Giovedì 22 gennaio 2015
Molti amici dei Missionari Comboniani e autorità hanno partecipato il 16 gennaio all’inaugurazione del nuovo museo africano, nella casa dei comboniani a Verona. Decisamente una bella serata di incontro e apertura all’Africa e alle sue molteplici e ricche espressioni culturali. Il nuovo museo ha cercato di mettere insieme l’Africa tradizionale e quella, meno conosciuta in Italia, decisamente proiettata verso il futuro. Nella foto: P. Luigi Fernando Codianni, presidente della Fondazione Nigrizia Onlus, nell’uso della parola.
Dopo la prima inaugurazione a livello di famiglia comboniana e di coloro che a diverso titolo si sono impegnati nella realizzazione della ristrutturazione del Museo africano, il 10 ottobre scorso, la comunità comboniana di Verona ha realizzato un’altra inaugurazione a livello cittadino il 16 gennaio. Alla festa erano presenti tra altre personalità Marco Aime, Lorenzo Spinnato e Massimiliano Troiani. Pubblichiamo di seguito l’intervento di P. Venanzio Milani, direttore del Museo africano.
“Signore e signori, autorità
un grande e caloroso benvenuto nell’occasione dell’inaugurazione del Museo Africano, completamente ristrutturato negli ultimi mesi dello scorso anno. Molti di voi conoscono la storia del Museo. Senza dilungarmi evidenzio solo alcune date. Nella cartella trovate in dettaglio la storia.
Una prima esposizione degli oggetti provenienti dalle missioni dei missionari comboniani è stata fatta nell’allora sede dell’Istituto di via del Seminario, nel 1882. Era stato il successore di Comboni, Mons. Sogaro Francesco a sollecitare il rettore degli istituti Comboniani Don Sembianti a “ istituire in Verona un Museo africano cito - per raccogliere gli oggetti interessanti, la scienza o la curiosità che dall’Africa saranno spediti dai missionari.
Strutturalmente il Museo iniziò nel 1938 nella attuale casa Madre costruita nel 1892. Erano esposti gli oggetti ricevuti dall’Africa con foto che li contestualizzavano. L’esposizione aveva, prevalentemente anche se non esclusivamente, un carattere missionario. Seguirono altre ristrutturazioni negli anni 70, 90, nel 96 si tolsero gli animali imbalsamati, ancora un'altra ristrutturazione nel 2006 dove appare, anche se limitato il multimediale, fino all’attuale della fine 2014, della quale il dott. Massimiliano Troiani ci dirà le ragioni del nuovo allestimento. Nelle varie ristrutturazioni il Museo ha acquisito sempre maggiori significati e valenze non solo in relazione all’Africa, ma anche a noi.
Il museo africano di Verona è divenuto via via:
Prima di far intervenire altri, ringrazio nuovamente tutti voi e incoraggio tutti a restare in contatto con noi, seguendo le nostre pagine internet e facebook. Le indicazioni le trovate nelle “tante” carte che sono nella cartella. E ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile il nuovo allestimento: dalla direzione artistica, all’architetto Mauro del Maro – assente perché influenzato – alle operatrici del museo, e a tutte le maestranze e collaboratori. Sono elencati in foglio che trovate nella cartella”.
Personalità che sono state presenti all'inaugurazione del Museo Africano ristrutturato, tra altre:
Marco Aime
Professore di antropologia culturale all’Università di Genova. Ottimo scrittore e viaggiatore e ricercatore intelligente. Dai suoi viaggi e ricerche nascono articoli scientifici e libri pubblicati da editrici come Feltrinelli, Eimaudi, Utet, Laterza e EMI. Ha vinto dei primi tra cui l’Albatros con il libro Tax brousse. Ogni mese scrive su Nigrizia.
Lorenzo Spinnato
Dottore commercialista, padovano, ma operante in moltissime città italiane per Onlus, Associazioni, Fondazioni. Ha avuto un rilevante ruolo nella costituzione della Fondazione Nigrizia Onlus, che segue ancora. Di lui si può dire” toglietegli tutto ma non le onlus, abituato come è a promuovere la cultura della legalità. Ha contribuito alla nascita dei servizi per il volontariato a Padova.
Massimiliano Troiani
Scrittore, fotografo, fondatore della compagnia “la grande opera” che curò la regia di testi di Shakespeare, Pinter, Miller, Straus. Ha messo in scena “L’elogio della follia” di Erasmo da Rotterdam in collaborazione con Fabrizio de Andrè, Mauro Pagani e Enzo Cucchi. Ha viaggiato molto in Asia, Africa e America latina realizzando molti documentari: tra i più significativi Le ceneri di Gandhi, Un budda si è fermato a Cmiso, I Rigettati che ha partecipato alla rassegna cinematografica di Venezia. Nel 2008 sue foto sono state esposte al Palazzo di vetro dell’Onu a New York. Per i Comboniani ha fatto molti documentari e in particolare il recital su Comboni che è stato realizzato in molte città italiane in occasione della beatificazione e della canonizzazione.