Lunedì 10 settembre 2018
Ieri è iniziata l’Assemblea intercapitolare dei Missionari Comboniani a Roma. Dopo la messa di apertura, il pomeriggio i provinciali e delegati delle circoscrizioni e i membri della Direzione Generale si sono incontrati per dare inizio ai lavori. Dopo l’intervento del Superiore Generale, Padre Tesfaye Tadesse Gebresilasie, ha parlato Madre Luigia Coccia, Superiora Generale delle Suore Missionarie Comboniane. Ha ricordato le principali collaborazioni tra i due istituti, auspicando una sempre maggior collaborazione ai diversi livelli. Oggi lunedì è giornata di ritiro per tutti i partecipanti all'Intercapitolare.

Intervento di Madre Luigia Coccia, Superiora Generale
delle Suore Missionarie Comboniane,
nell’apertura dell’Assemblea intercapitolare
Roma, 9 settembre 2018

Da sinistra: Madre Luigia Coccia, P. Pietro Ciuciulla, Padre Tesfaye Tadesse.

Carissimo P. Tesfaye e confratelli riunti per l’evento dell’Inter Capitolo,
a voi il nostro saluto e la promessa della nostra preghiera durante queste tre settimane di lavoro. Un saluto e un ricordo anche dalle sorelle del consiglio, sr Rosita, Sr Kudusan sr Eulalia e sr Ida che si trovano sparse nei vari continenti.

Vi ringraziamo per questa possibilità di essere qui presenti, all’apertura di questo evento, e portarvi personalmente il nostro saluto, segno visibile della nostra fraternità fondata sulla roccia del nostro Carisma e Missione comune.

Approfitto di questo momento anche per ringraziarvi per tutte le esperienze di buona collaborazione e di sostegno che condividiamo tra noi, come famiglia comboniana, là dove viviamo e operiamo. Ne cito alcuni più a livello generale:

  • Consigli Generali congiunti della famiglia comboniana, in particolare tra noi MCCJ e SMC: rientrano ormai nella programmazione comune e ci permettono di intravedere possibilità sempre nuove per consolidare e estendere la nostra collaborazione. Speriamo anche di continuare a suggerire linee che facilitino e promuovano maggiore collaborazione, ai diversi livelli, nella famiglia comboniana sparsa nel mondo.
  • La vostra presenza di MCCJ con la vostra donazione generosa in contesti di missione difficili e esigenti, incoraggia anche noi a volte a restare, accompagnate e sostenute anche dalla vostra presenza vicina e fraterna. Questo ci fa sperimentare che l’intuizione di San Daniele Comboni è possibile ed è ancora attuale: essere insieme per la missione, un Cenacolo di fratelli e sorelle che vivono in fraternità per continuare la missione evangelizzatrice della Chiesa. Molte volte abbiamo sperimentato e sperimentiamo quello essere scudo, le une per gli altri, nelle nostre non facili esperienze missionarie.
  • Anche l’ultima esperienza di preghiera e riflessione sulla Missione ad Gentes, estesa a tutti i consigli generali degli istituti italiani esclusivamente missionari, ci ha visti insieme. Senz’altro procederemo in questa riflessione per recuperare una maggiore specificità carismatica all’interno di una missione più generica affidata a tutta la chiesa.

Ci auguriamo di poter rafforzare la nostra collaborazione nell’affrontare sfide comuni:

  • La ricerca di un rinnovato senso di identità carismatica propria; entrambi gli istituti stiamo facendo un percorso di revisione delle Costituzioni. Ci auguriamo che in questa riscoperta della nostra identità carismatica la collaborazione tra noi s’imponga con più forza, come parte integrante della nostra identità comune.
  • La ricerca di uno stile di missione sempre più comunitario e meno individualistico. L’uscita da protagonismi e progetti personali per approdare ad una missione che si realizza principalmente attraverso la nostra testimonianza di discepoli di Gesù, che vivono la fraternità.
  • La crisi attuale che la nostra chiesa sta vivendo, e che purtroppo a volte ci vede coinvolti anche noi come persone consacrate, è un momento doloroso, ma che può trasformarsi in opportunità, se ci assumiamo la responsabilità di prevenire come istituti immaturità umane e spirituali che minano la credibilità della chiesa e della nostra vocazione. Questo momento di fragilità ci può aiutare a recuperare un senso di maggiore collaborazione. Sentiamo infatti il bisogno gli uni degli altri; oggi siamo più consapevoli delle fragilità che ci caratterizzano e del bisogno di trovare la nostra forza in cammini d’insieme, con umiltà e senso di ricerca, abbandonando la tendenza alla competitività.
  • L’impegno per Il superamento di una vita fraterna a volte povera in umanità, che lascia morire pian piano il senso di appartenenza, impoverisce la comunicazione e ci riduce a vivere dentro profonde e prolungate solitudini. Recuperare il senso profondo del Cenacolo, dove vivere e dire pienamente noi stessi è possibile, e anche affrontare le nostre ferite e delusioni.
  • Lo sforzo per ricercare e attuare stili di formazione che ponga sempre più  in dialogo la dimensione umana e spirituale delle persone consacrate. In modo particolare il recupero di una formazione permanente più incisiva, che vada oltre ai tempi sabbatici che diventi cultura, stile di vita.
  • Una maturazione nella reciprocità tra uomo e donna; la distanza creata ci ha impoveriti reciprocamente e ancora oggi ci rende delle persone consacrate in miniatura, e non alla statura di Cristo, pienamente Dio e pienamente uomo. Possa la chiesa trovare anche nella nostra collaborazione un aiuto per crescere in questo ambito, ne ha tanto bisogno per curare ferite profonde a antiche.

Affidiamo il vostro piano di lavoro alla preghiera di San Pietro Claver, affinché Lui vi assista e vi confermi nella vostra scelta preferenziale per gli impoveriti e abbandonati, seguendo il nostro carisma.

Lo Spirito di Gesù vi doni di Ascoltare e Comunicare la Sua Parola durante questi giorni il lavoro e riflessione, perché il vostro messaggio sia una vera comunicazione di vita per tutto il vostro istituto.
Con affetto fraterno,
Sr. Luigia Coccia
Superiora Generale