Martedì 11 agosto 2020
La formulazione dei lamenti e aspirazioni è presentata con due caratteri: la prima con carattere normale corrisponde alle situazioni di vita desunte dagli Atti dei Capitoli Generali dal 1985 al 2003, la seconda con carattere corsivo corrisponde agli Atti del Capitolo 2009. Questo modo di procedere può aiutarci a sentire il polso della coscienza collettiva dei membri dell’Istituto in questo momento, costatare il cammino fatto e quello che ci resta da fare e cercare assieme concreti cammini di conversione.

Lamenti e aspirazioni della Famiglia Comboniana

Abbiamo bisogno di essere liberati dal Signore:

  • Dal pericolo di essere sopraffatti dall'attivismo, da una mentalità efficientista e dall'individualismo,
  • Dalla tendenza ad isolarci e a chiuderci,
  • Dall’incapacità di resistere alla solitudine,
  • Dall'evasione dalla vita comunitaria con il pretesto del diritto alla privacy,
  • Dall'insufficiente impegno nella preghiera personale e nello studio,
  • Dalla perdita dell’entusiasmo per la Missione e dal conseguente pericolo di vivere demotivati, disadattati e chiusi in uno sterile immobilismo,
  • Dalla prova dello stress, dai rischi e dai pericoli in missione,
  • Dalla tentazione dello scoraggiamento di fronte a situazioni difficili o all'apparente sterilità del nostro lavoro,
  • Dall'attaccamento alle posizioni acquisite,
  • Dalla resistenza nell’accogliere l’età che avanza,
  • Dalla mancanza di identificazione con il carisma comboniano e con l'Istituto,
  • Dalla passività di fronte alle esigenze che vengono dalla fisionomia dell’Istituto che cambia,
  • Dalla mancanza di identificazione spirituale e di chiarezza interiore,
  • Dall'insufficiente motivazione teologica che è alla base della vita comunitaria,
  • Dalla poca fiducia reciproca,
  • Dalla contraddizione tra ciò che predichiamo e la nostra vita concreta,
  • Dalla mancanza di impegno nel continuare la nostra propria formazione come processo di crescita che dura tutta la vita,
  • Da una visione del mondo in cui predomina il senso di superiorità dell’uomo occidentale,
  • Dalla ricerca del potere e del prestigio personale nell’attività missionaria,
  • Dalla sfiducia verso la gente e la Chiesa locale,
  • Dalla superficialità di fronte alla realtà e ai segni dei tempi,
  • Dalla mancanza di continuo discernimento, di valutazione e di progetti comuni,
  • Dalla superficialità nel trattare la gente con cui condividiamo la vita,
  • Dall'uso di mezzi e strutture sproporzionati al carattere evangelico del servizio missionario e alle possibilità dei poveri,
  • Dal protagonismo accaparratone e geloso, che non lascia spazio alla molteplicità dei ministeri.

 

  • Dalla negligenza che ci ha fatto lasciare da parte questioni che accompagnano da anni la nostra riflessione come Istituto,
  • Dall’indebolimento della nostra identità e del nostro senso di appartenenza all’Istituto,
  • Dalla propensione a privilegiare il fare, che ci rende difficile focalizzare gli elementi che definiscono il nostro essere,
  • Dall’indebolimento nella identità che ci porta a una certa superficialità nell’assimilazione dei valori del nostro carisma,
  • Dall’indebolimento nella identità che ci porta a fenomeni di individualismo, di vita borgese e di disaffezione nei confronti dell’Istituto,
  • Dalla fragilità nella nostra spiritualità e da una certa genericità nel nostro modo di pensare e vivere la missione,
  • Dalla nostra fede spesso lontana dalla realtà e vita della gente,
  • Dal ridurre la nostra spiritualità a un ritualismo religioso che non raggiunge il cuore della nostra vita e missione
  • Dal divario tra la proposta formativa e la realtà concreta comboniana,
  • Da certi nostri limiti quali l’attivismo e l’individualismo apostolico, la debolezza della vita spirituale e lo stile di vita borghese, che sono contro-testimonianza che compromette seriamente il lavoro formativo,
  • Dalla mancata continuità a livello di CG che ha provocato l’indebolimento e talvolta persino l’interruzione dei processi di riforma avviati,
  • Dal non uso di correttezza nei processi formali da parte dell’autorità,
  • Da una certa abitudine all’approssimazione e alla cultura dell’impunità a fronte della necessità della trasparenza e della rendicontazione,
  • Dalla resistenza ad accogliere la Formazione Permanente pensata come unico e continuo processo di crescita che dura tutta la vita,
  • Dalla mancanza di impegno nella nostra formazione personale continua e dalla tendenza frequente a cercare fuori di noi la causa dei problemi e dei disagi che avvertiamo,

