Lui stesso è stato illuminato. Da dove, da chi? Non si sa. Sappiamo però che in una esperienza eccezionale di preghiera, come quella del Tabor, si è aperto così totalmente alla luce che le sue vesti sono diventate candide, un brano parallelo dice “bianchissime”, cioè rivelatrici di luce. Il bianco infatti accoglie tutta la luce, mentre il nero la imprigiona.

Nel creato ogni cosa trova il suo posto, il suo colore. Così anche noi troviamo il nostro colore nel momento in cui la Luce ci attraversa.

Come di un oggetto vediamo un colore, perché è l’unico che riflette mentre gli altri li assorbe, così anche noi di fatto conteniamo tutti i colori ma ne riflettiamo solo alcuni. Dipende dalla nostra capacità di aprirci alla luce. I santi riflettono la Luce in maniera più totalizzante rispetto a noi. Alcuni al contrario potrebbero non riflettere nulla. In fisica sappiamo che il carbone e il diamante hanno le stesse proprietà eppure i colori sono all’opposto, perché il nero trattiene e non riflette, mentre il bianco riflette tutti i colori. Quindi in sintesi tutti noi abbiamo le potenzialità per lasciarci attraversare dalla luce con tante sfumature diverse di colori. Più ci apriamo alla luce divina, più ci apriamo alla trasfigurazione, più ci apriamo a Dio e più diventiamo brillanti, solari e contagiosi della santità.
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