 

 

Abbiamo bisogno di chiedere al Signore che ci ascolti:

  • Perché viviamo nella realtà storica attuale l’esperienza di discernimento di Daniele Comboni,
  • Perché di fronte alla nuova epoca missionaria, generiamo vitalità e rinnovamento per l’Istituto,
  • Perché l’avvenimento carismatico di Daniele Comboni configuri la nostra personalità missionaria e la nostra dedizione totale al servizio missionario,
  • Perché assumiamo il fatto che la fonte per un continuo rinnovamento della nostra vita missionaria si trova nel confronto costante tra situazioni missionarie e carisma originale,
  • Perché sentiamo la necessità di appropriarci della santità e della spiritualità di Daniele Comboni,
  • Perché maturi in noi sempre più la coscienza di un impegno radicale di vita, fedele alla nostra vocazione fino alla morte,
  • Perché l’esperienza carismatica di Daniele Comboni incida in modo determinante nelle varie fasi della formazione e nella vita quotidiana,
  • Perché cresciamo nella coscienza che nella promozione vocazionale e nella formazione dei nostri candidati è imprescindibile la testimonianza di vita dell’Istituto in quanto tale,
  • Perché ci uniamo in uno sforzo comune per offrire ai giovani in formazione il tesoro del nostro patrimonio spirituale, attraverso la gioiosa testimonianza della nostra identificazione con il carisma comboniano,
  • Perché la Regola di Vita e gli Scritti del Fondatore siano utilizzati come fonte di ispirazione per la vita e il lavoro,
  • Perché sappiamo trovare il modo migliore di integrare le esigenze di preghiera, studio, lavoro e riposo,
  • Perché ci amiamo e ci edifichiamo mutuamente, vivendo insieme come “cenacolo di Apostoli”,
  • Perché evangelizziamo in comunità e abbiamo sempre più fiducia nella gente, fino a farla divenire protagonista della sua storia e dl suo processo di evangelizzazione,
  • Perché promoviamo la crescita e la collaborazione con la Chiesa locale, favorendo l’autosufficienza ministeriale, economica ed apostolica della comunità.

 

 

  • Perché abbiamo il coraggio di arrivare a delle scelte nel campo della nostra vita spirituale, della nostra identità come comboniani e come uomini consacrati e come persone decise a vivere la missione con tute le sue esigenze,
  • Perché rimaniamo sempre aperti alla novità delle situazioni di frontiera della missione che ci chiedono una risposta e degli stili di missione che lo Spirito Santo suscita e che noi non abbiamo diritto di impedire,
  • Perché ritorniamo alle sorgenti della nostra identità comboniana, ci riappropriamo della nostra storia e delle figure carismatiche, e coltiviamo una visione globale della realtà dell’Istituto,
  • Perché rivalutiamo il ruolo di animazione dei superiori a tutti i livelli per promuovere il senso di identità e di appartenenza,
  • Perché le comunità applichino gli strumenti previsti dalla regola di Vita per l’animazione delle comunità,
  • Perché camminiamo verso una unità di vita tra consacrazione, carisma e missione e verso una spiritualità che generi vita e che si distingua per coerenza,
  • Perché l’Istituto continui il suo cammino di ritorno all’essenziale, alla conversione del cuore e alla comunione fraterna,
  • Perché i membri dell’Istituto si impegnino a elaborare e sviluppare un progetto di vita a livello personale, comunitario e provinciale,
  • Perché coltiviamo maggiore familiarità con la RV, come strumento di crescita nelle nostre opzioni, secondo il carisma comboniano, a livello personale, comunitario e provinciale,
  • Perché le sfide della missione provenienti dalla globalizzazione, dal contesto socio-politico ed ecclesiale, ci stimolino ad una conoscenza sempre più approfondita dei fenomeni e ad una conversone del cuore che ci porti a rispondere alle aspettative e alle speranze del nostro popolo,
  • Per impegnarci a formare missionari con una esperienza profonda di Gesù Cristo nel contesto della spiritualità, dell’identità e della missione comboniana, con uno stile di vita sobrio per vivere ed evangelizzare in comunità,
  • Perché ci inseriamo pienamente nella Chiesa locale mantenendo l’identità missionaria specifica,
  • Perché la Formazione Permanente diventi principio organizzatore e propulsore di tutte le dimensioni della nostra vita e apostolato, e ci porti ad un nuovo stile di vita più armonioso e integrato,
  • Perché la fase dell’anzianità sia accolta con realismo e serenità per vivere la missione fino alla fine,
  • Perché si trovino in seno all’Istituto vie per valorizzare la presenza degli anziani nel servizio missionario

P. Carmelo Casile